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staipa · 2 days
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/instagram-ha-deciso-di-nascondere-i-post-con-argomenti-politici/?feed_id=1484&_unique_id=662f7ac0aa183 %TITLE% Instagram, e di conseguenza Threads, ha aggiunto silenziosamente una modifica che diminuisce la vista di post che siano ritenuti di sfondo politico. Lasciamo perdere le capacità tecniche di riconoscere davvero cosa sia politico e cosa no, credo che molti vorrebbero sapere che questa opzione sia stata attivata e che l'impostazione predefinita è quello di vedere argomenti politici. Ovviamente la modifica ha un duplice aspetto, se da un lato chi non vuole vedere contenuti politici viene "protetto" (e chi vuole vederli non sa che qualcuno ha deciso comunque di "proteggerlo"), dall'altro chi produce esclusivamente o parzialmente contenuti di carattere politico sa che da questo momento in poi la sua vita su questi social sarà molto più difficile, uno dei tanti motivi per cui io sono e resto sul mio sito e utilizzo i social solo come finestra di condivisione. Alla faccia della libertà di espressione. Per chi fosse interessato a rimuovere questa opzione il percorso è impostazioni -> contenuti suggeriti -> Contenuti di natura politica.
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staipa · 7 days
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/perche-lintelligenza-artificiale-non-e-intelligente/?feed_id=1457&_unique_id=6628e34f743b2 %TITLE% C'è un'aura di mito e di mistero attorno all'idea di Intelligenza Artificiale, in parte dovuta all'ovvia ignoranza tecnologica ma in larga parte dovuta al marketing aggressivo di chi la sviluppa o agli allarmismi per ora immotivati. Dall'altra parte, c'è chi la critica aspramente come una tecnologia estremamente sopravvalutata portandone esempi di fallimento. Vorrei cercare di esplorare quale sia lo stato attuale di quello che l'Intelligenza Artificiale può o non può fare. Ho già parlato di Intelligenza Artificiale in diversi articoli (https://short.staipa.it/3qsdr), dei problemi etici che la riguardano (https://short.staipa.it/g50at), della sua sostenibilità (https://short.staipa.it/w7n3s) del suo impatto sulla medicina (https://short.staipa.it/bm3ei), dei possibili sviluppi futuri (https://short.staipa.it/5pc8z), delle sue sfide tecniche e sociali (https://short.staipa.it/emfjl), dei miti che la circondano (https://short.staipa.it/s6u5y) e di molti altri argomenti. Non ho mai parlato di cosa non è, e di quale sia il principale limite ancora invalicabile. Un'informazione utile a rimettere nel giusto piano molte delle affermazioni che la circondano. Per facile comprensione ho scelto di mostrare alcuni esempi di come sia facile far cadere in errore una intelligenza artificiale generativa. Lo scopo non è sminuirne la potenza e l'importanza ma mostrare la differenza tra Intelligenza e Intelligenza Artificiale. Ho chiesto a Chat GPT "Puoi farmi un esempio di distribuzione di voti tra 10 studenti in modo che la media faccia 6,5?" non è una domanda difficile per chi abbia un minimo di conoscenza di base dell'aritmetica da elementari. Basta che tutti prendano 6,5 e la media farà 6,5. La risposta è stata 5, 6, 6, 6, 7, 7, 8, 8, 9, 10. La cui media fa 7.2. Sono un programmatore, so un po' di come a volte i programmi "ragionino", non ho specificato che i voti possano avere la virgola e questo potrebbe aver messo in difficoltà il sistema anche se una distribuzione di numeri interi come 5, 6, 6, 6, 7, 7, 8, 8, 9, 5 avrebbe portato a un tutto sommato accettabile 6.7 di media. Ho voluto quindi dare il giusto suggerimento per costringere il sistema ad utilizzare numeri con la virgola "Puoi farmi un esempio di distribuzione di voti tra 10 studenti in modo che la media faccia 6,5? Gli studenti possono prendere anche voti con la virgola", la risposta è stata 7, 6, 6, 5, 6.5, 7.5, 8, 8, 9, 6 la cui media però è di 6.9. Certo, sembra capire il linguaggio e le domande che si fanno ma per quanto conosca molte persone che non sanno fare aritmetica di base mi pare che ci sia qualche lacuna di troppo in un sistema di cui si teme possa sostituire il lavoro di personale qualificato. Ho tentato con una domanda più generica, ma con un contesto strano, l'idea era quella di chiedere qualcosa che non potesse essere facilmente reperibile su internet come risposta preconfezionata. D'altronde se parlo con una intelligenza superiore alla mia non lo faccio per chiederle cose banali di cui sono a conoscenza giusto? La domanda è questa "Uno squalo potrebbe partecipare a una gara fra tonni?", credo che una qualunque intelligenza in grado di comprendere la frase e il suo contesto sceglierebbe una risposta tra "Quello che chiedi non ha senso perché i pesci non fanno gare" oppure -se avesse un po' più di ironia- "Gli squali non essendo tonni non verrebbero accettati in tale competizione". La risposta è stata "No, gli squali non parteciperebbero a una gara fra tonni. Le gare fra tonni coinvolgono esseri umani che competono per catturare tonni utilizzando attrezzature specifiche per la pesca. Gli squali, essendo predatori marini, cacciano tonni come parte della loro dieta naturale, ma non partecipano a gare organizzate dagli esseri umani. Gli squali non hanno la capacità di comprendere il concetto di una
gara organizzata e non possono essere addestrati per partecipare ad attività umane come una gara di pesca al tonno. Inoltre, coinvolgere gli squali in tali eventi sarebbe poco sicuro e poco pratico, considerando il loro comportamento naturale e il rischio potenziale per gli esseri umani e per gli stessi squali." che in parte ha senso, se assumiamo che si stesse parlando di una gara di pesca al tonno fatta da umani e non di una gara di tonni fatta da tonni. Una intelligenza intelligente non sarebbe caduta in un inganno così semplice. Ho deciso di fare un ulteriore test con una intelligenza artificiale che genera immagini a partire da un'idea. Ho chiesto "un logo che sembri scritto a mano comprendente solo una S e una G, l'idea era di produrre un logo in qualche modo sulla falsa riga di quello che utilizzo sul mio sito personale, ma con un appeal più artigianale. Dovrebbe essere un'idea piuttosto semplice su cui nessun grafico umano sbaglierebbe, potrebbe farlo bello, brutto ma sono abbastanza sicuro che al netto di colore e forme comparirebbero in qualche modo una S, una G e nessun'altra lettera. Le immagini che mi sono state restituite, una conteneva le lettere "S i g i", una conteneva le lettere "S t a n g i i", una conteneva "g u i s e i g a", e solo uno conteneva effettivamente solo una S e una G, che però non avevano per nulla l'aspetto di essere state realizzate a mano. I giornali titolano del terrore dei grafici di poter essere sostituiti da questa tecnologia. Ho provato anche qualcosa che fosse più nelle corde di un'artista che sia intelligente e che possa rubare immagini di altri per produrre qualcosa di bello. Ho chiesto "Un'immagine che rappresenti un'idea, evitando però di usare il cliché della lampadina". Ora non so cosa mi avrebbe prodotto un vero grafico, un cervello pieno di colori? Uno scienziato che salta felice? Un'esplosione piena di piccole immagini di parti meccaniche? Non ne ho idea, la grafica non è il mio forte. Sono abbastanza sicuro però che se mi avesse prodotto l'immagine di una lampadina non lo avrei considerato intelligente. Eppure... Qual è il problema? Qual è l'errore costante in tutte queste risposte se non esattamente l'assenza di intelligenza? La mia non vuole essere una critica a quello che attualmente viene venduto come Intelligenza ma alla definizione che le viene data, appunto Intelligenza. Non esiste una definizione univoca e universalmente accettata per cosa sia l'Intelligenza. Se la capacità di un cucciolo di nutrirsi appena nato sia intelligenza o no, se una risposta istintiva sia intelligenza o no, se un'ape possa definirsi intelligente o no. Abbiamo deciso che noi siamo intelligenti e abbiamo coniato una parola che definisca quello che noi sentiamo di essere, pur essendo incapaci di descriverlo. Una caratteristica che però credo possa essere condivisibile in larga parte credo sia quella di comprendere il contesto in cui ci si trova. L'Intelligenza Artificiale non lo fa. Non sta capendo le parole che le diciamo, non sta dandogli significato e figurandosi qualcosa per rispondere con un ragionamento. L'IA per come siamo in grado di realizzarla oggi è una specie di rete di probabilità, che fa corrispondere un input all'output che ritiene più probabile, senza entrare nel reale significato di quanto riceve come richiesta e di quanto fornisce come risposta. Un esempio che può rendere meglio l'idea è quello del riconoscimento delle immagini. L'Intelligenza artificiale non è qualcosa di intelligente ma inizia come un aggeggio vuoto e inerte a cui vengono date informazioni con dei cartellini: questa è la foto di un gatto, questa è un'altra foto di un gatto, gatto, gatto, gatto, gatto, questa invece è la foto di un cane, altro cane, cane, sempre un cane, cane, occhio che questo è un gatto, gatto, cane, altro cane, gatto. Per migliaia, possibilmente milioni di volte. A quel punto ci sarà una probabilità altissima che sia in grado di riconoscere un gatto, o un cane, o moltissime altre cose.
Ma non perché sappia cos'è un gatto, un animale, il pelo, un occhio o una crocchetta. Semplicemente perché conoscerà la probabilità che i pixels di un'immagine siano disposti in un certo modo quando l'etichetta è "gatto". Paradossalmente potrebbe riconoscere un gatto perché impara a riconoscere che i pixel nella foto hanno generalmente accanto la forma di un cuscino, e non riconoscere un gatto nel prato se tutti i gatti che gli sono stati mostrati erano su un cuscino, e cosa peggiore riconoscere un cuscino come gatto, o riconoscere come gatto un cane su un cuscino. Tutto dipende non tanto dall'Intelligenza del sistema ma da quella dei suoi addestratori che dovranno fornire immagini il più possibile eterogenee e ben ragionate per costringere il sistema a riconoscere solo la parte di immagine che davvero contiene il gatto, e non altri dettagli di contorno. Ma in ogni caso non sarà il gatto ad essere riconosciuto, ma una certa probabilità di distribuzione di puntini colorati in una immagine. Siamo ben lontani da un software in grado di fare ragionamenti, di conoscere davvero che cosa sia un gatto e di figurarselo. Probabilmente decenni. Ed è per questo che l'Intelligenza Artificiale è ben lontana dal sostituirci o dal conquistarci, ma anche solo di essere un sistema affidabile con assoluta certezza in determinate situazioni. Prendiamo il classico caso di un robot in grado di distinguere il nemico e ucciderlo. Da cosa lo riconoscerà? Migliaia di immagini che gli mostrano uomini in divisa? Basterà vestire i soldati in giacca e cravatta. Migliaia di immagini di persone armate? Basterà camuffare le armi da valigetta. In un modo o nell'altro basterà comportarsi o apparire fuori contesto in qualche modo. Apparire un civile. Ovviamente a meno che sia programmato per distruggere indifferentemente tutto, ma a quel punto una bomba atomica o un'arma batteriologica sarebbero meno dispendiose. Per lo stesso motivo, le attuali intelligenze artificiali eccellono nel riconoscere tumori o fratture dalle immagini, nel trovare anomalie nei dati, nel distinguere tra miliardi di foto di stelle quelle con caratteristiche interessanti, nell'analizzare immagini satellitari e nel monitoraggio e ottimizzazione di vario genere. Ma poi richiedono che ci siano degli esseri umani che verificano i risultati e decidano. Questi risultati non sono dovuti all'intelligenza del software, ma all'ingegnosità dei cosiddetti data scientists, gli scienziati dei dati, che sviluppano metodi per addestrare questi software ad eccellere in compiti che implicano il confronto tra un elemento e un'enorme quantità di dati. Anche le Intelligenze Artificiali generativa, per quanto sorprendenti e interessanti funzionano su meccanismi analoghi. Hanno sistemi con i quali sono in grado di generare testi o immagini che hanno una certa probabilità di essere aderenti alla richiesta, producono un certo numero di risultati e poi valutano quali tra questi possano essere i migliori. Ma non sono in grado di ragionare e di comprendere davvero la richiesta come è in grado di fare un essere umano. La parte eticamente problematica di tutto questo è che non essendo in grado di generare da zero qualcosa sono costretti a leggere o visionare testi e immagini già realizzati e taggati, esattamente come per il riconoscimento delle immagini. A quel punto se si chiede qualcosa di relativamente simile a qualcosa di già esistente sono in grado di produrre qualcosa che ci somiglia, o che ha una buona probabilità di somigliarci. Aprendo un legittimo dubbio sulla questione che quello che viene prodotto sia una forma di plagio di qualcosa già esistente senza l'autorizzazione dell'autore originale. Alla luce di queste informazioni è decisamente più facile ragionare su cosa possa verosimilmente fare o no l'Intelligenza Artificiale, ci sono ambienti a basso valore dove sicuramente farà diminuire il personale umano in favore di specialisti (call center, supporto tecnico di primo livello, ricerca di informazioni di importanza non strategica.
..), ma difficilmente potrà allo stato attuale sostituire alti profili o profili tecnici (programmatori, progettisti, chi prende decisioni finali con implicazioni importanti...), in compenso permetterà a chi ha intelligenza reale di pensare a nuove applicazioni che possono diventare strategiche e importanti basate soprattutto sul riconoscimento di pattern o la riproduzione di eventi o situazioni. Anche su questo il 90% di quello che si legge in rete è fuffa, e sapere come funzionano le cose aiuta ad avere meno paura e più consapevolezza.
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staipa · 8 days
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/giornata-mondiale-del-libro-e-del-diritto-dautore/?feed_id=1475&_unique_id=66276a769b847 %TITLE% Il 23 aprile è la Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, giornata organizzata dall'UNESCO per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il diritto d'autore. Io nel mio piccolo cerco di recensire i libri che più mi colpiscono, se vi va di dare un'occhiata, prendere qualche consiglio o commentare insieme un libro vi invito a leggere i miei consigli qui: https://short.staipa.it/libri Leggo molti più libri di quanto riuscirei mai a recensire ma se sono in quella lista, sono sicuramente tra quelli che ritengo i più belli. Leggere rende liberi. Fa conoscere altri mondi, altre visioni, apre la mente. Senza lettura diventiamo autoreferenziali come se tutto il mondo girasse attorno a noi. Senza lettura siamo costretti a fidarci di chi abbiamo davanti senza saper valutare se meriti fiducia. Senza lettura perdiamo quella parte di noi che esprime la capacità di sognare altre possibilità. Leggere è un esercizio che diventa presto desiderio e poi si trasforma in un mondo intero.
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staipa · 9 days
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/giornata-della-terra/?feed_id=1466&_unique_id=66260d71d5e51 %TITLE% Il 22 aprile è la Giornata della Terra (in inglese: Earth Day), è il giorno in cui si celebrano l'ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. La data è fissata a, un mese e un giorno dopo l'equinozio di primavera. L'intento è chiaro e non serve una enorme spiegazione, come fatto altre volte mi limiterò a riportare quello che ha scritto qualcuno di decisamente più bravo a scrivere di me, dopo aver richiesto di realizzare nel 1990 le foto che ora ricordiamo come Pale Blue Dot (tenue puntino azzurro). La foto è stata scattata dalla sonda Voyager 1, quando si trovava a sei miliardi di chilometri di distanza dalla terra, ben oltre l'orbita di Nettuno. Pale Blue Dot Da questo distante punto di osservazione, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi, è diverso. Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti coloro che amate, tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica.Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare per un momento padroni di una frazione di un puntino. Pensate alle crudeltà senza fine inflitte dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti le incomprensioni, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto fervente il loro odio. Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l'illusione che noi abbiamo una qualche posizione privilegiata nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è alcuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Colonizzare, non ancora. Che ci piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l'astronomia è un'esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai conosciuto.Carl Edward Sagan
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staipa · 19 days
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/un-quinto-degli-effetti-avversi-del-covid-era-grave/?feed_id=1448&_unique_id=6619115cc5686 %TITLE% Sembra quasi di farlo apposta, ma la realtà è semplicemente che in qualsiasi momento si voglia fare una veloce ricerca di Fake News ci si trova qualcuno che ne campa. Anche tra i media che vengono scritti e realizzati da persone che formalmente risultano giornalisti qualificati. Il titolone "Speranza: «Sapevo che un quinto degli effetti avversi era grave»" calza a pennello con il mio recente articolo Il ruolo dello snobismo della matematica nelle Fake News (https://short.staipa.it/p51n9), ed è un ottimo esercizio di ragionamento e di comprensione di come alcuni media marcino sull'ignoranza dei propri lettori alimentando paure e scontri senza farsi alcuno scrupolo. Che la cosa sia efficace è dimostrato ovviamente dai commenti presenti sulla pagina Facebook del giornale stesso, dove insulti, minacce e auguri delle peggiori cose si sprecano in abbondanza. Ma qual è la verità? Dato che La Verità è anche il nome della testata che ha pubblicato l'articolo? Può un giornale permettersi di mentire su un dato così facilmente reperibile? Il dato è vero, infatti, e il giornale non sta propriamente mentendo. Sta costruendo una narrazione attorno al dato per farlo sembrare molto diverso da quello che è. Non serve una grandissima capacità per capire quale sia il meccanismo, eppure a giudicare dai commenti sono molte le persone che non sono in grado di fermarsi e ragionare. Nel frattempo, questa narrazione fa guadagnare consensi al giornale lanciando l'odio e il desiderio di violenza dei propri lettori verso una persona che non ha detto assolutamente nulla che già non si sapesse. Cosa significa che un quinto degli effetti avversi era grave? Poco o nulla se non si allarga il dato e non si ragiona su quanti fossero gli eventi, avversi e no. Non ci sono mai stati segreti su questi dati, sono sempre stati pubblici e li fornisce l'Agenzia Italiana del Farmaco (https://short.staipa.it/ivgle). In particolare il quattordicesimo (e ultimo) report riporta questi dati: Complessivamente, l’81,3% (n. 114.290) delle segnalazioni inserite al 26/12/2022 riporta eventi avversi non gravi, con un tasso di segnalazione pari a 79/100.000 dosi somministrate, e il 18,7% (n. 26.305) eventi avversi gravi, con un tasso di 18 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose somministrata e dal possibile ruolo causale della vaccinazione (Figura 3). https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_14.pdf Non serve neppure leggersi tutto il documento per capire. Ogni 100.000 dosi sono state segnalate in media 97 reazioni avverse, di cui 18 gravi. 18 è appunto un quinto delle 97 reazioni. Significa che si hanno avuto reazioni avverse nello 0.00097% dei casi, un caso su 1.031 vaccinazioni. Di questo 0.00097% il 18,7% sono state gravi. Il 18,7% delle 0.00097%, non del 100%. A me non sembra un dato terribilmente negativo il fatto che le reazioni avverse gravi siano state lo 0,00018%, in pratica un caso su 5.555 vaccinazioni. Però la gran parte dei lettori di quell'articolo penseranno che l'ex ministro stia dicendo che i casi erano moltissimi, e chi lo ha scritto sa benissimo che sarà così. Questa paura sarà poi amplificata dal non sapere cosa sia classificato come grave e cosa no. Cosa sia un evento avverso è indicato nello stesso documento Un evento avverso è un qualsiasi episodio sfavorevole che si verifica dopo la somministrazione di un farmaco o di un vaccino, ma che non è necessariamente causato dall’assunzione del farmaco o dall’aver ricevuto la vaccinazione; https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_14.pdf In pratica un evento avverso è anche un semplice mal di testa avvenuto dopo la somministrazione del vaccino, indipendentemente dal fatto che la causa di quel mal di testa
sia stata il vaccino o lo stress lavorativo, o una cattiva digestione, o il partner che ti ha portato a fare shopping, o una testata contro una vetrata. Verrebbe quasi da pensare che quando i giornali scrivevano assurdi articoli su una donna investita dopo la vaccinazione avessero ragione a fare rientrare l'evento nelle reazioni avverse... (https://short.staipa.it/8ozdl) Cosa sono invece gli eventi avversi gravi? L'elenco viene fornito da EMA, l'Agenzia europea per i medicinali, qui: https://short.staipa.it/7kec1 Un dato interessante è che tra gli eventi avversi gravi è considerata anche la hyperpyrexia, cioè la comune febbre. Questo 0,00018% di casi avversi gravi, un caso su 5.555 vaccinazioni, comprende anche i casi di febbre. Se avete avuto una linea di febbre dopo il vaccino siete tra quelli che infoltiscono quello 0,00018%. Il titolo "Speranza: «Sapevo che un quinto degli effetti avversi era grave»" acquista improvvisamente un sapore diverso alla luce di questi ragionamenti. Già rileggere un quinto degli effetti avversi era grave ora risulta di più facile comprensione, perché l'attenzione va giustamente sul "degli effetti avversi". Sono certo che chi ha scritto quell'articolo sapesse benissimo il significato di quello che stava scrivendo, e che lo scopo fosse alimentare quella rabbia, quella divisione, quella frustrazione per ricevere consensi. Sia sulla pelle sia del ex ministro, sia su quella di chi alla fine rischierà di non proteggersi da una malattia alla prossima occasione, o di non fidarsi del parere di un medico che lo avrà in cura. Sarebbe questo il giornalismo da cui trarre le proprie informazioni e le notizie da cui astrarre le proprie opinioni? Credo che articoli come questo qualifichino chiaramente la qualità di un giornale e di un giornalista, e diano un'indicazione precisa di un certo metodo di presentare i dati. In genere, qui sul blog, non analizzo notizie o articoli specifici e cerco di stare sul generico ma in questo caso si tratta di un articolo troppo ghiotto per non citarlo, per non trovare l'occasione ancora una volta di mostrare come sia semplice, ragionando sui dati, accorgersi di quando ci vogliono turlupinare.
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staipa · 28 days
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/perche-vedo-cosi-tanti-giovani-morire/?feed_id=1439&_unique_id=660d350b8b5ac %TITLE% Negli ultimi anni, in particolare dopo il picco della pandemia Covid e delle polemiche sulle vaccinazioni, si sentono numerose persone lamentarsi di quella che sembra essere una nuova moria: quella di ragazzi e giovani che sembrano morire con una frequenza molto più alta del normale, quasi sempre per problemi cardiovascolari. Cosa c'è di vero? Davvero molti giovani stanno morendo per motivi cardiovascolari? La risposta veloce è sì. Sì, ma. Chi vive di questo allarmismo o in questa paura attribuisce queste morti a una correlazione tra l'assunzione del vaccino Covid e la morte stessa, come se l'alta quantità di morti fosse causata dall'alta quantità di vaccinazioni. Parliamone. Parliamone con dati che sono pubblici e disponibili a tutti. A chi crede a questa teoria e a chi no. Esiste correlazione tra vaccini e le morti precoci? No, no aspetta, cosa significa correlazione prima di tutto??! In statistica, una correlazione è una relazione tra due variabili tale che a ciascun valore della prima corrisponda un valore della seconda, seguendo una certa regolarità. La correlazione non dipende da un rapporto di causa-effetto quanto dalla tendenza di una variabile a cambiare in funzione di un'altra. https://it.wikipedia.org/wiki/Correlazione_(statistica) Quello qui sotto è un grafico che mostra la correlazione negli stati uniti tra i suicidi per stritolamento, strangolamento e soffocamento e la spesa per scienza, spazio e tecnologia. Dal punto di vista della statistica la correlazione esiste ed è matematicamente dimostrabile. L'indice di correlazione in questo caso è di circa 0.944, per chi non sia avvezzo alla statistica l'indice di correlazione può andare da 0 (non esiste nessuna correlazione) a [math]\pm1[/math] (esiste una correlazione totale) quindi in questo caso la correlazione è del 95%. Piuttosto alta direi. Si calcola attraverso questa formuletta, l'indice di correlazione di Pearson [math]-1\leq (\rho) xy=\frac \sigma xy\sigma x\sigma y=\frac \sum i=1^n(xi-\mu x)(yi-\mu y)\sqrt \sum i=1^n(x_i-\mu x)^2\sqrt \sum i=1^n(y_i-\mu _y)^2\leq +1[/math] Cosa manca in questo grafico? La causalità. Una correlazione statistica non implica che uno dei due dati correlati sia la causa dell'altro, significa solo che l'andamento dei due dati sono molto simili. Si tratta di un calcolo che stima quanto l'uno si discosti dall'altro ma non serve a dimostrare che ci sia un nesso di causalità. Ah, ok. Esiste causalità tra vaccini e le morti precoci? Immagino già chi mi segue da tempo a preoccuparsi, o a ridere sotto i baffi. Chi mi segue da meno invece lo vedo già a esclamare "Tu non sei un medico! Cosa vuoi saperne?". Va bene va bene, ma non sforiamo nella retorica dell’avvelenamento del pozzo (https://short.staipa.it/v0csn), e cerchiamo di non fare del Cherry picking (https://short.staipa.it/gq0xv). Non sono un medico, e di certo non scriverò qui se esista o non esista dal punto di vista medico una qualche nesso di causalità, posso tuttavia fare dei ragionamenti sulla parte statistica della questione. E utilizzare un metodo per cercare informazioni affidabili. Ma dove si possono cercare statistiche ben fatte e affidabili sugli italiani? Sul sito di ISTAT. Ogni anno vengono fatte tutta una serie di statistiche sulle morti in base ai numeri presenti nelle anagrafi dei comuni e periodicamente sulle cause di morte, questo in base a dati forniti dagli ospedali. Per evitare il bias del non ce lo dicono e anche la quantità di morti dovute al covid stesso, cercherò di attenermi a dati precedenti al 2020 per le cause di morte o successivi al 2021 per i confronti numerici tra il numero di decessi prima e dopo. L'indirizzo dove prendere i dati è il seguente https://www.istat.it/it/archivio/240401, faccio riferimento alle statistiche aggiornate a luglio 2021 quando i vaccini erano in uso da soli sei mesi e non utilizzati ancora in maniera massiva
I dati sono recuperabili in forma tabellare a questo indirizzo: https://www.istat.it/it/files//2020/03/TavoleStimaDecessiPerRegioneGennaioAprile_2015_2020.xlsx Una volta scaricato il foglio excel, si trova un raggruppamento chiaro e semplice nella scheda TAB_B Riporto qui per comodità la schermata di interesse Come detto in precedenza possiamo tranquillamente ignorare i casi di COVID, non ci riguardano in quanto ci stiamo focalizzando sui casi di morte improvvisa per problemi cardiovascolari a fronte di vaccinazione. Possiamo notare come la causa principale di morte siano i problemi cardiovascolari, nel quadrimestre gennaio-aprile 2020 come nel quadrimestre gennaio-aprile calcolato sulla media degli anni dal 2015 al 2019. Nel 2020 era intorno al 30% mentre nella media 2015-2019 era addirittura oltre il 35%. Se dovesse esserci un trend, nel 2020 a inizio Pandemia le morti per problemi cardiovascolari sono state leggermente in calo. Questo motiva la prima risposta che ho dato in questo articolo: sì, sono molte persone che stanno morendo per motivi cardiovascolari. Praticamente una su tre. Solo che questa percentuale era impressionante, perfino leggermente maggiore, anche prima della pandemia. Una persona su tre moriva per problemi cardiovascolari anche prima dei vaccini Covid e prima che i nostri sguardi impauriti ci facessero caso. Sto dicendo che non esiste nessun nesso di causalità tra vaccino e rischi cardiovascolari? Ovviamente no, non lo sto dicendo e non è mia competenza farlo. Ci sono stati casi conclamati, secondo l'Agenzia Italiana del Farmaco In Italia nel periodo dal 27/12/2020 al 10/07/2021 tra gli eventi avversi si sono registrate 166 possibili reazioni al vaccino con esito fatale e io di certo non potrei negare questo dato. (Qui il documento di AIFA https://short.staipa.it/qvaoj) Ma 166 casi sono un numero ridicolo che non fa aumentare nessuna percentuale di nessuna statistica neanche se invece dei percento mettiamo i permille. C'è un altro modo di analizzare le morti? Cosa è cambiato dopo il 2020? La domanda è più che lecita ma i dati sulle cause di morte non sono aggiornati, e se lo fossero qualcuno direbbe che possono essere falsificati mettendo cause di morte diverse da quelle reali. Giusto? Lo dicevano già per tentare di minimizzare l'impatto della pandemia quindi perché non usare la stessa narrazione anche in questo caso? Istat, però ci fornisce anche statistiche sui numeri di morti (persone tolte dall'anagrafe) indipendentemente dalle cause. Si trovano qui http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCIS_MORTALITA1 e si possono fare svariate ricerche, per età, per sesso, per provenienza, per anno... Ho scelto un confronto tra la mortalità del 2018, ben prima del Covid e del 2022, il dato più recente che abbiamo ma che è comunque dopo il grosso della campagna di vaccinazioni, già nel pieno di quella che sembra la moria dei vaccinati. Dalla didascalia è possibile scaricare il file excel con i dati da cui ho ricavato i grafici. Download file I numeri dell'asse x sono i morti per mille dell'anno, per esempio ci sono qualcosa come il 3,5‰ di bambini morti nei primi quattro anni di vita (3,4 ogni mille) e 2,8‰ nel 2022 (2,8 ogni mille). A quanto pare tra gli zero e i 44 anni (è un range abbastanza largo per considerare i giovani?) le morti nel 2022 sono state leggermente meno che nel 2018. Solo per quelli tra i 40 e i 44 anni c'è stato un lieve aumento dello 0,1‰ (uno su diecimila), ma io voglio considerarli lo stesso tra i giovani perché ne ho 41. In compenso c'è stato un aumento a tratti lieve a tratti piuttosto marcato tra i 70 e i 120 anni, è un dato che dovrebbe dirci qualcosa ma non lo andrò ad analizzare in quanto esimono dall'argomento dell'articolo. Dai dati che ho riportato qui e all'inizio si capiscono due cose: una persona su tre muore per problemi cardiovascolari le morti tra i giovani non sono aumentate A corollario di questi due punti penso di poter dire che, se davvero c'è stato
un grande aumento di giovani morti per problemi cardiovascolari, deve esserci stato un altrettanto consistente calo di morti per altri motivi, in misura quasi equivalente se non superiore. Torniamo quindi alla domanda iniziale. Perché vedo così tanti giovani morire? Se le statistiche sui morti non confermano la tesi che ci siano molte più morti precoci, non si spiega perché sembra che sui giornali queste morti siano aumentate notevolmente. Non ho dati specifici sul numero di articoli sul tema che vengono pubblicati oggi o che venivano pubblicati in passato, sebbene sia possibile ricavarli con alcuni metodi di ricerca di cui ho parlato nei vari articoli sulle Fake News (https://short.staipa.it/fake) tale ricerca sarebbe probabilmente tempo buttato. Il meccanismo è doppio e si autoalimenta: tutti noi abbiamo la tendenza a focalizzarci su qualcosa e crederlo una coincidenza. Ne ho parlato di recente in Cherry picking, le fake news amano le ciliege (https://short.staipa.it/gq0xv), Basta guardarsi intorno, quando una coppia aspetta un bambino finisce sempre per vedere un mondo pieno di donne incinte e di bambini piccoli, se si ha un cane si finisce per notare tutti i cani del mondo, se si è attratti da un simbolo politico sarà facile vederlo in giro ovunque, se si è attratti da un modello di auto è facile continuare a notarlo, e così una volta iniziato a fare caso agli articoli su giovani morti prematuramente è facile farci caso sempre più spesso ignorando magari altri generi di notizie. Ma se il meccanismo fosse solo così sarebbe facile liberarsene. Qui entra in gioco un secondo meccanismo di cui ho parlato nell'articolo Quando siamo estremamente divisivi è probabile siamo vittime di Fake News (https://short.staipa.it/9f1em). Nel caso specifico di queste morti ovviamente non si tratta di Fake News, sono notizie più che reali! La questione è che i social network, ma anche gli aggregatori di notizie, valutano i nostri interessi e gusti attraverso i nostri click e il tempo passato a visualizzare un articolo; una volta creato un profilo delle cose che sembrano interessarci ce le mostrano. Pensa che siamo interessati a decessi di giovani? Ci mostrerà tutti gli articoli che escono su quel tema. Anche fossero pochi, anche un articolo ogni dieci decessi, sembrerebbero comunque moltissimi, soprattutto se l'algoritmo sceglie di privilegiare quelli, soprattutto se si considera che in Italia muoiono più di 1500 giovani all'anno (lo si vede dal foglio excel di cui sopra). A questo va aggiunto che la morte di un giovane fa più notizia della morte di una persona di mezza età, e che una volta che i giornali abbiano capito che quel genere di notizia risulta molto attiraclick (https://short.staipa.it/cyj4l) non perderanno occasione di pubblicarne il più possibile alimentando ulteriormente questa percezione. Una prova di questo? Provate a cercare informazioni su altre tipologie di notizie tipicamente attraenti per il giornalismo. Che ne so incidenti stradali, parti problematici, gossip su un personaggio specifico meno famoso, morte di personaggi famosi. Dopo pochi giorni, sarete ricoperti da articoli su quell'argomento. E se sarete stati bravi in compenso smetterete di vedere giovani morire.
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staipa · 1 month
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/le-soluzioni-semplici-sono-quelle-sbagliate/?feed_id=1393&_unique_id=660558def2dc0 %TITLE% Le soluzioni semplici sono quelle sbagliate. Anche questo slogan, per esempio, è sbagliato. Perché si tratta di una semplificazione spinta. Esistono moltissimi problemi nel mondo, problemi che spesso possono essere visti da molteplici lati e posizioni, ideologiche e no. Il riscaldamento globale, l'inquinamento, i diritti delle donne, la biodiversità, le guerre nel mondo, la povertà, l'immigrazione, le pensioni, la riduzione delle nascite, l'invecchiamento del paese, la gente che dice cattiverie sui social, fare la radice quadrata, il calo della qualità media del giornalismo, la sicurezza informatica, trovare un modo di guadagnare di più, l'impossibilità di costruire una macchina che si autoalimenta... chiunque stia leggendo potrebbe aggiungere decine di tematiche che ho mancato di inserire e che per lui sono più importanti di queste, o meno importanti. Cambia poco. Quasi nessuna sarà esprimibile in un solo modo e in maniera semplice e lineare. Ne prendo quattro a caso cercando di dirne il poco che so in poche righe, solo come esperimento mentale. Non abbiatene a male se ignorerò moltissimi aspetti delle tematiche stesse. Ho scelto le tematiche a caso. Giurin giurello. Invecchiamento del paese Fabbisogno di figli: In molte società sviluppate, la tendenza è verso la riduzione del numero di figli per coppia, anche dovuto alla scarsa mortalità infantile che spinge a non fare figli in sovranumero. Aumento dell'età media: I miglioramenti nella sanità e nelle condizioni di vita hanno portato a un aumento dell'aspettativa di vita. Cambiamenti nel lavoro e nella carriera: L'aumento delle opportunità di istruzione e la crescente partecipazione delle donne al mercato del lavoro hanno portato a scelte diverse riguardo al momento in avere figli e all'interesse di averne. Migrazione: In Italia, come in molti altri paesi europei, c'è stata una significativa migrazione di persone più giovani verso altri paesi per motivi di lavoro. Cambiamenti culturali: Le idee culturali riguardo al ruolo della famiglia, dei figli e dell'invecchiamento possono influenzare le decisioni riguardanti la maternità/paternità. Condizioni economiche e lavorative: un paese con un alto livello di precariato e con accesso al mondo del lavoro estremamente difficile e ritardato può influenzare la decisione delle persone di avere figli. Politiche governative: Le politiche governative riguardanti la famiglia, la presenza di asili sul territorio, la sanità, l'assistenza agli anziani e l'immigrazione possono influenzare la struttura demografica della popolazione. Riscaldamento Globale Emissioni di gas serra: Le attività umane, come la combustione di combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale) per la produzione di energia elettrica, il trasporto, l'industria e il riscaldamento, rilasciano grandi quantità di gas serra (come anidride carbonica, metano, biossido di azoto e altri). Questi gas intrappolano il calore e provocano l'effetto serra, riscaldando il pianeta. Deforestazione: L'abbattimento degli alberi, soprattutto nelle regioni tropicali, rimuove un importante assorbitore di anidride carbonica dall'atmosfera, mentre la combustione dei boschi rilascia grandi quantità di carbonio nell'aria. La perdita di foreste riduce la capacità della Terra di assorbire il carbonio atmosferico attraverso la fotosintesi. Agricoltura intensiva: L'uso di fertilizzanti azotati produce ossido nitroso, un potente gas serra. La gestione del bestiame produce grandi quantità di metano, soprattutto attraverso la digestione degli animali e lo smaltimento dei rifiuti. La conversione di terreni naturali in campi coltivati riduce la capacità del suolo di assorbire il carbonio. Industrializzazione e processi produttivi: Le attività industriali, come la produzione di cemento e l'acciaio, rilasciano grandi quantità di anidride carbonica nell'atmosfera.
Trasporti: I trasporti, sia su strada che marittimi, sono responsabili di una significativa quantità di emissioni di gas serra. I veicoli a motore che bruciano carburanti fossili rilasciano anidride carbonica e altri gas serra nell'atmosfera. Il trasporto marittimo fonte di ossido nitroso e zolfo che contribuiscono all'effetto serra e all'inquinamento atmosferico. Sfruttamento e uso dei combustibili fossili: L'estrazione, il trasporto e l'uso di combustibili fossili sono associati a perdite di gas metano e idrocarburi, oltre alle emissioni di anidride carbonica. Le attività di estrazione possono portare anche a perdite accidentali di metano, un gas serra molto più climalterante dell'anidride carbonica. Rifiuti e smaltimento: I rifiuti organici in discarica producono metano mentre si decompongono anaerobicamente. Il trattamento dei rifiuti tramite incenerimento, se non correttamente gestito, può rilasciare anidride carbonica nell'atmosfera. Urbano e sviluppo delle aree industriali: L'espansione delle aree urbane e industriali comporta la perdita di terreni naturali e la distruzione degli habitat, riducendo la capacità del suolo di assorbire il carbonio. L'urbanizzazione porta ad un aumento del consumo energetico per il riscaldamento, il raffreddamento e l'illuminazione degli edifici. Crescita demografica e sviluppo economico: L'aumento della popolazione mondiale e lo sviluppo economico hanno portato ad un aumento della domanda di energia, trasporti, alimenti e beni di consumo, contribuendo così alle emissioni di gas serra e al riscaldamento globale. Fare la radice quadrata Beh. Lo sapete, la radice quadrata non è semplice senza una calcolatrice, esistono metodi matematici iterativi ma sono tutti complessi. O forse no? L'impossibilità di costruire una macchina che si autoalimenta Il secondo principio della termodinamica: È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di trasferire calore da un corpo più freddo a uno più caldo senza l'apporto di lavoro esterno (formulazione di Clausius). E le soluzioni? Se prendiamo in esame questi quattro problemi, ma lo stesso vale per qualunque altro problema complesso, spesso le soluzioni che vengono proposte sono troppo semplici. Sul tema dell'invecchiamento del paese si parla di dare incentivi economici alle famiglie con più di n figli, o si parla di dare incentivi ai giovani che sono emigrati per tornare nel paese, ma basta questo per risolvere? Questo genere di incentivi economici non prendono in considerazione il cambiamento culturale, il diritto di autodeterminarsi delle donne e delle coppie in genere, la parità di diritti e salari della donna e l'uomo, le difficoltà ad avere un lavoro stabile, i salari bassi, i costi degli affitti e della vita... Per quanto riguarda il Riscaldamento Globale la situazione è ancora peggiore. Si parla spesso di come soluzioni che incrementino la presenza di produzione di energie solari o eoliche sarebbero in grado di risolvere il problema come se un sistema di produzione elettrica instabile e discontinuo possa avere effetto sulla produzione di gas climalteranti (che non sono solo la CO2) prodotti in una molteplicità di situazioni. Si parla spesso di come piantare qualche migliaio di alberi sarebbe una grande soluzione agli stessi problemi, quando gli alberi assorbono solo una minuscola quantità di CO2 e non gli altri gas climalteranti. Sia chiaro, non sono contro gli incentivi alle famiglie, come non sono contro il piantare alberi o l'incentivare l'energia solare, ma serve essere in grado di comprendere gli ordini di grandezza dei fenomeni, ed entrambi non si risolvono con minuscoli interventi marginali, servono giganteschi cambi di rotta e soprattutto di cultura. Io stesso sono proprietario di un impianto solare ma sono consapevole che il beneficio sia essenzialmente quello di farmi risparmiare e di farmi sentire la coscienza irrazionalmente più a posto in termini di impatto. Devo essere consapevole, però, che non sto aiutando il mondo in alcun modo finché mi limito a questo.
Neppure se sul tetto di ogni casa ci fosse un pannello solare l'impatto sarebbe gran che (in compenso ci sarebbero impatti negativi da gestire sulla rete elettrica su cui non vado a dilungarmi). Ho anche due belle piante nel mio piccolo giardino e sono consapevole che se hanno un impatto positivo è al massimo per la biodiversità degli insetti locali e per mantenere più fresco qualche metro quadrato attorno a esse. La quantità di carbonio che possono assorbire è ragionevolmente molto minore di 50kg all'anno, probabilmente 20 (https://short.staipa.it/isk63), a fronte per esempio del fatto che per produrre un kg di caffè si emettono circa 16kg di CO2 (https://short.staipa.it/bhxr6); Se usassi un kg di caffè al mese mi servirebbero quattro grossi alberi per assorbire tutta la CO2 prodotta solo da quello. Quattro alberi ben più grandi di quelli che posso mettere in giardino. Sempre che io non poti le piante, perché il legno che taglio sarà destinato a tornare carbonio bruciandolo o compostandolo. I motivi per cui piantare piante ci sono eccome, ma sono altri, e ben più complessi dell'assorbimento di CO2. E la radice quadrata? Semplicissima! [math] \sqrt25 = 2 + 5 = 7\\ 7-2 = 5 \hspace1cm \checkmark \\\\ \sqrt64 = 6 + 4 = 10\\ 10-2 = 8 \hspace1cm \checkmark \\\\ \sqrt196 = 1 + 9 + 6 = 16\\ 16-2 = 14 \hspace1cm \checkmark[/math]. Incredibile, a scuola non vi hanno mai insegnato che bastava sommare le cifre del numero e poi togliere 2. Pazzesco no? No, perché è sbagliato, sarebbe troppo semplice. [math] \sqrt49 = 7[/math] ma [math]\sqrt49 = 4 + 9 = 13\\ 13-2 = 11 \hspace1cm X[/math]. Oppure [math] \sqrt144 = 12[/math] ma [math]\sqrt144 = 1 + 4 + 4 = 9\\ 9-2 = 7 \hspace1cm X[/math]. Riguardo all'impossibilità di costruire una macchina che si autoalimenta, va beh, dai l'ho messa solo per poter mettere un'immagine di un'auto elettrica che si alimenta da sola con una dinamo. fonte Eppure, tanta gente crede anche a queste cose. In questi giorni pubblicizzano in televisione un integratore alimentare in cui il tema principale dello spot è il fatto che quattro persone diverse con quattro problematiche diverse prendono lo stesso integratore per risolvere i loro problemi. Soluzione troppo facile, no? Non è più probabile che in definitiva non serva a risolvere nessuna delle quattro? I problemi più sono importanti più hanno soluzioni complesse e vanno affrontati da punti di vista complessi e multidisciplinari. Chi vi racconta la soluzione semplice o vuole vendere qualcosa, o vuole guadagnare una qualche forma di consenso o, ed è il caso più triste a mio avviso, si è fatto a sua volta convincere da qualcun'altro che quella soluzione funzioni. Vale per molte situazioni, da chi vuole vendervi un integratore che curi qualunque cosa, o dell'omeopatia priva di effetti collaterali, o la dieta rivoluzionaria senza fare fatica, o il metodo per guadagnare tanti soldi stando a casa a far poco o nulla, o il trading online dai guadagni sicuri. La prima domanda da farsi è sempre "se è così semplice, perché non lo fanno tutti?" o "se la soluzione è questa perché non è già stata attuata"? Ovviamente la risposta a queste domande non è mai "colpa dei poteri forti" perché se quella soluzione è disponibile pubblicamente, se funzionasse sarebbero molte di più le persone che ne fanno uso. Soprattutto le soluzioni che sembrano alla portata di un qualunque cittadino medio. Se esistesse una minuscola modifica da fare all'auto per viaggiare gratis ci sarebbero molti meccanici che fanno la modifica, anche solo agli amici, se esistesse un modo per dimagrire senza fare fatica tutti quelli che vogliono essere magri lo sarebbero, se esistesse un modo per prevenire qualunque malattia, al sistema sanitario nazionale converrebbe dare quello invece che spendere miliardi che non ci sono per curare a posteriori. Più triste, e a mio avviso più pericoloso, è quando la "soluzione semplice" viene fornita in buona fede. Magari rientrando nella narrazione sensazionalistica che uccide una notizia vera (https://short.
staipa.it/ak6g6). In quel caso il rischio è che le persone aderiscano a una soluzione convinti di fare qualcosa di davvero utile e magari lavandosene le mani poi di soluzioni realmente efficaci. Quali sono allora le risposte dei problemi complessi? Il più delle volte non esiste una risposta ma molteplici risposte che vanno attuate pezzo per pezzo, punto per punto. Analizzate, valutate, costruite. Esistono persone che studiano una vita per queste soluzioni e difficilmente le soluzioni arriveranno dal guru di turno che ci vende la risposta facile, la risposta comprensibile e potabile per tutti, o la risposta che non ci costringa a rinunciare a niente. Ma c'è sempre qualcosa che ognuno di noi può fare e quel qualcosa ha una radice comune. Se io con i miei due alberi e il mio pannello solare sulla testa mi sentissi appagato dell'infinitesimo risultato che ottengo, diventerei inutile ai fini del miglioramento della situazione. Se invece resto consapevole che la mia è solo una molecola d'acqua in un deserto gigantesco posso continuare a cercare altre soluzioni, a informarmi, a fare pressione sulle istituzioni. Non è vero che tanto non cambierà mai niente, i governi, come i media, fanno quello che gli fa ricevere più consensi. Se tutti improvvisamente diventassimo appassionati di Curling improvvisamente le tv inizierebbero a parlare solo di quello, e i politici farebbero a gara per far costruire campi da Curling. Diventiamo appassionati di salvare il mondo in cui viviamo, ma prima informiamoci, e poi diamo il nostro piccolo contributo all'opinione pubblica invece di sprecare grandi energie in minuscole soluzioni poco efficaci. Solo assieme si può cambiare il mondo, si può spostare l'attenzione di chi può prendere decisioni, non guardando il proprio piccolo giardino. Ma bisogna informarsi, abbandonare i pregiudizi e fare un po' di fatica.
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staipa · 1 month
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/giornata-mondiale-del-teatro/?feed_id=1430&_unique_id=6603d51f9eb32 %TITLE% Il 27 marzo è la giornata mondiale del teatro, istituita dall'Istituto Internazionale del Teatro a sostegno delle arti di scena, si celebra a partire dal 1962. Il teatro non è un'arte secondaria, e non è un hobby. Nel teatro lavorano e faticano decine di migliaia di persone, e non solo quelle che si vedono sul palco. Il teatro non è solo un divertimento amatoriale di qualcuno che ha voglia di esser visto. Il teatro è l'espressione di storie, di sogni, di vite, di amore per un lavoro spesso difficile e precario. Ma il teatro è soprattutto espressione artistica, un luogo dove lo spettatore può uscire dal proprio mondo ed essere portato per mano nel mondo di chi sta recitando, scrivendo, progettando, costruendo, illuminando, anche solo spostando e pulendo un altro mondo. Esiste un teatro per tutti, per chi vuole ridere, per chi vuole piangere, per chi vuole riflettere, per chi vuole infuriarsi, per chi vuole protestare. Il teatro è lì per tutti noi. Basta provare, basta fidarsi, basta scegliere quello che ci emoziona, sedersi e aspettare guardando, ascoltando, respirando un'atmosfera.
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staipa · 1 month
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/giornata-mondiale-dellacqua/?feed_id=1421&_unique_id=65fd4ba6f2930 %TITLE% Il 22 Marzo è giornata mondiale dell'acqua, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. Facile osservare la terra e rendersi conto di quanto sia azzurra, il 70% della superficie terrestre è ricoperta di acqua. Il che la fa sembrare virtualmente infinita, eppure non è così. Sul nostro pianeta il 97% dell’acqua è salata e si trova nei mari e negli oceani del restante 3%, quel 3% si trova per il 69,7% nei ghiacciai e nelle nevi perenni e per il 20% nelle falde sotterranee. L'acqua presente in superficie e quindi disponibile per l'uomo è circa lo 0,3% di quella sul nostro bel pianeta azzurro. E noi la inquiniamo quotidianamente. La perdiamo in acquedotti fallati. La usiamo per farci docce infinite e bagni nella vasca. La lasciamo aperta mentre ci laviamo i denti. La usiamo come scarico dei nostri scarti. Poi ci sono popolazioni del mondo che di acqua ne hanno sempre meno, per il riscaldamento globale causato dall'inquinamento e dall'uso delle energie fossili. Queste popolazioni hanno bisogno di acqua e così si spostano, e vengono qui, dove l'acqua per ora c'è ancora. E noi ci lamentiamo, poi li integriamo, poi insegniamo loro a sprecare l'acqua come noi e a inquinare come noi, così altre popolazioni avranno lo stesso problema, tanto noi saremo probabilmente gli ultimi a restare senza. In un ciclo continuo. Vorrei che il ciclo dell'acqua fosse spiegato così. Oltre che nel classico modo scientifico di evaporazione, pioggia e assorbimento.
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staipa · 1 month
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/giornata-internazionale-per-leliminazione-della-discriminazione-razziale/?feed_id=1411&_unique_id=65fbebb640c8e %TITLE% Razzismo non è patriottismo. L'immagine di apertura di questo articolo dice già molto di quello che ho da dire. Nascondersi dietro al patriottismo per giustificare il proprio razzismo è da conigli. Tutti i "prima gli italiani" che significano "prima i bianchi", "prima noi", "prima quelli come noi" sono frasi da conigli che vogliono nascondere il proprio razzismo, la propria paura del diverso, la propria xenofobia. xenofobìa (o senofobìa) s. f. – Sentimento di avversione generica e indiscriminata per gli stranieri e per ciò che è straniero, che si manifesta in atteggiamenti e azioni di insofferenza e ostilità verso le usanze, la cultura e gli abitanti stessi di altri paesi, senza peraltro comportare una valutazione positiva della propria cultura, come è invece proprio dell’etnocentrismo; si accompagna tuttavia spesso a un atteggiamento di tipo nazionalistico, con la funzione di rafforzare il consenso verso i modelli sociali, politici e culturali del proprio paese attraverso il disprezzo per quelli dei paesi nemici, ed è perciò incoraggiata soprattutto dai regimi totalitari. Il termine è usato, per estens., anche in etologia, per indicare l’avversione di popolazioni animali legate a un territorio verso le popolazioni esterne.https://www.treccani.it/vocabolario/xenofobia/ Una parola che, curiosamente, ricordo di aver imparato alle elementari, nei primi anni Novanta, dalla fantastica maestra che ho avuto la fortuna di avere. Il 22 marzo è la Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1966. La data è stata scelta in ricordo del massacro di Sharpeville del 1960, la giornata più sanguinosa dell'apartheid in Sudafrica: 300 poliziotti bianchi uccisero 69 manifestanti che protestavano contro l'Urban Areas Act che imponeva ai sudafricani neri di esibire uno speciale permesso se venivano fermati nelle aree riservate ai bianchi. Una speciale commissione d'inchiesta denunciò il comportamento della polizia, mentre l'operato del governo sudafricano venne ufficialmente condannato dall'ONU. Sul fatto che sia un giorno importante da celebrare, per riflettere, per cambiare non c'è molto da aggiungere alla premessa di questo articolo.
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staipa · 1 month
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/giornata-internazionale-della-felicita/?feed_id=1402&_unique_id=65faa25f6c023 %TITLE% Il 20 marzo è la giornata internazionale della felicità. È stata istituita dall'Assemblea generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) il 28 giugno 2012. La risoluzione A/RES/66/281 dell'Assemblea dell'ONU, stabilisce che: «L'Assemblea generale [...] consapevole di come la ricerca della felicità sia uno scopo fondamentale dell'umanità, [...] riconoscendo inoltre la necessità di un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile, l'eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone, decide di proclamare il 20 marzo la Giornata Internazionale della Felicità, invita tutti gli stati membri, le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, e altri organismi internazionali e regionali, così come la società civile, incluse le organizzazioni non governative e i singoli individui, a celebrare la ricorrenza della Giornata Internazionale della Felicità in maniera appropriata, anche attraverso attività educative di crescita della consapevolezza pubblica [...]»Assemblea generale delle Nazioni Unite, Risoluzione A/RES/66/281 Fate tutto quello che è in vostro potere per essere felici, per rendere felici gli altri, e per permettere loro di fare quello che è in loro potere per essere felici. Sempre. I diritti sono la prima cosa, la più importante di tutte. Se state negando un diritto a qualcuno, ne state negando la felicità.
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staipa · 2 months
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/giorno-del-pi-greco-pi-day/?feed_id=1384&_unique_id=65f305b8cbd46 %TITLE% Il 14 marzo è il Giorno del Pi greco (Pi day, in inglese), la scelta è ispirata dalla data, vista nel formato mese-giorno usato negli Stati Uniti: 3-14, alcuni celebrano la ricorrenza dalle ore 15, in modo da adeguarsi all'approssimazione 3,1415, questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo alle 15:09 per adeguarlo all'approssimazione 3,14159 i secondi non li potevo scegliere. Larry Shaw, l'ideatore della festività, ritratto con alcune torte preparate per l'occasione La prima celebrazione del "Pi Day" si tenne nel 1988 all'Exploratorium di San Francisco, per iniziativa del fisico statunitense Larry Shaw, in seguito insignito del titolo di "Principe del pi greco". Il calendario della prima manifestazione prevedeva un corteo circolare attorno a uno degli edifici del museo e la vendita di torte alla frutta, decorate con le cifre decimali del pi greco (iniziativa dovuta al fatto che pi, in inglese, ha la stessa pronuncia di pie, una torta o crostata tipica dei paesi anglosassoni). Con gli anni, nei dipartimenti di matematica e in varie istituzioni nel mondo si coglie l'occasione per organizzare delle feste. Nel 2009, con la Risoluzione H.RES.224, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America riconosce il 14 marzo come giornata ufficiale per celebrare la nota costante matematica e si invitano i docenti a vivere il Pi Day come occasione per “incoraggiare i giovani verso lo studio della matematica”. Il pi greco è una costante matematica, indicata con la lettera greca π(pi), scelta in quanto iniziale di περιφέρεια (perifereia), circonferenza in greco. Nella geometria piana il π viene definito come il rapporto tra la lunghezza della circonferenza e quella del suo diametro, o anche come l'area di un cerchio di raggio 1. Non è una costante fisica o naturale, ma una costante matematica definita in modo astratto, indipendente da misure di carattere fisico. Questo è il valore del π troncato alla 100ª cifra decimale è 3,14159 26535 89793 23846 26433 83279 50288 41971 69399 37510 58209 74944 59230 78164 06286 20899 86280 34825 34211 70679
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/giorno-del-pi-greco-pi-day/?feed_id=1375&_unique_id=65f2caa002b9b %TITLE% Il 14 marzo è il Giorno del Pi greco (Pi day, in inglese), la scelta è ispirata dalla data, vista nel formato mese-giorno usato negli Stati Uniti: 3-14, alcuni celebrano la ricorrenza dalle ore 15, in modo da adeguarsi all'approssimazione 3,1415, questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo alle 15:09 per adeguarlo all'approssimazione 3,14159 i secondi non li potevo scegliere. Larry Shaw, l'ideatore della festività, ritratto con alcune torte preparate per l'occasione La prima celebrazione del "Pi Day" si tenne nel 1988 all'Exploratorium di San Francisco, per iniziativa del fisico statunitense Larry Shaw, in seguito insignito del titolo di "Principe del pi greco". Il calendario della prima manifestazione prevedeva un corteo circolare attorno a uno degli edifici del museo e la vendita di torte alla frutta, decorate con le cifre decimali del pi greco (iniziativa dovuta al fatto che pi, in inglese, ha la stessa pronuncia di pie, una torta o crostata tipica dei paesi anglosassoni). Con gli anni, nei dipartimenti di matematica e in varie istituzioni nel mondo si coglie l'occasione per organizzare delle feste. Nel 2009, con la Risoluzione H.RES.224, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America riconosce il 14 marzo come giornata ufficiale per celebrare la nota costante matematica e si invitano i docenti a vivere il Pi Day come occasione per “incoraggiare i giovani verso lo studio della matematica”. Il pi greco è una costante matematica, indicata con la lettera greca π(pi), scelta in quanto iniziale di περιφέρεια (perifereia), circonferenza in greco. Nella geometria piana il π viene definito come il rapporto tra la lunghezza della circonferenza e quella del suo diametro, o anche come l'area di un cerchio di raggio 1. Non è una costante fisica o naturale, ma una costante matematica definita in modo astratto, indipendente da misure di carattere fisico. Questo è il valore del π troncato alla 100ª cifra decimale è 3,14159 26535 89793 23846 26433 83279 50288 41971 69399 37510 58209 74944 59230 78164 06286 20899 86280 34825 34211 70679
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staipa · 2 months
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/la-retorica-dellavvelenamento-del-pozzo/?feed_id=1366&_unique_id=65f19265bb142 %TITLE% Non sempre i dati possono essere fraintesi, e non sempre un'idea di qualche genere è facilmente attaccabile. A volte le evidenze portano in una direzione che non è quella dove vorremmo si andasse e non c'è modo di far invertire la rotta con il ragionamento e le informazioni. Di come i dati possano essere esposti in maniera fuorviante ne ho parlato in Il ruolo dello snobismo della matematica nelle Fake News (https://short.staipa.it/p51n9) e in Cherry picking, le fake news amano le ciliege (https://short.staipa.it/gq0xv), in Come la narrazione sensazionalistica uccide una notizia vera (https://short.staipa.it/ak6g6) ho parlato anche di come non farsi del male da soli esponendo un'idea, ma non è nessuno di questi il caso, quando tutto depone contro di noi resta un solo strumento, una sola fallacia argomentativa: l'avvelenamento del pozzo. Per "avvelenamento del pozzo" si intende un tipo di fallacia argomentativa per cui ciò che sarà sostenuto dall'avversario viene pubblicamente delegittimato in anticipo insinuando un sospetto circa la sua buona fede o sulla sua credibilità. Ogni cosa che dirà l'interlocutore sarà quindi ignorata, considerata irrilevante o del tutto falsa, da parte degli astanti. L'avvelenamento del pozzo è un caso particolare di argumentum ad hominem. L'origine del termine proviene dalla pratica di gettare una piccola quantità di veleno in un pozzo prima che un esercito nemico invada il territorio, in questo modo tramite una piccola azione si ottengono risultati micidiali. https://it.wikipedia.org/wiki/Avvelenamento_del_pozzo In pratica si tratta di una tecnica retorica in cui si cerca di screditare un argomento o un individuo presentando informazioni negative o false sul contesto in cui si trova l'argomento o l'individuo stesso. Si cerca di minare la credibilità dell'argomento o dell'interlocutore prima che l'argomento venga discusso o ascoltato. Il caso tipico è quello in cui durante un dibattito si cerchi di screditare la persona invece di discutere del nocciolo del discorso. "Cosa vuoi saperne tu che sei...", "Parli di questo argomento ma tu...", eccetera. Esistono molti esempi in cui questo tipo di retorica viene utilizzata, in primis nella discussione degli utenti medi sui social, dove prima di discutere un argomento spesso le persone vanno a verificare sul profilo di una persona quali punti possano essere usati per attaccarlo e poi invece di discutere dell'argomento i due passano agli insulti reciproci. Tipicamente accusandosi a vicenda di essere di una o l'altra fazione politica, come se questo fosse un offesa o come se il mondo si dividesse tutto tra due fazioni opposte. La retorica dell'avvelenamento del pozzo però viene usata sempre più spesso anche in ambienti o su temi che dovrebbero essere trattati in modo decisamente più professionale ed edificante di un flame sotto un post su Facebook: Politica: Durante una campagna elettorale, ma ormai anche il resto del tempo, capita quotidianamente che si cerchi di diffondere o rafforzare opinioni e preconcetti per inasprire il confronto verso avversari. In Italia succede invariabilmente e si arriva al giorno delle elezioni senza che molti esponenti abbiano espresso un vero programma, in compenso hanno passato buona parte del tempo a criticare quello che gli altri propongono, quello che hanno fatto i loro predecessori, o quello che rappresentano secondo qualche stereotipo. In parte questa è una delle cause di disinteresse da parte di molti elettori, ed è la causa dell'inasprirsi dei toni e del fatto che la propaganda elettorale sia più vicina a una gara di insulti su Melee Island (https://short.staipa.it/owt3f) che a una discussione tra persone adulte. Multinazionali: Esistono aziende più o meno etiche, e che producono prodotti più o meno validi, ma quanto spesso capita che ci siano delle vere e proprie campagne
di odio nei confronti di alcune di esse? Fino a qualche anno fa andava di moda una battaglia a spada tratta contro alcuni fast food, per un po' si sono viste battaglie contro alcuni grandi produttori di prodotti tecnologici per dove e come fabbricano i loro prodotti, invariabilmente senza chiedersi dove e come lavorassero i diretti concorrenti. Più un'azienda è grande, più sarà probabile debba affrontare di queste campagne, che poi tipicamente nel giro di pochi anni passano al dimenticatoio se a farle non è il presidente degli Stati Uniti. Pubblicità: Una società potrebbe lanciare una campagna pubblicitaria che diffonde informazioni false o fuorvianti sui prodotti dei suoi concorrenti, cercando di danneggiarne l'immagine e di guadagnare così una quota di mercato. Un esempio è stato quello dell'Olio di Palma di pochi anni fa (https://short.staipa.it/e0usw) quando diverse campagne mediatiche hanno puntato in modi diversi sul prodotto, dal punto di vista salutistico, di sostenibilità, di pericolosità, modificando il mercato nella direzione di utilizzare altri tipi di olii che non sono necessariamente più sani, né più sostenibili ma coltivati e prodotti da aziende diverse. Religione o filosofia: Da quanti anni sentiamo parlare di religioni diverse da quella dominante come di terroristi, come di persone che vogliono portarci via le nostre tradizioni, come di persone che ci stanno invadendo? Secondo le stime di uno studio del 2021 del Centro studi sulle nuove religioni (CESNUR), il 74,5 per cento degli italiani e degli stranieri residenti nel Paese è cattolico, il 15,3 per cento ateo o agnostico, il 4,1 per cento cristiano di altre confessioni, il 3,7 per cento musulmano e il 2,2 per cento seguace di altre religioni (https://short.staipa.it/tn2kv). Ma per alcuni esponenti politici è fondamentale alimentare la paura di questa invasione. La paura raccoglie consensi, a discapito però di persone oneste che finiscono per essere oggetto delle ripercussioni di chi è spaventato. Immigrazione: vale più o meno quanto sopra per quanto riguarda le paure, ma anche qui vanno considerati i dati (https://short.staipa.it/z0wl8). Negli ultimi dieci anni sono sbarcate circa 1 milione di persone, vuol dire che tra alti e bassi la media sarebbe di circa 100.000 all'anno e in Italia siamo 60 milioni. Non sembrerebbe un'invasione, soprattutto se ben gestiti dato che la gran parte di loro vorrebbe andare in altre aree dell'europa. Resta un problema da gestire, certo. Ma non è terrorizzando gli elettori e parlando di invasione che si risolvono determinate problematiche, eppure la paura porta voti, molti voti. Forse se c'è un problema è nella difficoltà di fare figli da parte degli italiani dato che dal 2021 al 2022 sono diminuiti ci sono stati quasi 33.000 cittadini italiani e 7.000 nascite in meno (https://short.staipa.it/ozn5b) e non ci sono abbastanza asili (https://short.staipa.it/spc0i) per mandarci i figli se hai il coraggio e la disponibilità economica di farli e mantenerli. Destra, Sinistra, su giù centro: esistono istanze come quelle dei diritti delle minoranze o della salvaguardia dell'ambiente o la che non dovrebbero essere legate a una specifica corrente politica, eppure molto spesso per screditarle si usa proprio tale appartenenza. In altre nazioni sono cose che vengono spinte superpartes indipendentemente dall'appartenenza politica. Da noi invece di discutere gli argomenti si tende a discutere di preconcetti che ci stanno attorno. Quante volte se si parla di una tematica di una nicchia ristretta ci si sente attaccati perché "di destra" o "di sinistra"? Anche questo è avvelenamento del pozzo, non affrontare l'importanza della tematica ma le idee generali di chi la porta. Nuove tecnologie: 3g, 4g, 5g, WiFi, cuffie Bluetooth, sono tutte tecnologie che appena uscite sono state ricoperte di fake news spaventose su rischi, tumori, controllo della mente, ma sono tutte tecnologie che ormai abbiamo assimilato e utilizziamo quotidianamente. Sta succedendo
lo stesso con le auto elettriche che secondo alcuni sembrano incendiarsi come fiammiferi quando in realtà i casi di incendio di auto elettriche sono irrisori (https://short.staipa.it/odjc2), succede con Intelligenza artificiale (https://short.staipa.it/s6u5y) e succederà sicuramente con ogni nuova tecnologia. Insomma, quando su un argomento c'è tanta gente incazzata, o impaurita, è probabile che qualcuno li abbia aizzati. E se qualcuno li ha aizzati un motivo deve esserci; per affondare concorrenti o anche solo per vendere libri, notizie, click. Forse è meglio fidarsi delle persone pacate, quelle che hanno la lucidità mentale di mettersi a discutere e spiegare come persone adulte e ragionevoli.
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staipa · 2 months
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/festa-della-donna-non-esattamente/?feed_id=1357&_unique_id=65eac7e99fb77 %TITLE% Oggi è l'8 marzo, in Italia chiamiamo questa giornata festa della donna, un momento per festeggiare le tanto bistrattate donne, per spendere un po' di soldi in mimose, ristoranti e feste. E poi? E poi il giorno dopo tornare al vecchio comune vivere. Ci sono delle storture in tutto questo. Innanzi tutto, il nome. Perché dovrebbe essere una festa? Che cosa esattamente dovremmo festeggiare? Nel resto del mondo l'8 marzo non è la festa della donna, ma la Giornata internazionale della donna. Ma noi siamo la nazione che rinomina titoli come "Eternal Sunshine of the Spotless Mind" in "Se mi lasci ti cancello", abbiamo un po' il sadico gusto di cambiare i titoli rovinandone poeticità e significato per piegarli al commercio. Credo che Giornata internazionale della donna renda un po' di più l'idea del fatto che oggi non è un giorno in cui meramente festeggiare le donne che ci circondano, ma un giorno nel quale riflettere sulle disuguaglianze sociali che differenziano lo status della donna da quello dell'uomo. E ce ne sono molte. Il fatto che una donna sia quasi sempre costretta a lasciare il lavoro anche temporaneamente qualora abbia dei figli, il fatto che in molti casi non si prenda neppure in considerazione che sia l'uomo a farlo, il fatto che molti non prendano neppure in considerazione l'eventualità che una donna non voglia avere figli un po' come se fosse considerata un'incubatrice semovente, il fatto che ci sia un grosso squilibrio salariale tra uomini e donne, la quantità oggettiva di donne che ogni anno muoiono di morte violenta uccisa da uomini, il fatto che in questi omicidi o nella violenza sessuale si tenda a dare la colpa alla donna "troppo disponibile", o "poco vestita" e non si punti sul violentatore che indipendentemente dal resto ha di fatto commesso un crimine violento e inaccettabile (ne ho parlato anche qui https://short.staipa.it/t7ag8), e mille altri. Lo ammetto, io sono un uomo, sono dal lato sbagliato e sicuramente non sono in grado di capire o elencare tutte le situazioni che non vedo o che non sono in grado di comprendere a fondo ma è comunque da qui che dobbiamo partire. Dall'ammettere che determinati problemi esistano e siano oggettivi e che per risolverli sono gli uomini a dover fare un grande grande passo. Vale come per il resto delle cose. Prima si capisce che un problema esiste, poi lo si accetta, poi si prova a cambiare le cose. Conosco molti uomini, ma anche donne purtroppo, che danno per scontato che non esista disparità salariale, che danno per scontato che dato che la donna partorisce sia obbligatorio sia lei ad accudire la prole, che danno per scontato che l'unico obbiettivo di vita di una donna sia figliare, che le violenze sulle donne siano spesso inventate o provocate. Ma non è così, e la colpa di tutto questo è sia di chi non vede il problema, sia di chi lo vede e non alza un dito per cambiare le cose, perché tanto non tocca a lui. Anzi se qualcuno vorrà elencarmi altre problematiche da citare/analizzare, mi impegno già da ora ad aggiungerle in coda all'articolo. Disparità salariale Secondo un report di Federconsumatori (che potete trovare qui https://short.staipa.it/25d73) questa era la situazione nel 2019. SettoreDonneUominiGender Pay GapAgricoltura23.478,00 €23.996,00 €-2%Industria di processo29.982,00 €31.803,00 €-6%Industria di manifattura29.208,00 €30.996,00 €-6%Edilizia32.785,00 €27.694,00 €18%Utilities33.821,00 €33.298,00 €2%Commercio28.124,00 €29.263,00 €-4%Servizi26.132,00 €29.766,00 €-12%Servizi finanziari36.718,00 €45.985,00 €-20%Media Italia27.420,00 €30.429,00 €-10%RAL Media 2019 per settore – Elaborazione Federconsumatori su dati Istat e Osservatorio JobPricing Differenze stipendio per inquadramento DirigentiQuadriImpiegatiOperaiDonne € 148.206,00 € 62.157,00 € 29.568,00 € 23.502,00Uomini € 161.682,00 € 68.201,00 € 32.685,00 € 25.
781,00Gender Pay Gap-8,33%-8,86%-9,54%-8,84%RAL Media 2019 per inquadramento – Elaborazione Federconsumatori su dati Istat e Osservatorio JobPricing Gender Tax Si tratta del fenomeno per cui alcuni prodotti dedicati espressamente alle consumatrici donne costerebbero di più rispetto agli equivalenti destinati agli uomini, e viceversa. ProdottoVariazione % tra versione maschile e femminileProfumo+29% per la versione femminileShampoo+67% per la versione maschileBagnoschiuma+9% per la versione maschileDeodorante+51% per la versione femminileCrema viso+68% per la versione femminileCreme corpo+32% per la versione maschileScarpe da ginnastica+14% per la versione maschileT-shirt+26% per la versione maschileGiacche e cappotti+8% per la versione femminileMaglie e felpe+4% per la versione femminileCreme depilatorie+5% per la versione femminileRasoi+16% per la versione femminile A questo vanno aggiunti oggetti fondamentali e necessari come gli assorbenti intimi che fino a poco fa erano tassati al 22% come tutti gli oggetti comuni e che con tanto sforzo è stata abbassata al 10%. Ma non al 4% come i beni di prima necessità. Perché fare figli è obbligatorio, perdere il lavoro per fare figli è necessario, ma gestire tutto quello che c'è di correlato a farli come il ciclo o i costi di determinate analisi, cure o medicinali invece no, si paga. Violenza sessuale Secondo ISTAT (qui i dati https://short.staipa.it/oaq9r) Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, una su tre. Una su tre è tantissimo. Il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro e il tentato stupro. Ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne, il 5,2% dal partner attuale e il 18,9% dall’ex partner. TIPO DI VIOLENZAPartner attuale o ex (a)Non partner (b)Totale (b)ItalianeStraniereTotaleItalianeStraniereTotaleItalianeStraniereTotaleViolenza fisica o sessuale12,920,413,625,318,224,731,531,331,5Violenza fisica11,018,211,612,312,612,419,625,720,2Violenza sessuale5,59,15,818,39,717,521,516,221,0Stupro o tentato stupro2,24,22,43,34,63,45,17,75,4Stupro1,83,82,01,12,01,22,85,33,0Tentato stupro1,02,11,12,52,92,53,34,63,5(a) per 100 donne con partner attuale o precedente(b) per 100 donne dai 16 ai 70 anni In tutto questo ovviamente si parla di chi ha avuto la forza di denunciare, perché sono molte le donne che sotto minaccia o in difficoltà magari non riescono a farlo. Donne che lasciano il lavoro per i figli Secondo Istat (qui i dati completi https://short.staipa.it/qtduw) sono l'11,1% le donne con almeno un figlio che non hanno mai lavorato per prendersi cura dei figli a confronto con una media europea di 3,7%. Il 38,3% delle donne lavoratrici tra i 18 e i 64 anni con figli sotto i 15 anni hanno modificato aspetti professionali per conciliare lavoro e famiglia, per i padri con le stesse caratteristiche il valore è 11,9% Il resto Il tutto senza considerare quanto sia facile per una donna essere insultata in quanto tale, fischiata per strada, spaventata, considerata negativamente perché non si cura abbastanza, o perché ingrassa o dimagrisce, o perché invecchia senza rifarsi o tingersi o truccarsi per sembrare giovane. Ah. Per la cronaca il #ddlzan avrebbe dovuto anche difendere le donne da questo. Non solo per le persone omosessuali. Le leggende metropolitane La mimosa, che fiorisce tra febbraio e marzo, è stata scelta come simbolo, in Italia, da Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei, ma non ha alcun legame precedente con la giornata se non il periodo di fioritura. Per quanto riguarda invece l'incidente famoso che si tende a commemorare in questa data si fa generalmente riferimento alla morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, probabilmente la leggenda metropolitana è nata facendo
confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l'incendio della fabbrica Triangle (https://short.staipa.it/llc73), nella quale morirono 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini, in gran parte giovani immigrati di origine italiana ed ebraica). L'8 marzo non è una festa ma un momento di riflessione, per questo è importante. Se fosse solo una festa avrebbe ragione chi dice che è inutile. Vi lascio infine con un video divertente ma significativo, sarebbe bello lo vedessero tutti, soprattutto gli uomini. Fa ridere, e fa capire molte cose. https://www.youtube.com/watch?v=YzV05pGHpWE
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staipa · 2 months
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/cherry-picking-le-fake-news-amano-le-ciliege/?feed_id=1347&_unique_id=65e8571a6f8e5 %TITLE% Esistono svariati modi per utilizzare dati e informazioni e piegarli verso conclusioni che non sono quelle corrette, di recente nell'articolo Il ruolo dello snobismo della matematica nelle Fake News (https://short.staipa.it/p51n9) ho parlato di come si possa utilizzare la statistica per forzare il significato di dati verso una direzione diversa da quella che dimostrano, e nell'articolo Come la narrazione sensazionalistica uccide una notizia vera (https://short.staipa.it/ak6g6) ho parlato di come una semplice narrazione scorretta possa danneggiare invece una mozione etica e positiva. Si tratta di fallacie logiche: Le fallacie sono errori nascosti nel ragionamento che comportano la violazione delle regole di un confronto argomentativo corretto. I ragionamenti fallaci appaiono come rigorosi e logici, ma in realtà non sono validi (da non confondere con "veri"): -valido è riferito alla correttezza logica degli argomenti (come le premesse che implicano le conclusioni); -vero riguarda invece la veridicità delle proposizioni con cui si enunciano gli argomenti. Il termine fallacia deriva dal latino fallere che significa ingannare. Il più delle volte tali ragionamenti vengono costruiti ad hoc da colui o coloro che li propongono, con l'intento di ingannare o anche persuadere l'interlocutore. Diverse definizioni di fallacia sono state proposte da vari autori. Tutte le definizioni, comunque, le descrivono come un problema logico linguistico caratterizzato da un paio di aspetti: -sembrare qualcosa che non è; -avere una forma di erroneità, invalidità o scorrettezza. https://it.wikipedia.org/wiki/Fallacia Una delle fallacie più frequenti nell'esporre Fake News (https://www.staipa.it/blog/fakenews), ma che causa in generale a tutti noi il rischio di ingannarci da soli quando vogliamo sperare in qualcosa che i dati non riportano in maniera esplicita è il cherry picking, ed è tra i principali motivi per cui è nato il metodo scientifico. Parlare del cherry picking è un buon modo per introdurre il metodo scientifico nella discussione e per capire in che modo il parere della comunità scientifica abbia un forte valore di affidabilità. Non ho usato a caso il termine comunità scientifica, perché non è del singolo scienziato che bisogna fidarsi ma del metodo e questo è davvero determinante, e non ho usato a caso il termine affidabilità perché molto di quello che ci dice la ricerca scientifica è sempre passibile di miglioramento. Il cherry picking è la fallacia logica di quando un individuo tende ad ignorare tutte le prove che potrebbero andare contro la propria tesi evidenziando solo quelle a favore. Alcuni esempi banali sono il classico "a me funziona", o "conosco persone che", ma si estende a situazioni potenzialmente più gravi e assurde come quando all'evidenza pratica di un anno che è il più caldo mai registrato qualcuno ribatte con "come mai se è l'anno più caldo mai registrato oggi nevica?" Come funziona il metodo scientifico Una delle prime realtà con cui ogni scienziato si trova a confrontarsi è la propria tendenza a sbagliare interpretando un fenomeno. In realtà è una sensazione che, a ben pensarci, proviamo tutti quando in uno o l'altro evento della propria vita abbiamo l'impressione che tutte le cose che ci stanno attorno spingano in una direzione e poi finiamo per schiantarci contro un muro di gomma. Se riuscissimo a guardarci indietro razionalmente ci accorgeremmo che abbiamo solo scelto di considerare segnali positivi una certa quantità di eventi e di ignorare un'altra certa quantità di eventi. Succede molto spesso nell'ambito sentimentale/relazionale ed è spesso la causa di grandi delusioni che per chi ci sta attorno erano ampiamente annunciate. Succede anche agli scienziati, anche ai più razionali. Nell'agonismo di portare a termine una ricerca sperano in un risultato e finiscono
per interpretare i dati raccolti in maniera non conforme, o per realizzare esperimenti non sufficientemente ben congegnati e a trarsi in inganno. Nasce da questo il metodo scientifico. Cercando di semplificare al massimo quello che si fa in una ricerca scientifica è scegliere una teoria, una serie di concetti ipotetici, e metterla alla prova cercando di falsificarla, cercando di dimostrare che questa non è vera. Se non si è in grado di dimostrarla come falsa allora sarà considerata vera fino a prova contraria, finché qualcuno di più bravo non riuscirà a dimostrare con un esperimento che quella teoria non funziona. Ovviamente le cose non sono così semplici. Per evitare la fallacia del Cherry picking prima che una ricerca sia considerata valida deve essere sottoposta alla comunità scientifica, ad altri scienziati e ricercatori che non si limiteranno a dire "sì o no" in base al sentimento o a una lettura superficiale. I dati e gli esperimenti realizzati dovranno essere condivisi con la comunità scientifica ed altri, numerosi altri se la teoria risulta essere particolarmente importante, la metteranno alla prova, leggeranno i dati, faranno altri esperimenti sempre allo scopo di falsificare quella teoria. Solo quando ci sarà stato questo processo la teoria verrà considerata valida. Ma non è neppure così semplice, perché per essere presa sul serio una teoria deve essere appunto falsificabile. Nel senso che sia possibile costruire un esperimento o una dimostrazione che la mettano alla prova. "Ho nel garage un unicorno rosa invisibile che non si può toccare né percepire", non è una teoria falsificabile perché non esiste alcun metodo empirico per mettere alla prova l'esistenza o meno dell'unicorno. Una teoria di questo genere, fino a che qualcuno non trovi un modo per metterla alla prova non sarà considerabile come scientifica. Può entrare nell'ambito della fede, o della psicosi, ma non della scienza. Una cosa interessante e da sottolineare è che per il metodo scientifico non importa se chi fa una affermazione abbia un premio Nobel o un diploma di quinta elementare. Importa che sia in grado di dimostrare la propria affermazione e di renderla dimostrabile e verificabile da parte di altri ricercatori. E le grandi rivoluzioni scientifiche? Galileo Galilei? Newton? Einstein? Amiocuggino che ha fatto l'auto ad acqua? Il metodo scientifico non funziona a grandi rivoluzioni improvvise e a grandi geni incompresi che sovvertono la visione di tutti gli altri. Così è come piace raccontarlo ai media, o nei libri sensazionalistici. Quello che accade è essenzialmente una grandissima collaborazione molto spesso internazionale. Esistono uomini o donne che espongono una nuova teoria, come lo sono state le teorie della relatività, la teoria della gravitazione universale o il sistema eliocentrico, ma non vengono mai dal nulla, ogni gigante, si appoggia sulle conoscenze pregresse e così le idee di Galileo sull'universo erano simili a quelle di Keplero che si basavano su quelle di Copernico, Newton ha definito le stesse idee migliorandole dal punto di vista matematico e dimostrandole universali, Einstein ha migliorato la teoria di Newton andando a coprire alcune incongruenze che si rivelavano tra la teoria di Newton e la realtà e perfino la relatività di Einstein ha dei limiti nelle singolarità gravitazionali dei buchi neri, del big bang e dei buchi bianchi, e si sta studiando per allargarla ulteriormente. Probabilmente presto o tardi verrà migliorata attraverso una nuova teoria della gravità quantistica che quando arriverà sarà una rivoluzione, ma non un salto inaspettato di un singolo genio. Per quanto riguarda invece il cugino che ha fatto l'auto ad acqua la questione è piuttosto semplice e lineare: come per tutte le ricerche scientifiche non ha che da sottoporre ad altri i propri risultati, con tutti i dati. Se la comunità scientifica considera invenzioni come queste solamente panzane è perché il cugino di turno non è riuscito a mostrare qualcosa che sia verificabile e riproducibile da fonti indipendenti.
Se la cosa è così facilmente realizzabile da essere stata fatta in un normale garage, basta mettere su internet gli schemi di funzionamento e chiunque con sufficiente tecnica dovrebbe essere in grado di costruirne una, anche indipendentemente da presunti poteri forti, lobby del petrolio e della corrente elettrica o alieni rettiliani. Come funziona il cherry picking? Il cherry picking funziona proprio come raccogliere le ciliegie: questa sì, questa no, questa sì, questa no. Abbiamo un bel cesto di ciliegie in cui ci sono centinaia di belle ciliegie rosse e un po' di ciliegie nere. Se leggiamo il dato per quello che è abbiamo tante ciliegie rosse e un po' di nere, se raccogliamo dal cesto solo quelle nere e le mostriamo al pubblico, il pubblico invece penserà che nel cesto siano tutte scure. Può succedere a tutti noi quando iniziamo a far caso alle notizie di un certo genere e ci sembra di esserne sopraffatti (anche perché poi i social ci mettono del loro nel farcene trovare di più https://short.staipa.it/umaes), o quando speriamo tanto che qualcosa sia come vorremmo, ma è una tecnica comunemente usata soprattutto da negazionisti e complottisti per supportare le proprie teorie ignorando dati contrari o contestualmente rilevanti. Ecco alcuni esempi in cui il cherry picking è spesso utilizzato: Cambiamento climatico: molte delle tesi negazioniste sul cambiamento climatico prendono in esame scale ridotte, ad esempio di pochi mesi, o di pochi anni, o di zone del mondo specifiche per mostrare che in quei range il cambiamento non è così radicale. Di fatto si ignorano l'insieme della vastità dei dati che se analizzati nel loro insieme danno una visione schiacciante e priva di ogni dubbio e si focalizzano su un insieme più specifico e ridotto. In alternativa fanno anche un cherry picking sulle fonti: basta costruire una narrazione sui pochissimi scienziati che non riconoscono l'evidenza e contrapporli come eroi all'enorme quantità di scienziati che invece la riconoscono da ormai diversi decenni. Chiamarli eroi, magari aggiungendo che anche Galileo Galilei ai suoi tempi non era accettato ed è cosa fatta. Per altro ignorando che, a parte i suoi bisticci col papa, Galilei insegnava nelle più prestigiose università dell'epoca, era molto apprezzato per la sua divulgazione scientifica e intesseva svariati rapporti epistolari con diversi studiosi dell'epoca. Cherry picking, sulla vita di un personaggio storico. Vaccinazioni: Il movimento anti-vaccinista tende a enfatizzare le reazioni avverse, che nessuno ha mai negato, e ignorare i risultati effettivi. Inoltre cherry picking nel cherry picking tende a enfatizzare il numero di reazioni avverse ma a nascondere la tipologia di reazione, perché un mal di testa non è la stessa cosa di una trombosi, costruendo una narrazione diversa da quella che emerge analizzando l'insieme completo dei dati. Un'altra forma di cherry picking è inoltre la scelta, tra le numerosissime pubblicazioni scientifiche, di singole affermazioni di un limitato numero di scienziati "fuori dal coro". Medicine alternative: Sostenitori di alcune cosiddette medicine alternative spesso selezionano studi limitati, che mostrano presunti benefici ma non forniscono modo di testare le stesse cure da parte di ricercatori indipendenti, un po' come era successo ai tempi di Stamina (https://short.staipa.it/f9qhq) o di Di Bella (https://short.staipa.it/mrfa2) dove di cure apparentemente miracolose non venivano fornite abbastanza informazioni per testarle indipendentemente. Un altro esempio tipico è l'omeopatia, che secondo le leggi vigenti non richiede le stesse sperimentazioni dei farmaci reali, né in termini di efficacia, né in termini di sicurezza. Ogm: molti oppositori degli organismi geneticamente modificati si limitano anche qui a citare alcuni studi che suggeriscono potenziali rischi per la salute, ignorando la vasta quantità di studi che non hanno trovato evidenze di pericoli significativi o che hanno evidenziato diversi benefici in termini di sicurezza alimentare e sostenibilità.
Tra tutte le fallacie logiche, probabilmente il cherry picking è quella più ampiamente sfruttata quando si vuole dare credibilità all'informazione, perché si basa su mezze verità, su dati reali e spesso corretti ma letti in maniera -volutamente o no- errata. Capirne il meccanismo è fondamentale per crearsi una forma mentis di pensiero critico. Sospettare è lecito, farsi domande è necessario, ma cadere nelle trappole di chi vuole deviare il nostro sospetto e sfruttare le nostre paure è fin troppo semplice. Chiediamoci sempre da dove vengono presi i dati, quali sono le fonti, e cerchiamo di ragionare sul set più ampio possibile di dati, quando questo è disponibile altrove.
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staipa · 2 months
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/se-pianto-un-albero-posso-mangiare-una-bistecca/?feed_id=1338&_unique_id=65df1d9db78b8 %TITLE% Seguo Giacomo da tempo attraverso il suo canale YouTube @EntropyforLife (https://www.youtube.com/c/EntropyforLife), per chi non lo conoscesse è un giovane divulgatore scientifico, il suo percorso di studi è improntato sulla Biologia Evoluzionistica ma si occupa spesso anche di temi ambientalisti. Lo fa con un altissimo livello di razionalità e di scrupolosità nei dati, cercando di essere sempre il più imparziale possibile ed esponendo interamente le analisi dei dati che porta. Nel descrivere questo suo libro, il cui titolo completo è Se pianto un albero posso mangiare una bistecca? Guida scientifica per un ambientalismo consapevole, sono costretto a usare almeno in parte la sua sinossi, perché in questo caso è davvero esplicativa del messaggio che il libro stesso vuole trasmettere: Emetto più CO2 se mangio carne bovina biologica, polli da allevamento intensivo, frutti di mare o un trancio di pesce spada? È davvero utile adottare alveari di api o finanziare aziende o associazioni che piantano alberi in giro per il mondo? Ogni giorno la nostra vita è riempita da una serie di dilemmi etici e morali che assomigliano molto a queste domande. Ormai, infatti, abbiamo tutti gli strumenti per capire che ogni nostro comportamento produce un impatto sul pianeta. Eppure, nonostante questa consapevolezza, spesso ci sentiamo impotenti di fronte ai mille problemi che la crisi ambientale ci pone di fronte quotidianamente. È difficile capire quale delle possibili soluzioni sia la migliore e così anche la nostra buona volontà di azione ne viene minata. Ci sono alcune azioni che hanno un grandissimo impatto in termini di inquinamento e di produzione di CO2, come mangiare meno carne soprattutto bovina, o coibentare la propria abitazione e altre che seppur decantate hanno impatti decisamente infinitesimi come farsi i saponi in casa o produrre da sé il cibo nell'orto, altri ancora possono avere impatti negativi e far guadagnare soldi a chi ne sfrutta l'ideale come adottare un alveare di api da miele. Ci sono anche ideali come il veganesimo che al di là dei motivi etici portano un impatto ecologico molto più basso di soluzioni intermedie e più applicabili alla massa, o scelte come l'allevamento intensivo che ci pongono davanti alla scelta tra il benessere animale o il consumo di suolo e un impatto enorme sull'inquinamento dell'aria, delle falde acquifere e sulla biodiversità. Ci sono momenti in cui è necessario scegliere tra uccidere oggi un certo numero di animali invasivi o lasciare che questi uccidano molti altri animali causando rischi per le specie autoctone. Ci sono modi di piantare boschi che possono aiutare la biodiversità e modi in cui invece può essere un ulteriore colpo contro la biodiversità. Lo stesso piantare alberi quale impatto positivo ha? Ha senso farlo per la CO2 o i motivi più importanti per farlo sono invece altri? E quali invece possono essere i risvolti negativi? C'è modo di quantificarlo? Non esistono scelte che portino conseguenze esclusivamente positive, se non nelle semplificazioni che ci vengono portate da idealisti che stanno spingendoci in una o l'altra direzione, consapevolmente o meno, in buona fede o meno. Le cose sono quasi sempre più complicate di così ed esistono dei trade off che ci impediscono di fare scelte completamente radicali in una qualsiasi direzione. In maniera più semplice si può dire che in qualsiasi scelta ambientale "la coperta è corta", si può andare in determinate direzioni scegliendo di tralasciarne altre, ma qualunque scelta porta una ampia gamma di conseguenze. Cosa fare quindi? Questo libro non ci da nessuna risposta su cosa sia meglio fare e cosa no, ma ci fornisce una serie di dati e informazioni su cui riflettere per capire le motivazioni di alcune scelte o per poter scegliere consapevolmente. Ci insegna soprattutto che se vogliamo
impegnarci per migliorare l'ambiente il primo passo è quello di cercare di capire quali tra le azioni che possiamo intraprendere siano quelle con un maggiore impatto in modo da non trovarci a perdere energie, tempo e risorse in azioni prive di un impatto reale. E tutto questo lo fa in maniera semplice e chiara, alla portata di tutti. Lo definirei un modo finalmente razionale e consapevole di impegnarsi nell'ambientalismo in mezzo a centinaia di slogan troppo spesso altisonanti (https://short.staipa.it/ak6g6). E ce ne è davvero bisogno.
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