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#Giovanni Grasso
perfettamentechic · 22 days
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3 maggio … ricordiamo …
3 maggio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2023: Alessandro D’Alatri, regista, sceneggiatore e attore italiano. Iniziò a recitare giovanissimo. Fece il suo debutto nel 1969. Passò alla regia nei primi anni ottanta, dirigendo più di 100 spot pubblicitari che ottennero ottimi riconoscimenti. Nel 1991 realizzò il suo primo film Americano rosso. Ne seguirono altri di successo. Fu docente del corso di Filmmaker alla ACT MULTIMEDIA, la scuola…
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fashionbooksmilano · 5 months
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GZ Giuseppe Zanasi
Opere 1997-2009
scritti di Giovanni Grasso-Fravega, Peter Weiermair, Mauro Nasti, Armando Torno, Antonio Faeti
Zanasi Bologna, 2009, 94 pagine, 23,4x32,5cm, brossura editoriale con sovraccoperta illustrata da un labirinto in oro e le iniziali GZ
euro 40,00
email if you want to buy [email protected]
Per gusto ed eleganza è stato il più ‘parigino’ dei nostri librai antiquari. La sua prematura scomparsa ci ha privato non solo di un libraio di indiscusso fascino e competenza, ma pure di un ideatore di libri, anche per la cura e la passione di affidare i grandi classici che amava alla ‘rilettura’ di artisti come Folon, Roberto Innocenti, Giovanni Grasso-Fravega o Antonio Saliola, e alla maestria di rilegatori d’alta gamma, come il riminese Luigi Castiglioni «il nostro unico vero legatore italiano». Gli ultimi due volumi da lui realizzati, ad esempio, Le Petit Chaperon Rouge e il Peter Pan, pubblicato poco prima della morte, resteranno negli annali dei grandi illustrati italiani del secondo Novecento. Perfino i suoi cataloghi di vendita erano rari, preziosi e ricercati: in essi instillava la medesima cura, passione e ricercatezza che amava infondere nei grandi libri che pubblicava, in una strana e fascinosa commistione tra libreria antiquaria, editoria, ideazione di libri, promozione culturale, bibliografia e bibliofilia (memorabili rimangono i cataloghi antiquari di erotica, di gastronomia e sui grandi illustrati Art Nouveau e Art Déco, primo fra tutti l’amato François-Louis Schmied). Negli ultimi anni, però, confidava agli intimi che il mondo dell’antiquariato lo aveva stancato preferendo, alla ricerca dei grandi libri, la realizzazione di quelli che maggiormente amava lui, per condividerli con pochi amici.
19/12/23
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daimonclub · 4 months
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Storia e interpretazioni del Carnevale
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Storia e interpretazioni del Carnevale Storia e interpretazioni del Carnevale. Le date del Carnevale cambiano ogni anno, essendo una festa mobile e sono diverse tra rito ambrosiano e romano. Quest’anno, ovvero il 2024, il periodo del Carnevale inizia il 28 gennaio e finisce il 13 febbraio, cosiddetto Martedì Grasso: la domenica di Carnevale è l’11 febbraio. La quaresima viene dopo il carnevale per ricordarci che siamo polvere e non coriandoli. Franco Lissandrin A carnevale tutto il mondo è giovane, anche i vecchi. A carnevale tutto il mondo è bello, anche i brutti. Nicolaï Evreïnov San Valentino e Carnevale cadono nello stesso mese. Trovo stupido mettere così vicino due feste di maschere. Francesco D’Antonio A Carnevale ogni scherzo vale, ma che sia uno scherzo che sa di sale. Proverbio Odio il Carnevale. Ci provi con una principessa Disney e ti ritrovi a letto con un camionista di Brembate. Anonimo Avete fatto caso che l'ultima domenica di carnevale i cimiteri sono un mortorio? Totò Il termine deriverebbe dal latino "carnem levare" (eliminare la carne), poiché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. In alternativa si è ipotizzato che il termine possa invece aver tratto origine dall'espressione latina carne levamen (avente l'analogo significato di "eliminazione della carne"), oppure dalla parola carnualia ("giochi campagnoli") o ancora dalla locuzione carrus navalis ("nave su ruote", quale esempio di carro carnevalesco) se non addirittura da currus navalis ("corteo navale"), usanza di origine pagana e occasionalmente sopravvissuta fino al XVIII secolo tra i festeggiamenti del periodo. Le prime testimonianze dell'uso del vocabolo "carnevale" (detto anche "carnevalo") vengono dai testi del giullare Matazone da Caligano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi verso il 1400.
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Saturnalia Romani I festeggiamenti maggiori avvengono il Giovedì grasso e il Martedì grasso, ossia l'ultimo giovedì e l'ultimo martedì prima dell'inizio della Quaresima. In particolare il Martedì grasso è il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi, dato che la Quaresima nel rito romano inizia con il Mercoledì delle ceneri e si festeggia da Venezia a Rio De Janeiro, tra maschere, travestimenti, dolci e scherzi. Una piccola differenza è rappresentata dal Carnevale ambrosiano, la cui durata - finisce infatti con il «sabato grasso», quattro giorni dopo rispetto al tradizionale «martedì» («il martedì grasso» è il giorno che precede la Quaresima e la tradizione vuole che nella giornata si consumino i dolci fatti in casa, in vista del periodo di digiuno che seguirà) - sembra risalire a un pellegrinaggio del vescovo Ambrogio che aveva annunciato il suo ritorno «in tempo per celebrare con i milanesi le ceneri». La popolazione posticipò il rito alla domenica successiva per aspettarlo. È nel Medioevo che ritroviamo molti aspetti della festa attuale. Il Carnevale italiano si distingue per le sue maschere regionali e tradizionali, ognuna con le proprie caratteristiche: da Arlecchino a Pulcinella. E ogni regione ha anche i propri dolci tipici e tradizionali, come le chiacchiere, conosciute anche come frappe o bugie. L’Italia vanta la presenza di alcuni dei Carnevali più belli e famosi del mondo: Venezia, Viareggio, Putignano, Ivrea e altri. Una curiosità? Uno dei simboli del Carnevale sono, assieme alle stelle filanti, i coriandoli di carta che nacquero nel 1875 da un’idea dell’ingegnere Enrico Mangili di Crescenzago (Milano). L’ingegnere li realizzò a partire dalle carte traforate usate per l’allevamento dei bachi da seta. Un’invenzione contesa con un altro ingegnere di Trieste, Ettore Fenderlche, che nel 1876 ritagliò dei triangolini di carta. Il carnevale è una festa mobile che si celebra nei paesi di tradizione cristiana e in particolare in quelli di rito cattolico: i festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi, in particolare, l'elemento distintivo e caratterizzante è l'uso del mascheramento. I caratteri della celebrazione del carnevale hanno origini in festività molto antiche, come per esempio le antesterie, che erano delle feste celebrate in onore di Dioniso, in ambiente ionico-attico, che avevano a che fare direttamente col piacere del vino e con il "fiorire primaverile". Questi giorni di festa cadevano infatti nel mese di Antesterione (a cavallo fra febbraio e marzo) con l'avvicinarsi della primavera . Ad Atene venivano chiamate "antiche Dionisie" per distinguerle dalle "grandi Dionisie" più recenti e introdotte infatti da Pisistrato nel VI secolo a.C.) o i saturnali romani, una delle più diffuse e popolari feste religiose di Roma antica, che si celebrava ogni anno, dal 17 al 23 dicembre, in onore di Saturno, antico dio romano della seminagione. Durante le feste dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza.
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Festa dei pazzi nel medioevo Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente. Il ciclo preso in considerazione è, in pratica, quello dell'anno solare. Nel mondo antico, romano, la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell'impero Romano, comporta la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi (libro XI). Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio. (Un rito simile avveniva nelle Lupercalia che erano un festival della fertilità dedicato a Fauno, il dio romano dell'agricoltura, nonché ai fondatori romani Romolo e Remo. Vedi la Storia di San Valentino per leggere come si svolgeva esattamente il rituale) Durante le antesterie passava il carro di colui che doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale e più o meno la stessa celebrazione avveniva già in Babilonia, quando poco dopo l'equinozio primaverile veniva appunto riattualizzato il processo originario di fondazione del cosmo, descritto miticamente dalla lotta del dio salvatore Marduk con il drago Tiamat che si concludeva con la vittoria del primo. Il noto storico delle religioni Mircea Eliade scrive nel saggio Il Mito dell'Eterno Ritorno: "Ogni Nuovo Anno è una ripresa del tempo al suo inizio, cioè una ripetizione della cosmogonia. I combattimenti rituali fra due gruppi di figuranti, la presenza dei morti, i saturnali e le orge, sono elementi che denotano che alla fine dell'anno e nell'attesa del Nuovo Anno si ripetono i momenti mitici del passaggio dal Caos alla Cosmogonia". In seguito Eliade afferma che "allora i morti potranno ritornare, poiché tutte le barriere tra morti e vivi sono rotte e ritorneranno giacché in questo momento paradossale il tempo sarà annullato ed essi potranno di nuovo essere contemporanei dei vivi". Le cerimonie carnevalesche, diffuse presso i popoli Indoeuropei, mesopotamici, nonché di altre civiltà, hanno perciò anche una valenza purificatoria e dimostrano il "bisogno profondo di rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo trascorso e riattualizzando la cosmogonia". Eliade scrive anche che "l'orgia è anch'essa una regressione nell’oscuro, una restaurazione del caos primordiale; in quanto tale, precede ogni creazione, ogni manifestazione di forme organizzate". L'autore aggiunge poi che "sul livello cosmologico l'orgia corrisponde al Caos o alla pienezza finale; nella prospettiva temporale, l'orgia corrisponde al Grande Tempo, all'istante eterno, alla non - durata. La presenza dell'orgia nei cerimoniali che segnano divisioni periodiche del tempo tradisce una volontà di abolizione integrale del passato mediante l'abolizione della Creazione. Il carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensione metafisica che riguarda l'uomo e il suo destino. In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi. Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere che hanno quindi spesso un significato apotropaico, in quanto chi le indossa assume le caratteristiche dell'essere "soprannaturale " rappresentato.
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Maschere della commedia dell'arte italiana Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi, sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità. La confusione delle forme è illustrata dallo sconvolgimento delle condizioni sociali (nei Saturnali lo schiavo è promosso padrone, il padrone serve gli schiavi; in Mesopotamia si deponeva e si umiliava il re, ecc.), dalla sospensione di tutte le norme, ecc. Lo scatenarsi della licenza, la violazione di tutti i divieti, la coincidenza di tutti i contrari, ad altro non mirano che alla dissoluzione del mondo, affinché possa in seguito essere rigenerato e ricreato. L'antica tradizione del carnevale si è mantenuta anche dopo l'avvento del Cristianesimo: anche a Roma stessa, capitale del Cristianesimo, la maggiore festa pubblica tradizionale è stata il Carnevale Romano fino alla sua soppressione negli anni successivi all'Unità d'Italia. A Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate "trionfi" e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. Celebre è Il trionfo di Bacco e Arianna scritto proprio dal Magnifico. Nella Roma del regno pontificio si svolgevano invece la corsa dei barberi (cavalli da corsa) e la "gara dei moccoletti" accesi che i partecipanti cercavano di spegnersi reciprocamente. Nella storia dell'arte invece, una famosa opera pittorica è la Lotta tra Carnevale e Quaresima del pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio. Personaggi mascherati del carnevale veneziano sono presenti in vari dipinti del Settecento veneziano di Canaletto, Francesco Guardi e negli interni di Pietro Longhi. Il Carnevale non termina ovunque il Martedì grasso: fanno eccezione il Carnevale di Viareggio, il Carnevale di Ovodda, il carnevale di Poggio Mirteto, il Carnevale di Bientina, il carnevale di Borgosesia e il Carnevalone di Chivasso. Anche il Carnevale di Foiano della Chiana termina la domenica dopo le Ceneri. In diversi Carnevali il martedì grasso si rappresenta, spesso con un falò, la "morte di Carnevale". Secondo lo studioso Michail Bachtin, che trattò del carnevale nel suo testo - L’opera di Rabelais e la cultura popolare. Riso, carnevale e festa nella tradizione medievale e rinascimentale. - "Il carnevale, in opposizione alla festa ufficiale, era il trionfo di una sorta di liberazione temporanea dalla verità dominante e dal regime esistente, l’abolizione provvisoria di tutti i rapporti gerarchici, dei privilegi, delle regole e dei tabù... Era l’autentica festa del tempo, del divenire, degli avvicendamenti e del rinnovamento. Si opponeva a ogni perpetuazione, a ogni carattere definitivo e a ogni fine. Volgeva il suo sguardo all’avvenire incompiuto... Tutte queste forme di riti e spettacoli organizzati in modo comico erano molto diffuse in tutti i paesi dell’Europa medievale, ma si distinguevano per la loro ricchezza e la loro complessità nei paesi di cultura romanza, e in particolare in Francia .
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Carnevale di Viareggio Tutte queste forme, organizzate sul principio del riso, presentavano una differenza estremamente netta, di principio si potrebbe dire, rispetto alle forme di culto e alle cerimonie ufficiali serie della chiesa e dello stato feudale... Esse rivelavano un aspetto completamente diverso del mondo, dell’uomo e dei rapporti umani, marcatamente non ufficiale, esterno alla Chiesa e allo Stato; sembravano aver edificato accanto al mondo ufficiale un secondo mondo e una seconda vita, di cui erano partecipi, in misura più o meno grande, tutti gli uomini del Medioevo, e in cui essi vivevano in corrispondenza con alcune date particolari. Tutto ciò aveva creato un particolare dualismo del mondo, e non sarebbe possibile comprendere né la coscienza culturale del Medioevo, né la cultura del Rinascimento senza tenere in considerazione questo dualismo. L’ignorare o il sottovalutare il riso popolare del Medioevo porta a snaturare il quadro di tutta l’evoluzione storica della cultura europea nei secoli seguenti . Un significato del tutto particolare aveva l’abolizione di tutti i rapporti gerarchici. In effetti, durante le feste ufficiali le differenze gerarchiche erano mostrate in modo evidente: in esse bisognava apparire con tutte le insegne del proprio titolo, grado e stato, e occupare il posto assegnato al proprio rango. La festa consacrava l’ineguaglianza. Al contrario, nel carnevale tutti erano considerati uguali, e nella piazza carnevalesca regnava la forma particolare del contatto familiare e libero fra le persone, separate nella vita normale – non carnevalesca – dalle barriere insormontabili della loro condizione, dei loro beni, del loro lavoro, della loro età e della loro situazione familiare. Concludendo possiamo dire che sin dall'antichità, come dimostrano appunto i Saturnali romani, la festa dei pazzi nel Medioevo e via dicendo, il Carnevale ha dunque sempre rappresentato un'esperienza fondamentalmente collettiva, è il momento del riso, della trasgressione, della satira e della parodia, dell'esaltazione, insomma, del "mondo alla rovescia", con la connessa contestazione dei rapporti gerarchici. La festa carnevalesca, con il suo spirito eversivo, ha influenzato profondamente, secondo Bachtin, alcuni generi letterari comico realistici soprattutto attraverso il linguaggio: un linguaggio radicalmente antiletterario, familiare, plebeo, "di piazza", realistico sino all'oscenità, corposo e instintuale, gioioso e vitalistico. Massima espressione dello spirito e della lingua carnevaleschi è appunto Rablais, a cui Bachtin ha dedicato uno studio veramente ponderoso; ma le radici antropologiche e culturali dello scrittore francese affondano in un "humus" antichissima: dalla novellistica milesia alla satira, dalla commedia al romanzo d'avventura e picaresco elementi del modo carnevalesco sostanziano i più diversi generi letterari, spesso in ironica e parodica dialettica con i generi più formalmente considerati seri. Puoi anche leggere i seguente posts con aforismi e citazioni sul Carnevale: Citazioni e aforismi sul carnevale Citazioni spiritose sul carnevale https://www.youtube.com/watch?v=q6sHx8dl1S8 https://www.youtube.com/watch?v=fw6E00OL_aQ Aforismi per argomento Aforismi per autore Pensieri e riflessioni Read the full article
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nazsefik · 1 year
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Sperduti nel buio è un film muto italiano del 1914 diretto da Nino Martoglio.
Si ritiene che il film sia andato perduto. L’ultima copia del film fu trafugata da soldati tedeschi dal Centro Sperimentale di Cinematografia durante la seconda guerra mondiale e di essa si sono perse le tracce.
È da molti critici considerato il padre più antico del Neorealismo per il suo carattere di cinema realistico regionale.
È considerato il primo film realista della storia, precursore del realismo russo, francese ed italiano. Il film ricavato dall’omonimo dramma di Roberto Bracco (1901), fu prodotto nel 1914 dalla Morgana film di Catania e diretto da Nino Martoglio. I protagonisti erano Giovanni Grasso e Virginia Balistrieri.
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arcobalengo · 2 years
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«Qui adesso cambia tutto e per capirne di più dobbiamo aspettare l’esito delle prossime elezioni politiche. Non si uccide la gallina dalle uova d’oro se non ce n’è già pronta un’altra che ne fa di più». Giovanni Falcone stava riflettendo con il collega e amico Piero Grasso, e il riferimento era all’omicidio di Salvo Lima, avvenuto due mesi prima. Il rientro a Palermo di Falcone con la moglie Francesca Morvillo era previsto per venerdì 22 maggio. Ma la magistrata venne bloccata, aveva una riunione la mattina successiva convocata dal presidente della commissione d’esame per uditori giudiziari, di cui faceva parte. Il volo fu rinviato al sabato pomeriggio.
[.....]
Alle 17.43 il Falcon 50 noleggiato dal Sisde atterrò sulla pista di Punta Raisi. Antonio Montinaro, caposcorta del giudice, si avvicinò al velivolo. Gli altri agenti di scorta della polizia di Stato attendevano davanti alle tre auto blindate. Giuseppe Costanza aprì il cofano e sistemò i bagagli. Poi salì dietro e lasciò le chiavi dell’auto al giudice, che aveva deciso di guidare. Accanto a Falcone si sedette la moglie. Ad aprire il corteo diretto a Palermo la Fiat Croma marrone guidata da Vito Schifani. Insieme a lui in auto c’erano Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. A seguire la Croma azzurra guidata da Gaspare Cervello, dove a bordo c’erano anche gli agenti Paolo Capuzza e Angelo Corbo. Nel frattempo, il boss di Altofonte Gioacchino La Barbera stava percorrendo in macchina la stradina parallela all’autostrada, seguendo le tre blindate del giudice con il telefonino sempre acceso. Era in contatto con i mafiosi che da un paio di ore erano in attesa sulla collinetta di Capaci: Giovanni Brusca, Antonino Gioè, Santino Di Matteo, Salvatore Biondino, Mariano Tullio Troia, Giovanbattista Ferrante. Ad azionare il radiocomando fu Brusca (o almeno lui credette così), che per qualche istante esitò. «Via, via, via», lo esortò Nino Gioè, per ben tre volte. E alla terza Brusca pigiò il tasto. Ma come spesso accade in questa storia, spesso la realtà si discosta dalla narrazione ufficiale e ancora più spesso le cose sono sempre più complesse di quanto appaiono. Durante il processo d’appello sulla strage di Capaci che si svolse dinanzi alla Corte d’Assise di Appello di Caltanissetta, Pietro Riggio (ex agente del corpo della polizia penitenziaria e contemporaneamente affiliato alla cosca mafiosa di Caltanissetta, per conto della quale svolgeva il ruolo di esattore della mafia) dichiarò che il suo compagno di cella, l’ex appartenente alla polizia di Stato Giovanni Peluso, gli avrebbe confidato di aver lavorato per il Sisde e di aver partecipato alle fasi esecutive della strage insieme a un altro appartenente alla polizia di Stato, denominato “il turco”. Sempre nel corso delle stesse udienze, la genetista Nicoletta Resta (perita nominata dalla Corte d’Assise d’Appello) affermò che nel luogo in cui fu preparata la strage c’era stata e si era trattenuta certamente una donna in quanto resti di Dna femminile furono estratti dai reperti rinvenuti nei pressi del luogo dell’esplosione. La mafia non aveva mai acconsentito che una donna partecipasse a una qualsiasi sua azione, per cui tale donna doveva necessariamente provenire da un ambito non mafioso. Qualche anno dopo si svolse (sempre a Caltanissetta) il processo “Capaci bis”. Nel corso delle udienze questa volta Riggio venne preso sul serio e fu organizzato un confronto tra lui e Peluso, questa volta indagato per la strage del 23 maggio 1992. Riggio: «Peluso mi disse: “Ma tu sei sicuro, credi ancora che il tasto del telecomando l’abbia premuto Brusca?” Io rimasi spiazzato. “Mah – dissi - non lo so perché mi dice questo”. Però ho intuito subito, nell’immediatezza dei fatti, che sicuramente conosceva, sapeva qualche cosa, o diretta o de relato o non so come, che gli facesse affermare questa cosa che Brusca effettivamente non avesse premuto lui».
Franco Fracassi - The Italy Project
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kwebtv · 2 years
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Lilyhammer  -  NRK1 / Netflix  -  January 25, 2012 - December 17, 2014
Black Comedy (24 episodes)
Running Time:  60 minutes
Stars:
Steven Van Zandt as Frank Tagliano / Giovanni "Johnny" Henriksen. 
Trond Fausa Aurvåg as Torgeir Lien
Steinar Sagen as Roar Lien
Marian Saastad Ottesen as Sigrid Haugli 
Viggo Sandvik as Sylfest Haugli
Mikael Aksnes-Pehrson as Jonas Haugli.
Fridtjov Såheim as Jan Johansen
Anne Krigsvoll as lensmann (chief of police) Laila Hovland 
Robert Skjærstad as Roy "Fingern" Aass
Tommy Karlsen Sandum as Arne
Nils Jørgen Kaalstad as Dag Solstad
Tina Hovi as Yvonne Solstad
Finn Schau as politimester (chief constable) Arve Østli
Kyrre Hellum (season 1) as the police officer Geir "Elvis" Tvedt
Øyvind Blomstrøm (season 1), bass guitarist in El Cuero and drummer Svein Åge Lillehamre of the Lucky Bullets, who appear as backing musicians for (Kyrre Hellum's) Elvis cover-band in multiple episodes
Sven Nordin (season 1) as Julius Bakke
Harald Sørlie (season 1) as Baby Shop manager
Beate Eriksen (season 1) as Arne's striking mother
Jay Benedict (season 1) as FBI Agent Becker
Ingrid Olava (season 1) as herself
Thomas Grube (seasons 1–2) as Aldo Delucci
Greg Canestrari (season 1) as  Jerry Delucci
Tim Ahern (seasons 1–2) as Robert Grasso
Kyrre Haugen Sydness (seasons 1–2) as Thomas Aune
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realnews20 · 6 days
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 La procura di Genova ha aperto un fascicolo per rivelazione di segreto d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta sul comitato d'affari e corruzione che ha portato all'arresto del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Il fascicolo, a carico di ignoti, è stato iscritto alla luce di quanto emerso dalle intercettazioni ambientali.   E' il 30 settembre 2020. I fratelli Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, Iscritti a Forza Italia in Lombardia e da ieri sospesi dal partito, vengono a Genova per incontrarsi con alcune persone della comunità riesina. A quell'incontro si avvicina un uomo con la felpa e il cappellino. "Viene riconosciuto in Umberto Lo Grasso (consigliere comunale totiano). Che dice a Italo Testa: "Vedi che stanno indagando, non fate nomi e non parlate al telefono …. Stanno indagando". Per tutta risposta Italo Maurizio Testa afferma: "si lo so, non ti preoccupare …. L'ho stutato ("spento" in dialetto siciliano, ndr)". Questa condotta, scrive il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, "appare in tal modo integrare il delitto di favoreggiamento personale, avendo il predetto - avvisando i fratelli Testa a non parlare al telefono essendo in corso indagini ("stanno indagando") - fornito un aiuto in favore dei predetti ad eludere le investigazioni a loro carico". Ma chi ha avvisato Lo Grasso? Una ipotesi è che vi sia appunto una talpa visto che Stefano Anzalone, totiano anche lui e indagato nell'inchiesta, è un ex poliziotto che ha dunque agganci tra le forze dell'ordine. L'altra ipotesi è che si possa trattare di una sorta di millanteria dello stesso Anzalone, che dopo le elezioni voleva togliersi di torno i fratelli Testa e non onorare le promesse fatte in cambio dei voti.   "Spinelli ha detto di aver finanziato tutti ma con sottoscrizioni elettorali che pensava fossero tracciate". Lo ha detto l'avvocato di Aldo Spinelli, Vernazza stamani davanti a Palazzo di giustizia a Genova aggiungendo che farà ricorso "al Riesame perché non abbiamo una misura così afflittiva, non siamo in carcere". A chi gli chiedeva se una promessa elettorale non mantenuta consente comunque di configurare il reato di finanziamento illecito, Vernazza ha risposto che "esiste anche il reato di truffa per fare delle ipotesi... c'è da discuterne. Non mettiamo limite alle difese".   Infine l'avvocato genovese ha sottolineato di non aver fatto richiesta di revoca della misura dei domiciliari: "Non la chiedo. Lui vorrebbe tornare in azienda ma non lo può fare e poi secondo me è prematuro, bisogna far andare avanti le cose". A chi gli chiedeva se fosse "scocciato di aver dato senza ricevere nulla in cambio", Vernazza ha risposto: 'Lui dà sempre'.   "Sono stato preso in giro da Toti".Lo ha detto l'imprenditore Aldo Spinelli rispondendo alle domande del giudice e del pm della Procura della Repubblica guidata da Nicola Piacente che gli contesta di aver pagato in tre anni tangenti per 75 mila euro a Giovanni Toti per ottenere favori e delibere. Le frasi sono riportate oggi dal Corriere della Sera e da altri quotidiani."Ho dato finanziamenti sempre rispettando la legge a tutti, perfino alla Bonino che nemmeno conoscevo" ha aggiunto, e contro il parere del figlio Roberto - scrive il giornale milanese- come dice anche in un'intercettazione depositata agli atti.   Arturo Testa: 'Facevo solo campagna elettorale'  "Facevo solo campagna elettorale tramite comunità riesina, non capisco perché mi accusano'. Lo ha detto Arturo Angelo Testa, uno dei due fratelli ex Forza Italia indagati per corruzione elettorale aggravata dall'aver agevolato il clan mafioso Cammarata del mandamento di Riesi nell'ambito dell'inchiesta che ha portato ai domiciliari il governatore ligure Toti, l'imprenditore Aldo Spinelli e l'ex presidente dell'autorità portuale ed ex ad di Iren Paolo Signorini.
Testa sta entrando in tribunale per l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Paola Faggioni.  Fratelli Testa anche in elezioni Torino e Treviglio  Le elezioni in Liguria ma anche quelle in Lombardia e Piemonte erano nel mirino di Arturo e Maurizio Testa, i fratelli indagati nell'ambito dell'inchiesta che ha terremotato la Regione Liguria e portato ai domiciliari il presidente Giovanni Toti. E' quanto emerge dalle carte depositate dopo gli arresti. "Già nelle prime fasi successive alle elezioni regionali della Liguria del 20 e 21 settembre 2020, i fratelli Testa si sono interessati ad ulteriori tornate elettorali - scrivono gli investigatori coordinati dai pm Federico Manotti e Luca Monteverde - in particolare ad elezioni amministrative comunali che si dovranno tenere nei prossimi mesi a Treviglio (BG), Torino e Genova". È il deputato Alessandro Sorte che, dopo il successo della cena elettorale a Genova, propone ad Arturo Testa di trovare "una sala per realizzare un evento similare in occasione delle elezioni comunali di Treviglio (BG), in programma nel mese di ottobre 2021". In una telefonata del 6 ottobre 2020, Angelo Arturo Testa dice a Sorte di aver trovato una sala da 120 posti, mentre, se ha bisogno di una sala più grande, bisognerà rivolgersi alla "Muratella", dove hanno una capienza di circa 150 posti. Nel corso della conversazione Sorte chiede: "ma, Arturo ma tu c'hai riesini anche a Treviglio?". Testa, dopo aver risposto affermativamente, precisa: "ma saranno una trentina". A febbraio è Luigi Stracuzzi, politico locale di Treviglio, a rivolgersi a Italo Maurizio Testa domandando: "hai qualche amico nel treviglianese? (...) io farò questa lista civica che correrà assieme alla maggioranza".Continuano i militari: "le elezioni amministrative di Torino si sono svolte nel mese di ottobre 2021. In data 17 maggio 2021 l'onorevole Sorte chiama Arturo Angelo Testa per chiedergli: "la tua comunità come è messa a Torino?" e ottiene la seguente risposta: "Come Genova, uguale.... Ti ho detto come a Genova, quindicimila sono a Genova e quindicimila sono a Torino"". Sorte prosegue: "allora puoi cominciare a muoverti che c'è... che quando ti vedo ti spiego... mettici un attimo la testa" e l'interlocutore risponde: "vediamo cosa cerchi e cosa vuoi vediamo di fare sempre il massimo".  Riproduzione riservata © Copyright ANSA [ad_2] Sorgente
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lamilanomagazine · 25 days
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Verona. Le scuole della città e della provincia cantano Turandot di Puccini giovedì 2 maggio al Teatro Filarmonico.
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Verona. Le scuole della città e della provincia cantano Turandot di Puccini giovedì 2 maggio al Teatro Filarmonico. Giovedì 2 maggio al Teatro Filarmonico oltre 600 bambini e bambine, ragazzi e ragazze porteranno in scena Turandot di Puccini, nel progetto Scuola InCanto del Comune di Verona in collaborazione con Fondazione Arena. È possibile imparare a conoscere, cantare e amare l'opera lirica tra i banchi di scuola? A questa domanda hanno cercato di rispondere docenti e i giovani studenti delle scuole dell'infanzia, primaria e secondaria di I grado di Verona, Provincia e zone limitrofeattraverso il progetto Scuola InCanto organizzato dal Comune di Verona in collaborazione con Fondazione Arena. Il metodo didattico, già sperimentato in numerose città italiane e proposto per il primo anno a Verona, ha l'obiettivo di avvicinare ed appassionare i più piccini all'opera lirica, la forma d'arte più completa che unisce teatro, danza, musica e letteratura, riconosciuta dall'Unesco patrimonio immateriale dell'Umanità. Quest'anno il protagonista del progetto Scuola InCanto è stato il capolavoro incompiuto del genio di Lucca che tra un mese aprirà la 101ma edizione del Festival lirico in Arena. Il percorso è iniziato ad ottobre 2023 con la formazione dei docenti attraverso incontri di educazione al canto e alla musica per avvicinarli a trama, metrica e melodia dell'opera. I formatori di Europa InCanto hanno poi tenuto dei laboratori nelle classi delle scuole veronesi accompagnando la memorizzazione e perfezionando l'esecuzione dei brani dell'opera, svelandone segreti e curiosità. Per facilitare il progetto, insegnanti e alunni hanno avuto a disposizione un libro e una app che li hanno supportati nelle diverse fasi di apprendimento. Ma, come per le grandi star, è la messa in scena che corona un lungo lavoro di studio e impegno. Giovedì 2 maggio, con due spettacoli che si terranno alle 10.30 e alle 12.30, più di 600 bambine e bambini saliranno per la prima volta sul palcoscenico del Teatro Filarmonico e proporranno alla platea l'esecuzione di una speciale versione di Turandot, con apposite coreografie e con costumi da loro realizzati, vestendo i panni del popolo di Pechino. La Cina delle favole, i tre enigmi, una principessa di ghiaccio, l'amore e il coraggio: questi sono gli ingredienti di Turandot, il capolavoro pucciniano che quest'anno spegne le cento candeline. Il cast di giovani cantanti lirici sarà diretto dal Maestro concertatore e Direttore Germano Negri, alla guida dell'Orchestra Europa InCanto. Francesca Paoletti vestirà il ruolo del titolo, mentre il giovane innamorato Calaf sarà il tenore SeJoon An. La dolce Liù sarà Cecilia Taliano Grasso, mentre Timur avrà la voce di Luca Sozio. I ministri Ping, Pong e Pang saranno interpretati rispettivamente da Gianluca Failla, Francesco Cuccia e Paolo Mascari. Completano il cast l'Imperatore di Giovanni Adbbadessa e Francesco Nuzzi che condurrà la narrazione. La regia dello spettacolo è affidata a Germano Neri, con il Direttore di scena Sofia Neri, l'aiuto regista Angelica Azzellini e Teresa Gasperi Responsabile della Sartoria. Sono ancora disponibili i biglietti per gli spettacoli, da acquistare inviando una mail a [email protected] o direttamente presso la biglietteria del Filarmonico il giorno di spettacolo. Bambine e bambini potranno vivere un'esperienza a tutto tondo, prendendo parte allo spettacolo in tutte le sue fasi, al pari della creazione del cartellone delle opere che rendono ogni estate Verona il cuore internazionale della lirica: preparazione musicale, regia, realizzazione delle scenografie e dei costumi, fino alla messa in scena nel palcoscenico sotto le stelle più grande al mondo. Quest'anno sono quasi 50.000 gli studenti di tutta Italia che hanno impiegato questo metodo per apprendere l'opera lirica; l'auspicio dell'Amministrazione, al termine di questo primo anno, è far crescere il progetto e riunire in Arena bambine e bambini di tutta Italia, uniti nel segno della grande musica che fa viaggiare nel tempo e nello spazio.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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mydenisv · 4 months
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Boxe e Gym Boxe Bologna e dintorni un giro fuoriporta per conoscere la nostra città
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Boxe a Bologna: scopri la Gym Boxe e le migliori palestre dove praticarla La boxe è uno sport che richiede forza, resistenza, coordinazione, velocità e strategia. Può aiutarti a migliorare, la tua forma fisica, la tua autostima e la tua capacità di gestire lo stress. Inoltre la boxe è anche uno sport che si adatta a tutti, indipendentemente dall'età, dal sesso e dalle condizioni fisiche. Infatti, esiste una forma di boxe amatoriale che ti permette di praticare questo sport in modo sicuro e divertente, senza il rischio di subire danni o traumi. Si chiama Gym Boxe ed è una disciplina regolata dalla Federazione Pugilistica Italiana (FPI). Cos'è la Gym Boxe? Devi sapere che la Gym Boxe, è un settore del pugilato amatoriale (con contatto controllato). Si pratica in forma individuale o in coppia, secondo l'articolo 7 del regolamento del pugilato FPI. La Gym Boxe ha come obiettivo la cura del benessere psicofisico attraverso l'apprendimento dei fondamentali tecnico-tattici. E una disciplina propedeutica alla pratica del pugilato e la partecipazione ad incontri prevede l'asenza contatto pieno. Oltre a questo, la Gym Boxe è adatta a tutti, d'età dai 13 anni ai 65 compiuti, sia uomini che donne. Si basa sui principi di lealtà, rispetto e fair play. Quali sono i benefici della Gym Boxe? La Gym Boxe è un'attività che offre numerosi benefici per il corpo e la mente. Tra i principali, possiamo citare: Miglioramento della capacità cardio-respiratoria, della circolazione sanguigna e del metabolismo. Tonificazione e definizione dei muscoli, in particolare di quelli delle braccia, delle spalle, del torace, dell'addome e delle gambe . Aumento della flessibilità, dell'equilibrio, della coordinazione e dei riflessi. Sviluppo della forza, della potenza e della resistenza muscolare. Riduzione del grasso corporeo e del peso in eccesso. Prevenzione e contrasto di patologie come l'ipertensione, il diabete, il colesterolo alto e l'osteoporosi. Rilascio di endorfine, sostanze che provocano una sensazione di benessere e di piacere. Riduzione dello stress, dell'ansia e della depressione. Aumento della fiducia in se stessi, dell'autostima e dell'autodisciplina. Miglioramento delle relazioni sociali e della capacità di lavorare in squadra. Dove fare Gym Boxe a Bologna? Presso Alma studios via del carrozzaio 15 Bologna :-) Qualche aneddoto o storiella sulla boxe a Bologna? La boxe a Bologna ha una lunga e gloriosa storia, che ha visto nascere e crescere campioni di fama mondiale, come il leggendario Nino Benvenuti, che vinse tre titoli mondiali in due categorie di peso, o il più recente Giovanni Parisi, che conquistò il titolo mondiale dei pesi leggeri nel 1992. Ma la boxe a Bologna è anche fatta di storie umane, di sfide, di emozioni, di sogni e di passioni. Aneddoti e storielle che raccontano la boxe a Bologna: Infatti Il pugilato bolognese ha una lunga e ricca tradizione, che ha dato vita a storie di successo, di passione e di coraggio. Ecco alcune storielle che raccontano la boxe a Bologna: Devi conoscere la storia di Franco Cavicchi, detto “Franco”, uno dei più grandi pesi massimi italiani, che vinse il titolo europeo nel 1955, battendo il francese Jean Maurice. Cavicchi era un operaio della Ducati, che si allenava la sera dopo il lavoro, e che portava sul ring la sua forza, la sua grinta e il suo orgoglio. Cavicchi morì nel 2018, all’età di 89 anni, lasciando un grande vuoto nel mondo della boxe Anche la storia di Patrizio Oliva, che iniziò a praticare la boxe a 14 anni, nella palestra Sempre Avanti, sotto la guida del maestro Romano Rubini. Oliva era un talento naturale, che si distinse per la sua tecnica, la sua velocità e la sua intelligenza. Oliva vinse il titolo olimpico nel 1980, a Mosca, e il titolo mondiale nel 1986, a Rimini, diventando uno dei più amati e celebrati campioni italiani2. per finire la storia di Sara Corazza e Valentina Alberti, due giovani pugilesse che si sono affermate nel panorama nazionale e internazionale, grazie alla loro determinazione, al loro sacrificio e alla loro passione. Sara è campionessa italiana della categoria 64 chili, mentre Valentina è medaglia d’argento ai Giochi olimpici europei 2015. Entrambe sono tesserate Aics nella Pugilistica tranvieri di Bologna, e hanno raccontato in un video come la boxe abbia cambiato in meglio la loro vita3. Queste sono solo alcune delle storielle che testimoniano la bellezza e la nobiltà della boxe a Bologna, uno sport che ha saputo formare campioni e persone @denistthai Read the full article
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personal-reporter · 6 months
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Una mostra su Maria Callas a Milano
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Per il centenario dalla nascita di Maria Callas, che cade  il 2 dicembre, Intesa Sanpaolo fino al 18 febbraio 2024, presso le Gallerie d’Italia di Milano, presenta la mostra Maria Callas. Ritratti dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo a cura di Aldo Grasso. La mostra, patrocinata dal Comune di Milano, è la prima iniziativa di Callas100, il palinsesto di iniziative organizzate nei mesi di novembre e dicembre dal Comune di Milano in collaborazione con Teatro alla Scala, Gallerie d’Italia e Piccolo Teatro di Milano per rendere omaggio alla celebre artista. Le Gallerie d’Italia di Piazza Scala si uniscono alle istituzioni milanesi nel ricordare la cantante lirica più ammirata al mondo, legata alla storia della città e del suo grande teatro d’opera. Le immagini in mostra restituiscono l’eccezionalità e il fascino di Maria Callas e provengono dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, un patrimonio di memoria collettiva che arricchisce la conoscenza delle vicende storiche del Novecento Infatti c’è una selezione di 91 immagini dell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo che coprono l’arco cronologico dal 1954 al 1970,  molte delle quali inedite o mai esposte, che ritrae la Callas nella quotidianità del fuori scena. Nonostante questa peculiarità, la mostra si apre e si chiude con due fotografie che ritraggono la grande artista all’interno del Teatro alla Scala: la prima, del 1° dicembre 1954, la ritrae insieme ai tre grandi direttori d’orchestra Arturo Toscanini, Victor De Sabata e Antonino Votto dopo una delle prove del La Vestale, mentre l’ultima è del 7 dicembre 1970 e rappresenta il suo ritorno alla Scala, come spettatrice, accanto a Wally Toscanini. L’Archivio Publifoto conserva oltre 1500 fotografie di Maria Callas che ritraggono la soprano in occasioni pubbliche e private, in un arco cronologico che segue gli anni più significativi della sua carriera, nei suoi passaggi a Milano, come parte di una straordinaria fonte storica e iconografica in grado di restituire dettagli importanti per ricostruire il mito di una donna che ha segnato un’epoca. Maria Callas fu la prima cantante lirica a godere di una grande esposizione mediatica e il racconto giornalistico sulla grande artista si affianca a quello della donna dalla vita intensa, soprattutto in campo sentimentale, rendendola una delle protagoniste della cronaca degli anni Cinquanta e Sessanta. I fotografi la seguivano ovunque, in particolare fuori dalla scena: per strada, al ristorante, in aeroporto o sul megayacht di Onassis, nell’atelier di Biki, nella sua casa milanese e in tribunale, ma anche sugi uomini che condizionarono la sua vita,  il marito, l’industriale Giovanni Battista Meneghini, e Aristotele Onassis, oltre alle amiche e amici di una vita: Antonio Ghiringhelli, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Franco Zeffirelli, e Pier Paolo Pasolini con cui girò il film Medea. Questa mostra si inserisce nell’ambito delle iniziative di valorizzazione dell’Archivio Publifoto, costituito da oltre 7 milioni di fotografie dell’Agenzia fondata da Vincenzo Carrese nel 1937, la più importante agenzia fotogiornalistica privata nata in Italia negli anni ’30. L’Archivio è stato acquistato da Intesa Sanpaolo nel 2015 e il  museo di Milano, insieme a quelli di Napoli, Torino e Vicenza, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo guidato da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici della Banca. Read the full article
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giancarlonicoli · 8 months
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7 ott 2023 12:12
“ILLAZIONI ASSOLUTAMENTE FARNETICANTI” – IL CONSIGLIERE PER LA STAMPA DEL QUIRINALE, GIOVANNI GRASSO, SMENTISCE SECCAMENTE L’INDISCREZIONE DI ALESSANDRO SALLUSTI, SECONDO CUI IL COLLE SAREBBE INTERVENUTO PER FAR RIMUOVERE IL DIRETTORE DELLA “STAMPA”, MASSIMO GIANNINI (DA OGGI SOSTITUITO DA ANDREA MALAGUTI) – GRASSO: “LA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA NON SI È MAI PERMESSA DI INTERFERIRE NELLE LIBERE DINAMICHE EDITORIALI” – SALLUSTI A TESTA BASSA CONTRO LA GIUDICE IOLANDA APOSTOLICO: “SE GIANNINI SCRIVE CHE IO GLI STO SULLE PALLE PUO’ CONTINUARE A FARE IL SUO LAVORO. SE LO FA UN MAGISTRATO...” – VIDEO  -
Estratto dell’articolo di www.lastampa.it
«Assolutamente farneticanti». Così il consigliere per la stampa del Quirinale Giovanni Grasso definisce le illazioni, diffuse questa sera dal direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, ospite della trasmissione di Lilly Gruber Otto e Mezzo su La7, di un intervento del Colle perché fosse sostituito il direttore de La Stampa Massimo Giannini. «Come dovrebbe essere noto a tutti, la presidenza della Repubblica non si è mai permessa di interferire nelle libere dinamiche editoriali e nella nomina di direttori. Chi afferma il contrario mente», dice Grasso.
A spiegare i motivi dell’avvicendamento ai vertici de La Stampa, durante la trasmissione è stato lo stesso Giannini. «Da giugno con il mio editore abbiamo avviato una riflessione sulla natura del giornale e su come lo si potesse rafforzare. Dopo una riflessione prolungata, si è deciso che La Stampa deve recuperare un rapporto diretto e vicino con il territorio». A prendere il suo posto è Andrea Malaguti, fino ad oggi vice direttore vicario del quotidiano torinese. [...]
2 – OTTO E MEZZO, CLAMOROSO SALLUSTI: "GIANNINI SCRIVE CHE GLI STO SULLE PALLE?"
Estratto dell’articolo di www.liberoquotidiano.it
Alessandro Sallusti, in collegamento con Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, nella puntata del 6 ottobre, critica duramente la condotta della giudice di Catania Iolanda Apostolico per aver partecipato nel 2018 alla manifestazione anti-Salvini e poi aver disapplicato il decreto Cutro sul trattenimento di alcuni migranti nel Centro di Pozzallo: "Andiamo con ordine. Il ragionamento di Massimo Giannini parte da un presupposto sbagliato, che un magistrato sia un cittadino come un altro, non è un cittadino come un altro. Ha delle libertà diverse dalle mie", attacca il direttore de Il Giornale. "Se Giannini scrive che io gli sto sulle pa*** può fare il lavoro che fa. Se lo fa un magistrato non può più giudicare né me né tutto ciò che è attinente a me, perché ha espresso un giudizio o un pregiudizio dal quale doveva astenersi", sottolinea Sallusti.
[…]
Dopodiché, spiazzando ulteriormente la conduttrice e lo stesso Massimo Giannini, Sallusti fa una seconda considerazione: "Il problema non è il video ma che un magistrato che ha espresso delle posizioni ha giudicato nel merito poi di quello per cui era andata a manifestare", prosegue il direttore del Giornale. Che conclude: "C'è un dettaglio che sfugge ai più, quando è scoppiato il putiferio la magistrata si è affrettata a cancellare i post. Allora se era normale, se lei era lì per tutelare l'ordine pubblico, cosa ridicola, perché li ha cancellati? Perché ha capito che erano di intralcio alla sua narrazione".
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statoprecario · 9 months
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Camogli: Seconda giornata Festival della Comunicazione 2023
È iniziata ieri pomeriggio, con un grande successo di pubblico e partecipazione, la decima edizione del Festival della Comunicazione di Camogli. L’evento inaugurale – che ha fatto registrare il tutto esaurito – ha visto la partecipazione del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e le lectio magistralis di Andrea Riccardi, Enrico Mentana e Aldo Grasso, a cui è seguito il dibattito tra…
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micro961 · 11 months
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Mariagrazia - Il mio tempo
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Il singolo d’esordio della giovanissima cantante catanese
L'affermazione di sé stessi, di poter essere e valere e poi di volerlo urlare al mondo.
 «Daniele Grasso, produttore oltre che autore del brano mi dice sempre che sono una delle poche giovani artiste che amano più la musica dei morti che dei contemporanei. In effetti "subisco" il fascino della grande musica del passato, ma non disdegno assolutamente quanto di buono ci possa essere in giro ora». Mariagrazia
Per questo esordio la giovanissima artista catanese ha voluto musicisti veri mettendo su un "combo" interessante che ha interpretato al meglio la scrittura. Oltre allo stesso Daniele Grasso c'è Giovanni Spadaro, ottimo e giovane batterista di Siracusa, Matteo D'Alessandro soundscape e chitarra acustica ed Elisa Milazzo ai cori. Tutta la produzione si è svolta presso gli storici “The Cave” Studio un luogo che culla gran parte della produzione underground e indipendente non solo siciliana ma anche e soprattutto italiana. Uno stimolo che sta conducendo alla realizzazione del suo primo Ep.
Etichetta: TheKidsAreAlright Radio date: 23 giugno 2023
 Mariagrazia, giovanissima, cantante, vive a Giardini Naxos e studia al liceo linguistico. A dieci anni il primo passo importante, comincia a studiare seriamente frequentando l’Accademia Pianistica Italiana. In breve ottiene i pre-accademici di primo e secondo livello al Conservatorio di musica P. I. Tchaikovsky. Nel 2019 è al Casinò Sanremo per le semifinali di Sanremo junior. Ma sente il desiderio di spingersi oltre, di trovare una sua via, pur continuando a studiare. La sua passione si spinge verso ascolti importanti, oltre la sua età, amando il cantautorato di livello sia nazionale che internazionale, la musica soul, il blues. Così nel 2021 cerca e incontra Daniele Grasso, musicista e produttore artistico catanese già al lavoro con musicisti come Afterhours, Diego Mancino, Manuel Agnelli, Cesare Basile e molti altri. Insieme decidono di farle frequentare gli studi “The Cave”, per capire meglio il mondo della produzione musicale e dopo alcuni esperimenti interessanti si mettono al lavoro su un Ep per la label TheKidsAreAllright. "Il mio tempo" è il singolo d'esordio e fa trasparire tutto l'entusiasmo e la passione dei suoi giovani anni.
SOCIAL https://www.instagram.com/mariagrazia.c_ https://www.facebook.com/profile.php?id=100077226603682 https://www.youtube.com/@digitalnoises5929/videos
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arcobalengo · 2 years
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Intanto don Masino svelava particolari inquietanti agli inquirenti statunitensi. Nella primavera del 1985, Buscetta raccontò di Giulio Andreotti, già cinque volte presidente del Consiglio e ministro di quasi tutti i governi del dopoguerra, come patron di Cosa Nostra al sostituto procuratore federale di New Work Richard Martin, collega e amico personale di Giovanni Falcone. Ma anche ad Antony Petrucci, agente della Dea. Anche la Cia mostrò interesse per i segreti di Buscetta: in cambio della sua collaborazione, ai suoi cari viene garantita una residenza negli Stati Uniti. Ma Buscetta, in cuor suo, sapeva che era meglio stare lontano dall’Agenzia. Sapeva quanto fosse pericolosa quella «congrega di killer di Stato», come lui stesso definì la Cia. Don Masino conosceva molti dei suoi segreti. Sapeva che negli anni Sessanta era stata la Cia a commissionare a Cosa Nostra l’assassinio del presidente dell’Eni Enrico Mattei, inviso alle sette sorelle del petrolio. Lui stesso aveva partecipato ai sopralluoghi che avevano preceduto il sabotaggio dell’aereo personale di Mattei, parcheggiato all’aeroporto di Catania. Alla fine dell’estate 1985, Totò Riina era latitante da sedici anni, Bernardo Provenzano da ventidue. Non li cercava nessuno. Palermo era spaccata in due: voglia di cambiare e voglia di mafia. Il Maxiprocesso stava per iniziare e c’erano giudici che si defilavano. Nessuno voleva fare il presidente della Corte. C’era chi si giustifica con problemi di salute, chi di famiglia. La sensazione era che nessuno voleva guai. Si faceva fatica a trovare un presidente per il “Processo alla mafia”. Il 10 febbraio del 1986 si aprì finalmente il dibattimento. Gli imputati accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso erano quattrocentosettantaquattro. Con loro, erano finiti nel carcere dell’Ucciardone anche l’ex sindaco Vito Ciancimino e gli esattori Nino e Ignazio Salvo. Alla fine ad accettare lo scranno bollente era stato Alfonso Giordano, sarebbe stato lui presidente della Corte di Assise alla fine. Veniva dal civile, era una grande sorpresa. Il giudice a latere era Pietro Grasso, i pubblici ministeri Giuseppe Ayala e Domenico Signorino. «Silenzio, entra la Corte», scrisse in prima pagina “Il Giornale di Sicilia”. Un titolo perfetto per il processo dove per la prima volta c’erano mafiosi che volevano parlare. Per diciotto mesi Palermo, e il resto d’Italia, furono catturati da quanto accadde nell’aula bunker. Il 16 dicembre 1987, dopo trentacinque giorni di camera di consiglio, trecentoquarantanove udienze, mille e trecentoquattordici interrogatori, seicentotrentacinque arringhe difensive, Cosa Nostra siciliana incassò la sconfitta più dura della sua storia: diciannove ergastoli e duemila e seicentosessantacinque anni di carcere. «La mafia è in ginocchio», dichiararono pomposamente i ministri di Roma. La notizia delle condanne al Maxiprocesso di Palermo fece il giro del mondo. Era una vittoria per il pool, per Giovanni Falcone, quello delle «comiche figure» e delle «sceneggiate » descritte sul quotidiano cittadino. Tutti erano certi che ormai la mafia era alle corde, ferita mortalmente. C’è solo un uomo che non si fece travolgere dalla sbornia del successo: Falcone. Sapeva troppe cose sulla mafia e i suoi complici. Aveva intuito, accantonato, ma non dimenticato, piste insolite sui delitti eccellenti e su organizzazioni nazionali e transnazionali, di cui nessuno parlava. Sapeva che stava per arrivare il momento più difficile. Anche perché seimila chilometri più a occidente c’era qualcuno di molto potente che “il processo alla mafia” proprio non l’aveva mandato giù. Proprio adesso che la solidità dell’accordo Italy Project era fondamentale per il futuro del mondo doveva saltare tutto in aria. Non era accettabile. L’alleanza doveva essere ripristinata, anche a costo di versare del sangue, tanto sangue.
Franco Fracassi - The Italy Project
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infosannio · 11 months
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Inchiesta Morandi, le intercettazioni. Autostrade, l’assalto dei Benetton per “arrivare a Conte” e 5 Stelle
LE NUOVE INTERCETTAZIONI – Nel 2020 le pressioni di Castellucci & C. per far saltare la revoca: “Andiamo da Di Maio col cappello in mano”. I contatti con la Lega e il ruolo di Delrio (DI MARCO GRASSO – ilfattoquotidiano.it) – L’assalto al premier Giuseppe Conte e ai ministri 5S. Gli abboccamenti con la Lega e con il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti dell’allora amministratore…
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