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#Museo Permanente Milano 2002
fashionbooksmilano · 11 months
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Jean Cocteau, A poet in time
The Séverin Wunderman Collection
Testi critici Marina Corgnati
Museo della Permanente, Milano 2002, 100 pagine, 22 x 28 cm
euro 30,00
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Curatore della collezione : Tony Clark, Art Direction : Bob Noorda
Il Musée Jean Cocteau - Collection Séverin Wunderman è un museo di Menton, in Francia,  dedicato all'opera artistica di Jean Cocteau (1889-1963) poeta, pittore, disegnatore, drammaturgo e cineasta francese. Inaugurato nel 2011, la collezione del museo deriva principalmente dalla collezione di Séverin Wunderman, collezionista statunitense di origine belghe, che ha donato la propria collezione alla città di Menton nel 2005.
27/06/23
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tmnotizie · 4 years
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SAN BENEDETTO – Domenica 1 dicembre 2019, alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, alle 17,30, sarà inaugurata la mostra “Aligi Sassu illustra i Promessi Sposi di Alessandro Manzoni”. All’inaugurazione interverranno, oltre alla curatrice Rosalba Rossi, la critica d’arte Gloria Gradassi, la psicologa scrittrice Pascale Chapaux Morelli, docente all’Università di Parigi e Lella Palumbi, narratrice di luoghi, di arte e di storia.
La mostra, patrocinata dalla Città di San Benedetto del Tronto con la partecipazione della Fondazione Casa del Manzoni di Milano, sarà visitabile fino al 16 gennaio 2020.
Ideata e curata da Rosalba Rossi, è promossa dalla Fondazione Banco di Napoli che, dallo scorso 22 maggio, a seguito di fusione per incorporazione della Fondazione Chieti, ha la sua sede in Abruzzo nel Palazzo de’ Mayo, ubicazione permanente delle opere esposte nella mostra sambenedettese e che furono donate nel 2002 alla Fondazione Chieti dal mecenate Alfredo Paglione, titolare della celebre Galleria 32 di via Brera a Milano e cognato dell’artista Aligi Sassu: si tratta di 58 acquerelli originali, realizzati da Aligi Sassu su incarico dell’editore Giampiero Giani per illustrare “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni.
“Anche quest’anno il periodo natalizio alla Palazzina Azzurra –  sottolinea l’assessore alla cultura Annalisa Ruggieri – è caratterizzato da una mostra di alto spessore che, siamo sicuri, saprà catturare l’interesse degli amanti dell’arte. Accogliamo infatti in Palazzina Azzurra una delle prime esposizioni dell’intera opera dei 58 acquerelli originali che Sassu realizzò per illustrare “I promessi sposi” fuori dalla sede museale permanente di Chieti dove vengono custoditi.
La figura di Aligi Sassu è una delle più prestigiose della cultura contemporanea e voglio ringraziare gli organizzatori per aver dato questa grande dimostrazione di amore per San Benedetto”.
Storia degli acquerelli
Gli acquerelli (formato cm 40,50 X 29,50) sono stati realizzati nell’inverno del 1942 – 43 a Zorzino sul Lago d’Iseo, dove l’artista si era ritirato, essendo sorvegliato speciale, dopo l’uscita dal carcere nel quale era finito per attività antifascista.
Questo periodo di ritiro è caratterizzato da un intenso lavoro creativo in cui, oltre ai 58 acquerelli oggetto dell’esposizione, vedono la luce opere che saranno considerate tra i maggiori capolavori dell’artista, come la grande “Deposizione”, opera attualmente in Vaticano, e “I martiri di Piazzale Loreto”, un dipinto che completato, appunto, nel 1944, sarà poi esposto alla Biennale di Venezia nel 1952 e, su indicazione di Argan, sarà acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma (esposto poi fino allo scorso 28 Giugno 2019 in una mostra presso la Fondazione Prada di Milano).
La raccolta dei 58 acquerelli de “I Promessi Sposi” è stata sempre considerata dallo stesso Sassu l’opera sua più significativa nel campo dell’illustrazione, preceduta da una produzione di circa 125 disegni e schizzi preparatori. Il committente editore Giani, tuttavia, nel 1944, non la pubblica ed Aligi Sassu è così costretto a venderla a Renato Perugia, amico e gioielliere di Milano, il quale in seguito la cederà, ad insaputa dello stesso artista, ad altro collezionista.
Nel 1977, considerati oramai dispersi, gli acquerelli vengono ritrovati intatti (tutti ad eccezione di uno solo, che si saprà, poi, finito nella casa di Savona della scrittrice Annaviva Acquaviva) nella collezione di Gino Cerastico, industriale farmaceutico milanese. Per una delle strane coincidenze che la storia spesso propone, nell’anno 1977 cade proprio il 150° anniversario de I Promessi Sposi.
Nel 1982, alla morte di Gino Cerastico, la di lui vedova offre a Sassu la possibilità di riacquistare i 57 acquerelli in suo possesso. L’artista prende tempo, considerando eccessiva la richiesta avanzata da Luisa Cerastico Zecca, che, pertanto, conclude la vendita degli acquerelli ad Alfredo Paglione (cognato di Aligi Sassu) nella sua celebre Galleria 32 di via Brera a Milano.
Lo stesso gallerista e mecenate Alfredo Paglione si adopera quindi sin da subito per riuscire a pubblicare l’opera. La pubblicazione avviene in pochi mesi, a cura di Michele Calabrese della Casa Editrice Art Market di Monterotondo (Roma).
Viene realizzata un’edizione monumentale di grande formato, numerata per singolo pezzo e corredata dalla prefazione di Giancarlo Vigorelli, presidente della Casa del Manzoni a Milano, dove la pubblicazione viene presentata alle Autorità (tra cui anche il cardinal Colombo), in data 5 Maggio 1983, insieme agli acquerelli originali.
Dopo questa prima manifestazione milanese, i 57 acquerelli sono stati oggetto di ulteriori esposizioni, in Italia e all’estero. Nel 2002, i coniugi Alfredo Paglione e Teresita Olivares, volendo destinare l’intera raccolta dei 57 acquerelli alla Città di Chieti, la donano alla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti.
Nel 2003 il capolavoro manzoniano di Aligi Sassu torna, infine, alla sua integrità originale. Dopo un’attesa di venti anni, infatti, alla morte di Annaviva Acquaviva, i coniugi Paglione riescono ad acquistare l’unica tavola mancante, la TAVOLA LIII, quella dedicata alla peste, ricomponendo l’intera opera.
Per l’occasione, la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti propone la ripubblicazione in una lussuosa edizione (completa del testo de I Promessi Sposi) dell’intera opera che dallo stesso anno 2003 ha trovato dimora definitiva nella Citta di Chieti, al Museo Palazzo De’ Mayo. Quest‘ultimo, dallo scorso 22 Maggio 2019, a seguito della fusione per incorporazione della Fondazione Chieti, è la sede in Abruzzo della Fondazione Banco Di Napoli.
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Vincitori 2018 - Paola Binante - Marena
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Polaroid cm 10 x 12 Stampa da negativo Polaroid Polaroid 10 x 12 cm, print from a Polaroid negative Dittico / Diptych: cm 15,2 x 10,8; cm 80 x 60 2018
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Marena è un dittico composto da una Polaroid e da una stampa da negativo Polaroid. L’opera si presta a diverse letture. Innanzitutto è una riflessione sul mezzo fotografico. La Polaroid, un procedimento di fotografia istantanea con pellicole autosviluppanti, la cui distribuzione cessa alle soglie del nuovo millennio, ha una lunga storia. La fotografia istantanea, lanciata sul mercato americano a fine anni Quaranta, è uno strumento popolare, interpretato creativamente da molti artisti. Paola s’inserisce in quest’ultimo ambito, inoltrandosi nel campo della ricerca d’avanguardia, intrapresa da artisti del calibro di Warhol e da uno sperimentatore instancabile come Nino Migliori. L’attività sperimentale di Paola Binante, che inizia nella seconda metà degli anni Novanta, interpreta la fotografia off-camera, usa la fotocamera riallacciandosi alla ricerca concettuale. In Marena trasfigura la pregnante iconicità dell’oggetto attraverso un peculiare lavoro di trascrizione. Il suo ambito poetico è lo spazio che si insinua tra la materia ed il linguaggio, tra l’oggetto e la scrittura. Troviamo una vocazione oggettuale-materica, cifra estetica del suo lavoro, nella sua interpretazione del vaso come scultura, collocandolo su un piedistallo. L’operazione concettuale è complessa: il vaso è un’icona, ma è anche un prodotto del lavoro, che ha una sua materialità, simboleggiato dalla mano femminile. Un dualismo che caratterizza la metodologia di lavoro: le diverse dimensioni e presentazione delle Polaroid; l’immagine istantanea e l’uso del banco ottico, segno della sua meditazione sul tempo fotografico. Sullo sfondo di un muro sbrecciato colloquiano l’iconicità e la materialità dell’Amarena. Nello iato tra le due Polaroid l’autrice riconsegna spessore teorico all’atto fotografico, alla sua storia, alla sua valenza di traccia capace di suscitare emozioni e sapere.
Nasce nel 1965 a Roma. Vive e lavora a Bologna. Mostre personali 
2018 “Cuore di pietra”, a cura di / edited by M. Corazzini, CSA Farm Gallery, Torino 2017 “Generazioni. Pluralità del femminile”, a cura di / edited by M. Corazzini, CSA Farm Gallery, Torino 2016 “The Sea Atlas”, Officine 500 Gallery, Torino 2014 “Generazioni. Pluralità del femminile”, a cura di / edited by S. Bonfili e E. Paloscia, Museo di Roma in Trastevere, Roma 2010 “Paralipòmeni”, Lu.C.C.A. Lucca Center of Contemporary Art , Lucca 2008 “ABC - Araki, Binante, Cosulich”, a cura di / edited by E. Paloscia, Galleria Anna D’Ascanio, Roma 2006 “Generazioni”, a cura di / edited by M. Chelucci, Massenzio Arte, Roma “Paralipòmeni”, InCamera Photo Gallery, Pietrasanta 2005 “Islam”, Libreria Odradek, Roma 2003 “Cambiamenti”, Galleria d’Arte 107, Casperia “Paola Binante”, a cura di / edited by M. Bentivoglio, Centro di documentazione della ricerca artistica contemporanea Luigi Di Sarro, Roma Mostre collettive / Group Exhibitions 2017 “Christian Boltanski. Take Me (I’m Yours)”, ex parcheggio Giuriolo, Bologna “Questioni di famiglie”, Centro Italiano della Fotografia d’Autore, Bibbiena “De rerum natura. Omaggio a Nino Migliori”, Palazzetto Eucherio Sanvitale, Parma 2016 “HERE. Arti visive”, Cavallerizza Reale, Torino 2014 “Slow Photo Project. Della lentezza in fotografia”, Galleria Santevincenzidue, Bologna 2012 “Il respiro della Sila”, Centro Studi Cappella Orsini, Roma 2011 “Dalla cella all’atelier. Per un riallestimento della collezione permanente dell’IGAV”, La Castiglia, Saluzzo “Su Nero nerO / Over Black blacK”, a cura di / edited by F. Paludetto, Castello di Rivara, Rivara “Sila dono sovrano”, a cura di / edited by F. De Chirico, S. Ferrari e A. Manta, Palazzo Arnone, Cosenza 2010 “Art Transport Station”, a cura di / edited by A. Carrer e B. Barsanti, Stazione Leopolda, Firenze “Carte da Gioco d’Artista”, Padiglione Italia Expo Shanghai, Shanghai 2009 “La stanza dei sogni”, Bloomsbury Auctions, Palazzo Colonna, Roma “Arte in forma di libri”, Abbazia Greca di San Nilo, Grottaferrata 2008 “La sindrome di Icaro. Licini e 26 artisti tra terra e cielo”, a cura di / edited by M. Vescovo, Parco Bioenergetico e Antiche Scuderie del Borgo Storico Seghetti Panichi, Castel di Lama “EXPERIMENTA”, a cura di / edited by M. Calvesi, L. Canova, M. Meneguzzo e M. Vescovo, Ministero degli Affari Esteri, Roma 2007 “Profumo di cacao. Cioccolato come arte”, a cura di / edited by M. Vescovo, Casa delle Arti e dell’Architettura, Settimo Torinese “Contemporary nature”, ISA Istituto Superiore Antincendi, Roma 2006 “Natura e Metamorfosi. La creatività italiana racconta la Natura”, a cura di / edited by M. Vescovo e A. Carrer, Creative Art Center, Beijing; Urban Planning Exhibition Center, Shanghai 2005 “13X17: 1000 artisti per un’indagine eccentrica sull’arte in Italia”, a cura di / edited by P. Daverio e J. Blanchaert, chiesa di San Gallo, Venezia; Galleria Zaion - Lanificio Pria, Biella; Showroom Gruppo Franco Ziche, Milano “L’età Nomade”, a cura di / edited by G. Dalla Chiesa, ex Mattatoio, Roma 2004 “Cantiere D.F.I.G.”, a cura di / edited by D. Facchinato, Metropolis Photogallery, Bologna “Molto rumore per nulla”, a cura di / edited by A. Impallara e M. Pompeo, Salone degli specchi, Anzio “Anteprima Torino - XIV Esposizione Quadriennale d’Arte di Roma”, Società Promotrice delle Belle Arti, Torino 2003 “Terza Biennale Libro d’Artista”, a cura di / edited by I. D’Agostino, M. de Candia, T. Pollidori e L. Rea, Biblioteca Comunale, Cassino “Segni d’Artista. Opera grafica dell’Accademia di Belle Arti di Roma”, Centro per l’Incisione e la Grafica d’Arte, Formello 2002 “La mia idea della campagna romana e laziale”, Castello Baronale, Fondi 2000 “Fotoalchimie. La fotografia in Italia: sperimentazioni e innesti”, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato
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estudiodedecoracion · 7 years
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Tokujin Yoshioka
Tokujin Yoshioka. Diseñador y artista de instalaciones espaciales.
Tokujin Yoshioka (1967, Prefectura de Saga, Japón) es un artista y diseñador japonés.
Después de graduarse en la Kuwasawa Design School en 1986, trabajó con Shiro Kuramata e Issey Miyake antes de convertirse en un diseñador freelance en 1992.
En 2000 estableció su propia oficina, Tokujin Yoshioka Design.
La novedosa obra de Yoshioka, en la línea de los diseños o instalaciones espaciales, se puede ver por ejemplo en el concepto de diseño de las tiendas para Swarovski (incluyendo su trabajo para el buque insignia de Swarovski en Ginza, Japón).
Yoshioka ha estado produciendo los diseños de las boutiques para Issey Miyake durante más de 20 años, y también ha diseñado espacios para Toyota; Hermes; Lexus; Peugeot; NTT; BMW y para marcas cosméticas como RMK y SUQQU.
También ha realizado varias colaboraciones con fabricantes de muebles italianos como Cassina; Driade; Kartell y Moroso.
Desde 2002, Yoshioka ha estado trabajando en proyectos de vidrio óptico, incluyendo “Bloque de agua” (permanentemente exhibida en Musee d’Orsay de París), “Silla que desaparece bajo la lluvia” y “Cascada“, la mesa de cristal óptica más grande del mundo.
También ha presentado varias instalaciones espaciales, incluyendo las del Salone del Mobile para Swarovski y Moroso.
En 2008 dirigió la exposición “Second Nature” en Tokio, donde presentó “Venus – Natural crystal chair“, una obra basada en su teoría de la aplicación de leyes naturales en el diseño, y la instalación “Nubes – Instalación“.
Al año siguiente, en 2009, dirigió la exposición especial para Cartier “Memories of Cartier Creations“, donde exhibió la botella de perfume “Moon Fragment” como obra representativa del futuro de Cartier .
En 2010, la exposición “Tokujin Yoshioka Spectrum” se mostró en Corea. Esto incluyó la instalación parcialmente terminada de la “Iglesia del arco iris“, un vidrio manchado de 9 metros de alto que consistía en 500 prismas cristalinos.
La exposición “Sensing Nature” de ese mismo año 2010 en el Mori Art Museum incluyó la instalación dinámica “Snow” de 15 metros de ancho.
Con motivo del 70 aniversario de la marca LG Corporation, compañía madre de LG Electronics, anunció su participación en la exposición de diseño más grande del mundo, el Milano Design Week 2017.
Se trata de una instalación de arte a gran escala bajo el nombre de S.F_Senses of the Future, la cual resalta por su diseño, innovación y la incorporación de una gigantesca pantalla OLED de LG.
Tokujin Yoshioka fue el contratado para dicha exposición por ser un diseñador de talla mundial conocido por el uso de técnicas experimentales innovadoras para reflejar la belleza de la naturaleza y la complejidad de los sentidos humanos.
Ambos temas están acordes con la filosofía de diseño de la marca que “se centra en el ser humano y en el compromiso de innovación -tecnología y diseño innovador- para una vida mejor”.
Con esta muestra Tokujin Yoshioka intenta comunicar su optimismo por el futuro de la humanidad a través de una experiencia de inmersión utilizando luces y objetos cotidianos.
“S.F_Senses of the Future es un fenómeno poético que sólo puede describirse como un tapiz de luz, una dimensión verdaderamente futurista que trasciende los sentidos humanos”, explicó Tokujin Yoshioka.
En 2007, Yoshioka fue seleccionado por la edición japonesa de Newsweek como uno de los “100 japoneses más respetados del mundo”.
Muchas de sus obras forman parte de las colecciones permanentes de museos de todo el mundo, entre ellas el Museo de Arte Moderno (MoMA) y el Museo de Diseño Cooper Hewitt en Nueva York; el Centro Georges Pompidou en París; el Victoria & Albert Museum de Londres y Vitra Design Museum en Alemania.
Tokujin Yoshioka (pág. web).
Tokujin Yoshioka y asientos “Honey-pop” (2000 – 2001).
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A
Alessandro Mendini
Alfredo Häberli
Alvar Aalto
Andrea Branzi
Andrée Putman
Andreu Carulla
Andy Martin
Antonio Citterio
Arend Groosman
Arik Levy
Arne Jacobsen
Autoban
B
BarberOsgerby
Benjamin Graindorge
Benjamin Hubert
Bertjan Pot
Boca do Lobo
C
Carlo Mollino
Charles Rennie Mackintosh
Charles y Ray Eames
Claudio Colucci
D
David Adjaye
DimoreStudio
Doshi Levien
E
Edward van Vliet
Eero Saarinen
Enzo Mari
Ettore Sottsass
F
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Fernando Mastrangelo
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Francesco Rota
Frank Gehry
Frank Lloyd Wright
Fredrikson Stallard
G
Gabriella Crespi
Gaetano Pesce
George Nelson
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H
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Hervé Van der Straeten
I
Inga Sempé
J
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Jasper Morrison
Jean Prouvé
Joaquim Tenreiro
Joe Colombo
Jonathan Adler
Jörg Schellmann
Jurgen Bey
K
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L
Lex Pott
Lucas Muñoz Muñoz
Ludovica y Roberto Palomba
M
Marc Newson
Marcel Breuer
Max Lamb
Michael Anastassiades.
Mies van Der Rohe
N
Naoto Fukasawa
Nendo
Nigel Coates
O
Olivier Mourgue
P
Paolo Lomazzi
Patricia Urquiola
Pierre Paulin
Piet Hein Eek
Q
Quentin de Coster
R
Rick Owens
Rodolfo Dordoni
Ron Arad
S
Sacha Lakic
Scholten & Baijings
Seung-Yong Song
Simone Simonelli
Studio Job
T
Tapio Wirkkala
Tejo Remy
Thomas Sandell
Tokujin Yoshioka
Tom Dixon
Toni Grilo
U
Ueli y Susi Berger
V
Verner Panton
Vico Magistretti
Vincenzo de Cotiis
Vladimir Kagan
Von Pelt
W
William Sawaya
X
Xavier Lust
Y
Yrjo Kukkapuro
Z
Zaha Hadid
Zanuso
from http://decorador.online/disenadores-destacados/tokujin-yoshioka/
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Laura Villani
“Il destino riaffiora” (The fate resurfaces)
 mixed media on paper Shöller 50x70 cm
Note
Laura Villani nasce a Pavia dove vive e lavora.
Dopo aver compiuto gli studi al Liceo Artistico e al Conservatorio di Musica, si dedica all’attività concertistica suonando in gruppi di musica da camera, fino a quando la sua espressione artistica d’elezione diventa l’incisione originale.
Prosegue così i suoi studi frequentando i Corsi Internazionali di Calcografia all’Accademia di Urbino e i Corsi di Tecniche Incisorie Tradizionali e Sperimentali alla Scuola Internazionale di Grafica a Venezia, sotto la guida di Riccardo Licata. 
Inizia a esporre nel 1993 al Museo della Permanente di Milano, partecipando al Premio San Carlo Borromeo curato da Gian Alberto Dell'Acqua, Raffaele De Grada e Mario de Micheli.
Nel 1996 è invitata al XIII Premio Internazionale Biella per l'Incisione con Jean Clair, Tomás Llorens Serra e Giacomo Soffiantino in giuria.
Nel 1998 viene selezionata per partecipare al II Tokyo International Print Triennal al Tama Art University Museum di Tokyo, al Premio Arte Mondadori a Milano, al XVIII Print Internacional de Cadaqués e alla Triennale Nazionale di Grafica Città di Brescia curata da Mauro Corradini, dove torna nel 2001 per la II edizione. 
Nel 2002 è invitata al III Premio Internazionale Leonardo Sciascia Amateur d’Etampes che, al termine di un ciclo espositivo nelle città di Parigi-Roma-Firenze-Venezia, si terrà al Castello Sforzesco di Milano nella Civica Raccolta di Stampe Bertarelli.
Nel 2005 è selezionata per il IV Tokyo International Print Triennal al Tama Art University Museum di Tokyo.
​Nel 2006 espone al Museo della Permanente di Milano, partecipando alla Rassegna di Pittura Ventipiucento gli anni della Permanente. 
Nel 2008 partecipa alla Rassegna di Pittura Dipingere l’immenso-Traduzioni pittoriche della letteratura del Novecento nella sede di Archivi del ‘900 a Milano.​
Nel 2009 partecipa alla Rassegna di Pittura Note d'Arte a Pavia nel Palazzo Centrale dell'Università.
Negli ultimi dieci anni il suo interesse si rivolge unicamente alla pittura e al disegno.
​Appassionata di tecniche classiche, visita i Musei d'Italia e d'Europa per osservare i colori, le ombre, le luci, le atmosfere della pittura dei grandi maestri. Per assorbire il silenzio, la dilatazione e la sospensione di una pittura lontana dalla nevrosi della contemporaneità. Una pittura che suggestiona fino ad imprimersi profondamente nell'immaginario.  
WORKS IN PUBLIC COLLECTIONS
​TOKYO - Tama Art University Museum
MILANO - Castello Sforzesco - Civica Raccolta delle Stampe Bertarelli
BAGNACAVALLO - Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne
S.TA CROCE SULL'ARNO - Gabinetto dei Disegni e delle Stampe
BRANZOLL - Dokumentationszentrum fur Zeitgenössische Illustration Museum
SOLO EXHIBITIONS
2000 L'età maggiore - Archivi del ‘900 - MILANO
1999 A chi mi insegue - Galleria San Michele - MILANO
1999 Sortilegio del volto - Galleria Il Quadrato-Chieri - TORINO
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tmnotizie · 5 years
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FERMO – Sabato 11 maggio alle ore 18 prende il via la nuova stagione espositiva del TOMAV – Torre di Moresco Centro Arti Visive con Nulla che non sia ovunque, personale di Luca Piovaccari a cura di Milena Becci.
La caratteristica torre eptagonale, sede del TOMAV, ospita dalla fine del 2010, con la direzione artistica di Andrea Giusti, proposte artistiche e culturali che si presentano sui quattro piani della costruzione risalente al XII secolo e ubicata nel centro storico del piccolo borgo marchigiano di Moresco.
Il Centro Arti Visive inaugura sabato 11 maggio la sua nona stagione espositiva accogliendo le opere fotografiche di Luca Piovaccari e presentando un nuovo format dal titolo TAW_TOWERARTWEEKEND che prevede un’unica apertura di due giornate, nel weekend appunto, della mostra. Nulla che non sia ovunque spalancherà quindi le porte della stagione espositiva sabato 11 e domenica 12 maggio con una sorta di flash show in cui, oltre alla visione delle opere, sarà possibile godere della presenza dell’artista che parlerà al e con il pubblico della propria ricerca, costituendo un valore aggiunto fondamentale nella costruzione di una relazione diretta tra i visitatori e l’arte contemporanea.
Luca Piovaccari rintraccia l’eccezionale ed eroico vivere quotidiano nel mito delle cose di tutti giorni inseguendo la poetica dell’insignificante nello sguardo che si posa su ciò che ci sta intorno, dal pezzo di terra al ciuffo d’erba che cresce nell’asfalto. Nulla che non si possa trovare ovunque, scrive Piovaccari, ma anche l’attenzione verso i margini che possono diventare un cosmo.
Ricorda, attraverso lo scatto fotografico, autori come Luigi Di Ruscio, marchigiano di Fermo, a cui idealmente ha pensato per costruire questo suo intervento al TOMAV di Moresco. […] Nulla che io non abbia in un altro/ e che un altro non abbia in me […] scrive il poeta: vincere paure e diffidenze verso l’altro significa trasformare il mondo in un posto migliore e mutare un luogo insignificante in un posto meraviglioso attraverso un semplice scatto diventa magia.
Nulla che non sia ovunque vorrà rappresentare questa visione, questa volontà di convertire il margine in centralità attraverso lavori che riorganizzano lo sguardo, paesaggi interiori su acetati trasparenti e a toni spesso monocromi.
L’esaltazione della poetica della fragilità si esterna nella fotografia in bianco e nero per mezzo di pellicole sovrapposte che hanno il sapore dell’ignoto e si svelano delicate dal primo all’ultimo piano della torre che ospita il Centro Arti Visive ricollegandosi alla natura circostante.
Nulla che non sia ovunque di Luca Piovaccari a cura di Milena Becci inaugura sabato 11 maggio alle ore 18 e sarà visitabile anche domenica 12 maggio dalle ore 18 alle ore 20.
Luca Piovaccari è nato a Cesena nel 1965. Dopo gli studi inizia a muovere i primi passi espositivi nella città di origine paterna Forlì, in un’ esposizione del 1993 a Palazzo Albertini intitolata Forlìarte, una rassegna dedicata ai giovani artisti a cura di Vittoria Coen e Gilberto Pelizzola. La pratica del disegno comincia molto presto a “gareggiare” con la fotografia, attraverso virtuosismi e rimandi visivi, dando luogo a spaesanti viaggi interiori.
Nel pieno degli anni ‘90 Piovaccari lavora già su grandi immagini fotografiche in cui rappresenta volti e paesaggi e spesso su acetati trasparenti e a toni monocromi. In questi anni continua la sua ricerca attraverso uno sguardo che penetra nella solitudine del paesaggio e nella malinconia del quotidiano.
Nel 1997 espone al Premio Trevi Flash Art Museum, alla mostra Aperto Italia, sempre a Trevi, e a Realismo Italiano, Collezioni Nordstern. Alcuni suoi lavori entrano a fare parte della collezione AXA. Sempre nel 1997 espone a Ezra Pound e le Arti, rassegna presentata da V. Scheiwiller al Palazzo Bagatti Valsecchi di Milano e partecipa all’ottava edizione della Biennale del Mediterraneo, Alta marea, per giovani artisti presso lo spazio Adriano Olivetti di Ivrea. Nel 2000 espone all’ Istituto di Cultura Italiana di Berlino per la mostra Formae con presentazione di Maurizio        Cecchetti e Andrea Beolchi.
Nel 2001 prende parte alla   mostra Il nuovo paesaggio in Italia a cura di M. G. Torri, presso lo Spazio Electra di Parigi, e a Sui Generis, al PAC di Milano. Presentato da Sabina Ghinassi prende parte alla mostra 8 artisti, 8 critici, 8 stanze, curata da Dede Auregli e Peter Weiermair, alla Galleria d’Arte Moderna Villa delle Rose di Bologna. Nel 2002 è presente a Outdoor – Italian artists in Germany, a cura di Lorella Scacco, Kunst und Kulturverein, Aschersleben. Nel 2003 partecipa alla grande mostra Alto impatto ambientale a cura di Marinella Paderni ai Chiostri di S. Domenico a Reggio Emilia.
Nel 2004 viene organizzata una personale di sole fotografie a Foto encuentros 2004 nella città spagnola di Murcia, dal titolo Paisajes de los confines. Nel 2005 a Milano partecipa al Premio Cairo presso il Palazzo della Permanente. Prende parte alla XIV Quadriennale d’ Arte ANTEPRIMA al Palazzo della Promotrice a Torino e al 55° Premio Michetti al Museo di Palazzo S. Domenico a Francavilla al Mare. Di seguito è invitato a Più opere al Mar di Ravenna, Le nuove acquisizioni del Museo, a cura di Claudio Spadoni.
Partecipa anche al Premio Maretti alla Galleria d’Arte Moderna nella repubblica di S. Marino e al Premio Lissone a cura di Luigi Cavadini presentato da Claudio Spadoni al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone. A Mestre è invitato da Alberto Zanchetta e Lara Facco a OPEN SPACE, al Centro Candiani. Nel 2007 espone ad ALLARMI 3, rassegna curata da Cecilia Antolini, Ivan Quaroni, Alessandro Trabucco e Alberto Zanchetta alla Caserma De Cristoforis di Como. Partecipa alla grande mostra ricognitiva su La nuova figurazione italiana dal titolo To be continued a cura di Chiara Canali, alla Fabbrica Borroni di Bollate (MI).
Nel 2008 è invitato da Valerio Dehò al Premio Termoli. Nel 2009 espone alla Galleria d’Arte Moderna di San Marino dove è presente per la mostra Plenitudini curata da Alberto Zanchetta. Nel 2010 alla Fondazione Pomodoro di Milano partecipa a Still a live, un progetto di Ugo Pastorino e Giuseppe Maraniello. Nel 2011 invitato da Gianluca Marziani presso la Fondazione Rocco Guglielmo, nel Complesso monumentale Del San Giovanni a Catanzaro, partecipa a La costante cosmologica. In occasione della 54° Esposizione d’arte di Venezia è invitato al Padiglione Regionale dell’ Emilia Romagna presso i Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia.
Nel 2012 partecipa a Selvatico spore due E bianca, a cura di Massimiliano Fabbri alle Pescherie della Rocca di Lugo. Nel 2015 Close – UP – Il primo piano sulla pittura Italiana è la ricognizione a cura di Gianluca Marziani che lo vede coinvolto nelle bellissime sale storiche di Palazzo Collicola a Spoleto. Presso Casabianca, Zola Predosa di Bologna, partecipa ad un progetto di Gino Giannuizzi: Casabianca – Disseminazioni. Germinal è la mostra collettiva a cui partecipa, un progetto sotto la direzione artistica di Roberta Bertozzi nelle sale del Palazzo Don Baronio di Savignano.
Del 2015 il progetto con l’artista Federico Guerri a cura di Marisa Zattini Fragilitas mortalis per il centenario dalla morte del letterato cesenate Renato Serra, nella casa museo di Cesena, progetto che verrà in seguito ospitato con un’esposizione nel 2016 alla Maison de l’Union Européenne in Lussemburgo. Nel 2017 le personali al palazzo Ducale di Massa, Rivoluzioni, con la presentazione di Alberto Zanchetta, e al Far, Palazzo del Podestà di Rimini, La stagione del disincanto a cura di Giancarlo Papi; poi le collettive Five years alla galleria Montoro 12 a Roma e Mias Mid-career Italian artists alla galleria Giampiero Biasutti di Torino.
Nel 2018 al MAC di Lissone una personale a cura di Alberto Zanchetta intitolata Ascolta il tuo respiro; sempre al MAC partecipa alla mostra Ixion dove vengono esposti i lavori delle nuove acquisizioni del Museo. In Slovenia tiene una personale, Fragile levità, durante il Festival Art Stays e alla galleria Mesta di Ptuj partecipa alla collettiva omaggio al fotografo Stjan Kerbler curata da Dusan Fiser. Partecipa ala terza edizione della Biennale del Disegno di Rimini a cura di Massimo Pulini dal titolo Visibile Invisibile Desiderio e Passione.
A Cesena una bipersonale con Verter Turroni per la rassegna ViePeriferiche negli spazi di Cristallino in Corte Zavattini a cura di Roberta Bertozzi. Ad inizio 2019 partecipa alla collettiva Assonances, curata da Giovanna Sarti, negli spazi dell’Alliance Française a Bologna, evento collaterale di Art City.
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