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SIAMO ARRIVATI ALLA FINE
Ciao a tutti gli amanti di Netflix!
Oggi chiudo la mia ultima recensione ed è stato molto divertente condividere con voi i miei gusti e le mie impressioni su produzioni cinematografiche e serie della nostra amata piattaforma Netflix.
Spero ti sia divertito! Ci vediamo dopo, ragazzi!
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Throwback Italy (TBI) - RECENSIONE DELLA SERIE SUBURRA
Aureliano Adami (Alessandro Borghi), Spadino Anacleti (Giacomo Ferrara) e Gabriele Marchilli (Eduardo Valdarnini)
Disponibile su Netflix dal 6 ottobre, la prima stagione di Suburra è la prima serie italiana di produzione originale della piattaforma. Basata sul romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, la serie è ambientata nella Regione Lazio nel 2008 e nei suoi 10 episodi seguiamo la trama in tre diverse aree - religione, politica e criminalità organizzata -, ma quella croce nello stesso punto: la disputa per un'area portuale di Roma. Una curiosità della serie è che gli eventi narrati sono liberamente ispirati dall'indagine su Mafia Capitale, attraverso la quale sono state svelate le connessioni tra la vita politica romana e diverse associazioni criminali.
La storia comincia dopo l'annuncio delle dimissioni del sindaco e un criminale noto come Samurai ha solo 21 giorni per completare l'acquisto di alcuni terreni vicino alla costa di Ostia. Queste terre sono di interesse per le mafie del sud Italia, che vogliono costruire un porto da utilizzare per il traffico di droga e avviare un'attività di vendita per conto proprio. Tra le mafie ne vengono presentate due: Adami e Anacleti (famiglia degli zingari); mafie rivali che intendono restare con il post di Ostia ma in un episodio all'inizio della serie faranno i figli dei boss di ciascuna mafia vieni vicino - Aureliano Adami (Alessandro Borghi), Spadino Anacleti (Giacomo Ferrara) - e un trafficante e figlio di un poliziotto, Gabriele Marchilli (Eduardo Valdarnini).
Scena di Suburra: la serie
La mafia della serie è trattata in modo non romantico come nei film americani di Hollywood, che è un punto positivo, perché mostra in modo crudo nel tentativo di evidenziare il più vicino al reale di ciò che è il crimine organizzato. Questa caratteristica rende Suburra molto simile alla serie Gomorra. Però, una delle differenze tra le serie è che a Gomorra tali soggetti sono mostrati più violentemente che in Suburra; oltre a portare attori sconosciuti e performance più organiche in Gomorra, che ci avvicina a quello che pensiamo sia il vero, trasportandoci in scene di paura di essere faccia a faccia con il crimine organizzato.
Due soggetti interessanti della serie che hanno attirato la mia attenzione sono il ruolo delle donne nel crimine come “forte, coraggiosa, calma, che ha tutto sotto controllo e che è capace di gestire gli affari” in opposizione agli impulsi degli uomini. “Spicca in particolare il ruolo di Livia Adami, interpretato da Barbara Chichiarelli, la vera sorpresa di questa storia per come viene sviluppata la sua crescita interna femminile oltre che criminale”; anche di Sara Monaschi (Claudia Gerini), “la consulente dei conti vaticani che vuole dimostrare al marito di saper manovrare i giochi in commissione” (Taxidrivers.it) e della Contessa, un personaggio che aiuta Sara a raccomandare di mantenere il controllo del Vaticano e dei suoi interessi interni, come sarà il caso di Ostia, in cui Sara cercherà di ottenerla per la società del suo marito.
I fratelli Adami - Livia Adami (Barbara Chichiarelli) e Aureliano Adami (Alessandro Borghi)
Un altro argomento è il caso del personaggio di Giacomo Ferrara, Spadino Anacleti: criminale e omosessuale. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la criminalità con cui il personaggio inserisce non lo intimidisce, al contrario, Spadino ama la sensazione adrenalinica che la mafia comandata dal fratello maggiore propone. Tuttavia, essendo un ambiente estremamente maschile, Spadino è costretto a sposare una ragazza scelta dai suoi genitori per unirsi alle mafie e guadagnare così più potere.
Spadino Anacleti (Giacomo Ferrara)
In totale Suburra è una serie molto buona che ti tiene e non ti lascia fino a quando non hai finito di vedere tutti e 10 gli episodi. Sei curioso? Vieni a vedere il trailer.
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RECENSIONE DELLA SERIE ELITE
Uscita nel 5 di ottobre, la nuova serie di produzione Netflix Elite ha conquistato molti spettatori nella piattaforma ed in tutto il mondo. Venendo dalla moda di produzioni spagnole di successo, la serie è una produzione della propria piattaforma di streaming e porta attori già presi in considerazione per la partecipazione a progetti recenti, come il trio di La casa di carta, María Pedraza (Marina), Miguel Herrán (Christian) e Jaime Lorente (Nano). Con un'estetica riconoscibile delle bellissime produzioni Netflix, la serie è un dramma adolescenziale di suspense, pieno di misteri di polizia, ricordando serie come Pretty Little Liars, 13 Reasons Why, How to get away with a murderer e Rebelde.
Nella prima stagione composta di 11 capitoli, la narrazione è divisa in tre momenti temporali che si svolgono su un omicidio commesso a scuola, in cui la vittima ci viene presentata già nei primi episodi, ciascuno dei momenti porta informazioni nuove e pertinenti e vengono presentate gradualmente. C'è il tempo presente, rappresentato da un interrogatorio, uno dei lampi veloci che hanno coinvolto il crimine accaduto e l'altro dei ricordi provocati dalla testimonianza di quelli interrogati, sulla vita prima dell'omicidio.
Samuel (Itzan Escamilla)
“Quando in un ecosistema dominato da una sola specie se ne introduce una nuova l’equilibrio ne sarà inevitabilmente stravolto presto. Sarà indifferente quali razze entrino in contatto. Più o meno è questo il concetto che esprime Lucrecia (Danna Paola) al suo professore ed è esattamente quello che accade a Las Encinas” (Cinematographe.it). Tutto comincia quando Samuel (Itzan Escamilla), la ragazza palestinese Nadia (Mina El Hammani) e l’audaci Christian (Miguel Herrán), tre studenti molto distinti tra loro, sono selezionati per studiare nella scuola privata d'élite Las Encinas dopo un incidente nella loro precedente scuola.
Samuel (Itzan Escamilla), Nadia (Mina El Hammani) e Christian (Miguel Herrán)
Essendo una serie + 18, Elite porta in primo piano pregiudizi religiosi, AIDS, traffico di droga, relazione a tre, omosessualità, corruzione. Tutto questo in un modo estremamente crudo. La stranezza di trovarsi in un ambiente così elitario e non appartenente ad esso è avvertita fin dall'inizio, è costretta a cambiare i loro costumi per adattarsi a una nuova vita. Ad esempio, Nadia è minacciata di espulsione dalla scuola se non smette di indossare la tradizionale sciarpa palestinese che indossa tutti i giorni. Presto, iniziano a relazionarsi con i loro compagni di scuola e le relazioni sono anche violente e ineguali.
La serie dà grande importanza alle relazioni emotive dei personaggi, così come ogni narrativa classica che intende creare l'identificazione tra personaggio dello spettatore. Samuel è affascinato da Marina - che sembra ricambiare. Tuttavia, la ragazza è la sorella ribelle di Guzman, la studentessa più ignorante, pretenziosa e prevenuta. Dopo aver appreso dell'attrazione reciproca, fa Samuel a stare lontano da sua sorella. Già Christian è interessato ad una amica di Guzman, che però è stato in una relazione da molti anni - che diventerà quindi un bellissimo trisal, un rapporto composto di Christian, Polo e Carla. La trama personale di Nadia è più in campo professionale che amorevole, la ragazza desidera un giorno diventare un diplomatico dell'ONU, e per questo ha bisogno di essere la migliore studentessa della scuola.
I RAPPORTI
Una cosa più interessante della serie è come tratta la sessualità e le sue relazioni. In Elite c’è il rapporto innocente e carino di Marina e Samuel, che è diverso del rapporto con Nano, in cui è molto sensuale e proibito. Lui, Nano, è fratello maggiore di Samuel, che di recente ha lasciato la prigione e sta cercando di vivere la sua nuova vita. Nano rappresenta l'opposto di quello che i genitori di Marina vogliono per lei, però è il loro rapporto che avrà più chimica e passione rispetto a con Samuel, ragazzo giusto essendo l’opposto dello hermano.
Una curiosità: secondo il sito OptiMagazine, María Pedraza (Marina) e Jaime Lorente (Nano) sarebbero innamorati nella vita reale! #checarino
Nano (Jaime Lorente)
Un altro tipo di rapporto è o di Omar e Ander, una coppia gay - che per me è la miglore coppia. I due si sono conosciuti dopo l'aiuto di Ander per nascondere la marijuana di Christian in modo che non venisse catturato, in cui Christian lo ringraziava e dava informazioni del suo fornitore, che non era altro che Omar, il fratello di Nadia. La loro relazione nella serie è bella, ma disturbata nel riconoscimento di questo amore, perché nessuno nel nucleo dei loro amici sa che entrambi gli uomini d'amore. La situazione è più complicata nel nucleo familiare di Omar, perché essere di una tipica creazione musulmana e non essere etero implica un disonore familiare, come dirà il suo padre. Ma nonostante tutto, l'amore resiste ed è impossibile non innamorarsi di entrambi.
Ander (Arón Piper) e Omar (Omar Ayuso)
Ah, ma non possiamo dimenticare la relazione tra Christian, Polo e Carla. Stavo aspettando una serie che parlava del poliamore e questa serie viene incontro alle mie esigenze. L'incontro avviene quando Christian si innamora di Carla, ma lei, in un rapporto di anni con Polo, decide di poter rinnovare la relazione con il nuovo ragazzo della scuola. Le loro scene insieme sono bellissime! Ah, è importante ricordare che la serie è +18, a causa del sesso e dell'uso di droghe.
Christian (Miguel Herrán), Carla (Ester Expósito) e Polo (Álvaro Rico).
Per concludere, abbiamo anche la bella coppia Nadia e Guzmán, il tipico rapporto che i due personaggi non si amano, ma che poi si innamorano. Tutto è iniziato con una scommessa di Lu, la ragazza di Guzmán, per farlo avvicinare a Nadia. Ma la ragazza musulmana scopre la farsa e cerca di allontanarsi da lui, ma Guzmán si innamora di Nadia e prova vari modi per scusarsi. Alla fine Nadia perdona, garantendoci una bella coppia nella serie.
Nadia (Mina El Hammani) e Guzmán (Miguel Bernardeau)
ELITE E I RETI SOCIALI
Una curiosità della serie è che, probabilmente ispirato alla serie norvegese Skam, tutti i personaggi principali hanno account su Instagram! Sei curioso? Vai li per seguirli:
Marina Nunier
Guzman Nunier
Carla Rosón
Polo
Lucrecia Montesinos
Ander Muñoz
Christian Varela
Samuel García
Omar Ayuso
Nádia Shana
Nano García
C'è anche una playlist ufficiale di Spotify dei canzoni della serie. Clicca qui per verificare: https://open.spotify.com/user/lukas.santana15/playlist/3VyV4QDXbatAv8OXsIJYUz
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Throwback Italy (TBI) - RECENSIONE DEL FILM RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI
Uscito a maggio di questo ano, il film ambientato in Roma, Rimetti a noi i nostri debiti diretto da Antonio Morabito, racconta la storia di un patto diabolico per pagare i debiti: “è un film metaforico e dalle atmosfere luciferine, una storia sospesa tra il grottesco e gli assurdi risvolti della realtà, una riflessione noir che riduce il mondo contemporaneo a un infernale sottobosco di poteri corrotti, dominato dalla tirannia del denaro” (Movieplayer.it).
In questa narrativa avremo due personaggi che definiscono la trama: Guido, un uomo licenziato di recente da un lavoro come magazziniere, un bevitore nato di whisky e un debitore. Dall'altro lato abbiamo Franco, un uomo di successo, sposato e con due bambini, con aria diabolica. “Quando Guido perderà anche il posto da magazziniere non gli rimarrà che accettare di lavorare per i suoi aguzzini, una società che si occupa di riscuotere i debiti insoluti per conto delle banche; a fargli da mentore fino a quando il debito non verrà estinto, sarà Franco”.
Il film mostra in modo magistrale quanto il potere sia seducente e come possa sedurci. Per pagare i suoi debiti, lavorare con Franco costerà anche a Guido un prezzo, dal momento che Franco è il simbolo del potere (lo vediamo in scene come quella della cameriera e quando sente di poter mettere in imbarazzo i suoi debitori). Ma Guido non è del mondo del potere, dal momento che diverse volte dice "Io non sono così" per Franco. Una cosa interessante del film è che i buoni e i cattivi non hanno contorni così più definiti, così come la vita.
Franco (Marco Giallini) e Guido (Claudio Santamaria)
Secondo il sito Movieplayer.it , “il racconto è cadenzato da una serie di suggestioni religiose (a partire dal titolo del film) e letterarie, come l'idea di equiparare i debitori ai morti mutuata da Gogol. Ma il debito non è solo finanziario, è soprattutto e anche morale, è l'eredità di un retaggio cattolico-cristiano di cui la società moderna si è sempre intimamente nutrita, in maniera più o meno consapevole; è la ragione per cui i debitori dovranno sempre nascondersi per un insano senso di colpa e vergogna, perseguitati da chi cercherà prima di stanarli, poi di ‘dargli il tormento’ e infine di ‘farli vergognare’”.
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RECENSIONE DEL FILM DACCI UN TAGLIO
Ispirato al libro di Trisha Thomas con lo stesso nome, il film Dacci un taglio, uscito su Netflix il 21 settembre, è una commedia romantica diretta dalla prima regista donna dell'Arabia Saudita, Haifaa Al-Mansour, e sta facendo molto successo con il pubblico della piattaforma raccontando sulla storia di Violet Jones (interpretato dalla grande - e bellissima - attrice Sanaa Lathan), una donna che fa pubblicità, ha circa di 30 anni e un rapporto stabile con un bel dottore come fidanzato. Il film si concentra su questioni come i capelli, il razzismo e la femminilità.
Violet Jones (Sanaa Lathan)
La trama comincia con le scene dell’infanzia di Violet con il suo rapporto con sua madre e i capelli. L'atto di lisciare i capelli con un pettine caldo nel forno a scapito i capelli ricci è rinforzato dalla bambola Barbie nelle mani di Violet e il suo discorso per “essere perfetta”. L'immagine dalla bambola è di estrema importanza, perché il film racconterà la storia di una donna di colore e il suo rapporto con l'immagine in una “società di Barbie”. Nel film, la infanzia di Violet è diversa dei bianchi che, per esempio, nella scena della pisicina, si sporcano, camminano scalzi e nuotano nella piscina mentre lei deve rimanere intatta e perfetta.
La madre Paulette Jones (Lynn Whitfield) e Violet da ragazzina
All'inizio del film abbiamo anche una scena comica di sesso, presto in un momento così importante e speciale, vediamo che Violet non può smettere di pensare ai suoi capelli quando si allontana dalla mano di suo fidanzato e chiede di cambiare posizione. In confronto, abbiamo una scena da metà a fine dello film in cui il padre di Zoey e lei sono in un parco e lui le offre un trattamento per la cura del cuoio capelluto. Violet gli lascia passare il prodotto sulla testa e le piace quel momento in un modo molto bello. In completo contrasto con la scena del sesso, Violet gli lascia toccare la testa, e le piace la carezza, qualcosa che non si è mai permessa di avere.
La relazione con i capelli ricci viene esposta più direttamente quando Violet trova la ragazzina Zoey per la prima volta e dirige le sue parolacce sui suoi capelli. Ma è importante dire che questa relazione è venuta da generazioni a Violet, perché in una scena di festa, la zia di Violet dice che sua nonna ha rifiutato i capelli di sua madre per essere "capelli insoliti" e non piatti. Quindi si dovrebbe pensare che la madre non è cattiva, perché è imprigionata in questa prigione di femminilità e razzismo come la figlia.
Violet Jones (Sanaa Lathan)
Un'altra cosa che ha influenzato il suo aspetto è stata la professione di pubblicità nell'area della bellezza, sempre in contatto con lo standard di bellezza che ci si aspettava da spot pubblicitari e campagne che l'hanno influenzata senza rendersene conto. Per me, uno dei momenti migliori è stato quando si è dimessa dalla compagnia per non aver seguito il processo che lei, Violet, stava attraversando.
E poi arriviamo alla famosa scena in cui si taglia i capelli, facendo il famoso big chop. Questa è una scena che le persone hanno già attraversato la transizione dei capelli è piuttosto rappresentativa, come una rottura da una prigione, di un "secondo lavoro", come dirà Violet. È una scena molto commovente perché ride e piange mentre taglia i capelli. Dopo il taglio ci vuole tempo per abituarcisi, sia nel senso di immagine di sé che nell'essere attraenti, perché nella nostra società, i capelli lunghi sono sinonimi di femminilità e bellezza mentre i capelli corti sono visti come qualcosa di maschile.
Violet Jones (Sanaa Lathan)
Dacci un taglio è un film molto bello, perché tratta argomenti importanti e per essere una commedia romantica, lascia ancora più delizioso osservare e comprendere i temi di come la perfezione risiede in un taglio razziale. Sei curioso? Vieni a vedere il trailer!
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Throwback Italy (TBI) - RECENSIONE DEL FILM SLAM: TUTTO PER UNA RAGAZZA
In questa prima recensione della tag Throwback Italy (TBI), parlaremo sull’amore tra giovani, skateboard e una maternità imprevista, i argumenti del film originale Netflix di Andrea Molaioli uscito in 2016. Nel titolo, secondo lo sito Panorama, il nome slam “appartiene al linguaggio dello skateboarding e testimonia di un capitombolo rovinoso dopo un’evoluzione difficile sulle rotelle”; già sottotitolo tutto per una ragazza è ispirato nel romanzo di Nick Hornby dello stesso nome.
Sam (Ludovico Tersigni)
La trama racconta sulla storia di Samuele, un ragazzo di sedici anni, apassionato di skateboard e che ha come un grande idolo: il leggendario skater Tony Hawk, abbastanza conosciuto nel mondo dello skate, che consiglia a Sam durante il film attraverso estratti dalla sua autobiografia Tony Hawk (TH): Occupation: Skaterboarder. Tutto comincia in una festa di lavoro che Sam va con sua madre e lì conosce la bella Alice, con la quale si innamorerà e affronterà i conflitti d'amore e, poi, della maternità.
Sam (Ludovico Tersigni) e Alice (Barbara Ramella)
L'esperienza di avere un bambino nell'adolescenza è una cosa molto delicata, nel film questo è trattato con delicatezza e un po' di commedia (soprattuto nella scena in cui Sam prende suo figlio per prendere il vaccino, ma non conosce suo nome per parlare l'addetto alla receptionist). E questo succede nella famiglia di Sam da generazioni, come una “maledizione di famiglia”, dato che i tuoi genitori che sono super giovani e che hanno avuto anche quando avevano sedici anni. C'è anche il tema dell'aborto, sollevato dai genitori di Alice, quando dice loro la notizia della gravidanza e dicono che lei è troppo giovane per avere un figlio. Il punto forte del film per me sono questi soggetti, dal momento che sono molto importanti, ma sono vietati di parlare a cena.
Sam (Ludovico Tersigni) e Alice (Barbara Ramella)
Nel film diverse volte ci arrabbiamo con alcune azioni di Sam, ma se ci pensiamo "non ci sono vincitori o vinti nell’universo di Slam, perché la vita di Samuele riflette lo skateboarding, dove l’importante non è arrivare primi e c’è consapevolezza di quante siano le possibilità di farsi male, ma sono rischi che vale la pena correre poiché è uno sport in grado di far volare" (Movies Gamesource).
Ambientato in Italia, il film ha dei posti bellissimi e una bella fotografia. Controllare qui nel trailer:
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UNA LOSER NEL LICEO - RECENSIONE DEL FILM SIERRA BURGESS È UNA SFIGATA
Per molti studenti, il liceo è un’ epoca molto importante, visto che è in questa fase che si formano diversi gruppi e persone, come i gruppi popolari e di sfigati; ci sono anche casi di bullying, preoccupazioni con la facoltà nel prossimo anno e con i futuri amori. Questo è l’argumento della nuova produzione cinematografica della Netflix nominata Sierra Burgess È una Sfigata.
Uscito in settembre di questo anno, il film racconta la storia di Sierra (interpretata dalla stessa attrice che ha fatto il personaggio Barb in Stranger Things), un’ adolescente intelligente, dall'aspetto goffo, che non è conforme agli standard di bellezza stabiliti per il liceo americano. Tuttavia, in un caso di bullying contro Sierra, la ragazza più popolare della scuola decide di dare il numero di cellulare sbagliato, il di Sierra, per un ragazzo chi la stava flirtando. Quindi, lui invia un messaggio per il numero e così inizia la trama.
Jamey (Noah Gregory) mostra il numero di "Veronica" ai suoi amici.
Una delle cose più interessanti del film è la transformazione del rapporto tra il personaggio principale con la ragazza popolare, Veronica; perchè dopo la scena del telefonino, le due ragazze s’avvicinano per conquistare il loro amore. Questa relazione comincia quando Sierra dà lezioni di rinforzo per Veronica in cambio di un aiuto con il ragazzo del numero di cellulare, Jamey. La nerd e la tipica ragazza cattiva: sono due stereotipi molto presenti nelle produzioni adolescenti sulla rivalità, ma che in questo film ottengono un trattamento più profondo, perché nell’amicizia tra le due ragazze si osserva la vita dei personaggi, come le loro insicurezze, le paure e la ricerca nel sapere chi sono e che cosa si aspetta la società delle due adolescenti.
Sierra (Shannon Purser) e Veronica (Kristine Froseth)
Già la relazione di Sierra e Jamey è un po’ problematica, nonostante presenti scene interessanti di loro parlando al telefonino e per messaggio (come nei vecchi tempi), durante tutto il film la protagonista lo inganna sostenendo di essere la ragazza popolare come in un episodio di Catfish. Questo è una cosa che il film romanticizza durante tutta la narrativa, il che è molto preoccupante, visto che una delle scene più problematiche è quando Sierra bacia il ragazzo senza il suo consenso. Da questo, lei abbandona diverse volte il suo migliore amico per le relazioni con Veronica e Jamey, oltre a continuare a sostenere la bugia del telefonino.
Sierra (Shannon Purser) e Dan (RJ Cyler), lo suo migliore amico.
Tuttavia tale bugia è parzialmente comprensibile, perché Sierra ha un’insicurezza con il suo corpo e pensa che non è bella – basato sugli standard di bellezza stabiliti dal liceo americano. Però, sfortunatamente, il film non tratta di forma profonda questo tema così importante alle ragazze in liceo.
Alla fine, Sierra resta con lui e ottiene la facoltà che voleva, Stanford; già Veronica si incanta con la filosofia – una delle materie che Sierra le ha insegnato – e decide fare questo corso in una facoltà. In breve, il film è interessante, nonostante dei contro. È una narrativa adolescente bella da vedere, sopratutto nella relazione di Veronica e Sierra, questa che sarebbe di prima una storia di rivalità, però il film porta a una forma diversa.
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SCENEGGIATURA
Ciao a tutti gli amanti di Netflix!
Doppia dose è un blog di recensioni sui film e le serie di produzione originale Netflix.
Qui ci sono due recensione per settimana, essendo una principale, sulle uscite delle secondo semestre di 2018, e l'altra sui film e le serie italiane che fanno parte del vasto catalogo della piattaforma, che ho chiamato Throwback Italy (TBI) - alludendo all'espressione Throwback Thursday (TBT).
Sarà, in totale, sei recensioni, essendo:
Le uscite: Throwback Italy (TBI):
Sierra Burgess è una sfigata Slam: Tutto per una ragazza
Dacci un taglio Rimetti a noi i nostri debiti
Elite Suburra: La serie
È questo, ragazzi! Ci incontriamo nella prima recensione!
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