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#partiti elezioni europee 2024
lucasamandi · 1 month
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Europee 2024
Facciamo un gioco! È stato suggerito involontariamente dal podcast #NonHannoUnAmico che oggi ha parlato di elezoni europee e simboli dei partiti… e si tratta di fare un commento a fianco del simbolo! Perché? Beh… guardate i simboli! Fanno spaccare! Lo sapete che in Italia vince il più simpatico, no? 😆 Vai col gioco! ⬇️ 1. La libertà in Cateno. Che dire? I cerchietti sembrano tanti brufoli sul…
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finnianson · 3 months
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Europee 2024 senza speranza ( oppure no?)
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In seguito agli emendamenti Meloni alla legge elettorale, ci apprestiamo ad assistere a una tornata elettorale europea quasi del tutto priva di partiti extraparlamentari.
L'unico soggetto esentato dalla raccolta firme risulta essere al momento "Sud chiama Nord" che alleatosi con Roberto Castelli ha presentato la lista "Libertà".
La lista "Insieme Liberi" si dice speranzosa di riuscire a raccogliere le 150.000 firme anche se non dispone di un grande numero di attivisti .
Per quanto riguarda invece Democrazia Sovrana e Popolare e il blocco Santoro\Unione Popolare i giochi sembrano ormai essere fatti.
Per DSP è un grandissimo fallimento avendo allontanato una grande quantità di attivisti a causa della gestione del partito basata sul verticismo, sul controllo e sul carisma dei leader.
Per quanto riguarda Santoro, contava su Rifondazione per poter ottenere l'esenzione ma essa è sfumata a causa dei decreti Meloni.
DeMagistris si è dimesso dalla presidenza di UP,
Potere al popolo e Rifondazione non avendo preparato l'organizzazione della raccolta firme hanno accumulato un ritardo che appare ora irrecuperabile e che li pone automaticamente fuorigioco.
I partiti extraparlamentari sembrano sempre di più inadeguati come strumenti a disposizione del popolo per ottenere visibilità politica e rappresentanza. Il momento elettorale sembra pertanto perdere sempre più importanza, anche in virtù del fatto che il parlamento non è più un luogo in cui vengono prese decisioni fondamentali.
Di fronte all'ostracismo messo in atto dalle istituzioni i partiti extraparlamentari troverebbero forse maggiore utilità nel perseguire obiettivi politici e sociali alla loro portata , come ad esempio la creazione di reti di solidarietà per la creazione di senso di comunità, per non lasciare da sole le persone durante il periodo sempre più cupo che stiamo attraversando.
COLPO DI SCENA
Per oscuri motivi il governo ha dimezzato il totale delle firme richieste per partecipare alle elezioni europee.
Forse per favorire la discesa in campo di Santoro? Chi può saperlo. È comunque, indubbiamente, una buona notizia.
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salvo-love · 12 days
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ELEZIONI EUROPEE 2024: SCEGLI i DIFENSORI della VITA !
Gentile elettore ed elettrice,
ci stiamo rapidamente avvicinando alle elezioni europee che si terranno l’8 e il 9 giugno.
Oggi insieme a te intendo vedere da vicino quali sono i criteri che devono ispirare la scelta di chi, come me e te, crede al primato dei principi non negoziabili (vita, famiglia, libertà educativa).
Ti ricordo che attraverso la difesa e la promozione dei principi non negoziabili non si fa altro che difendere e promuovere la stessa dignità umana.
“Questi principi non sono verità di fede anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede. – ricordava Benedetto XVI nel marzo 2006 – Essi sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa”.
Ebbene, sulla base di quanto hai appena letto, mi sono chiesto quali formazioni politiche intendono riaffermare e garantire la difesa dei principi non negoziabili.
Ho deciso allora di consultare i programmi dei principali movimenti e partiti politici che si presenteranno alle prossime elezioni di giugno (che puoi consultare qui▶️ https://pagellapolitica.it/articoli/programmi-partiti-italiani-elezioni-europee-2024?utm_source=newslettergvv&utm_medium=email&utm_campaign=24VD338 ). https://pagellapolitica.it/articoli/programmi-partiti-italiani-elezioni-europee-2024?utm_source=newslettergvv&utm_medium=email&utm_campaign=24VD338
Ecco allora che te li presento in una rapida carrellata:
- Fratelli d’Italia, in apertura del suo programma, scrive che intende difendere l’identità dei popoli e delle Nazioni europee e le radici culturali dell’Europa, incarnate “dalle nostre radici classiche e giudaico-cristiane”.Al tema della natalità viene dedicato un apposito punto del programma (n. 5), indicando “nella crescita demografica la chiave del futuro”. Si propone inoltre di investire “una significativa parte del bilancio europeo per finanziare le politiche di supporto alla famiglia e alla natalità intraprese dagli Stati membri”.
- La Lega propone la “storica battaglia” volta a riaffermare “l’importanza delle (…) radici giudaico-cristiane” dell’Europa e si impegna a contrastare i tentativi dell’ideologia “woke” e del fanatismo religioso (il riferimento implicito è alla religione islamica), di cancellare “i valori storici e culturali dei popoli europei”.
- Forza Italia in apertura rivendica “le (…) radici giudaico-cristiane e liberali” dell’Europa. Dedica a famiglia e natalità un apposito punto del programma (n. 9). A proposito della prima, Forza Italia sottolinea come sia “al centro della nostra politica’’ e che intende offrire “le condizioni migliori per la creazione di una famiglia”. Per quanto riguarda il tema della natalità, il partito fondato da Silvio Berlusconi vuole “includere la natalità tra gli obiettivi di policy della prossima programmazione dei fondi europei”. In particolar modo, “tutte le risorse distribuite agli Stati membri dovranno sostenere anche le famiglie e la maternità”.
- Nel programma di Azione di Carlo Calenda (che racchiude al suo interno altre 8 formazioni politiche) non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Si fa esclusivamente cenno ai temi rappresentati dalla denatalità e dall’invecchiamento della popolazione, proponendo di arginare il fenomeno attraverso “l’unica leva su cui l’Unione può fare affidamento”: l’immigrazione lavorativa, “ovvero attrarre forza lavoro da paesi extraeuropei”.
- Nel programma di Stati Uniti d’Europa, la lista che comprende Italia Viva di Matteo Renzi e Più Europa di Emma Bonino oltre ad altre 4 formazioni politiche, non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Si sottolinea, invece, il fatto che “nell’Unione europea tutte e tutti devono essere liberi di costruire la vita a cui aspirano, indipendentemente da chi amano…”. Si legge, inoltre: “ci batteremo perché nella UE nessuno metta in discussione i diritti acquisiti nel campo delle libertà individuali. Particolare attenzione andrà riservata ai diritti dei minori, che non possono essere messi in discussione dall’inerzia legislativa di alcuni Stati; nessun bambino dovrà mai essere discriminato sulla base della famiglia di appartenenza. Riteniamo inoltre necessario ripensare le strategie di contrasto al traffico illegale di stupefacenti attraverso un lavoro di comparazione tra le legislazioni più moderne adottate dai diversi Paesi, a partire da quelli europei” (n. 6).
- Nel programma del Partito Democratico non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Al paragrafo “Per un’Europa femminista” si legge: “Vogliamo un’Europa (…) dove le ragazze e i ragazzi siano informati sui propri diritti, sui propri corpi e sulle proprie relazioni. Dove i prodotti per il ciclo mestruale e i contraccettivi siano liberamente disponibili. Dove gli individui possano definire liberamente la propria sessualità, il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere. (…)” E ancora: “vogliamo un’Europa che riconosca tutte le famiglie, incluse le famiglie monoparentali e omogenitoriali, come comunità ed unioni di affetti”.
- Nel programma di Alleanza Verdi e Sinistra non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Al paragrafo “l’Europa dei diritti e delle libertà civili”, si legge che è necessario “garantire l’uguaglianza per le persone LGBTQIA+, in particolare attraverso il riconoscimento reciproco dei diritti e doveri familiari anche in materia di tutela dei figli”, oltre alla “parità di diritti per le coppie dello stesso sesso uniformando la legislazione su unioni civili, matrimonio, adozione e filiazione”. Come hai potuto leggere anche tu, le forze politiche di centro-destra dedicano un’attenzione più o meno omogenea alla difesa ed alla promozione della famiglia e della natalità, anche se è necessario rimarcare il fatto che nessuno di loro dedichi specifici passaggi al delicato tema educativo.
E, dicendocela tutta, in fondo poteva essere fatto uno sforzo ben maggiore.
Viceversa, se ci si sposta dal centro dello schieramento politico verso sinistra, si passa rapidamente dall’assoluto silenzio al totale disinteresse (se non di negazione implicita) verso i temi della vita e della famiglia.
Bisogna anche non sottovalutare un aspetto che rischia facilmente di finire in secondo piano. Il programma di una formazione politica ha infatti probabilità di essere impattante in Europa se il gruppo parlamentare nel quale siede è affidabile.
Tanto per fare un esempio, il Partito Popolare Europeo, di cui fa parte Forza Italia, e che controlla con il Partito Socialista Europeo l’attuale Commissione, ha parzialmente votato a favore dell’inclusione dell’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Oltre a questa dinamica, è necessario infine ricordare che alle elezioni europee possono essere espresse 3 preferenze (di cui una donna o un uomo).
È quindi auspicabile che tu scelga bene quale candidato votare sulla base di ciò che pensa in ordine a vita, famiglia e libertà educativa.
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what-u-com · 4 hours
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#elezionieuropee #europeanelections2024
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unita2org · 6 hours
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ELEZIONI EUROPEE 2024. HA VOTATO MENO DEL 50% E FESTEGGIANO?
di Redazione La maggioranza delle persone oltre il 50% ha girato le spalle a questi partiti. Lo spartiacque è stata la guerra. Se calcoliamo che sono stati votati i partiti che sono contrari alla guerra in Ucraina e in Palestina e li uniamo a quelli che non hanno votato il risultato è un NO ALLA GUERRA chiaro e forte. La più punita, oltre alla Germania, dei finti socialisti alla Scholtz, è stata…
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Elezioni europee 2024: chi ha vinto e chi ha perso
Elezioni europee 2024: chi ha vinto e chi ha perso? Il dato generale per l'intera Europa è il successo delle destre sia moderate che estreme. Anche in Italia Fratelli d'Italia raggiunge il primato ma crescono anche i partiti di sinistra. Ridimensionati i Cinque Stelle. In Italia ha votato alle Europee il 49,7% degli aventi diritto. Elezioni europee 2024: i risultati in Italia In Italia il partito più votato è Fratelli d'Italia che ottiene il 28,81% delle preferenze. Per il partito di Giorgia Meloni rappresenta un successo anche maggiore rispetto alle ultime elezioni amministrative. Secondo partito più votato è il PD con 24,02%. Per il maggior partito di sinistra in Italia, il dato rappresenta una forte crescita a livello nazionale. Terzo posto per il Movimento 5 Stelle che incassa il 9,9%. Un risultato, questo, che rappresenta un ridimensionamento per il partito guidato da Giuseppe Conte. Segue, al 9,7%, Forza Italia impegnato nel suo primo appuntamento elettorale in Europa dalla morte di Silvio Berlusconi. Incassa il 9,1% delle preferenze la Lega di Salvini. Buono il risultato anche per Alleanza Verdi e Sinistra che raccoglie il 6,6% delle preferenze. Non ce la fanno Stati Uniti d'Europa che incassa solo il 3,7% dei voti, Azione - Siamo Europei che si attesta sul 3,3%, Pace Terra e Dignità che arriva al 2,2%, Libertà con 1,2%, Sudtiroler Volspartei SVP (0,5%), Alternativa popolare (0,4%), Democrazia Sovrana Popolare (0,1%), Partito Animalista - Italexit Per L'Italia (0,1%) e Rassemlement Valdotain (0,1%). I risultati in Europa Parlavamo di ascesa delle destre un po' in tutta Europa. Il caso più eclatante è rappresentato dalla Francia dove Rassemblement National, il partito di estrema destra guidato da Marie Le Pen ha ottenuto circa il 32% delle preferenze. Renaissance, il partito guidato dal presidente Emmanuel Macron, ha raggiunto solo il 15% dei voti. A seguito di questo risultato, Macron ha dichiarato che scioglierà il parlamento per indire, tra il 30 giugno e il 7 luglio, nuove elezioni. L'ultradestra sale anche in Germania. Il Cdu-Csu, il partito che rappresenta il centro destra, è il più votato con il 30% delle preferenze. Afd, partito di estrema destra, arriva secondo con il 15,6% dei voti. Guadagna solo il terzo posto l'SPD di Olaf Scholz con il 14% delle preferenze. Scenario simile anche in Austria dove l'Fpo, partito di estrema destra, ha ottenuto il 25,7% dei voti arrivando in testa per la prima volta in una tornata elettorale nazionale. In Spagna il partito più votato è il PP con 32,4% dei voti mentre il Psoe ha ottenuto circa il 30% delle preferenze. 10% per Vox e 6,3% per Sumar. In Polonia Po, il partito di Donald Tusk è in testa con il 38,2% delle preferenze. Al secondo posto si attesta il Pis che il 33% dei voti. Chi ritroveremo al Parlamento europeo In attesa di conoscere in via definitiva la ripartizione dei seggi tra i vari Paesi possiamo dire quali saranno i nomi più conosciuti a sedere al parlamento europeo. Cecilia Strada, Lucia Annunziata, Stefano Bonaccini e Dario Nardella sono alcuni dei nomi più noti tra gli eletti nelle fila del PD. Roberto Vannacci rappresenterà l'Italia per la Lega di Salvini. Pasquale Tridico, ex presidente dell'Inps, è stato eletto per il Movimento 5 Stelle. Per Avs siederanno in parlamento, tra gli altri, Ilaria Salis, attualmente agli arresti domiciliari in Ungheria, e Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace. In copertina Foto di Greg Montani da Pixabay Read the full article
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paoloferrario · 5 days
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Il funzionamento dell'Unione Europea, i programmi dei candidati, articolo di Daniele Erler, in Domani, 3 giugno 2024, pagina 4
Il funzionamento dell’Unione europea si basa su trattati e strumenti politici che sono stati definiti e cambiati nel tempo. Nei programmi dei vari candidati ci sono idee per riformarli: ecco come letto in edizione cartacea, leggi in: Elezioni europee, così i partiti vogliono cambiare i trattati Ue e le “regole del…
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realnews20 · 6 days
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La composizione delle liste elettorali per le europee riflette sempre le volontà dei leader che le decidono. Negli anni si è sempre più consolidata la tendenza a riservare un certo spazio e una certa visibilità a personaggi esterni ai partiti: un tempo si chiamavano indipendenti, oggi ci si riferisce a loro perlopiù come civici. Sono persone non iscritte ad alcun partito ma il cui profilo viene ritenuto in sintonia con alcune sensibilità o alcune battaglie politiche: candidandoli, dunque, i leader sperano di allargare il proprio consenso pescando in un elettorato più ampio, quello che appunto si riconosce nel candidato indipendente. Non è un fenomeno nuovo. Già nel 1979, alle prime elezioni per il Parlamento Europeo, la Democrazia Cristiana candidò e fece eleggere il giornalista aquilano Angelo Narducci, che fino a quel momento non aveva mai fatto politica; cinque anni dopo, il Partito Comunista Italiano inserì nelle sue liste lo scrittore Alberto Moravia, che fu europarlamentare per l’intera legislatura, e nel 1984 come indipendente nel PCI fu candidato ed eletto il politologo francese Maurice Duverger. Se all’inizio i partiti sceglievano soprattutto intellettuali considerati ideologicamente affini, col tempo la ricerca esasperata del consenso in un contesto di progressiva disaffezione alle ideologie ha portato i leader a candidare piuttosto personaggi dello spettacolo o dello sport, soprattutto a partire dalle europee del 1994. Quell’anno, la neonata Forza Italia candidò l’ex calciatore della Juventus Giampiero Boniperti e la cantante Ombretta Colli. Il Partito dei Democratici di Sinistra (PDS) candidò invece, tra gli altri, l’attore Enrico Montesano. Negli anni seguenti, altri sportivi e personaggi dello spettacolo (come la sciatrice Manuela Di Centa o la cantante Iva Zanicchi) vennero poi candidati dai partiti di Silvio Berlusconi; a sinistra, invece, sono andati per la maggiore giornalisti e conduttori televisivi (Corrado Augias nel 1994, Michele Santoro e Lilli Gruber nel 2004), un’abitudine che dura ancora oggi. Anche a questo giro se ne vedono tanti di candidati di questo genere nelle liste elettorali. Qui di seguito ne abbiamo raccolti alcuni tra quelli da tenere d’occhio, citando anche candidati che “esterni” non sono, ma che comunque hanno buone probabilità di risultare eletti. Salvini punta tutto su VannacciAnche quest’anno, la presenza di candidati esterni è rilevante in vari partiti. Quello che sta avendo maggiore visibilità è Roberto Vannacci, generale dell’Esercito e autore di libri controversi pieni di tesi razziste e omofobe, candidato dalla Lega in tutte e cinque le circoscrizioni elettorali in cui si suddivide il territorio italiano per le europee. Il leader della Lega Matteo Salvini alla presentazione del suo libro insieme al generale Roberto Vannacci, il 30 aprile 2024 (Alessandra Tarantino/LaPresse) La scelta di Matteo Salvini ha generato molti malumori tra i dirigenti della Lega: i presidenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, hanno detto che sosterranno candidati “del territorio”; analogamente, il capogruppo alla Camera e il vicepresidente del Senato, Riccardo Molinari e Gian Marco Centinaio, hanno lamentato una mancanza di rispetto per i militanti storici del partito oscurati da Vannacci. Anche Giancarlo Giorgetti ha manifestato il suo fastidio, durante un comizio per la candidata Isabella Tovaglieri, varesotta come il ministro dell’Economia, che parlando in privato coi parlamentari a lui più vicini ha commentato la decisione di candidare il generale con parole molto aspre. Per Salvini, però, la scelta di Vannacci si spiega con alcuni sondaggi svolti nelle passate settimane, secondo cui il generale risulterebbe molto attrattivo per l’elettorato più radicale di destra e sovranista, e garantirebbe alla Lega fino a due punti percentuali in più: il che sarebbe decisivo per raggiungere quella soglia minima dell’8-9 per cento (in linea con le politiche del 2022) che metterebbe al riparo la leadership di Salvini dalle contestazioni interne.
– Leggi anche: Il gruppo europeo della Lega è in rotta Poi ci sarà il problema del seggio da attribuire a Vannacci: essendo candidato in tutte e cinque le circoscrizioni, se eletto in più di una dovrà poi scegliere il suo collegio di riferimento. È una scelta non banale, perché la sua rinuncia consentirebbe l’elezione automatica del primo dei non eletti. Anche se decisioni definitive non sono state ancora prese, l’orientamento prevalente tra i collaboratori di Salvini è verso la circoscrizione Nordovest, essendo l’unica dove la Lega può concretamente sperare di eleggere tre europarlamentari. Oltre a Vannacci, in quel caso, i più accreditati sarebbero Silvia Sardone, europarlamentare leghista uscente con un passato in Forza Italia, e Angelo Ciocca, europarlamentare dal 2016. Noto soprattutto per le sue pittoresche e sbracate proteste contro le istituzioni europee, mesi fa Ciocca aveva duramente criticato Salvini («Il progetto di Matteo Salvini è fallito», aveva detto), cercando anche di costruirsi un rapporto di confidenza col giornalista Andrea Giambruno quando era ancora il compagno di Giorgia Meloni, e di entrare in Fratelli d’Italia. Riabilitato da Salvini, che conta molto sullo storico bacino di preferenze di Ciocca nella provincia di Pavia – già Umberto Bossi, molti anni fa, scherzava sui tanti «amici calabresi» di Ciocca a Pavia  – ora Ciocca si sta facendo notare per una campagna elettorale piuttosto folkloristica. Vota Lega e scrivi Ciocca! 💪🏻🔥😁 pic.twitter.com/cCefn48o3Q — Angelo Ciocca (@AngeloCiocca) May 22, 2024 Oltre alla riconferma in lista di alcuni europarlamentari uscenti a lui molto legati (il veronese Paolo Borchia, l’ossolano Alessandro Panza), Salvini ha deciso di candidare Aldo Patriciello, passato alla Lega nel febbraio scorso dopo una più che decennale carriera politica in Forza Italia e in altri partiti centristi moderati. Spesso critico nei confronti dell’approccio nazionalista di Salvini, finora ferocemente ostile al progetto dell’autonomia differenziata voluto dalla Lega (e da lui definito “la secessione dei ricchi”), Patriciello, europarlamentare da quattro legislature, è entrato in conflitto con Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, e ha deciso di ricandidarsi con la Lega nella circoscrizione Sud. Porta con sé le sue molte preferenze personali (83mila nel 2019, 115mila nel 2014, 114mila nel 2009), preziose per Salvini in un’area, quella del Mezzogiorno, dove la Lega è in forte crisi di consensi. I candidati di Alleanza Verdi e Sinistra che preoccupano il PDAnche Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), la coalizione guidata da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, ha deciso di candidare personaggi noti esterni alla politica. Una su tutti: Ilaria Salis, l’insegnante arrestata nel febbraio 2023 a Budapest con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra che partecipavano a una manifestazione d’ispirazione neonazista nella capitale ungherese, e finita al centro di una disputa politica e diplomatica. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein aveva cercato di convincere Salis ad accettare la candidatura nel suo partito, con la prospettiva di un’agevole elezione al Parlamento Europeo e il conseguente ottenimento dell’immunità che le avrebbe consentito di non essere più detenuta. Salis, che nel frattempo ha ottenuto gli arresti domiciliari a Budapest, ha invece scelto AVS, convinta in particolare da Fratoianni e da Ilaria Cucchi. La candidatura con questo partito è più rischiosa, visto che non è affatto scontato che la lista superi la soglia di sbarramento del 4 per cento alle elezioni, necessaria per eleggere europarlamentari. Ignazio Marino arriva in bici alla presentazione della sua candidatura con AVS, il 4 aprile 2024 (Mauro Scrobogna/LaPresse) Oltre che con motivazioni umanitarie, la scelta di Salis si spiega con la volontà di Bonelli e Fratoianni di mobilitare pezzi di elettorato disillusi: militanti di sinistra radicale, attivisti dei centri sociali, di associazioni femministe
e ambientaliste e, più in generale, tutto quel mondo di sinistra che non si riconosce nel PD, considerato troppo moderato su molti temi. Più o meno la stessa logica seguita nel candidare Ignazio Marino, ex sindaco di Roma eletto nel giugno del 2013 come espressione di una sinistra “movimentista” e poi costretto alle dimissioni due anni più tardi per via dei suoi contrasti col segretario del PD di allora, Matteo Renzi. – Leggi anche: I manifesti elettorali per le europee dicono molto di come stanno i partiti Il sistema di voto proporzionale alle europee del resto induce spesso i partiti a cercare consensi esasperando le differenze non con gli avversari, ma coi partiti più vicini, così da convincere gli elettori contesi, cioè in bilico tra partiti simili. In questo senso, è significativa anche la candidatura di Massimiliano Smeriglio: ex deputato di Rifondazione Comunista e poi esponente di Sinistra Ecologia Libertà, nel 2019 era stato eletto al Parlamento Europeo con il PD, anche in virtù di una sua vicinanza a Nicola Zingaretti. Dopo una lunga fase di conflitto col PD stesso, però, nel gennaio scorso ha lasciato il gruppo parlamentare di cui faceva parte e accettato poi la candidatura in AVS. L’equilibrismo del PD di SchleinDopo lunghe e faticose trattative con le correnti interne al suo partito, la segretaria del PD Schlein ha infine definito liste elettorali piuttosto equilibrate, in cui anche le minoranze interne hanno molta rappresentanza. E così, oltre alla riconferma di vari europarlamentari uscenti che pure non avevano sostenuto Schlein al congresso del PD (Brando Benifei, Irene Tinagli, Elisabetta Gulamini, Pina Picierno, Alessandra Moretti, tra gli altri), e oltre a garantire il posto di capolista nel Nordest a Stefano Bonaccini (il suo avversario alle primarie), Schlein ha dato molto spazio a sindaci di grandi città, anche a quelli non particolarmente in sintonia con la sua linea politica: Giorgio Gori di Bergamo, Dario Nardella di Firenze, Antonio Decaro di Bari e Matteo Ricci di Pesaro. La scelta di fare liste molto collegiali per Schlein ha una duplice logica: da un lato, poter sfruttare le tante preferenze che ex europarlamentari e amministratori locali in genere hanno e coinvolgerli dunque a pieno titolo nella campagna elettorale, così da poter sfruttare anche il loro consenso; dall’altro, evitare il rischio che un eventuale insuccesso elettorale del partito, cosa che succederebbe se il PD non andasse oltre il 20-21 per cento, possa venire attribuito solo a lei. – Leggi anche: Fare le liste elettorali del PD è sempre un’impresa Schlein ha comunque riservato posti importanti a candidati a lei più vicini, individuati perlopiù al di fuori del partito. È il caso di Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency Gino Strada, come capolista al Nordovest, e della giornalista Lucia Annunziata capolista al Sud. Poi ci sono anche Eleonora Evi, esponente dei Verdi che ha però litigato con Bonelli dopo la sua elezione alla Camera, e Jasmine Cristallo, animatrice del movimento delle “sardine”, nato nel 2019 come un’aggregazione delle opposizioni alla Lega di Salvini. Vecchie glorie e dispetti a SalviniIl tentativo di sottrarre voti e candidati ai propri alleati è evidente a sinistra, ma lo è ancora di più a destra. Abbiamo detto di Patriciello, storico dirigente molisano di Forza Italia andato con la Lega. Ma anche in Forza Italia ci sono due candidati che hanno una lunga storia nel partito di Salvini, e che sono stati scelti da Tajani proprio per togliere consensi dalla Lega al Nord. Flavio Tosi, ex sindaco di Verona e a lungo rivale interno di Salvini, eletto deputato con Forza Italia nel 2022, da mesi porta avanti una dura campagna contro Zaia in Veneto. Roberto Cota, ex presidente del Piemonte, aveva aderito a Forza Italia già nel 2020, ma restando sempre un po’ ai margini. Ora con la sua candidatura nel Nordovest Tajani spera di accaparrarsi molti voti in quella regione, a cui appartengono anche altri due personaggi
importanti messi in lista: Paolo Damilano, candidato sindaco di Torino nel 2021 e sconfitto da Stefano Lo Russo del PD, e Claudia Porchietto, storica dirigente locale di Forza Italia. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani e Letizia Moratti alla conferenza stampa di Forza Italia per le elezioni europee, il 23 Marzo 2024 (Marco Cremonesi/LaPresse) La candidatura su cui però Tajani punta di più al Nordovest è quella di Letizia Moratti, ex ministra che si candidò col Terzo Polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda alle ultime regionali in Lombardia del 2023, e che ha poi deciso di tornare in Forza Italia, il partito che l’aveva sostenuta già nella sua più fortunata esperienza da sindaca di Milano. Per Tajani, il ritorno di Moratti e la sua candidatura testimoniano la vitalità del partito, che in molti davano per spacciato dopo la morte di Silvio Berlusconi. Chi ha consuetudine con Moratti dice che lei non fa mistero di sperare in un suo incarico da ministra, magari in sostituzione di uno degli attuali membri di governo di Forza Italia, e che un ottimo risultato alle europee potrebbe aiutarla in questo intento. Come per Moratti, ma in un contesto molto diverso, è notevole anche il ritorno di Renata Polverini. L’ex presidente del Lazio era uscita dal partito di Berlusconi nel gennaio del 2021, quando aveva deciso di votare la fiducia al governo di Giuseppe Conte in dissenso dal suo gruppo. Vi era poi tornata pochi mesi dopo, ma alle politiche del 2022 non era stata ricandidata. Ora è in lista nella circoscrizione del Centro. Al Sud, Tajani confida in Fulvio Martusciello, suo fedelissimo, capodelegazione di Forza Italia a Bruxelles negli ultimi anni ed europarlamentare per due legislature. Nelle isole la capolista è Caterina Chinnici, figlia di Rocco Chinnici, capo del pool antimafia di Palermo ucciso da Cosa Nostra nel 1983. Era stata eletta col PD nel 2019, poi aderì a Forza Italia nell’aprile del 2023. Questioni di famiglieCi sono alcuni parenti di personaggi noti, nelle liste di Fratelli d’Italia. Uno è Giovanni Crosetto, nipote del ministro della Difesa Guido Crosetto, a cui alcuni dirigenti piemontesi del partito avevano chiesto di candidarsi. Nelle liste c’è invece il nipote, attuale capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio comunale di Torino. Oltre a lui c’è anche Alessandro Ciriani, sindaco di Pordenone dal 2016 e fratello di Luca, ministro per i Rapporti col parlamento. Nella stessa circoscrizione, Nordest, sono candidati anche il vicentino Sergio Berlato, europarlamentare per quattro legislature e animatore negli scorsi anni di campagne negazioniste e complottiste sul Covid, ed Elena Donazzan, più volte consigliera e assessora regionale veneta, che in passato si fece notare per alcune sue uscite nostalgiche del regime fascista. Marion Le Pen, dirigente del partito di estrema destra Reconquête, insieme al compagno Vincenzo Sofo, eletto al Parlamento Europeo nel 2019 con la Lega e ora ricandidato con Fratelli d’Italia (ANSA/CIRO FUSCO) Poi c’è Vincenzo Sofo, eletto cinque anni fa con la Lega e poi passato in Fratelli d’Italia nel giugno del 2021. Sofo è noto, tra l’altro, per essere il compagno di Marion Maréchal, nipote della leader del Rassemblement National Marine Le Pen. Maréchal è però una dirigente di Reconquête, il partito ancora più di destra guidato da Éric Zemmour, recentemente alleatosi con Fratelli d’Italia nel gruppo dei Conservatori e riformisti europei (ECR). Nelle liste di Fratelli d’Italia ci sono poi alcuni degli europarlamentari uscenti del partito, come Nicola Procaccini, uno dei giovani dirigenti più in vista, e Carlo Fidanza, capodelegazione del partito negli ultimi anni. La candidatura da tenere davvero d’occhio, però, è proprio quella di Giorgia Meloni, che ha deciso di candidarsi nonostante sia presidente del Consiglio e dunque non potrà accettare la sua elezione al Parlamento Europeo (l’unico precedente analogo è quello di Silvio Berlusconi). La sua scelta di candidarsi capolista in tutte le circoscrizioni
dimostra la sua intenzione di considerare il voto europeo come una sorta di test per verificare il gradimento suo e del suo governo. Sarà interessante osservare le differenze tra le sue preferenze e quelle che raccoglieranno Elly Schlein (che è candidata solo al Centro e nelle isole) e Antonio Tajani (capolista in quattro circoscrizioni, ma non candidato nelle isole). L’altro confronto da fare sarà con Matteo Salvini: nel 2019, da vicepresidente del Consiglio, candidandosi capolista ovunque ottenne circa 2,2 milioni di preferenze. Scelte diverse per Renzi e CalendaAlla fine Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno deciso di andare separati, dopo l’ennesimo litigio. Il primo guida le liste di Azione, e si è candidato in prima persona pur sapendo che non accetterà l’elezione preferendo restare senatore, nonostante avesse criticato poco prima i leader che scelgono per queste candidature fittizie. Come lui, anche Elena Bonetti, deputata transitata in Azione dopo una lunga permanenza in Italia Viva di Renzi. Tra i candidati che ambiscono a ottenere maggiori preferenze ci sono l’ex sindaco grillino di Parma Federico Pizzarotti e Marcello Pittella, presidente della Basilicata tra il 2013 e il 2019 e storico dirigente locale del PD, prima di entrare in Azione nell’agosto del 2022. Renzi ha invece fatto un accordo elettorale con Emma Bonino, storica dirigente dei Radicali: la loro lista si chiama Stati Uniti d’Europa, a cui hanno aderito varie formazioni centriste ed europeiste. Sia Renzi sia Bonino sono candidati, ma con la promessa di accettare il seggio al Parlamento Europeo in caso di elezioni. Nelle liste ci sono, tra gli altri, esponenti di Italia Viva vicini a Renzi (la senatrice Raffaella Paita, l’ex ministra Teresa Bellanova e l’ex deputato Davide Bendinelli) ed ex dirigenti dei Radicali come Rita Bernardini. L’avvocato Gian Domenico Caiazza, ex presidente dell’Unione delle Camere penali e animatore di molte battaglie “garantiste”, è capolista nella circoscrizione del Centro. Il britannico Graham Watson, già europarlamentare per quattro legislature nel gruppo dei Liberali e Democratici di cui è stato a lungo dirigente, è invece capolista nel Nordest. Il Movimento tra vecchio e nuovoPer le sue liste Giuseppe Conte ha cercato a lungo personalità mediatiche. Alla fine, tra gli altri, si candideranno con il Movimento 5 Stelle il giornalista Gaetano Pedullà e l’ex calciatrice Carolina Morace. Al Sud il capolista è Pasquale Tridico, nominato presidente dell’INPS (Istituto nazionale della previdenza sociale) dal M5S nel 2019 e spesso criticato durante il suo mandato (concluso nel 2023) per una gestione dell’ente troppo accomodante nei confronti del partito che l’aveva nominato. Anche ex parlamentari ed europarlamentari uscenti trovano spazio nelle liste. Tra gli altri, l’ex senatore campano Gianluca Ferrara, coinvolto nella scorsa legislatura in varie polemiche per le sue numerose prese di posizione in favore dei regimi cinese e russo. – Leggi anche: Le liste con i candidati dei principali partiti italiani per le elezioni europee [ad_2] Vai alla Sorgente ↣ : [ad_1]
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eco89eu · 9 days
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Le elezioni europee in Italia
Iper-personalizzazione
La Francia non è l'unico paese dell'UE a soffrire dell'iper-personalizzazione della vita politica. In Italia, come in Francia, le persone prevalgono sulle idee e sui programmi. Così, alle elezioni europee di giugno, come sempre in Italia, i capi dei partiti si presentano quasi tutti come capilista senza l'intenzione di sedere al parlamento di Strasburgo. Su questo punto, ed è piuttosto raro, la Francia fa meglio del suo vicino transalpino: sebbene Attal, Le Pen e Mélenchon abbiano partecipato attivamente alla campagna, hanno avuto la decenza di non arrogarsi le prime posizioni delle rispettive liste. Ad esempio, Jean-Luc Mélenchon è solo all'80° posto nella lista guidata da Manon Aubry.
Il massimo dell'iper-personalizzazione del voto: la post-fascista Meloni si presenterà come "Giorgia Meloni detta Giorgia" sulle schede elettorali, esagerando la vicinanza con il popolo insistendo sul suo nome. Elly Schlein, leader del principale partito di opposizione a Meloni (Partito Democratico, centro-sinistra), sarà capolista in diverse circoscrizioni. Lo stesso vale per il leader del partito del defunto Berlusconi. Eccezioni notevoli sono Salvini (Lega, estrema destra) e Conte (5 Stelle, populista), che non saranno capilista. Anche i leader di Europa Verde e di Sinistra Italiana – Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni – hanno scelto di non candidarsi alle elezioni europee.
Una stranezza del voto italiano: nonostante la presenza di grandi circoscrizioni elettorali, è possibile candidarsi come capolista contemporaneamente in tutte le regioni, opzione di cui hanno approfittato sia Meloni che la Lega: Link alla fonte
Liberali divisi
Altra stranezza: i "macronisti italiani" (che siederanno nel gruppo Renew) si presentano divisi quest'anno con due liste:
Da una parte, "Stati Uniti d'Europa" con i partiti Italia Viva (Renzi) e +Europa (Bonino) e una moltitudine di piccoli partiti centristi;
Dall'altra, "Siamo Europei" con il partito Azione di Calenda, ex ministro di Renzi, pro Draghi, noto per aver rotto la coalizione di centro-sinistra nelle ultime elezioni generali.
Come si vede dai loghi, entrambe le liste si richiamano a Renew Europe, formazione fondata con l'arrivo dei macronisti al parlamento europeo. La frammentazione dei liberali italiani è evidente, e il numero di piccoli partiti su ogni lista lascia perplessi…
Programma di Azione: puro macronismo, con il sostegno all'Ucraina, l'Europa della difesa, i trattati di libero scambio, la promozione del nucleare come energia verde…
Entrambe le liste erano date ciascuna intorno al 4% in un sondaggio del 24 maggio.
Come in Francia, i liberali italiani sono ex socialdemocratici convertiti alle gioie della globalizzazione finanziaria. Renzi, pioniere del macronismo prima di Macron (fu presidente del Consiglio già nel 2014), sembra essere andato molto male secondo la sua pagina Wikipedia:
Dal 2018, le conferenze che Matteo Renzi tiene, soprattutto nelle monarchie del Golfo, occupano gran parte del suo tempo. Dichiara per questa attività oltre 800.000 euro di reddito nel 2018 e oltre un milione nel 2019. Nel 2020 entra nel consiglio di amministrazione del Future Investment Initiative Institute, un think tank finanziato dall'Arabia Saudita, per una retribuzione annua di 80.000 euro.
Con l'esempio di Renzi, si può speculare sul futuro del nostro caro Presidente, dato che gli italiani hanno sempre un po' di vantaggio su di noi in politica (Berlusconi prima di Sarkozy, Renzi prima di Macron e forse Meloni prima di Le Pen).
Alleanza Verde-Rossa
Una sorta di mini-NUPES italiana, l'alleanza della sinistra radicale e dei verdi, è accreditata di poco più del 4% nei sondaggi di maggio 2024. Il programma della lista insiste molto sull'"Europa della pace", denuncia l'aggressione russa all'Ucraina ma propone di fermare l'invio di armi all'Ucraina. La lista definisce chiaramente la situazione a Gaza come un "genocidio". Una posizione internazionale molto vicina, quindi, a quella di La France Insoumise.
Se gli argomenti ecologici sono ben menzionati nel programma dell'alleanza, con un sostegno al Green Deal, è evidente che le questioni internazionali sono prioritarie per questa formazione.
Un estratto tradotto del manifesto della lista è riportato qui di seguito:
L'Europa è a un crocevia cruciale. Da un lato, c'è il rischio di seguire una via che porta a conflitti e instabilità, illustrata dall'invasione russa dell'Ucraina e dalla crisi nella striscia di Gaza. Questa direzione implica un aumento delle spese militari, l'adozione di politiche autoritarie e la riduzione del benessere, rischiando di moltiplicare i conflitti e alimentare l'escalation militare. Dall'altro lato, l'Europa ha l'opportunità di ritrovare il suo ruolo storico di costruttore di pace promuovendo la diplomazia, la mediazione e il disarmo. Ciò implica abbracciare un mondo multipolare, favorendo la cooperazione e la solidarietà tra sistemi diversi piuttosto che mantenere alleanze militari opposte. La crisi climatica rappresenta un'altra sfida interconnessa per la pace. Il cambiamento climatico minaccia la sopravvivenza dell'umanità, e solo politiche ambiziose possono contenere l'aumento delle temperature sotto 1,5°C ed evitare una catastrofe ambientale. Il Green Deal europeo è uno strumento fondamentale per affrontare questa emergenza, ma è attaccato da forze politiche conservatrici. Difendere e rafforzare il Green Deal è essenziale per raggiungere la neutralità climatica e costruire un'Europa alimentata al 100% da energie rinnovabili entro il 2040. La transizione ecologica offre un'opportunità unica per ripensare il nostro modello socio-economico ridistribuendo potere e risorse. Le comunità energetiche sono un esempio della possibilità di ricostruire il sistema di produzione sulla base della sostenibilità ambientale e sociale. È nostro dovere difendere i diritti individuali e sociali, spesso trascurati, e cogliere questa opportunità per costruire un'Europa femminista, accogliente e inclusiva. I sovranisti cercano di smantellare lo Stato di diritto, come visto in Polonia e Ungheria. In Italia, si osservano tentativi simili che devono essere fermamente contrastati. È essenziale riaffermare i diritti umani fondamentali su tutto il territorio europeo.
Sondaggi
Al 24 maggio, a pochi giorni dalle elezioni, è il partito post-fascista di Meloni a essere in testa con il 27% delle intenzioni di voto. Il Partito Democratico, socialdemocratico, supera il 20%. Il "5 Stelle" resiste bene, nonostante il calo degli ultimi anni e la responsabilità schiacciante nella caduta di Draghi e l'arrivo al potere dell'estrema destra. Purtroppo, Meloni non sembra conoscere l'usura del potere e, anzi, potrebbe rafforzare il suo punteggio rispetto alle elezioni nazionali. Link alla fonte
Come in Francia, l'Italia invierà probabilmente un gran numero di eurodeputati di estrema destra a Strasburgo, circa 30. Il gruppo verde europeo, invece, avrà probabilmente un contributo italiano molto modesto: Proiezione dei seggi del Parlamento europeo, aprile 2024
Fonti
Eunews
Courrier International
Più Europa
Wikipedia
[Azione](https://www.
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affascinailtuocuore · 3 months
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Il PARLAMENTO EUROPEO ALLA PROVA DEL VOTO. Un punto a favore: l’ AI ACT (Regolamento  Intelligenza Artificiale) 
Dal 6 al 9 Giugno 2024 i cittadini UE sono chiamati a rinnovare il Parlamento europeo. L’evento riveste una grandissima importanza, specialmente in questo periodo in cui sembra che l’unica politica internazionale vincente sia farsi la guerra o affidarsi a partiti populisti di destra.   “Le prossime elezioni europee rappresentano un appuntamento tra i più importanti degli ultimi tempi. Il futuro…
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giancarlonicoli · 7 months
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19 nov 2023 09:00
UNA REPUBBLICA SFONDATA SUL LAVORO - PER 6 ITALIANI SU 10 LO SCIOPERO NON SERVE - CRESCE LA DISILLUSIONE SULLE MOBILITAZIONI: IL 78,8% NON SI SENTE RAPPRESENTATO DAI SINDACATI ED E’ SCETTICO ANCHE CHI VOTA PER PD E M5S - PER IL 37,3% IL DUELLO TRA LANDINI E SALVINI È UNO SCONTRO POLITICO, SE NON PERSONALE - GHISLERI: “LE PERSONE HANNO COMPRESO CHE È DIFFICILE, SE NON IMPOSSIBILE, CREDERE NELLA REALIZZAZIONE DI UN CAMBIAMENTO CHE AIUTI A PIANIFICARE LA PROPRIA VITA FUTURA. SI SENTONO SUDDITI DI DECISIONI PRESE ALTROVE, DA ÉLITE ESTERNE AI CANALI ISTITUZIONALI, OLTRE I CONFINI” -
Estratto dell’articolo di Alessandra Ghisleri per “la Stampa”
In tema di sciopero nazionale lo scontro verbale tra il Ministro Matteo Salvini e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini è stato interpretato dall'opinione pubblica principalmente come uno scontro politico (37,3%) legato alle opportunità di entrambi di far emergere la propria immagine (25,6%). Qualcuno lo ha letto come un vero e proprio scontro personale (11%), mentre il 17,6%, poco meno di un cittadino su 5, lo ha interpretato come un vivace diverbio basato su ragioni valide per entrambi.
Il sospetto che serpeggia tra l'opinione pubblica è che oggi gli scioperi abbiano importanti difficoltà a dimostrarsi utili ai fini della tutela del lavoro e dei lavoratori (64,4%). Di questo parere sono soprattutto gli elettori aderenti ai partiti della maggioranza. Tuttavia, anche tra le fila delle opposizioni molti sono i cittadini che nutrono dei dubbi, come il 35,3% dei sostenitori del Partito Democratico, il 44,1% degli elettori del Movimento 5 Stelle e più del 70% degli elettori di Azione e Italia Viva. Il dato che sorprende è quel 56,8% di lavoratori dipendenti che non legge alcun vantaggio e risultati validi nello scioperare. Insomma, i tempi sono cambiati e appaiono più complicati per gli scioperi.
[…] Il principale sospetto che scaturisce è che tutto sia in funzione di una maggiore visibilità e per la parte politica anche una possibile leva in vista delle elezioni europee previste per giugno 2024. Il tema è che per chi non aderisce alle linee guida del sindacato non è più sentita una grande movimentazione. Molte persone che potrebbero condividere le ragioni dello sciopero non si ritrovano nelle indicazioni delle grandi sigle sindacali e quindi si sentono escluse a loro volta. L'Istat certifica in Italia su circa 23,7 milioni di lavoratori - dati di settembre 2023 – circa 3 su 4 non si sentono rappresentati da almeno una sigla sindacale, come l'86,7% di coloro che non hanno un'occupazione. […]
Il 67,9% degli intervistati comprende le ragioni degli scioperi anche al di là del disturbo che provocano. È calata la fiducia in quel rito che dovrebbe essere utile ad affermare il bisogno di tenere conto degli interessi dei lavoratori. Quell'esercizio della pressione nei confronti del governo o di altri soggetti, che potrebbe avere come valore di riferimento una nuova definizione di crescita politica, sociale ed economica del Paese.
Una crisi di rappresentanza che intercorre oggi fra l'intera società, la politica e le istituzioni. Le persone hanno compreso che è difficile, se non impossibile, credere nella realizzazione di un cambiamento che aiuti a migliorare la propria situazione e a pianificare la propria vita futura. Si sentono sempre più spesso sudditi di decisioni che vengono prese altrove, da élite esterne ai canali istituzionali, oltre i confini, […]
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lamilanomagazine · 8 months
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Elezioni: la Polonia ha votato, l’ex Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, potrebbe vincere le elezioni e formare un governo
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Elezioni: la Polonia ha votato, l’ex Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, potrebbe vincere le elezioni e formare un governo Diritto e giustizia (Pis) confermato primo partito alle elezioni generali del 15 ottobre 2023, ma senza maggioranza. L’opposizione filo-Ue potrebbe vincere le elezioni in Polonia. Si sono svolte le elezioni politiche per il rinnovo del parlamento, in Polonia, nella giornata del 15 ottobre 2023. Sembrerebbe che l’ex Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, potrebbe formare un governo con Terza Via e Sinistra. "Nessuno sarà in grado di rubarci questa vittoria elettorale. Ce l'abbiamo fatta! La democrazia ha vinto. Sono la persona più felice della terra”, ha dichiarato Donald Tusk. Nelle elezioni legislative, con un’affluenza del 72,9%, il partito conservatore e nazionalista Diritto e Giustizia (PiS), con a capo Jaroslaw Kaczynski è arrivato primo, con il 36,8% vincendo sull'alleanza elettorale centrista ed europeista 'Coalizione Civica' (Ko) dell'ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che ha acquisito il 31,6%. La differenza la faranno la maggioranza di 248 deputati al Sejm, la Camera bassa, correlati a due partiti in alleanza con Tusk, che hanno già espresso la disponibilità a governare insieme. Per quanto riguarda il gruppo Ultranazionalista Confederazione, si ferma al 6,2%. Se dovesse vincere Donald Tusk, il rinnovo del parlamento con un governo filoeuropeo avrebbe influenze anche in Europa, modificando alcuni assetti politici, soprattutto nella prospettiva delle elezioni europee di giugno 2024. Si resta in attesa del risultato finale che non esclude ancora il partito Diritto e giustizia guidato da Jarosław Kaczyński, i risultati definitivi coinvolgeranno anche i voti dei Polacchi all’estero. Nelle prime elezioni del 2001, il partito Diritto e giustizia, ha registrato alle elezioni parlamentari 9,5% dei voti con 44 su 460 deputati; aumentò il suo consenso dal 2004, raddoppiando i suoi voti alle europee, divenendo il primo partito polacco e partecipando alla caduta del governo socialdemocratico. Il conteggio finale delle elezioni di domenica 15 ottobre, dovrebbe essere reso noto martedì nel primo pomeriggio.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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kritere · 11 months
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Salvini dice che il centrodestra deve essere unito anche in Europa: “No a maggioranza Ursula con Pd e 5s”
DIRETTA TV Elezioni europee 2024 2 Luglio 2023 Il leader della Lega Matteo Salvini guarda già alle elezioni europee. L’Ue del futuro per Salvini è con “tutto il centrodestra unito, senza i socialisti. Sono certo che tutti i partiti della maggioranza condividano l’obiettivo. Sono pronto a proporre un patto scritto, prima del voto”. 0 CONDIVISIONI Attiva le notifiche per ricevere gli…
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salvo-love · 3 days
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ELEZIONI EUROPEE 2024: SCEGLI i DIFENSORI della VITA !
Gentile elettore ed elettrice,
ci stiamo rapidamente avvicinando alle elezioni europee che si terranno l’8 e il 9 giugno.
Oggi insieme a te intendo vedere da vicino quali sono i criteri che devono ispirare la scelta di chi, come me e te, crede al primato dei principi non negoziabili (vita, famiglia, libertà educativa).
Ti ricordo che attraverso la difesa e la promozione dei principi non negoziabili non si fa altro che difendere e promuovere la stessa dignità umana.
“Questi principi non sono verità di fede anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede. – ricordava Benedetto XVI nel marzo 2006 – Essi sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa”.
Ebbene, sulla base di quanto hai appena letto, mi sono chiesto quali formazioni politiche intendono riaffermare e garantire la difesa dei principi non negoziabili.
Ho deciso allora di consultare i programmi dei principali movimenti e partiti politici che si presenteranno alle prossime elezioni di giugno (che puoi consultare qui▶️ https://pagellapolitica.it/articoli/programmi-partiti-italiani-elezioni-europee-2024?utm_source=newslettergvv&utm_medium=email&utm_campaign=24VD338 ). https://pagellapolitica.it/articoli/programmi-partiti-italiani-elezioni-europee-2024?utm_source=newslettergvv&utm_medium=email&utm_campaign=24VD338
Ecco allora che te li presento in una rapida carrellata:
- Fratelli d’Italia, in apertura del suo programma, scrive che intende difendere l’identità dei popoli e delle Nazioni europee e le radici culturali dell’Europa, incarnate “dalle nostre radici classiche e giudaico-cristiane”.Al tema della natalità viene dedicato un apposito punto del programma (n. 5), indicando “nella crescita demografica la chiave del futuro”. Si propone inoltre di investire “una significativa parte del bilancio europeo per finanziare le politiche di supporto alla famiglia e alla natalità intraprese dagli Stati membri”.
- La Lega propone la “storica battaglia” volta a riaffermare “l’importanza delle (…) radici giudaico-cristiane” dell’Europa e si impegna a contrastare i tentativi dell’ideologia “woke” e del fanatismo religioso (il riferimento implicito è alla religione islamica), di cancellare “i valori storici e culturali dei popoli europei”.
- Forza Italia in apertura rivendica “le (…) radici giudaico-cristiane e liberali” dell’Europa. Dedica a famiglia e natalità un apposito punto del programma (n. 9). A proposito della prima, Forza Italia sottolinea come sia “al centro della nostra politica’’ e che intende offrire “le condizioni migliori per la creazione di una famiglia”. Per quanto riguarda il tema della natalità, il partito fondato da Silvio Berlusconi vuole “includere la natalità tra gli obiettivi di policy della prossima programmazione dei fondi europei”. In particolar modo, “tutte le risorse distribuite agli Stati membri dovranno sostenere anche le famiglie e la maternità”.
- Nel programma di Azione di Carlo Calenda (che racchiude al suo interno altre 8 formazioni politiche) non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Si fa esclusivamente cenno ai temi rappresentati dalla denatalità e dall’invecchiamento della popolazione, proponendo di arginare il fenomeno attraverso “l’unica leva su cui l’Unione può fare affidamento”: l’immigrazione lavorativa, “ovvero attrarre forza lavoro da paesi extraeuropei”.
- Nel programma di Stati Uniti d’Europa, la lista che comprende Italia Viva di Matteo Renzi e Più Europa di Emma Bonino oltre ad altre 4 formazioni politiche, non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Si sottolinea, invece, il fatto che “nell’Unione europea tutte e tutti devono essere liberi di costruire la vita a cui aspirano, indipendentemente da chi amano…”. Si legge, inoltre: “ci batteremo perché nella UE nessuno metta in discussione i diritti acquisiti nel campo delle libertà individuali. Particolare attenzione andrà riservata ai diritti dei minori, che non possono essere messi in discussione dall’inerzia legislativa di alcuni Stati; nessun bambino dovrà mai essere discriminato sulla base della famiglia di appartenenza. Riteniamo inoltre necessario ripensare le strategie di contrasto al traffico illegale di stupefacenti attraverso un lavoro di comparazione tra le legislazioni più moderne adottate dai diversi Paesi, a partire da quelli europei” (n. 6).
- Nel programma del Partito Democratico non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Al paragrafo “Per un’Europa femminista” si legge: “Vogliamo un’Europa (…) dove le ragazze e i ragazzi siano informati sui propri diritti, sui propri corpi e sulle proprie relazioni. Dove i prodotti per il ciclo mestruale e i contraccettivi siano liberamente disponibili. Dove gli individui possano definire liberamente la propria sessualità, il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere. (…)” E ancora: “vogliamo un’Europa che riconosca tutte le famiglie, incluse le famiglie monoparentali e omogenitoriali, come comunità ed unioni di affetti”.
- Nel programma di Alleanza Verdi e Sinistra non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Al paragrafo “l’Europa dei diritti e delle libertà civili”, si legge che è necessario “garantire l’uguaglianza per le persone LGBTQIA+, in particolare attraverso il riconoscimento reciproco dei diritti e doveri familiari anche in materia di tutela dei figli”, oltre alla “parità di diritti per le coppie dello stesso sesso uniformando la legislazione su unioni civili, matrimonio, adozione e filiazione”. Come hai potuto leggere anche tu, le forze politiche di centro-destra dedicano un’attenzione più o meno omogenea alla difesa ed alla promozione della famiglia e della natalità, anche se è necessario rimarcare il fatto che nessuno di loro dedichi specifici passaggi al delicato tema educativo.
E, dicendocela tutta, in fondo poteva essere fatto uno sforzo ben maggiore.
Viceversa, se ci si sposta dal centro dello schieramento politico verso sinistra, si passa rapidamente dall’assoluto silenzio al totale disinteresse (se non di negazione implicita) verso i temi della vita e della famiglia.
Bisogna anche non sottovalutare un aspetto che rischia facilmente di finire in secondo piano. Il programma di una formazione politica ha infatti probabilità di essere impattante in Europa se il gruppo parlamentare nel quale siede è affidabile.
Tanto per fare un esempio, il Partito Popolare Europeo, di cui fa parte Forza Italia, e che controlla con il Partito Socialista Europeo l’attuale Commissione, ha parzialmente votato a favore dell’inclusione dell’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Oltre a questa dinamica, è necessario infine ricordare che alle elezioni europee possono essere espresse 3 preferenze (di cui una donna o un uomo).
È quindi auspicabile che tu scelga bene quale candidato votare sulla base di ciò che pensa in ordine a vita, famiglia e libertà educativa.
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realnews20 · 12 days
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Chi sono i leader politici che stanno spendendo di più in annunci pubblicitari su Facebook e Instagram? Quali forze politiche stanno investendo di più in campagne di marketing on line? Ecco cosa ci dicono i dati resi pubblici da Meta. A inizio aprile avevamo visto come Matteo Renzi (leader di Italia Viva) fosse il primo e il più attivo su Facebook e Instagram con una massiccia campagna pubblicitaria sia online sia di affissioni in tutta Italia (qui ne parla Wanda Marra sul Fatto Quotidiano). Gli annunci sponsorizzati su Facebook e Instagram sono messaggi pubblicitari pagati da aziende, organizzazioni o individui che vengono mostrati agli utenti all’interno delle loro pagine, del feed, del marketplace, ma anche in abbinamento o all’interno dei video. Questi annunci sono mirati in base a dati demografici, interessi e comportamenti degli utenti, consentendo agli inserzionisti di raggiungere specifici pubblici di destinazione. Gli spazi per gli annunci di natura politico-sociale sono limitati ma comunque numerosi per raggiungere un più alto numero di utenti in pochi giorni su tutto il territorio nazionale o in particolari zone di interesse. Piattaforme come Meta (ex Facebook) e X (ex Twitter) rendono pubblici i dati politici per promuovere la trasparenza e l’accountability nel processo politico. Questo include informazioni sugli annunci politici, come chi li ha pagati, quanto è stato speso e chi è stato il target demografico. Questi dati sono resi pubblici in apposite sezioni delle piattaforme per consentire ai cittadini di avere accesso a informazioni importanti riguardanti le campagne politiche e per favorire una maggiore consapevolezza riguardo a chi finanzia determinate iniziative politiche. Le piattaforme hanno iniziato a rendere pubblici questi dati soprattutto a partire dal periodo post-elezioni americane del 2016, in risposta alle crescenti preoccupazioni riguardo alla manipolazione politica e alla diffusione di disinformazione online. I dati che seguono potrebbero differire dalle cifre realmente investite delle varie forze politiche sia perché c’è un normale ritardo nella lettura sia perché le campagne sono ancora in svolgimento e potrebbero essere state allocate delle risorse aggiuntive nel momento in cui scriviamo. A distanza di oltre 30 giorni è ancora il senatore Matteo Renzi in testa alla classifica dei leader politici che stanno spendendo di più in annunci pubblicitari (17mila euro circa negli ultimi 30 giorni) su Meta in vista del voto europeo dell’8 e 9 giugno 2024. Al secondo posto, con meno di 7mila euro di spesa, c’è un altro leader di “centro”, Carlo Calenda, che con il suo partito Azione rischia di non eleggere nessun candidato se resterà sotto il 4% (la soglia di sbarramento per le elezioni europee). Al terzo posto in termini di spesa (con più di 3mila euro spesi nell’ultima settimana) c’è Giuseppe Conte, anche se non è candidato direttamente alle elezioni europee al contrario di Renzi e Calenda. Chi tra i partiti sta davvero investendo molto in annunci pubblicitari è Forza Italia: al quartier generale del partito fondato da Berlusconi evindentemente c’èodore di exploit e sono arrivati a spendere solo negli ultimi 30 giorni 45mila euro. In classifica (al secondo posto) c’è anche un’iniziativa che si dice “apartitica” che si chiama fermiamolicolvoto.it promossa da Futurevox s.r.l. di Genova, un’agenzia digitale fondata da Pietro Mensi, che su Linkedin si presenta così: “Da 12 anni aiuto NGO, Movimenti politici e Brand sostenibili ad aumentare il numero di sostenitori, attivisti, donatori”. Tra i suoi clienti c’è anche Elly Schlein. Il Partito democratico è solo terzo con quasi 10mila euro investiti nell’ultimo periodo. Seguono Azione di Carlo Calenda e Più Europa. Gli altri partiti investono cifre minime, almeno per ora. Anche i candidati in lista alle elezioni europee hanno il loro ruolo come “top spender” sulla piattaforma social Meta. Stefano Bonaccini (Pd, Presidente della Regione Emilia Romagna) nell’ultima
settimana è arrivato a spendere più di tutti con quasi 8mila euro di annunci sponsorizzati, nell’ultima settimana ha speso più del suo stesso partito e più di Matteo Renzi, che nell’arco dei 30 giorni è ancora primo. Spendono di più dei propri leader anche Gustavo Gil (Forza Italia), oltre 20mila euro spesi negli ultimi 30 giorni, Angelo Ciocca (Lega), e Marco Reguzzoni (Forza Italia) con una spesa che supera i 7mila euro a meno di un mese dal voto. E su Google? Anche la piattaforma di Menlo Park offre strumenti di targeting precisi attraverso Google Ads, consentendo ai partiti di raggiungere specifici segmenti di elettori in base a criteri demografici, geografici e comportamentali. Inoltre, quando parliamo di Google, non parliamo solo del motore di ricerca ma anche della piattaforma video Youtube. Qui per ora si spende davvero poco: il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, nell’ultimo mese è arrivato a spendere oltre 13.000 euro, segue Italia Viva che ha speso circa 7.000 euro, prevalentemente in annunci video di Matteo Renzi. A capeggiare questa classifica sono le formazioni e i gruppi al Parlamento europeo di Renew Europe, il gruppo politico dei liberali formatosi dopo le elezioni europee del 2019 e il gruppo del Partito Popolare Europeo (dove aderiranno Forza Italia e moderati). [ad_2] Source link
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salvo-love · 12 days
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ELEZIONI EUROPEE 2024: SCEGLI i DIFENSORI della VITA !
Gentile elettore ed elettrice,
ci stiamo rapidamente avvicinando alle elezioni europee che si terranno l’8 e il 9 giugno.
Oggi insieme a te intendo vedere da vicino quali sono i criteri che devono ispirare la scelta di chi, come me e te, crede al primato dei principi non negoziabili (vita, famiglia, libertà educativa).
Ti ricordo che attraverso la difesa e la promozione dei principi non negoziabili non si fa altro che difendere e promuovere la stessa dignità umana.
“Questi principi non sono verità di fede anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede. – ricordava Benedetto XVI nel marzo 2006 – Essi sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa”.
Ebbene, sulla base di quanto hai appena letto, mi sono chiesto quali formazioni politiche intendono riaffermare e garantire la difesa dei principi non negoziabili.
Ho deciso allora di consultare i programmi dei principali movimenti e partiti politici che si presenteranno alle prossime elezioni di giugno (che puoi consultare qui▶️ https://pagellapolitica.it/articoli/programmi-partiti-italiani-elezioni-europee-2024?utm_source=newslettergvv&utm_medium=email&utm_campaign=24VD338 ). https://pagellapolitica.it/articoli/programmi-partiti-italiani-elezioni-europee-2024?utm_source=newslettergvv&utm_medium=email&utm_campaign=24VD338
Ecco allora che te li presento in una rapida carrellata:
- Fratelli d’Italia, in apertura del suo programma, scrive che intende difendere l’identità dei popoli e delle Nazioni europee e le radici culturali dell’Europa, incarnate “dalle nostre radici classiche e giudaico-cristiane”.Al tema della natalità viene dedicato un apposito punto del programma (n. 5), indicando “nella crescita demografica la chiave del futuro”. Si propone inoltre di investire “una significativa parte del bilancio europeo per finanziare le politiche di supporto alla famiglia e alla natalità intraprese dagli Stati membri”.
- La Lega propone la “storica battaglia” volta a riaffermare “l’importanza delle (…) radici giudaico-cristiane” dell’Europa e si impegna a contrastare i tentativi dell’ideologia “woke” e del fanatismo religioso (il riferimento implicito è alla religione islamica), di cancellare “i valori storici e culturali dei popoli europei”.
- Forza Italia in apertura rivendica “le (…) radici giudaico-cristiane e liberali” dell’Europa. Dedica a famiglia e natalità un apposito punto del programma (n. 9). A proposito della prima, Forza Italia sottolinea come sia “al centro della nostra politica’’ e che intende offrire “le condizioni migliori per la creazione di una famiglia”. Per quanto riguarda il tema della natalità, il partito fondato da Silvio Berlusconi vuole “includere la natalità tra gli obiettivi di policy della prossima programmazione dei fondi europei”. In particolar modo, “tutte le risorse distribuite agli Stati membri dovranno sostenere anche le famiglie e la maternità”.
- Nel programma di Azione di Carlo Calenda (che racchiude al suo interno altre 8 formazioni politiche) non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Si fa esclusivamente cenno ai temi rappresentati dalla denatalità e dall’invecchiamento della popolazione, proponendo di arginare il fenomeno attraverso “l’unica leva su cui l’Unione può fare affidamento”: l’immigrazione lavorativa, “ovvero attrarre forza lavoro da paesi extraeuropei”.
- Nel programma di Stati Uniti d’Europa, la lista che comprende Italia Viva di Matteo Renzi e Più Europa di Emma Bonino oltre ad altre 4 formazioni politiche, non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Si sottolinea, invece, il fatto che “nell’Unione europea tutte e tutti devono essere liberi di costruire la vita a cui aspirano, indipendentemente da chi amano…”. Si legge, inoltre: “ci batteremo perché nella UE nessuno metta in discussione i diritti acquisiti nel campo delle libertà individuali. Particolare attenzione andrà riservata ai diritti dei minori, che non possono essere messi in discussione dall’inerzia legislativa di alcuni Stati; nessun bambino dovrà mai essere discriminato sulla base della famiglia di appartenenza. Riteniamo inoltre necessario ripensare le strategie di contrasto al traffico illegale di stupefacenti attraverso un lavoro di comparazione tra le legislazioni più moderne adottate dai diversi Paesi, a partire da quelli europei” (n. 6).
- Nel programma del Partito Democratico non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Al paragrafo “Per un’Europa femminista” si legge: “Vogliamo un’Europa (…) dove le ragazze e i ragazzi siano informati sui propri diritti, sui propri corpi e sulle proprie relazioni. Dove i prodotti per il ciclo mestruale e i contraccettivi siano liberamente disponibili. Dove gli individui possano definire liberamente la propria sessualità, il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere. (…)” E ancora: “vogliamo un’Europa che riconosca tutte le famiglie, incluse le famiglie monoparentali e omogenitoriali, come comunità ed unioni di affetti”.
- Nel programma di Alleanza Verdi e Sinistra non vi è alcun riferimento né alle radici dell’Europa, né a forme di tutela e promozione della vita e della famiglia. Al paragrafo “l’Europa dei diritti e delle libertà civili”, si legge che è necessario “garantire l’uguaglianza per le persone LGBTQIA+, in particolare attraverso il riconoscimento reciproco dei diritti e doveri familiari anche in materia di tutela dei figli”, oltre alla “parità di diritti per le coppie dello stesso sesso uniformando la legislazione su unioni civili, matrimonio, adozione e filiazione”. Come hai potuto leggere anche tu, le forze politiche di centro-destra dedicano un’attenzione più o meno omogenea alla difesa ed alla promozione della famiglia e della natalità, anche se è necessario rimarcare il fatto che nessuno di loro dedichi specifici passaggi al delicato tema educativo.
E, dicendocela tutta, in fondo poteva essere fatto uno sforzo ben maggiore.
Viceversa, se ci si sposta dal centro dello schieramento politico verso sinistra, si passa rapidamente dall’assoluto silenzio al totale disinteresse (se non di negazione implicita) verso i temi della vita e della famiglia.
Bisogna anche non sottovalutare un aspetto che rischia facilmente di finire in secondo piano. Il programma di una formazione politica ha infatti probabilità di essere impattante in Europa se il gruppo parlamentare nel quale siede è affidabile.
Tanto per fare un esempio, il Partito Popolare Europeo, di cui fa parte Forza Italia, e che controlla con il Partito Socialista Europeo l’attuale Commissione, ha parzialmente votato a favore dell’inclusione dell’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Oltre a questa dinamica, è necessario infine ricordare che alle elezioni europee possono essere espresse 3 preferenze (di cui una donna o un uomo).
È quindi auspicabile che tu scelga bene quale candidato votare sulla base di ciò che pensa in ordine a vita, famiglia e libertà educativa.
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