Tumgik
di-biancoenero · 25 days
Text
Tumblr media
Rossano Brazzi
Villa Fontana, 1916- Roma, 1994
1 note · View note
di-biancoenero · 25 days
Text
Tumblr media
Isa Miranda e Rossano Brazzi in una scena del film E' Caduta una Donna (1941) diretto da Alfredo Guarini
1 note · View note
di-biancoenero · 2 months
Photo
Tumblr media
Leonardo Cortese in Una Romantica Avventura (1940) di Mario Camerini
1 note · View note
di-biancoenero · 2 months
Text
Tumblr media
Alida Valli e Massimo Serato in Piccolo Mondo Antico (1941) di Mario Soldati
4 notes · View notes
di-biancoenero · 3 months
Text
Tumblr media Tumblr media
Due immagini di Mariella Lotti durante le riprese di Marco Visconti (1941) , film diretto da Mario Bonnard, nel quale interpreta il ruolo di Bice Del Balzo
1 note · View note
di-biancoenero · 3 months
Text
Tumblr media
Il regista Mario Bonnard, primo a sinistra, mentre si gira Marco Visconti (1941)
5 notes · View notes
di-biancoenero · 3 months
Text
Tumblr media
Roberto Villa è Ottorino Visconti nel film storico Marco Visconti (1941) tratto dall'omonimo romanzo del 1834 di Tommaso Grossi. I costumi sono di Vittorio Nino Novarese
1 note · View note
di-biancoenero · 3 months
Text
Primo di un trittico storico-avventuroso , con protagonista Gino Cervi, Ettore Fieramosca fu seguito da Un'Avventura di Salvator Rosa e La Corona di Ferro considerati  tutti e tre capolavori del cinema italiano.
Nel Cinquecento il suolo italico è terra di contesa tra Francia e Spagna e soldati mercenari italiani, su direttiva di Prospero Colonna, si propongono a fianco della fazione spagnola. Ma  il Colonna non è un buon pagatore e Ettore Fieramosca da Capua, che non è ancora stato saldato  per l'ultima scaramuccia , decide coi suoi uomini di presentarsi a Morreale, terra franca, dove Graiano d'Asti sta assoldando uomini per la causa di Francia. La rocca, inespugnabile per posizione e da tempo usa a concedere libero assoldamento, è ora governata da Giovanna, che ha fama di essere donna casta e risoluta. Presto la giovane diviene oggetto di contesa tra Fieramosca e Graiano, ma mentre il primo se ne innamora, l'altro ordisce intrighi e tradimenti con lo scopo di impossessarsi di terre e titolo, favorendo l'entrata in rocca dell'esercito francese. In un turbinio di duelli, eroismi alla Orazio Coclide, deliri visionari, metafore visive, scontri fratricidi, l'epica si conclude con la leggendaria disfida di Barletta in cui i 13 uomini superstiti dell'esercito del Fieramosca sfidano a singolar tenzone 13 uomini d'arme francesi, per vendicare l'onore italiano da questi ultimi deriso. 
Blandamente ispirato al romanzo risorgimentale di Massimo D'Azeglio, più feuilleton che epico, Blasetti mette in scena una storia dal piglio ariostesco e di una bellezza visiva che lascia stupefatti. Curato e controllato in ogni dettaglio -dalla sceneggiatura al montaggio, dai costumi alla colonna sonora, dagli attori ai fotografi- come solo il padre del cinema italiano moderno sapeva fare, uomo di ampia cultura, puntiglioso e autoritario , è possibile divertirsi a riconoscere in ogni quadro o composizione scenica, i riferimenti all'arte rinascimentale italiana ma anche ai preraffaelliti e allo stile liberty. La complessità dei dialoghi,  scritti  da Cesare Vico Ludovici, richiede agli attori una recitazione aulica, o parafrasando Sergio Tofano, una recitazione all'antica italiana, che tutto il cast soddisfa pienamente, ma  risalta in particolare un giovane Gino Cervi, del quale Blasetti amava molto la voce.  Emblematica è l'entrata in scena del protagonista: prima ne sentiamo risuonare l' imperiosa voce, abituata a rieccheggiare sulle tavole del palcoscenico, successivamente la camera ne inquadra il volto. Come dire : dal teatro al grande schermo ecco a voi l'Eroe, di fatto lanciando Cervi tra i divi del firmamento italiano, poichè se il film fu un enorme successo al botteghino, lo si dovette anche alla genuina e travolgente interpretazione dell'attore bolognese.
 Per i costumi, Blasetti si avvalse della collaborazione di Vittorio Nino Novarese assistito da Marina Arcangeli.  Nato non come i colleghi, pittore,  ma come letterato, per cui fu spesso anche collaboratore a sceneggiature inclusa questa, Novarese intendeva il costume non come mezzo per sfoggiare la propria preparazione storico-artistica, ma come elemento importante nella caratterizzazione del personaggio che lo va ad indossare, per questo si trovò perfettamente in sintonia col regista romano.
La colonna sonora fu affidata all'esordiente Alessandro Cicognini, che come i musicisti dell'epoca, risentiva delle influenze operistiche nell'utilizzo del leitmotiv, il motivo principale che si ripresenta nella composizione. Ma il Blasetti, figlio di un professore dell'Accademia di Santa Cecilia, e con idee precise su quale ruolo dovesse avere la muisca nel film sonoro, per la scena del torneo scelse di far risuonare solo il cozzare delle armi e lo sferragliare delle armature. Per le scene di guerra furono impiegati il Genova Cavalleria, la Legione Allievi Carabinieri, i Granatieri e la fanteria all'ordine del colonnello Pizzi, mentre per il torneo e i combattimenti, non menzionato ancora nei titoli di testa, il regista si avvalse della collaborazione del futuro maestro d'armi  Enzo Musumeci Greco, la cui famiglia  da generazioni era esperta di scherma e della pratica, ormai vietata, del duello.
Il girato, come si evince dalla lettura della ricca sceneggiatura originale, che oltre a delineare meglio le situazioni e il carattere dei protagonisti, dava molto spazio anche agli attori di contorno , superava abbondantemente le due ore e il regista dovette tagliare molto per ridurlo a tempi canonici. Ciò risultò in una narrazione frammentaria, a salti o lampi, dove molto è lasciato all'intuizione dello spettatore e questo fu da alcuni critici sentito come il difetto principale del film, da altri invece come una qualità di sintesi e agilità narrativa che andava a sommarsi alla straordinaria suggestione visiva di ogni singola scena nonchè alle significative inquadrature (dall'alto, dal basso, primissimi piani, lunghi carrelli) del Blasetti. Resta quindi un po' di rammarico per non aver mai recuperato, se ancora esiste, il tagliato quando il film fu restaurato e per quella disfida che originariamente avrebbe dovuto essere più cruenta e di tono passionale : lo scontro decisivo avrebbe dovuto essere tra  Fieramosca e Graiano, che si contendevano Giovanna imprigionata.
La pellicola è l'unica nel panorama cinematografico italiano a connotazione densamente patriottia che va oltre la retorica:  il percorso evolutivo a cui va incontro il protagonista, lo portano a incarnare  difetti e  qualità di un popolo contraddittorio, complesso o complessato, ricco di storia ma sprezzante di tutto, arrogante  e passionario,  autocritico e auto-indulgente, mercenario e generoso.
Per approfondimenti : Ettore Fieramosca-Segreti e passioni secondo Blasetti. A cura di Franco Prono e Ernesto Nicosia, 2007
1 note · View note
di-biancoenero · 3 months
Text
Tumblr media
Luigi Pirandello col cast e la troupe di Ma Non è Una Cosa Seria (1936). Seduti accanto a lui gli attori Elisa Cegani e Umberto Melnati; in piedi dietro, Vittorio De Sica e Assia Noris. Al suo fiancoin piedi da sinistra il regista Mario Camerini, Luigi Freddi, capo della Direzione generale della cinematografia
2 notes · View notes
di-biancoenero · 3 months
Text
Aldebaran(1935) con Gino Cervi, Evi Maltagliati, di Alessandro Blasetti
Il figlio dell'ammiraglio, rischia la carriera e l'onta a causa di una serie di distrazioni in servizio dovute alla gelosia per la moglie mondana. Si riscatterà attraverso un'eroica azione durante il recupero di un sottomarino affondato. Intensamente emotiva e momento di gran cinema, la scena del recupero: la telecamera scorre all'interno del sottomarino inquadrando gli uomini dell'equipaggio abbandonati all'abbraccio della morte, mentre una voce nel sottofondo legge la Preghiera del Marinaio. Mussolini voleva un film che celebrasse l'orgoglio della nazione : la flotta della Regia Marina; Blasetti voleva fare un film intimista, sul classico conflitto tra passioni e dovere. Ne nasce una pellicola che è un omaggio agli uomini di mare, ma è piutttosto fredda nella prima parte, si ravviva nelle scene del salvataggio. Come ricorda Cervi in alcune interviste degli anni '50, il film fu girato presso gli stabilimenti cinematografici della storica Cines, che prese fuoco dopo le riprese del ballo, e a bordo dell'incrociatore Bolzano, dove l'attore ebbe modo di conoscere fra i tanti, anche il capitano Carlo Fecia di Cossato, medaglia d'oro al valore militare. Film d'esordio di Elisa Cegani, che sarebbe rimasta legata artisticamente e sentimentalmente al regista; tra i primi ruoli da protagonista per Cervi e la Maltagliati, attori molto apprezzati a teatro, co-fondatori della compagnia Tofano-Maltagliati-Cervi. Quest'ultimo iniziò un sodalizio con Blasetti, col quale realizzò molte tra le sue più riuscite pellicole negli anni '40. Da notare la breve comparsa di Alessandro Blasetti nel ruolo del radiotelegrafista e la collaborazione al film di due futuri registi quali Flavio Calzavara e Corrado D'Errico.
'Disgraziatissime le circostanze dell’elaborazione della sceneggiatura. Inutile riferirle. Malgrado la bontà dei collaboratori, la pellicola nacque come un compromesso; e così posso riallacciarla in certo modo a Terra Madre e a Palio, sia perchè ebbe come queste e più di queste un successo popolare, sia perchè come queste mancò di una seria costruzione e di una convincente impostazione. Fu la prima volta che affrontai, in un certo senso, il cosidetto dramma intimista. E il gusto fu tutto lì : che affrontai quello avendo voluto affrontare altro; e ne venne fuori quel tal compromesso che dette alla pellicola uno spiacevole senso di ibrido’ Alessandro Blasetti
0 notes
di-biancoenero · 3 months
Text
Tumblr media
Una scena del film Aldebaran (1935) diretto da Alessandro Blasetti
'Dovetti fare una dura esperienza di palombaro, in Aldebaran. Non volli ricorrere ad una controfigura e mi feci chiudere nel pesante scafandro. Mi calarono dal fianco della nave: stavo in piedi su una passerella, un’asse viscida, appesa alle funi di una gru. Quando toccai l’acqua con i piedi, ebbi un tuffo al cuore: mi accorsi in quel momento che avevano dimenticato di legarmi in vita con una fune di sicurezza. Se fossi scivolato via dalla passerella, cosa probabilissima, mi sarei infilato come un ferro da stiro nel fano sul fondo del golfo spezzino, stappando ovviamente il tubo dell’aria. Esterrefatto da questo pensiero, mi dimenticai di deglutire come mi avevano raccomandato di fare, durante l’immersione; sentii improvvisamente un atroce dolore alle orecchie e temetti di aver compromesso per sempre l’udito.Soffrii per alcuni giorni soltanto, invece, e poi mi riebbi.' Cervi si racconta a Oggi n.43 del 23 ottobre ‘58
0 notes
di-biancoenero · 3 months
Text
Tumblr media
Gino Cervi in  Aldebaran, 1935 regia di Alessandro Blasetti
' Nel film di Blasetti ebbi per la prima volta la parte di protagonista: impersonavo un tenente di vascello. Ero affatto impreparato a salire a bordo di una nave, perchè avevo fatto il servizio militare nel 27° artiglieri di campagna a Novara; ma mi trovai subito a mio agio, sull’incrociatore Bolzano. I giorni di Aldebaran sono per me indimenticabili. Ci trovammo d’un tratto, regista, attori e tecnici, a far parte davvero dell’equipagio di una nave da guerra. Stavamo alla mensa degli ufficiali, ed ebbi modo, così, di conoscere tanti giovani destinati poi a perire eroicamente durante la guerra. In particolare ricordo Fecia di Cossato: andavamo a terra insieme, scherzavamo insieme con le ballerine di una compagnia di rivista. Non seppi indovinare in lui, allora, il leggendario comandante che poi doveva condurre la propria nave, ormai disarmata, a speronare gli scafi nemici dicendo ai suoi marinai:” Ragazzi, andiamo a morire”. Gino Cervi per Oggi n43 del 23 ottobre 1958
0 notes
di-biancoenero · 3 months
Photo
Tumblr media
Evi Maltagliati e Gino Cervi in Aldebaran (1935) diretto da Alessandro Blasetti.
‘Un altro incidente accadde in seguito negli studi della Cines, nei quali si era ricostruito fedelmente il salone dell’ammiragliato di La Spezia. Evi Maltagliati ed iodovevamo entrare in quel salone, splendidamente affollato per un gran ballo, ed attaversarlo tutto in lunghezza, discorrendo ta noi e salutando gli invitati che ci facevano ala. Era una tremenda carrellata di trecento metri, che non si poteva girare a spizzichi. Fu rifatta infinite volte. Blasetti era, ed è, un regista scrupoloso, un maniaco della recitazione; non si stancava mai, interpretava lui stesso tutte le parti per mostrarci come dovevamo fare. “Sei un fachiro” gli dicevo. Riuscimmo appena in tempo a girare quella estenuante sequenza: un’ora dopo, lo studio prese fuoco e fu interamente distrutto’. Cervi si racconta a Oggi n.43 del 23 ottobre ‘58
0 notes
di-biancoenero · 4 months
Text
Tumblr media
Kiki Palmer e Camillo Pilotto nella pièce teatrale L'Osteria della Gloria, di Arnaldo Fraccaroli. In scena al Teatro Odeon di Milano nel 1933
4 notes · View notes
di-biancoenero · 5 months
Text
Estratto dal film Incontri di Notte (1943) di Nunzio Malasomma, con Carla Del Poggio e Leonardo Cortese. Canzone di Eldo Di Lazzaro e Astro Mari
Il valzer che ha fatto sognar ogni bambina, lo sento nell’aria volar con te vicina, e sotto la luna ti dice, che solo con me sei felice, che questo motivo giocondo è un invito all’amor!
Lo canta la mamma e il papà, anche il nonnino, lo sente per strada suonar dall’organino. Se a volte ti mette nel cuor la nostalgia, tu cantalo e non gli badar, piccola mia.
Ricordo una vecchia canzone, una semplice frase d’amor, finiva anche lei con “passione” e faceva la rima con “cuor”. Sopra i monti, lungo il mare, per le strade, tutti i dì, si ballava ed ognuno cantava e, cantando, ogni cuore diceva così:
Il valzer che ha fatto sognar ogni bambina, lo sento nell’aria volar con te vicina, e sotto la luna ti dice, che solo con me sei felice, che questo motivo giocondo è un invito all’amor!
Lo canta la mamma e il papà, anche il nonnino, lo sente per strada suonar dall’organino. Se a volte ti mette nel cuor la nostalgia, tu cantalo e non gli badar, piccola mia.
1 note · View note
di-biancoenero · 5 months
Text
Il Piacere- Gabriele D'Annunzio
Ci sono certi sguardi di donna che l’uomo amante non iscambierebbe con l’intero possesso del corpo di lei. Chi non ha veduto accendersi in un occhio limpido il fulgore della prima tenerezza non sa la più alta delle felicità umane. Dopo, nessun altro attimo di gioia eguaglierà quell’attimo.
7 notes · View notes
di-biancoenero · 5 months
Text
Tumblr media
Irasema Dilian , attrice
Rio de Janeiro, 1924- Ceprano ( Frosinone), 1996
3 notes · View notes