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25liveswithyou · 5 years
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⠀                ⠀𝑶𝒖𝒓 𝑭𝒊𝒓𝒔𝒕 𝑨𝒏𝒏𝒊𝒗𝒆𝒓𝒔𝒂𝒓𝒚            ⊱⋅ ──────────── ⋅⊰
#⃟𝗖𝗢𝗟𝗟𝗘𝗖𝗧𝗜𝗢𝗡 ˓˓   ꪀ. a place where our past lives are more than just a poem, spoken in every language our love can understand.
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25liveswithyou · 5 years
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I weekend erano una buona scusa per dormire ed evitare di uscire con gli amici. Almeno, così era per Hwiyoung. Amava i suoi amici - era qualcosa che era sicuro non sarebbe mai cambiata, ma aveva da recuperare tutto il sonno che aveva perso negli ultimi giorni. Il ragazzo aveva bisogno di riposo, i suoi amici lo avrebbero capito. Così quando arrivò il venerdì, Hwiyoung non sprecò neanche un momento e si mise direttamente a dormire il momento stesso in cui mise piede dentro il suo appartamento. Non cambio nemmeno i suoi vestiti o altro. Era semplicemente troppo stanco per dormire. - Il sonno di Hwiyoung stava andando così bene e tranquillo finché non sentì un veloce bussare alla porta. Non aveva alcun piano di alzarsi e vedere chiunque stesse disturbando il suo perfetto sonno, ma il bussare continuava a diventare sempre più forte e lui si stava innervosendo sempre di più quindi alla fine si alzò - ringhiando e mormorando lamentele - e andò a vedere chi aveva rovinato la sua giornata già di prima mattina. “Cosa?” ringhiò nel momento in cui aprì la porta sbattendola, ma si fermò quando realizzò chi fosse l’uomo che aveva di fronte - era Kim Inseong nel suo pigiama giallo mentre indossava gli occhiali, con un aspetto in qualche modo disturbato e innervosito. Kim Inseong, il suo vicino fastidiosamente affascinante ed intelligente. “Ciao, sono terribilmente dispiaciuto che sia così presto e sto bussando alla tua porta. Sono abbastanza sicuro di aver disturbato il tuo sonno - te ne chiedo scusa ma il tuo gatto ha rubato la mia biancheria e mi serve indietro.” Inseong disse tutto d’un fiato come se avesse perfettamente ripetuto tutto a lungo nella propria mente, e riuscì a mandare un sorriso debole verso Hwiyoung. Ci fu silenzio per un po’ ma non durò a lungo. Hwiyoung si rese conto del guaio in cui si trovava per colpa del suo gatto che amava rubare oggetti. Sentì il proprio viso scaldarsi. “.. Oh. Ma il mio gatto non è qui. Non l’ho visto quindi sono sicuro che sia fuori… Di che colore era la tua biancheria?” Questa volta, fu il turno di Inseong di arrossire. “R-rosa..” riuscì a dire, balbettando. Hwiyoung quasi rise ad alta voce. Cercò di trattenersi ma si ridusse a sembrare di star soffocando. “Hai della biancheria rosa?” chiese incredulo. “Non è questo l’importante. Il tuo gatto ha rubato la mia biancheria ed io ne ho bisogno!” esclamò l’ultimo, con il viso che si arrossiva ancora di più. Hwiyoung finalmente trovò il modo di smettere di ridere, ma il ghigno sul suo volto non abbandonò mai il suo viso. “Okay ma il mio gatto non è qui quindi vuoi venire con me a cercarlo?” “Lasciami venire con te.” - Cercare di trovare il suo gatto era più difficile di quando Hwiyoung credesse. Solitamente, starebbe dormendo tutto il giorno e avrebbe visto il suo animale domestico già disteso sul divano nel momento in cui si sarebbe svegliato dal suo pisolino, che sarebbe dalle cinque di pomeriggio, ed ora erano solo le dieci di mattina. Dove si supponeva avrebbero dovuto trovare il suo gatto? “Non posso crederci che tu abbia davvero adottato un gatto a cui piace rubare le cose e non lo rimproveri nemmeno.” Inseong iniziò, mettendo entrambe le sue mani dentro le tasche per tenerle al caldo e Hwiyoung fece lo stesso. È già inverno, i due erano usciti fuori con ancora il pigiama indosso ed ora stavano gelando. “Beh non è colpa mia se ho visto un gatto randagio carino nel mezzo della strada ed ho deciso di adottarlo senza alcuna idea che rubasse le cose. Mi dispiace, okay” rispose, ma l’altro mandò solo gli occhi al cielo in risposta. “Ad ogni modo, dovremmo fare colazione prima. C’è una caffetteria che conosco, vuoi prendere qualcosa? Ci ammaleremo di questo passo se non ci scaldiamo.” Hwiyoung annuì. - Hwiyoung optò per una cioccolata calda, mentre Inseong ordinò una tazza di caffè in ghiaccio che fece sì che il minore lo guardasse come fosse pazzo (e probabilmente lo era). “Credevo dovessimo scaldarci e tu stai bevendo caffè in ghiaccio.” disse sbuffando ed Inseong gli mandò un’occhiataccia. “Silenzio, il caffè in ghiaccio è il migliore.” “Se lo dici tu.” Dopo aver bevuto, i due decisero di fermarsi un po’ a parlare con il barista, Rowoon, che entrambi conoscevano - incredibilmente. Ma Rowoon era un ragazzo dolce e tutti lo amavano quindi non era una sorpresa che entrambi conoscessero il ragazzo e ne fossero amici. “Quindi mi stai dicendo che il tuo gatto ha rubato la biancheria di Inseong—“ “Che è di colore rosa.” “Sta’ zitto!” “—ed ora lo state cercando così Inseong possa riaverla indietro?” Rowoon finì la domanda, guardando entrambi con grande interesse. “Esattamente, signore.” Hwiyoung sogghignò, soddisfatto di vedere la faccia del maggiore arrossire ogni volta che veniva nominata la sua biancheria rosa. Rowoon non sembrò notarlo, comunque. “Ma aspettate! Avete detto che la sua biancheria è rosa?” chiese Rowoon con un sorriso malizioso che si formava sul suo viso. Il ghigno di Hwiyoung stava crescendo a dismisura. “Assolutamente.” “Cielo, oh cielo, che colore interessante, non credi?” “Decisamente.” Entrambi guardarono Inseong che era già rosso come un pomodoro, con dei sorrisi giocosi sulle loro labbra. “Vi odio entrambi!” - Il tempo era passato così velocemente che i due non se ne accorsero nemmeno finché non furono già le quattro di pomeriggio. Avevano parlato di cosa gli piacesse mentre camminavano e cercavano di trovare il gatto di Hwiyoung (e la biancheria di Inseong), e scoprirono che ad entrambi piaceva studiare. Era sorprendente che in realtà andassero così d’accordo. “Ehi, quella è della biancheria rosa?” chiese Hwiyoung, rovinando il discorso di Inseong sugli anime e su quanto li amasse, con gli occhi focalizzati sul pezzo di intimo che stava nel mezzo della strada. Inseong balbettò un’imprecazione a quella vista. “Eccolo! Oh mio dio, com’è arrivato lì.” esclamò ed istantaneamente corse a raccogliere i suoi poveri boxer. Il minore non poté fare a meno di ridere alla vista di un uomo con in mano i suoi boxer come fosse un bambino perso. Inseong mandò una pessima occhiata al più giovane, “Smettila, questo è colpa del tuo gatto!” “Come preferisci.” sbuffò e andò a recuperare il gatto che era appena uscito dal nulla. Questa volta Inseong guardò male entrambi. - Era difficile ammetterlo, ma Hwiyoung apprezzava la compagnia di Inseong e voleva stare con il maggiore alcune ore ancora, ma entrambi avevano i loro impegni. Si sentì triste a riguardo. “Beh, credo di poter entrare ora.” iniziò Inseong, rompendo il silenzio imbarazzante tra di loro, e Hwiyoung annuì. “Sì… Anch’io.” rispose, la sua voce sottile come un sussurro, sentendosi abbandonato all’idea che probabilmente non avrebbe più avuto altro modo di passare del tempo con Inseong, o semplicemente parlare con il maggiore. Non lo voleva. Ma prima che Inseong potesse entrare nel suo appartamento, Hwiyoung gli grido, “Aspetta!”, lasciando il maggiore confuso quando si voltò dietro. “Hai dimenticato qualcosa?” chiese, inarcando un sopracciglio. “Beh uhm… Mi chiedevo se volessi uscire insieme qualche altra volta? Potremmo guardare un film o altro, sai. Voglio dire, solo se ti va.” chiese Hwiyoung timidamente, sfregandosi la nuca e guardando ovunque tranne che Inseong. Il ragazzo sorrise lasciando intravedere la sottile linea bianca dei denti. “Credevo non me lo avresti chiesto.”
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25liveswithyou · 5 years
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“Bello scatto.” Inseong alza lo sguardo e scoprì che Taeyang lo stava guardando in modo strano - un’espressione che va abbastanza bene co il modo in cui aveva pronunciato le due parole. Pensa che probabilmente dovrebbe sentirsi giudicato a causa del tono, ma questo è Youngbin, e negli ultimi sei mesi in cui Inseong l’ha conosciuto, può tranquillamente dire che non si tratta di questo. “Chi è questo?” continua Taeyang, prendendo con disinvoltura la foto dalle mani di Inseong, così da poterla studiare meglio. “Liam?” Legge il nome scritto sul retro. “Sembra familiare.” Inseong non può fare a meno di sbuffare - è così da Taeyang non realizzare di chi fosse quella faccia. “Sono abbastanza sicuro tu abbia visto questa faccia in Time Square”, gli fa notare con una risata, allungando il braccio per riacchiappare la foto. “Oh!” L’intero volto di Taeyang si accende al riconoscimento; ora è tutto al suo posto nella sua mente, Inseong lo può facilmente dedurre. “Il ragazzo che fa da testimonial al— hm, cos’era? Un profumo, giusto? Ocean breeze? Ocean— Ocean qualcosa?” “Blue Ocean, Cologne for men.” Inseong recita in un tono cantilenante che richiamasse la narrazione della pubblicità stessa. Lo ha visto un po’ troppe volte nell’ultimo mese, almeno una volta al giorno sul posto di lavoro. “Esatto, quello.” Taeyang concorda entusiasta. “Sei un suo fan, hyung? Sembra un po’ più giovane in quel—“ continua gesticolando verso la foto che Inseong ora sta mettendo via, dentro un album che Taeyang si supponeva non vedesse in ogni caso. “Dovrebbe.” risponde Inseong, con la risata con echeggiava naturalmente per la stanza prudendo nel venire fuori dalla sua vola. “Aveva a malapena diciannove anni, in quella - era la sua prima posa che ha dato quando per la prima volta ha cercato la sua fortuna qui, qualche anno fa.” “Aspetta, conosci il ragazzo dell’Ocean Blue personalmente?” L’espressione sorpresa di Taeyang diverte Inseong; non dovrebbe nemmeno essere così shoccante, considerando che Inseong lavora come un editore per riviste maschili, il che gli assicura una connessione con il mondo dei modelli. Ma forse Taeyang ha abbastanza diritto di essere sorpreso in questo caso, in fin dei conti, non è che Inseong conosca Youngkyun tramite connessioni create in editoria. “Dormiva nello stesso letto in cui dormi tu, veramente”, spiega Inseong, nel suo tono di voce da dato-di-fatto, anche se si aspettava la stessa espressione ancora più sconvolta che fa capolino sul viso di Taeyang.
Dettagli forti ed uno sguardo soffice che guarda dritto nella macchina fotografica - queste sono le prime cose che qualcuno più notare dallo scatto di Youngkyun. Youngkyun, dal momento che al tempo il nome era già preso, dovette farsi andar bene Liam. La sua mascella è compatta e i suoi bordi affilati - il suo pomo d’Adamo è così attraentemente definito, specialmente dall’angolazione in cui aveva deciso di scattargli la foto. C’è qualcosa nei suoi occhi che lo legge come sincero, nonostante l’intensità che ovviamente cerca di essere proiettata. Inseong ricorda di aver pensato che Youngkyun - il cui stage name al tempo era Hwiyoung - non è solo un gran modello, bensì uno con del potenziale. Il suo vecchio compagno di liceo, Jaeyoon (uno dei pochi con cui aveva deciso di mantenersi in contatto anche dopo l’università, ed eventualmente trasferirsi negli Stati Uniti), era stato quello a chiedergli il primo favore. “Ehi Inseong,” persino ora ricorda le sue parole. “Questo ragazzo è determinato a fare successo da solo lì a New York, ma non mi fido delle agenzie di reclutamento. Che ne pensi di aiutare un ragazzo della tua stessa casa?” Aveva davvero usato quelle parole - ragazzo di casa - ed Inseong se lo ricorda per via della sua stessa risata causata dall’inglese di Jaeyoon ancora vivido nella sua memoria. Non aveva propriamente un cuore d’oro quindi era scettico - a quel punto, viveva da solo a New York da sei interi anni ma era fuori dalla scuola solo da due di essi. Alla fine, però, Inseong è nulla se non un amico fedele, e fu d’accordo di fare questo favore ad un vecchio amico facendo entrare in casa uno sconosciuto a vivere con sè. Non era facile perché non era più abituato ad avere dei coinquilini; per non parlare del fatto che Youngkyun era un po’ troppo silenzioso - anche imbronciato alle volte - per i suoi gusti. Ma due anni sono tanto tempo per vivere con qualcuno, ed in quell’arco di tempo ad Inseong sarebbe piaciuto pensare che si sarebbero conosciuti meglio. Dal momento che Youngkyun riuscì a prenotare il suo primo photoshoot, Inseong era di già il suo più grande sostenitore, e dal momento che Youngkyun riuscì ad entrare tra le pagine di GQ magazine (per concessione, era in fondo alle pagine o solo come background della maggior parte dei photoshoot), Inseong aveva una specie di, forse, cotta per il ragazzo.
“Tutto ciò che sto capendo è che hai l’abitudine di adottare i randagi”, è ciò che Taeyang gli dice giocosamente, dopo che sente la storia di come Inseong conosce colui a cui si riferisce come il Ragazzo Affascinante del Blue Ocean. Inseong non è capace di biasimarlo per l’interpretazione, così ride semplicemente. Taeyang è un ballerino che è a New York da nemmeno un anno - il che significa prettamente che sparecchia i tavoli per guadagnarsi da vivere, mentre prova audizioni dove e quando può. Questa volta era stato il turno di Youngbin - un altro vecchio amico del liceo che aveva chiesto il suo aiuto a favore del più giovane. Erano in una crew di ballo, a casa, apparentemente prima che Taeyang decidesse di volare all’estero per provare la sua fortuna davanti ad un audience più grande ed internazionale. Probabilmente è una fortuna che Inseong sia rimasto in contatto con solo due persone a casa, perché se non fosse in grado di dire di no a nessuno di loro, allora la sua vita sarebbe destinata a diventare molto difficile - tuttavia, forse aveva detto sì più facilmente al favore richiesto perché la storia di Taeyang suonava tristemente familiare, e meno perché dovesse a Youngbin alcun tipo di favore. “Ne ho presi solo due”, fa notare Inseong. “Lui” dice, spostando la direzione dell’indice “ed ora tu. Difficilmente la chiamerei un’abitudine.” “Chi ti dice che non ne prenderai un altro dopo che me ne sarò andato?” aggiunge a sua volta Taeyang. “Vuoi dire che mi lascerai anche tu?” Inseong gli ritorce contro. Entrambi finiscono col fissarsi a vicenda per un buon numero di secondi prima di rompere in una rumorosa risata. “Sto dicendo che un giorno troverò il mio successo, e finirò a vivere in una suite di un qualche hotel extralusso o qualcosa del genere, e qualche altro povero ragazzo da casa— “Nah” scuote il capo Inseong. “Ho finito gli amici a casa. Nessun altro mi manderà una specie di artista povero e senza speranza che vuole cercare fortuna qui.” “O forse riavrai il vecchio randagio che vuoi che resti qui con te” dice Taeyang disinvolto. “Che stai dicendo?” Il minore scuote le spalle. “Non ti vedo conservare un mio scatto nella tua scrivania in quel modo, cacciandolo fuori ogni tanto per fissarlo.” Inseong quasi soffoca con la sua stessa saliva perché - cosa? Ci sono alcuni secondi di silenzio pregnante prima che riesca a pensare di nuovo. “Non mi ci vedi perché non ho un tuo scatto.” Taeyang scoppia in una risata, questa volta è lui a scuotere la testa. “Se ne avessi uno, lo terresti in un raccoglitore, apposta per portarlo alla luce ogni arco di tempo solo per fissarlo così a lungo?” “No, ma—“ Vorrebbe soffermarsi sul fatto che non fissa “così a lungo” la foto di Youngkyun, ma è interrotto prima di poter continuare. “Il “no” è l’unica parte importante della risposta, hyung” Taeyang lo zittisce in un modo che indica la fine della conversazione.
“Buon Natale, hyung!” dice Taeyang accogliendo Inseong, nel pomeriggio del 24, con una grande confezione di carte rosse e verdi in sua direzione. “Beh, sei in anticipo” commenta Inseong, prendendo per sé il regalo. “A Natale mancano ancora dieci ore.” “Sai, non sarò nei paraggi stanotte” spiega Taeyang. “O nemmeno domani mattina.” Giusto, Inseong se n’è quasi dimenticato - il suo coinquilino parteciperà a una festa organizzata dai suoi amici di lavoro. Taeyang ha provato a farlo stare con loro quei giorni, ma ha speso l’ultima settimana lavorando fino a tardi, ed ora tutto ciò che vuole è dormire per l’intera vigilia di Natale e giorno di Natale. È una festività che non porta un così grande significato, per lui. “Sei sicuro di non voler venire con me, hyung?” Taeyang cerca di convincerlo ancora una volta. “Sarà divertente! Sai, quand’ero a casa, Natale non sapeva di molto se non avevi qualcuno di speciale e—“ dice facendo spallucce. “C’è stata una volta in cui ho cercato di passare il natale con il mio ragazzo del tempo,” fa una pausa, solo per ridere prima di continuare la storia. “È ancora a casa adesso, racchiuso, e vive con i suoi quindi puoi immaginare com’è stato quell’appuntamento di natale al tempo. So che a volte mi viene nostalgia, ma non mi manca esattamente quel tipo di vita a casa, sai?” Inseong annuisce, in riferimento all’intera affermazione di Taeyang. C’è una ragione per cui Inseong ha vissuto da solo in una nazione straniera si da quando aveva diciotto anni, una ragione per cui non è voluto tornare a casa per almeno quattro anni adesso. “Quindi”, continua ancora Taeyang, in modo realmente poco caratteristico, è solitamente più sul lato tranquillo - ma c’è un sorriso felice ed emozionato sul suo volto e Inseong non ha intenzione di rovinarglielo facendolo rendere conto del suo straparlare. “Quindi quest’anno voglio spendere il Natale con i miei amici in un un modo felice e genuino, in un modo che credo faccia per me. Inoltre—“ Inizia a ridere e abbassa la testa timidamente, il che fa sorridere Inseong perché questo è un po’ di più il Taeyang che conosce lui, “—il mio amico potrebbe avermi promesso di affiancarmi a qualche bel ragazzo, questo è tutto.” Inseong non può evitare la risata che gli scappa, ma più tardi, quando sono le sei e mezza della sera, è lui quello a mandar via Taeyang con una pacca sulla spalla, accoppiata ad un occhiolino provocatorio.
Esattamente a mezzanotte, si ricorda del regalo di Taeyang - alla fine era una sciarpa bianca e grigia; si ricorda di averla vista una volta a Bloomingdaòe e sta che costa più di quanto non sembri. Si chiede brevemente perché Taeyang abbia dato di matto nel prendergliela, ma ferma velocemente il pensiero e si sofferma piuttosto ad apprezzarla. Ha appena preso il cellulare per mandare un messaggio di ringraziamento al suo coinquilino quando il suono del campanello squilla improvvisamente e lo riporta nel mondo reale. “Arrivo—“ Risponde, sbrigandosi ad aprire la porta anche se non ha idea di chi potrebbe essere. Cantori di natale, forse? Ma certamente, pensa, non a quest’ora? Specialmente considerando il tempo fuori - proprio come le previsioni meteo avevano detto, la nevicata di Natale sta scendendo. “Hyung.” Youngkyun è lì sull’uscio di casa, il suo respiro è visibile mentre esala nell’aria fredda. Ha un cappello intrecciato infilato sul capo, ma i suoi sono penetranti come ricorda Inseong, ed in quel preciso momento lo stanno fissando, supplichevoli ma incerti. “Hyung”, ripete, e questa volta Inseong può solo farsi da parte per lasciarlo entrare. A suo avviso, Youngkyun sembra timido e imbarazzato nel farsi avanti - questo è il ragazzo che Inseong ricorda di conoscere. Il ragazzo che ha vissuto sotto il suo stesso tetto per quasi due anni, non l’uomo la cui faccia è costantemente esposta perché tutti i New Yorkesi la vedano, proprio sull’incrocio di Times Square. “Buon Natale” augura, nella sua voce ancora più bassa di quando Inseong ricordi. Persino più roca, ma quello potrebbe essere un effetto del freddo. “Vuoi qualcosa da bere?” chiede Inseong; non sa perché - o come sta riuscendo ad essere disinvolto. È passato esattamente un anno dall’ultima volta che ha incontrato Youngkyun, ma non come se avesse smesso di pensare al minore per tutto questo tempo. “Caffè? Thè?” Youngkyun scuote il capo. “Volevo solo vederti, hyung, ed augurarti un buon Natale…” Strascica così il discorso, ed ora uno strano imbarazzo si sorregge nell’aria tra loro due. “Quindi, adesso saresti Liam?” chiede, e per qualche ragione entrambi ridono. “È stata una decisione dell’agenzia” ammette Youngkyun scrollando le spalle. “Hyung—“ I loro occhi si incontrano di nuovo, ma Inseong non dice niente; da solo un piccolo cenno del capo - un semplice gesto per lasciarlo continuare. La verità è che non sa come sentirsi ora che Youngkyun è tornato nel suo appartamento - sembra un tema ricorrente di tutto ciò che prova per il più piccolo; è sempre confuso e insicuro. “È solo brutto passare il Natale senza di te” ammette finalmente Youngkyun con un piccolo sospiro. Sembra timido ed incerto, ed Inseong immagina cosa dice di sé nei meandri della sua mente e lo trova adorabile. “Non direi che l’anno scorso abbiamo passato il Natale insieme” risponde comunque, imbarazzandosi nel ricordare di aver lasciato andare Youngkyun l’anno prima nel giorno di Natale. Era stata una giornata inusuale - non avevano esattamente litigato, non come facevano nei primi mesi di convivenza insieme. Ma l’aria era spessa di tensione, come se ci fossero cose che dovevano essere dette, ma nessuno apriva bocca. “Però adesso sono qui” ribatte Youngkyun, con un sorriso che aggraziava le sue labbra come un tentativo di pace. “Sei qui ora”, concorda Inseong. “E domani?” “Domani è domani.” mormora in risposta, ed Inseong è sicuro del fatto che finirà col salutare Youngkyun il giorno dopo, come l’anno precedente. Forse è la stagione, o forse è rivedere Youngkyun dopo così tanto, perché in quel momento scopre che non gli importa molto. Domani è domani.
“Qualcuno è stato qui” dichiara Taeyang quando torna a casa, il pomeriggio di Natale. “Hai avuto un ospite qui la scorsa notte, hyung?” “Hmm?” Inseong stringe le spalle in modo disinteressato, continuando a canticchiare un motivato festivo nonostante abbia un libro aperto tra le mani. Quest’atmosfera tranquilla e allegra porta Taeyang a lanciargli un’occhiata sospettosa. “Hyung?” “La scorsa notte è la scorsa notte” risponde. “Oggi è oggi - Felice Natale, Taeyang.” “Felice…?” Taeyang ride e scuote il capo. “Felice Natale, hyung.” gli augura di rimando con un sospiro. “Sono contento di sapere che tu ne abbia trascorso uno piacevole.”
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25liveswithyou · 5 years
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Era un altro giorno che passava di fronte ad un Inseong biondo, come un batter d’occhio. È sulla via di casa dall’università. Il sole stava splendendo così radiosamente da accecarlo. Il caldo rovente era percepibile nonostante l’aria ventosa. Quando raggiunge il piano dell’appartamento prende le chiavi, anche girandosele tra le mani prima di aprire la porta di casa. Era accolto dal solito odore di casa, niente che fosse vicino a fragole o cannella, ma ugualmente abbastanza confortante. La sua solita routine sta per iniziare. Rimuove le sue scarpe preferite e lascia le chiavi sul tavolo, giusto per non dimenticarsi di portarle con sì il giorno seguente prima di andare a lezione, cosa che succede ogni volta che le lascia sul comodino. Si trascinava in stanza, il luogo in cui passava la maggior parte del suo tempo quando non aveva dove andare. La stanza era praticamente uno studio, un ufficio, una libreria, una stanza per cenare - tutto in uno. Per una persona luminosa come lui, è abbastanza scioccante sapere di non essere tanto in vena di attività fuori di casa. Ma lui è così, una persona da casa. Entra ed accende l’aria condizionata. E resta steso e steso e steso sul letto. Il soffitto finisce col risplendere delle stelline appiccicate su di esso, non abbastanza visibili per via della luce naturale, ma almeno sono lì. Riesce a sentire la playlist del vicino di casa. “Ugo un’altra canzone anni ’80 a ripetizione.” Ma lo stesso, resta steso e steso e steso sul letto. La stanza era a strisce di un verde menta. Era stato sostituito dal colore del sole. “Ah giallo.” Ed in contrasto alle tonalità gialle delle quattro pareti, la sensazione che aveva era blu. E Inseong doveva ricordarsi che a volte è così e basta. Che non puoi essere felice tutto il tempo. Che puoi volare e rimpiangere di essere stato tutto così radioso e felice quando ti schianti a terra. E rimase a fissare e fissare e fissare. Su alle stelle artificiali, rifiutandosi di arrendersi al solletico del sonno, ma gli occhi lo tradirono e si chiusero. L’oscurità e il vuoto lo salutarono ancora una volta. Sollevò le sue mani e le allacciò alla vita dello studente universitario, con un petto caldo premuto contro il suo viso. Tum, tum, tum. Il cuore di Youngkyun poi scandisce una costante pace. Le dita lunghe armeggiavano con le ciocche del biondo e così- Fissava e fissava e fissava gli occhi da tigre del moro. Perfettamente marroni, ciglia lunghe, naso alto, labbra soffici, ciocche lunghe da far rivalità ad un dio. Le guance del maggiore si sentivano calde dal calore dei suoi palmi. E fissava e fissava e fissava ancora ed incontrò lo sguardo del più piccolo. Le labbra di Youngkyun raggiunsero le orecchie del suo ragazzo con voce silenziosa e calma. E parla e parla e parla, storie infinite in sussurri, sentite solo da loro due. Le macchine si intromettono, beep, beep, beep, urlano. Ma si avvicina e posa il capo sull’incavo del collo del maggiore, lasciando baci e tocchi leggeri come piume. “Sono entrati ancora nella tua testa, vero?” Il più piccolo lo conosce troppo bene, negarlo non è un’opzione per qualcuno che conosci da anni. E così sorride e sorride e sorride. Ma lacrime macchiarono le guance di Inseong, le dita presto le accarezzarono e le gocce salate venne pulite via. “Le asciuga tutte e mi bacia presto, se questa non è casa allora non so più come chiamarla. Per queste notti, sfumature di giallo, luci di città, paure smorzate e tenersi per mano mi terranno sempre lontano, verranno sempre chiamati come niente se non conforto.”
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25liveswithyou · 5 years
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Sarebbe l’eufemismo del secolo dire che la sua vita cambiò drasticamente quando un bambino di due anni con gli occhi brillanti e i capelli di un castano scuro venne lasciato ai piedi della sua porta di casa da una donna che a malapena ricordava. Le prime due settimane furono problematiche; piene di battaglie legali e di tutti i tentativi di far tornare tutto com’era prima. Ma non c’era nessun cambiamento nei piani dell’assistente sociale, e così Kim Inseong - crescente investitore nel marketing e traduttore internazionale - divenne Kim Inseong: papà single. Inutile dirlo, non passò nulla prima che Hwiyoung (non Youngkyun, come sua madre voleva che venisse chiamato) divenne la sola stella della sua vita, ed Inseong era intenzionato a fare qualunque cosa per lui. Tre anni dopo, ed Inseong è già diventato un padre incredibile. Il suo orgoglio e gioia iniziò ad andare a scuola ed era vicino a finire il suo primo anno con perfetta frequenza e nientemeno che le migliori lodi da suo insegnante (estremamente carino). Motivo per cui ricevere una chiamata dalla scuola alle undici e ventitré di un venerdì che diceva di tornare a prendere suo figlio era la causa di estremo panico per Inseong. Naturalmente, il suo manager comprese la situazione e lo lasciò andare a prenderlo. Inseong si preoccupò per l’intera guida fino alla scuola di Hwiyoung, trattenendosi giusto dal superare ogni limite di velocità per arrivare più velocemente. Quando finalmente entrò, vide tutti i compagni di classe di suo figlio in cortile, era ovviamente ora della merenda - ma il suo raggio di sole non si vedeva da nessuna parte. A malapena stette a sentire il benvenuto della segretaria che subito chiede dove fosse Hwiyoung. Fortunatamente, non dovette aspettare molto prima di essere riunito al ragazzo.
“Papa!”
Inseong si voltò istantaneamente verso il suono della voce di suo figlio e quasi pianse dal sollievo quando vide che Hwiyoung non sembrava ferito in alcun modo. Il bambino corse verso di lui e si lanciò tra le braccia di suo padre, venendo subito circondato in un abbraccio protettivo.
“Ci dispiace tanto avervi dovuto chiamare, Signor Kim.” “No no, non si scusi minimamente. Cos’è successo?” “Si è lamentato di mal di pancia da stamattina, e poi proprio prima che la classe uscisse fuori ha perso i sensi. La nostra infermiera lo ha controllato e non sembra niente di serio, ma abbiamo pensato fosse meglio lasciarlo andare a casa a riposare.” “Grazie mille, mi assicurerò che si riposi tutto il necessario.” “Senza dubbio. Ora Hwiyoung, devi essere un bravo paziente per il tuo papà, va bene?” “Certo! Grazie maestro Kim.” Dalla voce Hwiyoung non sembrava malato, ma Inseong sapeva ben di meglio che giudicare basandosi solo su questo. Con un altro giro di ringraziamenti all’insegnante di suo figlio, raccolsero i loro averi e Inseong lo portò fuori verso l’auto. Hwiyoung salutò entusiasta gli altri bambini nel campo; un ragazzo in particolare sembrò dispiaciuto di vederlo andar via. Inseong allacciò la cintura di suo figlio sul sedile di dietro e guidò nella direzione di casa. Continuò a controllare dallo specchietto retrovisore che fosse tutto okay, probabilmente più spesso di quanto avesse dovuto fare, ma era un genitore preoccupato quindi non lo si potrebbe biasimare. Hwiyoung si ammalava raramente, era di costituzione forte e portava anche le ferite o i lividi più piccoli con un sorrisetto da soldato. Era una dell’infinità di cose che Inseong amava del suo piccolo, ma naturalmente, lo preoccupava anche. Arrivarono a casa in poco tempo e Inseong ancora una volta portò Hwiyoung fuori dall’auto fin nel loro piccolo appartamento. Quando entrarono si sedettero entrambi sul divano, cullando teneramente suo figlio al proprio petto.
“Come ti senti stellina?” “Sto bene, papà, grazie per essere venuto a prendermi.” “Ovviamente, peste. Perché non mi hai detto che la tua pancia non stava bene stamattina?”
Suo figlio si zittì, Inseong aspettò alcuni minuti la risposta tenendolo a sé, ma quando nessuna risposta sembrava arrivare lo chiese di nuovo con un tono più gentile. L’ultima cosa che voleva era far sentire in colpa Hwiyoung per non essere stato bene.
“Papà, devo dirti una cosa.” “Di che si tratta, Hwi?” “Non mi stavo davvero sentendo male oggi. Ho solo fatto finta così il maestro Kim ti avrebbe chiamato e saresti venuto a prendermi.” “Hai solo fatto finta?” “Sì. Ho detto al maestro Kim che non mi sentivo bene così mi avrebbe creduto e ti avrebbe chiamato.” “Hwiyoung - Ero davvero preoccupato, lo sai?” “Mi dispiace papà.”
La voce di Hwiyoung era rotta e un solo sguardo mostrò che stava piangendo. Inseong sapeva che suo figlio era molto solare ed amava la scuola, quindi non capiva perché avesse voluto far finta di stare poco bene e andare via. Voleva sgridarlo, ma aveva un debole per il suo bambino e gli si ruppe il cuore a vederlo piangere. Così lo cullò nel suo grembo e si assicurò che stesse bene. Una volta che suo figlio smise di piangere, aveva una domanda da fargli.
“Hwi, piccolo, se non sei felice a scuola avresti dovuto dirmelo anziché far finta di stare male per andar via.” “Sono felice a scuola! Adoro il maestro Kim e i miei amici!” “Allora perché sei voluto uscire da scuola oggi?” “Non volevo uscire da scuola! È solo che - mi mancavi. E se fossi stato male saresti venuto a prendermi.”
Inseong non aveva idea di che nome dare all’emozione che lo aveva sopraffatto a quelle parole. Quello più vicino di tutte era “senso di colpa”. Dopo il primo mese di scuola, Inseong aveva iscritto suo figlio all’asilo così da poter lavorare più a lungo. Era possibile portarlo alle otto di mattina e gli avrebbero dato la colazione, portato a scuola e riprenderlo quando finivano le lezioni, e poi intrattenerlo fino alle cinque di sera quando Inseong sarebbe venuto a prenderlo. Non era qualcosa che voleva fare, ma era l’opzione migliore che lo lasciasse lavorare abbastanza nella sua compagnia. In questo momento, però, Inseong si sentì come se avesse voluto mandare a monte ogni cosa pur di rendere suo figlio più felice.
“Mi giuri di star bene, vero? La tua pancia davvero non fa male?” “Lo giuro, papà! La mia pancia sta benissimo ma ho fame.”
Lo disse nella sua solita voce da “papà stai facendo lo stupido” che usava ogni volta che Inseong faceva volontariamente il finto tonto, e adesso lo fece ridere. Hwiyoung sogghignò luminoso alla risata di suo padre, felice che non fosse più arrabbiato con lui per aver detto una bugia. Inseong diede a suo figlio un bacio sulla fronte prima di alzarsi dal divano e lanciare il piccolo in aria. La risata cristallina di Hwiyoung rintoccò nel piccolo appartamento mentre suo padre lo faceva navigare in giro, parlando in una lingua con cui il piccolo non era ancora minimamente familiare. Quando suo padre finalmente stette a sentire le sue preghiere di essere lasciato andare, si accovacciò giù in modo da essere alla stessa altezza dei suoi occhi e guardarlo con sguardo serio.
“Okay piccolo, facciamo un patto, intesi?” “Mh!!” “Mi prometti che mi dirai quando ti sentirai di nuovo così, ed io prometto che parlerò con il mio capo per lavorare un po’ di meno. Affare fatto?” “AFFARE FATTO!”
Inseong si scompose in un ghigno all’entusiasmo genuino di suo figlio e sigillarono il patto con i mignoli. Finito l’accordo, era ora di pranzo. Prima di diventare un padre Inseong ammetteva di non essere il miglior cuoco, ordinando prettamente cibo d’asporto e cucinando piatti semplici. Ma con un bocca giovane e costantemente affamata, si insegnò da solo come cucinare molti piatti saporiti e salutari per entrambi. Decisero però che quella era una giornata per dei sandwich, così suo figlio lo aiutò a prepararli in due pranzi a sacco e raggiunsero il parco lì vicino per mangiare. Hwiyoung si lamentava che il tempo era troppo piacevole per rimanere chiusi in casa ed Inseong concordò accoratamente. Camminarono nel parco mano nella mano con il loro set da picnic assicurato nello zainetto di Hwiyoung che Inseong gli fece portare. Mentre camminavano e si godevano i raggi del sole la loro conversazione saltava da cosa stesse imparando suo figlio a scuola a se credesse o no che un troll vivesse sotto il ponte nel parco (le risposte erano “scrivere un diario” e “beh ovviamente”). Dopo aver finito tutto il cibo e aver giocato all’odioso gioco di occhio-spia (che Hwiyoung vinse, perchè apparentemente “geco” si scrive con la “j”) Inseong porse una domanda che suo figlio sperava di sentire da tutto il giorno.
“Ehi Hwi, ti va del gelato?”
Era chiaro da quello squillo di gioia in segno di affermazione che Inseong sapeva avrebbe fatto davvero qualsiasi cosa per il suo orgoglio e gioia. Fu solo quando stavano passeggiando verso casa con i coni nelle mani (vaniglia per il papà, cioccolata e zuccherini per il figlio) che Inseong imparò qualcosa che lo lasciò totalmente sgomento.
“È buono il tuo gelato piccolo?” “Sì! Grazie papà, ecco perché sei una delle mie persone preferite al mondo.” “Aspetta, cosa intendi con una delle tue preferite? Sono tuo padre, dovrei essere il preferito in assoluto!” “Ma il mio preferito è un altro.” “Chi è? Combatterò con lui per quel titolo.” “È il maestro Kim, e ti straccerebbe in una lotta.” “No, non lo farebbe! Sono sicuro di essere più forte del tuo professore. Guarda i miei muscoli.” “Ma il maestro Kim è più alto di te. Inoltre, tutti i miei amici lo proteggerebbero da te.” “Ma tu saresti dalla mia parte, non è vero Hwi?” “Hmmmmm - No!”
Hwiyoung ridacchiò mentre suo padre borbottò al tradimento ed iniziò a seguire suo figlio su per le scale proclamando che avrebbe vinto indietro il suo amore in qualche modo. Spesero il resto del pomeriggio pulendo casa e giocando insieme. Dopo una cena leggera, si sistemarono sul divano per guardare un film insieme, ma Hwiyoung era addormentano in meno della metà del tempo. Inseong riuscì a far vestire e lavare suo figlio per andare a dormire con minimo bisogno di svegliarlo. Nonostante il piccolo avesse una sua camera per dormire, Inseong sentì il bisogno di avere Hwiyoung vicino quella notte. Così gli rimboccò le coperte nel proprio letto e si unì a lui sotto le lenzuola dopo essersi messo lui stesso in pigiama. Nel vedere il respiro gentile di suo figlio, Inseong sentì un’ondata di amore e affetto nel suo petto che quasi faceva male. Sorridendo nel dare il bacio della buonanotte a suo figlio, promise a se stesso di assicurarsi di non dare mai più per scontati i sentimenti di Hwiyoung come era successo.
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Youngkyun contempla il suo compagno di camera stravaccato sul divano, con la bocca aperta. Lo trova accattivante, quasi. Se non fosse per il fatto che c’è della bava che scivola dall’angolo delle labbra di Inseong. Raggiunge il telefono nella sua tasca—pessima mossa. Inseong apre gli occhi. “Non pensarci nemmeno.” Si siede composto, con le spalle dritte. Persino con gli occhi a stento aperti e i capelli disordinati, Inseong sembra etereo. Youngkyun si dimentica di respirare. “Una sola foto,” Youngkyun contesta, allentandosi la cravatta. “Non farà del male a nessuno.” Inseong inarca un perfetto sopracciglio. “Potrei ucciderti se volessi.” Youngkyun sbuffa. “Sì? Potrebbe farlo qualunque essere vivente. O un cane. O anche una papera scrupolosa. Non sei speciale.” Inseong sbatte le palpebre. “C’è stato un tempo in cui gli umani avevano paura di noi.” Scuote la testa, deluso dalla piega che avevano preso le cose. Con la cravatta appesa lenta attorno al suo collo e i bottoni superiori della camicia sbottonati, Youngkyun si accomoda accanto al vampiro stravaccato. “Sì, bene. Poi siete diventati sbrilluccicosi e insomma... tutta la parte spaventosa è andata a cagare dopo quello.” Afferra il telecomando, incrociando una gamba sull’altra prima di accendere la tv. Inseong cade all’indietro contro il divano, ignorando il suono delle notizie del giorno mandate in onda. A Inseong piace questo aspetto del vivere con Youngkyun più di tutti: i silenzi tranquilli. Finchè il moro non parla di nuovo. “Sei più stanco del solito,” commenta dolcemente, posando la guancia sul palmo, rivolto verso l’altro ragazzo. Inseong non si scomoda ad aprire gli occhi. “Il tizio della banca del sangue sta avendo dei problemi.” “Problemi?” Inseong conferma con un verso di affermazione. “Da quanto?” Inseong scuote le spalle. “Due settimane? Sù per giù.” Il gomito di Youngkyun gli cade sulla gamba. “Cosa?” Inseong ride alla sua reazione. “Me la sto cavando. Non far preoccupare il tuo piccolo corpo colmo di sangue a riguardo.” I suoi occhi sono chiusi, ma riesce a sentire l’odore del rossore che si insinua nelle guance di Youngkyun. / 
Inseong ruggisce. La palpebra cade verso lo schermo del telefono e strepita di nuovo. Jaeyoon gliel’aveva promesso, gli aveva promesso che il problema della banca del sangue con Rowoon sarebbe stato sistemato. Massimo due settimane, ricorda avesse detto. “Sono passate più di due settimane, brutta zanna pompata...” La motivazione nel fare del male all’altro vampiro se ne va con la stessa velocità con la quale è venuta perché francamente, senza il sangue in circolo in corpo, Inseong trova uccidere Jaeyoon in sogno molto più facile che fargli del male nella vita vera. Perché nella realtà, il compagno di Jaeyoon l’avrebbe già ucciso.     I pavimenti scricchiolano. L’appartamento non è vecchio, ma i pavimenti scricchiolano ad ogni movimento. Youngkyun ascolta dalla sua camera. C’è un altro scricchiolio, ma questa volta con un suono intrecciato sotto di esso: un lamento. Distintamente Inseong. Youngkyun si mette seduto sul letto. Inseong, per tutto il tempo in cui l’ha conosciuto, non era mai stato senza il ragazzo che gli forniva il frigo di sacche di sangue—certamente non per così tanto tempo. “Lasciami solo e fammi dormire,” Inseong gli aveva detto prima in quello stesso giorno. E per Youngkyun, è abbastanza facile con il lavoro e Inseong che non mette piede fuori dalla sua camera. Ma quella notte era la prima notte che Inseong era così irrequieto. Letargico. È così che Inseong avrebbe dovuto sentirsi. Letargico. E nonostante tutto quella notte, si stava muovendo abbastanza, incessante, rigirandosi nel suo letto. C’è un altro rumore, questo suona come un piagnucolio, sorprendentemente acuto, specialmente per Inseong. Suona miserabile e disperato. Youngkyun pensa e ripensa, ma si fa coraggio per controllare l’essere sovrannaturale che chiama coinquilino. Il moro stacca la spina al telefono, rimboccandolo al sicuro nella propria mano prima di scivolare giù dal letto e camminare verso la sua porta. Schiudendo la porta—solo un po’, sporge la testa fuori, dando un’occhiata alla porta vicino alla propria con occhi socchiusi. Tutto è silenzioso ora. Torna indietro, ma poi c’è un altro piagnucolio, questo seguito da un ansito. Youngkyun resta in piedi proprio fuori dalla porta chiusa, saltellando da un piede all’altro. “Vai via,” sente dall’altro lato della porta. Questa voce è grave e dura, non come il tono levigato e usuale di Inseong. “Ma--” “Adesso. Vai in camera tua e resta lì.” Youngkyun si morde il labbro inferiore. Da un lato, dovrebbe probabilmente ascoltare, ma dall’altro, no. Quindi con vigore rinnovato, spinge la porta ad aprirsi. “Non penso di aver detto di entrare,” una voce strascica da dentro e ovunque. Youngkyun si congela sulla soglia della porta. Inseong ridacchia e Youngkyun finalmente lo vede, seduto sul pavimento al lato del letto, una gamba flessa sotto di sé, mentre l’altra è distesa. “Cosa?” I suoi occhi sono chiusi e sembra come se stesse faticando. Youngkyun osserva il modo in cui il suo pomo d’Adamo percorre la sua rotta dall’alto verso il basso e arrossisce. Gli occhi di Inseong si spalancano immediatamente e ringhia, “Per l’amor di Dio non arrossire. Riesco a sentire l’odore del tuo sangue.” Youngkyun si schiarisce la gola, arretrando solo di un passo. “Posso farti avere qualcosa?” “Sangue.” Youngkyun annaspa alle sue prossime parole. “Potresti ... Magari... Potresti bere da me?” Inseong sogghigna. “Non penso che tu capisca cosa stai offrendo.” Quando Youngkyun apre la bocca per protestare, Inseong lo scaccia. “Non ha conseguenze. Bere da qualcun’altro è molto intimo. Quindi no.” “Stai dicendo che avresti un’erezione?” Youngkyun provoca, alzandosi sulle punte con il più ampio dei sorrisi. Inseong scruta, con le sopracciglia cucite insieme. “Sto dicendo che non sei attraente abbastanza.” Youngkyun alza le spalle. “Ci vediamo al tuo funerale,” richiama, mentre esce. “Io sono un non-morto!” / Inseong ci mette altri due giorni. E le provocazioni di Youngkyun. “Sto solo dicendo,” Youngkyun abbozza una risata, mentre mangia felice nei pantaloni della sua tuta e una vecchia e troppo stretta maglietta. Di solito Inseong va via. O si addormenta. Ma oggi, in una splendente mattinata di Sabato con Youngkyun incoraggiante che mangia i waffles, Inseong morde l’esca. “Che verresti a salvarmi?” Youngkyun si strozza. “Cosa?” Inseong si sporge sul tavolo, un ghigno soggiogante sulla faccia, i suoi occhi pigramente socchiusi. “Sei carino, Youngkyun.” Youngkyun ci mette solo cinque secondi a ingoiare i waffles e le parole che Inseong gli presenta prima di riuscire a concentrare l’arguzia. “Hai bisogno di succhiare?” Le labbra di Inseong si capovolgono all’ingiù in un cipiglio e si ritrae. “Me lo rimangio.” Youngkyun ride. Suona come una melodia per Inseong. Non che lo ammetterebbe. “Sto scherzando.” Si alza, asciugandosi le labbra sul retro della manica. “Quindi?” Inseong alza un sopracciglio, arcato e perfetto. Come il resto di lui. Non che Youngkyun lo ammetterebbe mai. Seguendo l’esempio, Inseong si alza, incombendo sull’altro. Lo incoraggia verso il divano prima di sedersi su di esso. Inseong picchietta lo spazio accanto a lui, senza guardare Youngkyun negli occhi. Youngkyun fa un rumore di dissenso, con voce impaziente. “Penso che mi sacrificherò.” E si sistema con facilità sule gambe di Inseong, tirando il braccio del ragazzo più alto attorno alla propria vita. Con un ghigno luminoso, Youngkyun reclina la testa, scoprendo il collo. “Okay, fai pure!” La presa di Inseong sulla sua vita è forte. “Cosa stai facendo?” chiede lui con voce pericolosa. Tutto ciò che gli esseri sovrannaturali dovrebbero trasmettere. “Mi sacrifico,” il moro risponde felicemente. “Sulle mie gambe?” “Se a te verrà un’erezione, ho il permesso di sacrificarmi.” “Youngkyun,” ringhia Inseong. È la prima volta che Youngkyun  sente un suono del genere dalle sue labbra dolci. Il moro piagnucola il suo nome in risposta. Si rimpicciolisce ancor più, un’abitudine che Inseong aveva constatato facesse attorno agli altri. Youngkyun si rimpicciolisce e si fa più piccolo per la sicurezza degli altri e in questo caso, scaglia una nuova emozione in Inseong. Inseong sogghigna, seduto dritto in modo da essere naso a naso con Youngkyun. “Lo credevo fosse troppo strano ti fossi offerto così facilmente…” “C-Cosa?” Gli occhi di Youngkyun si spalancano larghi nel tentativo di fingere innocenza. Inseong percorre con il naso il lato della mascella dell’altro, più giù per premere le labbra nella giuntura tra la sua mascella e il collo. “Ci hai già pensato prima, hmm?” La presa attorno alla vita di Youngkyun si allenta. “Io che bevo da te?” Un brivido involontario corre lungo la spina dorsale di Youngkyun nell’essere scoperto. Le dita di Youngkyun frizionano la camicia di Inseong, raggrinzendo il tessuto di cotone della maglia. Inseong si ritrae appena, lascia all’umano dello spazio. Youngkyun incontra il suo sguardo con esitazione. Il sopracciglio di Inseong si solleva nuovamente, in una muta domanda. Youngkyun cede lì sulle sue gambe. “Sì.” “È adorabile.” Inseong continua a far scorrere il naso lungo la gola di Youngkyun, prendendo nota di ogni intoppo nel suo respiro. “Il tuo sangue ha un profumo così dolce.” “Sono un ragazzo dolce,” Youngkyun dice strozzatamente. “Vedremo,” Inseong rimugina. Le sue labbra si attaccano ad un punto del collo di Youngkyun e si prende il suo tempo per imprimere dei delicati baci e dei gentili morsi sulla sua pelle. Youngkyun può persino sentire i suoi canini e non li ha nemmeno mai visti (eccetto quando ha fatto provare a Inseong di essere un vampiro). “Sei ancora d’accordo?” “Cosa?” Inseong ridacchia, trattenuto e divertito. “Sei ancora d’accordo sul volere che io--” “Bevi la vita fuori dalle mie vene? Sì. Ti prego.” Aggiunge come pensiero in ritardo. Inseong sospira e mormora qualcosa sotto voce. Youngkyun si prepara al dolore. È una cosa da niente però. Semplicemente una cosa da niente perché il tocco di Inseong è così gentile. E la presa sulla sua vita diventa più dura, forte mentre Inseong inala la prima cascata di sangue. Youngkyun geme, prima al dolore e poi alla fretta disperata di avere di più. Inseong fa del suo meglio per ignorare il suono perché francamente il sapore del sangue di Youngkyun sulla sua lingua è il suo nuovo sapore preferito. Il gusto del sangue di Youngkyun è tanto dolce quanto il suo profumo e Inseong si aggrappa ad ogni briciolo di contegno che ha per non prosciugare il moro. Youngkyun arriccia le dita con sicurezza nella maglietta di Inseong, la sensazione cruda delle labbra dell’altro contro il suo collo, ripristinando istinti primordiali e lussuria. E poi Youngkyun lo sente, il leggero rigonfiamento si Inseong che cresce sotto di lui. Non dovrebbe farlo, davvero non dovrebbe, ma si muove comunque contro il vampiro sotto di sè. I denti di Inseong scattano un po’ più forte al contatto e Youngkyun ispira tra i denti. Non ferma i movimenti nonostante tutto. Il vampiro ritrae i canini e lecca la ferita sul collo di Youngkyun, richiudendo i punti con un bacio. Si lascia andare all’indietro contro il divano, con la presa ferma guidano il ragazzo sopra di sè. Youngkyun è silenzioso senza controbattere mentre Inseong guarda attraverso gli occhi schiusi. “James…” Youngkyun geme umilmente. Inseong si asciuga il sangue dalle labbra con la parte anteriore della camicia e poi le sue labbra sono su quelle di Youngkyun. Se Youngkyun fosse sorpreso da quella nuova azione, di certo non lo mostra e apre la bocca con facilità in modo che Inseong possa far infilare la sua lingua oltre e sui suoi denti. “James…” Le mani di Youngkyun viaggiano dalla parte frontale della camicia di Inseong attorno al suo collo. “Per favore... Potresti?” Inseong gli da il permesso mentre fa scivolare una mano nei pantaloni della tuta di Youngkyun, impugnandolo. Youngkyun ingoia l’imprecazione che minaccia di sputare e si frantuma contro il collo di Inseong. Sputando sulla propria mano, Inseong provoca ogni suo bisogno fino a quando Youngkyun non lacrima nel suo collo e viene in spessi rivoli contro la camicia di Inseong. Youngkyun trema mentre di tira indietro, spiacente. “Oh, Inseong. Mi dis--” Inseong ride. “Ti avevo detto che era intimo.” Youngkyun avvampa, piagnucolando sulle sue gambe. “Sei duro anche tu!” Inseong preme l’indice sul naso di Youngkyun, aiutandolo a risollevare i pantaloni. “Sì, ma al contrario tuo, io sono secolare e conosco una cosa chiamata pazienza.” Youngkyun alza gli occhi al cielo. “Potrei bere da te anche io…” “Perchè sei così volgare?” “Perchè sei così duro?” Inseong esala sul punto di ribattere una replica, la sua presa sulla vita del moro si allenta. Youngkyun usa l’opportunità per cadere alle sue ginocchia. La bocca di Youngkyun, Inseong decide, è messa in uso molto meglio se è intorno a un’erezione. Quando le sue labbra sono gonfie e arrossate dal succhiarlo. Inseong guida Youngkyun finchè non scivola del tutto dentro, colpendo il retro della sua gola. Ogni forma di pazienza è andata e Inseong viene esalando il nome di Youngkyun. È affascinante. Youngkyun lo tira fuori con uno schiocco soddisfatto. Saliva e rivoli di Inseong pendono dai lati della sua bocca e lui ghigna ampiamente, con la testa inclinata sul lato. “Ecco qui,” Youngkyun dice, ripulendolo con la sua stessa maglietta, nonostante la smorfia sulla faccia di Inseong. “Ora siamo pari.” “Pari,” Inseong dice in modo piatto. Youngkyun ghigna nuovamente, rimboccandolo nei suoi boxer. “Ho succhiato la vita fuori da te anche io.”
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“Amore, solo un altro morso. Guarderemo il tuo film preferito più tardi.” Inseong apre la bocca quanto basta per far entrare il cucchiaio e masticare il cibo già sminuzzato.
Youngkyun è stanco. Non si aspettava nulla del genere. Inseong non si meritava nulla del genere. Non può arrendersi adesso, perché se lo fa, Inseong è perso per sempre. Deludere Inseong è qualcosa per cui non si perdonerebbe mai.
Youngkyun ricorda la loro vita di alcuni anni fa. Alcuni mesi fa anche. Pieni di energia, follemente innamorati. In salute. Accanto alla loro televisione, una foto incorniciata che Youngbin scattò al loro matrimonio è l'unico ricordo di quei tempi. Entrambi nei loro completi su misura, Inseong sta in piedi, che stringe un bicchiere di vino e un sorriso più luminoso del sole. Youngkyun, al suo fianco, nella sua camicia color crema e il suo papillon blu notte sembra contento, mentre parla con qualcuno fuori dall'inquadratura.
Riporta l'attenzione su Inseong, che sta bevendo l'acqua da solo. Questo è un bene. Sta migliorando sempre di più. Anche se viene da una tazza di plastica con una cannuccia, andrà bene. Gli ha promesso di guardare il film ma è abbastanza sicuro che si addormenterà nei primi dieci minuti. Tutto è estenuante in questi giorni.
Avvolge meglio Inseong nelle coperte e porta il vassoio col pasto per lo più intatto al bancone della cucina. Inseong occupava molto spazio sul divano, allargando felicemente le gambe e incitando Youngkyun a sedersi su di lui o sul pavimento. Adesso è raggomitolato su se stesso e occupa appena metà dello spazio.
Accende il lettore DVD, il film già inserito. Inseong era solito guardarlo con sua madre e adesso lo aiuta a dormire. A Youngkyun mancano le volte in cui era lui ad aiutare Inseong a dormire, nel piccolo letto del dormitorio, in quello matrimoniale e spazioso, nei sedili posteriori della loro auto. Inseong passa molte notti sul divano e Youngkyun esita nel muoverlo, prender sonno non è più facile.
“Ehi” la mano scarna di Inseong cerca la sua e Youngkyun la prende in entrambi i palmi, posando morbidi baci sulle nocche e tenendola sulla gamba.
“Sì tesoro.” ferma il film e si volta col corpo per rivolgersi a suo marito.
“Adottiamo un gatto?” sembra un bambino che chiede una caramella.
“No amore, non possiamo adottare un gatto.”
“Perché?” Youngkyun odia doverlo spiegare. Lo odia perché se potessero, avrebbero adottato dieci gatti. Inseong ama così tanto i gatti.
“Per l'igiene amore. Ricordi cosa ti disse il dottore?” Inseong annuisce debolemente e lascia cadere la testa sul bracciolo del divano.
Il dottore li informò degli effetti collaterali dei farmaci. Perdita della memoria, confusione, mancanza di capacità critiche ed equilibrio. Rafforza la presa sulla mano di Inseong, attento a non fargli male. Non possono permettersi di perdere questa battaglia. A Youngkyun nemmeno piacciono i gatti, ma promette a Inseong che ne adotteranno uno appena starà meglio.
Svegliarsi è una tortura. L'orologio digitale suona a pochi centimetri dal suo orecchio e lo colpisce per spegnerlo. Non ricorda di essere andato a dormire la scorsa notte, ma non riesce a ricordare anche molte delle altre cose, così non ci si sofferma troppo. La sua memoria è un casino, forse più grande di quello di Inseong.
Fa una doccia veloce, l'anatra di gomma che Inseong adora sembra triste, ferma immobile sul bordo della vasca per così tanto tempo. Gli mancano i bagni con la schiuma con Inseong, i venerdì sera dopo che entrambi finivano di lavorare. Si sciacqua e ritorna in camera per prendere dei vestiti per la giornata. Gli stessi vestiti monotoni con una cravatta diversa, marrone questa volta, perché è la prima ad aver catturato il suo sguardo.
Il tempo extra è usato per preparare una colazione semplice, lasciandone un po' per Inseong sul tavolo accanto al divano, con un post it con una lista di medicine che doveva prendere. È sul punto di prendere il cappotto quando si ferma, torna indietro e scrive un frettoloso “Ti amo” alla fine del biglietto. Inseong si merita almeno questo.
Lavorare è noioso, stancante e qualsiasi altra cosa. Ma ne ha bisogno. Perché Inseong ha bisogno dei suoi farmaci, per stare meglio. Quando starà meglio, Youngkyun potrà licenziarsi e viaggeranno in giro per l'Asia facendo l'autostop. Sorride tra sé e sé, un'altra foto di loro che decora la sua scrivania. Questa è della laurea di Inseong, anni fa. Il suo capo gli passa accanto e torna a lavorare.
Tornando a casa, Youngkyun passa per quel piccolo negozio con rifornimenti d'arte. È situato tra una panetteria e una palazzina di appartamenti, i colori che sbocciano dalla vetrina del negozio. Le parole del dottore gli tornano alla mente, “Un po' di svago può aiutare la memoria di suo marito, signor Kim”. Improvvisamente si sente terribile per aver lasciato Inseong guardare degli show televisivi per ore da solo.
Il negozio è più spazioso all'interno, una donna gli si avvicina per accoglierlo gioiosamente. Lui controlla velocemente il budget che può spendere. Guardandosi attorno, si ricorda tutti i suoi tentativi falliti di dipingere. Inseong li amava così tanto che appese una delle tele alla parete del soggiorno, dove si trova ancora. Ma gli acquerelli sono un disastro, così decide per i pastelli colorati e una confezione di fogli.
Quando apre la porta e si toglie le scarpe, nota che qualcosa manca e va nel panico. Inseong raramente lascia il divano. Lascia cadere la borsa sulle scarpe, si precipita a controllare il resto della casa e trova Inseong quasi subito.
Piegato su se stesso, seduto sulla tazza del water e completamente vestito Inseong prende forti respiri profondi. Youngkyun cammina e si inginocchia di fronte a lui, provando ad attirare la sua attenzione. Restano in quella posizione per un po', fin quando il respiro di Inseong si regolarizza. Youngkyun gli tocca dolcemente il ginocchio per aiutarlo a calmarsi.
“Cos'è successo hyung? Stai male?” Youngkyun ricorda a se stesso di controllare se Inseong ha preso correttamente le sue medicine.
“No, io... è che. Sono venuto a lavarmi i denti, ma...” Inseong prende di nuovo un profondo respiro, parlare gli ruba molta energia.
“Ti sei stancato.” Inseong scuote la testa.
“Va tutto bene, ti aiuto e dopo andiamo a riposare.”
Youngkyun aiuta Inseong ad alzarsi e lavarsi i denti. Avvolge la mano libera intorno al bacino di Inseong, così sottile da aver paura di romperlo. È l'ora di cambiare le lenzuola del divano, così regge Inseong tra le braccia, aiutandolo a stare fermo come se nulla fosse e facendolo sedere sul letto, promettendogli di ritornare subito.
Lancia nella lavatrice le lenzuola e le coperte che Inseong usa sul divano e ne afferra di pulite. Dopo, prende la busta di plastica con le matite e i fogli e torna in camera. È uno dei momenti rari in cui non vede Inseong come malato e stanco e scheletrico di giorno in giorno.
Questa volta, Inseong è bellissimo, con la luce pomeridiana su di lui, steso sul letto mentre guarda i libri di Youngkyun sul comodino. Bello come la prima volta che si incontrarono alla festa di Sanghyuk e come lo era al loro primo Natale insieme e quando dipinsero la loro nuova casa, con la pittura sparsa sui loro vestiti e i sorrisi pieni.
Youngkyun si spoglia, restando in mutande e cercando dei vestiti da indossare nell'armadio. È quell'irritante momento dell'anno, non abbastanza caldo per le magliette e né abbastanza freddo per le felpe. Youngkyun prende una maglia a maniche lunghe, una volta di Inseong, e dei pantaloncini. Quando guarda nuovamente il letto, Inseong lo sta guardando con un'espressione dolorante.
Vuole chiedere. Vuole salire sul letto e baciarlo. Vuole quei baci intensi come quando erano studenti ed essere sdolcinati come ogni notte del loro anniversario. Non sapeva che gli sarebbero mancati così tanto e che avrebbe fatto tesoro di quei momenti. Gli mancava il suo Inseong. Il suo spiritoso, bellissimo e orgoglioso marito, ora perso nella sua malattia.
Sistemandosi accanto a Inseong, Youngkyun guarda i suoi occhi illuminarsi di vita alla vista delle matite colorate. Inseong ha sempre amato scarabocchiare e abbozzare. È un architetto dopotutto.
“Possiamo mettere della musica?” gli manca anche essere chiamato Youngkyunie, o tesoro. Inseong probabilmente non nota il cambiamento nel suo modo di parlare.
Youngkyun apre il suo laptop e trova una delle playlist di Inseong. Erano soliti ascoltarle molto. Playlist per lavorare, rilassarsi, fare l'amore. Inseong amava scoprire nuove canzoni e aggiungerle alle sue raccolte.
Siedono in silenzio, uno accanto all'altro scarabocchiando. Youngkyun non presta molta attenzione a ciò che fa, ma l'idea di base è la creazione di una foresta. Sghignazza mentre disegna un sole giallo all'angolo del foglio e lo fa sorridere. Prende il blu e disegna il cielo. Qui, tra i tre può immaginare lui e Inseong camminare, cercando il posto perfetto per un picnic.
Guarda sul foglio di Inseong. Sta lavorando solo con una matita nera. Sta premurosamente abbozzando ogni piccolo dettaglio, delle zampe, una coda, un naso. È un gatto. Dopo prende il marrone e l'oro e un po' di arancione per disegnare il suo pelo e sembra così reale che Youngkyun si aspetta che cominci a fare le fusa.
Inseong sta canticchiando la canzone in esecuzione e ancora una volta la speranza si nidifica nel petto di Youngkyun. Suo marito vincerà. La vita sarà molto, molto meglio. Già prova affetto per il gatto sul foglio. Qualunque cosa pur di far felice Inseong.
“Questo è James.” Inseong dichiara fieramente, passando il suo foglio a Youngkyun.
“È il nostro gatto?” lo appenderà sul frigo.
“È il gatto che prenderemo. Quando starò meglio.”
“Giusto amore.”
Youngkyun bacia la fronte di Inseong e lo lascia dormire.
L'appuntamento col dottore lo terrorizza. Sta accanto a Inseong, seduto sulla sua poltrona e aspettano il loro turno per conoscere i risultati mensili degli esami. Youngkyun accarezza i capelli di Inseong, più per calmare se stesso. Spera per il meglio ma Inseong è diventato solo più debole. I farmaci non sono abbastanza forti e la forza di volontà da sola è nulla.
Sono chiamati nell'ufficio del dottore e dall'espressione stampata sul suo viso sa che c'è qualcosa che non va. Inizia come tutte le altre volte, con semplici domande. “Come si sente signor Kim?”, “Sta prendendo i suoi farmaci?”, “Mangia abbastanza?”. Una lista senza fine di convenevoli senza senso, dal momento che solo gli esami possono mostrare quanto Inseong sia migliorato o peggiorato.
Si perde nei suoi pensieri e torna alla realtà solo con la mano di Inseong che gli afferra il fianco. Le parole si ripetono nella sua mente e vuole solo dimenticarle. Per convincere se stesso che questo è solo un brutto sogno e si sveglierà presto accanto a Inseong.
“Non c'è più tempo signor Kim. Mi dispiace.”
Inseong sta piangendo.
La stessa notte, aiuta Inseong ad infilarsi nel loro letto piuttosto che sul divano. È spaventato di perderlo. Nel bel mezzo della notte. Quando è lontano per lavoro, quando è al supermercato. Inseong piange per ore e non è stanco abbastanza per svenire. Nulla è come prima, le labbra di Inseong così secche e Youngkyun così spaventato dall'avvicinarlo di più. Lascia il lavoro il giorno dopo.
I giorni a seguire, la famiglia e gli amici vanno e vengono. Youngkyun non ha mai visto nulla di più triste, della madre di Inseong che stringe suo figlio costretto a letto, mentre suo padre resta a pochi metri di distanza provando a trattenere le lacrime. Non restano a lungo, ma lasciano del cibo e sperano nell'avvenire di un miracolo. Anche la madre di Youngkyun viene a fargli visita, ha sempre adorato molto Inseong. Gli fa promettere di rimettersi e di mangiare di nuovo il suo kimchi.
Inseong vive per tre settimane e mezzo. Quasi un mese
Se ne va in una notte di pioggia. Youngkyun si sveglia per ritrovarlo freddo al proprio fianco, sorridendo mentre dorme.
Il funerale è come un altro dei suoi incubi e Jaeyoon lo accompagna a casa perché nessuno si fida a lasciarlo guidare da solo. Prende alcune cose e va nell'appartamento di Juho per passare la notte. La casa sembra molto più vuota e ogni cosa gli ricorda Inseong. Il piumone sul divano, l'abbozzo sul frigo, il secondo spazzolino.
Youngkyun si sente come se si stesse gradualmente ammalando. Ogni cosa è difficile e sta finendo i soldi. Comincia a cercare qualche lavoro ogni mattina con la sua colazione. Prepara abbastanza caffé per due e finisce per versare il restante nel lavandino ogni notte.
Il suo nuovo lavoro non richiede completi e cravatte, così alcune volte indossa i vecchi vestiti di Inseong. Felpe col cappuccio e comode giacche. Trova tutte le loro vecchie foto e le guarda prima di addormentarsi. Conserva le vecchie penne di Inseong e conserva gli schizzi in un cassetto separato. Non osa pensare a togliersi la fede.
Una sera sta preparando il tè e guarda vecchi video. È in onda quello del suo matrimonio, i fuochi d'artificio si spengono sullo schermo e le persone esultano. Prova malinconia. La pioggia colpisce la finestra della cucina ma non gli importa. Sente dei forti miagolii da fuori ma non si muove. La mamma del gattino lo prenderà presto.
Il miagolio continua ogni notte per giorni e Youngkyun decide di controllare fuori. Prende l'ascensore e apre la porta di sotto, vede una palla di pelo marrone sotto il porticato. Si smuove e lo guarda a sua volta con grandi occhi verdi. Lo spinge via dalla porta col piede e pesta il marmo fin quando il gattino non va via. Il pianto non si ferma.
Ci vuole un'altra settimana. La mamma sembra non essere da nessuna parte e per qualche ragione nessun altro prende il gattino. Youngkyun lo ritrova accanto al porticato un giorno dopo essere tornato da lavoro. Non gli piacciono nemmeno, i gatti, ma sembra che questo sia speciale. Lo prende, è leggero come una piuma e lo stringe contro il petto.
“Okay James, andiamo a casa.”
Sembra proprio come quello sul frigo.
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A Inseong non erano mai piaciuti i bambini. Pensava che fossero fastidiosi e che sapessero solo piangere e lamentarsi di ogni cosa. Come non pensarlo, quando era cresciuto circondato da bambini e neonati che erano certamente fastidiosi e più di una volta gli avevano fatto perdere la compostezza, fino a picchiarsi con uno o due di loro, guadagnandosi di restare fuori la notte senza mangiare, che, per un ragazzo che aveva il terribile destino di essere nato nella peggiore parte del regno, era decisamente il modo migliore per fargli imparare la lezione, solo che quella lezione veniva imparata almeno tre volte al mese. Come iniziò a crescere, lo stesso fu per la sua pazienza, ma questo era solo perché scoppiò una guerra con il regno vicino e uomini e ragazzi erano richiesti al servizio militare, a cui entrambi Inseong e suo padre presero parte come un sostentamento economico per la loro famiglia, perché era così che il re faceva arruolare i poveri: denaro in cambio del loro servizio. E siamo onesti, una famiglia povera, con, la maggior parte delle volte, dai tre ai dieci figli, non aveva scelta migliore che accettare almeno la quantità di denaro che potevano ricevere. La guerra non durò molto, però, dal momento che i rivali non avevano soldati a sufficienza per combattere l’improvvisamente enorme armata del re e finirono col vincere la guerra in un anno, fortunatamente per Inseong e suo padre che tornarono a casa tutti interi accolti con entrambe le braccia dall’unica donna che viveva nella loro povera casa. Non fu molto tempo prima che un paio di soldati si mostrassero alla loro casa e chiedessero alle persone che vivevano lì di essere accompagnati al palazzo, lasciando la loro famiglia preoccupata che avessero fatto qualcosa di male e finissero col morire proprio dopo essere sopravvissuti ad una guerra. Il viaggio al palazzo non fu lungo, probabilmente mezz’ora o poco più, che passarono prima di essere benvenuti ad un vasto giardino frontale che il re aveva ordinato di coltivare. Senza saperlo, finirono di fronte allo stesso re che —impararono nel viaggio— aveva personalmente richiesto la loro presenza. “Chi di loro è Kim Inseong?” chiese, ma la domanda non era diretta a loro, se non all’uomo che posava al suo fianco. Inseong lo riconobbe in un istante, mentre tratteneva un sorriso, felice di vederlo vivo, ed anche tutto intero se non per una benda che ricopriva il suo occhi destro. L’uomo, tuttavia, gli sorrideva luminoso e puntò nella sua direzione. “Ti ringrazio profondamente per aver salvato la vita di mio fratello” enunciò il re, ed Inseong non poté fare a meno di sembrare sotto shock alla scoperta di quell’informazione sul suo comandante, l’essere il fratello del re, con i suoi genitori che sembravano altrettanto sconvolti dal sentire che aveva salvato qualcuno tanto importante al punto di essere chiamato in udienza dal re. “C’è niente che possa fare per ripagarti?” Rimase in silenzio, la sua bocca che si apriva e chiudeva perché non sapeva cosa rispondere, guardando tra i suoi genitori, il re e il fratello del re con la sua mente vuota. “Inseong, tu hai un gran potenziale per diventare cavaliere, sai?” introdusse l’altro uomo, approcciandosi a lui ancora con un sorriso che decorava il suo volto. “E il caso vuole che mio fratello sia in procinto di avere un figlio, non pensi che sarebbe stupendo avere qualcuno dedito al suo lavoro come lui per proteggere il tuo discendente?” Ed è così che Inseong e la sua famiglia vennero garantiti del titolo nobiliare, entrambi gli uomini ricevettero l’alta paga di cavalieri e la madre di Inseong divenne la dama di compagnia della regina, sicuramente non potevano avere più fortuna di così, avevano solo bisogno di essere esemplari e non mandare in rotoli la loro opportunità di avere finalmente una bella vita. È da qui che torniamo all’inizio. Ad Inseong non piacevano i bambini, non gli piacevano in generale ed ora doveva prendersene cura di uno; il figlio del re, tra tutti! Un mese è passato da quando la regina ha dato alla luce il bambino, quest’ultimo nelle sue braccia e in quelle della dama di compagnia finché non crebbe abbastanza perché Inseong si prendesse cura di lui, il che voleva dire che lui e suo padre erano già stanchi di sentire la donna parlare continuamente di quanto fosse adorabile. Dopo il secondo mese fu il momento in cui ad Inseong venne concesso di essere con il bambino per la prima volta; sua madre aveva passato l’intera settimana a ricordargli di essere paziente, che doveva letteralmente essere al fianco del principino per sempre da adesso e che non poteva odiarlo perché era solo un bambino. Inseong si stava davvero preparando per quello che poteva essere il peggior lavoro di sempre —ma non proprio, ci sono lavori peggiori quando sei povero sin dalla nascita—. Quando madre e figlio furono in fronte alle camere della regina, Inseong si fermò dal prendere un respiro profondo prima di bussare così che gli venisse dato il permesso di entrare. Permesso che arrivò quasi istantaneamente e sua madre insistette discretamente perché lui entrasse nella stanza. Immediatamente di fronte alla regina, fece un pieno inchino tenendo dietro la sua spada, e tornò ritto con la postura giusto prima che la regina gli mostrasse con un piccolo cenno degli occhi la culla accanto alla finestra. Inseong deviò il suo sguardo verso la culla e poi verso sua madre, le sue pupille tremanti come la donna gli mostrava il suo sorriso più rassicurante, carezzando delicatamente la sua spalla prima di togliergli i suoi guanti. Inseong deglutì tutta la saliva che iniziò ad occupare la sua bocca ed iniziò piano a muoversi dove si trovava il bambino, sperando che non fosse addormentato. Svegliarlo era l’ultima cosa che volesse fare in quei momenti. Quando raggiunse la culla e si affacciò appena oltre le coperte, trovò il piccolo infante con il dito in bocca, occhi grandi che lo osservavano confuso, solo due secondi più tardi che già sorrideva e lanciava le mani verso di lui, chiedendo di essere preso nelle braccia del più grande. In qualche modo esitante, Inseong esaudì il primo desiderio del suo principe, provando a reggerlo propriamente e voltandosi a guardare sua madre e la regina anche quando i suoi occhi erano fissati sul bambino tra le sue braccia; la bocca appena aperta mentre rimaneva senza parole, impressionato da quanto sembrasse calmo e quanto fossero belli i suoi occhi quando lo guardavano con quel sorriso sdentato che era il più carino Inseong avesse mai visto in vita sua. Incredibile da pensare, sollevò velocemente il capo e trovò la madre che alla vista dei suoi occhi tremanti ridacchiò appena e si voltò verso la regina, sorridendole come se entrambi fossero stati amici da sempre. “Lui dice che i bambini sono fastidiosi, ma penso che si sia appena innamorato del principe” commentò sua madre, un’altra risata lasciava la sua bocca assieme alla stessa della regina. “È solo incantevole tanto quanto suo padre” si riferì a lui la regina, e lui non poté decifrare se parlava di se stesso o di suo figlio. “Lo sono entrambi, ora che li guardo meglio.” Il suo sorriso era talmente contagioso che fece sorridere anche Inseong, inchinato come ringraziamento, ma a malapena per non muovere troppo il principe, spaventato che un movimento sbagliato lo avrebbe fatto piangere. Sua madre, da parte sua, aveva ragione. Non pensava l’avrebbe mai ammesso, ma si era appena innamorato di un bambino, un bambino che avrebbe protetto per tutta la sua vita e con la sua vita, ma considerando che come lui fosse l’unico bambino che aveva conquistato tutto il suo cuore con quell’adorabile sorriso e il modo in cui era affascinato dalle sue dita, non sarebbe più stato prendersi un problema prendersi cura di lui da quel momento in avanti. Con il passare delle ore, imparò che il re e la regina avevano chiamato il loro figlio Youngkyun, era un nome carino che si adattava a meraviglia all’adorabile principe. Youngkyun imparò a camminare all’età di un anno mentre stava giocando con sua madre ed Inseong. Quest’ultimo eseguì gli ordini di proteggere il più piccolo fino in fondo quando smise di bere il latte della madre e le governanti lo spostarono in una nuova stanza in cui Inseong si stabilì per una protezione costante. All’età di due anni, il principe era in grado di iniziare a formare parole a caso e comunicare passo dopo passo con le persone attorno a sé. Entro i quattro anni iniziò a studiare a leggere e a scrivere da un insegnante personale e dallo stesso Inseong. A sei anni, Youngkyun era estremamente emozionato per tutto ciò che abitava il palazzo, correndo lungo gli atri con Inseong dietro di sé che cercava di non perdere traccia dell’energico bambino, diventando esausto  quando raggiunse per la quinta volta il giardino in una settimana e restando disteso sull’erba con le braccia che coprivano i suoi occhi dal sole. A quel tempo aveva ventun anni, certamente un fisico in ottima forma, ma non avvastanza per seguire un emozionato bambino di sei anni sette giorni a settimana cinque volte al giorno per tutto il palazzo, semplicemente non poteva. Mentre si riposava, sentì delle manine posizionarsi sul suo petto e poi un peso in più sul suo stomaco. Aprì piano i suoi occhi, combattendo un sorriso dispettoso, e vide Youngkyun che lo guardava con espressione confusa. Inseong richiuse velocemente i suoi occhi e fece del suo meglio per trattenere il respiro, fingendo di essere morto. “Inseong?” la piccola voce del principe arrivò fino alle sue orecchie, a volte pregava di sentire quella voce per tutta la sua vita. “Seongie? Stai bene?” Come la voce del più piccolo iniziò ad essere preoccupata fino a scuotere l’animo di Inseong, il ragazzo abbracciò improvvisamente Youngkyun e si mise a sedere per bene, stampando per tutte le guance del minore di baci che lo fecero squittire e ridacchiare perché “Fa solletico, Seongie!” Ben preso, Youngkyun sembrava stanco dal ridere così tanto e si lamentò un po’ del suo stomaco e guance che facevano male da tutto il ridere e sorridere, a cui Inseong non poté fare a meno di sorridere ampiamente scoprendo i denti mentre portò di nuovo Youngkyun in camera tra le proprie braccia, sentendo poco dopo del carinissimo lieve russare provenire dal bambino, qualcosa che fece sorridere Inseong ancora di più. Si era davvero innamorato di Youngkyun dal primo momento che l’aveva visto. E poi Youngkyun aveva quindici anni, Inseong ne festeggiava il doppio al suo trentesimo compleanno una settimana prima. Sicuramente il ragazzo era cresciuto bene, le sue spalle divennero larghe, crescendo in altezza e guadagnando muscoli da tutti gli allenamenti di spada ed esercizi fatti con suo padre e suo zio, a volte chiedeva ad Inseong di allenarsi con lui e chi era Inseong per poter rifiutare una richiesta di Youngkyun? Un tocco leggero sulla sua spalla fece distrarre Inseong dalla sua lettura, voltandosi per trovare gli occhi in attesa di Youngkyun che lo guardavano pieni di tensione fino alle sue spalle per quanto ritte e strette apparivano. “Qualcosa non va?” chiese Inseong con altrettanta leggerezza, lasciando sul tavolo il libro con la pagina marcata accanto a dove stava sedendo, e alzandosi in piedi, anche se Youngkyun stava diventando più alto, poteva ancora raggiungere appena le spalle di Inseong. “Faresti…” Youngkyun giocava con le sue dita con sguardo basso, cercando le parole giuste per chiedere ad Inseong ciò che voleva. Il maggiore portò delicatamente le mani ai lati del suo viso e lo fece guardare in alto, incatenando i loro sguardi di nuovo e offrendo al minore un sorriso rassicurante. “Lo faresti?” Inseong sembrò interdetto, non sapendo cosa Youngkyun intendesse. “Farei cosa? Devi essere più chiaro, principino” Inseong chiese di rimando, ricordando al ragazzo una delle lezioni più insistenti di sua madre. “Mi lasceresti solo se te lo chiedessi?” Youngkyun chiese fermamente, non sapendo da dove venisse il coraggio, anche se Inseong poteva vedere lacrime formarsi agli angoli dei suoi occhi. “Se lo vuoi, allora sì, lo farò.” rispose Inseong con altrettanta fermezza, e fu lì che Youngkyun si ruppe. Il più giovane iniziò a piangere abbracciando forte Inseong e nascondendo il volto nell’incavo del suo collo. Il maggiore poteva sentire le lacrime calde contro la pelle fredda. Lo strinse forte di rimando, guardando in basso verso il ragazzo con la preoccupazione che inondava il suo intero essere, non sapendo per quale motivo Youngkyun si fosse devastato di lacrime così improvvisamente dopo qualcosa del genere. E dopo gli venne in mente. Gli venne in mente con molta più forza di quanta avrebbe dovuta averne. Prima, aveva parlato con il padre del suo dovere di proteggere Youngkyun, e il maggiore gli aveva chiesto se, se per qualche ragione il principe gli avesse chiesto di lasciarlo, Inseong lo avesse fatto o meno, ed Inseong aveva semplicemente camminato via perché quello era qualcosa che appariva solo nei suoi incubi, in quelli più brutti. Non voleva lasciare Youngkyun, era la sola persona che gli era piaciuta sin dall’inizio, il bambino che aveva tenuto in braccio quando aveva solo due mesi e di cui si era immediatamente invaghito. Di cui si era innamorato. Perché sì, con il passare degli anni aveva scoperto di essere innamorato di Youngkyun, con l’ereditiero del suo regno e il ragazzo che aveva giurato di proteggere con tutto ciò che aveva e faceva, ma era semplicemente così dura guardare delle donne essergli presentate perché ne facesse di una di loro la sua futura moglie. Un sollievo ogni volta che ne rifiutava una, ma faceva ugualmente male essere al suo fianco ogni volta che veniva presentato ad una giovane, ricca e bellissima ragazza aristocratica, tutte cose che Inseong non era. Sospirò accarezzando la base della schiena di Youngkyun dolcemente, il ragazzo ancora piangeva su di sé senza alcuna intenzione di fermarsi tanto presto. “Youngkyun” non aveva mai osato chiamare il principe dal suo nome se non erano soli, ma anche se le porte erano largamente aperte non gli importava, qualunque cosa dentro di lui urlava di provare a calmare Youngkyun. “Non preoccuparti, mio principe, non ti lascerò solo.” “Ma tu hai detto—“ prima che Youngkyun potesse finire di parlare, la sua voce venne sporca di singhiozzi e piagnucolii, venne interrotto da Inseong. “So cosa ho detto, ed ho chiaramente detto che lo avrei fatto solo se TU me lo avessi chiesto, altrimenti ho intenzione di restare qui per sempre” ciò era, tristemente, qualcosa che Inseong non poteva compiere, perché sapeva che probabilmente sarebbe morto prima di Youngkyun, che fosse proteggendo il ragazzo o per cause naturali, sperava solo che il suo principe non morisse mai prima che fosse la sua giusta ora naturale. “Allora baciami.” Okay, Inseong NON si aspettava niente del genere, si aspettava di tutto MA NON questo. “Prego?” chiese Inseong, sorpreso. “Baciami” ripeté Youngkyun, gli occhi lucidi di lacrime anche se apparivano decisi di ciò che stava scappando dalla sua bocca in quel momento. “Dovreste tenere il vostro primo bacio per vostra moglie.” disse Inseong, ferito profondamente nel proprio cuore. “Voglio che sia con te”. Dannazione, per quale assurdo motivo doveva essere così testardo questo ragazzo? Non vedeva quanto dolore aveva già inflitto su Inseong? “Io sono un uomo, Youngkyun.” era una scusa patetica, questa. “Lo so.” disse molto semplicemente Youngkyun. Inseong non sapeva cos’altro dire, non poteva realizzare cosa Youngkyun gli stesse chiedendo e stava cercando delle scuse per non farlo, perché forse il ragazzo voleva solo sapere cosa si provasse a baciare un altro uomo in una società che era tanto contro il farlo, non sapendo quanto sbagliati fossero i sentimenti di Inseong per lui, o forse, solo forse, provava lo stesso per Inseong… No. Non poteva essere così. Non montarti la testa, Kim Inseong. “Perché vuoi che ti baci?” chiese. Non dovrebbe fare domande ad un ordine reale, ma doveva solo sapere perché Youngkyun stava ferendo il suo cuore in quel modo. E ciò lasciò il principe in silenzio. Ripensando alle sue ragioni per voler baciare Inseong, le orecchie e guance di Youngkyun divennero di un’accesa sfumatura di rosso mentre arrivò alla risposta che voleva. “Perché mi piaci.” Inseong sentì il suo cuore fermarsi a quella dichiarazione. Piaceva a Youngkyun? Nel senso, a Youngkyun piaceva Inseong nel tipo di “voglio coccolarci, tenerci per mano, stare insieme in modo romantico” o gli piaceva solo nel senso di “grazie per essere sempre qui con me”? In qualunque caso, il cuore di Inseong prese il comando di tutto il suo corpo e prese tra le mani il viso di Youngkyun per sporgersi piano in avanti e baciare le sue labbra. Sentì il più piccolo sorridere nel bacio mentre ricambiava quel bacio in modo sdolcinato, reggendosi sui fianchi di Inseong come se volesse andare sulle punte per spingersi di più nel bacio. Non durò molto, ma durò abbastanza per sentire le loro labbra soffermarsi l’una sull’altra dopo essersi separate: Youngkyun con il suo pieno sorriso con le gengive in mostra che Inseong amava con tutto ciò che aveva, facendo sorridere il maggiore di rimando mentre andò ad abbracciarlo, questa volta era il turno di Inseong di nascondersi nel collo dell’altro, per sorridere e solleticare il principe con la punta del naso finché non lo fece ridere dal solletico che Inseong gli procurava sia con le leggere carezze delle dita che con le labbra. Chi avrebbe pensato che cinque anni sarebbero passati in quel modo, entrambi crescendo in una bellissima relazione tra di loro che non era veramente un segreto per i nobili che vivevano nel palazzo così come per i loro genitori, che non erano realmente contro la loro relazione anche considerando i quindici anni di differenza tra i due. L’unica cosa che il re chiedeva a suo figlio era di sposare una ragazza che sarebbe diventata regina e madre dei suoi figli per mantenere il loro lignaggio, che —dopo una lunga e convincente chiacchierata da parte di Inseong— Youngkyun accettò come se fosse un contratto. E chi era meglio del suo prestante ragazzo per scegliere la moglie ideale per lui? Inseong voleva veramente lanciare Youngkyun nella vasca e lasciarlo bagnarsi al suo interno, ma aveva paura che si sarebbe raffreddato, così passò l’intera notte abbracciando il minore e sommergendolo di baci e “ti amo” ed ogni ragione per cui amava il più piccolo. La mattina seguente Youngkyun si svegliò con Inseong che baciava le sue labbra dolcemente, tanto dolcemente quanto fece scuotendo il suo corpo per farlo svegliare. Youngkyun non poteva far nulla ma lamentarsi alla sensazione del sole che colpiva direttamente i suoi occhi, girandosi nel letto così che colpisse la sua schiena alo loro posto. Sentì un ruggito provenire dalle labbra di Inseong proprio quando le sue braccia forti tirarono via le coperte da sopra di lui e lo presero in braccio come uno sposo fino alla stanza accanto dove le governanti stavano aspettando per aiutare il principe ad aggiustarsi i capelli e c’era un bagno preparato apposta per lui, “Non voglio” si lamentò Youngkyun, abbracciando Inseong così forte come se questo avrebbe fatto cambiare idea al maggiore. “Oggi devi incontrare la tua futura moglie, per questo devi essere nella tua forma migliore.” spiegò Inseong, cercando di lasciare Youngkyun per terra così che potessero spogliarlo e lavarlo. “Diventa tu la mia moglie, è più semplice” anche se il sonno era evidente nella sua voce, Youngkyun era sveglio abbastanza da lamentarsi. “Nessuno di noi due può avere figlio, ora per favore scendi e lasciati lavare dalle governanti.” la voce di Inseong aveva un tono di presa in giro anche se voleva sembrare intimidatorio, facendo ridacchiare Youngkyun e, dopo un veloce bacio del buongiorno, andò verso le governanti per avere il suo bagno. Dopo alcuni minuti nella vasca con Inseong che aspettava accanto ai cavalieri alla porta, Youngkyun finalmente realizzò ciò che era stato detto minuti prima. “Un momento, oggi devo fare cosa?!” Fece sobbalzare la governante che stava impregnando i suoi capelli di prodotti da bagno, guardando velocemente verso Inseong che stava combattendo per trattenere le risate. “Incontrerai la tua futura moglie, oggi, il suo nome è Kwon Eunbin. Ho pensato che fosse la moglie più adatta per te e oggi verrà qui per iniziare la sua vita a palazzo.” Inseong gli spiegò con calma, dicendo alla governante di riprendere il suo lavoro con un semplice gesto della mano. Inseong diede alcune spiegazioni su Kwon Eunbin mentre Youngkyun veniva vestito dopo il suo bagno, dicendo al minore ciò che lui stesso aveva imparato sulla ragazza la prima volta che l’aveva vista, ciò che il re gli aveva detto tranne che per una descrizione fisica, perché Youngkyun aveva preso posto tra le gambe di Inseong, le sue braccia attorno al suo collo per zittirlo con un bacio che Inseong non attese a ricambiare, stringendo forte i suoi fianchi, ma non abbastanza da lasciare dei segni, quella era l’ultima cosa di cui avevano bisogno in questo momento. Si supponeva che Youngkyun passasse la giornata assieme ad Eunbin così che si potessero incontrare personalmente prima che iniziassero i preparativi per il matrimonio, il che significava che la dama di Eunbin ed Inseong avrebbero dovuto seguirli in giro ovunque fossero andati senza interrompere i giovani monarca, probabilmente qualcosa che la donna —che lui a malapena aveva visto il giorno che aveva incontrato Eunbin— poteva fare, ma il cuore di Inseong stava soffrendo già solo a pensare di camminare dietro il suo principe senza poter tenere la sua mano. “Il principe è richiesto nella sala del trono”. Una guarda arrivò tutto d’un tratto, interrompendo bruscamente la coppia e il loro bacio. “Stiamo arrivando” disse Inseong, alzandosi e facendo camminare Youngkyun di fronte a sè. Uscirono la stanza a ritmo calmo, Youngkyun di fronte ad entrambe le guardie, cercando la giusta postura per arrivare nella stanza del trono, sapendo già che la sua futura moglie probabilmente si trovava lì. Anche se non voleva realmente sposarsi, avrebbe dato alla ragazza la migliore impressione che potesse dare di sè. “Dovreste essere più discreti ora che la principessa vivrà a palazzo” disse la guardia, colpendo il fianco di Inseong con il gomito. “Sta’ zitto, Sanghyuk” rispose Inseong spingendo Sanghyuk quando nessuno stava guardando. “Perché non vai meglio a flirtare con Youngbin? Forse abbasserà lo sguardo e finalmente vedrà chi gli è andato dietro questi ultimi mesi.” “Okay, intanto non sono basso, sono tutti troppo alti” si difese Sanghyuk, facendo ridere gli altri due ragazzi, perché sì, Youngkyun stava ascoltando tutto ciò che stavano dicendo i due più grandi e non poté sopprimere la sua risata al commento. “Secondo, ho già parlato direttamente con Youngbin e ha detto che i miei messaggi erano carini.” “Perché pensa che tu sia una donna” Youngkyun fece un piccolo intervento nella loro conversazione, facendo ridere Inseong così tanto che finì col colpire il muro accanto a sè. “Ti SEMBRO forse una donna?” chiese Sanghyuk, a metà tra l’infastidito e il preoccupato. Youngkyun annuì solamente e si unì alla risata di Inseong quando Sanghyuk iniziò a dire cose a caso in quella che sembrava una crisi esistenziale, incapace di credere che il suo interesse romantico da lungo tempo pensava che fosse una donna mentre andava in giro con la sua uniforma da cavaliere la maggior parte del tempo. Dopo che tutti e tre si calmarono, ripresero la loro strada verso la sala del trono e Sanghyuk andò velocemente avanti per informare il re dell’arrivo di suo figlio, che entrò nella stanza sotto lo sguardo giudicato dei suoi genitori e di due donne che non aveva mai visto prima, istintivamente cercando dietro di sé che Inseong lo tenesse per mano, mano che non arrivò mai dal momento che gli mandò discretamente uno sguardo a prudente distanza da lui, come fossero niente più che principe e cavaliere. “Figliolo, voglio che incontri Kwon Eunbin, la tua futura moglie” fece gesto suo padre con la sua mano verso la ragazza dai capelli neri che si inchinò subito con un sorriso in volto, gesto che Youngkyun fece di rimando. “Voi due passerete insieme la giornata così da imparare qualcosa l’uno dell’altra. Per favore, andate avanti e siate liberi di girare per il palazzo”. E così come entrò nella stanza, uscì fuori, solo che ora c’era una ragazza a stringere il suo braccio sinistro cercando di iniziare una conversazione con lui. Per canto suo, dal momento che non poté sentire la mano di Inseong stringere la propria quando l’aveva cercata, il suo nervosismo prese totalmente controllo di sé e non fu capace di prestare attenzione ad Eunbin e a tutti i suoi tentativi di conversare con lui. “Principe, va tutto bene? Possiamo tornare dentro e farvi controllare da un dottore se non è così.” disse Eunbin, toccando delicatamente la sua fronte e guance per controllare non ci fossero segni di febbre, “Non ce n’è bisogno, sto benissimo” rispose aspramente Youngkyun anche se la sua voce era tranquilla, togliendo la mano della ragazza dal suo volto prendendola per il polso. “Dovremmo continuare a camminare, sarebbe bene per voi vedere il palazzo se dovrete vivere qui d’ora in avanti.” “Posso parlare con il principe per un secondo, vostra altezza?” Inseong si intromise nella conversazione, chiedendo direttamente ad Eunbin anziché allo stesso principe. Lei, notevolmente confusa, annuì al ragazzo. “Per favore, venite da questa parte, c’è una questione urgente.” Non appena Inseong indicò una direzione in cui non sarebbero stati sentiti dalle due donne, Youngkyun camminò a passo veloce, il suo nervosismo evidente nei tratti del suo viso e spalle. Cosa sto dicendo, il suo intero corpo era teso per quanto il giovane principe era nervoso. “Che succede? Stai davvero bene?” chiese Inseong preoccupato, dando la schiena alla posizione in cui stavano poco prima e stando in piedi davanti a Youngkyun così che non potessero vedere cosa stava succedendo. “Non eri lì a tenermi per mano e m-mi sono spaventato.” risposte Youngkyun, la sua voce rotta alla fine della frase dai singhiozzi che lasciarono la sua gola tutto d’un tratto. “Tesoro, non dovremmo essere ovvi sulla nostra relazione, loro non sanno di noi ed ho paura che sapere che il suo compagno sia innamorato di un altro uomo potrà influire sull’alleanza” spiegò Inseong, più serio di quanto avrebbe dovuto essere. “Inizi a parlare come mio padre” sentenziò Youngkyun, distogliendo lo sguardo in segno di fastidio. “Lo sto facendo solo per te, ma se tu vuoi che cammini al tuo fianco, tenendoti per mano come un compagno geloso lo farò, perché credimi, è ciò che mi sono trattenuto dal fare per tutto il giorno”. A quello, il minore tornò piano a guardarlo, liberando lentamente un sorriso e le sue gengive e non poté controllare l’impulso di baciare velocemente le labbra del maggiore prima di tornare da Eunbin e la sua dama. “Chiedo scusa, dove eravamo rimasti?” chiese Youngkyun alla ragazza con un sorriso sulle labbra, contagioso abbastanza da far sorridere anche lei e farla aggrappare al suo braccio ancora una volta. Questa volta, quando lei iniziò a porgli delle domande, era emozionato di risponderle e riprendere delle domande a sua volta così come piccole conversazioni su qualunque cosa gli passasse per la mente. Dietro di loro, Inseong e Hyesun —la dama di Eunbin— camminavano piano dietro i monarca in un comodo silenzio, godendosi le conversazioni entusiasta di entrambi il principe e la principessa, notando alcune cose e ridendo ad altre, salutando i nobili che incontravano su per le scale. “Sono felice che abbia finalmente trovato una principessa” sentirono una donna commentare dopo essere passati accanto a lei e alla sua amica sulle scale. “Qualcuno di prestante come lui non dovrebbe stare insieme ad un bastardo sgradevole come quella guardia”. “Ed è anche povero, come se non bastasse!” commentò la sua amica. “Sono sicura che abbia manipolato il principe solo per ottenere potere.” “Non so nemmeno come il re abbia accettato un disonore come questo”. “Mi perdoni.” La voce bassa di Youngkyun fece sentire la sua presenza nella stanza, facendo deglutire entrambe le donne nella sua direzione. “Nessuno vi ha dato il permesso di parlare in questo modo di Inseong, né vi darò mai l’opportunità di screditare qualcuno di puro e prestante come la mia anima gemella”. Youngkyun puntuò ogni sillaba fino all’ultima parola per render chiara la sua posizione. “Ma, vostra altezza, qualcuno del vostro lignaggio non dovrebbe—“ anche se la seconda donna era sul punto di dire qualcosa, Youngkyun la fermò parlandole di sopra. “Sono il futuro re di questo regno e farò qualunque cosa voglio con la mia vita privata. Ora, se nessuna di voi vuole perdere il proprio titolo nobiliare, vi suggerisco di tacere”. e con questo se ne andò via, superando Eunbin, Hyesun ed Inseong insieme alla rabbia che ribolliva nelle sue vene. Inseong si inchinò velocemente verso le due donne accanto a sé chiedendo scusa e corse dietro Youngkyun, cercando di non perdere di vista il giovane principe girando ogni volta che lo faceva il minore, aspettando che rallentasse così da potergli parlare, troppo preso dal proprio compito per realizzare la presenza del suono di tacchi che li seguivano. Dietro un angolo, Youngkyun si lasciò cadere sulle ginocchia e si abbracciò per terra, sentendo quasi immediatamente la sensazione di un paio di braccia abbracciarlo da dietro mentre si lasciava andare tra di esse, sapendo esattamente a chi appartenessero. “Mi dispiace.” disse Youngkyun prima che Inseong potesse parlare. “Va tutto bene, lo sai che non mi importa di cosa dicono di me.” Inseong lo rassicurò, solo che non servì a molto. Youngkyun si girò nell’abbraccio, guardando Inseong con sguardo serio, lasciando che il maggiore sapesse che non la stava prendendo con leggerezza. “A te importa, Inseong, ci conosciamo da quando sono nato, e non sto nemmeno scherzando quando lo dico!” Youngkyun esclamò con gli occhi che si facevano lucidi. “Finiscila con questa sceneggiata! Non c’è niente di male nel mostrare ciò che provi!” Più parlava, più le lacrime scorrevano sul suo volto. “Io sarò sempre qui per te, proprio come tu sei sempre stato qui per me, Seongie! Lo sai benissimo!” Inseong tirò Youngkyun a sé, lui stesso lasciandosi andare contro il muro mentre abbracciava forte il più giovane al proprio petto, baciando i suoi capelli che stavano crescendo più lunghi con il tempo senza tagliarli; non che per Inseong fosse un problema perché uno dei suoi tratti fisici più attraenti erano i suoi capelli lunghi se dovesse osare dirlo. Allontanando appena il minore da se, portò le mani al lato del suo viso e provò ad asciugarne le lacrime con i pollici, lasciando un leggero bacio sulle sue labbra prima di sorridere. “Per favore, prendetevi cura di voi prima che di chiunque altro, principino.” disse Inseong, continuando a sorridere come se fosse la prima volta che vide Youngkyun quando aveva soli due mesi, pensando che non si meritava un principe ed un compagno tanto premuroso, perché era sicuro che l’unica buona azione fatta prima di iniziare a vivere a palazzo era stata salvare il fratello del re. In fin dei conti arruolarsi era stata la sua migliore decisione oltre che accettare di prendersi cura del principe tra le sue braccia. “Ora capisco perché è stato sir Inseong a scegliere la principessa Eunbin e non lo stesso Youngkyun” disse Hyesun, guardando dolcemente la coppia di fronte a sé ed Eunbin, con la ragazza minore che annuì nel guardarli dolcemente tanto quanto la sua dama. “Principessa Eunbin, sono immensamente disp—“ la ragazza nominata fermò con la sua mano Inseong dal procedere, sorridendo radiosamente verso di loro. “Vi prego, non scusatevi. Da quel che vedo, voi due siete la coppia più pura che si possa trovare in questo mondo di re e regine in cui i matrimoni sono combinati da padri senza premura dei sentimenti dei propri figli, ed è meraviglioso come voi due sembriate amarvi così tanto.” disse, sorridendo teneramente verso loro due come se fosse un impulso, ma la vista di loro due preoccuparsi così tanto l’uno dell’altro era qualcosa di troppo commovente per non sorridere. Youngkyun sorrise di rimando, mettendosi in piedi con l’aiuto di Inseong per poi pattarsi entrambi la polvere da sopra i vestiti, assicurandosi che tutto fosse il più perfetto possibile. Dopo aver parlato ancora della situazione, tornarono una seconda volta quel pomeriggio ad esplorare il palazzo e spiegare ad entrambe le ragazze alcune regole che vigevano lì e dando loro dei consigli perché vivessero al meglio la loro esperienza a palazzo. Finalmente, quando non c’era più nulla da vedere, le loro strade si divisero per prepararsi, come di dovere, per la grande cena che quella stessa notte il padre di Youngkyun stava preparando per accogliere Eunbin e Hyesun alla vita di palazzo che la famiglia reale Kim viveva da generazioni. Inseong chiuse velocemente la porta a chiave dietro di sé, sapendo che ci fossero solo lui e il principino nella stanza, prendendo le guance di Youngkyun nelle proprie mani e lasciando piccoli dolci baci su tutto il suo viso e le sue labbra, con un largo sorriso che appariva sulle proprie ogni volta che entravano in contatto con il più giovane. “Sei stato fantastico, sono così fiero di te.” disse Inseong, abbracciando forte il principe al suo petto mentre continuava ad inondarlo di amorevoli baci. “Il mio forte piccolo principe, a rimettere in riga quelle signore e guidare la principessa Eunbin per tutto il palazzo senza nessun aiuto, sei così indipendente.” Stava trattando Youngkyun come un bambino? Decisamente, ma Youngkyun era il SUO bambino, ed era così che la loro funzionava di volta in volta, Inseong come quello che ricordava Youngkyun come fosse così giovane e libero di fare tutto ciò che voleva. “Voglio un premio, James.” disse Youngkyun, indietreggiando appena così da poter vedere Inseong faccia a faccia. “Che genere di premio desidera il mio principe?” chiese Inseong in modo quasi innocente in confronto a come solitamente si comportava quando Youngkyun diceva questo genere di cose, ma la sua testa era così stanca da tutto il caminare in giro e dai problemi che avevano affrontato col il solo, letteralmente, camminare uno vicino all’altro. Youngkyun, contrariamente al suo compagno, mostrò un piccolo ghigno prima di buttarsi sulle ginocchia, le mani veloci erano già a sbottonare gli abiti di Inseong per trascinarli giù assieme alla sua biancheria, confrontando il membro morbido del più grande che prese nella propria mano con la stessa velocità con cui si accovacciò, guardando in alto nel tentativo di essere provocante per far eccitare Inseong senza rimandare oltre. Aveva funzionato. Aveva funzionato davvero, prece, dio, Youngkyun che guardava verso di lui con i suoi bellissimi occhi e mordendosi le labbra carnose era definitivamente la cosa più provocante che Inseong avesse il piacere di vedere da sè. Alcuni movimenti di polso erano abbastanza da rendere Inseong semi-duro, era sicuramente sufficiente per Youngkyun per iniziare a baciare la pena della sua erezione con baci morbidi, tracciando l’intera lunghezza fin giù con le sue labbra, aggiunte a piccole ed accennate lappate sulla via di ritorno. Inseong non poteva fare a meno di portare una delle sue mani giù ad intrecciarsi ai lunghi capelli di Youngkyun, e come se fosse un bottone, il minore iniziò a prendere il membro nella propria bocca lentamente, cercando di evitare il riflesso della gola mentre cercava di farne affondare quanto più poteva. La mano tra i suoi capelli era in un certo senso rassicurante, il che era un punto a favore considerando che si trattava di una situazione che Youngkyun aveva iniziato da sè. Poco dopo aver preso un breve respiro ed essere arrivato quasi fino alla base, la sua testa tornò su lasciando un bacio sulla punta facendosi raggiungere dal liquido trasparente e andando ancora una volta giù, ripetendo i gesti almeno tre volte prima di usare di nuovo la sua mano ed andare più in basso verso il ventre ed i testicoli, passandoli tra le proprie dita mentre la mano libera lavorare sul suo stesso membro da sopra i vestiti. Inseong combatteva contro se stesso per mantenere gli occhi aperti, il piacere gli diceva semplicemente di chiuderli e godere, ma la sua mente voleva catturare l’immagine di Youngkyun sulle sue ginocchia davanti a sé dando un così piacevole lavoro di bocca e di mano alla propria erezione. Era indubbiamente il suo personale spettacolo da godersi, avere lo stesso principe del regno, il principe che aveva giurato di proteggere, in quello stato, gote arrossate, labbra gonfie dal succhiare così tanto e così così affascinante e provocante allo stesso tempo che era semplicemente troppo per la vista per poter perdere traccia di quella visione per anche un solo secondo del proprio piacere e non farne godere i propri occhi. Youngkyun aveva ripreso a succhiare, andando più in profondità ogni volta che muoveva la sua testa finché le sue labbra non toccarono la base del membro di Inseong, inalando in quel preciso punto per imprigionare il forte odore maschile del maggiore, amandolo ogni volta che si prendeva il suo tempo con lui. “Kyunie, dovresti prepararti invece di fare così” provò a suggerire Inseong, anche se odiava l’idea di fermarlo a metà strada di quello che poteva essere il miglior lavoro di bocca che Youngkyun gli avesse mai fatto. Cosa poteva aver fatto ad un ragazzo così innocente per fargli imparare a fargli dare di matto nel modo più osceno di tutti? Perché poteva giurare che Youngkyun diventasse più bravo ogni volta che erano insieme. Il suo gesto decise di farlo scendere ancora una volta e succhiare la sua lunghezza come se fosse una necessità più che un piacere per Inseong —e forse per entrambi, perché Youngkyun indubbiamente amava avere la sua bocca piena in quel modo—. Youngkyun decide di ignorare Inseong, portando avanti quel compito che si era assegnato da solo, chiudendo gli occhi mentre respirava affannosamente cercando di non soffocare, era l’unico momento in cui avrebbe preferito la mano di Inseong attorno al collo anzichè avere il membro del ragazzo profondo nella propria bocca e gola. Lentamente, Inseong non era capace di trattenersi ma spingere rigidamente con i fianchi avanti e più in profondità nella bocca di Youngkyun, lasciando immediatamente andare i suoi capelli quando il ragazzo iniziò a tossire per la sua aggressività e il modo improvviso in cui si era fatto avanti. Questa volta era Inseong ad essersi abbassato sulle ginocchia calmando immediatamente Youngkyun ed alleviando la sua mascella e gola, forse in quel modo la traccia dell’impatto sarebbe svanita prima. “Mi dispiace, piccolo, non dovevo farlo” si scusò Inseong, con la preoccupazione che prendeva il posto della lussuria quasi immediatamente nei suoi occhi, guardando ovunque sul corpo di Youngkyun come se stesse cercando qualcosa che lo avrebbe aiutato. “Puoi farlo di nuovo?” sorprendentemente, Youngkyun era ancora più eccitato da quel gesto. Non era qualcosa che i due avevano mai fatto prima d’ora, perché per quanto gentile e amorevole Inseong fosse nei suoi confronti, gli era piaciuto più di quanto pensava avrebbe dovuto. Lasciò Inseong senza parole, fermandosi con i suoi movimenti preoccupati delle mani e realizzando cosa stesse succedendo abbastanza velocemente considerando il modo in cui all’inizio di quel teatrino non aveva afferrato che Youngkyun voleva qualcosa di più sensuale. Questa volta fu il suo turno di ghignare e rialzarsi, prendendo Youngkyun per le guance e facendogli prendere la sua lunghezza pezzo per pezzo finché non ne raggiunse la base. Un respiro corto e tornò dietro lentamente prima che una spinta veloce diede inizio ad una specie di ritmo aggressivo che non avevano mai provato prima, facendo mugolare Youngkyun dal piacere, perché non poteva propriamente gemere con un’erezione affondata direttamente giù per la sua gola che quasi credeva potesse toccargli il cuore se non fosse troppo esagerato. Di impulso, Youngkyun si resse stretto alle cosce di Inseong sentendo il proprio orgasmo arrivare senza che nemmeno si fosse toccato così tanto, ma l’eccitazione di provare qualcosa di nuovo all’improvviso aveva portato il suo stomaco a rigirarsi in ogni angolo e i suoi testicoli sul punto di prender fuoco. Non appena sentì la presa di Inseong farsi più stretta sui propri capelli, affondare la punta e i suoi testicoli nella sua bocca e venire fuori dalla sua gola fu quando Youngkyun prese più piacere fino a venire lui stesso, macchiando i suoi pantaloni e biancheria di orgasmo. Delicatamente, Inseong rimosse la sua erezione più morbida dalla bocca di Youngkyun, lasciando che il ragazzo respirasse a malapena con lo spesso peso di orgasmo nella sua bocca, ingoiando con difficoltà il sapore giù per la propria gola e stomaco. Inseong risollevò i suoi pantaloni e biancheria, senza preoccuparsi di abbottonarli prima di far risollevare Youngkyun nelle proprie braccia e camminare verso il letto del principe, posizionandolo delicatamente al centro mentre lo aiutava a spogliarsi dei pantaloni appiccicosi prima di alzarsi e cercare vestiti puliti, fermato solo dalla mano di Youngkyun sul suo polso che lo guardava indifeso dal suo posto sul letto. “Non hai intenzione di fare l’amore con me?” chiese Youngkyun in un dolce, sporco tono di voce, cercando di focalizzare Inseong nel suo campo visivo tra le lacrime che si erano formate nell’atto di poco prima. “Kyunie, te l’ho detto, devi prepararti per la cena e il ballo di stanotte, non puoi avere problemi anche a sederti” spiegò Inseong, sedendosi di nuovo e pettinando i capelli del più piccolo gentilmente con la stessa mano che era incatenata dita al polso da Youngkyun. “Andrà tutto bene, se sempre gentile con me” rispose il più giovane, chiudendo i suoi occhi ed andando incontro al dolce tocco della mano di Inseong, godendosi la sensazione. “Tuo padre mi ucciderà se non potrai danzare come si deve con la principessa Eunbin stanotte.” Inseong voleva davvero Youngkyun disteso spoglio e venerarlo come il dio che era, ma davvero non voleva che il suo innamorato avesse dei problemi proprio oggi tra tanti giorni in cui probabilmente avrebbero anche potuto abbandonare le cene e i balli al piano di sotto. “Non preoccuparti, solo, per favore, James” si lamentò Youngkyun, ed Inseong non poteva dire di no ad un tono come quello unito all’adorabile nome che gli era stato dato dal ragazzo quando era ancora bambino. Inseong sorrise e si abbasso per iniziare un dolce bacio, le sue labbra più come il tocco di un fantasma sopra quelle del maggiore, piccole pressioni che lentamente aumentavano in baci più profondi ed importanti e che presto si trasformarono nella lingua di Inseong dentro la bocca di Youngkyun, esplorando ogni centimetro di essa come se non la conoscesse a memoria a questo punto. Finì di spogliare Youngkyun dai suoi vestiti, lasciandolo così come lo voleva: nudo, alla sua mercè, labbra gonfie e corpo arrossato. Ed era così, così attraente che Inseong avrebbe potuto mettersi a piangere per la bellezza che aveva l’onore di presenziare la maggior parte delle notti che passavano insieme nel comodo silenzio nelle camere del principe, vivendo la sensazione dei suoi muscoli definirsi sulle sue braccia e torso. Sicuramente era passato poco tempo perché Youngkyun divenisse l’uomo che era, ma sapeva che il ragazzo sarebbe stato sempre il suo adorato bambino, che il futuro avesse deciso di farli rimanere insieme o meno, perché Inseong sarebbe sempre stato lì per il suo principe come aveva promesso dalla prima volta che gli era stato assegnato quel lavoro. Inseong si abbassò sul suo collo, lasciando baci più pesanti, abbastanza da sentirli ma non lasciare alcun segno del suo passaggio. Era sempre stato più che consapevole di quei segni e di come avrebbero “rovinato il suo aspetto” se qualche nobile lo avesse visto con un marchio violaceo sul suo collo. Si lasciava marchiare e segnare da Youngkyun in qualunque modo lui volesse, ma in senso contrario era definitivamente qualcosa che non poteva fare, almeno non in luoghi visibili. Iniziò a baciare le clavicole di Youngkyun, il suo petto, giocando lascivamente con i suoi capezzoli e giù per l’addome, abbracciando la sua vita e massaggiando i suoi fianchi, prendendosi il suo tempo per esplorare il corpo sotto di sé come se nessun altro fosse importante nelle loro vite, come se fossero due persone normali con tutto il tempo del mondo per loro, responsabilità e rango sociale così come gli standard, tutto non esistente nella loro piccola bolla d’amore. Andando sempre più in basso, saltò il membro del più giovane con un piccolo soffio d’aria prima di spostarsi sulla sua apertura, aggrappando le gambe di Youngkyun dietro le sue ginocchia e spostandole entrambe sopra le sue spalle prima di muovere il ragazzo dai fianchi e farlo quasi sedere sul proprio viso. Non ci volle molto tempo per Inseong per iniziare a leccare la zona sensibile e baciarla e iniziare senza preavviso a premere la sua lingua, cercando di allentare i muscoli e spostarsi all’interno. “Kyunie, rilassati, amore” chiese Inseong quando realizzò quanto fossero tese le gambe ai lati del suo capo, sedendosi sulle proprie ginocchia per baciare e marchiare le sue cosce per aiutare Youngkyun a rilassarsi. “Starai bene, non ti farò male, l’abbiamo già fatto tante volte prima, piccolo.” Youngkyun prese profondi, piccoli respiri così come ingoiò ripetitivamente la saliva per potersi focalizzare su Inseong che stava guardando in basso verso di lui amorevolmente e aspettando perché dicesse qualcosa. Era sempre così e nonostante tutto Youngkyun non poteva abituarsi alla sensazione di essere sorretto tra le braccia di Inseong, nelle braccia dell’uomo che amava da quando aveva una decente memoria della sua giovinezza. “Mi fido di te” disse finalmente Youngkyun, con voce profonda e sorprendentemente silenziosa, nelle sue orecchie era più acuta di quanto avrebbe gradito, ma Inseong si limitò a sorridere e sporgersi a baciare le sue labbra mentre il suo dito tornò alla sua apertura, con dei movimenti circolari attorno ad essa facendo il primo tentativo di entrare. Faceva male, ovviamente faceva male, ma avere Inseong a massaggiare la sua coscia con la mano libera e baciare il suo collo nei punti più sensibili era abbastanza a distrarlo finché non entrò il secondo dito. Inseong si fermò per un momento, continuando con la sua distrazione finché non sentì Youngkyun rilassato abbastanza per lui per iniziare a muoversi dentro e fuori lentamente, costruendo un ritmo quando sentì il corpo sotto il proprio affogare nel piacere anziché nel dolore, aggiungendo poi anche il terzo dito ed aprendoli in sensi opposti imitando un paio di forbici. “James, per favore” la voce di Youngkyun era impregnata di gemiti tanto da avere difficoltà a trovare le parole giuste per una frase coerente. “Entrami dentro, ti prego”. Inseong ghignò per quanto Youngkyun fosse carino in momenti come questi: ansimante, tra i gemiti e di un rosso acceso, le sue guance, il suo collo, le orecchie e il petto sul punto di esplodere e desiderò di poter dipingere il più giovane in quel momento e in quella stanza e lasciare traccia della sua maestosa immagine che era il suo principe, perché il mondo sapesse quanto fosse meraviglioso il suo amato. “Come il mio principe desidera”. Con un ultimo bacio sulle sue labbra, Inseong ritirò le dita da dentro Youngkyun e si rialzò velocemente, cercando una posizione comoda per le sue ginocchia e acchiappando uno dei cuscini da sistemare dietro la schiena di Youngkyun perché i movimenti fossero più soffici. Sputò della saliva sul palmo della mano e lo strofinò lungo il proprio membro, cercando un modo di lubrificarlo in assenza di oli. Se avesse saputo che Youngkyun aveva quel genere di intenzioni avrebbe chiesto a Youngbin di procurargli alcuni oli che lo avrebbero reso meno doloroso per Youngkyun, ma ecco, la saliva per ora avrebbe fatto al caso loro. La sua mano pulita andò a stringere quella di Youngkyun, sapendo che la avrebbe cercata più tardi nel momento del piacere quando si sarebbe avvicinato al suo orgasmo. La sua altra mano guidò il membro dentro l’entrata del minore, stando attento ad entrare senza stirare alcun muscolo né rovinare la sua pelle per non rendere il tutto terribilmente doloroso. Entrò lentamente, i suoi occhi non lasciavano neanche un momento il viso di Youngkyun cercando di affondare completamente dentro di lui ad un ritmo lento, ed era sempre così, Inseong che era estremamente gentile con Youngkyun come se fosse una bambola di porcellana, chiedendo di tanto in tanto se facesse male e ricordandogli che se fosse a disagio o non volesse andare avanti avrebbe potuto dirglielo. Youngkyun invece era impaziente nella sua mente, perché sapeva come fosse realmente Inseong e quanto potesse diventare aggressivo durante il sesso, come se non lo avesse già scoperto a scaricare tutta la sua frustrazione sessuale con Jaeyoon nelle stalle quando Youngkyu aveva ancora dodici o tredici anni, troppo geloso, quando già sapeva di amare il maggiore e cercava di nasconderlo perché pensava che il padre lo avrebbe fatto decapitare. “Stai bene?” eccolo lì, l’animo gentile e premuroso di Inseong, che era perfetto per lui, ma Youngkyun era giovane ed aveva bisogno di più del gentile fare l’amore. “James, posso chiederti una cosa?” osò chiedere tra i respiri pesanti, evitando gli occhi di Inseong per l’imbarazzo. “Certo, Kyunie, che cosa?” Inseong era in attesa e nervoso per ciò che il ragazzo volesse, muovendo i fianchi contro i suoi in modo provocatorio per creare della frizione che fece gemere Youngkyun prima ancora che potesse realizzarlo. “Posso..” si fermò, prendendo un profondo respiro e le sue guance divennero ancora più rosse, se possibile. “.. Posso cavalcarti?” Inseong era perplesso, abbastanza da fermare i suoi movimenti e allentare la presa sulla mano stretta in quella di Youngkyun. Era stato così senza preavviso che non era preparato alla domanda stessa. Come provò a parlare non venne fuori nulla, Youngkyun divenne ancora più ansioso, chiedendosi se aveva rovinato tutta l’atmosfera e rimpiangendo di averlo chiesto. “Va’ avanti, amore” disse Inseong non appena Youngkyun era sul momento di dirgli di dimenticarsi della sua richiesta. Fece sedere Youngkyun sul suo bacino con un unico forte e fluido movimento, facendo muovere il suo membro all’interno del ragazzo ed andando appena più in profondità, muovendosi quasi inconsciamente contro la prostata e creando una sorta di elettricità che risalì lungo la spina dorsale di Youngkyun. Era diverso, in questo modo, Youngkyun seduto sopra Inseong completamente spoglio e con l’erezione del più adulto profonda tra le proprie pareti, era davvero irresistibile e non poteva dire che non fosse fantastico. Youngkyun posizionò nervosamente le ginocchia sul materasso e le mani si strinsero sulle spalle di Inseong, guardando l’uomo negli occhi una volta prima di iniziare a muoversi, prima in alto e poi velocemente in basso, ripetendo i movimenti finché non si abituò alla tensione sufficiente per prendere il ritmo poco alla volta. Inseong, dal canto suo, reggeva Youngkyun per la vita e guardando il suo viso arrossato, follemente innamorato, accompagnato da un piccolo ghigno sulle sue labbra che era quasi inesistente, avido di quanto Youngkyun fosse affascinante nel voler prendere il controllo e scoparsi con il suo membro. Lentamente il ritmo iniziò ad aumentare, ogni due o tre spinte Youngkyun aumentava la velocità finché non stava praticamente saltando sulla lunghezza di Inseong, in un totale disastro di gemiti e respiri troncati per quanto fosse piacevole, era quasi come aveva immaginato nei propri sogni, ma non tanto quanto lo era l’essere controllato dalle mani di Inseong, completamente dominato dal maggiore ed era sorprendente come Inseong non lo avesse ancora preso contro il materasso fino a non rendergli possibile camminare. “Ti..” un respiro, Youngkyun poteva parlare ben poco in questi momenti. “Ti piace?” Inseong guardò in alto, occhi ricoperti dalla lussuria e labbra gonfie e rosse dall’averle morse così tanto, trattenendosi dal rovinare il ragazzo una volta per tutte. “Mi piace” rispose semplicemente, la presa sulla vita di Youngkyun si faceva più stretta e avrebbe sicuramente lasciato un segno, che lo salvasse il cielo se fosse capitato che il re lo vedesse in uno dei momento in cui il più piccolo aveva concluso i suoi allenamenti e il caldo lo avesse portato a togliersi la maglia dopo la sua sessione di combattimento con la spada. “Mi piace da morire, amore.” Youngkyun era felice, così felice, stava facendo godere Inseong ed era l’unica cosa che voleva, renderlo felice tanto quanto Inseong rendesse felice lui. Non poteva trattenere il sorriso che gli scappò sulle labbra e quello fu il limite di Inseong. Senza alcun preavviso, era di nuovo contro i cuscini, senza parole dalla reazione improvvisa e gemendo quando Inseong “si scusò velocemente di cosa stava per fare”. Reggendosi con le mani su entrambi i lati del capo di Youngkyun, iniziò a spingere impetuosamente dentro il minore, dimenticandosi della sua facciata gentile per un momento, ma non era sufficiente a fermarlo quando Youngkyun abbracciò la sua schiena cercando un appiglio con le unghie che lasciavano delle lunghe tracce rosse per tutto il percorso lungo la sua spina dorsale. Era troppo, troppo e troppo improvviso e la stava amando con tutto se stesso, la sensazione del membro di Inseong arrivare in profondità dentro di sé e spingere di volta in volta contro la sua prostata, lo stava davvero portando a perdere la percezione dei sensi tra i gemiti e dimenticare che c’erano delle persone sopra, sotto le scale, probabilmente anche nelle stanze accanto o addirittura le guardi e governanti fuori dalla camera. Nulla contava quando Inseong stava concedendo a Youngkyun tutto ciò che aveva desiderato per così tanto tempo: del sesso sfrenato dopo la gentilezza di cui ha avuto la fortuna di fare esperienza negli ultimi anni. Era decisamente troppo per Youngkyun, perché stava raggiungendo il suo orgasmo in men che non si dica, fiotti bianchi dipingevano il petto e l’addome di entrambi con una sensibilità di troppo che prendeva il controllo del suo corpo, rendendo le ultime spinte del sesso di Inseong contro le sue pareti davvero troppo da reggere prima di sentire il piacere del maggiore rilasciato dentro di sé, provocando altri gemini tirati via dalla sua gola. Rimasero lì, ansimanti mentre si guardavano con occhi pieni di amore e le ultime gocce di amore si mescolavano insieme in armonia. Un sorriso appariva lungo le labbra di Inseong quando uscì piano da dentro Youngkyun lasciandosi cadere al suo fianco sul letto, abbracciandolo premurosamente e voltandolo verso di sé così che i loro volti potessero incontrarsi. “Mi hai sorpreso quando mi hai spostato in quel modo” disse Youngkyun, ancora col fiato corto ma con frasi più coerenti. “Ma è stato davvero stupendo.” Inseong baciò la sua fronte, su cui i lunghi capelli avevano aderito a causa del sudore di cui erano ricoperti. “Sono contento che ti sia piaciuto e mi dispiace per essere stato così avventato.. Come stai, piccolo?” chiese dolcemente, con la sua gentilezza che tornava assieme a tutti i suoi sensi. “Sto bene, ma è appiccicoso” Youngkyun rese la sua voce più acuta per intenerirlo, ma in fin dei conti erano il sesso nell’aria e la sua voce roca a renderlo adorabile da ascoltare. Inseong ridacchiò e lo baciò sulle labbra, stringendolo forte come se il ragazzo potesse andar via in qualunque momento. E sarebbe dovuto andar via. Cielo, se ne erano dimenticati. “Yah! Kim Inseong! Cosa credi di fare lì dentro con il principe?!” Sanghyuk disse in tutti i modi tranne che urlando dall’altra parte della porta, spaventando entrambi i ragazzi all’interno e facendoli sedere di corsa tra le coperte semi alzate che avevano tentato di tirar sopra. Sembrava che le governanti avessero chiamato Sanghyuk quando mancava risposta da dentro la stanza, ovviamente nessuno di loro aveva realizzato cosa fosse successo al di fuori nel bel mezzo di quel mezzo fare l’amore e mezza sessione erotica, insieme al dimenticarsi che sarebbero dovuti scendere per la cena in onore del matrimonio di Youngkyun ed Eunbin che gli era totalmente sfuggita di mente. Si sentì un colpo, e si preoccuparono che Sanghyuk avesse colpito la porta così forte che si aspettavano si fosse leso la mano o il polso, ma tutta la preoccupazione andò via quando sentirono le risate sommesse delle governanti assieme ad un’altra voce maschile. “Questa è la stanza del principe, non dovresti essere così rumoroso, Sanghyuk!” Era sicuramente Youngbin, la sua voce era difficile da confondere a causa del suo tono unico. Inseong e Youngkyun pulirono tutto velocemente, vestendosi e lavandosi tra i profumi e l’odore di sesso che sarebbe stato —quantomeno— coperto. Il principe si sedette sul letto con un sorriso complice sulle sue labbra ed il suo cavaliere reale tornò lucido aprendo le porte. Le governanti entrarono, informandolo che il bagno era pronto assieme ai vestiti che il padre voleva fargli indossare quella sera, apparentemente coordinati con gli abiti di Eunbin e sarebbe stato delizioso avere la novella “coppia” del palazzo indossare del vestiario somigliante in una notte importante come quella mentre Inseong sarebbe rimasto fuori con Sanghyuk essendo tutt’altro che discreto sul fatto che avessero fatto sesso lì dentro e Youngbin annoiato da quanto potesse essere fastidioso. Inseong più tardi scoprì che in realtà Youngbin aveva chiesto a Sanghyuk di restare al suo fianco per parlare del più e del meno e imparare a conoscersi, avendo trovato i suoi biglietti che Sanghyuk gli aveva lasciato negli ultimi mesi e desiderando di avvicinarsi di più a lui. Tempo che si girasse che Sanghyuk stava silenziosamente festeggiando la sua ipotetica vittoria sul cuore di Youngbin anche se il più grande gli aveva solamente chiesto di parlare insieme in quel piccolo arco di tempo libero a disposizione. Ed anche dopo che la serata ebbe inizio, il re annunciò il compromesso di suo figlio Youngkyun e la principessa Eunbin a tutti i nobili ed alleati che erano a palazzo, e per la gioia si diffuse per tutta la stanza era ovvio ad Inseong che stessero tutti pensando che “il principe ha finalmente realizzato che una relazione con un uomo quindici anni più adulto non era né normale né salutare”. Fortunatamente stettero in silenzio quando Eunbin si avvicinò a lui per parlare di quanto entrambi fossero adorabili insieme e di quanto fosse felice del fatto che entrambi si fidassero di lei al punto di renderla partecipe di quella relazione, anche se il suo ruolo fosse solo quello di essere la madre del futuro erede al trono. All’inizio, ad Inseong non piacevano i bambini, ma dopo che prese in braccio Youngkyun all’età di quindici anni, non poté aspettare di essere in grado di fare lo stesso con l’erede dell’uomo che più amava su tutta la Terra, e sarebbe sicuramente stato un viaggio tutto nuovo da provare. Fortunatamente il fato poteva prendere la loro parte e lasciare che stessero insieme per il resto della loro vita, era l’unica cosa che Inseong desiderasse e per cui pregava di volta in volta, perché in un mondo come il loro, non sai mai quando la vita ti si rivolgerà contro, che sia con una guerra o per un problema nella loro relazione. Inseong pensava che la prima fosse più semplice da gestire piuttosto che il dolore del perdere l’amore della sua vita, ma per com’erano adesso e per gli sguardi che condividevano durante la notte, sicuramente nemmeno in un’altra vita il loro amore sarebbe scomparso. Era il suo unico desiderio e qualcosa che voleva mettere per iscritto, così da poterlo tramandare, sicuramente non ai suoi bambini dato che non avrebbero potuti averne, ma certamente il desiderio sarebbe stato tramandato ad altri membri della famiglia reale. Inseong sapeva che il suo principino condividesse lo stesso pensiero sulla loro storia e questa era la sensazione più rilassante di sempre.
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25liveswithyou · 5 years
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⠀      ⠀⠀     𝑆𝑂 𝐻𝐸𝑅𝐸 𝐼 𝑷𝑹𝑨𝒀         𝐹𝑂𝑅 𝑇𝐻𝐸 𝐻𝑂𝑈𝑅𝐺𝐿𝐴𝑆𝑆      ⠀⠀         𝑇𝑂 𝐵𝑅𝐸𝐴𝐾
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⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀↳⌛. 〬⋅⠀   ⠀⠀  ━━━━━━━━━━  ⠀⠀⠀⠀ ⠀    ⠀   𝐴𝑁𝐷 𝐵𝐿𝑂𝑂𝑀 𝐴𝐺𝐴𝐼𝑁      ⠀⠀     𝐼𝑁 𝑇𝐻𝐸 𝑁𝐼𝐺𝐻𝑇      𝐴𝑆 𝐴 𝑮𝑳𝑶𝑹𝑰𝑶𝑼𝑺 𝑭𝑳𝑶𝑾𝑬𝑹 ⠀
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⠀      ⠀⠀           ¹⁸²⁸¹¹⠀╱⠀¹⁹²⁸¹¹ 𓂃✍︎            ⊱⋅ ──────────── ⋅⊰          ⠀ + 𝟑𝟔𝟓 𝒘𝒊𝒕𝒉 𝒎𝒚 𝒑𝒓𝒊𝒅𝒆 𝒂𝒏𝒅 𝒋𝒐𝒚 ⠀      ⠀⠀         ⠀⠀        ⸼   ‧₊  𝑇𝑖 𝑎𝑚𝑜, 𝑝𝑒𝑠𝑡𝑒.
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