Tumgik
#tanto comunque non mi legge nessuno
bicheco · 8 months
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Ma perché tu fai ridè? Cosa dovremmo dire di te che vorresti far ridere ad ogni piè sospinto e non ci riesci mai? Che i tuoi altri riferimenti artistici hanno fallito? Che c'hai provato e ci provi e nonostante tutto non ti arrendi? Che messaggio vuoi che passi quando ti si legge? Perché dovete gettare discredito su cose che non capite?
Ask piuttosto articolata, scritta di getto e con una certa rabbia. Provo a rispondere punto per punto.
1 Io dovrei o vorrei far ridere RISPETTO a chi? Non è molto chiaro. Detto ciò, ogni tanto ci provo a fare dei post spiritosi, qualche volta mi riescono altre volte no.
2 Non siete tenuti a dire niente di me. Potete trascurarmi tranquillamente. E comunque voi chi? I miei follower? Lasciatemi cuocere nel mio brodo. Sul fatto che io non faccia ridere mai, pazienza. L'importante è non far piangere.
3 Qui la sintassi è andata a prendersi un caffè. Provo a interpretare. I miei riferimenti artistici sono tutti di alta qualità e sicuramente loro non hanno fallito.
4 Questa si collega alla domanda scombinata di prima. Rispondo in questo modo: mai arrendersi! 💪
5 Non lancio messaggi. Scrivo sempre quello che mi gira per la testa senza pormi alcun obiettivo morale, artistico, sociale o politico. Semplicemente mi sfogo.
6 Qui penso che tu prenda a riferimento me in quanto incarnazione del vecchio boomer che non capisce un cazzo dei nuovi linguaggi giovanili e quindi pontifica. Che dire: sono le mie opinioni, grazie a Dio in questo paese esiste ancora - Meloni permettendo - la libertà di pensiero, fammela esercitare, non faccio male a nessuno. Tu non sei d'accordo: amen. Passa avanti.👍
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abitudinidellamente · 16 days
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il tabacco si è incastrato nella gola e ora non riesco a parlare, quindi scrivo.
il cibo non riesce ad essere relegato in quel luogo scuro e acido che è il mio stomaco. lo sento ribellarsi, dimenarsi.
mi gira la testa e ho gli occhi spalancati. un pittore curioso, un gaugin, ha intinto i polpastrelli nel nero della tavolozza e l'ha messo nelle mie pupille, si sollazza a deturparmi. anche io sto deturpando qualcosa: un libro, delle parole, le sto evidenziando di verde. lolita, mi ha delusa lolita, lo ricordavo meglio.
è tutto obnubilato, non vedo. il pittore deve aver deciso di affondare di nuovo le dita nei miei occhi cagionevoli e adesso è tutto rosso.
sangue, forse. chissà se il mio sangue è sempre uguale dappertutto, chissà se è dello stesso colore delle cadute flautate che avvenivano quando acceleravo in discesa con la bici o di quando cadevo dall'albero di nespole del nonno, chissà se è dello stesso colore dei primi tagli, delle rose, della penna che uso per annotare quello che penso in una copia della nausea di sartre, dello smalto sulle unghie.
odio dover mettere lo smalto, odio dover aspettare che si asciughi, non ho pazienza. odio che se non lo faccio mangio e spezzo strati di pelle lì attorno.
non ho mai avuto una cicatrice fino a 12 anni, in quegli anni ero convinta che nessuno avrebbe saputo, mai. ora non m'importa, non sono un segreto, sono l'opposto, una bara profanata.
ci sono e non ci sono, sto scrivendo. quello sì. senza sosta. però non ricordo di aver scritto il paragrafo precedente. gli uomini sono infelici, lo dice pure bernhard. perché un essere infelice continua a procreare?
non mi piace scrivere per rendere le persone felici, non mi piace scrivere per avere un senso, non mi piace scrivere bene. mi piace scrivere e dare fastidio. sei stato male leggendo post precedenti? bene così, quello volevo, devi provare fastidio. che senso ha leggere qualcosa che non infastidisce? se non ti buca il petto perché lo leggi?
ogni tanto penso di scrivere qualcosa che stupri la mente di chi legge. lo farei, ne fossi capace.
incapace, ecco qual è il problema. l'ha detto anche quel ragazzo, ha detto che non prendo seriamente né il bene né il male, né la droga né la terapia.
il pittore si è stufato.
anche gli alcamesi sono stufi, anche gli italiani. non c'è la boheme qui, siamo in un quadro di hopper e forse non ci sono nemmeno bernhard, gaugin e sartre. c'è solo verga. forse non ci sono nemmeno io e forse nemmeno a me frega un cazzo della piega dittatoriale che sta prendendo la rai.
e se la mia sensibilità fosse solo eccentrica ribellione? "ah sì è così che va? e io estremizzo a forza i tuoi sensi, finché non li percepisci tutti, devono essere una scarica elettrica per la tua mente dormiente"
e non importa se la scarica è
così forte da essere letale,
non m’importa se muori. sarebbe il sacrificio di uno zombie.
mentre lo penso il battito cardiaco comincia a fare una maratona, non dovrei fumare tanto ma sono stressata e ho promesso alla psichiatra di non bere e al dottore che non sarei finita di nuovo in overdose, ho l'ansia, se papà scoprisse che volevo se ne andasse?
ho fallito, ogni cosa che pubblico è un fallimento e voi nemmeno lo sapete, quindi va bene, la società non si accorge del fallimento ma acclama lo spettacolo. acclama l'ennesimo scritto disturbante senza chiedersi come una cosa simile sia potuta nascere. "che persona sana di mente concepirebbe una cosa del genere?" nessuna, nemmeno una.
la cosa che non capisco è: perché addolcisco la pillola? perché m'importa di non mettere a disagio sconosciuti con la mia psiche? voglio rimanerti indigesta.
non sono uscita di casa e non ho mangiato per due mesi la scorsa estate, andavo solo al mare e guardavo film, loro non mi fanno sentire plumbea.
"sei un libro aperto, con quel che dici e quel che fai" ne sei sicuro? e anche se lo fossi, non potresti e non vorresti leggerlo comunque
il cuore martella, non riesco a respirare, rivoglio i miei occhi in ordine. nausea. è colpa del tabacco? è colpa del ragnetto che non riesco ad uccidere? è colpa del caffè latte? è colpa di quella volta in cui le coinquiline hanno chiamato troppo presto i soccorsi?
è colpa mia?
ogni tanto ho lo stesso impulso del protagonista di fight club, quello di rovinare l'arte, distruggerla.
cancellare le poesie, coprire mondrian di nero, decapitare il david, giocare a calcio tra le rovine del tempio dorico di taranto, ricoprire di graffiti la loggia del lionello di udine.
scrivere dell'arte solo per ucciderla.
tutto è un gioco, io sto avendo un attacco di panico da cinque minuti e tu te lo sei pure letto, scusami, non volevo.
voglio una seconda chance, non voglio intimorire, voglio che mi capiscano. voglio che qualcuno si innamori delle mie parole, voglio ammaliare per la magnificenza che può portare il disastro.
sento il fumo in bocca, ho il fumo in bocca. voglio toglierlo, non lo voglio più.
voglio chiedere al pittore maldestro di non deturparmi, voglio smetterla di sentirmi di troppo, voglio che qualcosa mi stupisca invece di anticipare sempre tutto, non voglio che gli altri mi diano un'occhiata e abbassino subito lo sguardo. non voglio parlare e far sentire gli altri stupidi. voglio riuscire a studiare e parlare del perché ami così tanto il mio corso di università e voglio degli amici che amino qualcosa, che amino tutto, che riescano ad amare, voglio dare un'altra possibilità agli stoici e la loro pantomima sulla disciplina.
voglio voglio voglio,
voglio un'altra sigaretta
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kyda · 1 month
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do con cautela una possibilità a un libro che dopo un paio di pagine sembra ancora carino ma poi compare L'UOMO SCRITTO DALLA DONNA e arrivo a quella parte in cui era li, l'uomo che stava per rivoluzionarle la vita era lì e lei non voleva vederlo né parlarci [...]. semicosciente lei passa di viso in viso fino a capitare sul petto di un orso polare (contesto: aveva una pelliccia suppongo ma mi fa veramente troppo ridere scritto così). inebetita non reagì quando l'orso polare mormorò un "buonasera" , gelido, da lassù, molto sopra la sua testa e mi sembra ovvio che il prossimo passo è cancellare immediatamente il suddetto libro dalla mia libreria e aggiungerlo alla lista dei libri non finiti perché troppo cringe ma perché comunque qua il problema allora non è più solo l'uomo scritto dalla donna ma la donna scritta dalla donna. mi sbaglio? o boh a questo punto sarò io troppo alta che non riesco a immedesimarmi ma veramente? cioè: è normale che la scrittrice ritenga necessario e indispensabile alla trama che l'orso-uomo da seduto in carrozza deve piegarsi perché sfiora il tetto con la testa? ed è necessaria l'ostentazione di questa ossessione per cui la ragazza deve obbligatoriamente essere piccolina bassina magrolina carina (ma ritrosa ovviamente!) di fronte alla montagna d'uomo/orso polare gelido in questo caso che si ritrova davanti, altrimenti non c'è piacere? non la smetterò mai di ridere di questa cosa e deridere questi libri è veramente troppo ridicolo e non riesco a prenderli sul serio e scusate se vi piace leggerli, non lo capisco ma non giudico (troppo) i gusti di lettura, è che non posso rimanere indifferente se libri così piacciono così tanto e nella testa di chi li legge queste cose sono quelle che piacciono di più probabilmente e magari le ragazze pensano che dovrebbe essere così o che se fosse così sarebbe stupendo o un sogno o perfetto e io non posso, non posso non posso ignorare mi dispiace, pura ricerca sociale se mi si passa il termine. continuerò a leggerli e criticarli tutti (anche se dopo fourth wing non ne finirò mai più nessuno perché con quello mi sono avvelenata e non lo rifarò)
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tulipanico · 10 months
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Finally, faccio questo giochino in cui quel cuore di @nonamewhiteee mi aveva taggata forse un mese fa
1. Are you named after anyone? Parte del mio nome presa da quello di nonna paterna
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto? Ieri lol, prima per rabbia, perchè insomma avere a che fare con le persone è proprio difficile, poi per tenerezza.
3. Hai figli? Ci mancherebbe
4. Fai largo uso di sarcasmo? Soprattutto verso me stessa, ma sì, vado avanti a pane, gin tonic e sarcasmo
5. Quale sport pratichi o hai praticato? Da piccola perlopiù danza, nuoto e sono cintura bianco-gialla di karate. Ora faccio la stella marina a letto.
6. Qual'è la prima cosa che noti in una persona? Come si pone, se è gentile con le persone che ha intorno, il sorriso (!!!). Le sensazioni che trasmette, la luce che ha. Fisicamente comunque guardo tanto il viso in generale.
7. Quale è il colore dei tuoi occhi? Un osservatore poco attendo direbbe marroni, in realtá sono un po' verdini.
8. Scary movies o Happy ending? Mi piacciono le cose che non finiscono, che ti lacerano, straziano, e non ti dicono chiaramente che succede facendoti arrabbiare. Non credo troppo nei finali.
9. Qualche talento particolare? Mettermi i bastoni tra le ruote
(poi, facendo la brava, potrei dire che credo di scattare belle foto e mamma dice che quando scrivo riesco a fare provare le emozioni sulla pelle di chi ascolta o legge quelle parole. Nonna dice che ho le mani d'oro su tutto ciò che faccio, però insomma)
10. Dove sei nato? Nata e cresciuta e probabilmente morta a breve in questa cittá marittima dell'Emilia Romagna.
11. Quali sono i tuoi hobby? Fissarmi sulla cosa che mi piace in un dato momento, lettura, fotografia, disegno, ricamo, prendermi in giro.
12. Hai animali domestici? Il gatto più bello del mondo.
13. Quanto sei alta? La carta d'identità dice un metro e sessanta.
14.materie preferite a scuola? Materie scientifiche (raga sì, mi piacevano fisica e matematica, e onesta mi mancano molto), ma anche arte e filosofia. E lettere.
15. Dream job? Non uno per la vita. Ne parlavo l'altro giorno con Eva, non so se potrò mai fare a meno di un lavoro a contatto con le persone. Sicuramente la logopedista in medicina riabilitativa/neurologia mi renderebbe molto felice. Mi sarei vista bene col camice bianco, adorerei vivere d'arte.
Non taggo nessuno perchè oramai lo avete fatto tutti, ciao e buona domenica amichetti
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omarfor-orchestra · 1 year
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lui comunque ha una capacità di non centrare mai il punto del discorso non indifferente lol cioè va bene voler dare un consiglio - che comunque nessuno ha chiesto - ma prendertela con chi si spoilera cose non ha senso, considerato che ognuno fruisce di un prodotto nel modo che preferisce e ritiene più adatto a sé e non è neanche vero per tutti che lo spoiler rovina poi l'esperienza di guardare una serie..anzi, io negli spoiler ci sguazzo allegramente ma non per questo poi non mi godo gli episodi o non li apprezzo. però mi sento di dargli un po' ragione quando dice che c'è questa smania di dover "pubblicare" tutto che a volte mi sa di mancanza di rispetto verso chi lavora (nel caso delle riprese sul set pubblicate su tiktok) e verso chi gli spoiler non li sopporta..da ieri ho la tl di twitter piena di foto-video-tweet spoiler e la maggior parte non sono segnalati in alcun modo, buttati lì senza hashtag o altro, roba che non devi impegnarti manco tanto a cercarli perché te li trovi davanti proprio..ci sta volerne parlare, anzi, però con un po' di accortezza in più potrebbero coesistere sia quelli che amano gli spoiler sia quelli che li odiano 🥲 però ecco, non ha senso criticare chi se li legge, additandoli come dipendenti dai social, ma me la "prenderei" di più con chi li fa senza pensare che magari qualcuno possa essere "infastidito"..che poi vabbè ora la maggior parte delle cose le ha pubblicate la rai stessa per i famosi fini promozionali quindi boh se la prendesse con loro
Infatti su questo gli dò ragione, la gente dovrebbe curare meglio i contenuti che pubblica nel rispetto degli altri anche se spesso è difficile controllare ciò che circola. Lui si lamenta anche dei giornalisti e cazzi e mazzi, ma non venire a lamentarti con me spettatore, lamentati con chi di dovere se non ti sta bene come cosa, esercita quel briciolo di controllo che ti compete.
Detto questo e dandogli tutti i meriti e i diritti del caso, smettila di rompere su quanto e come mi voglio godere io la serie. È da quando hanno iniziato le riprese che si lamenta, io all'inizio gli davo pure ragione mo' basta
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ma-come-mai · 2 years
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Un’insegnante risponde pubblicamente all’articolo di Fabio Fazio “È accettabile che i ragazzi siano istruiti da chi nega la Scienza?"
Gentile Conduttore televisivo,
da tempo ormai ho scelto di non guardare le sue trasmissioni che comunque, anche in passato, non meritavano più che uno zapping fugace; ma in questi giorni alcuni conoscenti mi hanno sottoposto un suo recente articolo a cui sento impellente il bisogno di rispondere. Lei per me fa parte di quel gruppo di persone, così diffuse in una certa sinistra italiana, che cela boriosamente dietro alla battuta — mi consenta, ormai ripetitiva e obsoleta — e l’aria da piacione, la saccenteria di chi pensa di detenere il primato dell’intelligenza e di possedere la rivelazione dell’unica verità.
Ebbene, nel citato articolo lei esce allo scoperto e mette in evidenza proprio queste sue caratteristiche che lo portano a fare del facile moralismo. Nello specifico, lei si attribuisce un ruolo — peraltro infame — che nessuno le ha dato e si eleva a giudice di una intera categoria di professionisti quale quella degli insegnanti, a cui io appartengo da trentatré anni.
Non so a che titolo faccia questo, se di opinionista o conduttore televisivo, ma poco importa perché, essendo lei un personaggio noto al pubblico italiano, le sue affermazioni rischiano di avere un impatto pericoloso su quella enorme fetta di utenza che oggi si nutre di mainstream e reti sociali e vi si affida incondizionatamente senza nessuna capacità critica. Lei lo sa. Proprio per questo credo che abbia una responsabilità in più, di cui ora le chiederò conto.
Nel suo articolo, infatti, lei muove accuse gravissime, e le muove proprio verso di me. Le muove verso migliaia di persone che hanno fatto scelte consapevoli e peraltro previste dalla legge italiana, alle quali corrispondono nomi e cognomi, volti e menti pensanti. Lei muove verso ognuna di queste persone accuse gravissime, a partire da etichette improprie, che sempre denotano l’ignoranza di chi ne fa uso, quale il termine “no-vax”, a espressioni tassative come “detentori di comportamenti palesemente irresponsabili” e ancora “persone che hanno professato atteggiamenti anti-scientifici e addirittura pericolosi per sé e per gli altri”, fino a paragonare detta categoria di docenti a “terrapiattisti”, “razzisti”, “negazionisti”, “stregoni” e finanche “artefici di riti magici”.
E’ evidente che qui si vada ben oltre il vilipendio e che ci siano gli estremi per una denuncia. Ma io, a differenza di lei, che lancia accuse gratuite prive di qualsiasi argomentazione, cercherò di spiegarle e di spiegare perché le sue asserzioni sono fondate sul nulla. Lei basa, infatti, il suo presunto argomentare su una premessa che è in sé falsa; è dunque evidente — e questo è alla base della logica filosofica — che la falsità della premessa vada ad invalidare il ragionamento nella sua interezza. La premessa falsa su cui lei fonda il suo articolo è infatti che chi non si sia sottoposto a vaccino Covid neghi la Scienza. E tale affermazione è tanto più grave quanto non supportata da alcun dato oggettivo, se non i morti da Covid in Italia e nel mondo, su cui peraltro ci sarebbe moltissimo da argomentare, e di cui neppure specifica le fonti, dando evidentemente per scontato che la sua persona possa essere in se stessa garanzia di veridicità e oggettività.
La invito a studiare, signor Fazio. Quella stessa Scienza di cui lei si riempie la bocca, infatti, non funziona così, ma si avvale di sperimentazioni, ipotesi, ragionamenti inconfutabili e poi, anche quando perviene a delle conclusioni, continua a ricorrere alla ragionevolezza del dubbio. E può succedere che riformuli se stessa e pervenga a conclusioni nuove finanche diverse da quelle precedenti. Altrimenti, per tornare al suo infelice esempio, oggi penseremmo ancora che la Terra sia piatta.
Nella sua paginetta bacchettona, invece, manca qualsiasi riferimento alla vera Scienza che in questi ultimi due anni ha visto posizioni persino contrastanti, in quanto continuamente in ricerca. Accanto a medici quali Crisanti, Bassetti e Pregliasco — tra i volti più noti del mainstream e pertanto sicuramente noti anche a lei — ce ne sono altri quali Bizzarri, Frajese, Mazzone, che probabilmente lei non conosce neppure o non ha mai ascoltato con attenzione; ci sono Alberto Donzelli (medicina preventiva), Paolo Bellavite (ematologo), Marco Cosentino (docente universitario di farmacologia), Patrizia Gentilini (oncologa ed ematologa), Eugenio Serravalle (pediatra esperto in strategie vaccinali per l’infanzia); ci sono i membri del CIEB, Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina, e un’infinità di altri nomi in Italia e all’estero. Davvero lei ritiene che siano tutti stregoni? E in base a quale conoscenza scientifica da lei ostentata e mai rivelata, ritiene che il parere di Pregliasco sia da ritenere scientifico e quello di altri suoi colleghi invece no? Ce lo vuole spiegare, signor Fazio? O, come dicevo prima, crede forse che basti la sua firma a margine per accettare le sue parole come fossero assiomi? Ha mai sentito parlare di terapie domiciliari e in generale della possibilità di curarsi e curare — contro l’insensato protocollo della “Tachipirina e vigile attesa” — o del plasma iperimmune individuato dal dottor De Donno come possibile cura? Ha mai sentito parlare dei drammatici dati sui decessi e gli eventi avversi raccolti nella UE e pubblicati da EudraVigilance o negli Stati Uniti da VAERS, signor Fazio? Si è interessato, in qualità di conduttore televisivo, di approfondire il mistero dei “Rapporti intermedi di sicurezza” richiesti dall’Aifa e mai pervenuti (vedasi articolo su “Panorama” del 20 aprile 2022)?
Temo invece, signor Fazio, che le sue affermazioni siano meramente politiche e nulla abbiano a che vedere con la Scienza. Lei certo è libero — come dovrebbe essere per ogni cittadino, docenti inclusi — di esprimere un parere, e persino di affermare la sua adesione incondizionata al sistema, se ci crede; ma è altrettanto certo che non può fare di quel suo punto di vista l’unica via possibile per l’Umanità, e che in nessun modo può, in nome di quel punto di vista, offendere e denigrare migliaia di lavoratori intellettualmente onesti e coerenti.
Ecco perché rimango, signor Fazio. Ecco perché il mio ruolo a scuola, oggi, in qualità di docente non vaccinata, è più che mai necessario. Rimango per spiegare ai miei studenti cosa succede quando un pregiudizio o una visione parziale della realtà vengono sbandierate come certezze assolute. Rimango per renderli consapevoli rispetto ai rischi di un’informazione di massa strumentalizzata e strumentalizzante, di cui lei, signor Fazio, si è fatto ottimo esempio. Rimango per insegnare loro l’importanza della ricerca, l’intelligenza del dubbio, il confronto ideologico. Rimango per difendere la libertà di scelta e di espressione che lei, signor Fazio, con il suo articolo vorrebbe, senza riuscirci, sopprimere.
Agrano, 25 aprile 2022
Chiara Tazzini
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Capisco che quello del farmacista è comunque un lavoro da medico, ma dio santo quanto mi sento a disagio quando ci vado per ordinare 3/4 medicine diverse tutte per l'ansia e in passato per la depressione, più ora farmaci per le allergie, ma comunque gli psicofarmaci mi mettono più a disagio, mi chiedo cosa pensi la farmacista nel vedere tutte quelle gocce intestate a me, magari niente, vedrà di peggio eh, però boh, mi sento così debole e sbagliata, con qualcosa di rotto che devo mostrare a qualcuno di sconosciuto (e direte voi, vabbè cazzo tene, ti fai delle pare inutili visto che appunto è il suo lavoro, vedrà tanti altri casi simili ai tuoi, non fai nulla di male), lo so, lo so. Dicono che sempre più giovani caschino nella depressione e nell'ansia e mi chiedo perché? Che cosa c'è nell'aria che ci sta facendo ammalare in gran quantità? Io odio essere così debole, non ne posso più, mi sforzo di andare avanti, cerco di non lamentarmi più con nessuno dei miei stati d'animo perché tanto sarei solo un peso e nessuno può fare niente per guarirmi, può solo aiutarmi a distrarmi per un po', quindi sì a volte chiedo aiuto per distrarmi ma del resto so che dipende da me. Odio, odio, odio sentirmi debole, perché sotto sotto credo nella legge del più forte anche se un tempo ero dalla parte dei deboli ma ora non so se ci riesco, non so se tollero più questa debolezza umana, perché io non la tollero più in me e il peggio è che non basta questo a farmi essere più forte, non basta pensarlo purtroppo e mi odio perché non ne esco da questo circolo vizioso del cazzo. La gente intorno a me sembra non avere problemi come i miei e se da un lato mi sento più leggera dall'altro mi sento incompresa, ma in fondo ho bisogno di persone così intorno a me che non mi facciano pensare a tutto il male che c'è al mondo. Peccato poi che non ho stretto amicizia con la gente di qua, infatti ogni volta che sto con gli amici di lui mi sento comunque un'estranea la cui presenza non fa né caldo né freddo. Non so cosa mi prende, io non ero così un tempo.
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un-intruso-nel-mondo · 5 months
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La ruota Tumblr:
siamo un gruppo di persone che studiano Psicologia che ha fatto partire questa Challenge su Tumblr. Domande comuni che possano unire le persone e portare a nuove conoscenze e scambi di idee.
Questa settimana: Cosa diresti al tuo primo amore se lo incontrassi? C'è stato un amore non nato che rimpiangi? Raccontacelo.
La tua esperienza potrebbe essere la nostra esperienza<3 Poi, se ne hai voglia fai la domanda ad un altro blog che ti interessa, così che la catena non si spezzi. Puoi farlo anche anonimamente. Grazie!
Ciao, studenti di psicologia! Chi mi legge da tanto, sa che non ho mai avuto una ragazza e dunque non saprei come poter rispondere al primo quesito, però ciò non toglie che io non mi sia mai innamorato di qualcuna. Proverò a rispondere lo stesso in qualche modo, sperando vi possa andar bene.
La prima cotta che ho avuto l'ho provata per una ragazza della mia parrocchia, avevo 15 anni, lei qualche mese in meno. Non la conoscevo poi spesso mi sorrideva e quel sorriso mi faceva senitre le farfalle nello stomaco. Il problema era che data la mia timidezza e (forse) anche la sua a quell'età, non avevo mai il coraggio di salutarla. Un giorno spinto da mio fratello, le scrissi ciò che provavo per messaggio e dopo avermi detto che non provava gli stessi sentimenti, le chiesi gentilmente di non dirlo a nessuno (promessa non mantenuta perchè poi le voci circolarono). All'inizio nel vederlo ero molto imbarazzato, crescendo, quando mi capita di vederla ci scambio due parole o comunque la saluto sempre.
C'è un'altra persona però, che merita menzione e credo che sia stata quella che abbia fatto più breccia nel mio cuore, ma onestamente non mi sento ancora pronto nel rivederla nonostante abbia superato il tutto da diversi mesi.
Non so se chiamarlo rimpianto o no, ma sempre all'eta in cui ebbi la cotta per la ragazza della parrocchia, ci fu una persona, sempre nello stesso contesto, per il quale nutrivo molto affetto e simpatia. Parlavamo sempre e ci scambiavamo dei bei abbracci. Voci di corridoio mi dissero anni dopo che lei era innamorata di me, ma io continuerò a non crederci, perchè sono del parere che quando una persona nutre sentimente, debba dirlo. Il rifiuto fa male, ma non possiamo pensare che debba sempre essere il ragazzo a rivelare i sentimenti. E con questo non voglia creare un polverone.
Spero che le risposte possano esservi state utili!
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rideretremando · 8 months
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CONTRO CACCIARI
"Quando Massimo Cacciari va a caccia di farfalle etimologiche: una noterella
Ogni tanto mi imbatto in formulazioni apodittiche del filosofo Massimo Cacciari che so essere un grande idolo intellettuale per molti e noto che spesso esse hanno a che fare con etimologie assolutamente improbabili ma date sempre per certissime (qualunque cosa lui dica la dice come cosa su cui solo un cretino potrebbe avere dei dubbi).
Ora, lui fa parte di quei filosofi (il cui capostipite è Heidegger) che credono che l’etimologia di una parola (naturalmente soprattutto quelle provenienti dal greco) chiarisca l’essenza di tale parola, riveli il suo “significato essenziale”.
E’ una pretesa assolutamente fallace, non è infatti l’origine antica delle parole a chiarire il suo senso “vero” bensì l’uso che se ne fa secondo accezioni mutevoli nel tempo.
Per questo tipo di operazioni il filosofo Wittgenstein parlava di "uso intransitivo" di certe espressioni in cui si dà una sorta di ripiegamento dell’espressione su se stessa, considerandola fuori da ogni contesto d'uso.
E invece no le parole hanno un significato sempre contestuale, mutevole e mai univoco, mai essenziale. E comunque se fai l’etimologista della domenica informati bene prima di parlare, no?
Ecco, leggo per esempio in una pagina dove MC si sbizzarrisce in questi esercizi acrobatici di fanta-etimologia, un passo come questo, uno tra i tanti eh:
“Assumere la sostanza che ci dà vita è inizio del conoscere, origine immanente in ogni suo atto: ciò appare chiarissimo nella prossimità tra ‹gígnomai›, ‹gigno›, ‹gignósko›)” (Massimo Cacciari, Labirinto filosofico, Adelphi, Milano 2014 (prima edizione), 6. ‘In ascolto del Logos’, 6.2 De anima, p. 178.)
Non me ne intendo di queste cose, vero, ma quando Cacciari dice che una etimologia è “chiarissima” subito mi metto in allarme e così mi informo che non è poi cosa impossibile da fare, soprattutto oggi con la Rete ecc.
E scopro che l’accostamento che a MC “appare chiarissimo nella prossimità tra <gígnomai>, <gigno> e <gignósko>” è invece solo dilettantescamente impressionistico. Scopro cioè che il greco γίγνομαι/gígnomai ‘essere (nato)’ e il lat. gigno ‘generare’ derivano sì entrambi da *ǵenh1- ‘far nascere, generare’ (per intenderci è la medesima radice di genus, genitor, gens, ecc. e dei numerosi corrispettivi in greco, in sanscrito e nelle varie lingue indoeuropee). Ma invece γιγνώσκω/gignṓskō, deriva da tutt’altra radice: *ǵneh3- ‘conoscere’ (cf. lat. (g)nosco). E *ǵenh1- e *ǵneh3- sono due radici assolutamente diverse.
Ora va da sé che al filosofo veneziano non pareva vero di poter connettere suggestivamente il dare la vita all’inizio del conoscere, ma dal punto di vista linguistico accostare queste due radici è la stessa cosa che accostare l’italiano cane e acne.
Che ne direste voi di un filosofo che costruisse un ragionamento su questa presunta connessione etimologica tra “acne” e “cane”? Direste: ma che dici dai!? Pensaci su un po’ prima di parlare…
E mica è l’unico caso i suoi libri sono pieni di para-etimologie e questo lo si deve al fatto che MC come il suo sodale Emanuele Severino si fidava molto di un glottologo come Giovanni Semerano.
Giovanni Semerano è ritenuto dagli studiosi seri del tutto inattendibile, ma per MC e ES no, Semerano è una autorità indiscussa.
Ora uno potrà dire è ma mica è un glottologo Massimo Cacciari!? Sì ma appunto perché allora deve mettersi a trafficare con queste etimologie in cui evidentemente non si raccapezza, dove si fa guidare da suggestioni fonetiche.
Nel mondo in cui sono cresciuto io errori così sarebbero stati quanto meno segnalati e invece no nessuno lo ferma mai.
Lui butta lì una tale quantità di suggestioni para-etimologiche che chi legge pensa boh sarà vero, se lo dice Cacciari sarà vero, no? E invece quasi sempre è falso, ma insomma dirlo forse non vale neanche più la pena. Che ognuno si faccia le etimologie che più gli piacciono…"
Stefano Brugnolo
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gcorvetti · 1 year
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Finale scontato.
L' avevo detto più di una volta che avrebbe vinto il mengoni, di tutte le canzoncine è quella più sanremese ma personalmente trovo il suo timbro di voce terribile, ottima tecnica vocale ma timbro indecente. Quello che ho notato in quest'anno, si alla fine ogni tanto sbirciavo, è che non solo le canzoni in generale erano di una qualità artistica così bassa che i Vanzina facevano film da oscar ma che molti dei partecipanti non hanno idea di come si canta, nessuna tecnica, voci terribilmente asettiche e da principianti al karaoke, esempio coma_cose che già il nome fa molto metadone o mdma, io non sono un cantante ma cristo almeno sono intonato e cerco di seguire la tecnica giusta per fare uscire la voce. Oggi ho scambiato alcuni messaggi con un'amica proprio sul festival, lei mi fa notare che è stato il festival dei surgelati dinosauri, inutile fare nomi, alcuni di loro però almeno sanno cantare e ancora hanno la voce e cosa importante sanno tenere il palco, ma sempre dinosauri sono, rispetto ma anche basta. Non parliamo poi di atteggiamenti e ridicoli vestiti solo per avere un'immagine trasgressiva, questa cosa dell'immagine è scappata di mano. Quello che dico e ribadisco è che Sanremo è uno show televisivo che con la musica non ha niente a che fare, come i talent show, è parte del costume e rispecchia la società italiana in pieno nel suo vuoto cosmico e provincialissimo del termine dove si cerca di tappare i buchi con pezze di qualsiasi colore basta che il buco non si veda; per concludere c'è da dire che ogni anno è sempre peggio, dare in mano una cosa così importante, volendo o no il festival è (o almeno era) una manifestazione importante, ad uno che non ha nessun talento artistico e nonostante abbia fatto il DJ nella scuola di Cecchetto (che reputo un genio del nostro tempo passato) non ha imparato niente ma è soltanto uno che legge i gobbi e fa quiz televisivi mi sembra una decisione del tipo :"Si mettiamo una marionetta e scriviamogli quello che deve dire" da parte di un'azienda che prende soldi dallo stato, dagli inserzionisti e che strozzina gli italiani facendo pagare una quota mensile che non è pari alla qualità che viene proposta la trovo semplice disgustosa, ma questa è l'Italia, il paese di chi fa le cose a minchia tanto non si ribella nessuno. Come ciliegina sulla torta leggo che zello ha detto che vinceranno con la cultura, quale cultura? Quella di vendere il proprio paese agli yankee o quella della corruzione a tutto tondo? Stop.
Cambiamo discorso che è meglio. Stanotte ho fatto un sogno stranissimo, forse l'object writing sta avendo i suoi effetti ma strano che si ripercuota sui sogni dovrebbe risvegliare lo scrittore che è in me ma quando sono sveglio, ma una cosa positiva c'è, cioè che si sveglia prima di me :D, comunque, il sogno era più o meno così : Ero il direttore, non il manager, di un ristorante di ultra lusso dove a servire ai tavoli ricchi figuri erano belle ragazze in pantaloni e giacca sagomata con tacchi e...roba che si vede in passerelle di alta moda, dove alcuni tavoli erano transennati da separé stile art decò quelli per due persone, dove tutto era perfettamente una macchina dalla cucina al bar, un posto direi fantastico. Non che nel sogno, perché anche i sogni raccontano la realtà, una delle ragazze sbagliava e il cliente si inalberava, dovevo andare a riparare il danno. A quel punto ho iniziato a capire cosa la mia mente stava costruendo, il ristorante in questione era gestito dalla mafia, riciclaggio selvaggio, il fatto che c'erano ricconi era proprio perché davamo un servizio super top, da stellina michelin per intendere, e io ero un affiliato di basso livello perché gestivo il locale e quindi fuori da loschi affari. Nel locale era vietato, categoricamente, provarci o toccare le ragazze, ordini dall'alto, ma una sera c'erano questi ragazzetti di buona famiglia che ebri di alcol e cocaina hanno esagerato, come prima cosa li ho fatti pestare a sangue dai buttafuori, ci sta, poi a colloquio col boss c'era il padre di uno di sti qua che asseriva che suo figlio non avesse fatto niente di male, ma la registrazione della telecamera (una per ogni tavolo) non diceva la stessa cosa, al che il boss si è irritato dicendo chiaramente al malcapitato che le ragazze sono come gli angeli e non si toccano, quando il tizio uscii ordinò ai tira piedi di fargli fuori il figlio come avvertimento e di tagliare i ponti con le sue attività lasciandolo preda di altre cosche. Il sogno si chiude con il boss che mi dice che tutto va bene e che sto facendo un lavoro eccellente. L'atmosfera del sogno era un pò rarefatta, Felliniana, le ragazze erano stupende nella loro uniformità alla divisa un pò come tutto l'ambiente, sarebbe da scrivere un racconto o una sceneggiatura per un film, ma mi limito a fare il mio lavoro tra note e corde lasciando ai sogni il compito di ispirarmi.
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desiamodoro · 1 year
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L’inferno esiste davvero?
L’inferno è un luogo di tormento eterno?
NO.
I termini originali che in alcune antiche traduzioni della Bibbia sono resi “inferno” in ebraico “Sceol”; in greco “Ades” si riferiscono fondamentalmente alla Tomba, cioè il luogo simbolico in cui si trovano i morti.
La Bibbia mostra che chi è nella Tomba ha smesso di esistere.
Chi è morto non è cosciente e non prova dolore.
“Non ci sarà né attività, né ragione, né scienza, né sapienza giù negli inferi” Qoèlet 9:10, CEI, 1988.
L’inferno non è un luogo pieno di lamenti di persone che soffrono.
Anzi, la Bibbia dice: “Siano i malvagi a provare vergogna; siano ridotti al silenzio nella Tomba. (negli ìnferi)
Salmo 31:17 ; 115:17
Dio ha stabilito come pena per il peccato la morte, non l’inferno di fuoco.
Dio disse al primo uomo, Adamo, che la punizione per la disubbidienza ai Suoi comandi sarebbe stata la morte.
Genesi 2:17
Non parlò di un inferno in cui sarebbe stato tormentato in eterno.
Dopo che Adamo ebbe peccato, Dio disse: “Polvere sei e polvere tornerai”. Genesi 3:19
Quindi Adamo avrebbe smesso di esistere.
Se Dio avesse voluto mandarlo in un inferno di fuoco, lo avrebbe sicuramente detto.
Dio non ha cambiato la punizione per quelli che disubbidiscono alle sue leggi. Molto tempo dopo il peccato di Adamo, Dio fece scrivere nella Bibbia queste parole: “Il salario del peccato è la morte”. Romani 6:23
Non c’è motivo di aggiungere altre punizioni: “chi è morto è stato assolto dal suo peccato”.
Romani 6:7
Dio detesta l’idea di che qualcuno venga tormentato in eterno.
Geremia 32:35
Un’idea del genere è contraria all’insegnamento biblico secondo cui “Dio è amore”.
1 Giovanni 4:8
Lui vuole che lo adoriamo perché lo amiamo, non perché abbiamo paura di un tormento eterno.
Matteo 22:36-38
Nell’inferno ci sono andate anche persone buone.
Le versioni della Bibbia che usano la parola “inferno” fanno capire che uomini fedeli come Giacobbe e Giobbe si aspettavano di andare all’inferno.
Genesi 37:35; euro Giobbe 14:13
Anche di Yeshu’a si legge che è stato all’inferno nel periodo fra la sua morte e la sua risurrezione.
Atti 2:31, 32
Naturalmente nei punti in cui in queste Bibbie viene usato il termine “inferno” ci si riferisce alla Tomba.
Qualcuno è mai tornato dall’inferno?
Sì.
La Bibbia dice nei dettagli in che modo nove persone che erano andate nella Tomba o “inferno”, come dicono alcune Bibbie furono risuscitate, cioè riportate in vita.
Se mentre si trovavano all’inferno fossero state coscienti, avrebbero poi parlato di quello che avevano vissuto lì. Comunque, nessuno di loro parlò di quello che aveva fatto lì, né tanto meno di un tormento.
Come insegna chiaramente la Bibbia, loro non erano coscienti; era come se dormissero profondamente.
Giovanni 11:11-14; 1 Corinti 15:3-6
Molte traduzioni moderne della Bibbia in italiano non usano la parola “inferno” in Atti 2:27. Alcune usano parole o espressioni come “inferi” o “mondo dei morti”.
Altre traslitterano semplicemente il termine greco originale e riportano “Ades”.
Giobbe 14:13: “Mi nascondessi tu nella Tomba “inferno”, Sales, stabilissi per me un limite di tempo e ti ricordassi di me!”
Cosa significa: Il fedele Giobbe sapeva che l’inferno la Tomba avrebbe posto fine alle sue sofferenze.
E sapeva anche che Dio avrebbe potuto farlo uscire da lì riportandolo in vita.
Salmo 145:20: “DIO protegge tutti quelli che lo amano, ma i malvagi li annienterà tutti”.
Cosa significa: Dio annienterà, o eliminerà completamente, le persone malvagie. Non le terrà in vita in un inferno di fuoco per tormentarle.
Ecclesiaste 9:10: “Nella Tomba “negli inferi”
il luogo in cui andrai, non si lavora né si fanno piani, e non ci sono né conoscenza né sapienza”.
Cosa significa: Chi è morto non è cosciente di nulla e non soffre.
Tra l’altro chi scrisse queste parole si stava rivolgendo anche a persone buone.
Atti 2:31: “Profeticamente disse della risurrezione del Cristo, che egli non fu abbandonato nell’inferno, nè la carne di lui vide la corruzione” (Sales).
Cosa significa: Quando morì, Yeshùa andò all’inferno, cioè nella Tomba.
Romani 6:23: “Il salario del peccato è la morte”.
Cosa significa: La punizione per il peccato è la morte, non il tormento nell’inferno.
Apocalisse 20:13:
“La morte e l’inferno rendettero i morti che avevano” (Sales).
Cosa significa: Chi è all’inferno non è vivo.
Verrà riportato in vita grazie alla risurrezione.
Apocalisse 20:14:
“L’inferno e la morte furono gettati nello stagno di fuoco” (Sales).
Cosa significa: Dopo che i morti saranno stati riportati in vita, l’inferno (la Tomba) sarà ormai vuoto e verrà distrutto per sempre, sarà per così dire gettato nel fuoco.
A quel punto la morte dovuta al peccato di Adamo non ci sarà più.
Romani 5:12
Termini biblici nelle lingue originali
Come mostra l’elenco che segue, i traduttori della Bibbia hanno creato confusione usando la parola “inferno” a fronte di termini che nelle lingue originali hanno un significato diverso.
In alcuni casi sembra che volessero sostenere l’idea che i malvagi non verranno distrutti, ma tormentati in eterno.
Sceol (ebraico שְׁאוֹל), Ades (greco ᾅδης)
Significato: luogo simbolico in cui si trovano i morti.
Salmo 16:10; Atti 2:31
Rese: Tomba le bibbie con traduzione più corretta (Sacre Scritture); inferi (CEI); inferno (Edizioni Paoline, 1964); sepolcro (Diodati); dimora dei morti (Sales).
Geenna (greco γέεννα)
Significato: distruzione eterna.
Matteo 5:30
Rese: Geenna (Ricciotti); inferno (Sales).
Tartaro (greco ταρταρόω)
Significato: condizione degradata dei demòni, che sono creature spirituali malvagie.
2 Pietro 2:4
Rese: Tartaro (Tintori, Pontificio Istituto Biblico); inferno.
Alcune religioni
hanno ridimensionato l’insegnamento riguardo all’inferno, a quanto pare più per andare incontro ai fedeli che per smentire un falso insegnamento.
2 Timoteo 4:3
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tuttinessuno · 1 year
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Oggi ho cancellato il mio ex dalle amicizie di facebook. Dopo quella crisi che ho avuto a novembre, dove ho deciso di sparire ovunque, cancellando tutti i miei profili social e spezzando la sim del mio telefono a metà, ho dovuto aprire un nuovo profilo facebook per gestire la pagina del mio allevamento di gatti e come profilo Instagram uso sempre e solo quello collegato alla vendita dei miei cuccioli. In quel profilo facebook, ho deciso di aggiungere principalmente altri allevatori, clienti, probabili clienti e 4 amici in croce, che conosco personalmente. Lui stranamente mi mandò la richiesta di amicizia ed io decisi di accettarla, perché in quel periodo continuavamo a sentirci quasi regolarmente. Oggi ho deciso di cercare per la seconda volta il suo profilo. Non l’ho mai cercato, se non quando accettai la sua richiesta. L’ho cercato solo per eliminarlo dalle mie amicizie virtuali e non l’ho fatto per chissà quale ragione. Ci ho pensato tanto su: non mi piaceva l’idea che potesse pensare di darmi fastidio. La sua presenza, lontana da me, non mi infastidisce in alcun modo. Né volevo pensasse che l’ho cancellato per una delle mie vecchie dipendenze. La media giornaliera dell’uso del mio cellulare è calata da 7/8 ore al giorno a 1 ora e mezza al giorno. E quando uso il telefono, principalmente lo uso per lavoro. Ogni tanto rispondo anche ai messaggi dei pochi amici selezionati a cui ho dato il mio numero, raramente mi capita di telefonare una o due amiche lontane, con cui ho piacere di scambiare quattro chiacchiere. Non cerco il suo profilo da nessuna parte, non m’importa più di tanto sapere cosa fa e cosa non fa e soprattutto sono consapevole -fin troppo consapevole- che sui social ognuno mostra la vita che vuol mostrare, quindi alle cose pubblicate dagli altri, in cui eventualmente si mostrano felici e sorridenti o, al contrario, tristi e depressi, do il giusto valore, a mio avviso. Solo perché, ovviamente, non sono a conoscenza di quello che accade dietro questi grandi schermi. E, tendenzialmente, se proprio mi interessa sapere qualcosa di qualcuno, sono abituata ad informarmi con il diretto interessato. Ma, alla fine, ho comunque deciso di eliminarlo dalle amicizie perché ho capito che, in fondo, di quel che poteva pensare me ne fregava relativamente poco, comunque sempre meno di quanto invece mi interessa proteggere quel che oggi ho e che mi fa star bene. Un giorno mi disse che aveva paura di mia madre, grande maga della magia bianca che non ha mai fatto del male ad una mosca. Io, invece, non ho mai avuto il coraggio di dire a lui che mi facevano paura le sue candele rosse, il suo strano rapporto con la wicca, la dipendenza assurda ed inspiegabile che avevo nei suoi confronti. Allora, dopo 3 notti passate a fare incubi, dopo aver toccato la mia nuova compagna ed aver sentito l’impulso di doverla ripulire energeticamente parlando, dopo aver guardato mia figlia ed aver avuto paura anche per lei, ho deciso di togliergli la possibilità di vedere ciò che di più personale può essere scritto e visto oggi, sui miei profili social. Perché in fondo non era complicato capire il motivo per cui mi tenesse nell’unico posto in cui, i cazzi miei, sono messi un po’ più alla luce del sole. E allora adesso scrivo, per ansia e perché ho un forte mal di testa che io so bene a cosa è dovuto. Scrivo perché ho bisogno di vomitare tutti i miei pensieri e lo faccio qui, nell’ennesimo posto nuovo che mi son dovuta creare, staccandomi per sempre da un blog che mi ha accompagnata per oltre dieci anni. Qui, dove nessuno mi conosce, dove nessuno mi legge, mi sento libera di scrivere quel che mi passa per la testa senza paura di esser giudicata o di sentirmi incompresa. Io so solo una cosa e la giuro su mio nonno: spero che le mie sensazioni siano del tutto sbagliate. Perché se così non fosse vorrei rassicurare questo essere e dirgli che confido molto nel potere dell’universo. Ma tu o chi ti sta particolarmente a cuore, se ti azzardi a toccare qualcuno che sta a cuore a me, torna a casa senza gambe. ❤️ Mi rassicura metterlo nero su bianco.
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sudokulife · 1 year
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E poi arrivano sti momenti, ste giornate in cui vorrei solo che tu fossi ancora qui.. mi manca tutto dalle serate e robe all’ aspettare l’alba assieme, ricordo ancora eravamo poco più che ragazzini.. tutti quei casini scavallati attorno a circoli e piccoli centri sociali della nostra città che ci davano merda addosso e ora ? Il meccanismo ora è diventato un po’ diverso però, quando capita ora qualcosa del genere ovunque so che è passato il tempo ma i casini a volte sono loro che vengono a cercare me.. in questo penso di avere un primato si è so che tu mi guardi, ma non so ne dove tu sia ne come tu faccia ma ti sento ed è la cosa più brutta spesso.. perché se ho paura si amplifica tutto e la paura diventa per due, quando arrivo al punto di immaginarti accanto a me, magari al bar o magari al giappo o a camminare dietro o affianco o chissà dove e chesso’ magari c’è pure altra gente con me è una cosa bella talvolta ma brutta altrettante volte, ho paura di non farcela fra senza di te e tutto un casino un fottuto casino, ricordo i discorsi seri fatti davanti alle macchinette nei weekend le nottate d’inverno alla stazione che puntualmente duravano ore per poi continuare fino a casa di tua zia..Mi ricordo fine settimana vari quando andavamo in yogurteria dopo cena e stavamo fino alla chiusura per poi aiutare l’unico dipendente che c’era a mettere via e continuare il tutto poi a casa tua o al bar, e magari ora mi metterò e ne scriverò altri 1000 di aneddoti del genere perché davvero mi manca tutto il fottuto tempo che ci siamo dedicati fino ad allora, quel maledetto giorno.. ora come ora sinceramente avevo in mente il casino che è successo in piazza San Secondo quell’inverno del 2014 o15 non ricordo, quando tisupplicai di stare da buster ancora un po’ e alla fine si era quasi fatta mattina su quella maledetta panchina in cui mi cadde il portafoglio (alla fine della storia siamo riusciti ad andare a riprenderlo fortunatamente) perché era arrivato quel tizio losco da dietro di noi facendoci subito due domande che sembravano innocue ma che poi si è rivelato un non so chi che voleva portarci chissà dove ma tu hai protetto entrambi col coraggio di un mastino quando chiunque o ci sarebbe cascato o non ne sarebbe uscito vivo o se sì con moolti danni.. quella sera avro dato uno anzi entrambi i polmoni per camminare velocemente e stare al tuo passo saltellando con le stampelle.. dalla paura avevo il cuore in gola e vedevo che anche tu non eri da meno mentre cercavi  e di fuggire da tutto quello oltre che dai miei occhi dove si specchiavano le nostre paure.. e senza tirarla tanto per le lunghe il momentaccio e poi passato e dopo esserci imbucati in un giardino di un palazzo fortunatamente ancora aperto e in tutto quello ricordo che avevo perso il portafoglio e me ne accorsi poco dopo perché volevamo andare a fare colazione.. vabbè ma comunque siamo riusciti a tornare indietro nonostante tutto perché non c’era più praticamente nessuno in piazza e il tizio non si è accorto che mi era caduto, ancora adesso che mi ricordo la vicenda sinceramente penso che entrambi non avessimo capito la nostra sorte se fossimo andati con lui ma fortuna vuole che nonostante si fosse approcciato in maniera educata ed impeccabile e che non dava palesi segni di essere un poco di buono però l’abbiamo sentito a pelle entrambi che dovevamo andarcene, non so ancora ora come abbiamo fatto a capirlo maaa.. menomale perché chiunque ci sarebbe cascato secondo me è chissà poi. Commungue.. pardon per la loquacità come sempre ma cazzo racconterei ancora il mondo, é veramente importante potermi sfogare qui per me che io parli di vicende e cose o solo del mio percorso personale, nonostante potenzialmente ci possa essere il mondo che mi legge non importa, va bene perché non mi sono mai o quasi sentito capito /apprezzato al di fuori di qui facendo certi racconti e discorsi.. e per la serie a tutto c’è un perché ho cominciato a ricordare, e ricordare perché giusto ieri sera ne è successo un’altra ma la racconterò nel prossimo (post troppo lungo sennò) Leo
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hellomavipitty · 2 years
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Non è una novità e l'ho scritto a caratteri cubitali "HO UN CERTO CARATTERINO E UN EGO SMISURATO" forse qualcuno dirà " eccheccazzo finalmente l'hai ammesso che hai un carattere di merda" ..... a quel qualcuno intimo di contenere l'orgasmo causato da tanta soddisfazione. E' incredibile come certe persone si perdono dietro a simili banalità e nel contempo siano inconsapevoli della tragedia che stanno vivendo e cioè il totale spreco della loro esistenza.
Io dal canto mio ho lunghi periodi di indolenza dove la maggior parte dell'umanità mi viene a noia....chi mi conosce bene lo sa, articolo a malpena un sorriso e biascico un ciao tanto per...
Comunque sia questo è il MIO carattere e non sta scritto da nessuna parte che lo devo cambiare per chissà chi. I miei amici lo sanno e mi accettano per quello che sono senza paranoiarmi con inutli dilungamenti sul perchè io sono plasmata in sifatta maniera. Queste sono le persone a cui do il mio affetto e la mia attenzione. Poi c'è il resto del mondo che vuole per forza imporsi con il contatto al quale non sono abituata e che mi causa fastidiose eruzioni cutanee simili ai ponfi dell'orticaria e che mi fanno fuggire nella direzione opposta. Non chiedo scusa a nessuno per il fatto di non riuscire a dissumalare un interesse che non ho.
I parenti ahimè li ho trovati in dote al momento della nascita, gli amici, grazie a Dio, me li posso scegliere e se non mi riesce di approffondire la conoscenza con qualcuno, quello resta un "conoscente. Ho la mi scala di valori e ho la mia scala di amicizie e sarebbe falso affermare che sono tutte uguali. Per me non è così, il "volemose tutti bene" per me è una cazzata immane. Quindi se qualcuno leggendo questo post sentirà il sale bruciare sotto la codina, invito ad effettuare un bidet con acqua fresca.
Ne ho i parenchimi pieni di falsi moralismi, questa è la mia vita, questa è la mia legge e scelgo io a chi voler bene e da chi farmi volere bene senza obblighi e condizionamenti. Non tollero le ingerenze nè tantomeno i consigli (se non richiesti), sono così fin da piccola.
A questo punto della storia il cammino si biforca in due strade: chi mi accetta per quella che sono ne percorrerà una al mio fianco, chi non mi accetta libero di prendere l'altra con i miei sentiti ringraziamenti e ossequiosi saluti ..
ALLA PROSSIMA...
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girasoledivetro · 2 years
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Seconda media,
14 febbraio,
Interrogazione di matematica.
Caso si voglia il primo numero estratto fu il mio,il numero 5 se non ricordo male,alla prima domanda già non ci capivo più nulla.
San Valentino,ero tutta a tema nel mio vestito preferito,capelli laterali tenute da rosse rosse,arricciati,un filo di trucco,unghie con i cuori e la più grande figura di merda in parte è arrivata così.
Ricordo la mia prof che sorridendo disse "non basta essere belli,bisogna anche sapere le formule ..." Qualcos'altro terminava la frase ma non ricordo l'argomento ora.
In quel momento ho desiderato come non mai essere intelligente,perché per me l'intelligenza o la avevi o non la avevi,così guardavo la più brava della classe rispondere ad ogni interrogazione o lezione,chiedendomi perché io non potessi essere intelligente come lei.
Fine dell'anno.
Mi dirigo verso la cattedra,prendo la verifica da sei,vado a sedermi e comincio a farla finché la mia prof non si ferma davanti a me e mi chiede come mai prenda sempre la verifica da sei,io le rispondo che è perché non sono brava e perché così mi assicuro la sufficienza,così lei mi chiede se per una volta posso provare a fare l'altra a patto che,se va male mi faccia rifare quella da sei,accetto terrorizzata e senza via di fuga.
A quella verifica ho preso 8 o 8.5 non ricordo esattamente e la mia prof mi ha proibito da quel giorno di prendere in mano di nuovo la verifica da 6.
Prima superiore,
primo giorno di scuola effettivo.
Ricordo che dentro la mia testa mi ripetevo che dovevo riuscire a restare concentrata,che non dovevo calcolare nessuno,volevo essere cone quella ragazza che rispondeva sempre alle medie.
A metà anno ho cercato di riempire le mie giornate di studio per non lavorare ma dovevo comunque farlo,così ho cominciato a ridurmi alla notte a fare lavori e riassunti.
Quinta superiore,
interrogazione a tappeto di italiano.
Dallo schermo del computer alzo la mano per rispondere alle domande o scrivo le risposte nella chat,la prof ogni tanto mi fa parlare,ogni tanto legge le mie risposte,annuisce sorridendo e torna a guardare la persona a cui ha posto la domanda.
Un anno dopo la maturità.
Uscire con 100 non mi ha certo resa libera,mi sento comunque stupida di fonte a tutti perché mi sento come se ogni persona ne sapesse comunque più di me e so essere così perché le persone ci sono arrivate prima,hanno iniziato a leggere prima,a studiare prima,ad uscire prima.
Ad oggi se ripenso a quella bambina seduta in prima fila,nel banco centrale,al centro esatto che pensa a quella domanda a cui non sa rispondere vorrei solo abbracciarla,dirle che non è nata stupida ma semplicemente che nessuno le ha spiegato che può essere intelligente,un po' come il ciuffo che voleva tanto come sua sorella ed invece si è ritrovata la frangia.
Piccola Ele,tu puoi decidere e per fortuna hai deciso.
Il sapere a differenza di come mi avevano detto non mi rende libera,semmai più sofferente nel saper vedere la libertà ma essere altresì cosciente che per ora non posso possederla ma so per certo che il mio sapere mi ha reso più intelligente.
Si,più intelligente,perché non sempre chi sa è davvero intelligente.
Grazie prof,perché quel giorno mi ha salvato senza saperlo,probabilmente vedendo dentro me una luce che nemmeno io sapevo scorgere.
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i-am-a-polpetta · 2 years
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oggi ho fatto una cosa terribile. che poi non l'ho proprio portata a termine del tutto.... sono tornata ad essere me stasera. sono finita in un circolo vizioso. a pasqua staremo con mio fratello e la sua ragazza. sto già male all'idea e spero di arrivare a pasqua sedata. mi sento a disagio. al lavoro mi chiedono tutti in continuazione come sto, se a casa tutto bene. rispondo sempre che va così così. mi fanno le carezze perché mi si legge in faccia che quel così così è una bugia. quando mi viene chiesto se ho fratelli o sorelle mi viene da rispondere di getto che avevo un fratello. ma non capirebbero che ho un fratello solo in una realtà diversa da quella in cui vivo e che comunque loro non vedono. dicono che mi invento le cose e che finisco con il crederci perché in realtà non è vero che sto così male. sono stanca di sentirmelo dire. sono stanca cazzo.
la psicologa lunedi mi ha detto che la mia realtà è un mondo pessimo. terribile rispetto alla realtà originale. le voglio molto bene. non riesco a fidarmi più di nessuno da quando il mio neuropsichiatria mi ha freddata per telefono. avevi promesso che mi avresti curato....
sto tanto male.
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