Tumgik
#Recensioni FotoVideo
saggiosguardo · 5 years
Text
Recensione Sony RX0 M2: è davvero la migliore fotocamera per vlog?
Tumblr media Tumblr media
Un paio di anni fa ho provato la Sony RX0 durante un workshop ed ho pubblicato un breve articolo con le mie impressioni. Da allora non ci ho più pensato molto a quella strana fotocamera che sembrava una action cam, ma il mese scorso ho avuto la possibilità di provare la nuova RX0 M2. Sulla carta si tratta di un dispositivo meraviglioso, almeno finché ci si limita a vedere le specifiche tecniche. Il suo corpo super compatto nasconde infatti un ampio sensore da 1" con 15MP e possibilità di registrazione in 4K. A renderla davvero interessante è proprio la promessa di una qualità fotografica e video nettamente superiore a quella di una comune action camera, dato che il sensore è delle stesse dimensioni di quello presente nelle varie RX100 ed RX10.
Corpo robusto con certificazione IPX8
La struttura della RX0 M2 è altresì interessante, dato che risulta essere certificata IPX8, tropicalizzata e capace di andare sott'acqua fino a 10 metri, di sopportare cadute da 2 metri ed un peso di 200 Kg. In più, rispetto al primo modello, dispone di uno schermo inclinabile e ribaltabile (simile a quello della A6400 come struttura), che offre tanta flessibilità in più. Certo lo schermo è piccolo, ma è ben più di quanto si possa sperare date le ridotte dimensioni del corpo. Ottimo anche il comparto connessioni, che include un ingresso per un microfono, la microSD per la memorizzazione e poi microUSB e microHDMI. Insomma, tutto "micro" come il corpo, che è persino più piccolo di quello di una GoPro anche se ben più consistente e robusto data la struttura in metallo.
Il CreatorKit include l'impugnatura con controlli, staffa per microfono e due batterie
Le cose diventano ancor più interessanti se si considera che questa piccoletta dispone anche di picture profile per registrare video di migliore qualità, compreso il Sony S-Log2, e delle modalità di registrazione video a framerate variabile fino a 1000 fps! C'è davvero tanta tecnologia e molte promesse all'interno della RX0 M2, che con il nuovo schermo ribaltabile e la presentazione del bundle CreatorKit (con impugnatura, doppia batteria e staffa per microfono), sembra pensata per i vlogger. Leggendo solo questa parte, che è ciò che traspare più facilmente dalle specifiche tecniche, tutto appare rose e fiori, ma la realtà è purtroppo molto diversa.
L'obiettivo Zeiss è un 24mm f/4 fisso
Uno dei problemi principali di questo prodotto risiede nell'obiettivo, un ottimo ZEISS Tessar T* da 24mm che ha un'apertura fissa a f/4. Di base un grandangolo così non è adatto alle riprese in stile action cam, ma se lo intendiamo invece per il vlog ci può stare. Ha relativamente poche distorsione ed una definizione validissima, anche se l'angolo di campo piuttosto ridotto ne può limitare l'utilizzo. Il vero problema però è l'apertura, un po' perché f/4 non è molto luminoso e un po' perché non si può cambiare. Girando di giorno, quindi, si dovranno adoperare dei filtri ND come questi per riuscire ad amministrare l'esposizione ed ottenere un otturatore a 180° (approfondimento).
Per compensare la luminosità ed ottenere video fluidi serviranno dei filtri ND
Il secondo grosso inconveniente è che non c'è l'autofocus continuo nel video. Si può usare lato fotografico, con tanto di eye-tracking (con prestazioni così così anche perché è solo per contrasto), ma non nel video. Viene effettuata una messa a fuoco singola appena si preme rec, per cui si deve essere già nella posizione giusta e non ci si deve spostare. Questo vale soprattutto se ci si sta autoinquadrando da vicino, perché dopo un paio di metri con un 24mm f/4 su un sensore croppato da 1" e quasi tutto a fuoco, però è proprio il caso più frequente se si utilizza in modalità vlog.
Lo schermo ribaltabile è comodissimo, ma non è molto luminoso
La terza fastidiosa scoperta fatta sulla della RX0 M2 è che il display non è molto visibile all'aperto per carenza di luminosità (manca l'opzione tempo soleggiato nel menu) e per di più si spegne dopo circa un minuto di registrazione. Rimane attivo il LED rosso che ci segnala l'attività in corso, ma non possiamo vedere nulla di ciò che si sta registrando. Non ho trovato nessuna opzione per modificare questo comportamento, quindi credo sia un qualcosa che si deve semplicemente accettare.
Tanti formati di registrazione ma il menu inadatto ad uno schermo così piccolo
La quarta importante negatività riguarda il controllo. Insospettabilmente i piccoli tastini a lato del display sono facilissimi da usare anche se si hanno mani grandi, perché sono bombati e fanno un clic molto preciso: non c'è rischio di sbagliare. Tuttavia Sony non ha realizzato un menu ad hoc semplificato, ingrandito o in qualsiasi altro modo ottimizzato, quindi si ha un menu completo in uno spazio evidentemente non adatto ad ospitarlo. I caratteri sono piccoli, ci sono troppe opzioni inutili o inutilmente complicate, e col fatto che manca anche un po' di luminosità, utilizzarlo all'aperto può essere particolarmente tedioso. Bisognava realizzare un menu diverso, snellito e con icone grandi, ma soprattutto adeguato alla navigazione con quei pochi tasti. Già solo per cambiare il modo operativo si deve entrare nel quickmenu (il cui tasto non è neanche evidenziato, o si legge il manuale o si scopre per caso), poi andare nella prima piccolissima icona della prima riga e cliccare. Per padroneggiarne l'utilizzo si fa fatica e, anche quando ci si riesce, rimane comunque macchinosa e scomoda.
Purtroppo il display si spegne dopo circa 1 minuto di registrazione!
Infine ci sono due ulteriori aspetti negativi che devo segnalare. Il primo è che non vi è nessun tipo di stabilizzazione meccanica e quella elettronica steadyshot non è molto performante. Il secondo è che le modalità VFR fino a 1000fps sono all'atto pratico inutilizzabili per via del bitrate insufficiente, in quanto non si possono registrare 1000 (ma anche 250) fotogrammi di qualità accettabile con soli 50M.
Con l'impugnatura si possono comodamente controllare cattura foto, video e zoom digitale (solo foto)
È un vero peccato che ci siano questi problemi, perché una foto/video camera così piccola, robusta e performante sarebbe davvero molto appetibile per qualsiasi creativo. Si mette dovunque, non teme quasi nulla e con un sensore da 1" offre una qualità più che degna, con tanto di S-Log2 (sensibilità ISO minimo 1000) per l'integrazione con altre camere di Sony. Il problema è che al di là delle ottime premesse e della corposa lista di specifiche tecniche, manca completamente di usabilità. I limiti che ho citato non sono poi moltissimi, ma la rendono quasi inutilizzabile a miei occhi. Così com'è non mi sento di consigliarla se non in condizioni specifiche, ovvero per chi gira già con Sony e vuole avere un punto di ripresa in più da poter utilizzare in condizioni particolari, come ambienti ristretti o insidiosi.
youtube
Conclusione
Tumblr media
La RX0 M2 mi aveva entusiasmato all'inizio, e non sono uno a cui succede spesso dato che provo un'infinità di prodotti hi-tech. Tuttavia alle ottime caratteristiche tecniche non è stata associata un'altrettanto valida esperienza d'uso e le sue problematiche in fin dei conti derivano proprio dalle specifiche insufficienti in alcuni ambiti come l'obiettivo, l'AF e lo schermo. Mi auguro che però che la linea non venga abbandonata, perché basterebbe relativamente poco per farla passare da sfizioso gadget ad un meraviglioso dispositivo per catturare immagini e video di livello professionale. Ci vuole un obiettivo rinnovato, più luminoso, con stabilizzazione ottica e un po' di flessibilità nell'apertura, anche a costo di aumentare un po' le dimensioni del corpo. Il menu deve essere rivisto da zero, con meno opzioni ed un primo livello a grandi icone per arrivare subito alle opzioni principali, come cambiare la modalità operativa o i formati di registrazione. Lo schermo sarebbe meglio se fosse più luminoso e non si deve spegnere mentre si sta registrando! Ma soprattutto, soprattutto, serve l'AF continuo in registrazione video. Se Sony risolverà queste cose in un prossimo esemplare sarei quasi sicuramente il primo ad acquistarlo.
PRO
Tumblr media
Sensore generoso e di qualità nettamente superiore alle tradizionali action cam
Tumblr media
Struttura robusta, IPX8 resistente a tutto
Tumblr media
Obiettivo di buona qualità
Tumblr media
Schermo ribaltabile
Tumblr media
Ingresso audio
Tumblr media
VFR fino a 1000fps a 1080p
Tumblr media
Presenza di picture profile (compreso S-Log2)
CONTRO
Tumblr media
 Manca l'AF continuo nel video
Tumblr media
 L'obiettivo ha apertura fissa a f/4
Tumblr media
 Non c'è la stabilizzazione nell'ottica o sul sensore
Tumblr media
 Lo schermo non è molto luminoso e si spegne dopo circa 1m di registrazione
Tumblr media
 Il menu è inadatto, sia per lo schermo piccolo che per i pochi tasti
Tumblr media
 Il bitrate in modalità VFR è troppo basso
L'articolo Recensione Sony RX0 M2: è davvero la migliore fotocamera per vlog? proviene da SaggiaMente.
Articoli correlati:
Sony presenta la RX100 VI con obiettivo 24-200mm e mirino migliorato Oggi Sony ha annunciato una nuova edizione della più famosa...
Sony WH 1000X M2 a 199€ e altre cuffie a prezzi ottimi per il Black Friday 2018 Nei giorni della Black Friday Week è uscita fuori un'offerta...
Oggi obiettivi Sony a prezzi incredibili grazie a sconto Amazon più cashback Questa mattina, durante il nostro classico giro alla ricerca di...
from Recensione Sony RX0 M2: è davvero la migliore fotocamera per vlog?
0 notes
saggiosguardo · 5 years
Text
Recensione Canon EOS R dal punto di vista di un fotografo abituato alle reflex
Tumblr media Tumblr media
Alcuni giorni fa Maurizio ha pubblicato la recensione della Canon EOS RP, mentre io ho acquistato il mese scorso una EOS R. Come fotografo professionale utilizzo reflex Canon da tanti anni e ormai la sento un po' come la mia Casa, ma in qualità di appassionato e per la mia collaborazione con SaggiaMente, ho avuto e provato tantissime fotocamere diverse. Mi piacciono molto le Fujifilm, tant'è che era lì che mi stavo indirizzando nel lungo periodo di immobilismo di Canon avendo avuto una X-T1, apprezzo molto i corpi e le funzionalità delle Lumix Micro Quattro Terzi come la mia GH4, ma non nego che appena Canon ha presentato la sua prima mirrorless APS-C l'ho comprata. La EOS M1 era poco più di un esperimento e dopo poco tempo la sua lentezza, in particolare nell'AF, mi ha stancato. Ho preso anche la M3 per il tempo libero, ma aspettavo che arrivasse una full-frame. E così è stato. Al momento del lancio, nel 2018, ho come tutti visto le limitazioni che sulla carta inficiano questo corpo e dunque non è scattata la scintilla. Arrivando dalla 5D Mark III volevo fare un passo avanti e seppure il sensore della EOS R sia derivato dalla successiva Mark IV, c'erano diversi aspetti che non mi convincevano. Con il trascorrere dei mesi alcuni di questi li ho sentiti sempre meno importanti e sono rimasto colpito delle ottiche che l'azienda ha sfornato, dunque alla fine ho deciso di acquistarla. Questa recensione non sarà la classica in cui si analizza il corpo punto per punto, anche perché molte caratteristiche sono identiche a quelle della RP e le trovate già descritte abbondantemente nella recensione di Maurizio. Ciò di cui vorrei parlarvi è invece la mia esperienza lavorativa passando da reflex a mirrorless Canon.
Ergonomia ritrovata
Una delle cose che più temevo di perdere insieme allo specchio è l'ergonomia. Io ho mani grandi e con le reflex come la 5D mi trovo molto bene, anche se ovviamente ridurre il peso mi piacerebbe. Da questo punto di vista il lavoro di Canon è stato certamente lodevole, perché con un corpo più piccolo la EOS R si impugna ancora molto bene. Non poggio interamente il mignolo in basso ma rimane comunque sul corpo e non scivola giù, dunque nel complesso devo dirmi soddisfatto. In più la fotocamera è compatta ma si avverte robusta in mano perché è realizzata in lega di magnesio e tropicalizzata. Su quest'ultimo punto posso portare già un'esperienza diretta, in quanto durante un matrimonio in un giorno di pioggia la fotocamera ha preso davvero tanta acqua e ne è uscita alla perfezione, con tutto che la stavo utilizzando con l'adattatore RF/EF.
Portandola per diverse ore al collo il miglioramento nel peso si avverte, anche se molto dipende dall'obiettivo che si innesta. Io ho scelto di acquistarla solo con l'adattatore e attualmente come unica ottica RF nativa ho il 35mm f/1,8 IS Macro. Con questo montato l'insieme è leggerissimo e la qualità degli scatti è davvero elevata. Non è un obiettivo serie L e si nota sia per la costruzione che il motore AF rumoroso e meno veloce ma è piccolo, luminoso, stabilizzato e con messa a fuoco ravvicinata, il tutto ad un prezzo più che ragionevole.
Controlli nuovi a cui abituarsi
Potendo scegliere, non avrei cambiato più di tanto i controlli della mia 5D, perché sono completi e nel giusto numero. Per via del corpo più compatto – ma forse anche per la volontà di introdurre novità anche quando non servono – la EOS R non è altrettanto diretta. Ad esempio non c'è il joystick per la messa a fuoco, la ghiera dei modi non ha nessuna serigrafia (P, Tv, Av, M, ecc...) e mancano tutti i tasti diretti per la modifica del bilanciamento del bianco, ISO, metering, AF e velocità di scatto che sono abituato ad avere vicino al display superiore. Ovviamente nessuno di queste funzionalità è assente, ma sono state tutte più o meno ricollocate. Ci vuole un po' per abituarsi, non lo posso negare, e anche oggi preferisco l'immediatezza della "vecchia scuola" per alcune cose, ma vediamo di capire come cambia l'operatività per grandi linee.
L'accensione è identica, con lo switch a sinistra che cambia aspetto (ed è più carino) ma si aziona nello stesso modo. La ghiera dei modi è stata spostata sulla destra, anche se in realtà ora è semplicemente un pulsante con la scritta "MODE". Cliccandolo si può poi utilizzare la rotella dei parametri che ha intorno per passare tra le varie modalità di scatto, che verrano visualizzate con un carattere bello grande nello schermo superiore e contemporaneamente anche nel mirino e nel display principale, quindi da qualunque parte si guardi è sempre disponibile.
L'elemento più importante con cui prendere confidenza è il tasto M-fn, che rispetto quello della 5D guadagna molte più funzioni. In pratica sostituisce tutti i tasti che mancano in cima ed ha un comportamento simile a quello di un quick menu controllabile con le ghiere. Quando si clicca appaiono due righe di icone visibili ovunque (compreso il display superiore monocromatico). La riga inferiore mostra il parametro da modificare, che si sposta intuitivamente con la rotella posteriore, mentre il valore dello stesso è nella riga superiore e si controlla con la rotella frontale.
Di default offre l'accesso a ISO, metodo Drive, metodo AF, bilanciamento del bianco e compensazione dell'esposizione, ma i parametri si possono personalizzare dal menu. La confidenza con la EOS R è migliorata molto quando ho guadagnato una maggiore velocità e scioltezza nell'utilizzare il tasto M-fn ma non mi spingerei a considerarlo un miglioramento. Certo è usabile, ma i tasti dedicati ai singoli parametri lo sono di più.
Un altro cambiamento per me è stata l'assenza del joystick per spostare rapidamente il punto di messa a fuoco. Avrebbero sicuramente fatto meglio ad inserirlo in qualche modo, ma ci sono comunque diversi metodi per muoverlo. Quello a cui mi sono abituato più facilmente consiste nel cliccare sul pulsante posteriore dedicato proprio al punto AF (quello che in play attiva l'ingrandimento) e poi utilizzare la rotella superiore per spostarlo in orizzontale e quella posteriore in verticale. Non è altrettanto immediato rispetto al joystick ma dopo un po' si viaggia abbastanza spediti. In alternativa è possibile utilizzare il touchscreen quando si inquadra con lo schermo, toccando il punto dove mettere a fuoco, oppure spostandolo in ogni direzione con lo scorrimento del pollice sempre sullo schermo mentre si utilizza il mirino. Questa opzione non è attiva di default ma si trova facilmente nei menu e ha diverse opzioni per evitare di attivarlo involontariamente col naso.
Importante novità della EOS R è la touch bar, di cui non avete già letto nella recensione della RP poiché lì non è presente. Questa può essere personalizzata nelle funzioni per controllare uno o più parametri e, visto che è sensibile al tocco, conviene attivare la funzionalità di blocco/sblocco manuale, che però richiede un passaggio in più prima di poterla utilizzare. Idealmente è simpatica ma onestamente non sono riuscito a farmela piacere. È certamente flessibile ma nel mio caso è rimasta inutilizzata. Non dico che sarà così per tutti ma la maggior parte dei fotografi con cui mi sono confrontato non la amano affatto. Forse sarebbe stato meglio sfruttare questo spazio per il famoso joystick AF che invece manca.
Ultimo elemento nuovo del sistema EOS R è la ghiera sugli obiettivi RF. È personalizzabile nella funzione, dunque si può usare per l'ISO, la compensazione d'esposizione, apertura, tempi o altro, assecondando la volontà del fotografo. Non essendo presente in passato non è un qualcosa che rappresenta di per sé un cambiamento nella modalità operativa ma offre una possibilità in più. La cosa più naturale potrebbe essere quella di controllarci la sensibilità, così da avere il terzo parametro sotto mano scattando in manuale. Tuttavia dipende molto dalle proprie abitudini perché scattando più di frequente con metodi a priorità potrebbe essere comoda per la compensazione o magari per modificare il bilanciamento del bianco. Non ho ancora capito se sia davvero utile, tuttavia mi sto impegnando ad utilizzarla e non è affatto male. Da notare che procede con piccoli scatti ma che non è facile spostarla accidentalmente visto che non è attiva finché non si tiene premuto il pulsante di scatto a metà corsa.
Dall'ottico all'elettronico
Per chi proviene da fotocamere reflex, uno dei punti di maggior dubbio è rappresentato dal mirino elettronico. Per me non è affatto una novità avendo utilizzato mirrorless fin dai primi anni della loro uscita, ma voglio provare brevemente a far capire cosa cambia per chi non lo sapesse. Senza lo specchio la luce che passa nell'obiettivo va sempre direttamente sul sensore, quindi non c'è possibilità di avere una visione ottica in tempo reale come quella che si ottiene nelle reflex grazie il pentaprisma. Quello che si vede avvicinando l'occhio al mirino è effettivamente un secondo display, più piccolo di quello principale con delle lenti che lo ingrandiscono e ci consentono di metterlo a fuoco grazie alla rotella per l'adeguamento delle diottrie. Nel caso della EOS R il pannello del mirino ha 3,69 milioni di punti ed un ingrandimento dello 0,76x.
La visione tramite schermo ha una serie di vantaggi e relativamente pochi svantaggi. Ovviamente questo considerando il livello qualitativo che si è raggiunto oggi, poiché in passato anche la risoluzione e la ridotta velocità di refresh rendevano l'esperienza d'uso infinitamente inferiore rispetto a quella di un mirino ottico. La prima cosa da sapere è che uno schermo offre molta più flessibilità, dunque è possibile personalizzare le informazioni visibili ed averne di più o di meno a seconda delle proprie preferenze. Uno dei vantaggi più evidenti però è un altro, ovvero che si ha l'anteprima in tempo reale dell'esposizione. Dunque non è più necessario controllare l'esposimetro per capire se una foto sarà sovra o sotto esposta, poiché si vedrà essenzialmente la resa dell'illuminazione prima ancora di premere il pulsante di scatto. L'esposimetro c'è comunque e volendo si può attivare anche un istogramma della luminosità, a conferma del fatto che si possono avere molte più informazioni utili.
Gli svantaggi di questo sistema non sono poi molti ma ci sono un paio di situazioni in cui si possono avvertire. La prima è che quando si scatta con poca luce l'occhio umano è ben più capace di adattarsi, mentre il mirino elettronico perde un po' di qualità e diventa più lento. Inoltre se in queste condizioni si preme il pulsante di scatto a metà corsa per mettere a fuoco si può vedere una temporanea sovra illuminazione della scena per renderla più chiara ed aiutare l'AF. Non è un reale problema ma non è piacevole da vedere ed introduce un po' di lag. La seconda si presenta a chi scatta in studio con luce flash, in quanto la scena con i parametri di scatto corretti sarà notevolmente sotto esposta finché le luci non scattano. Dunque si deve disattivare l'anteprima in tempo reale per poter avere una visione che non tenga conto dei dati impostati su tempo/apertura/ISO e ci mostra una scena chiaramente visibile sempre, in modo analogo a quanto farebbe un mirino ottico. Purtroppo questo passaggio non è automatico appena si collega un flash o un trigger, dunque ho dovuto mettere l'opzione nel my menu per poterla raggiungere in fretta tutte le volte che scatto in studio.
Articolazione dello schermo
Rispetto alla mia precedente reflex, che uso ancora in abbinata alla EOS R, una grande differenza risiede nello schermo articolato. A me non serve più di tanto il fatto che si ribalti, perché non ho necessità di fare selfie o cose simili, ma il fatto che si possa inclinare consente di realizzare scatti da angolazioni differenti con molta più semplicità. Ad esempio nei matrimoni durante i balli di gruppo riesco a fare delle foto dall'alto con le braccia tese avendo comunque un'idea del risultato, mentre con la reflex andavo alla cieca e dovevo fare tante prove prima di ottenere lo scatto giusto. La stessa cosa vale ovviamente anche per le foto dal basso e si rivela utile anche nei video.
Mi ha però colpito un passaggio della recensione di Maurizio sulla RP, quando parlando dello schermo ha scritto: "Con il tempo ho iniziato ad apprezzare alcuni vantaggi di praticità degli schermi che si inclinano solo in verticale". In effetti c'è almeno una situazione in cui la cerniera laterale è più scomoda ed è quando si deve collegare qualche cavo negli sportellini laterali. A parte quello del microfono, che è molto alto e non si tocca mai, tutte le altre connessioni lo bloccano. A me succede quando scatto in studio in modalità tethering collegando la fotocamera al computer via USB, poiché se apro lo schermo poi non lo posso ruotare per vederlo dall'alto. E con questo tipo di cerniera non c'è un altro modo per farlo. Può sembrare una sciocchezza ma se ci si trova in questa esatta condizione è fastidioso, mentre un display che rimane al suo posto non è ovviamente in grado di offrire l'auto inquadratura ma se si può inclinare in alto e in basso non tocca le connessioni laterali.
Per il resto trovo questo schermo molto valido, sia per la diagonale da 3,2" che per la resa colore e la buona risoluzione di 2,1 milioni di punti. Non uso sempre il touch screen, però devo confermare che in caso di necessità si rivela davvero comodo perché è molto reattivo, preciso e disponibile praticamente in tutte le aree del sistema, compreso il menu e il pratico quick menu che si attiva con il tasto al centro del pad direzionale.
Messa a fuoco 2.0 beta
Provando diverse fotocamere ho avuto modo di verificare la resa dei differenti metodi di messa a fuoco che vengono utilizzati nel mondo mirrorless. Canon ha realizzato il Dual Pixel CMOS AF, un sistema proprietario in cui sostanzialmente si replicano le funzionalità della ricerca di fase con pixel divisi sul sensore. Non entro nel dettaglio poiché se n'è già parlato più volte, ma voglio dirvi qualcosa della mia esperienza sul campo. La prima cosa positiva che si nota è che praticamente tutto il fotogramma può essere utilizzato per mettere a fuoco, offrendo molta più flessibilità e rendendo le inquadrature più semplici. Sempre nella colonnina dei pro rientra il fatto che incredibilmente la risposta dell'AF con obiettivi EF montati tramite l'adattatore è persino superiore a quella che avevo montandoli direttamente sulla 5D Mark III.
Tra le altre novità interessanti devo citare senza dubbio l'Eye AF, che riconosce automaticamente i volti delle persone e mette a fuoco sull'occhio più vicino. In generale ha una buona resa ed è davvero comodo in tantissime situazioni, tuttavia per passare dal volto all'occhio il soggetto deve essere relativamente vicino. Molto spesso non è un problema ma, quando si scatta con profondità di campo molto ridotte, mettere a fuoco genericamente sul volto può portare a risultati incerti. In questi casi, così come quando si voglia avere un controllo più diretto, il punto singolo è la modalità che preferisco e che tutto sommato si comporta meglio. Ce ne sono anche altre per aree, aree espanse, ecc.. ma si applicano a casi più limitati.
Sul tracking dei soggetti trovo invece che questa Canon non sia a livello delle dirette concorrenti. Le foto che si trovano effettivamente a fuoco dopo una raffica con inseguimento sono sotto la media e agendo sulle opzioni di personalizzazione non si ottengono comunque risultati al pari della 5D e delle rivali mirrorless più recenti. Probabilmente un problema è anche dovuto al fatto che nella raffica da 8fps lo schermo si oscura ripetutamente e in generale la velocità operativa della fotocamera non è al pari della 5D, anche solo quando si fa uno scatto e si attiva la revisione immediata, ci si accorge che trascorrono un paio di secondi prima di vederlo apparire a schermo.
Uso in studio / Flash
Una grande parte del mio lavoro è la fotografia in studio. Nell'arsenale ho sia dei flash classici da 500W (gli Elinchrom BRX500) che gli speedlite di Canon, oltre a quella via di mezzo rappresentata dal comodo Godox AD200 (al quale sto pensando di affiancare due Godox AD400). Questo per dire che uso spesso i flash, sia in TTL che in manuale, ed ho potuto provare anche varie combinazioni. Innanzitutto una nota di colore: sia la EOS R che la 5D Mark III hanno il tempo di sincronizzazione fisso a 1/200, ma l’otturatore della 5D deve essere “stanco” perché per una perfetta sincronia devo scendere a 1/160. Lavorare con i flash manuali in un ambiente controllato con la EOS R è semplice ma bisogna disattivare manualmente la simulazione continua dell’esposizione, come spiegato sopra parlando di mirino e schermo.
Sempre riprendendo alcuni dei punti già discussi, devo dire che con la EOS R posso permettermi angoli di ripresa prima difficili o impossibili con la 5D, inoltre posso realizzare un inseguimento più completo grazie all'ampia copertura dell'AF che mi è utilissimo durante “i salti” nella danza. Passando all’uso con TTL e anche in modalità HSS, il comportamento è simile ma non uguale. La macchina cerca di calcolare la luce a disposizione considerando anche i flash e se la luce senza flash non è sufficiente a visualizzare la composizione nel display, disattiva temporaneamente la simulazione dell’esposizione. Alla lunga ci si abitua a questo comportamento strano, ma questi continui cambi di “luminosità” nel display e nel mirino non sono piacevoli. In compenso c’è la possibilità di impostare il flash anche tramite il menu della fotocamera e sono onnipresenti le classiche opzioni: prima tendina, seconda tendina e HSS, oltre al controllo wireless, i gruppi e molto altro a seconda del flash collegato (cambia proprio la forma del menu). In studio uso molto lo scatto tether e quest’anno ho provato il software nativo di Canon sul mio MacBook attaccato ad una TV esterna. Il funzionamento con il cavo grazie all’interfaccia USB 3.1 di tipo C è veloce e senza nessun problema (vi suggerisco di acquistare questo cavetto che mi ha consigliato Maurizio e funziona molto bene). La questione è diversa quando si utilizza il Wi-Fi perché, nonostante tutto, la gestione dello scatto è ancora lenta e macchinosa. Utile forse più per sessioni di still life, dove però il cavo non dà troppo fastidio paradossalmente. In compenso ho apprezzato lo shooting tether con l’iPhone e l’iPad, dove le prestazioni sono degne di nota (anche perché non scarica l’immagine appena scattata) e ho potuto usarlo sul campo già in qualche occasione. Per la prima volta da quando provo le fotocamere, vedo che il Bluetooth è effettivamente utile perché l’app trova a primo colpo la fotocamera e riesce ad instaurare abbastanza rapidamente una connessione in Wi-Fi per usare il tethering vero e proprio. E sopratutto lo fa automaticamente, senza dover scegliere noi la rete wireless creata ad hoc dalla macchina fotografica.
Nuovi traguardi e nuovi limiti
La tecnologia nelle fotocamere digitali senza specchio ci offre numerosi spunti positivi e uno dei più importanti è che il ridotto tiraggio sta consentendo – e consentirà sempre di più in futuro –  di creare ottiche ben più performanti. In quest'ambito Canon ha già iniziato a dare dimostrazione di forza e devo ammettere che proprio il parco di obiettivi presentati e la qualità degli stessi mi ha dato l'ultima spinta necessaria per passare alla EOS R. Un'altra chicca esclusiva di questo corpo – che non troviamo neanche nella sorellina RP – è la tendina che protegge il sensore durante i cambi di ottica (che si attiva quando la fotocamera è spenta).
D'altro canto nelle mirrorless ci sono anche degli svantaggi e il più evidente di questi è la minor durata della batteria. È da apprezzare che Canon abbia mantenuto retrocompatibilità grazie alle LP-E6N, ma sulle mirrorless c'è sempre uno schermo attivo, che sia il mirino o il display posteriore, e il sensore è continuamente in funzione, ecco perché l'autonomia scende drasticamente. Rispetto alla 5D si fanno più o meno un terzo degli scatti con singola carica, anche se ovviamente dipende molto dal tipo di utilizzo.
Se ad esempio si tiene la fotocamera accesa per tante ore si consumerà comunque anche se si scattano solo un paio di foto. È un caso limite, ma è importante capire che i 370 scatti dichiarati dal CIPA per la EOS R sono solo indicativi. Comunque sia è una novità sgradevole a cui non ci si abitua facilmente e che ci obbliga sicuramente a dotarci di un paio di batterie di scorta. Devo però dire che, oltre a trovarsi facilmente quelle compatibili a prezzo valido, ne ho provate alcune di Patona che vengono perfettamente riconosciute dalla fotocamera, anche se all'atto pratico durano un po' di meno delle originali.
Lo sportellino laterale per la memoria è comodo ed è chiaramente adatto ad ospitare le più moderne UHS-II, che aiutano a svuotare più rapidamente il buffer nelle raffiche. Lo svantaggio della EOS R più evidente e di cui molto si è discusso, è che possiede un unico slot. Molti fotografi non prendono neanche in considerazione l'idea di lavorare senza un backup e in generale sono sempre stato abituato così anche io. Soprattutto perché nella maggior parte dei casi seguo degli eventi non ripetibili, come i matrimoni, dove l'eventuale rottura di una scheda non è una cosa da prendere sotto gamba. Anche oggi, se mi soffermo a pensarci, la singola memoria nella EOS R mi mette un po' d'ansia, però alla fine ho deciso di superarla. L'ho fatto pensando a diverse attenuanti, la primo delle quali è che le SD attuali non sono più quelle di un tempo e quelle buone è davvero difficile che si danneggino. Parlo di memorie come le SanDisk Extreme Pro, che la casa dichiara come impermeabili, resistenti ai raggi X, agli urti ed agli sbalzi di temperatura. Certo non sono indistruttibili, ma non sono neanche così scadenti come alcuni immaginano e non a caso vengono impiegate ormai anche in ambito professionale nelle medio formato o nelle cineprese. La seconda cosa che mi dà tranquillità è che lavoro sempre con due corpi, dunque è difficile che ci sia un momento della cerimonia che ho esclusivamente su una memoria. Infine ho l'abitudine di usare più schede di piccolo taglio che non una per tutto, in modo da limitare ulteriormente il rischio. E se proprio voglio stare ancora più tranquillo so di poter utilizzare uno strumento come quello recensito da Maurizio per fare una copia di backup al volo anche senza computer. Insomma due slot sono meglio, ma ho trovato il modo di convivere anche con uno.
La qualità che conosco
Arrivando da una Canon 5D Mark III la EOS R è stata un passo in avanti per la qualità d'immagine. Il suo sensore full-frame è infatti basato su quello della 5D Mark IV, che ha più risoluzione (30 MP), più gamma dinamica e minor rumore (soprattutto quando si aprono le ombre). Dirò forse qualcosa di impopolare, ma io già con la Mark III non è che abbia mai avuto problemi legati alla resa fotografica. Sono un appassionato di tecnologia oltre che di fotografia e seguo da vicino l'evoluzione di questo mercato, ma non sono uno di quelli per cui l'erba del vicino è sempre più verde. Il fatto che ci siano sensori tecnicamente migliori – perché ci sono – non lo vivo negativamente. La EOS R sforna degli ottimi file e mi dà la possibilità di post-produrre per quel tanto che mi serve. Inoltre apprezzo molto i colori di Canon che ritocco pochissimo e in un certo senso fanno ormai parte del mio modo di fare fotografie. So che questa disamina è tutt'altro che scientifica, ma se volete badare esclusivamente ai numeri posso già dirvelo io che attualmente tra le migliori nel segmento ci sono la Sony A7 III (recensione) e la Panasonic S1, però la prima non c'è verso di farmela piacere e la seconda è ancora agli inizi, con un parco di obiettivi davvero ristretto e poco appetibile.
Alcuni penseranno che sia illogico non puntare sul cavallo dato per vincente, ma da lavoratore autonomo ho imparato che la scelta degli "strumenti" non è una mera questione di matematica. Certo è un po' un cliché che da fotografo Canon su reflex abbia atteso le mirrorless full-frame della stesa casa per fare il passo, dopo anni di tentazioni dal mondo Fujifilm, ma questa scelta mi dà molta più tranquillità, sia perché conosco il brand – e non ho mai avuto problemi con i suoi prodotti – sia perché non è facile buttare per aria tutto il parco di attrezzature su due piedi per un cambio radicale dall'oggi al domani. È complicato sia dal punto di vista economico che operativo, perché comunque ho uno studio fronte strada che deve continuare a garantire la sua operativa tutto l'anno.
File Sensibilità JPG 100 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600 RAW 100 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600
E per chi fa video...
Rispetto la EOS RP la R ha qualche vantaggio anche in ambito video, come ad esempio il profilo C-Log, il TimeCode, l'uscita video 4:2:2 a 10bit, maggiori opzioni in termini di framerate. Rimane tuttavia l'enorme crop di circa 1,75x in 4K di cui ha parlato Maurizio. Entrambi i modelli dunque non brillano nell'attuale panorama ma per girare in FullHD con 25/50p va abbastanza bene. A fare parecchia differenza rispetto la RP è il C-Log, poiché offre dei file con più gamma dinamica ma non eccessivamente piatti e difficili da lavorare.
youtube
Chi utilizza le cineprese Canon sa di cosa parlo e per questi può essere anche un buono modo per avere del girato aggiuntivo da una seconda angolazione da aggiungere al montaggio principale, girato magari con una C100. Parte del pregio in ambito video è anche dovuto alla buona resa della messa a fuoco Dual Pixel CMOS AF, che è abbastanza intelligente nel capire cosa mettere a fuoco e lo fa con passaggi quasi sempre buoni. Non è perfetta ma ci permette di premere rec senza preoccuparsi di mettere a fuoco sapendo che alla fine, più o meno, se la caverà da sola.
Conclusione
Tumblr media
La Canon EOS R non è la fotocamera che avrei disegnato per me prospettando un passaggio alle mirrorless. Ma soprattutto non è che questo cambio fosse strettamente necessario. Tuttavia il mondo fotografico si sta spostando in blocco in questa direzione, e non è un caso. Con il nuovo ampio innesto ed il tiraggio ridotto, Canon ha dimostrato che anche obiettivi apparentemente banali come il 24-105mm F4L, oppure estremi come il 50mm F1,2L, possono essere migliorati. E neanche di poco! Non sono così convinto che alcuni cambiamenti attuati in questo corpo siano vantaggiosi, penso ad esempio alla touchbar, ma di certo nel neonato sistema EOS R c'è parecchio di buono. In un certo senso mi sono voluto adattare in questa fase, ma vedendo i diversi vantaggi delle senza specchio erano anni che meditavo di cambiare ed è stato decisamente meglio farlo rimanendo nel mio stesso ambiente. Quando Canon presenterà una fotocamera di classe superiore a questa probabilmente coglierò l'occasione per pensionare la 5D Mark III e, se dovesse esserci la necessità, aggiornare pure l'attuale R. Nel frattempo sto avendo la comodità di cambiare pur ritrovandomi a Casa, non soltanto perché conosco e trovo comodi i corpi, i menu e le logiche di funzionamento delle Canon, ma anche perché sto utilizzando gli stessi obiettivi di prima, potendo pianificare un passaggio completo su RF a piccoli passi, con spese programmate in base alle possibilità del momento e senza nel frattempo intaccare il mio lavoro. Se dovessi dare un consiglio a chi si trova nelle mie stesse condizioni di qualche mese fa, gli direi di fare lo stesso. Certo se la fotografia è un hobby ci si può permettere di sperimentare un po' di più, si può rischiare di scoprire che una fotocamera eccellente sulla carta non ci piace da utilizzare, rivenderla e provare ancora, ma per chi ci lavora la stabilità, la sicurezza e la continuità sono dei valori da non sottovalutare. Continuo a provare diverse fotocamere e ci sono tante cose che mi attirano in altri brand, ma con la EOS R so di riuscire ad ottenere i risultati che voglio come voglio. Se trovi uno strumento che ti dà queste garanzie, non ha senso cercarne un altro. È molto meglio spendere le stesse energie per migliorare sé stessi.
PRO
Tumblr media
 Corpo compatto, robusto e abbastanza leggero
Tumblr media
 Ben tropicalizzata
Tumblr media
 Ergonomia convincente
Tumblr media
 Ottima copertura del frame con l'AF
Tumblr media
 Comodo Eye AF
Tumblr media
 Display superiore di stato
Tumblr media
 Mirino godibile
Tumblr media
 Autofocus video efficace
Tumblr media
 Display articolato e touch
Tumblr media
 Tendina di protezione sensore nel cambio obiettivo
Tumblr media
 Connessione wireless semplicissima
Tumblr media
 Audio in/out
Tumblr media
 Display completamente articolato
Tumblr media
 Menu semplice e ben organizzato
Tumblr media
 Controllo touch screen molto ben sviluppato
Tumblr media
 Ottima funzionalità dell'adattatore EF/RF
Tumblr media
Parco lenti di questo sistema ancora compatto ma molto interessante
Tumblr media
 Ricarica via USB-C
CONTRO
Tumblr media
 Un po' lenta in alcune operazioni
Tumblr media
 Crop esagerato nel video 4K
Tumblr media
 Elevata presenza di rolling shutter nel video
Tumblr media
 Autonomia non molto elevata
Tumblr media
 Un solo slot di memoria
L'articolo Recensione Canon EOS R dal punto di vista di un fotografo abituato alle reflex proviene da SaggiaMente.
Articoli correlati:
Canon EOS R: ufficiale la Full Frame mirrorless e la linea di obiettivi RF Dopo anni in cui si chiedeva a gran voce l'ingresso...
Canon EOS RP, un punto d'ingresso strategico per il mondo delle mirrorless full-frame Dopo alcune settimane di rumor insistenti, oggi Canon ha rotto...
Recensione Canon EOS RP: la mirrorless full-frame per tutti Stiamo vivendo un periodo particolarmente frizzante per quel che riguarda...
from Recensione Canon EOS R dal punto di vista di un fotografo abituato alle reflex
1 note · View note
saggiosguardo · 4 years
Text
Recensione Fujifilm GFX 50r: qualità medio formato, prezzo accessibile
Fujifilm ha iniziato il suo affascinante percorso nel medio formato digitale solo quattro anni fa. Il sistema GFX è ancora giovane ma si è fatto subito notare, ha attirato molti fotografi professionisti ed amatori oltre ad aver ampliato il già vasto apprezzamento per il...
L'articolo Recensione Fujifilm GFX 50r: qualità medio formato, prezzo accessibile proviene da SaggiaMente.
Nessuno
from Recensione Fujifilm GFX 50r: qualità medio formato, prezzo accessibile
0 notes
saggiosguardo · 4 years
Text
Recensione Sandmarc Anamorphic Lens, video anamorfico con iPhone
Con le videocamere analogiche Super35 le riprese panoramiche comportano un notevole spreco di pellicola. Le lenti anamorfiche nascono per sfruttare lo spazio vuoto ed aumentare la qualità dell'immagine, allungandola in verticale. Sui proiettori serve poi una lente che...
L'articolo Recensione Sandmarc Anamorphic Lens, video anamorfico con iPhone proviene da SaggiaMente.
Articoli correlati:
Il 3D Touch potrebbe morire e forse lo sa già Apple ha influenzato più volte il mercato degli smartphone con...
Ming-Chi Kuo: batterie di maggiore capacità nei prossimi iPhone per supportare la ricarica wireless all'inverso E se l'AirPower alla fine fosse l'iPhone? Ovviamente non lo...
Parliamo di iPhone 11 [Video] E finalmente ci siamo: dopo un anno di attesa sono...
from Recensione Sandmarc Anamorphic Lens, video anamorfico con iPhone
0 notes
saggiosguardo · 4 years
Text
Recensione Fujifilm X-T4, la fotocamera più completa sotto i 2000€ per chi fa foto e video
Nel 2018 Fujifilm ha realizzato due macchine fotografiche simili ma diversamente importanti: la X-H1 e la X-T3. La prima ha introdotto per la prima volta la stabilizzazione sul sensore e la seconda ha portato a completa maturità il percorso iniziato nel 2014 con la X-T1. Oggi...
L'articolo Recensione Fujifilm X-T4, la fotocamera più completa sotto i 2000€ per chi fa foto e video proviene da SaggiaMente.
Articoli correlati:
Recensione: Fujifilm X-T3, la migliore APS-C del mercato Solitamente sono contrario ad usare l'assoluto, perché poche lo sono...
Fujifilm annuncia la X-A7: entry level rinnovata e con schermo ribaltabile Questa mattina Fujifilm ha annunciato la Fujifilm X-A7, fotocamera mirrorless...
Fujifilm X-Pro3: la rangefinder rivendica le sue origini Ne abbiamo già parlato qualche settimana fa per il suo...
from Recensione Fujifilm X-T4, la fotocamera più completa sotto i 2000€ per chi fa foto e video
0 notes
saggiosguardo · 4 years
Text
Il mio Rig per Panasonic LUMIX GH5/GH5s con Half Cage di SmallRig
Le fotocamere hanno ottime potenzialità lato video, tuttavia le cineprese hanno molteplici vantaggi per autonomia, funzioni ed ergonomia. In particolare è interessante notare che il peso, spesso considerato un problema nelle senza specchio, è in realtà utile ad ottenere...
L'articolo Il mio Rig per Panasonic LUMIX GH5/GH5s con Half Cage di SmallRig proviene da SaggiaMente.
Articoli correlati:
Panasonic annuncia la LX100II, compatta evoluta micro 4:3 Devo dire la verità, spessissimo mi sono chiesto perchè Panasonic...
AsSaggio: Custodia in pelle MegaGear per Panasonic Lumix GX9 Da qualche mese ho acquistato una Panasonic GX9, fotocamere che...
Il 19 novembre arriverà un corposo update per Lumix S1/S1R, G9, GH5 e GH5s Fino a pochi anni fa, gli aggiornamenti firmware delle fotocamere...
from Il mio Rig per Panasonic LUMIX GH5/GH5s con Half Cage di SmallRig
0 notes
saggiosguardo · 4 years
Text
Recensione Nikon Z50: la prima mirrorless DX merita giusto rispetto
Dopo la cavalcata delle mirrorless full-frame nel 2019, che ha visto per Nikon l'introduzione di Z6 e Z7, è giunto il momento di guardare al basso. L'azienda giallo-nera lo aveva fatto in tempi non sospetti con la serie Nikon 1 che, dopo alcuni anni di alterne fortune, è stata...
L'articolo Recensione Nikon Z50: la prima mirrorless DX merita giusto rispetto proviene da SaggiaMente.
Articoli correlati:
Nikon annuncia le nuove mirrorless professionali Z7 e Z6 e molto altro L'abbiamo attesa, l'abbiamo intravista, abbiamo infine capito che sarebbero state...
Fotocamere e obiettivi: le grandi offerte in corso per la Black Friday Week Si dice spesso che la migliore fotocamera è quella che...
Recensione: Fujifilm X-T3, la migliore APS-C del mercato Solitamente sono contrario ad usare l'assoluto, perché poche lo sono...
from Recensione Nikon Z50: la prima mirrorless DX merita giusto rispetto
0 notes
saggiosguardo · 5 years
Text
Recensione NiSI ND-Vario Enhanced: filtro ND Variabile da 1,5 a 5 stop
Nell'articolo in cui ho parlato di frame rate e tempo d'esposizione ho spiegato anche l'utilità dei filtri ND e in special modo di quelli ad ND Variabile quando si lavora su eventi o piccole produzioni a budget contenuto. Per tanti anni ho utilizzato quelli di Genustech (ho un paio di Eclipse) ma di recente ho scoperto l'ND-Vario Enanched di NiSi che mi ha rapidamente conquistato. Oltre ad essere l'unico del suo genere con trattamento nano coating (che riduce i riflessi e l'insorgenza di problemi quali il flare/ghosting in controluce) ha i vetri idro ed oliorepellenti che si puliscono con più facilità.
Dopo circa un mese di utilizzo sul campo mi ha convinto "quasi" al 100%, ma va detto che i pochissimi limiti che ha non sono effettivamente dei problemi. Lo stop fisico, ad esempio, è davvero utilissimo ma bisogna fare attenzione se si raggiunge rapidamente mentre si filma, perché il colpo di arresto può trasferire qualche vibrazione alla camera. E poi è vero che alcuni filtri salgono sopra i 5 stop, ma in quel caso si deteriora la qualità d'immagine per il difetto ottico noto come X Cross. L'ND-Vario Enhanced di NiSi fa perdere davvero pochissima definizione, in misura del tutto trascurabile, ed introduce un lievissimo color cast freddo che si lavora facilmente in post-produzione. Ve lo mostro più nel dettaglio in questo nuovo video.
youtube
L'articolo Recensione NiSI ND-Vario Enhanced: filtro ND Variabile da 1,5 a 5 stop proviene da SaggiaMente.
Articoli correlati:
Recensione NiSi V6: Holder per Filtri a Lastra Era il lontano 2015 quando per la prima volta recensii...
from Recensione NiSI ND-Vario Enhanced: filtro ND Variabile da 1,5 a 5 stop
0 notes