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#e poi sono anche io dell’idea che i social non siano nulla
2stelle · 2 years
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magicnightfall · 6 years
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IL POTERE DEL TRIO COINCIDE COL MIO
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ma non certo con il reboot di Streghe.
In effetti, con il reboot di Streghe mi coincide, prima e soprattutto, una certa acidità di stomaco.
Quando è stato dato l’annuncio che l’avrebbero prodotto e trasmesso, da grande fan della serie originale ho accolto la notizia con lo stesso aplomb con cui Merida apprende che avrebbe dovuto sposarsi: ho sbroccato, sono scappata nella foresta e ho trasformato mia madre in un grizzly.
Suppergiù.
La vita, però, è troppo breve per guardare poche serie tv. Finché un concilio vaticano non chiarisce definitivamente la disputa dogmatica se Netflix esista o no anche nell’aldilà, ritengo sia meglio fare scorta adesso di quanti più telefilm possibili: così, ho pensato, seppur scettica ne avrei comunque visto il pilota. Se poi mi fossi ricreduta ne avrei guadagnato una serie in più da aggiungere al curriculum, e poco non è.
Come Miranda Pristley, insomma, mi sono detta provaci, corri il rischio, assumi la ragazza sveglia e grassa guarda almeno un episodio.
Come penso si sarà capito, non mi aspettavo niente.
E infatti niente mi hanno dato. Acidità di stomaco a parte, that is.
L’episodio pilota è stato terribile. Spiritualmente, ecumenicamente, grammaticalmente. La prova stessa dell’esistenza del Maligno. Se tutta la serie si attesta su questi livelli, che Dio ci aiuti.
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[Piper e Leo vengono a sapere del reboot]
Badate bene: non è la nostalgia per il telefilm originale a parlare, non è un voler essere necessariamente ostile (per quanto comunque ritenga che rimpiazzare la Halliwell sia blasfemo), non è un rifiuto a priori dell’idea del reboot (per dire, quello di Sabrina, vita da strega - altra pietra miliare della mia infanzia/adolescenza - mi incuriosisce parecchio).
È che, semplicemente, ‘sto reboot in particolare fa schifo.
Tralasciando la recitazione del nuovo trio (chissà quanti “cagna maledetta” di renéferrettiana memoria saranno risuonati durante le riprese) o il fatto che le attrici sembrino totalmente ed inguaribilmente anonime, il problema risiede innanzitutto nei personaggi in sé e per sé.
Le nuove sorelle sono insipide, prive di qualsivoglia spessore e di peso drammaturgico. Dovrebbero essere le protagoniste, sembrano invece delle macchiette di contorno. Ho visto batteri di escherichia coli con più carisma di loro.
Il confronto è impietoso, ma dato che è stato il reboot stesso a volersi mettere in competizione con l’originale (dirò meglio sotto), va fatto:
io mi ricordo bene che sensazione hanno lasciato le sorelle Halliwell alla loro prima apparizione. Le loro personalità erano state delineate bene fin da subito. C’era la maggiore, Prue, che era quella più matura e responsabile, quasi rigida. C’era la sorella di mezzo, Piper, che cercava di mantenere in equilibrio i legami familiari. C’era infine la sorella minore, Phoebe, che era l’esatto opposto di Prue, immatura e scanzonata.
Poi, con la morte di Prue e l’introduzione di una nuova sorella(stra) minore, Paige, alle due sopravvissute è toccato assumere un ruolo diverso. Così, Piper è diventata la maggiore, con le responsabilità annesse, Phoebe quella di mezzo, e anche lei in qualche modo si è trovata a fare da mentore. Il tutto, comunque, si appoggiava su fondazioni gettate fin dal primo episodio della prima stagione.
Al contrario, Melanie e Maggie Vera e Macy Vaughn non sembrano tre entità adeguatamente distinte. Già il fatto che anagraficamente ci siano pochi anni di differenza non le aiuta: mi pare di capire che siano tutte e tre al college, cosa che inevitabilmente appiattisce ed uniforma lo sviluppo dei personaggi. Le quattro originali, invece, erano rispettivamente impiegata in una casa d’aste, uno chef, una studentessa poi giornalista, un’assistente sociale. Contribuivano alla storia fornendo un background variegato, perché variegate erano le vicende che emergevano singolarmente.
Per quanto riguarda la personalità, Melanie e Maggie caratterialmente sembrano molto simili. Entrambe testarde e ferme nelle loro convinzioni, giusto una più pusillanime rispetto all’altra. Macy, al contrario, è ancora indefinita. La stanghetta della sua caratterizzazione è, e non esagero, allo stato dell’arte ferma decisamente sullo zero.
Mi domando allora come possano Grazia, Graziella e Graziaarcazzo pretendere di rappresentare per le nuove generazioni quello che Prue, Piper, Phoebe e Paige sono state per noialtri vecchi. Ma con che coraggio hanno osato anche solo pensarlo? Specie con la concorrenza che si trovano ad affrontare.
E se queste sono le premesse, con le redini poste in mano a questi tre helicobacter pylori, si potrà mai eguagliare l’epicità della storia tra Piper e Leo, o il tormento di quella tra Phoebe e Cole, o il dolore di quando, tra la terza e la quarta stagione, il Trio diviene un Duo? 
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[Paige, giustamente, di fronte a questo scempio suggerisce di ricorrere alla violenza]
L’unico personaggio che è riuscito a destare in me un vago interesse è stato l’Angelo Bianco Harry. Vuoi perché Rupert Evans è un attore migliore di tutte le altre tre messe assieme (a me piace dai tempi di Agora, e ancora mi chiedo come - da The Man In The High Castle - possa essersi trovato qua in mezzo), vuoi perché l’episodio si è chiuso con una nota ambigua nei suoi confronti, per quanto mi riguarda è l’unica cosa che si è salvata.
Altro problema del pilota è stato che, nel giro di appena quaranta minuti, succede TUTTO senza però che venga approfondito NIENTE.
Muore la matriarca in circostanze misteriose;
Una sorella di padre diverso si presenta alla porta dal nulla e nel giro di due decimi di secondo le tre diventano una famiglia (quanto ci ha impiegato Piper ad accettare Paige? Eh? Ma quanto ci impiegherebbe qualsiasi persona ad accettare l’arrivo di una sorellastra di cui ignorava l’esistenza? Sospensione dell’incredulità un cazzo: questa è solo pigrizia in fase di sceneggiatura, perché c’era materiale per una solida trama orizzontale);
Scoprono di avere i poteri
Melanie viene mollata (fuori campo!) dalla ragazza, e ritorna insieme a detta ragazza otto secondi più tardi (trama orizzontale? Cos’è, si mangia?)
Arriva l’Angelo Bianco;
Si illustra il compito delle prescelte;
Dopo una titubanza solo proforma, decidono di abbracciare il loro destino;
Viene sconfitto un demone buttato lì totalmente a caso (col bicarbonato. Sic e sigh);
Viene sconfitto un altro demone (con un incantesimo in latino. Sigh di nuovo. Ma quando mai le Halliwell hanno usato incantesimi in latino? E soprattuto, americani, perché vi ostinate, che tanto non lo sapete pronunciare?);
Viene accennato il fatto che la fine del mondo è prossima (o qualcosa del genere, onestamente non stavo più manco a sentire);
Viene instillato il dubbio che Harry possa essere cattivo.
Mancava giusto la dichiarazione di guerra alla Francia e avevamo fatto l’en plein.
Ora, dicevo che questo aborto reboot, ancora prima della messa in onda, si è incautamente posto in competizione con la serie originale, così inimicandosi buona fetta dei fan fedelissimi, cioè un vasto bacino di pubblico potenziale.
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[La reazione dei fan]
È stato infatti il network stesso a promuoverlo, e cito, come “un reboot intenso, divertente e femminista della serie originale”.
Fermi tutti. Fatemi capire.
Si vuol forse insinuare che la serie originale non fosse intensa, divertente e femminista?
Mi state davvero dicendo che un telefilm che vedeva per la prima volta tre protagoniste donne, le quali combattevano il male e intanto si realizzavano anche professionalmente, non fosse femminista? Ohibò, devo essermi persa il memo.
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[I conti non tornano nemmeno a Piper]
A ben vedere, il problema di questo reboot è proprio il suo (auto)decantato ed arrogante approccio al femminismo. Secondo me, infatti, lo affronta in maniera completamente sbagliata perché, tanto per cominciare, canna del tutto una regola fondamentale della scrittura creativa: mostrare, non raccontare (show, don’t tell).
Per prima cosa, è stato il reparto marketing del canale a dire che si tratti di uno show femminista. Se permettete, è compito dello spettatore giudicarlo. Aspetta che qualcosa gli venga mostrato (ma in questo caso fa prima ad arrivare Godot) e su quelle basi decide se corrisponda o no ad un tema, ad un’idea, ad un concetto astratto. Di certo non può (e nemmeno dovrebbe) basarsi solo sulla parola di qualcuno il cui unico compito è quello di vendere un prodotto.
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[Anche le sorelle Halliwell giudicano. Oh, se giudicano]
In secondo luogo, anziché farci vedere le protagoniste alle prese personalmente con il sessismo, tipo Peggy Carter (cosa che avrebbe permesso di creare un legame tra personaggi e pubblico, il quale avrebbe provato empatia - altra regola fondamentale della scrittura creativa), il reboot sembra voglia prendere la strada più facile: ce lo racconta (e pure male). Così abbiamo semplicemente Melanie che se ne va in giro per il college ad affiggere manifesti, a battibeccare con un altro studente, e a buttare lì una frase sul consenso (sacrosanta, per carità) durante la festa di una confraternita. Capirai che roba. Avanguardia pura.
Nell’episodio 7x02 di Streghe è sorto il problema dell’allattamento al seno in pubblico. Perché è stato affrontato in maniera più efficace di quanto abbia fatto il reboot sui temi che questo si è proposto? Perché la questione ha riguardato direttamente e personalmente Piper. Non una tizia a caso, ma un personaggio principale che gli spettatori conoscevano e amavano. Il trattamento discriminatorio da lei subito (un cameriere si è rifiutato di servirla) viene percepito dal pubblico come un’ingiustizia perpetrata nei confronti del pubblico stesso. Lo spettatore si sente coinvolto nella vicenda, come se fosse capitata a lui (meglio dire lei, in questo caso) personalmente.
Reboot, abbi coraggio e fammi vedere Melanie discriminata perché donna, fammi vedere che guadagna meno, a parità di lavoro, di un collega uomo, fammi sentire la sua sofferenza come se fosse la mia sofferenza, e allora ne possiamo parlare.
Non basta avere un personaggio che appiccica un volantino per far apprezzare la (supposta) componente femminista dello show (o per dimostrare che quello show sia femminista sul serio). È anche necessario che quel personaggio faccia concretamente qualcosa. Il problema è che questa Melanie sembra, di primo acchito, il classico social justice warrior: una di quelle persone che, di fronte ad una barriera architettonica, anziché rimboccarsi le maniche e costruire una rampa per disabili, si mette ad insultare chi possiede due gambe funzionanti.
Il pilota affronta (oddio, “affronta”: cita vagamente, toh) il tema delle molestie alle studentesse da parte di un professore universitario e i movimenti Time’s Up e #MeToo (di cui, tra l’altro, Alyssa Milano e Rose McGowan, cioè Phoebe e Paige, hanno avuto un ruolo centrale).
Temo, però, che questa scelta narrativa si stata fatta al solo scopo di poter dire “Ehi, guardateci, guardate quanto siamo attuali! Guardate quanto stiamo sul pezzo!”, perché credo che manchino proprio le capacità di base per sviscerare l’argomento in maniera seria e approfondita (o anche solo - almeno -artisticamente interessante).
Dicevo che Charmed 2.0. non solo non mostra, ma racconta anche male.
Di recente Timeless (serie gioiello prematuramente cancellata), nell’episodio 2x07, ha fatto un salto nella New York del 1919 e ci ha fatto vedere le proteste delle donne che reclamavano il diritto di voto.
Ad Alice Paul prima (fu alla guida del movimento suffragista) e Grace Humiston poi (avvocato e investigatrice) gli autori hanno messo in bocca queste parole:
“Signor Presidente! Signor Presidente! Mi rivolgo a coloro tra voi che credono che le donne non riusciranno, non potranno e non dovrebbero farcela. Non riuscirete a farci tacere e non vi permetteremo di ignorarci! È scritto "Noi, il Popolo", e non "Noi, i cittadini maschi e bianchi". Parla di tutto il Popolo, quello che ha costruito questa Nazione! È arrivato il momento di concedere il diritto di voto alle donne!”
“Quando restiamo in silenzio, siamo da biasimare tanto quanto quelli contro cui lottiamo. E lottare è ciò che dobbiamo fare! Per quanto tempo gli uomini possono aspettarsi che le loro sorelle, le loro madri, le loro mogli, le loro figlie debbano esigere... debbano accettare meno... di quanto la giustizia richiede? Il suffragio femminile è inevitabile. È arrivato il momento di permettere alle donne, a tutte le donne, di avere la voce che tutte noi ci meritiamo così grandemente!”
A Melanie, invece, gli sceneggiatori di Charmed hanno fatto soltanto starnazzare “Crediamo alle donne”.
Allora mi chiedo
ma de che cacchio stamo a parlà? Ma cosa mi dovrebbe rimanere? Ma vi fa così schifo metterci un minimo di impegno? Ho capito che mirate ad un target (più) giovane dell’originale, ma credo che perfino un quattrenne di un asilo di Sondrio potrebbe giudicare quella scrittura eccessivamente sciapa e annacquata. 
Il reboot, insomma, pare non voler fare altro che planare dall’alto con una superficialità imbarazzante (ma millantando il contrario) su un argomento cardine di questi anni che avrebbe tanto da dire e ancora di più da insegnare.
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[Ciaone: le uniche vere prescelte si lasciano alle spalle questo abominio]
Ora, giunta in dirittura d’arrivo, una cosa mi preme chiarire: il mio non è un giudizio affrettato. A chi potrebbe obiettare che “Eh, ma hai visto un solo episodio, dagli tempo, vedi se migliora” contro-obietto che il compito del pilota è quello di vendere allo spettatore un prodotto nuovo. Deve dargli una panoramica di quello che vuole trattare la serie, e convincerlo a sintonizzarsi la settimana successiva per il secondo. Deve saper essere così irresistibile da costringere lo spettatore a rinunciare a guardare un’altra serie che va in onda su un altro canale, e guardare qualcos’altro.
L’unica cosa che questo pilota mi ha convinto ad acquistare, è stato il Maalox.
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libero-de-mente · 6 years
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Post lungo sullo Ius Soli per fare "Pulizia Kontatti !!1!!!1!"
Io sono uno Ius Solo, in una società di Ius Sole a riguardo dello Ius Soli. “Perché non ti esprimi sullo Ius Soli?”, mi hanno chiesto. “Semplice”, ho sempre risposto, “ non frega a nessuno del mio pensiero.
Oltre al fatto che non voglio invischiarmi in diatribe qui nei social, su un argomento che ha mille sfumature e risvolti. Sai quanti insulti mi prenderei?”.
Ed è proprio qui che mi è scattata la scintilla: perdere contatti. Una “Pulizia Kontatti!!1!!!” al contrario, senza fatica e indolore… farebbero tutto gli altri. Diabolico.
Parto da un mio concetto personale: la questione Ius Soli non dovrebbe per nulla essere una questione, un problema, un pericolo o un atto di civiltà.
Sono dell’idea che quando una comunità deve ricorrere ad una legge per tutelare persone che arrivano nella comunità stessa, è un’idea che parte da un fallimento culturale.
Un fallimento che sta dalla parte di chi ospita e sia dalla parte di chi viene ospitato.Io penso che il problema, facendo riferimento alla nostra Nazione, non siano i cittadini onesti come non lo siano i migranti onesti che sperano di cambiare la loro miserrima vita in qualcosa di più vicino a quanto sia la nostra.Le nostre Televisioni hanno inondato via etere le nostre trasmissioni piene di stereotipi del benessere e del bel paese, in Nazioni extraeuropee dove la fame, la miseria e dei regimi totalitari (o delle multinazionali) avevano ridotto ai minimi termini le vite di questi esseri umani. Invogliando migliaia di persone a puntare a quella vita, il nostro stile di vita. Chi sono allora i cattivi? Semplice: i politici che fanno male il loro mestiere, i cittadini italiani disonesti che approfittano di queste persone per sfruttare e lucrare, gli stessi migranti disonesti che scappano da leggi dure dei propri paesi di provenienza per trovare il Paese dei Balocchi qui da noi per fare tutto quello che da loro non si può fare: pena "ti spiezzo in due".
E solo questi aspetti negativi vediamo, quindi il tutto diventa un argomento negativo. Cominciamo da un coming out: io leggo, ascolto e cerco di capire quelli di sinistra.  È un mio modus operandi che da qualche anno (vuoi la maturità o demenza senile) metto in pratica dopo aver ascoltato e frequentato la destra, che mi ha portato a comprendere che delle due fazioni nessuna ha la ragione assoluta.
Che ci sono intellettuali in entrambi gli schieramenti come anche gli ameba senza speranza. E che ci crediate o no non vi immaginate quante cose in comune hanno la sinistra e la destra, sia nel bene che nel male.
Ma tutto questo astio e guerriglia urbana e sociale si propaga sempre per un motivo. Questo va bene a chi dalla divisione di un popolo ne trae profitto.lo Ius Soli ha molto più senso dello Ius Sanguinis: non si può dire che un americano che vive in America ed è totalmente immerso nella cultura americana ma ha i bisnonni italiani è più italiano di bambino figlio di immigrati nato e cresciuto in Italia, me se ci si fermasse qui tutto dovrebbe essere chiaro.Invece.
Nel 2016 oltre 180mila stranieri sono diventati italiani, di questi circa 95mila è al di sotto dei 30 anni; di questi ultimi circa 61mila sono nati in Italia. In totale, tra il 2012 e il 2016, oltre 541mila cittadini provenienti da paesi fuori dall'Unione europea sono diventati italiani. Tutto questo senza Ius Soli.
Il provvedimento sullo Ius Soli presentato come rivoluzionario puzza di demagogia. Inutile demagogia. Persino Saviano (paraculo) l'ha detto.
Non a caso è stato calendarizzato in fretta e furia (la lettura precedente alla Camera dei Deputati era di 18 mesi fa) dopo il risultato delle amministrative che ha visto fuori il M5S da quasi tutti i ballottaggi.
Come a dire: “Facciamo qualcosa di sinistra per riprendere quella parte di voti dall'elettorato grillino.
Qualora il M5S fosse entrato nei ballottaggi al posto dello Ius Soli adesso ci sarebbe in discussione la proposta Richetti sull'abolizione dei vitalizi? Pensateci.
La politica continua a guardare all’immigrato come ad un trofeo da esibire, tentando di regalargli cittadinanze facili a cui non seguirà mai un’evoluzione vera della sua condizione sociale e personale.
Oppure da fermare come se fosse un invasore armato di cattive intenzioni.
Tutto questo non sfiorerebbe le menti della stragrande maggioranza degli italiani se ci fossero Leggi severe e giuste, applicate con severità e senza leggerezze. Avremmo un significativo ridimensionamento dell’Italia fuorilegge (in tutti i settori: dalla strada agli uffici direzionali che contano), quindi chi arriva in Italia ha poche possibilità di trovare il Paese dei Balocchi, o di trovare un posto di lavoro fisso nell’azienda Malavita S.p.A.
Altro aspetto che mi spaventa è il pensare ai ricongiungimenti a pioggia che ne deriverebbero, facili e veloci. Ma stiamo scherzando? C’è un lavoro molto più profondo da fare prima di accogliere: la cultura.
Chi arriva come ospite deve sapere dove va, la storia, le usanze, la religione e le leggi. Che sono da rispettare, non prevaricare. Così come chi ospita deve sapere la storia, la cultura, le usanze e le religioni di chi arriva.
Rispettandoli ed aiutandoli a non essere prevaricati.E questa cambio culturale si deve avere non solo sul nostro suolo, ma anche dalle terre da dove provengono.Il problema terrorismo? Dai…. Problema…. Sono sicuro che se davvero lo si vorrebbe tutte le coalizioni unite smantellerebbero queste teste di cazzo in pochi anni, a me sembra che la volontà di arrivare fino in fondo non ci sia, tenere questo spettro su di noi serve a qualcuno.
Non più muri divisori ai confini, poi ti ritrovi quei pezzi di muro sparsi tra le vie e le piazze delle nostre città per evitare che qualcuno investa famiglie innocenti. Siamo sicuri che noi siamo innocenti?
Niente controlli alle frontiere tutto libero in nome della libertà di un essere umano di muoversi, ma quei posti di controlli li ritrovi agli ingressi degli stadi, aeroporti, concerti musicali, eventi in generale per evitare che qualcuno si faccia esplodere in nome dell’ennesimo dio violento idolatrato da dall’essere umano.
Dei che hanno giustificato la morte dei miliardi di persone nella nostra storia. Una vergogna, il vero Dio ognuno lo ha dentro di se. Ascoltatelo. Se non lo sentite vuol dire che vi ha abbandonato, ergo siete utili come uno spillo nel culo.
Alcuni politici hanno fatto lo sciopero della fame per lo Ius Soli, gente con la pancia piena che per decenni, o anni, si è mangiata di tutto. In fagocitandosi una fortuna, quando moriranno il Mahatma Ghandi vi aspetterà per spiegarvi due cosine due su cosa vuol dire digiunare per una giusta causa. Ipocriti.
Si scandalizzano a sinistra che a destra gridano: “Prima gli italiani”, beh non possono certo dire che gli italiani se la passino poi così bene.  Se i governi che ci hanno “gestito” fino ad oggi ci avessero tutelato piuttosto che varare leggi ad personam, ad hoc, ad minchiam il tutto per salvare multinazionali, personaggi comodi e banche; lasciando invece morire le migliaia di piccole medie imprese. 
Non pensate che forse in una condizione di benessere e giustizia sociale migliore sarebbe stato molto più facile per noi italiani pensare: “Dai, hanno bisogno di un aiuto. Siamo un popolo generoso e li aiuteremo”. Vi immaginate il nuovo motto a destra? Dio, Patria e Assistenza…. 
Tanto anche loro a destra hanno tutti l’amante e la famiglia conta meno, la mantengono giusto per la domenica in chiesa, ve lo assicuro sono più libertini di quelli a sinistra. Ma quando vedi che l’aiuto predicato da sommi pontefici, alti prelati, insani portatori di abito talare, parlamentari, onorevoli disonorevoli e marmaglia politica al seguito si rivela un business per guadagnare, per tornaconto si rivelano solo un modo per creare disagi e creare intolleranza.
Che le prediche di questi personaggi tali rimangono perché poi sono gli italiani di buon senso e valori che li aiutano concretamente, quindi tutto questo fa girare non poco gli zebedei ed aumentare la rabbia. Quindi nasce l’intolleranza, a cui i razzisti si aggregano cavalcando l’onda, dove chi è antagonista per antonomasia si sente in dovere di contrastare questi sentimenti senza un minimo di ragionamento ma per “partito” preso (dove ve lo risparmio), dando così il via ad una spirale di rabbia, aggressività, violenza dove spesso molti migranti vengono coinvolti dando anche loro il contributo tirando fuori quanto di più brutto la loro cultura dell’ignoranza ha insegnato: la violenza. Una cultura quella dell’ignoranza che sta galoppando anche tra di noi, in modo esponenziale.
Ecco perché ho deciso di buttarmi sui gattini e sulle battute sulla patata. Due tipi di pelo che tirano di brutto e spesso… vanno di pari passo. In un Paese sano con giustizia sociale vera e giustizia penale severa, lo Ius Soli non sarebbe oggetto di discussione. Perché non ce ne sarebbe bisogno.
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