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#riccardo federico
covercyano · 24 days
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bluelolblue · 2 months
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Guys...look at this silly hot Italian
Movie: Welcome Home (it was only good bc of Riccardo, he carried‼️)
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RAAAAAHH
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Preghiere furono ascoltate
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omarfor-orchestra · 10 months
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When will my husband (Romeo & Giulietta ama e cambia il mondo) come back from war (hiatus apparently also all the actors are doing something else now)
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edgarmoser · 2 years
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federico dugo 📸riccardo dubitante
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Libri per l’estate
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Non potevamo certo lasciarvi accaldati per l’afa estiva e assetati di libri da gustare in vacanza! Ecco dunque una puntata fresca fresca di questa ormai consolidata rubrica di consigli letterari.
Iniziamo con due classici.
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Processi verbali di Federico De Roberto: estremamente interessante l’esperimento di realismo verista di queste novelline (come le chiama l’autore nella sua concisa e lucidissima prefazione), che ricordano il Verga del ciclo dei vinti (folgorante in questo senso Il rosario), con il ricorso ai proverbi popolari (tanto va la secchia al pozzo, finché si rompe; carcere, malattia, necessità, si conosce l’amistà), con squarci di storia (il ’48 a Napoli e la rivolta di Bronte ne I vecchi), ma anche Pirandello e Guy de Maupassant, per non parlare di Lupetto, che sembra addirittura anticipare Raymond Carver. Esilarante e boccaccesco, un autentico gioiellino, il racconto di chiusura Il viaggio a San Vito.
Il denaro di Émile Zola: un’analisi acuta e quanto mai attuale del mondo degli affari e della Borsa. Imperi economici acquisiti e persi in un sol giorno, i re della finanza ossequiati e riveriti, i falliti derisi e respinti. In una sorta di eterno ritorno le azioni umane si riproducono ciclicamente senza lasciare l’insegnamento necessario a evitare il ripetersi degli errori. Così questo affresco della Borsa francese durante il Secondo impero ricorda le recenti bolle finanziarie che hanno causato la rovina di migliaia di piccoli risparmiatori e il crollo dei mutui fondiari. A manovrare i movimenti di una banca fantasma nata grazie alla complicità di diversi prestanome è il visionario Saccard, a cui il lettore (e con lui diverse figure femminili e un’infinita serie di dipendenti del gioco) si affeziona nonostante tutto e di cui segue le mosse con apprensione e ininterrotta curiosità per quasi 600 pagine che scorrono veloci come un fiume in piena, il fiume del denaro (l’argent del titolo) che passa per le mani di affaristi e speculatori, ma spesso solo in forma virtuale. La cosa più sorprendente è che lo spunto per la trama è tratto da un episodio realmente accaduto: la parabola del banchiere Paul Eugène Bontoux e della banca Union Générale fallita nel 1882. Se il denaro è il tema principale, questo romanzo appartiene pur sempre al ciclo dei Rougon-Macquart ed esplora le tare genetiche che, nella visione deterministica del naturalismo francese, minano la famiglia e ne spiegano i comportamenti. Victor, il figlio perverso e deforme del protagonista, ricorda ‘Coniglio mannaro’, uno degli ultimi discententi dell’indimenticabile famiglia Scacerni de Il mulino del Po di Riccardo Bacchelli. E non poteva mancare neppure il tema dell’antisemimitismo, caro all’autore del J’accuse. Insomma un piatto completo, per gli amanti della buona letteratura.
Non possiamo tralasciare l’ultimo Simenon pubblicato da Adelphi, Il dottor Bergelon: “Qualcosa si era guastato, senza che lui riuscisse a capire cosa”. La verità è che un fatto increscioso, una malaugurata deviazione dalla consueta routine ha avvelenato la pace interiore del protagonista al punto da fargli mettere in discussione l’intera sua esistenza. Affrontare Simenon è sempre come scendere negli abissi più profondi dell’animo umano.
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Per chi avesse la fortuna di non aver mai letto Manuel Vázquez Montalbán, sono stati appena ristampati Le terme e Il labirinto greco in cui l’investigatore Pepe Carvalho esprime al meglio le sue doti culinarie e il suo fiuto per le indagini, il tutto in uno stile degno del grande Chandler.
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Uno degli autori prediletti di Andrea G. Pinketts, Stuart Kaminsky, professore di storia e critica cinematografica alla Northwestern University di Evanstone, Illinois, farcisce con le proprie competenze letterarie e cinematografiche i suoi gialli hard boiled, per cui Bela Lugosi e William Faulkner diventano clienti del detective privato Toby Peters (“affettuosa parodia dell’investigatore della scuola dei duri”, da Hardboiled blues di Gian Franco Orsi) in due casi che si intrecciano in Never cross a Vampire. Gli amanti del noir potranno cogliere in queste pagine spunti per rivedere vecchi film o scoprirne di nuovi e introvabili. Così anche per Una pallottola per Errol Flynn, Il caso Howard Hughes e Follie di Hollywood, ma nei suoi gialli troviamo molte altre star, come Mae West, Gary Cooper, Clark Gable, Buster Keaton, Judy Garland e Raymond Chandler: pare proprio che il mondo del cinema sia una inesauribile fonte di ispirazione.
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Fedele all’idea che uno scrittore dovrebbe trattare di ciò che conosce, nel creare i personaggi Kaminsky non esita a inserire cenni autobiografici, come le radici russe per l’ispettore Rostnikov (Morte di un dissidente: “Le sue armi: una falce, un martello e una bottiglia di vodka”), e la fede ebraica per il poliziotto Abe Lieberman, che opera in una Chicago quanto mai violenta e movimentata (La follia di Lieberman), città d’origine dello scrittore. Infine il detective Lew Fonesca, trasferitosi da Chicago (Midnight Pass) nell’atmosfera assolata e apparentemente pacifica della Florida, specializzato nella ricerca di persone scomparse (Cattive intenzioni, Parole al vento). Notevoli le collaborazioni con il regista Don Siegel per Ispettore Callaghan, il caso Scorpio è tuo, e con Sergio Leone per i dialoghi di C’era una volta in America. Insomma uno scrittore prolifico (possiamo contare una sessantina di titoli) per amanti del cinema, della letteratura e di uno stile ironico e versatile.
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Un altro libro ambientato nella Hollywood degli anni d’oro: Perché corre Sammy?, di Budd Schulberg, Oscar alla migliore sceneggiatura originale per Fronte del porto, sceneggiatore di Il paradiso dei barbari con un esordiente Peter Falk  e soggettista di Un volto nella folla di Elia Kazan e di Il colosso d’argilla con Humphrey Bogart.
“Quello che mi faceva infuriare era che Sammy era la persona più scaltra e più ottusa che avessi mai conosciuto. Era dotato di un’intelligenza che era in grado di impiegare unicamente a vantaggio di Sammy Glick. È un tipo di intelligenza che comporta una certa ottusità: una specie di sterminata zona d’ombra con un solo raggio di luce diritto davanti a se stessi”.
Ma chi è Sammy? Un arrivista, un arrampicatore sociale, con meno scrupoli che talento, di un cinismo disarmante, egoista e avido, anche le sue apparenti qualità sono solo difetti astutamente mascherati: “un piccolo fattorino ebreo sempre di corsa che diventa un potente produttore, sacrificando ogni cosa d’umano alla sua assetata ambizione”. Consigliato da Kurt Vonnegut (a sua volta scrittore ammirato da Umberto Eco), che addirittura lo paragona a Francis Scott Fitzgerald, è una lettura scorrevole e moderna che ci lascia agganciati al mistero di questo personaggio odioso e intraprendente fino all’ultima pagina. C’è, naturalmente, molto di autobiografico nelle opere di Schulberg: “Figlio del tycoon della Paramount, e lui stesso, per un certo tempo, prediletto di Hollywood... ma anche comunista inciampato nelle reti del Mccarthismo, spesso e volentieri elesse il mondo di Hollywood quale osservatorio ideale... I disincantati si concentra su come muore, in America, una leggenda. Uno scrittore grande e dimenticato, che ha avuto tutto, ed è stato travolto assieme a un mondo lussureggiante dalla crisi del ’29, si lascia umiliare e consumare nel corpo e nella dignità in un ultimo infimo lavoro da sceneggiatore di filmetti”. In questo caso l’episodio autobiografico si riferisce all’incontro di Schulberg con Scott Fitzgerald, chiamato dagli studios a collaborare alla revisione di una sua sceneggiatura.
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Il 22 giugno 2022 potrete assistere alla presentazione del romanzo di Manuela Cattaneo della Volta e Livio Sposito, Un cuore al buio: Kafka, che si terrà presso la biblioteca Valvassori Peroni. Il libro racconta la “storia e la vita delle cinque donne che hanno amato Franz Kafka”.
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Buone vacanze da tutto lo staff delle biblioteche di Milano!
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byneddiedingo · 1 year
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Franco Fabrizi, Franco Interlenghi, Leopoldo Trieste, Riccardo Fellini, and Alberto Sordi in I Vitelloni (Federico Fellini, 1953) Cast: Franco Interlenghi, Alberto Sordi, Franco Fabrizi, Leopoldo Trieste, Riccardo Fellini, Leonora Ruffo, Jean Brochard, Achille Majeroni, Guido Martufi. Screenplay: Federico Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli. Cinematography: Carlo Carlini, Otello Martelli, Luciano Trasati. Production design: Mario Chiari Film editing: Rolando Benedetti. Music: Nino Rota. The international success of I Vitelloni launched Federico Fellini's directing career after the comparative failures of Variety Lights (1951), which he co-directed with Alberto Lattuada, and The White Sheik (1952), his first solo directing effort. It also earned him an Oscar nomination for screenwriting, which he shared with Ennio Flaiano and Tullio Pinelli. It's certainly one of his most endearing early films, made before his familiar mannerisms set in -- though there are glimpses of those in the tawdry theatrical sequence with the grotesque aging actor played by Achille Majeroni (a part that Fellini tried to persuade Vittorio De Sica to play). But somehow it has taken me several viewings over the years to fully appreciate it. I think that's because Fellini's greatest films have a strong central character -- usually played by Giulietta Masini or Marcello Mastroianni -- to hold the narrative together. I Vitelloni is by definition and title an ensemble picture, but it's also the first of Fellini's excursions into himself, concluding with the Fellini surrogate, Moraldo Rubini (Franco Interlenghi) boarding a train that will take him away from the idlers of his provincial home town -- and presumably to Rome, where he will become the jaded Marcello Rubini of La Dolce Vita (1960) and the blocked director Guido Anselmi of 8 1/2 (1963). The problem is that the character of Moraldo isn't written strongly enough or given enough substance by the actor: Interlenghi, who was discovered by Roberto Rossellini and cast in Shoeshine (1946), had a long career in films and TV in Italy, but the part in I Vitelloni demands someone with more charisma -- a young Mastroianni, in short. Moraldo is overshadowed by the womanizing Fausto (Franco Fabrizi) and by the comic figures of Alberto (Alberto Sordi) and Leopoldo (Leopoldo Trieste). The scenes that should develop Moraldo as a central figure don't quite work, particularly the early-morning encounters with Guido (Guido Martufi), a boy on his way to work at the railroad station -- a sharp counterpoint to the idling vitelloni. "Are you happy?" Moraldo asks the boy. "Why not?" he replies. The exchange seems designed to undercut the frenetic strivings and complaints of the vitelloni, who chafe against the boredom and provinciality of the town, but don't seem to be able to muster enough resolve to do something about it, instead continuing to pursue phantoms of creative or sexual success. The trouble with the Moraldo-Guido scenes is that they come out of nowhere narratively -- and even have oddly uncomfortable (and probably unintended) hints of pedophilia on Moraldo's part. Nor do they satisfactorily set up the film's ending: Moraldo departs and we see Guido walking along the train tracks, the former facing up to the uncertain future, the latter heading comfortably back into his routine. Still, it's a film held together by the score by Fellini's great collaborator Nino Rota, and filled with the boundless energy that often rescued Fellini from his worst impulses.
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iannozzigiuseppe · 10 months
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Riccardo Ferrazzi. "Federico Garcia Lorca, Mark Twain, Premonizioni". Intervista a un grande traduttore e autore
Riccardo Ferrazzi Intervista a un grande traduttore e autore Federico Garcia Lorca, Mark Twain, Premonizioni di Giuseppe Iannozzi 1. Riccardo Ferrazzi, recentemente hai tradotto il “Romancero gitano” di Federico Garcia Lorca. La tua traduzione è stata pubblicata da Luigi Pellegrini Editore, introduzione di Fabrizio Centofanti, con un saggio critico Ilaria Serra. Perché hai deciso di metterti…
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uominiedonneblog · 2 years
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Anticipazioni Uominiedonne. Federica Aversano rifiuta Riccardo G.
Anticipazioni Uominiedonne. Federica Aversano rifiuta Riccardo G.
Diamo uno sguardo all’ultima anteprima di Uomini e Donne, diretta da Maria de Filippi nel weekend. In particolare, l’attenzione è focalizzata sulTrono di Dame e Cavalieri o trono Over che dir si voglia. Uomini e donne Over In particolare sono stati chiamati al centro dello studio di Uomini e donne i corteggiatori Roberta di Padua e Alessandro Vicinanza. Fra di loro un lungo dibattito tra i…
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res--publica · 2 years
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People that forgive Riccardo DNI
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lixin428 · 1 year
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Ikemen Prince( Ricci family shenanigans) May have spoilers
FEDERICO RICCI (First prince)- Silvio’s copy with MC’s demeanour
LAURENT RICCI ( Second prince)-MC’s copy with blue eyes and Silvio’s demeanour( Loves money)
ALESSIO RICCI ( Third prince)-MC’s face with dark blue hair and blue eyes and mix personalities ( The most attractive but is really good in fights)
SILVIA RICCI (Only princess and child no.4)- Silvio’s copy with MC’s personality
RICCARDO RICCI (The baby and a late bloomer)-MC’s face with Silvio’s colourings
A/N: Five children cause why not? You will know once you read Silvio’s epilogues
ACT 1: THE ‘MERCHANT ‘ OF BENITOITE
STARRING: Rio, Federico(10), Laurent(9), Alessio(7), Silvia(4), Riccardo(0)
“ Must I take this role?” Rio, the ‘babysitter’ of the day, smiled tensely as he met the children’s gazes which were filled with enthusiasm.
“Of course! You are the tallest among all of us!” Alessio replied back with a smirk while he adjusted the eyepatch that Rio was forced to wear right now.”Ok, perfect!” 
The other children began to comment on Rio’s eyepatch, “ Wow, he looks like Gil” Hearing their comment, Rio could not help but frown, “ Don’t call him that. He is a world calamity so it is Emperor Gilbert for you all.” “ Why not? We have wars all the time anyway, might as well make use of him to gain some profits.” Laurent argued. Despite his uncanny resemblance to Emma, he has the exact same annoying attitude as his father so he was always the major source of headache for the adults. Rio sighed before he asked “so...what is the storyline for today’s show?”
“It is...” Laurent began.
The room went silence.
“The Merchant of Benitoite!” He finished with a grin, “Laurent Ricci’s edition of Mama’s book! Now all of you bow down to me! Hahaha!”
“...”
“Moron.”
“Nonsense, over my dead body.”
“I don’t want to do it.”
“Goo...goo”
“Hey!” Laurent shouted, his face turning red.
“Whatever. Let’s just start! Silvia!”
Silvia, who was at a corner, snapped the board, saying the word’Action’
Federico started first, “ Once upon a time, there was this wealthy merchant whose wife and son were kidnapped by a gang who demanded a huge ransom from the merchant...”
“Hey, gang boss! I brought the money, so give lady and my son back!” Laurent yelled, pretending that there was a door for him to kick like how he usually did.
“Laurent! You don’t call your wife ’lady’!Follow the script!” Alessio hollered.
“So? I heard that Father called Mama that!”
“Boys! How about let’s just change the plot a bit? Also, Laurent, you should not call your wife that, are we clear?” Rio said in a firm manner as he placed both hands on each boy’s shoulder.
“But...!”
“Are we clear?” Rio smiled, but his tone was dark.
‘Yes...Uncle Rio.” Laurent nodded, not daring to continue.
“Good, now let’s go back to the plot.”
“Ok...so,” Alessio paused before he continued, “ what profit can we gain from setting them free?”
“Well, you got the ransom?”
“But we can just kill you and sell all of your organs. We can gain even more profit from it.” Alessio threatened with an evil smirk, taking his role seriously.
“Er...boys?”
“Wait...it is a good idea! Kill them right now!” Laurent grinned, taking his toy sword from his sheath, “ but I will kill the pirate first!” He then pointed his sword at Rio before charging towards him.
Puzzled, Rio’s eyes widened. “What? I am a pirate now? Why the sudden plot change?”
“Cause you asked for it,” Federico stated as he face palmed.
“Damn you, Laurent! Follow the script for god’s sake!”
“Alessio! Language!” Rio chided while dodging Laurent’s upcoming blows.
“Wait! Riccardo is trying to say his first word!” Silvia exclaimed, holding Riccardo whose lips was trying to form words. Hearing the announcement, everybody stopped what they were doing and stared at Riccardo.
“D...da...damn..damn!”
Silence enveloped the room.
“Alessio!”
He was so dead.
It was an usual day at the Benitoitian palace when both the king and queen were not around.
The writing is shitty IK.
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bluelolblue · 24 days
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PLSSSSSSSSSSSSSSSSSS
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jacopocioni · 9 months
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I Guelfi e i Ghibellini.
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Sappiamo che Dante apparteneva alla fazione dei Guelfi ma perché e qual è l'origine di questi due gruppi? L'origine dei nomi risale al 1125, dopo la morte di Enrico V si ebbero  lotte per la successione tra bavaresi e sassoni dei Welfen (Guelfi) e gli Hohenstaufen svevi del castello di Waiblingen (Ghibellini) proprio sotto il castello per la prima volta tra le  grida di guerra si udirono urlati i nomi delle fazioni in lotta; Federico I uscì vittorioso dalla contesa. Eletto imperatore cercò di consolidare il suo regno in Italia che si divise fra coloro che erano a favore dell'imperatore (Ghibellini) chi contro ed a favore del papa (Guelfi). Nel VI canto del paradiso Dante ci dice che i Guelfi hanno come simbolo i gigli d'oro di Francia, i Ghibellini l'Aquila imperiale germanica e che entrambi si nascondono dietro a questi  simboli solo per scopi politici, ed aggiunge, difficile capire che opera nel giusto. Forse sarà questa una delle motivazioni che indurrà Dante, nel momento che ne acquisisce il mandato, ad esiliare 15 componenti di entrambe le fazioni inimicandosi così i nemici ma soprattutto gli amici.
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Sappiamo che fu Clemente IV nel 1265 a donare il suo stemma (aquila rossa su fondo bianco con un serpente verde tra gli artigli) a una delegazione di Guelfi fiorentini che poi aggiunsero un giglio rosso fiorentino (ma altre fonti dicono un iris). Il capo dell'Aquila era girato verso sinistra a dispetto di quello imperiale disposto a destra, l'aquila del papa era rossa invece di nera, un modo per imporsi e togliere autorità allo stemma imperiale Il serpente, simbolo del male, veniva artigliato, punito e reso innocuo dell'aquila papale.
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I Ghibellini invece avevano come simbolo Ercole che rompe le fauci di un leone, la forza e il coraggio di Ercole contrapposta al leone che rappresenta il male, Ercole poi lascerà il posto alla figura di Sansone e il leone diverrà simbolo della repubblica fiorentina e rappresenterà la caduta della città per mano Ghibellina. Il leone ora rappresenta la superbia di Firenze, Dante infatti lo menziona nell'Inferno facendo riferimento appunto alla sua superbia, ferocia e forza incontrollata. In entrambe le simbologie araldiche si cerca la rappresentazione del giusto, di essere dalla parte del giusto. Il dualismo dei Guelfi e dei Ghibellini non si concentrerà solo a Firenze ma in tutta l'Italia del centro nord, dove intere città si schiereranno da una o l'altra parte, (lunga sarebbe la lista). Questo avviene perché, come sappiamo, l'Italia non era una nazione unita ma composta di tanti piccoli stati e ognuno di loro aveva interesse per il proprio tornaconto a schierarsi o con il papa o con l'imperatore e all'occorrenza anche a cambiare bandiera a seconda della convenienza. Questo comportamento durerà per il tutto il Medioevo e poi il Rinascimento, fino alle guerre d'Italia e anche oltre fino all'unità di Italia. Nella sua Divina Commedia Dante utilizzerà numerosi personaggi sia dell'una che dell'altra parte relegandoli a sua discrezione nei luoghi deputati da Dio. La successiva scissione tra Guelfi bianchi e neri avrà luogo nel maggio del 1300 con un sanguinoso scontro fra le due parti e Dante si schiererà con la fazione Bianca.....
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Riccardo Massaro Read the full article
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omarfor-orchestra · 1 year
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Pronostici basati su nient'altro che vibes:
Miglior film
Esterno notte, regia di Marco Bellocchio
Il signore delle formiche, regia di Gianni Amelio
La stranezza, regia di Roberto Andò
Le otto montagne, regia di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch
Nostalgia, regia di Mario Martone
Miglior regia
Marco Bellocchio - Esterno notte
Gianni Amelio - Il signore delle formiche
Roberto Andò - La stranezza
Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch - Le otto montagne
Mario Martone - Nostalgia
Miglior regista esordiente
Carolina Cavalli - Amanda
Jasmine Trinca - Marcel!
Niccolò Falsetti - Margini
Giulia Steigerwalt - Settembre
Vincenzo Pirrotta - Spaccaossa
Migliore sceneggiatura originale
Gianni Di Gregorio e Marco Pettenello - Astolfo
Susanna Nicchiarelli - Chiara
Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi e Davide Serino - Esterno notte
Gianni Amelio, Edoardo Petti e Federico Fava - Il signore delle formiche
Emanuele Crialese, Francesca Manieri e Vittorio Moroni - L'immensità
Roberto Andò, Ugo Chiti e Massimo Gaudioso - La stranezza
Migliore sceneggiatura adattata
Salvatore Mereu - Bentu
Massimo Gaudioso e Kim Rossi Stuart - Brado
Francesca Archibugi, Laura Paolucci e Francesco Piccolo - Il colibrì
Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch - Le otto montagne
Mario Martone e Ippolita Di Majo - Nostalgia
Miglior produttore
Lorenzo Mieli per The Apartment e Simone Gattoni per Kavac Film - Esterno notte
Alberto Barbagallo per Bibi Film, Attilio De Razza per Tramp Limited con Medusa Film e Rai Cinema - La stranezza
Wildside, Rufus, Menuetto, Pyramide Productions, Vision Distribution in collaborazione con Elastic, con la partecipazione di Canal+ e Cine+ in collaborazione con Sky - Le otto montagne
Medusa Film, Maria Carolina Terzi, Luciano e Carlo Stella per Mad Entertainment, Roberto Sessa per Picomedia e Angelo Laudisa per Rosebud Entertainment Pictures - Nostalgia
Carla Altieri e Roberto De Paolis per Young Films e Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori e Viola Prestieri per Indigo Film con Rai Cinema - Princess
Miglior attrice protagonista
Margherita Buy - Esterno notte
Penélope Cruz - L'immensità
Claudia Pandolfi - Siccità
Benedetta Porcaroli - Amanda
Barbara Ronchi - Settembre
Miglior attore protagonista
Alessandro Borghi - Le otto montagne
Ficarra e Picone - La stranezza
Fabrizio Gifuni - Esterno notte
Luigi Lo Cascio - Il signore delle formiche
Luca Marinelli - Le otto montagne
Migliore attrice non protagonista
Giovanna Mezzogiorno - Amanda
Daniela Marra - Esterno notte
Giulia Andò - La stranezza
Aurora Quattrocchi - Nostalgia
Emanuela Fanelli - Siccità
Miglior attore non protagonista
Fausto Russo Alesi - Esterno notte
Toni Servillo - Esterno notte
Elio Germano - Il signore delle formiche
Filippo Timi - Le otto montagne
Francesco Di Leva - Nostalgia
Migliore autore della fotografia
Francesco Di Giacomo - Esterno notte
Giovanni Mammolotti - I racconti della domenica - La storia di un uomo perbene
Maurizio Calvesi - La stranezza
Ruben Impens - Le otto montagne
Paolo Carnera - Nostalgia
Miglior compositore
Fabio Massimo Capogrosso - Esterno notte
Stefano Bollani - Il pataffio
Michele Braga ed Emanuele Bossi - La stranezza
Daniel Norgren - Le otto montagne
Franco Piersanti - Siccità
Migliore canzone originale
Se mi vuoi (musica, testo e interpretazione di Diodato) - Diabolik - Ginko all'attacco
Caro amore lontanissimo (musica di Sergio Endrigo, testo di Riccardo Sinigallia, interpretata da Marco Mengoni) - Il colibrì
Culi culagni (musica di Stefano Bollani, testo di Luigi Malerba e Stefano Bollani, interpretata da Stefano Bollani) - Il pataffio
La palude (musica e testo di Niccolò Falsetti, Giacomo Pieri, Alessio Ricciotti e Francesco Turbanti, interpretata da Francesco Turbanti, Emanuele Linfatti e Matteo Creatini) - Margini
Proiettili (ti mangio il cuore) (musica di Joan Thiele, Elisa Toffoli ed Emanuele Triglia, testo e interpretazione di Elodie e Joan Thiele) - Ti mangio il cuore
Miglior scenografo
Andrea Castorina, Marco Martucci e Laura Casalini - Esterno notte
Marta Maffucci e Carolina Ferrara - Il signore delle formiche
Tonino Zera, Maria Grazia Schirippa e Marco Bagnoli - L'ombra di Caravaggio
Giada Calabria e Loredana Raffi - La stranezza
Massimiliano Nocente e Marcella Galeone - Le otto montagne
Miglior costumista
Massimo Cantini Parrini - Chiara
Daria Calvelli - Esterno notte
Valentina Monticelli - Il signore delle formiche
Carlo Poggioli - L'ombra di Caravaggio
Maria Rita Barbera - La stranezza
Miglior truccatore
Federico Laurenti e Lorenzo Tamburini - Dante
Enrico Iacoponi - Esterno notte
Paola Gattabrusi e Lorenzo Tamburini - Il colibrì
Esmé Sciaroni - Il signore delle formiche
Luigi Rocchetti - L'ombra di Caravaggio
Miglior acconciatore
Alberta Giuliani - Esterno notte
Samantha Mura - Il signore delle formiche
Daniela Tartari - L'immensità
Desiree Corridoni - L'ombra di Caravaggio
Rudy Sifari - La stranezza
Miglior montatore
Francesca Calvelli con la collaborazione di Claudio Misantoni - Esterno notte
Simona Paggi - Il signore delle formiche
Esmeralda Calabria - La stranezza
Nico Leunen - Le otto montagne
Jacopo Quadri - Nostalgia
Miglior suono
Esterno notte
Il signore delle formiche
La stranezza
Le otto montagne
Nostalgia
Migliori effetti speciali visivi
Alessio Bertotti e Filippo Robino - Dampyr
Simone Silvestri e Vito Picchinenna - Diabolik - Ginko all'attacco!
Massimo Cipollina - Esterno notte
Rodolfo Migliari - Le otto montagne
Marco Geracitano - Siccità
Miglior documentario
Il cerchio, regia di Sophie Chiarello
In viaggio, regia di Gianfranco Rosi
Kill me if you can, regia di Alex Infascelli
La timidezza delle chiome, regia di Valentina Bertani
Svegliami a mezzanotte, regia di Francesco Patierno
Miglior cortometraggio
Le variabili dipendenti, regia di Lorenzo Tardella
Albertine Where Are You?, regia di Maria Guidone
Ambasciatori, regia di Francesco Romano
Il barbiere complottista, regia di Valerio Ferrara
Lo chiamavano Cargo, regia di Marco Signoretti
Miglior film internazionale
Bones and All, regia di Luca Guadagnino
Elvis, regia di Baz Luhrmann
Licorice Pizza, regia di Paul Thomas Anderson
The Fabelmans, regia di Steven Spielberg
Triangle of Sadness, regia di Ruben Östlund
David Giovani
Corro da te, regia di Riccardo Milani
Il colibrì, regia di Francesca Archibugi
L'ombra di Caravaggio, regia di Michele Placido
La stranezza, regia di Roberto Andò
Le otto montagne, regia di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch
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edgarmoser · 2 years
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federico dugo 📸riccardo dubitante
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newsintheshell · 2 years
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🍿 CRUNCHYROLL: I PRIMI EPISODI DOPPIATI SONO IN ARRIVO!
▶️ MY DRESS-UP DARLING - Il primo episodio è già online da ieri sera
- Cast - 
Marin Kitagawa: Deborah Morese
Wakana Gojo: Alessandro Germano
Kaoru Gojo: Riccardo Rovatti
Sajuna Inui: Elisa Giorgio
Shinju Inui: Giulia Maniglio
▶️ RANKING OF KINGS -  Il primo episodio arriva stasera alle 22:00
- Cast - 
Bojji: Giulia Maniglio
Kage: Alessandro Germano
Daida: Andrea oldani
Hiling: Gea Riva
Domas: Mattia Bressan
▶️ THE RISING OF THE SHIELD HERO (Stagione 1) - Il primo episodio arriverà il 25 luglio
- Cast -
Naofumi Iwatani: Federico Viola
Motoyasu Kitamura: Alessandro Germano
Ren Amaki: Dario Sansalone
Itsuki Kawasumi: Simon Lupinacci
Raphtalia: Francesca Bielli
Filo: Sabrina Bonfitto
▶️ JUJUTSU KAISEN (Stagione 1) - Il primo episodio arriverà il 26 luglio
- Cast -
Yuji Itadori: Dario Sansalone
Megumi Fushiguro: Cristiano Paglionico
Nobara Kugisaki: Laura Cherubelli
Satoru Gojo: Davide Fumagalli
Ryomen Sukuna: Mattia Bressan
Visto che verrà pubblicato un episodio a settimana, per comodità ho aggiunto le serie alla sezione latecast della GUIDA SIMULCAST stagionale, che trovate fissata in home. 
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