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#Professor Nazareno
ocombatenterondonia · 5 months
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Professor Nazareno, o colunista mais polêmico do Norte, escreve: 'A Revolução dos Índios'
A íntegra da coluna redigida por Professor Nazareno   Todo mundo sabe como é a nossa História. Quando Cabral chegou ao Brasil no ano de 1.500, encontrou por aqui pelo menos uns seis milhões de índios já vivendo tranquilamente em terras tupiniquins. Não se sabe até hoje se esta viagem foi por acaso ou de forma já antes planejada. O fato é que eles tomaram posse de tudo isso aqui em nome da Coroa…
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flordomamore · 4 months
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ocombatente · 5 months
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Professor Nazareno, o colunista mais polêmico do Norte, escreve: 'A Revolução dos Índios'
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A íntegra da coluna redigida por Professor Nazareno   Todo mundo sabe como é a nossa História. Quando Cabral chegou ao Brasil no ano de 1.500, encontrou por aqui pelo menos uns seis milhões de índios já vivendo tranquilamente em terras tupiniquins. Não se sabe até hoje se esta viagem foi por acaso ou de forma já antes planejada. O fato é que eles tomaram posse de tudo isso aqui em nome da Coroa Portuguesa e, aos poucos, os portugueses, dos quais descendem a maioria dos brasileiros, foram logo tomando conta das terras, das riquezas e exterminando todos os povos originários. Assim foi feito também em Israel. Os portugueses encontraram índios, já os judeus encontraram os palestinos. Israel reivindica direitos religiosos, históricos e culturais para expulsar o povo palestino de suas terras. Já os portugueses não reivindicaram nada. Apenas chegaram, invadiram, tomaram tudo e fincaram o pé até hoje. Os verdadeiros donos do Brasil são os índios que aqui já estavam muito antes da chegada desses “descobridores”. Assim como os donos da Terra Santa são os palestinos, que há mais de dois mil anos estavam morando por lá. Para expulsar e matar os donos da terra recém “descoberta”, Portugal levou bem mais tempo do que os israelenses. Os colonialistas lusitanos ainda trouxeram levas de negros escravizados da África, enquanto os judeus recebiam do mundo inteiro pessoas convertidas à fé judaica para ajudar na ocupação das novas terras. Hoje Israel bombardeia hospitais, escolas, mesquitas e creches para exterminar os palestinos. Já Portugal criou por aqui uma elite fascista e retrógada, que na maioria dos casos se encarregou de aniquilar “um por um” todos os indígenas. No Oriente Médio os invasores são chamados de sionistas. No Brasil chama-se agronegócio. Tecnologicamente, os palestinos são bem mais evoluídos do que os índios do Brasil. Por isso, resistem como podem à agressão sofrida. Mas no final todos eles, palestinos e indígenas, serão exterminados pelos invasores. O mundo inteiro diz que “Israel tem o direito de se defender”. Só que ao bombardear instalações civis de pessoas inocentes, os sionistas não estão se defendendo. Estão é atacando. E pior: quem matou e trucidou mais de 1400 civis inocentes de Israel não foram mulheres grávidas, jovens, velhos, médicos, religiosos e crianças palestinas. Foram os terroristas do Hamas. Até agora, para cada judeu morto pelos terroristas, pelo menos 100 palestinos já perderam a vida. E como a matança continua, esse número monstruoso e absurdo só tende a aumentar. Já os índios do Brasil são hoje pouco mais de 1,5 milhão de indivíduos. E já aculturados. Se esses índios resolvessem e pudessem resistir, a primeira coisa que fariam era expulsar todos os invasores do agronegócio de suas propriedades. A seguir, fariam como Israel fez e tomariam todas as terras que perderam nesses mais de cinco séculos de exploração e de roubos praticados pelo homem branco. Os nossos índios deviam fazer uma revolução: não permitiriam reconstruir a BR-319, pois ela será o fim do que ainda resta da Amazônia, a sua terra ancestral. Não permitiriam derrubar a floresta nem tacar fogo nela como se faz todo ano. Proibiam também envenenar os seus rios com o mercúrio. Todo e qualquer minério retirado de suas terras deveria ser só com a sua autorização e a negociação deveria lhe render bons lucros. Se Israel tem direitos totais sobre a Terra Santa, os nossos índios deviam ter também esse mesmo direito sobre as terras do Brasil. Os palestinos moram lá há dois, três mil anos. Já nossos índios sempre viveram por aqui. *Foi professor em Porto Velho Read the full article
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pirapopnoticias · 10 months
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giancarlonicoli · 11 months
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13 giu 2023 14:13
“BERLUSCONI STATISTA E’ STATO UN TOTALE FALLIMENTO” - L’IMPIETOSA ANALISI DI MASSIMO CACCIARI: “MA NON HA FALLITO DA SOLO. LO HA FATTO TUTTA LA SUA GENERAZIONE. DOPO TRENT'ANNI L'ITALIA STA MOLTO PEGGIO DI PRIMA. NON C'È STATA NESSUNA RIFORMA SERIA ISTITUZIONALE, AMMINISTRATIVA O DEI SERVIZI FONDAMENTALI. E LA COSTITUZIONE È DIECIMILA VOLTE PIÙ INATTUATA - SULLA GUERRA IN UCRAINA BERLUSCONI DICEVA LE STESSE COSE CHE PENSA GIORGIA MELONI. SOLO CHE LEI NON PUÒ DIRLO PERCHÉ SI METTEREBBE FUORI DA TUTTI I GIOCHI INTERNAZIONALI. NEPPURE IO, AL SUO POSTO, POTREI SOSTENERE CERTE POSIZIONI…” -
Estratto dell’articolo di Andrea Malaguti per “la Stampa”
Massimo Cacciari, giusti i funerali di Stato per Silvio Berlusconi?
«Certo, perché no? È stato quattro volte presidente del Consiglio e da trent'anni è la figura centrale della politica italiana. Mi sembra normale».
È normale anche il lutto nazionale?
«Non ricordo precedenti per la scomparsa di un presidente del Consiglio, ma mi sembra la minore delle questioni».
I processi, la P2, Mangano stalliere ad Arcore, le leggi ad personam, il web si è scatenato.
«[…] Berlusconi è stato assolto nel 99% dei molti processi a cui è stato sottoposto e ho sempre considerato suicida la scelta della sinistra di attaccarlo sul fronte giudiziario anziché su quello politico. […] se fosse dipeso da me, il lutto nazionale non lo avrei proposto».
[…] « […]Forza Italia ha rivoluzionato il modo di concepire la politica. Un'innovazione che ha finito per diventare egemone». […] «Lo sbaraccamento della forma tradizionale di partito è cominciata con Forza Italia, che per prima si è presentata come formazione a conduzione carismatica capace di rivolgersi direttamente alla gente. Un'invenzione che ha cambiato le coordinate della politica, fino a condizionare anche le cosiddette sinistre».
[…] La pagella al Berlusconi statista?
«Un totale fallimento. Ma non ha fallito da solo. Lo ha fatto tutta la sua generazione».
[…] «[…] Dopo trent'anni l'Italia sta molto peggio di prima. Non c'è stata nessuna riforma seria istituzionale, amministrativa o dei servizi fondamentali. E la Costituzione è diecimila volte più inattuata».
Professore, con Berlusconi se ne va anche Forza Italia?
«Non credo. La triplice di governo ha bisogno della componente forzista in vista delle europee. Il disegno in prospettiva è piuttosto chiaro».
Una maggioranza tra i popolari e la destra?
«Ovvio. E per questo al momento non sono ipotizzabili grandi fughe o strategie di annessione. È vero che Forza Italia è ai minimi storici e che la leadership di Meloni è molto forte, ma è anche vero che dal 1994 la triplice destra-destra, Lega, Forza Italia non si è mai divisa. A differenza di quello che succede a sinistra».
[…] «[…] L'Europa attuale è totalmente priva di visione strategica e […] autonomia in politica estera per cui, chiunque governi, l'egemonia della Nato e degli Stati Uniti continuerà a imporre la propria linea. E per quello che riguarda l'amministrazione interna ci penseranno come sempre le tecno-strutture, che sono del tutto indifferenti al colore di chi vince le elezioni».
Chi è il delfino di Berlusconi?
«Non lo vedo».
Renzi?
«Ha perso il treno del Nazareno. Ormai mi pare fuori tempo massimo».
Berlusconi presidente del Consiglio aveva accumulato tra le mani un potere senza precedenti. Era accettabile?
«Bisogna distinguere. Formalmente no. Nessun altro leader europeo era nelle sue condizioni. Ma da un punto di vista sostanziale che differenza c'era rispetto all'occidentalissimo sistema americano?».
[…] «[…] Negli Stati Uniti i conflitti di interesse, anche quelli più bestiali – come i figli nei consigli d'amministrazione o i legami con i grandi comitati d'affari - sono palesi. Quella grande democrazia si basa sulla simbiosi tra potere politico e potere economico. […] il modello di Washington è identico a quello di Mosca o di Pechino».
La democrazia è agonizzante?
«Ovunque e in modo strutturale. Lo dico da anni. Il modello che avevamo nella zucca fino alla fine della guerra fredda non esiste più».
Putin è stato tra i primi a fare arrivare le proprie condoglianze.
«Me l'aspettavo. È nell'ordine ovvio delle cose. […] io sono inimicissimo di Putin […] Ma sono amicissimo del popolo russo e della sua cultura. E inviterei anche i peggiori guerrafondai a esserlo. Proprio come lo era Berlusconi, che negli ultimi tratti della sua vita poteva mischiare strampalerie evidenti e cose di buon senso. Che il 99% degli italiani sia favorevole a una trattativa per il cessate il fuoco mi sembra fuori discussione. Chi preferisce i massacri a una trattativa? Berlusconi se lo chiedeva da povero nonno».
[…] «[…] Berlusconi diceva le stesse cose che pensa Giorgia Meloni. Solo che lei non può dirlo».
Che cosa glielo impedirebbe?
«Il realismo. Si metterebbe fuori da tutti i giochi internazionali. Neppure io, al suo posto, potrei sostenere certe posizioni».
[…] Professor Cacciari, "Non temo Berlusconi in sé, ma Berlusconi in me", è una citazione di attribuzione incerta che ha goduto di grande successo.
«Le influenze che questi trent'anni hanno avuto sulla dissoluzione della forma partito e su molti dei nostri simili sono sotto gli occhi di tutti». […]
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lamilanomagazine · 11 months
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Campania: Si chiude il progetto “Fuori Campo” curato da Arci Movie
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Campania: Si chiude il progetto “Fuori Campo” curato da Arci Movie. Oltre trenta proiezioni, sei laboratori dedicati ai giovanissimi e dodici incontri di formazione rivolti ai docenti. Si chiude il progetto “Fuori Campo – Percorsi di Film Literacy e Cinema diffuso” curato da Arci Movie - storica associazione napoletana che opera da oltre trent’anni nel settore audiovisivo promuovendo rassegne e altre iniziative - sostenuto dal piano “Cinema e immagini per la Scuola” promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, che ha portato il cinema nelle scuole di quattro province della Campania. La sinergia tra Arci Movie, diverse associazioni, scuole, università e mediateche ha permesso di costruire un programma fittissimo di appuntamenti focalizzati sull’alfabetizzazione alla Settima Arte. Le attività hanno coinvolto, in qualità di partner, ad Avellino l’associazione Zia Lidia Social Club, a Benevento l’ass. Kinetta e Arci Benevento, a Caserta la Cooperativa Mutamenti e Arci Spaccio Culturale, e a Napoli la Mediateca “Il Monello”, il Centro Linguistico di Ateneo dell’Università Federico II e il Marano Spot Festival. “Fuori Campo” ha coinvolto, inoltre, otto istituti scolastici campani: a Napoli gli Istituti Comprensivi Pertini Don Guanella, Bordiga e Sauro Errico Pascoli, a Benevento l’I.C. Sant’Angelo a Sasso, l’I.S.S. Virgilio e il Liceo Galilei Vetrone a Benevento, l’I.C. Perna Alighieri ad Avellino e il Liceo Manzoni a Caserta. Nei tre mesi di attività sono stati coinvolti oltre duemila studenti e numerosi docenti nelle varie attività, svoltesi in parte nelle scuole, in parte in luoghi polifunzionali come il Teatro Civico 14 di Caerta, e in parte nelle sale cinematografiche, come il cinema Astra e il cinema Pierrot a Napoli, e il cinema Partenio ad Avellino. Tante le proiezioni realizzate, con nove film scelti per la rassegna più un pacchetto di cortometraggi, per offrire uno sguardo ampio sul cinema documentario, sull’animazione e sulla finzione, con la partecipazione di alcuni ospiti a presentare i film alla platea di studenti e docenti, tra cui Agostino Ferrente, intervenuto sia a Napoli che ad Avellino, Angelo Cretella e Artemide Alfieri presenti a Caserta. L’evento finale si è tenuto al Cinema Partenio con la proiezione del film “Yaya e Lennie – The Walking Liberty” con il regista Alessandro Rak che ha dialogato con gli studenti. Contemporaneamente alle proiezioni si sono svolti i laboratori rivolti agli studenti e finalizzati all’utilizzo più consapevole di strumenti quali smartphone e tablet, percorsi che hanno portato alla realizzazione di diversi cortometraggi che saranno poi diffusi dalla rete di enti che ha organizzato il progetto. Infine, la proposta è stata completata dagli incontri formativi rivolti ai docenti dei vari istituti scolastici, incentrati sull’uso didattico dell’audiovisivo con numerosi approfondimenti sul linguaggio e sul sistema cinema in Italia. I percorsi di formazione sono stati curati da tre esperti riconosciuti dal MIM, Giacomo Ravesi, professore universitario e critico cinematografico, insieme ai registi Nazareno Manuel Nicoletti e Andrea Canova. “Solo pochi giorni fa una ricerca sulla povertà educativa in Italia ha evidenziato come oltre il 50% dei bambini non sia mai stato al cinema. Con Fuori Campo abbiamo provato a ricostruire, dopo i complicati effetti della pandemia, il rapporto dei minori con l’audiovisivo e con la sala cinematografica. Proponendo proiezioni, incontri con gli autori, interventi educativi e formativi rivolti a studenti, studentesse e docenti, con l’ampia partnership su quattro province campane, il progetto ha avuto risultati incoraggianti ed è arrivato in profondità, provando ad instaurare un dialogo con le giovani generazioni. Grazie proprio a quanto seminato quest’anno, contiamo quanto prima di continuare il percorso cinematografico di Fuori Campo per valorizzare un Cinema che non si vede e per promuovere un’alfabetizzazione al linguaggio audiovisivo sempre più necessaria in una società immersa nelle immagini, il tutto sulla logica, ormai consolidata, di un networking capillare e diffuso”, così Antonio Borrelli, responsabile scientifico di Fuori Campo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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toscanoirriverente · 3 years
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Senatore Renzi, ha vinto Conte?
«In che senso, scusi?».
Resterà al governo con i responsabili.
«Che cos'è, una profezia che si auto-avvera? Non mi pare che abbia i numeri. Ma se li avrà, auguri. È la democrazia. E la democrazia è sacra. Resta un fatto, però: se non prende 161 voti, tocca a un governo senza Conte».
Li prenderà grazie a qualcuno dei suoi che sta per salutarla.
«Non sarei così sicuro. Forse qualcuno lascerà, ma se fossi nel governo, almeno per scaramanzia, aspetterei martedì per vedere come va a finire. E resta il fatto che io ho posto una serie di questioni di merito su vaccini, sanità e investimenti, mentre loro rispondono con una manciata di responsabili. Magari avranno la vittoria numerica, ma io ho scelto una strada politica, Conte ha scelto l' azzardo. Governare mettendo assieme Mastella e la De Petris di Leu non sarà facile».
 Lei vota contro?
«No. Io mi astengo».
Le dico la cosa più gentile che hanno scritto (e detto) su di lei in queste ore: sleale, ma tanto si sapeva.
«Sleale è chi davanti a ottantamila morti di Covid non prende il Mes. Non chi lascia due poltrone».
C'è di peggio: è matto.
«Matto è chi pensa che si possano spendere 200 miliardi europei senza neanche leggere il documento. Non chi legge quel documento e lo fa cambiare».
Quindi è normale aprire una crisi a pandemia in corso?
«No. Sono sei mesi che chiedo di discutere in Parlamento di queste cose. Sono sei mesi che rinviano su tutto. Vogliono continuare a rinviare? Ok, ma lo facciano senza che noi diventiamo complici del più grande spreco di risorse della storia repubblicana».
I giornali stranieri la chiamano di nuovo Demolition Man.
«Lo fanno da anni. Vuole dire rottamatore. Parola non necessariamente negativa».
Neanche lo spread che sale è negativo? Il ministro Gualtieri ha spiegato che un solo giorno di crisi ci è costato nove milioni di euro.
«Parliamo dello stesso Gualtieri che si è dimenticato di leggere il Recovery Plan? Se lo avesse fatto un mese fa lo spread non sarebbe salito per niente».
Zingaretti è furibondo.
«Curioso. Ho utilizzato verso Conte parole molto più gentili di quelle che usava Zingaretti su di lui nei nostri colloqui privati. Evidentemente ha cambiato idea. Capita a tutti».
Dice che lei è inaffidabile.
«Quando Zingaretti parla non rispondo mai alla prima dichiarazione. Se avessi ascoltato Nicola alla prima dichiarazione - nell' agosto del 2019 - oggi avremmo un Governo Salvini-Meloni».
Con la sponda del Pd avrebbe vinto lei?
«Sì. Mi è mancato un pezzo».
Senatore, perché detesta Conte?
«Se l' avessi detestato non sarebbe mai nato il Conte Bis contro i pieni poteri a Salvini. Un po' di realismo. Abbiamo fatto delle richieste, dai soldi sulla sanità fino alla riapertura delle scuole: ci possono ascoltare o tutto deve essere ridotto a rapporto personale e alla categoria simpatia/antipatia?».
Forse non è una questione simpatia/antipatia, ma a parte l'omicidio di Kennedy, lo ha accusato di tutto.
«La mia ricostruzione è diversa: gli ho dato una mano, gli ho evitato di fare un errore clamoroso sul Recovery e lui mi ha attaccato».
Sul Recovery ha avuto ragione. Perché andarsene nel momento in cui si comincia a raccogliere e a pesare?
«Io non voglio pesare: voglio aiutare a cambiare il Paese. Se le nostre idee servono, ci siamo. Se non servono, ci dimettiamo. Non siamo strani noi: sono strani quelli che pensano alla politica come sistemazione di poltrone e non scambio di idee».
Insisto. Recovery, scostamenti, ristori. Italia Viva dirà sì a tutto. Come fa a negare che il problema è Conte?
«Diciamo sì a ciò che serve al Paese in questa fase. Sul Recovery ci siamo astenuti perché molte cose devono cambiare, dalla parte sulla giustizia a quella sul turismo. E servono i soldi europei per la sanità. Non diciamo sì a tutto. Per esempio abbiamo detto no a chi voleva comprarci con qualche sottosegretariato».
Non ha risposto su Conte.
«Ho risposto. Due volte».
Non le piace neppure Casalino.
«Casalino è bravissimo a fare il suo mestiere. Inventa campagne online, cura i social e i media, è fedele interprete del pensiero del suo capo. Quello che fa lui per me è un grande reality show permanente in cui si può geolocalizzare il bunker di Bengasi o trasformare in show le passeggiate in centro, dando la linea ai TG e scrivendo risposte a domande preparate in anticipo. Per me la politica è studio, confronto, passione. Mi interessano le statistiche dei disoccupati, non i sondaggi sul consenso».
Senatore, chi dovrebbe gestire i fondi europei?
«Dei ministri capaci con i loro uffici. E per le unità speciali alcuni commissari».
Un superministero per Mario Draghi, era questo il suo obiettivo?
«Mi sembrerebbe bellissimo ma riduttivo».
Ma lei ha mai parlato con Draghi?
«Quando ero premier spesso. I suoi consigli mi erano preziosi».
Intendevo recentemente.
«Non tiri Draghi per la giacchetta».
Secondo Massimo Cacciari anche lei ha vissuto il suo momento Papeete. Il professore sostiene che lei e Salvini abbiate caratteri simili, che siate due da «o la va o la spacca».
«Al Papeete Salvini ha chiesto i pieni poteri. Io in Parlamento ho chiesto di non dare i pieni poteri a Conte. Mi pare che ci sia una differenza chiara non solo per i grandi filosofi ma per chiunque sia in buona fede. E per come conosco Massimo, sono certo che sia in buona fede».
Senatore, tornerebbe in maggioranza con Pd e 5 Stelle se il governo fosse guidato da Marta Cartabia?
«Torneremmo in maggioranza se ci fosse il Mes, se si sbloccassero i cantieri, se si aumentassero i soldi per sanità e scuola, se si accelerasse sull' alta velocità».
E se a guidare il governo fosse Luigi Di Maio?
«Per favore, non scherziamo».
Di Maio dice che con lei non lavorerà più.
«A Di Maio rispondo che dovrebbe lavorare sulla Libia, dove sono arrivati i turchi, sulla Cina, dove la Merkel ci ha scavalcato, e magari dovrebbe chiarire se dopo essere stato tanto vicino a Trump finalmente sta con Biden».
Lei ha detto: mai con la destra. E con Berlusconi? Ha nostalgia del Nazareno?
«Ho detto che non faremo ribaltoni e inciuci con le forze antieuropeiste e sovraniste, lo confermo. Il Nazareno era un patto istituzionale, non un Governo insieme. Ma l' occasione è buona per mandare un grande in bocca al lupo a Berlusconi dopo il ricovero di ieri».
L'uomo più impopolare d' Italia non può fare cadere quello più popolare. La frase di Massimo D' Alema ha contribuito ad accelerare la sua scelta? Bei tempi quando le regalava la maglia di Totti.
«La frase di D' Alema dimostra che una certa sinistra considera i sondaggi più importanti delle idee. Come se la simpatia fosse più importante della competenza. Stupisce che D' Alema approvi questo metodo ma l' idea di sostituire i valori democratici con gli indici di popolarità come vediamo fa breccia anche in queste ore».
Senatore, e se questa storia finisse con il voto anticipato?
«Non esiste».
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Outro dia, sentado na varanda da empresa onde trabalho, apreciando um ótimo café importado, que pecaminosamemte escondo para não ter de dividir, refletia sobre como mudamos na vida. Aquela ideia estatística, herdada do orfismo e fixada no cristianismo pelo neoplatonismo, de uma alma imutável não mais me servia. A realidade da minha própria mudança, da minha história, falseava em mim toda tentativa de pensar uma existência que não fosse repleta de mudanças.
Mas preciso ligar o botãozinho da humildade: saí da bolha dogmática, tendo como muleta dois pensadores de grande importância para o ocidente, esses abriram meus olhos para a inocente imaginação teológica dos fundamentalistas. Bertrand Russell com seu domínio da lógica matemática e Nietzsche, com sua filosofia do martelo, golpearam em mim toda pretensão de uma religião limpinha.
Ok, também não foram os únicos responsáveis por isso. Tenho uma formação acadêmica sólida e como professor científico, não posso ignorar a força da pesquisa histórica. Quando eu era um menino metodista, cheio de pureza e inocência, era possível ser levado pela imaginação de um velhinho bondoso (apesar que na adolescência o velhinho se transformara em um belo de diretor escolar, doido para punir depois da aula pestinhas pecadores), que criara com magia um mundo em sete dias, fazendo "pessoinhas" do barro capazes de conversar com uma cobra, ou que fizera uma linda arca feliz para salvar leões e elefantes de uma inundação global. Infelizmente a gente cresce, descobre a pesquisa histórica e todo esse mundo mágico desaba.
Lembro que alguns anos atrás, após tentar salvar meu fundamentalismo de naufragar junto com a ilusão da arca mágica, acabei abandonando qualquer esperança de redimir o Antigo Testamento. Iria ficar apenas com os evangelhos, afinal, até o Paulo fundamentalista, carecia de solidez histórica. Porém, foi nesse ponto, após uma bela aula sobre um dos profetas antigos, com um pastor super entendido das coisas bíblicas, e hoje meu amigo, que descobri ser possível uma teologia histórica, profética contra as injustiças humana. Não havia pretensão gnóstica de encontrar "A Verdade", entretanto, tinha de sobra uma busca teológica de uma relação histórica, uma dança quase mística e entre humanidade e Deus, onde entre oprimidos se desenvolvia uma concepção universal de algo divino.
Depois dessa divina inspiração, resolvi adentrar novamente na teologia do Antigo Testamento. Estudando junto com grandes acadêmicos, e claro, sempre tirando as dúvidas com meu amigo, tento levar até minha pequena bolha de conhecidos, informações que podem quebrar toda ideologia religiosa que nos faz adentrar por posições que deixariam Hitler orgulhoso. Para essa tarefa vou passar por Von Rad, Eichrodt e Bruggemann. Nomes excelentes e críticos dentro da teologia do Antigo Testamento.
Segundo Eichrodt: "Dentre todos os problemas conhecidos referentes ao estudo do Antigo Testamento, o de maior alcance e importância é o da teologia do Antigo Testamento". Ou seja, temos uma grande dificuldade em sistematizar uma teologia ao olharmos para o desenvolvimento histórico dos povos que compunham a antiga Mesopotâmia. É inegável que dentro da concepção de Deus do chamado povo de Israel houveram encontros culturais com as ideias da Suméria, dos babilônicos e da Assíria. Uma crença em um Deus limpinho e exclusivista, não é mais possível depois de tanta solidez histórica. Existem elementos dentro dos livros do Antigo Testamento que são comuns às visões religiosas de outros povos da mesma região. Elementos ou ideias que com o passar dos anos foram interpretados à luz da própria perspectiva teológica de Israel que se desenvolvia em sua realidade histórica.
O papel do teólogo moderno é compreender esse panorama cultural, buscando encontrar alguma base para a fé deste determinado povo. Por meio da Teologia do Antigo Testamento se faz uma tentativa de construir uma imagem completa da fé veterotestamentária, tratando ainda de dar alcance, em toda sua singularidade, ao que constitui o núcleo essencial do Antigo Testamento. O papel é encontrar esse coração da fé israelita que se desenvolveu em um contexto histórico. Para Eichrodt, a religião veterotestamentária é o fruto de uma longa história, por intermédio da qual se consolidou o tesouro que lhe é próprio, por meio de um longo processo de assimilação e de rejeição em seu contato com as diversas formas de religião pagã. Sendo assim, a ferramenta metodológica de se fazer teologia, passa necessariamente por compreender e aceitar essa realidade. O teólogo não impõe ao texto sua lógica, sua cultura ou sua ideologia, como muitas vezes fazem os fundamentalistas.
Eichrodt ainda vai dizer que: "tal estudo seja, necessariamente, um estudo comparado da história das religiões." Não é mais possível fazer uma exposição adequada da teologia do Antigo Testamento sem uma constante referência as suas conexões com o mundo religioso do Oriente conhecido como Mesopotâmia.
Entretanto, o ponto que mais me chamou atenção em Eichrodt foi sua singela conexão histórica entre o Antigo Testamento e a realidade do Jesus de Nazaré. Afinal somos cristãos, discípulos do Nazareno e sua voz profética estava nesse contexto. Nossa teologia tem profundas raízes no panorama histórico de Israel. Para ele: "Devemos contar também com um segundo aspecto, que não é menos essencial: a relação do Antigo com o Novo Testamento.". Jesus está inserido nessa continuidade histórica e teológica, Cristo não está à parte de sua própria realidade cultural e social. Quando deixamos de lado essa perspectiva, esquecemos do lado humano de Cristo, que tem seu lugar de fala: seu Pai, o Deus de Israel e da história, ergue sua voz através de seu filho o qual nasceu e viveu na periferia de seu país, em situação de vulnerabilidade econômica e camponesa, percebendo que dentro de sua elite existia uma outra visão teológica que era permissiva e justificava a opressão política. O Cristo entra nessa história, se tornando Jesus de um lugar chamado Nazaré. Nazaré, Belém ou até mesmo Jerusalém são frutos dessa continuidade política e teológica.
No desenvolvimento histórico da religião veterotestamentária, se observa a presença de uma força interna que a impulsiona poderosa e incessantemente para adiante, comenta Eichrodt. Dento dela há momentos nos quais parece se tornar estática, presa a princípios fixos, mas que se volta a vontade de continuar avançando na história, em busca de uma algo superior, reconhecendo o caráter contingente e provisório de tudo o que era anterior. Há história, transição, conflitos e alternâncias, há um motor que transforma a realidade histórica o qual busca reconciliação. Isso traz uma beleza incrível para a compreensão da revelação final no Homem de Nazaré. Esse movimento não cessou até a vinda de Cristo, em quem encontrarou seu cumprimento as forças mais nobres do Antigo Testamento.
A irrupção e implantação do reinado de Deus nesta terra abrangem, sem buscar dissolução, dois mundos tão diferentes externamente, quanto são o do Antigo e o do Novo Testamento. Porque, ao final, tudo encontra seu fundamento na ação de um único Deus que busca sempre o mesmo fim: a construção de seu reino. E nesse reino vemos a consumação de uma história teológica. Há solidez para uma teologia do Antigo Testamento que se encontra e faz parte da vida dos discípulos de Cristo.
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BIOGRAPHY
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“She is a girl with unresolved issues”- before. 
Charisse Diego Gempesao was born on July 31, 2000, in Biao Guianga, a small barangay in Tugbok, Davao City.  She is the youngest of six children of Rogelio Gempesao, a farmer, and Lerio Gempesao, a woman nearly 13 years younger than her husband. Both of her parents are catholic but they are not that devoted. Her mother would rather let her do household chores than playing with other kids. Charisse’s early childhood is tedious and unhappy. She never experience being a child- playing with friends, and escaping from afternoon siesta. She never remembered her family going to church together- a perfect picture of a family every Sunday. 
Sunday is the best day for other children but not a typical day for Charisse. She consider it as worst day of the week. Seeing those so-called perfect Aunties’ visiting them every Sunday is a curse. Since she was young, Charisse have a great animosity with her Aunt. She regarded her as a loud siren and short-tempered perfectionist adult that would scream and scold you for a nonsense reason. She was afraid to be with them even in a single second. Starting from that experience, Charisse easily get irritated and build hostility towards people with the same voice tone with her Aunt. If that young girl has a power to control the time she would definitely skip forward that day; and if primary schools were open every Sunday, she would definitely choose schooling rather than staying at home.  
Growing up, Charisse idolized her father but, everything changes when she was in her third grade. Charisse was an honor student in her elementary years. She announced as 3rd honor when she was in grade three. Her father was so proud of her that time and even decided to be with her at stage to pin the ribbons and medal. They even celebrated her success as an honor student. However, one event rip that happiness in her memory. One night her father asked her one question but she failed to answer it correctly. It was devastating for a young girl at that time because, the person she thought who is been so proud of her called her stupid and escorting her in stage is a shame.  From that moment, Charisse started building self-doubt and felt unworthy. The little confidence she boost in her early years drastically falls in one statement. Charisse still carrying that description up until she was in college. Every time she was recognized as an honor student she was never be proud of it because she believed that she’s still that little 3rd grader that doesn’t deserve any recognition. Art seems to be her best friend at that time- writing poems and making crafts makes her feel better.  
Luckily, she was able to finished her Senior High School in 2018, but she don’t have any idea on what course she may took up in college. She decided not to proceed in college after she graduate Senior High, so that she can be able to think what would be a nice course to take up in the next school year. She planned to go inside the convent to realized her purpose and identity; and if she is called to serve or not but, her father did not allow her. Therefore, she look for a sign that will help her to decide what would be a nice course for her. Time adds pressure in deciding, she only have a couple of weeks left before enrollment. Out of nowhere she remembered the k-drama series which she was so interested. The movie was related in psychology and for that reason she decided to pursue Psychology though she don’t have any background about this.
Her college years in Davao Doctors College was tough. Her unresolved issues always hunting and ghosting her. Identity crisis, self- doubt, and unworthiness makes her college year unbearable. She is a girl with unresolved issues. Until Sheena Nazareno, a professor in Psychology at Davao Doctors College, make her realized that she need to solve her issues as young as possible. In Gods grace, Charisse conquer four years in college and gradually feel in-love in Psychology. 
Although she experience a roller coaster experience in four years, she was able to graduated in Bachelor’s Degree in Psychology in 2022. In the same year, she took the licensure examination of Psychometrician.   Right after she got her license, she applied for work in a prestigious company. She continued her studies and finished her Master’s Degree in Psychology at Ateneo de Davao in 2025. In the same year, she was hired in Psychiatric Center in Davao. She took Doctorate in the same school and graduated in 2030. She was a licensed Psychologist and a life couch when she meet Karl, a Physician and a colleague in Ateneo. Soon after, they got married and had two children. They moved in American after she give birth with her youngest child named Claire. In 2045, she published a book about her success journey in becoming a Psychologist. In the same year, the couple build their own clinic in America to continue their profession.
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paoloxl · 4 years
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Approdano in parlamento le torture impiegate da alcune squadre speciali del ministero dell’Interno, tra la fine fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, per fronteggiare i gruppi che praticavano la lotta armata.
Su iniziativa della deputata radicale Rita Bernardini è stata depositata una interrogazione parlamentare rivolta al ministero dell’Interno e della Giustizia.
Il testo prende spunto dalle rivelazioni contenute nel libro di Nicola Rao, Colpo al cuore. Dai pentiti ai metodi speciali: come lo Stato uccise le Br.
La storia mai raccontata, nel quale si riportano le ammissioni del funzionario dell’Ucigos (l’attuale polizia di prevenzione), conosciuto con l’eteronimo di “professor De Tormentis”, che guidava una squadra di poliziotti provenienti dalla mobile napoletana addestrati a varie tecniche di tortura e violenze psico-fisiche, tra le quali il waterboarding, l’annegamento con acqua e sale.
In alcune interviste rilasciate al Secolo XIX nel 2007 e nel libro di Rao, l’ex commissario della Digos Salvatore Genova, uno degli autori delle indagini contro le Brigate rosse nei primi anni ’80, rivela l’esistenza di due gruppi – indicati col nome di alcuni cult movie (“I cinque dell’ave maria” e “I vendicatori della notte”) – che intervenivano dopo i fermi di persone sospette di appatenenza alle Br per estorcere informazioni ricorrendo a violenze e sevizie che seguivano una procedura messa a punto dal “professor De Tormentis”.
Genova racconta in questo modo il trattamento riservato a Nazareno Mantovani, uno dei primi fermati durante le indagini per il rapimento del generale Nato Dozier: «Fu spogliato, disteso supino su un tavolo di legno e legato alle quattro estremità, con la testa e la parte superiore del tronco che uscivano fuori. Le persone che lo circondavano erano tutte incappucciate. Urlavano, minacciavano, annunciavano cose terribili […] uno teneva la bocca del prigioniero aperta e gli chiudeva il naso, un altro gli teneva la testa, mentre un terzo cominciò a versare in maniera sistematica, ritmica e controllata acqua e sale, attraverso una cannula inserita in gola in maniera sapiente. Mezzo litro, si fermava qualche decina di secondi per dar modo a Mantovani di non soffocare e poi ricominciava […] Mantovani non parlò. Dopo un’ora e mezzo di trattamento il professore decise di sospenderlo. Il sospetto brigatista era già svenuto due volte e c’era il rischio che ci rimettesse la pelle».
Alla fine dello spettacolo – riporta Rao – un paio di uomini di Genova dissero al loro capo che se ne tornavano a casa. Non se la sentivano di assistere ad una cosa del genere
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crowncomunidade · 5 years
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Conheça o Curso Crown
Deus nos deixou mais de 2.350 versículos na Bíblia para nos instruir sobre a administração das finanças. São diretrizes muito claras sobre como ganhar, gastar, economizar, investir, doar, ficar livre de dívidas e ensinar as crianças a lidarem com o dinheiro. No Brasil milhões de pessoas estão passando por sérios problemas na área financeira. Vivemos numa sociedade que busca a satisfação dos seus desejos através do consumo exagerado de bens e serviços, o que tem levado a um alto grau de endividamento. Isso tem sido motivo de instabilidade entre os casais, estando entre as principais causas de divórcio. Mesmo para aqueles que não passam por dificuldades financeiras, aprender a lidar com o dinheiro da forma bíblica e correta nos tornará mordomos fiéis de tudo aquilo que o Senhor têm nos confiado. A missão do Crown é ensinar às pessoas os princípios financeiros de Deus, para que conheçam a Cristo mais intimamente e sejam livres para servi-Lo. A palavra “crown” significa coroa e entendemos que para os cristãos, a coroa representa o senhorio de Jesus Cristo. Ele usou uma coroa de espinhos enquanto estava entre nós, e apenas depois da ressurreição recebeu do Pai a recompensa que lhe era devida. Só Ele é digno de toda glória, toda a honra e todo o louvor. Só Ele é verdadeiramente Senhor e Mestre.A razão deste ministério chamar-se CROWN é para nos relembrar sempre do propósito de honrar o Senhor e servir às pessoas e ao Reino de Deus com os recursos que Deus nos tem confiado.
A Dinâmica do Curso
O Curso tem 10 aulas e é ministrada uma aula por semana, são 2 turmas por ano, uma no primeiro semestre e uma no segundo semestre. Todo início de semestre, abrimos a inscrição para o curso, a inscrição deve ser feita online. Não poderá participar quem não fizer a inscrição.
O Curso Crown é oferecido por professores voluntários na Igreja do Nazareno - Comunidade da Esperança em Campinas/SP.
Endereço: Rua Pe. Domingos Giovanini, 187. Campinas - SP 
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aqsjr68 · 5 years
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Emmanuel: suas varias vidas e onde, atualmente, está reencarnado.
Antes de analisar o objetivo da atual encarnação de Emmanuel, vamos relembrar algumas das encarnações pretéritas do mentor de Chico Xavier, informações estas que constam nos próprios livros ditados ao Chico pelo Emmanuel: Emmanuel foi Publius Cornelius Lentulus, apelidado de Sura, morreu em 63 aC. Foi uma das figuras capitais na conjura de Catilina. Foi pretor em 75, governador da Sicília em 74, cônsul em 71 após a morte de Espartaco. Em 70, foi expulso do senado, com outras pessoas, por imoralidade. Juntou-se neste momento a Lucio Catilina, político romano que procurava devolver aos aristocratas as prerrogativas do patriciado (Roma tinha passado por uma reviravolta popular rumo da democracia, redesenhando os poderes em prol das classes populares, as plebes - que ganhou direitos inusitados, tudo isso após a sublevação de Espártaco que arregimentou 200 mil homens contra o exercito romano e o derrotando 6 vezes). Os conspiradores foram presos e obrigados a confessar (mediante tortura). Públio Lentulus foi obrigado a abdicar de seu cargo de pretor (chefe de policia) e, temendo que pudesse influenciar alguém, o imperador romano o condenou a morte. Sura, era em suma um verdadeiro crápula. Emmanuel então reencarna, como neto de Sura, com o mesmo nome (Públio Lentulus Cornélio), agora um senador incorruptível e austero, justamente com a missão de consertar as besteiras que fez no passado, SE consertando. Mas, como a natureza não dá saltos (e ninguém vira santo depois que morre) ele continua com um péssimo caráter espiritual. Foi nesta encarnação que ele encontrou Jesus, mas mesmo as palavras do Nazareno não conseguiram demovê-lo de seu orgulho e cegueira. Com o passar do tempo (e das bordoadas que leva nesta e em outras encarnações) é que ele vai depurando seu espírito, sempre com base na Lei do retorno. Emmanuel e Moisés se encontraram um século antes da vida de Jesus, quando Moisés (João Batista) na personalidade do escravo romano Espartáco iniciou o fim da Republica Romana, da qual Emmanuel fazia parte conforme relatado no livro Há dois mil anos (pretor e depois consul Sura). Emmanuel veio depois como o senador Públio Lentulus e na encarnação seguinte como um escravo (Nestório) abraçando definitivamente os ideais de Moisés (João Batista/Espartáco). O mesmo perfil austero que Emmanuel apresentava quando se comunicava com Chico Xavier pode ser igualmente observado em João Batista, mais um indício que denota a profunda ligação e admiração entre esses dois espíritos. A partir dessa encarnação, Emmanuel começa sua ascensão espiritual e já na época do Brasil colônia encarna como o padre Manoel da Nóbrega, lutando por uma vida mais decente para os índios que eram explorados no Brasil pelos portugueses. Nessa encarnação, Emmanuel convive com o padre José de Anchieta (uma das encarnações de Frei Fabiano de Cristo) e realizam importante trabalho com os jesuítas para catequizar os índios e de certa forma diminuir as hostilidades entre eles e os colonizadores portugueses. Vale ressaltar que antes de encarnar como Manuel da Nóbrega, Emmanuel reencarna como São Remígio , nascido em 439 , bispo francês de família nobre. Considerado como o apóstolo dos pagãos, nas Gálias, era conhecido pela sua pureza de espírito, e profundo amor a Deus e ao próximo. Desencarnou em janeiro de 535, aos 96 anos. Foi nessa encarnação que Emmanuel inicia um ciclo de encarnações onde trabalharia diretamente junto a Igreja Católica. Depois de encarnar como Manuel da Nóbrega, Emmanuel reencarna nessa seqüência: Padre Damiano (1613 – até próximo de 1700), nasceu na Espanha e exerceu o oficio de padre também na França, onde desencarnou. Jean Jaques Tourville, prelado católico no período anterior a revolução francesa, era educador da nobreza, viveu na França e antes de estourar a revolução refugiou-se na Espanha, onde desencarnou no final do século 18. Padre Amaro, humildade sacerdote católico que viveu no Pará e posteriormente no RJ, viveu entre os séculos 19 e 20 e teve contato com Bezerra de Menezes. Em suas cinco ultimas encarnações podemos perceber que Emmanuel viveu sempre como religioso católico. E a atual encarnação de Emmanuel, quais informações temos disponíveis? Sônia Barsante, freqüentadora do Grupo Espírita da Prece de Chico Xavier, testemunhou que em determinado dia no ano 2000 Chico Xavier ausentou-se por alguns momentos em transe mediúnico. Ao retornar, disse-lhe com alegria que fora em desdobramento espiritual até uma cidade do Estado de São Paulo para visitar um bebê que seria o espírito de Emmanuel já reencarnado. Terminou dizendo-lhe e aos demais que lá estavam presentes: “vocês ainda vão reconhecê-lo.” Emmanuel conta hoje portanto com idade entre 11 e 12 anos, vivendo em São Paulo. Numa pergunta feita por Gugu Liberato, se Emmanuel reencarnaria, Chico assim afirmou: “Ele diz que virá novamente para trabalhar como professor”. O que podemos entender sobre professor? Um palestrante, se valendo da excelente oratória adquirida na época do senado romano, um professor das multidões, ensinando milhares e milhares de jovens os conceitos espíritas através da união entre espíritas e católicos, aproveitando o amplo conhecimento que Emmanuel adquiriu da estrutura católica e dos evangelhos bíblicos. Um verdadeiro educador, buscando assim como Gabriel primeiramente a união entre espíritas e católicos como pilar de sustentação do Universalismo Crístico. Um educador. Emmanuel não viveu nenhuma encarnação com esse nome, então porque se apresentaria com esse nome para Chico Xavier? Emmanuel significa “Deus conosco”. Em toda sua trajetória vemos sua cura, tornando-se um verdadeiro emissário dos planos superiores. Um nome semelhante ao que ficou conhecido como mentor de Chico Xavier, é o nome que significa “curado por Deus”, do hebraico Repha’el ou simplesmente Rafael. Esse perfil de educador, buscando uma metodologia para ensinar os preceitos universalistas as multidões pode ser visto no capitulo 6 do livro "Universalismo Crístico, o Futuro das Religiões" também do Roger Paranhos, editora do conhecimento, quando Rafael se encontra em desdobramento astral com Gabriel. Esses três espíritos, João Batista, Gabriel e Emmanuel, estão encarnados hoje no Brasil, com a missão de preparar o Brasil para que nos próximos 20 anos já tenha se tornado o farol do mundo, a pátria do Evangelho, a nação que ajudará o mundo a passar pelas duras provações que se avizinham ate o ápice do exílio planetário daqui a pouco mais de 25 anos, em 2036. (Marco Antonio H. de Menezes)
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flordomamore · 8 months
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ocombatente · 5 months
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Professor Nazareno, o colunista mais polêmico do Norte, escreve: 'A Revolução dos Índios'
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A íntegra da coluna redigida por Professor Nazareno   Todo mundo sabe como é a nossa História. Quando Cabral chegou ao Brasil no ano de 1.500, encontrou por aqui pelo menos uns seis milhões de índios já vivendo tranquilamente em terras tupiniquins. Não se sabe até hoje se esta viagem foi por acaso ou de forma já antes planejada. O fato é que eles tomaram posse de tudo isso aqui em nome da Coroa Portuguesa e, aos poucos, os portugueses, dos quais descendem a maioria dos brasileiros, foram logo tomando conta das terras, das riquezas e exterminando todos os povos originários. Assim foi feito também em Israel. Os portugueses encontraram índios, já os judeus encontraram os palestinos. Israel reivindica direitos religiosos, históricos e culturais para expulsar o povo palestino de suas terras. Já os portugueses não reivindicaram nada. Apenas chegaram, invadiram, tomaram tudo e fincaram o pé até hoje. Os verdadeiros donos do Brasil são os índios que aqui já estavam muito antes da chegada desses “descobridores”. Assim como os donos da Terra Santa são os palestinos, que há mais de dois mil anos estavam morando por lá. Para expulsar e matar os donos da terra recém “descoberta”, Portugal levou bem mais tempo do que os israelenses. Os colonialistas lusitanos ainda trouxeram levas de negros escravizados da África, enquanto os judeus recebiam do mundo inteiro pessoas convertidas à fé judaica para ajudar na ocupação das novas terras. Hoje Israel bombardeia hospitais, escolas, mesquitas e creches para exterminar os palestinos. Já Portugal criou por aqui uma elite fascista e retrógada, que na maioria dos casos se encarregou de aniquilar “um por um” todos os indígenas. No Oriente Médio os invasores são chamados de sionistas. No Brasil chama-se agronegócio. Tecnologicamente, os palestinos são bem mais evoluídos do que os índios do Brasil. Por isso, resistem como podem à agressão sofrida. Mas no final todos eles, palestinos e indígenas, serão exterminados pelos invasores. O mundo inteiro diz que “Israel tem o direito de se defender”. Só que ao bombardear instalações civis de pessoas inocentes, os sionistas não estão se defendendo. Estão é atacando. E pior: quem matou e trucidou mais de 1400 civis inocentes de Israel não foram mulheres grávidas, jovens, velhos, médicos, religiosos e crianças palestinas. Foram os terroristas do Hamas. Até agora, para cada judeu morto pelos terroristas, pelo menos 100 palestinos já perderam a vida. E como a matança continua, esse número monstruoso e absurdo só tende a aumentar. Já os índios do Brasil são hoje pouco mais de 1,5 milhão de indivíduos. E já aculturados. Se esses índios resolvessem e pudessem resistir, a primeira coisa que fariam era expulsar todos os invasores do agronegócio de suas propriedades. A seguir, fariam como Israel fez e tomariam todas as terras que perderam nesses mais de cinco séculos de exploração e de roubos praticados pelo homem branco. Os nossos índios deviam fazer uma revolução: não permitiriam reconstruir a BR-319, pois ela será o fim do que ainda resta da Amazônia, a sua terra ancestral. Não permitiriam derrubar a floresta nem tacar fogo nela como se faz todo ano. Proibiam também envenenar os seus rios com o mercúrio. Todo e qualquer minério retirado de suas terras deveria ser só com a sua autorização e a negociação deveria lhe render bons lucros. Se Israel tem direitos totais sobre a Terra Santa, os nossos índios deviam ter também esse mesmo direito sobre as terras do Brasil. Os palestinos moram lá há dois, três mil anos. Já nossos índios sempre viveram por aqui. *Foi professor em Porto Velho Read the full article
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pirapopnoticias · 10 months
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flavioximenes-blog · 2 years
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Exposição coletiva de acervo “Reflexos Modernistas- Coleções Privadas” A Arte Plena Casa Galeria inaugura, no próximo dia 14/02, a exposição “Reflexos Modernistas – Coleções Privadas”, uma mostra de gravuras de importantes artistas inseridos no contexto do modernismo brasileiro, fazendo parte da programação do evento “Goiânia em 22, 100 anos depois – Inquietações Modernistas”, uma realização em parceria do MAG- Museu de Arte de Goiânia, da Secult Goiânia/Prefeitura de Goiânia e da UBE GO- União Brasileira de Escritores e da Arte Plena Produção em Cultura, além de vários apoios culturais. São ..... obras de 13 artistas; nomes como Anita Malfatti (SP), Alfredo Volpi (Itália/SP), Cândido Portinari (SP), Clóvis Graciano (SP), Emiliano Di Cavalcanti (RJ), Lasar Segall (Lituânia/SP), além dos “goianos” (alguns nascidos em outros estados, mas com trajetórias de carreira em Goiás) Cleber Gouvêa (MG), Dinéia Dutra (GO), D.J. Oliveira (SP), Frei Nazareno Confaloni (Itália), Heleno Godói (GO), Heliana Almeida (GO) e Siron Franco (GO). É importante mencionar que, dessa lista, Anita Malfatti, Portinari, Di Cavalcanti e Lasar Segall fizeram parte do grupo original de artistas expositores da Semana de Arte Moderna de 1922. A iniciativa de reunir um grupo para refletir a Semana de 22 e pensar em provocações com o tema do modernismo foi da galerista e produtora cultural Wanessa Cruz; o objetivo era criar uma consonância e reverberar os desdobramentos do centenário e o significado dos oito dias que mudaram o cenário cultural brasileiro. A colaboração e adesão dos participantes – artistas, escritores, professores e outros destacados profissionais - foi espontânea e voluntária e assim se formou a programação completa, incluindo essa exposição de gravuras, cujo conjunto ocupará as paredes da galeria, com curadoria e montagem de Antonio da Mata (MAG) e da Arte Plena Casa Galeria; o recorte foi feito a partir de acervos particulares e institucionais, levando em consideração a relevância e representatividade dos artistas e obras, e também o viés do reflexo dessa modernidade na produção, inclusive de artistas ainda em atividade. (em Goiânia, Goiás, Brasil) https://www.instagram.com/p/CZzHI_3uxK_/?utm_medium=tumblr
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