Se c'è una cosa tra le più meschine, è il fatto di approfittare delle debolezze altrui, utilizzandole per ferire qualcuno. In particolar modo, se quella persona si è fidata al punto di esporre i propri punti deboli.
se non ti senti libero di parlare, di fare una battuta, perché hai il terrore di essere frainteso, perché hai il terrore di poter aprire discussioni anche con la più piccola parola, non è amore, non è amicizia...non è niente. Va' via.
Raduno in via Acca Larentia di nostalgici camerati...una vergogna che si verifica ogni anno con la stessa ritualità di matrice fascista. Questi ratti dovrebbero essere identificati e denunciati tutti...ma forse la Digos è ancora impegnata ad identificare tutti coloro che si resero responsabili, colpevolmente, di aver gridato "Viva l'Italia antifascista", pericolosi sobillatori nostalgici...credo che per risolvere questa fascio-riunione ci sarebbe un famoso piazzale. Magari mettendoli a testa in giù.
Mi fate sentire sempre fuori posto, non so più chi sono, cristo. Sono stanca di dover fingere e non poter essere ciò che sono. Sono stronza, sono antipatica, rido poco e sono sempre arrabbiata, cazzo fatemi vivere la mia vita così. Non fatemi sentire in colpa per quello che sono, per come rispondo.
Tutti siete convinti che io sia solare, felice e fa ridere tutti, non lo sono più da anni e non c'è nemmeno una persona che mi ispira fiducia.
Mi vorrei così tanto aprire e sfogarmi, mi serve adesso sfogarmi ma anche se ci siete non riesco a fidarmi.
Caro Briatore, che sei diventato miliardario con il lavoro altrui, che fai la morale su chi può o non può studiare negli atenei in base al mestiere del proprio padre, non capisci un cazzo di noi figli di operai, contadini, falegnami e muratori.
Io sono figlio di un operaio oramai in pensione da poco e ci ho messo 10 anni per laurearmi in lingue straniere. Adesso lavoro come assistente amministrativo a TD presso un istituto comprensivo nel bresciano.
E quelli come me non dovrebbero permettersi la laurea solo perché si è figli di lavoratori? E allora cosa dovrei fare, l'operaio come mio padre per forza? E tu come li paghi i tuoi dipendenti nelle tue aziende? Come troppi imprenditori fanno, naturalmente, solo miseri salari con più ore di lavoro.
La tua morale su chi può o non può andare all'università mi fa tantissima pena perché di noi figli di lavoratori non capisci una mazza. Tu pensa per i fatti tuoi che il resto ci penso io. E se fossi tuo figlio, mi sarei vergognato di avere un padre ricco così balordo, ignorante, arrogante e persino sfruttatore.
Se ci sono così tanti e anzi troppi suicidi nelle università e i figli di dirigenti di aziende e banche si laureano in così poco tempo, è perché la nostra università non è più eccellente, è scadente così come tutto il sistema scolastico italiano.
Il problema non siamo noi giovani che non riusciamo ad avere la laurea e un lavoro, non è questione di non aver voglia di lavorare, il problema vero siete voi che lagnate per mancanza di dipendenti nei settori più ambiti per poi pagare sotto i mille euro e lavorare più di otto ore.
Verrà un giorno, spero al più presto possibile, che voi e i vostri figli immersi nei miliardi vi metteremo con le pezze al culo e asseggerete ciò che noi stiamo affrontano.
Non è invidia, mio caro, è disgusto per ciò che vedo perché la vita che voi fate non è bella, è assolutamente brutta, cupa, grigia e triste.