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#Pietro Vincenti
pietroaltarelli · 10 days
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Un Maestro del Calcio con un Occhio per il Talento
Pietro Altarelli, noto per la sua acuta abilità nel riconoscere e sviluppare talenti, è un allenatore esperto che ha dedicato la sua vita al calcio. Con anni di esperienza alle spalle, Altarelli ha dimostrato di saper trasformare squadre mediocri in formazioni vincenti.
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WOW che settimana!!!🤩
In diretta 2 ricette vincenti: le polpette vegane e gli arvoltoli umbri, per non parlare dello show cooking di Acqualagna dove ho ribaltato le regole di Chef e ospiti!😉
Il video con il mio maschio che si presta ogni volta che torna e forse sarà per questo che non torna mai😅❤️
[👉se non riguardi i video della settimana perdi qualcosa!😜]
…e poi l’emozionante articolo del giornalista Pietro su @thewom!😙🙏
Bella bella bellissima settimana e via avanti, vento in poppa e sorriso sulle labbra, quello sempre!!😊
👩‍🍳 un po’ di Elisa al giorno toglie il medico di torno! 👉 @elisa.cuorecucinaechiacchiere 😉
#ricette #dirette #cucina #passione #fotogrammi #polpette #arvoltoli #showcooking #acqualagna #filo #amore #spuntinidimezzanotte #popcorn #misognerete #articolo #intervista #thewom #elisaccc #popolofelice
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ecoamerica · 2 months
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Watch the 2024 American Climate Leadership Awards for High School Students now: https://youtu.be/5C-bb9PoRLc
The recording is now available on ecoAmerica's YouTube channel for viewers to be inspired by student climate leaders! Join Aishah-Nyeta Brown & Jerome Foster II and be inspired by student climate leaders as we recognize the High School Student finalists. Watch now to find out which student received the $25,000 grand prize and top recognition!
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lamilanomagazine · 2 years
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Pavia, “Donne e Sport bistrattate ma vincenti”
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Pavia, “Donne e Sport bistrattate ma vincenti”. La Questura di Pavia apre le porte ai giovani delle scuole superiori e agli studenti universitari della facoltà di scienze motorie che per l’occasione potranno collegarsi anche in streaming, al fine di acquisire crediti formativi, per un CONVEGNO dal titolo “DONNE E SPORT BISTRATTATE MA VINCENTI” organizzato insieme al Panathlon Club Pavia. L’evento ha ricevuto il partenariato del Gruppo Sportivo delle Fiamme oro della Polizia di Stato che ha concesso la partecipazione ufficiale di Elisa Di Francisca (Jesi, 13 dicembre 1982) schermitrice italiana, specialista del fioretto, Campionessa olimpica ai Giochi della XXX olimpiade di Londra 2012 sia nell’individuale e sia nella gara a squadre di Fioretto, vincitrice della medaglia d'Argento ai Giochi della XXXI Olimpiade di Rio de Janeiro nel 2016 nella prova individuale del Fioretto, della Coppa del Mondo nel 2011 e nel 2015. Sette volte campionessa mondiale e tredici volte campionessa europea tra individuale e prova a squadre, nonché vincitrice della medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo di Mersin 2013 sempre nell’individuale è una delle più forti schermitrici italiane di sempre tesserata per il Gruppo Sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato. L’evento ha ricevuto il patrocinio del Comune di Pavia, dell’Assessorato allo Sport e dell’Assessorato alle Pari Opportunità, della Provincia di Pavia, del Coni Pavia e del Raschiani Triathlon Team. L’appuntamento si terrà in Aula Magna della Questura di Pavia mercoledi 26 OTTOBRE 2022 dalle 9 alle 12. All’iniziativa parteciperà anche la campionessa del Mondo di nuoto paralimpico, plurimedagliata e pavese di origine Monica Boggioni anche lei portacolori della Polizia di Stato per le Fiamme Oro. Obiettivo della giornata formativa a sfondo culturale e sociale è scoprire i motivi e le circostanze che permettono alle donne di ottenere grandi risultati replicabili nel tempo evidenziando come le passioni possano trasformarsi in veri e propri percorsi di vita grazie all’impegno, alla costanza, alla determinazione e ad un tessuto di collaborazioni tra Enti e Istituzioni. Ad aprire i lavori saranno il Questore Alessio Cesareo e Andrea Libanore Presidente Panathlon Club Pavia. Presenzieranno le autorità istituzionali: Pietro Trivi Assessore allo sport del Comune di Pavia, Francesca Carola Mangiarotti Vice Presidente del Coni Lombardia, Attilio Belloli Governatore del Panathlon Area 2 Lombardia. Cinque i relatori che si alterneranno da Claudio Gregori giornalista sportivo e scrittore che parlerà delle atlete nella storia dello sport a Giuseppe D’Antona medico chirurgo e specialista in Medicina dello Sport, che focalizzerà l’attenzione sulle differenze intersessuali nella prestazione atletica. Con Alberto Casadei, ex atleta fiamme oro ed oggi Direttore tecnico giovanile della Fitri (Federazione Italiana Triathlon) si parlerà di come il mondo stia evolvendo con un numero di donne che praticano sempre di più lo sport ad alti livelli. Si analizzeranno differenze biologiche e psicologiche tra i due sessi, tematiche rafforzate con l’intervento della prof.ssa Maria Rita Gualea che evidenzierà aspetti legati alla medicina dello sport. Concluderà la panoramica Lucio Aricò che, tra le varie attività vanta la docenza presso la scuola del Coni con una focalizzazione sul calcio femminile professionistico a partire dall’attuale campionato in corso. Il convegno sarà moderato dalla giornalista e coach emozionale Cristina Sambruna.... Read the full article
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siciliatv · 2 years
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Sicilia, elezioni regionali del 25 settembre 2022. Ecco i candidati
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Elezioni Regionali Sicilia 2022: sono state pubblicate tutte le liste dei candidati presentate dai partiti per le votazioni che si terranno il prossimo 25 settembre riguardanti la regione. Le liste dei candidati Partito Democratico La lista dei candidati del Partito Democratico della Sicilia su base provinciale per le prossime elezioni regionali e il listino “Caterina Chinnici presidente”: - Catania: Barbagallo Anthony, Saverino Ersilia, Burtone Giovanni, Chinnici Valentina, Grasso Lev Salvatore Boris, Ferrante Massimo, Lo Giudice Antonino, Maugeri Mario, Panebianco Ketty Rita, Petta Giovanni, Randazzo Santi Maria, Faro Anna Maria Rita, D’Orto Concetta Antonella; - Agrigento: Catanzaro Michele, Martello Salvatore, Mazza Vita Maria, Passarello Calogero Raoul, Vella Stella, Zarcone Antonio; - Ragusa: Dipasuale Nello, Brullo Giuseppa, Stornello Francesco, Melia Silvia; - Trapani: Venuti Domenico, Bianco Giuseppe, Canino Lucia Daniela, Licari Maria Linda, Safina Dario; - Caltanissetta: Andaloro Marco, Castiglione Marina, Di Cristina Peppe; - Palermo: Cracolici Antonello, Angelini Fabio, Calabrese Antonio, Chinnici Valentina, Cosentino Isabelle Christine, Crisci Maria Rita, Giambona Mario, Li Calzi Cleo, Macaluso Pietro, Martorana Cettina, Mattaliano Cesare, Miceli Carmelo, Ribaudo Francesco, Spera Leonardo; - Enna: Venezia Sebastiano (Fabio), Patelmo Angela; - Messina: Bartolotta Antonino, Capria Francesco, Leanza Calogero, Mancuso Palmira, Mastroeni Giovanni, Pulejo Laura, Vitarelli Giuseppe; - Siracusa: Caramella katiuscia; Ciulla Vania; Cutrufo Gaetano; Spada Tiziano; Stefio Giuseppe. Centopassi per la Sicilia La lista dei candidai di Centopassi per le prossime elezioni di tutte le province: - Catania: Fava Claudio, Bellante Bruna, Benincasa Pompeo, Boria Laura, Brancati Domenico, Caruso Rosario, Colombrita Mario, Feltri Emanuele, Grassi Nicola, Grasso Domenico, Guglielmino Rosaria Valentina, Papa Marina, Zampaglione Amalia; - Agrigento: Aquilino Pietro, Fontana Vincenzo, Galvano Angela, Mallia Mario, Montalbano Giuseppe, Monteleone Teresa; - Enna: Zampaglione Amalia, Lentini Ettore; - Caltanissetta: Rubolo Fabio, Basile Valentina, Li voti Francesco. Forza Italia Anche la lista dei candidati di Forza Italia è stata pubblicata: - Agrigento: Margherita La Rocca Ruvolo, Riccardo Gallo, Vincenzo Fontana, Alessandra Fiaccabrino, Luigi Salvaggio, Angelo Vincenti; - Palermo: Miccichè Giovanni, Caputo Mario, Lentini Salvatore, Tamajo Edmondo, Alongi Pietro, Bruno Giuseppina, Cascio Francesco, Cicero Ilenia, Fricano Mario, Maniscalco Margherita, Mazzarino Adelaide, Mincica Giacomo, Morreale Pierluigi, Nicosia Silviane, Parisi Ferdinando, Vitrano Gaspare; - Catania: Marco Falcone, Alfio Papale, Nicola D’Agostino, Marco Maria Salvatore Alosi, Riccardo Angelo Pellegrino, Desirè Platania, Ivana Catena Pollicina, Antonino Russo, Salvatore Scollo, Marina Scordo, Deborah Tommasina Sozzi, Salvo Tomarchio, Antonio Villardita; - Enna: Francesco Occhipinti, Luisa Lantieri; - Messina: Bernardette Grasso, Tommaso Calderone, Giuseppe Picciolo, Giuseppe Corvaia, Bruno Cilento, Giovanni Villari, Donatella Sindoni, Daniela Di Ciuccio; - Palermo: Giovanni Miccichè, Mario Capito, Salvatore Lentini, Edmondo detto Edy Tamajo, Pietro Alongi, Giuseppina Bruno, Francesco Cascio, Ilenia Cicero, Mario Fricano, Margherita Maniscalco, Adelaide Mazzarino, Giacomo Mincica, Pierluigi Morreale, Silviane Nicosia, Ferdinando Parisi, Gaspare Vitrano; - Ragusa: Daniela Baglieri, Vincenzo Cannizzaro, Giovanni Cugnata, Marco Greco; - Siracusa: Edgardo detto Edy Bandiera, Corrado Bonfanti, Irene Ferrauto, Riccardo Gennuso, Concetta Morello; - Trapani: Antonino Detto Toni Scilla, Stefano Pellegrino, Nicola Li Causi, Rossana Palermo, Giusy Milazzo. Popolari e Autonomisti I candidati nella lista “Popolari e Autonomisti – Noi con la Sicilia. Schifani presidente”: - Palermo: Amato Paola, Barrale Valerio, Dell’Utri Giuseppe Paolo Emilio Alessandro, Di Carlo Calogero, Di Salvo Bartolomeo, Ferrigno Salvatore, Furio Maria, Gucciardo Manuela, Manfrè Gabriele, Marfia Annalisa, Panno Martina, Picone Morena, Saladino Paola, Testaverde Antonio, Lodato Patrizio, Vitello Claudia; - Trapani: Hopps Maria Concetta; Bonanno Giuseppe; La Barbera Claudia; Sturiano Vincenzo Patrizio; Rocca Angelo; - Caltanissetta: Caci Rosario, Dell’Utri Massimo, Ricotta Carmela; - Catania: Compagnone Giuseppe, Amendolia Antonino, Barchitta Francesco, Bucisca Martina Concetta, Caruso Gabriella Patrizia, Castiglione Giuseppe, Garigliano Francesca Filippa, Italia Salvatore, Lombardo Giuseppe, Porto Alessandro, Renna Sabrina Lucia Concetta, Sgroi Francesco, Spalletta Maria; - Siracusa: Bonomo Mario, Carta Giuseppe, Leone Raffaele, Tata Carmela, Raiti Adriana; - Enna: Colianni Francesco, Gemmellaro Francesca; - Messina: Genovese Luigi, Greco Marcello, Carnevale Emanuele, D’Angelo Nunziata, Frontino Luca, Mangano Paolo, Mazzeo Rosa Angela; - Agrigento: Di Mauro Giovanni, Galluzzo Assunta, Gulisano Giulia, Intorre Dyana, Licata Domenico, Maglio Vito; - Ragusa: Amato Paolo, Arestia Giuseppe, Nigro Rosaria, Vindigni Giovanni. Prima l’Italia – Lega Salvini Premier La lista dei candidati per il partito “Prima l’Italia – Lega Salvini Premier” è la seguente: - Agrigento: Carmelo Pullara, Carmelo D’Angelo, Sabrina Lattuca, Paola Sacco, Cesare Sciabarrà, Antonino Lauricella; - Caltanissetta: Oscar Aiello, Roberto Alabiso, Valeria Piera Rita  Vella; - Catania: Luca Rosario Luigi Sammartino, Fabio Cantarella, Anastasio Carrà, Santo Orazio Caruso, Carmelo Antonio Corsaro, Mercedes Floreana Di Mauro, Tiziana Fiscella, Agatino Giusti, Ignazio Mannino, Morsellino Brigida, Raffaela Musumeci, Sara Pettinato, Francesco Sanglimbene; - Enna: Nina Mancuso Fuoco, Lorena Amico; - Messina: Maria Aloisi, Antonella Bartolomeo, Giuseppe detto Peppino Buzzanca, Antonio Catalfamo, Giuseppe detto Pippo Laccoto, Giovanna Pantò, Davide Paratore, Marilena Salamone; - Palermo: Vincenzo Figuccia, Maria Anna Caronia detta Marianna, Alessandro Anello, Giovanni Di Giacinto, Giuseppe Arredi, Loredana Badalamenti, Carolina Barbagiovanni, Gaetano Cammarata detto Tanino, Maurizio Castagnetta, Salvatore Causarano, Michele Cerniglia, Giuseppe Di Vincenti, Simona Gallina, Davide Lercara, Alfonso Lo Cascio, Antonella Perrone; - Ragusa: Doriana Anzalone, Andrea La Rosa, Salvatore Mallia, Orazio Ragusa; - Siracusa: Vincenzo Vinciullo, Giovanni Cafeo, Deborah Marino, Corrado Roccasalvo, Martina Strano; - Trapani: Girolamo detto Mimmo Turano, Eleonora Lo Curto, Francesco Lombardo, Pietro Marino, Adelaide Terranova. Nuova DC I candidati per il partito “Nuova DC” in Sicilia sono i seguenti: - Agrigento: Carmelo Pace, Salvatore Fanara, Giuseppe Alaimo, Decio Terrana, Marinella Notonica, Chiara Cosentino; - Caltanissetta: Angela Cocita, Giuseppe detto Pino Federico, Calogero detto Gero Valenza; - Catania: Daniela Di Piazza, Maria Katia Muratore, Angela Reale, Cinzia Saccomando, Giovanni Bulla, Giovanni Giuffrè, Pietro Lipera, Giuseppe Marletta, Andrea Barbaro Messina, Giuseppe Orfanò, Giovanni Mario Rapisarda, Angelo Spina, Carmelo Tagliaferro; - Enna: Roberto Li Volsi, Filippa Greco; - Messina: Gabriella Barbera, Salvatore Merlino, Maria Teresa Prestigiacomo, Giovanni Princiotta, Federico Raineri, Carla Mariagrazia detta Mara Riscifuli, Massimo Russo, Salvatore Totaro; - Palermo: Nuccia Albano, Antonino Calia, Adriana Canestrari, Nicola Figlia, Giuseppe Gennuso, Nicola Greco, Elisabetta Liparoto, Giuseppe Manzella, Luciano Marino, Cristina Nasca, Sandro Oliveri, Angelo Onorato, Mauro Pantó, Carla Maria Grazia Riscifuli, Natale Tubiolo, Ignazio Zuccaro; - Ragusa: Ignazio Abbate, Sebastiano Gurrieri, Camerina Filippo Frasca, Paola Santificato; - Siracusa: Maria detta Maria Grazia Gennuso, Alessandra Giuffrida, Daniele Nunzio Lentini, Renzo Spada, Giuseppe Vasta; - Trapani: Giacomo Scala, Vito Gangitano, Rosalia Ventimiglia, Giuseppe Guaiana, Serafina Marchetta. Azione – Italia Viva La lista dei candidati con il partito “Azione – Italia Viva” è la seguente: - Agrigento: Fabrizio Di Paola, Rino Lo Giudice, Decimo Agnello, Giuseppe Pendolino; - Caltanissetta: Carmelo Migliore, Vincenzo D’Asero, Di Prima Giuliana; - Catania: Lucia Tuccitto, Nunzia Decembrino, Giuseppe Ferrante, Salvatore Bracci, Calogero Cittadino, Maria Alessandro Costarelli, Vincenzo D’Asaro, Davide Di Benedetto, Mario Greco, Massimo Maniscalco, Rosario Torrisi, Carmelo Sanfilippo, Cristiana Sammartino; - Enna: Andrea Virdi, Giuseppina Sinagra; - Messina: Gaetano Armao, Massimiliano Miceli, Maria Cristina Gambino, Antonio Giordano, Letterio Grasso, Luigi Sidoti, Noel Falduto, Massimo Maniscalco; - Palermo: Gaetano Armao, Francesco Bertolino, Aurelia Botto, Caronia Concetta Natalina detta Natalia, Calogero Randazzo, Domenico D’Agati, Guido Galipò, Leonardo Canto, Salvatore Biundo, Mauro Lo Baido, Sergio Burriesci, Maurizio Ficarra, Antonina Troia, Maria Calagna, Gaia Maria Perniciario, Manfredi Mercadante; - Ragusa: Maria Grazia Cultrera, Fabio Tolomeo, Vincenza Zagra, Tani Imelio; - Siracusa: Michelangelo Giansiracusa, Giuseppe Incatasciato, Giulia Licitra, Manuel Mangano, Giuseppina Valenti; - Trapani: Gaetano Armao, Giovanni Bavetta, Giuseppa Casabella, Francesca Incandela, Mariella Barraco. De Luca Sindaco di Sicilia Per quanto riguarda la lista dei candidati per il partito “De Luca Sindaco di Sicilia”, si tratta dei seguenti nomi: - Agrigento: Roberto Battaglia, Gaetano Cani, Ciro Miceli, Salvatore Monte, Maria Dalli Cardillo, Marzia Maniscalco; - Caltanissetta: Angelo Bellina, Marzia Maniscalco, Giampiero Modaffari; - Catania: Ludovico Balsamo, Alfio Barbagallo, Antonella Basso La Bianca, Salvatore, Giuseppe Canzoniere, Antonio Danubbio, Salvatore Giuffrida, Angelo Malannino, Davide Marraffino, Santo Orazio Primavera (detto Privitera detto Santo Privitera), Rita Graniti Puglia, Rita Carmelina Puglisi, Concetta detta Ketty Rapisarda, Davide Maria Catania Vasta; - Enna: Francesca Draià, Francesco Alberghina; - Messina: Cateno De Luca, Giuseppe detto Pippo Lombardo, Marco Giorgianni,Matteo Sciotto,Alessandro De Leo, Nicoletta D’Angelo, Concetta Crocè, Valentina Costantino; - Palermo: Ismaele La Vardera, Luigi detto Gigi Cino, Salvatore detto Salvo Geraci, Pietra detta Piera Chiarenza, Francesca Coco, Michele detto Ganci Gangi, Tommaso detto Massimo Gargano, Igor Gelarda detto Gelardi detto Gerarda, Antonella Panzeca detta Panseca, Salvina Profita, Umberto Richichi, Filippo Romano, Claudio Sala, Salvatore Sanfilippo, Pio Siragusa detto Siracusa, Thiyagarajah Ramani detto Ramy; - Ragusa: Saverio Buscemi, Lara Cavalieri, Antonio detto Antonello Firullo, Paolo Monaca; - Siracusa: Marco Bertoni, Mariano Ferro, Luigi Fiumara, Romina Miano, Luna Stella Sole; - Trapani: Daniele Mangiaracina, Giuseppe Lipari, Jessica Fici, Giuseppa Coppola, Franco Orlando. Sicilia Vera Invece, i candidati per la lista “Sicilia Vera” sono i seguenti: - Agrigento: Salvatore Malluzzo, Nicoletta Bonsignore, Alisia Casà, Eduardo Chiarelli Eduardo, Salvatore Marullo, Salvatore Nicolosi; - Caltanissetta: Marco detto Piero Maniglia, Guglielmo Panebianco, Maria Noemi detta Noemi Passaro; - Catania: Giuseppe De Luca, Luigi Messina, Angelo Villari Luigi Bosco, Rosa Contino, Nunziatina Di Cavolo, Vincenzo Di Silvestro, Federica Giangreco, Daniela Greco, Ginevra Liardo, Paola Marletta, Mirko Stefio, Attilio Luigi Maria Toscano; - Enna: Carlo Santangelo, Clorinda Perri; - Messina: Danilo Lo Giudice, Filippo Ricciardi, Antonio Restuccia, Marco Vicari, Eugenio Aliberti, Serena Giannetto, Stefania Giuffrè, Daniela detta Consolo Bruno; - Palermo: Antonino De Luca, Calogero Barbera, Giorgio Calì, Maria Carraro, Eugenio Ferraro, Maria Genduso, Vincenzo La Punzina, Valentina Lo Monte, Michele Longo, Maria Concetta Mandalà, Giovanni Mannino, Giuseppe Mineo, Maria Luisa Morici, Antonio Scaturro, Lina Vanessa Totaro, Francesco Valentini; - Ragusa: Andrea Distefano, Dario Giannone Malavita, Giulia Polizzi, Giuseppe Spadola; - Siracusa: Daniele Delia, Giuseppe detto Peppuccio Infantino, Maura Fontana, Enzo Vittorio detto Enzo Nicastro, Angelo Troia; - Trapani: Paola Badalucco, Sebastiano Grasso, Maria La Rosa, Francesco Poma, Salvatore Scianna. Movimento 5 stelle I candidati per il partito “Movimento 5 Stelle” sono i seguenti: - Agrigento: Giovanni Di Caro, Salvatore Ersini, Angelo Cambiano, Marcella Carlisi, Francesco Castrogiovanni, Veronica Bellicosi; - Caltanissetta: Nunzio Di Paola, Filippo Ciancimino, Maria Luisa Cinquerrui; - Catania: Nunzio Di Paola, Jose Marano, Cristiano Anastasi, Giuseppe Maria Purpora, Lidia Erminia Adorno, Martina Ardizzone, Teresa Corallo, Graziano Francesco Maria Bonaccorsi, Antonio Maria Bonaccorso, Angelo Attanasio, Giampaolo Caruso, Giuliana Gianna, Sebastiano Mario Valenti; - Enna: Angelo Parisi, Anne Ellen Devlin; - Messina: Antonino De Luca, Antonella Papiro, Cristina Cannistrà, Vera Giorgianni, Calogero Leanza, Lillo Valvieri, Giovanni Utano, Riccardo Zingone; - Palermo: Nunzio Di Paola, Luigi Sunseri, Roberta Schillaci, Adriano Varrica, Fabrizio Bilello, Provvidenza Barrovecchio, Massimo Ruggieri, Giorgio Castagna, Calogero Cerami, Maria Rosa Favuzza, Domenico Gambino, Irene Gionfriddo, Venera Lazareanu, Luca Lecardane, Antonino Parisi, Marianna Ruggeri; - Ragusa: Stefania Campo, Pietro Gurrieri, Gianluca Di Raimondo, Carmen Rabbito; - Siracusa: Giorgio Pasqua, Flavia Di Pietro, Fabio Fortuna, Carlo Gilistro, Serafina Prumeri; - Trapani: Nicolò La Grutta, Cristina Ciminnisi, Luca d’Agostino, Luana Maria Saturnino, Mauro Terranova. Fratelli d’Italia Il partito “Fratelli d’Italia” sta candidando le seguenti persone: - Agrigento: Paola Antinoro, Giovanni Cirillo, Giovanni Di Caro, Liliana Marchese Ragona, Matteo Mangiacavallo, Giusi Savarino; - Caltanissetta: Agata Amico, GiuseppeCatania, Salvatore detto Totò Scuvera; - Catania: Angela Foti, Gaetano Galvagno, Giuseppe Zitelli, Letterio Dario Daidone, Francesco D’Urso Somma, Tania Andreoli, Nocolò Bonanno, Riccardo Gabriele Castro, Santa Garilli, Francesco Longo, Barbara Agnese Mirabella, Carmelo Nicotra, Rosalba Giovanna Paglia; - Enna: Cermelo Barbera, Elena Pagana; - Messina: Elvira Amata, Giuseppe detto Pino Galluzzo, Luigi Miceli, Gaetano Nanì, Vincenzo Ciraolo, Ferdinando Croce, Giovanna Giacobbe, Teresa Pino; - Palermo: Alessandro Aricò detto Arricò detto Arigo, Brigida Alaimo, Antonella Calì, Simona Cascino, Fabrizio Ferrara, Valentina Guarino, Marco Intravaia detto Intravaglia (detto Intravia detto Travaglia detto Travaglio), Giosuè Maniaci, Giuseppe, Palmeri detto Pippo, Michele Pivetti Gagliardi detto Pivetti, Massimo Polizzi, Luisa Pullara, Giovanni Rossi, Francesco Paolo Scarpinato, Giuseppe Scialabba, Vincenzo Sclafani; - Ragusa: Giorgio Assenza, Mery Ignaccolo, Vincenzo detto Tato Cavallino, Alfredo Vinciguerra; - Siracusa: Giovanni Luca Cannata, Pietro Forestiere, Carlo Auteri, Francesca Catalano, Noemi Giangravè; - Trapani: Sergio Tancredi, Giuseppe Detto Peppe Bica, Nicolò Detto Nicola Catania, Antonietta Anna Maria Detta Antonella Pantaleo, Rita d’Antoni. Orgoglio Siculo Per la lista “Orgoglio Siculo”, i candidati che si presenteranno saranno: - Agrigento: Gianluca Lo Bracco, Marchetta Gerlando, Sicurello Giuseppe, Vassallo Anette, Vella Rosario Gioacchino, Vizzini Myriam; - Caltanissetta: Valeria Dell’Utri, Angelo Montebello, Francesco Rimmaudo; - Catania: Carmine Bertuccio, Annamaria Cannavò, Claudio Santi Collura, Paolo D’Amato, Salvatore Fiore, Donatella detta Donata Marchese, Pasquale Masi, Raffaele Panebianco, Pierpaolo Pecoraio, Agatino detto Tino Scarvaglieri, Caterina Scordo, Salvatore Stefio, Fabiana Famularo; - Enna: Rosa Maria, Antonio Messina; - Messina: Mario Briguglio, Vincenzo detto Enzo Pulizzi, Ivano Cantello, Serena La Spada, Rosaria detta Spinella Di Ciuccio, Daniela Zirilli, Concetta (detta Cettina Buonocore detta Cettina Bonocore), Francesco Fazio; - Ragusa: Antonino detto Tonino Converso, Valentina Maria Costanza Musumeci, Bastian Occhipinti, Sonia Tenerezza; - Siracusa: Agostino Rosolia, Salvatore Carcò detto Salvatore Glovo, Maria Luisa Garraffa, Carlo Palermo, Salvatore Ventura; - Trapani: Vanessa Barone, Fabrizio Misuraca, Francesco Sammartano, Eugenio Salvatore Strongone, Francesca Urzì. Siciliani Liberi - Catania: Eliana Silvia Saturnia, Ciro Lomonte, Sebastiano Antonucci, Giorgio Dadalamenti, Carmelo Camilleri, Carmela Cappello, Luisa Chifari, Angela Drago, Daniele Foti, Alfonso Genchi, Andrea Maugeri, Antonio Norrito, Ciro Emiliano Puopolo; - Palermo: Eliana Silvia Saturnia Esposito, detta Eliana, Ciro Lomonte detto Lo Monte, Giorgio Badalamenti, Carmela Cappello, Luisa Chifari, Francesco Calvagna, Alfonso Genchi, Marco Lo Dico, Anna Manzo, Andrea Maugeri, Renato Meli, Antonio Norrito, Mario Pagliaro, Emiliano Rini, Angela Romano, Salvatore Mario Cateno Turrisi; - Siracusa: Marco Lo Dico, Raffaella Esposito, Gianmarco Barraco, Mario Pagliaro, Angela Romano. Autonomia Siciliana - Enna: Ferdinando De Francesco, Irene Puzzo; - Messina: Cristina Catalfamo, Giovanna Detta Ivana De Vincenzo, Antonio Pennisi, Simona Oteri, Daniele Ruzzo, Giovanni Scopelliti, Bartolomeo Detto Cavallin Taranto (OlegTraclò); - Ragusa: Maria Grazia Angelica, Daniela Iurato, Cristoforo Nania, Daniela Ruta. Impresa Sicilia - Enna: Sebastiano Lombardo Facciale, Maria Crupi; - Messina: Ugo Sergio Detto Sergio Crisafulli, Francesco Detto Ciccio Conti, Cristiana Irrera, Anna Lo Bianco, Rita Pancrazia Micalizzi, Rocco Augusto Mordaci, Sara Rifici, Antonino Detto ToninoStracuzzi. Basta Mafie - Enna: Giuseppe Berittelli, Concetta Maria Iacona; - Messina: Oscar Andò, Marisa Arena, Grazia Calore, Salvatore Cosenza, Fabio Famà, Teresa Impollonia, Cristiano Tripodi, Roberto Zodda. Terra D’amuri - Enna: Antonio Di Marco, Maria Carmela Romano; - Messina: Irene Antonuccio, Alessandro Detto Briga Brigandì, Elisabetta Carrolo, Antonino Detto Nino Di Natale, Salvatore Ioppolo, Franco Maria Laimo, Marta Maniscalco, Salvatore Puccio. Lavoro in Sicilia - Enna: Lorenzo Messina, Benedetta Casullo; - Messina: Fortunato Barbaro, Nicoletta Campanella, Liborio Antonellomichele (detto Antonello Di Buono), Giuseppe Detto Pippo Fiocco, Stefania Formica, Mario Grazia Guido, Armando Mellini, Dorotea Sturiale. Giovani Siciliani - Enna: Cristian Cantale, Concetta Germanà; - Messina: Giulia Cappello, Alessandra Cardia, Giuseppe Di Mento, Tommaso La Macchia, Fabiana Mormino, Simone Natol, Domenico Ravidà, Francesco Detto Ciccio Romeo. Italia Sovrana e Popolare - Messina: Pietro Aloisi, Maria Baglione, Orazio Patrizio Felice Calì, Giusi Forestiere, Renzo Ioppolo, Giusi Orecchio, Gaetano Scoglio, Giuseppe detto Pino Siragusa; - Palermo: Fabio Maggiore, Calogero Pulici detto Carlo, Debora De Razza, Giuseppe Matranga, Alberto Lombardo, Domenico Ricotta, Maria Bentivegna detta Silvia, Marco Baiamonte, Gabriella Uccello, Massimo Marsala, Nunziatina Di Paola detta Nancy, Antonino Liberto detto Antonio, Maria Francesca Mosca detta Maria Francesca, Salvatore Vanella, Antonino Guaggente, Saverio Denaro; - Siracusa: Maria Franca Garro, Giuseppe Serrentino Giannone, Lorella Rossitto, Luigi Marletta, Armando Giovanni Zero; - Trapani: Calogero Detto Carlo Pulici, Giovanna Mazara, Giuseppe Matranga, Maria Detta Silvia Bentivegna, Carmela Marina Gabriele. Read the full article
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Osvaldo Giannì e la poesia popolare salentina
di Paolo Vincenti
Studioso competente quanto umile, seppe interpretare il proprio operare culturale come un servizio, nel senso più alto e nobile del termine. Non cercava le luci della ribalta, era uomo estraneo a certi protagonismi, del tutto immune alle lusinghe che l’ambiente letterario sa dispensare ai suoi protagonisti. Parliamo del professor Osvaldo Giannì, a sette anni dalla sua scomparsa.
Nato nel 1937, si era laureato in Lettere Classiche nel 1963 presso l’Università di Bari. Chiari e ben delineati i suoi interessi di studio fin dall’inizio: la lingua e la poesia dialettale salentina, in particolare tavianese. La figura di Orazio Testarotta accompagna la sua carriera. Ancor di più, quella di Sebastiano Causo, tanto che la sua bibliografia si apre e si chiude con questo nome: ne scrive su “Nuovi Orientamenti” nel 1978 e su “Presenza Taurisanese” nel 2010.  Apprezzato docente, ha insegnato per una vita Lettere, nel Ginnasio del Liceo Classico “Dante Alighieri” di Casarano.
Si coniugano in lui l’amore per la propria terra, il paesello che non abbandonò mai, e la cura filologica dello studioso di rango, che volle salvare dall’oblio il vasto repertorio delle voci popolari del suo paese, quei poeti e prosatori dialettali che dovevano essere ai suoi occhi custodi del mos maiorum. All’acribia dello studioso si univa la semplicità dell’uomo, in un connubio che anche nei periodi più duri della malattia non ebbe a dissolversi. Vecchia scuola, padroneggiava la lingua italiana con una scrittura bella, chiara, lontana da manierismi e astrusità.  È morto nel gennaio del 2012.
Del poeta salentino Orazio Testarotta (1870-1964), alias Oronzo Miggiano, autore dialettale, cieco dalla nascita, originale interprete di una poesia bozzettistico-satirica, che è filone creativo scarsamente coltivato nel corso del Novecento, Giannì è stato il principale promoter. Ha analizzato tutto il corpus delle liriche del poeta tavianese, scrivendone su riviste e anche in volume, in una delle sue pubblicazioni più importanti nel 1997[1].
Nel libro, con Presentazione di Lorenzo Ria e Prefazione di Donato Valli, Sebastiano Causo aveva tradotto le poesie in italiano. Giannì amava l’arguzia, il brio, la sagacia, l’irriverenza della poesia di Testarotta, insomma quell’ italum acetum, di cui parlavano i latini, che intride le più importanti composizioni satiriche della nostra letteratura, connotando versi e prose dei suoi rappresentanti più originali e genuini. Infatti, come scrive Giannì nell’Introduzione del suo libro, “I versi di Orazio Testarotta, pur uniformandosi letterariamente alla Stilistica e Metrica della poesia in lingua (nelle strutture compositive, nel sistema metrico e nelle figure metriche, ecc.) restano sempre satira di costume: non riflettono mai petrarchismi, romanticismi o ermetismi di sorta, anzi, idealmente contrapponendosi a tali “climi” e nozioni, e formule stilistiche, si configurano come ultima prova ed esperienza di versificazione dialettale veracemente popolare, cioè a dire realistico-burlesca. Restando l’isolato rappresentante del bozzettismo e del ‘favolismo’ satirico, 0razio Testarotta costituisce, dal dopoguerra ad oggi, nell’interno della poesia dialettale un contrappunto, ossia una ideale testimonianza di ‘opposizione’, di poesia ‘forte’, oggettiva, plastica, che rimane legata alla grande tradizione realistica, che ammette ancora una fraterna e complice consonanza coi lettori: protagonista, infatti, nell’arte di Testarotta, è il popolo, ravvisato nella multiformità dei suoi atteggiamenti mentali e nelle variegate manifestazioni del suo modus vivendi; protagonista è l’ambiente ‘paesano’ salentino (urbano e giammai paesaggistico) di cui tutta l’opera di Testarotta ci restituisce una mirabile ed esemplare oleografia (l’oleografia di un mondo popolare e piccolo-borghese).”
E quella opposizione forte, oggettiva, Giannì doveva amare, negli echi della poesia del suo concittadino, forse per un piacere intellettuale verso il duttile e variegato sistema espressivo utilizzato dal poeta, forse ancora, per unità di intenti, quella salace ironia, sorniona e sorridente, di cui egli stesso era portatore, fors’anche, se non sicuramente, per un interesse filologico, di studioso, verso quella lingua che riteneva la progenitrice della lingua italiana di cui egli era insegnante. Al Testarotta venne anche intitolato un concorso di poesia dialettale nel suo paese, a cui Giannì dedicò il libro L’incontro – 3° concorso di poesia dialettale salentina – Premio Orazio Testarotta – Testi.[2]
Chi lo ha conosciuto, ha per lui parole di affetto e stima. Lo ricorda come un uomo molto colto ed un gran conversatore, il professor Antonio Lupo, già suo collega presso il Liceo “Dante Alighieri” di Casarano e poi anche Preside dello stesso Liceo. La figlia, Irene Giannì, che col padre condivide la professione di insegnante, mi dice: “Ricordo che ha amato moltissimo la poesia di Testarotta, lo faceva ridere di gusto e pensare, in un commisto di serio e faceto, che un po’ gli assomigliava.  Mio padre amava ridere e scherzare e spesso gli riusciva anche bene. E ricordo che rideva molto ‘con gli occhi’: potevi capire come e quando sarebbe insorto il sorriso semplicemente osservando il modo in cui i suoi occhi si assottigliassero poco prima che esplodesse fragorosa la risata. Certo, non aveva un carattere perfetto, sapeva arrabbiarsi e fare arrabbiare, rimproverare e farsi rimproverare, ma questo rientra nella normale considerazione delle cose. L’immagine o le immagini più autentiche che ci siano mai state di lui, per me, sono le caricature che colleghi, amici, o alunni hanno disegnato di lui: lui era così come appariva in quelle immagini…un tipo ironico e scherzoso”.
Con “A sporta picciulara” – testi dialettali tavianesi in versi e prosa dell’ultimo Novecento,[3] Giannì intendeva sostenere una meritoria operazione di recupero e salvataggio del dialetto tavianese, colto nella parlata viva, nell’interagire quotidiano fra i nativi dialettali del secolo scorso, prima che questo enorme portato culturale, oltre che linguistico, andasse perduto del tutto, a causa della sopravanzante modernità. La sua, dunque, una vera e propria battaglia di valenza civile a difesa di quello che gli studiosi definiscono patrimonio demo-etno-antropologico di un popolo, al declino di un’era, come ultima testimonianza di una tramontante civiltà a cui Giannì evidentemente affidava i propri sentimenti di accorata nostalgia. Questo, sosteneva Giannì, era quanto egli stesso aveva tentato di fare con il volume sul Testarotta, e quanto cercava ancora di fare con questa raccolta di versi e prose in dialetto tavianese del Novecento di autori sconosciuti e fino ad allora mai pubblicati. A sporta picciulara, in dialetto, è un contenitore di gran capienza, come vuole essere appunto il libro, che raccoglie tanti materiali diversi.  Un’ode alla lingua dei nostri avi, insomma, messa a duro repentaglio dallo scorrere inesorabile del tempo e dalle innovazioni tecnologiche che esso porta con sé, primo fra tutte l’odierna comunicazione di massa.
Un’operazione che, al di là dell’intento del curatore di cristallizzare la lingua, rende il dialetto ancora caldo e palpitante di accenti e vibrazioni e moti dell’anima, che le nuove generazioni, inconsapevoli di tanta ricchezza, non riescono a cogliere.  Ma Giannì, con fermezza quasi tranchant, credeva nella necessità di congelare la lingua degli avi – parlava senza mezze misure di “ipostatizzazione linguistica” –il che, secondo me, comportava inevitabilmente anche una adesione sentimentale, sia pure malcelata, a quel mondo primigenio, per chi come lui si faceva laudator temporis acti, difensore del tempo che fu, inevitabilmente diffidente verso le innovazioni. Quello che infatti ci consegna l’opera di Giannì è uno spaccato della parlata popolare dell’ultimo Novecento, prima che questa mutasse in quella sorta di pastiche, ibridazione, quale è oggi la lingua dialettale, anche nella parlata dei più anziani, poiché troppe suggestioni, il linguaggio dei media in primis, ormai la condizionano, la snaturano, la meticciano.
Questa selezione di testi, invece, era per Giannì importante, nella sua immediatezza e genuinità, a maggior ragione in quanto anche i più noti poeti dialettali del Novecento che hanno scritto in dialetto non possono definirsi poeti dialettali, poiché hanno utilizzato un dialetto colto, raffinato, letterario, e ben pochi sono stati i poeti dialettali veri e propri, fra i quali citava il parabitano Rocco Cataldi. E al Cataldi, Giannì era unito proprio dall’amore per Orazio Testarotta. Da piccolo, Cataldi aveva conosciuto il poeta dialettale di Taviano, il quale lo ospitava volentieri nella sua casa, dove viveva solo;  un giorno, Testarotta ascoltò alcune composizioni di Rocco, che aveva trovato il coraggio di leggergliele e, dopo un lungo silenzio(come ricorda lo stesso Cataldi in un aneddoto raccontato sulla rivista “NuovAlba”[4]), il poeta disse: “E bravu lu scettu” e lo incoraggiò a continuare sulla strada intrapresa: quella frase divenne il titolo di una poesia di Cataldi dedicata proprio al Testarotta. In effetti, come spiega Donato Valli, “nell’ambito di quella che Croce chiamava poesia dialettale ‘riflessa’, esistono almeno due livelli: uno è quello della poesia dialettale dotta (è il caso del poeta di Ceglie Messapico, Pietro Gatti e del poeta magliese Nicola De Donno), l’altro è quello dei poeti che rimangono legati, nella lingua e nei contenuti, alla matrice originaria di una popolarità sentimentale ed espressiva (ed è il caso di Cataldi)”[5].
E questo filone popolaresco della poesia e della prosa, è quello riportato alla luce da Giannì, nel senso di una produzione che muove da colori, umori e sapori che sono radicati nel popolo. Come afferma Aldo D’Antico, “scrivere in dialetto non significa soltanto usare la sintassi popolare, ma assumere, quale categoria di ricerca e di espressione, l’anima del popolo, la sua saggezza antica, la sua astuzia proverbiale, la sua inarrestabile dinamica storica, sociale e politica… Il dialetto, frutto di un’elaborazione linguistica secolare e paziente … è uno dei pochi mezzi ‘puri’ rimasti al poeta per esprimere la sua disapprovazione, la sua contestazione, la sua inquietudine… Il linguaggio dialettale ha il potere di scarnificare il contenuto poetico, di renderlo essenziale, di ridurlo a parola; opera cioè una costruzione semantica fondamentale: riconduce il suono a significato culturale, ridando alla parola in sé tutto il suo potenziale espressivo.”[6]
Di Orazio Testarotta, ovvero Oronzo Miggiano, Giannì ha scritto anche su «Note di Storia e Cultura Salentina»[7]. Alla lingua degli avi, egli era talmente legato che spesso ne parlava anche ai suoi allievi, condendo le lezioni di italiano latino e greco con divertenti battute in dialetto.
L’altra figura relativa agli studi di Giannì è quella di Sebastiano Causo, poeta nativo di Taviano ma vissuto a Taranto. Intellettuale molto raffinato, per quanto appartato e schivo, eccellente poeta, aveva pubblicato circa venti libri. Era legato a Giannì (che ne traccia un commosso ricordo sulla rivista “Presenza Taurisanese”[8]) da sentimenti di personale amicizia prima che di collaborazione culturale: aveva spesso tradotto in lingua italiana le poesie dialettali studiate da Giannì.
  Negli ultimi anni, quando ormai la malattia stava prendendo il sopravvento, Giannì ha collaborato con il periodico “La Piazza”, edito nel suo comune di Taviano. “Viveva appartato, in solitudine”, mi dice lo storico Vittorio Zacchino, “specie negli ultimi anni, che sono stati rattristati dai problemi di salute, ma era persona amabile, generosa e molto disponibile nei confronti degli amici e dei colleghi”.  È ancora Irene Giannì a parlare: “la sua eredità morale coincide con la sua professione di docente, che ha svolto con correttezza e passione per quarant’anni: i suoi allievi, dai primi d’inizio carriera agli ultimi, sono i testimoni più autentici, a mio avviso, del suo lavoro, perché ancora lo ricordano e per come lo ricordano. Questa è l’eredità che mio padre ha lasciato anche alle sue nipotine, che amava tanto”. “Uno studioso serio e rigoroso”, dice di lui lo storico dell’arte Mario Cazzato, “ci fornì una preziosa collaborazione quando con Antonio Costantini e Vittorio Zacchino, stavamo lavorando al libro su Taviano”[9].
Se penso alla sua carriera, mi vengono in mente i versi di Virgilio, nelle Georgiche, “Laudato ingentia rura, exiguum colito” (Libro II, vv.412-413), cioè, “loda il campo grande (l’insegnamento dei classici greci e latini, nella sua carriera di insegnante) e coltiva il piccolo (i suoi studi sulla letteratura locale)”. Questo ha fatto Giannì, si parva licet componere magnis, unire alto e basso, in una operazione meritoria, per la quale vale serbargli grato ricordo.
  Bibliografia diacronica degli scritti di Osvaldo Giannì.
  La riforma nella scuola media secondaria di primo grado, in «18° Meridiano – periodico Indipendente», Lecce, marzo 1965, p. 8.
Sebastiano Causo –parte prima, in «Nuovi Orientamenti», a. IX, n. 48, genn-febb. 1978, Lecce, pp. 13-19.
Sebastiano Causo – parte seconda, in «Nuovi Orientamenti», a. IX, n. 49-50, marzo-giug. 1978 , Lecce, pp. 49-57.
Appunti di lettura su “Questa mia sera” – Poesie di Renato Ungaro (Gabrieli editore, Roma 1978) – parte prima, in «Nuovi Orientamenti», a. X, marzo-giug. 1979, n. 55-56, Lecce, pp. 21-33.
Appunti di lettura su “Questa mia sera” – Poesie di Renato Ungaro – parte seconda, in  «Nuovi Orientamenti», a. X, luglio-agos. 1979, n. 57, Lecce, pp. 3-7.
Un’ispirazione tesa a scoprire l’ultima ragione, recensione a Rosario Nichelini, Il fiore del nostro inverno – Poesie, Napoli 1979, in «Nuovi Orientamenti», a. XI, genn-febb. 1980, n. 60, Lecce, pp. 5-7.
Visioni ed echi di esperienza vissuta, recensione a Rosario Nichelini, Diario della memoria felice – Poesia, Napoli 1982, in «Nuovi Orientamenti», a. XIV, genn-febb. 1983, n. 78, Lecce, pp. 23-24.
L’incontro – 3° concorso di poesia dialettale salentina – Premio Orazio Testarotta – Testi,  a cura di Osvaldo Giannì, Taviano, Graphosette Tipografia srl, 1984.
Ironia in forma di versi, in «Quotidiano di Lecce», a. VI, n. 192, 14 aprile 1984, pp. 16-17.
Postfazione  in Giorgio Primiceri, Divagazioni – poesie in dialetto, Matino, Tipografia San Giorgio, 1985.
Alberto Gatti, Felix – poesie, in «Nuovi Orientamenti», a. XX, nov-dic. 1989, n. 117, Lecce, pp. 35-40.
Homo artifex salutis suae (un contributo d’incentivazione), in «Bollettino d’Informazione SNALS», Lecce, 1990 .                                                                                                                                     Le satire di Orazio Testarotta, in «Apulia», Banca Popolare Pugliese, n.1, marzo 1995, Matino, pp.113-123.                                                                                                                                                        Uomo e terra nelle poesie di Sebastiano Causo, in «Presenza Taurisanese», lugl-agos. 1995, Taurisano, pp.8-9.
Orazio Testarotta, poeta dialettale tavianese, in «Note di Storia e Cultura Salentina», Società di Storia Patria per la Puglia, sezione di Maglie-Otranto, vol. VII, 1995, Lecce, Argo editore, pp. 231-246.
Augusto Fonseca-Jugoslavia, Jugoslavia, in «Presenza Taurisanese», agos-settem. 1996, Taurisano, pp. 6-7.                                                                                                                                
Le Opere di Orazio Testarotta – testi editi ed inediti, a cura di Osvaldo Giannì, Galatina, Congedo editore,1996.
Contributi per una bibliografia di studiosi salentini dell’ultima generazione – parte prima, in « Note di Storia e Cultura Salentina», vol. IX, 1997, Lecce, Argo editore, pp. 121-149.
Contributi per una bibliografia di studiosi salentini dell’ultima generazione – parte seconda, in « Note di Storia e Cultura Salentina», voll. X-XI, 1998/1999, Lecce, Argo editore,  pp. 189-205.
L’antologia de «L’Albero» di Comi, recensione a Gino Pisanò, L’Albero, Bompiani, Milano, 1999, in «Presenza Taurisanese», a. XIX, ott.-nov. 1999, Taurisano, pp. 7-8.
Poesie di Sebastiano Causo, in «Presenza Taurisanese», genn-febb. 2000, n. 12, Taurisano, p. 15.
Auguri letterari a Mario Marti, in «Presenza Taurisanese», nov. 2000, Taurisano, p. 5.
Stagioni dell’anno e stagioni dell’anima nella poesia di Sebastiano Causo, in «Presenza Taurisanese», sett-ott. 2001, n. 155, Taurisano, pp. 10-11.
Le poesie di Sebastiano Causo, in «Note di Storia e Cultura Salentina», vol. XIV, 2002, Lecce, Argo editore, pp. 199-232 .
Recensione a Naom Chomsky, in «Quaderni di Nuovo Spartaco», Casa Amata s.r.l., n. 1, stampe, Taviano, 2003, pp. 1-20.
Recensione a James Hillman, Il potere – come usarlo con intelligenza, in «Quaderni di Nuovo Spartaco», Casa Amata s.r.l., n. 2, stampe Taviano, 2004, pp. 1-24.
Un’operazione di salvataggio della parlata popolare di un comune salentino (Taviano) non ancora documentata, nell’archivio storico locale, relativamente all’ultimo Novecento, in «Note di Storia e Cultura Salentina», vol. XVI, 2004, Lecce, Argo editore, pp. 291-307.
A sporta picciulara – testi dialettali tavianesi in versi e prosa dell’ultimo Novecento, a cura di Osvaldo Giannì, Taviano, Grafema Tipografia, 2004.
 Nota introduttiva, in Roberto Leopizzi, Varie, eventuali ed affini – Spilla la parte, Taviano, Grafema Tipografia, 2006, pp. 59-61.
Vero o falso? Improbabile – a proposito di un inedito di Orazio Testarotta (“Me ne strafotto”), in «La Piazza», n. 5, ott. 2006, Taviano, Grafema Tipografia, pp. 18-19.
L’importanza della Poesia oggi – un contributo d’incentivazione, «La Piazza», n. 8, dic. 2007, Grafema Tipografia, Taviano
Nota introduttiva in Giuliano D’Elena, Poesie (Parole di carne), Taviano, Grafema Tipografia, 2007
Appunti di lettura su “La leggenda di domani” di Maria Corti (Manni, Lecce 2007), in «La Piazza», n. 9, febbr. 2008, Taviano, Grafema Tipografia, pp. 12-15.
Se n’è andato per sempre – Sebastiano Causo poeta e scrittore salentino, in «Presenza Taurisanese», a. XXVIII, n. 232, lug-agos. 2010, Taurisano, p. 7.
  Note
[1] Osvaldo Giannì, Le Opere di Orazio Testarotta – testi editi ed inediti, Galatina, Congedo editore, 1997.
[2] Osvaldo Giannì, L’incontro – 3° concorso di poesia dialettale salentina – Premio Orazio Testarotta – Testi,  Taviano, Graphosette Tipografia srl, 1983.
[3] Osvaldo Giannì ,“A sporta picciulara” – testi dialettali tavianesi in versi e prosa dell’ultimo Novecento,  Taviano, Grafema Tipografia,2004.
[4] Rocco Cataldi, Il poeta e la sua terra, in «NuovAlba», numero unico, Parabita, aprile 2001, pp.14-15.
[5] Donato Valli, Sul filo dei ricordi: piccola storia di un’amicizia, in «NuovAlba»,  n.1, Parabita, aprile 2005, pp.8-9.
[6] Aldo D’antico, Prefazione, in Rocco Cataldi, “Lu Ggiudizziu  ‘niversale”, Adovos Parabita, Tipografia Martignano,1975.
[7] Osvaldo Giannì, Orazio Testarotta, poeta dialettale tavianese, in «Note di Storia e Cultura Salentina», Società di Storia Patria per la Puglia, sezione di Maglie, vol. VII, 1995, Lecce, Argo editore, pp. 231-246.
[8] Osvaldo Giannì, Se n’è andato per sempre – Sebastiano Causo poeta e scrittore salentino, in «Presenza Taurisanese», a. XXVIII, n. 232, Taurisano, luglio-agosto 2010, p. 7.
[9] A. Costantini – V. Zacchino – M. Cazzato, Taviano storia arte e territorio, Galatina, Grafiche Panico, 2005, recensito dalla stessa IRENE GIANNÌ, in «Note di Storia e Cultura Salentina», Società di Storia Patria per la Puglia, sezione di Maglie, vol. XVII, 2006, Lecce, Argo editore, pp.343-346.
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abr · 6 years
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la data dell'offensiva era stata fissata un anno esatto dopo Caporetto. Ma la notte del 24 ottobre il peso dell’attacco è sostenuto solo dalla IV Armata del generale Gaetano Giardino sul Monte Grappa, perché l'azione sul Piave viene rinviata a causa della piena del fiume, che scardinava i ponti gettati sull'altra riva. La svolta arriva tra il 28 e il 29 ottobre. L'VIII Armata del generale Enrico Caviglia finalmente varca in forze il Piave (...). La mattina del 30 ottobre due squadroni di lancieri di Firenze a cavallo, provenienti da Conegliano, entrano a Vittorio (...). Un centinaio di chilometri più a Ovest lungo il fronte, a Serravalle all'Adige (presso Rovereto) la mattina del 29 ottobre un capitano dello Stato Maggiore austriaco – e di madrelingua italiana, Camillo Ruggera – delegato dal generale Weber von Webenau, espone la bandiera bianca e si presenta agli italiani per chiedere un armistizio. (...) Il 31 ottobre il generale Weber, plenipotenziario austriaco, riceve la risposta del Comando supremo italiano di Abano Terme, con l'indicazione di Villa Giusti (sulla strada tra Padova e Abano) come sede delle trattative. Ma i colloqui si svolgono in un clima di tensione crescente. Nella riunione decisiva, iniziata alle ore 15 del 3 novembre, si arrivò vicini al punto di rottura, perché il generale Pietro Badoglio, sottocapo di Stato Maggiore e plenipotenziario italiano, proponeva di posticipare l'armistizio alle ore 15 del 4 novembre (e così poi sarà), giustificando la dilazione con la difficoltà delle comunicazioni con il fronte. Da parte austriaca la richiesta appariva invece un espediente per ottenere una vittoria più grande, con una maggiore quantità di prigionieri. In effetti già nel pomeriggio del giorno 3 era entrata a Trento la cavalleria italiana e nel porto di Trieste aveva attraccato il cacciatorpediniere Audace (che darà poi il nome al molo dello sbarco). (...) A Villa Giusti finalmente, poco dopo le ore 18.30 del 3 novembre, si mettono le firme sul trattato. Gli eredi proprietari della villa - famiglia Lanfranchi - hanno conservato la sala con il tavolo di legno laccato in nero, su cui fu firmato l'armistizio, e quasi tutti gli arredi dell’epoca. Su una parete c'è anche una riproduzione in bronzo del Bollettino della Vittoria, firmato dal capo di Stato Maggiore italiano Armando Diaz e preparato dall'ufficio stampa con la collaborazione, fra gli altri, di due giovani ufficiali: Ferruccio Parri, che diventerà nel 1945 il primo presidente del Consiglio nell'Italia libera e Giovanni Gronchi, che sarà eletto nel 1955 presidente della Repubblica. Di suo pugno il generale Diaz aggiunse la chiosa: «I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza».
https://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2018-10-30/4-novembre-1918-serravalle-villa-giusti-cronaca-un-armistizio--113527.shtml?uuid=AEcfJ6XG
Fu una vittoria vera?  Certo. Di fatto fu la vittoria che determinò la fine della Grande Guerra su tutti i fronti pochi giorni dopo, il giorno 11 dell’undicesimo mese, alle ore 11.   
E’ un problema degli austro-ungheri (patito soprattutto dalle genti nel Nordest occupato) il fatto che il loro esercito fosse letteralmente alla fame, a riserve esaurite nell’immane offensiva del giugno precedente - la Battaglia del Solstizio, in cui gli ufficiali motivavano i soldati all’assalto con l’idea di impadronirsi dei depositi viveri italiani. Qualche decennio dopo gli inglesi ad El Alamein, gli americani nel Pacifico o i russi a Berlino per lo stesso motivo mica fecero sconti o si auto-celebrarono meno, anzi .... Impariamo da quelli che si auto-definiscono vincenti. 
Di fatto, dopo il fallimento dell’offensiva sul Fronte Occidentale del giugno 1918 parallelo alla Battaglia del Solstizio - “Friedensturm”, assalto per la pace -  i tedeschi sul Fronte Occidentale pianificavano ed eseguivano da mesi con ordine e metodo una serie di ritirate strategiche di contenimento in territorio franco-belga, mirando a una pace vantaggiosa; rovinò il piano proprio la “spallata” finale italiana e il conseguente sbandamento austriaco, anticipato peraltro nel più remoto fronte greco-balcanico (ma anche lì c’erano italiani a combattere) e la prospettiva dell’apertura di un nuovo fronte sud in Baviera  impossibile da gestire. 
Certo, ci furono anche rivolte per fame delle popolazioni interne sobillate “dagli ebrei” (i socialisti borghesi), causa della sconfitta secondo la successiva propaganda hitleriana, ma esse andarono fuori controllo solo dopo e grazie a Vittorio Veneto. 
Una grande vittoria italiana, sottovalutata sia da noi che all’estero. 
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ecoamerica · 2 months
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The American Climate Leadership Awards 2024 broadcast recording is now available on ecoAmerica's YouTube channel for viewers to be inspired by active climate leaders. Watch to find out which finalist received the $50,000 grand prize! Hosted by Vanessa Hauc and featuring Bill McKibben and Katharine Hayhoe!
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sportlaziale · 4 years
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Massaro e HP Sport vincenti a Sarno Il debutto stagionale di Pietro Paolo Massaro nel campionato italiano formula challenge è da incorniciare. Sul circuito internazionale Napoli a Sarno il portacolori di HP Sport ‘firmava’ il secondo tempo in gara 2 alle spalle del pluricampione italiano della specialità, tra le vetture Gruppo RSTB.
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televaltiberina · 4 years
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Tornerà a riunirsi lunedì 28 settembre 2020 il consiglio comunale di Città di Castello Tornerà a riunirsi lunedì 28 settembre 2020 il consiglio comunale di Città di Castello. Alle 16.30 esaminerà interpellanze ed interrogazioni: in particolare l’interrogazione della consigliera di Castello Cambia Emanuela Arcaleni sullo stato dell’area verde di via Pietro Ercolani nella frazione di San Secondo; l’interrogazione del capogruppo della Lega Marco Castellari sulla messa in sicurezza del tratto in restringimento in direzione zona Sasso; l’interrogazione del capogruppo di Fratelli d’Italia Andrea Lignani Marchesani sulla tariffa TAR ad agriturismi ed alberghi; l’interrogazione del capogruppo della Sinistra Giovanni Procelli su interventi a favore del decoro delle facciate degli edifici della città; l’interrogazione del consigliere del PSI Luigi Bartolini sui parcheggi sicuri; l’interrogazione; l’interrogazione del capogruppo del PD Mirco Pescari sul super cinema estate Arena di Città di Castello; l’interrogazione del gruppo Castello Cambia sulla rassegna Cdcinema; l’interrogazione del consigliere del Gruppo Misto Marcello Rigucci sulla nomina dell’amministratore e revisore unico delle Farmacie Tifernati; l’interpellanza del consigliere di Tiferno Insieme Vittorio Vincenti sulla cancellazione da parte dell’associazione Cdcinema della manifestazione 2020.
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linguistica-mente · 4 years
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"SE TU FOSSI STATO QUI..."
Sulla retorica della sofferenza e della conversione
BIANCO su nero, l'abito del papa si staglia sullo sfondo di una piazza San Pietro cupamente deserta.
L'ISOLAMENTO fisico di uno degli uomini più potenti al mondo, investito da una luce impietosa, ne accentua la debolezza fisica permettendo agli spettatori di intravederne forse un principio di infermità, sicuramente la presa del tempo.
SPETTATORI, appunto. Perché il solitario discorso del papa in una piovosa sera di marzo ha il sapore di un monologo teatrale in mondovisione. D'altra parte era stato lo stesso pontefice ad invocare non solo la partecipazione spirituale, ma la presenza "attraverso i mezzi di comunicazione" di tutti i fedeli.
Come Gesù nel deserto, il papa vive una solitudine soltanto apparente, restando perennemente sotto lo sguardo dei credenti di tutto il mondo. È un isolamento dal forte impatto ESTETICO, a portata di obbiettivo e pubblicizzabile a mezzo fotografico di città in città, di nazione in nazione.
L'evidente intento PROPAGANDISTICO della chiesa, la spettacolarizzazione del suo messaggio, le ingerenze politiche (il diavolo ammoniva Gesù, nel deserto, rispetto a queste ultime), la mancanza di donazioni consistenti ai bisognosi, sono tutti elementi che la rendono meno credibile agli occhi non solo dei non credenti, ma anche di una buona fetta dei cristiani.
"SOFFERENZA" e "digiuno" sono termini che ricorrono spesso nei discorsi papali, ma che non trovano corrispondenza nella realtà ecclesiastica.
Abbiamo un papa affaticato che sotto la pioggia, "venuta la sera", attacca con la retorica della tempesta improvvisa, inaspettato sconvolgimento delle esistenze egoistiche degli uomini, parlandoci di una natura che non possiamo dominare. La soluzione proposta dalla chiesa è quella di rassegnarsi, pregare, fare della "DOCILITA' di spirito" la nostra arma, perché non è importante sconfiggere l'epidemia quanto piuttosto evitare di farsi cogliere nel peccato in punto di morte (il papa, sempre al passo con i tempi, propone un'indulgenza plenaria via bluetooth).
L'unica possibilità di salvezza è costituita dalla fede in dio; nella parabola di Lazzaro, Maria e Marta apostrofano Gesù con spirito sottomesso: "SE TU FOSSI STATO QUI..." lui non sarebbe morto.  
Cristiani! Non confidate nelle vostre capacità, non puntate sulle competenze scientifiche ma sulla bontà d'animo, non sulla tecnica ma sulla CARITA', approfittate della disperazione e della paura per dar fiato al vostro "zelo apostolico", contribuite agli incassi di Radio Maria e delle parrocchie piuttosto che aiutare gli ospedali.
Sofferenza, morte e risurrezione. Gesù "si fa carico della morte" passivamente, perché non ne è responsabile. Abbraccia la CROCE e ci invita a farlo con lui per ottenere la salvezza eterna.  Pur potendo sconfiggere la morte non lo fa.
Dio è fonte di vita eterna, è luce nelle tenebre della tempesta della pandemia perché è visibile grazie ad essa. Tradotto: nella PAURA prolifica il Verbo.
E sarà proprio nel cuore dello sconforto, nei reparti OSPEDALIERI, che gli intubati riceveranno non un'ultima carezza dai propri cari ma l'assoluzione finale da un prete qualunque. Una consolazione, certo, per i credenti, ma come scrive Massimo Maiurana di UAAR: "[...] gli ospedali non eseguono prestazioni differibili e limitano al massimo l’accesso agli estranei, parenti compresi, perché tutti potenziali veicoli di trasmissione del virus. Perché i religiosi sono invece ammessi? Perché permettere loro di trasformarsi in untori, come evidentemente già avvenuto, in assenza di ragioni valide per la loro presenza? È il principio delle deroghe su base religiosa, sempre ammesso con buona pace di quello della laicità delle istituzioni." Taciamo gli aspetti economici della faccenda, relativi alla consistenza delle DONAZIONI ecclesiastiche in rapporto agli introiti complessivi della società.
Negli ospedali, tra gli intubati. Perché il DIALOGO è uno strumento del demonio, come si legge nella parabola di Gesù nel deserto; il cristiano non deve formulare un discorso proprio ma utilizzare la parola di Dio per difendere la propria fede. È concesso solo ai fini della conversione, come nel caso della samaritana che, offrendo da bere a Gesù assetato, si sente rispondere con una parabola sulla vita eterna.
La parola d'ordine è proprio CONVERTIRE, approfittando di questo momento di debolezza, sia sul piano collettivo (spettacolarizzando le gesta papali), sia a livello privato, intrufolandosi tra le lenzuola degli ospedali, tra le pieghe del dolore, per convincere uomini e nazioni della propria inettitudine. Perchè "nessuno si salva da solo", usando la propria testa, con l'intelligenza e lo studio. Perché la tentazione,"il tentativo di percorrere vie alternative a quelle di dio", è sempre in agguato e ci ha portato alla tempesta pandemica. Perchè "i prodigi che Gesù compie non sono gesti spettacolari, ma hanno lo scopo di condurre alla fede attraverso un cammino di trasformazione interiore".
Le nostre vite organizzate, produttive, egogentriche devono di necessità cedere il passo ad un'esistenza comunitaria, mortificante, vigile nell'attesa della fine. Dobbiamo riconoscere la nostra VULNERABILITA' non per guarirne ma per arrenderci, ciechi, alla guida di un dio che è luce, fonte di vita, bussola nella tempesta, eppure che da essa dipende. Guai a dotarsi di una mappa prodotta dall'ingegno  per orientarsi o, peggio, per evitare di incorrere in futuro in altre burrasche.
È più facile mortificare che spronare, più semplice essere vulnerabili che risoluti.
Il papa stesso sembra avere per la testa termini e metafore di tema SANITARIO, un universo mentale popolato di parole quali "anestetizzare", "immunità", "ospedali" e ancora, in un'escalation che percorre i suoi ultimi discorsi, "virus", "epidemia", "pandemia"... sullo sfondo di un'umanità che trema per la sua minaccia.
Facendo presa sulla debolezza emotiva delle persone la chiesa spera forse di riprendere terreno riuscendo a convertire anche molti giovani o stranieri ancora legati alla tradizione religiosa d'origine. Ecco perchè "la preghiera e il servizio silenzioso", armi vincenti della retorica ecclesiastica, vengono urlate al megafono RADIOTELEVISIVO.
Diranno: "NOI C'ERAVAMO", vi abbiamo aiutati a portare la croce.
(FOTO: Yara Nardi per Il Post)
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sonporo · 4 years
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Il testo integrale dell'omelia del Papa in tempo di epidemia
Le parole pronunciate da Papa Francesco durante il momento di preghiera straordinario sul sagrato di Piazza San Pietro il 27 MARZO con le preghiere cantate
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«Venuta la sera» (Mc 4,35). Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: «Siamo perduti» (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.
È facile ritrovarci in questo racconto. Quello che risulta difficile è capire l’atteggiamento di Gesù. Mentre i discepoli sono naturalmente allarmati e disperati, Egli sta a poppa, proprio nella parte della barca che per prima va a fondo. E che cosa fa? Nonostante il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel Padre – è l’unica volta in cui nel Vangelo vediamo Gesù che dorme –. Quando poi viene svegliato, dopo aver calmato il vento e le acque, si rivolge ai discepoli in tono di rimprovero: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (v. 40).
Cerchiamo di comprendere. In che cosa consiste la mancanza di fede dei discepoli, che si contrappone alla fiducia di Gesù? Essi non avevano smesso di credere in Lui, infatti lo invocano. Ma vediamo come lo invocano: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» (v. 38). Non t’importa: pensano che Gesù si disinteressi di loro, che non si curi di loro. Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo dire: “Non t’importa di me?”. È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù. Perché a nessuno più che a Lui importa di noi. Infatti, una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati.
La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità.
Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, la tua Parola stasera ci colpisce e ci riguarda, tutti. In questo nostro mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “Svegliati Signore!”.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te. In questa Quaresima risuona il tuo appello urgente: “Convertitevi”, «ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni. È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo. Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: «che tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21). Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti. La preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». L’inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai.
Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore. In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi. Il Signore ci interpella dalla sua croce a ritrovare la vita che ci attende, a guardare verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, riconoscere e incentivare la grazia che ci abita. Non spegniamo la fiammella smorta (cfr Is 42,3), che mai si ammala, e lasciamo che riaccenda la speranza.
Abbracciare la sua croce significa trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente, abbandonando per un momento il nostro affanno di onnipotenza e di possesso per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare. Significa trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, e di solidarietà. Nella sua croce siamo stati salvati per accogliere la speranza e lasciare che sia essa a rafforzare e sostenere tutte le misure e le strade possibili che ci possono aiutare a custodirci e custodire. Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede, che libera dalla paura e dà speranza.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Cari fratelli e sorelle, da questo luogo, che racconta la fede rocciosa di Pietro, stasera vorrei affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute del suo popolo, stella del mare in tempesta. Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: «Voi non abbiate paura» (Mt 28,5). E noi, insieme a Pietro, “gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi” (cfr 1 Pt 5,7).
 PREGHIERE CANTATE:
SUB TUUM PRAESIDIUM
Sub tuum praesídium confúgimus, sancta Dei Génetrix; nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus; sed a perículis cunctis líbera nos semper, Virgo gloriósa et benedícta.
SOTTO LA TUA PROTEZIONE
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.
PARCE DOMINE
Parce, Domine, parce populo tuo: ne in aeternum irascaris nobis.
1. Flectamus iram vindicem, Ploremus ante Judicem; Clamemus ore supplici, Dicamus omnes cernui:
Parce, Domine, parce populo tuo: ne in aeternum irascaris nobis.
2. Nostris malis offendimus Tuam Deus clementiam. Effunde nobis desuper Remissor indulgentiam.
Parce, Domine, parce populo tuo: ne in aeternum irascaris nobis.
3. Dans tempus acceptabile, Da lacrimarum rivulis Lavare cordis victimam, Quam laeta adurat caritas.
Parce, Domine, parce populo tuo: ne in aeternum irascaris nobis.
4. Audi, benigne Conditor, Nostras preces cum fletibus In hoc sacro jejunio, Fusas quadragenario.
Parce, Domine, parce populo tuo: ne in aeternum irascaris nobis.
5. Scrutátor alme córdium, Infirma tu scis vírium; Ad Te revérsis éxhibe Remissiónis grátiam.
Parce, Domine, parce populo tuo: ne in aeternum irascaris nobis.
PERDONA SIGNORE
Perdona, Signore, perdona il Tuo popolo, non rimanere in eterno adirato con noi.
1. Plachiamo l'ira vendicatrice, piangiamo di fronte al Giudice; chiamiamolo con voce supplicante prostrati diciamo tutti insieme:
Perdona, Signore, perdona il Tuo popolo, non rimanere in eterno adirato con noi.
2. Con le nostre colpe abbiamo offeso la Tua clemenza. Tu che perdoni, effondi su di noi la Tua indulgenza.
Perdona, Signore, perdona il Tuo popolo, non rimanere in eterno adirato con noi.
3. Concedici un tempo propizio Dona di lavare con le lacrime il nostro cuore immolato, perché la Tua carità è sempre viva.
Perdona, Signore, perdona il Tuo popolo, non rimanere in eterno adirato con noi.
4. Ascolta, o buon Creatore, le nostre suppliche e i pianti che si effondono in questo sacro quaresimale digiuno.
Perdona, Signore, perdona il Tuo popolo, non rimanere in eterno adirato con noi.
5. Tu che leggi i cuori sai quanto è debole la nostra forza, a noi che ci rivolgiamo a Te mostra la Tua misericordia.
Perdona, Signore, perdona il Tuo popolo, non rimanere in eterno adirato con noi.
  ADORO TE DEVOTE
Adoro Te devote, latens Deitas, Quae sub his figuris vere latitas: Tibi se cor meum totum subiicit, Quia te contemplans totum deficit.
Visus, tactus, gustus in te fallitur, Sed auditu solo tuto creditur. Credo quidquid dixit Dei Filius: Nil hoc verbo Veritatis verius.
In cruce latebat sola Deitas, At hic latet simul et humanitas; Ambo tamen credens atque confitens, Peto quod petivit latro paenitens.
Plagas, sicut Thomas, non intueor; Deum tamen meum te confiteor. Fac me tibi semper magis credere, In te spem habere, te diligere.
O memoriale mortis Domini! Panis vivus, vitam praestans homini! Praesta meae menti de te vivere Et te illi semper dulce sapere.
Pie pellicane, Iesu Domine, Me immundum munda tuo sanguine. Cuius una stilla salvum facere Totum mundum quit ab omni scelere.
Iesu, quem velatum nunc aspicio, Oro fiat illud quod tam sitio; Ut te revelata cernens facie, Visu sim beatus tuae gloriae.
 Amen.
ADORO TE DEVOTAMENTE
Adoro Te devotamente, oh Dio nascosto, Sotto queste apparenze Ti celi veramente: A te tutto il mio cuore si abbandona, Perché, contemplandoTi, tutto vien meno.
La vista, il tatto, il gusto, in Te si ingannano, Ma solo con l'udito si crede con sicurezza: Credo tutto ciò che disse il Figlio di Dio, Nulla è più vero di questa parola di verità.
Sulla croce era nascosta la sola divinità, Ma qui è celata anche l'umanità: Eppure credendo e confessando entrambe, Chiedo ciò che domandò il ladrone penitente.
Le piaghe, come Tommaso, non vedo, Tuttavia confesso Te mio Dio. Fammi credere sempre più in Te, Che in Te io abbia speranza, che io Ti ami.
Oh memoriale della morte del Signore, Pane vivo, che dai vita all'uomo, Concedi al mio spirito di vivere di Te, E di gustarTi in questo modo sempre dolcemente.
Oh pio Pellicano, Signore Gesù, Purifica me, immondo, col Tuo sangue, Del quale una sola goccia può salvare Il mondo intero da ogni peccato.
Oh Gesù, che velato ora ammiro, Prego che avvenga ciò che tanto bramo, Che, contemplandoTi col volto rivelato, A tal visione io sia beato della Tua gloria.
 Amen.
PANGE, LINGUA  TANTUM ÈRGO SACRAMENTUM
Pànge, lingua, gloriosi Corporis mystèrium Sanguinisque pretiòsi, quem in mundi pretium fructus ventris generosi Rex effudit Gentium.
Nobis datus, nobis natus ex intacta Virgine, et in mundo conversatus, sparso verbi semine, sui moras incolatus miro clausit ordine.
In supremae nocte coenae recumbens cum fratribus observata lege plene cibis in legalibus, cibum turbae duodenae se dat suis manibus.
Verbum caro, panem verum verbo carnem efficit: fitque sanguis Christi merum, et si sensus deficit, ad firmandum cor sincerum sola fides sufficit.
Tantum èrgo Sacramentum venerèmur cernui: et antìquum documentum novo cedat rìtui: praèstet fìdes supplemèntum sènsuum defectui.
Genitori, Genitoque làus et jubilàtio, salus, honor, vìrtus quòque sit et benedictio: procedenti ab utroque compar sit laudatio.
Canta, o mia lingua Un sì gran sacramento
Canta, o mia lingua, il mistero del corpo glorioso e del sangue prezioso che il Re delle nazioni, frutto benedetto di un grembo generoso, sparse per il riscatto del mondo.
Si è dato a noi, nascendo per noi da una Vergine purissima, visse nel mondo spargendo il seme della sua parola e chiuse in modo mirabile il tempo della sua dimora quaggiù.
Nella notte dell'ultima Cena, sedendo a mensa con i suoi fratelli, dopo aver osservato pienamente le prescrizioni della legge, si diede in cibo agli apostoli con le proprie mani.
Il Verbo fatto carne cambia con la sua parola il pane vero nella sua carne e il vino nel suo sangue, e se i sensi vengono meno, la fede basta per rassicurare un cuore sincero.
Adoriamo, dunque, prostrati un sì gran sacramento; l'antica legge ceda alla nuova, e la fede supplisca al difetto dei nostri sensi.
Gloria e lode, salute, onore, potenza e benedizione al Padre e al Figlio: pari lode sia allo Spirito Santo, che procede da entrambi.
 LAUDATE DOMINUM
 Laudate Dominum omnes gentes
Laudate eum, omnes populi
Quoniam confirmata est Super nos misericordia eius Et veritas, veritas Domini manet, manet in aeternum
Gloria Patri et Filio Et Spiritui Sancto Sicut erat in principio Et nunc, et semper Et in saecula saeculorum Amen, Amen, Amen, Amen
LODATE IL SIGNORE
 Lodate il Signore, tutti.
Lodatelo, tutti gli uomini.
Perché egli ha consolidato
La sua misericordia su di noi,
E la verità del Signore dura in eterno.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,
Come era nel principio, ora e per sempre,
E nei secoli dei secoli.
Amen.
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daisysicily · 4 years
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Venuta la sera» (Mc 4,35). Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: «Siamo perduti» (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.
Il Papa prega per la fine della pandemia
È facile ritrovarci in questo racconto. Quello che risulta difficile è capire l’atteggiamento di Gesù. Mentre i discepoli sono naturalmente allarmati e disperati, Egli sta a poppa, proprio nella parte della barca che per prima va a fondo. E che cosa fa? Nonostante il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel Padre – è l’unica volta in cui nel Vangelo vediamo Gesù che dorme –. Quando poi viene svegliato, dopo aver calmato il vento e le acque, si rivolge ai discepoli in tono di rimprovero: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (v. 40).
Cerchiamo di comprendere. In che cosa consiste la mancanza di fede dei discepoli, che si contrappone alla fiducia di Gesù? Essi non avevano smesso di credere in Lui, infatti lo invocano. Ma vediamo come lo invocano: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» (v. 38). Non t’importa: pensano che Gesù si disinteressi di loro, che non si curi di loro. Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo dire: “Non t’importa di me?”. È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù. Perché a nessuno più che a Lui importa di noi. Infatti, una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati.
La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità.
Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, la tua Parola stasera ci colpisce e ci riguarda, tutti. In questo nostro mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “Svegliati Signore!”.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te. In questa Quaresima risuona il tuo appello urgente: “Convertitevi”, «ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni. È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo. Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: «che tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21). Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti. La preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». L’inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai.
Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore. In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi. Il Signore ci interpella dalla sua croce a ritrovare la vita che ci attende, a guardare verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, riconoscere e incentivare la grazia che ci abita. Non spegniamo la fiammella smorta (cfr Is 42,3), che mai si ammala, e lasciamo che riaccenda la speranza.
Abbracciare la sua croce significa trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente, abbandonando per un momento il nostro affanno di onnipotenza e di possesso per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare. Significa trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, e di solidarietà. Nella sua croce siamo stati salvati per accogliere la speranza e lasciare che sia essa a rafforzare e sostenere tutte le misure e le strade possibili che ci possono aiutare a custodirci e custodire. Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede, che libera dalla paura e dà speranza.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Cari fratelli e sorelle, da questo luogo, che racconta la fede rocciosa di Pietro, stasera vorrei affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute del suo popolo, stella del mare in tempesta. Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: «Voi non abbiate paura» (Mt 28,5). E noi, insieme a Pietro, “gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi” (cfr 1 Pt 5,7
Papa Francesco Piazza San Pietro 27 marzo 2020
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ccsacontemporaneo · 2 years
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Inaugura venerdì 17 dicembre alle 17 in Piazzetta Winifred Terni de’ Gregorj a Crema la IV edizione di #ccsacontemporaneo, quest’anno in veste rinnovata sotto forma di WINIFRED SOCIAL PLAZA, i cui principi cardine sono l’inclusione sociale e culturale e il dialogo tra patrimonio e contemporaneo.
Su queste basi sono stati selezionati i tre progetti vincenti, due installazioni e un’opera d’arte relazionale. Gli artisti vincitori Federico Marchetti di Studio sifr, g. olmo stuppia e Walter Szczerbowski, sono stati affiancati da quattro artisti mentor senior, Pietro Dossena, Francesca Marconi, Stefano Ogliari Badessi ed Elisa Tagliati, che hanno accompagnato la produzione delle opere.
Studio sifr, Vuoto cielo, 2021, installazione
-Già fruibile dal 17 novembre 2021-
Uno spazio vuoto è uno spazio in cui tutto può accadere. L'inserimento di un elemento inaspettato e semplice come uno spicchio di cielo all'interno della piazzetta Winifred Terni de’ Gregorj permette di ripensare la relazione tra cittadino e spazio urbano. Indagando i limiti dello spazio pubblico e ampliandone i confini e le possibilità. Nell'installazione la verticalità si fonde con la dimensione orizzontale e il cielo diventa un elemento centrale su cui costruire nuovi rituali sociali e sentirsi liberi di sperimentare.
Vuoto cielo è realizzato con la collaborazione di MTS Metalspeciali, sponsor tecnico per la fornitura della lamiera.
Federico Marchetti (1994) è un architetto e un artista che si interessa alla relazione tra arte, spazio urbano e persone.
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tmnotizie · 4 years
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SAN BENEDETTO – E’ iniziato sabato scorso nelle Marche  il Torneo Nazionale FIGC : Sesta Categoria. Quest’anno sono ben 8 i club iscritti, arrivati anche da fuori Regione come Rimini, Pescara, e Lanciano. Confermata al via la forte compagine Fermana Montepacini (Campione regionale 2019) e poi ecco Ascoli Borgo Solestà, Porto Potenza Picena LNPB e la new entry marchigiana Castelfidardo Calcio.
Si preannuncia quindi un bellissimo torneo che terminerà a giugno con le finali nazionali dove accederanno tutte le vincenti regionali per il gran finale che nello specifico verranno fuori da Lombardia, Marche, Sardegna, Lazio, Piemonte, Liguria e Toscana.
Tra le varie importanti novità di stagione, è stata presentata e bagnata da uno splendido sole la mascotte ufficiale della Stella del Mare, una bellissima Stella alta oltre 2 metri che ha preso vita grazie a Veronica, un’atleta della società sambenedettese che fa parte della squadra di danza, perchè lo sport nel club rivierasco si fa sempre a 360 gradi. Oltre al calcio e alla danza, infatti la Stella del Mare segue altri progetti sportivi come basket e nuoto.
Per Veronica “ è stato il giorno più bello della mia vita –dice-bellissimo tifare la squadra da vicino- Mi sono divertita tantissimo”
Confermato per il terzo anno di fila il supporto al progetto calcio da parte della Famiglia Fioretti (Idea Pallet), che ormai è diventata parte integrante della giovane realtà sambenedettese.
“Siamo molto felici –afferma Andrea Fioretti-di continuare questo connubio, stare in mezzo a questi ragazzi ti riempie il cuore, spero che la squadra possa raggiungere i suoi obbiettivi di stagione, quest’anno saremo spesso con loro ad applaudire le loro prestazioni, forza ragazzi!”
Nell’esordio di stagione la Stella del Mare San Benedetto ha avuto la meglio su di un coriaceo Lanciano per 3-0. La gara è stata in equilibrio per gran parte della tempo fin quando bomber Laghi è salito in cattedra siglando una bella doppietta. Il terzo goal è stato realizzato da Pietro Del Gran Mastro che ha bagnato così al meglio la sua prima da capitano
“Sono molto felice del mio primo goal stagionale –commenta Del Gran Mastro- ma anche della prima stagione con la fascia al braccio e poi sono felice per la vittoria. Ma oggi ho visto delle belle squadre e quindi penso che ci dovremo mettere di grande impegno per poter arrivare tra le prime del girone e poi… chissà. La nostra speranza è quella di fare le finali come nel 2018, una bellissima esperienza che è ancora viva nella nostra mente”.
Nella seconda gara di campionato i giallo-oro di mister Paolo Rosati hanno incontrato la novità Castelfidardo, dopo i primi due goal iniziali di svantaggio gli anconetani si sono pian piano riorganizzati e, anche grazie a degli infortuni difensivi dei sambenedettesi, sono riusciti a capovolgere l’incontro fissando il punteggio finale a loro favore per 5 a 3. In gol per la Stella del Mare sono andati Pignotti, Neroni e Laghi (che sale cosi a tre nella classifica marcatori).
Nelle due gare disputate va fatto un plauso generale ai difensori Nardella, Pasini e Aloisi. Ai centrocampisti Neroni, Capriotti, Napoli. Agli attaccanti Pignotti e Laghi oltre che al portierone Katia (unica ragazza in squadra). Ma su tutti bisogna rilevare una prestazione monumentale del difensore centrale Marcelli, una vera e propria diga per i giallo-oro.
Presenti alla manifestazione anche il vice presidente regionale FIGC Ivo Panichi e il vice presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Marche Piero Celani che si sono complimentati con tutti i presenti per la bella manifestazione e con il presidente De Laurentiis per il bellissimo clima di festa che si vive all’interno della Stella del Mare San Benedetto del Tronto dove tra Mascotte in campo, pon pon sulle tribune e bandiere sventolate dai familiari al seguito, tutto ha contribuito a creare quell’atmosfera magica fatta di sorrisi e spensieratezza.
“E’ stata una bellissima giornata di festa sia in campo che fuori –analizza Roberto Ciferni, diggi della Stella del Mare-  come ci teniamo che sia ogni volta. L’idea di creare una Mascotte è stata sicuramente una scelta vincente che ha riscosso il favore di tutti. Faccio i complimenti per la splendida organizzazione del torneo alla Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale magistralmente guidata da Valentina Battistini ed alla società sportiva Borgo Solestà Ascoli con il deus ex machina Adriano Pistolesi”.
CALCIO PARALIMPICO 2020
SESTA CATEGORIA FIGC
1^ Giornata
Stella del Mare SBT – Lanciano  3-0
Borgo Solestà Ascoli – Porto Potenza Picena LNPB   6-1
Demia Biancazzurra Pescara – Montepacini Fermo  7-0
Esplora Rimini – Castelfidardo Calcio  7-4
2^ Giornata
Stella del Mare SBT – Castelfidardo Calcio   3-5
Lanciano 1923 FS –  Montepacini Fermo  1-8
Borgo Solestà Ascoli FS – Esplora Rimini   6-3
Porto Potenza Picena LNPB – Demia Biancazzurra Pescara  9-7
Classifica
6  –  Montepacini Fermo
6 –   Borgo Solestà Ascoli FS
3 –   Stella del Mare SBT
3 –   Porto Potenza Picena LNPB
3 –   Castelfidardo Calcio
3 –   Esplora Rimini
0 –   Demia Biancazzurra Pescara
0 –   Lanciano 1923 FS
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yeschanneltech · 5 years
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Per i partner è sempre vincente la competenza, parola di Lexmark
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Per i partner è sempre vincente la competenza, parola di Lexmark
I partner devono adottare una strategia a lungo termine, con i vendor, se vogliono uscirne vincenti. Aziende e partner di canale si trovano ad affrontare quotidianamente la difficile sfida legata alla crescita di business in mercati competitivi. Pietro Renda, Channel and Supplies Sales Director di Lexmark, affronta il tema dando uno spaccato della strategia e qualche spunto di riflessione.
La vendita di prodotti e servizi di terze parti, il farsi un nome sul mercato e posizionarsi in modo chiaro o la veicolazione di un messaggio dal valore aggiunto, sono attività che sono più complesse per le aziende che operano sul canale. Per non parlare poi della scelta di prodotti o soluzioni da offrire ai clienti nell’ambito di un’offerta di servizio generale.
Per i partner è sempre vincente la competenza
Queste sfide sono amplificate dalla diffusione delle tecnologie digitali.
Farsi largo tra servizi, prodotti e soluzioni che soddisfano le esigenze dei clienti è diventato più complesso, mentre il tasso di cambiamento tecnologico continua ad accelerare.
Un’altra problematica è legata al fatto che tutto questo ha un impatto su settori diversi in modi differenti. Di conseguenza, le aziende si rivolgono sempre più di frequente ai propri partner per ricevere supporto. Dove? Nella scelta del mix di prodotti e soluzioni in grado di semplificare il percorso verso la trasformazione digitale.
Per i partner è sempre vincente la competenza, parola di Lexmark
Nonostante queste sfide, tuttavia, il canale sta raccogliendo i benefici derivanti dal fatto di poter contare su una vasta gamma di prodotti e servizi. Molti analisti fanno notare come i player di canale in Europa e Nord America stiano dando segnali di crescita.
Per dare continuità a questi trend positivi, occorre che i partner di canale diano priorità a competenza tecnologica e specializzazioni di settore.
Tutto questo per fare in modo da garantire il giusto mix di consulenza e prodotti ai propri clienti. Vendita e personalizzazione dei servizi hanno fatto sì che i clienti non desiderassero più una soluzione unica per tutto, bensì una gamma di prodotti su misura per le loro specifiche esigenze.
Per i partner è sempre vincente la competenza, parola di Lexmark
Prodotti o servizi (come la stampa) saranno sempre richiesti dalle aziende di ogni settore. In molte aree dell’IT sarà fondamentale saperli adattare per far fronte a specifiche sfide del mercato.
In questo modo il rivenditore sarà in grado di comprendere le piccole sfumature delle varie industrie, individuare trend e dinamiche, supportando a 360° il cliente.
Per far fronte all’esigenza di competenza e specializzazioni di settore, è necessario che i partner di canale adottino una visione a lungo termine dello sviluppo del business.
Questa deve prevedere programmi di formazione continua e di sviluppo interni per essere in grado di fornire ai clienti la combinazione di hardware più adatta per le loro esigenze.
Il problema è rappresentato dal fatto che il settore IT continua a essere afflitto da una carenza di talenti e competenze, il che rende difficile assumere specialisti.
Partner è sempre vincente la competenza, parola di Lexmark
Si crea di conseguenza un’evidente opportunità per i partner di canale di affidarsi ai propri vendor per garantire i livelli di competenza richiesti dal settore.
Nella tipica relazione vendor-partner, il reseller comprende le esigenze dei propri clienti meglio di chiunque altro.
I vendor sono in grado di fornire le necessarie conoscenze verticali e un contesto a livello di industria sul giusto mix di prodotti per le esigenze di un particolare settore.
Lo sviluppo del prodotto richiede, in particolare, una conoscenza approfondita delle sfide affrontate da diverse tipologie di aziende.
Le dimensioni di molti vendor fanno sì che dispongano di un numero maggiore di punti di contatto con un settore industriale specifico rispetto a un partner che conta solo sulle proprie forze.
Per i partner è sempre vincente la competenza, parola di Lexmark
In un mercato in rapida evoluzione e competitivo come quello attuale, team di vendita e assistenza qualificati con il supporto dei vendor possono solo fare la fortuna del canale.
Troppo spesso i clienti vedono la tecnologia e i servizi forniti dai partner di canale più come un peso che un’opportunità.
Apprendimento, formazione e sviluppo delle competenze consentono a questi ultimi di garantire affidabilità e favorire la crescita di business.
“Parlare la lingua” dei clienti consentirà ai partner di moltiplicare le opportunità di business e posizionarsi al meglio per la propria crescita.
*A cura di Pietro Renda, Channel and Supplies Sales Director di Lexmark
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spazioliberoblog · 5 years
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di PIERO PACCHIAROTTI ♦
International Tour Film Festival dal 9 al 13 ottobre: grandi numeri e ospiti favolosi, il connubio per un successo unico e cinque giorni sensazionali a Civitavecchia.
Quest’anno si contano ben 3600 opere iscritte da 110 nazioni, come ha evidenziato dalla prima serata – e prima ancora nella Conferenza Stampa del 3 ottobre a Roma presso la sede FUIS – il Presidente dell’International Tour Film Festival Piero Pacchiarotti; esattamente il doppio rispetto alla precedente edizione. 
Numeri davvero sorprendenti per non parlare delle peculiarità della kermesse: sette sezioni in gara di cui due riservate ai giovani ed un “vincente assoluto”, il premio della critica; due workshop, molte presentazioni di libri a tema, un meeting sulla costituzione e molto altro si è svolto in queste 5 giornate.
Il ruolo della madrina della manifestazione è stato ricoperto da Ester Vinci, poliedrica attrice di numerose fiction tra cui Squadra Antimafia; l’edizione corrente ha visto l’apertura ufficiale con Simone Gallo ed Anastasia Vasilyeva (conduttori della prima serata) mentre il ruolo del presentatore della serata finale è andato all’attore Roberto Luigi Mauri; accanto a lui sul palco la conduttrice Angela Achilli.
La prima serata è iniziata con l’inaugurazione della mostra  fotografica “Cinema e Mito” e le lambrette storiche della collezione di Silvestro Guida, passando dalle fasce di Miss Civitavecchia Elegance di Gloria Salipante e Miss Castelli Romani, per giungere alle note musicali dei cantanti Armando Caforio e Kumiko Yoshii, Roberta Manovelli e Sergio Grech dell’Ass.ne l’Arte del Canto; il film d’apertura è stato invece Il Signor Diavolo, opera ultima di Pupi Avati che vede fra gli attori Andrea Roncato il quale è stato premiato nella sera del 9 ottobre per i suoi favolosi 40 anni di carriera. Gli altri premi della prima serata che sono stati assegnati sono il Fashion Award a Daniela Poggi – che ha scelto a sorpresa di chiamare dal pubblico e di dividere il suo momento sul palco con un’attrice che ha preso enormemente a cuore, la giovane e bravissima Giulia Todaro con la quale sta lavorando attualmente su un set – e lo Special Award allo Chef Bruno Brunori che durante il giorno aveva incontrato i ragazzi dell’istituto alberghiero.
Giovedì 10 serata dedicata ai diritti umani ed al problema del razzismo, con la proiezione di Skin, di Guy Nattiv, fresco premio Oscar 2019 e di Caina alla presenza del regista e dall’attrice principale, rispettivamente Stefano e Luisa Amatucci.
Venerdì 11 ottobre dopo l’inaugurazione della  mostra fotografica “Cinema e Mito”, si è svolta la serata come sempre presso La Cittadella della Musica con due premi di prestigio previsti: uno è andato a Maria Grazia Nazzari e l’altro a Nicola Vizzini.
Sabato 12 serata interamente dedicata ai talenti locali con il Festival del Mare,  videoclip musicali inediti di altissima qualità grazie alla sapiente regia di Pietro Giorgetti, presentata dalla coppia Floriana Gigli e Gino Florio, vinta da Giuseppe Scaglione.
Domenica 13 ottobre si è svolta, infine, la premiazione di tutte le opere vincenti (vd. allegato) davanti ad un parterre internazionali con registi provenienti da Russia, Spagna, Croazia, Singapore, è così via; è stato consegnato il premio alla carriera a Gennaro Cannavacciuolo. Tra i nomi che occupavano le poltrone in prima fila, tanto per citarne i principali, i registi Christian Marazziti e Daniele Falleri, la regista Donatella Baglivo,  le attrici  Marilu’ De Nicola e Paola Lavini veterani amici del Festival; il sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco, l’On. Alessandro Battilocchio, la fashion stylist e marketing manager di Como Monica Gabetta Tosetti – che ha curato l’outfit del presentatore Roberto – con la collega amica e professionista Laura Sonvico; e ancora l’artista Alexandra Del Bene responsabile della realizzazione dei premi e moltissimi altri.
Durante le giornate del festival oltre ai film in concorso si sono tenuti workshop attoriali con Simona Tartaglia; presentazioni libri con personaggi come Pino Scaccia, Raffaella Lanzetta e Manuela Del Zompo. Infine interventi nelle scuole per ricordare personaggi come Mario Monicelli a dieci anni dalla scomparsa e Leonardo Da Vinci.
Si ringraziano le Istituzioni, lo Staff , gli Sponsor, i partners dell’ITFF e tutti coloro che hanno collaborato. Tra le persone che hanno preso parte alla macchina organizzativa di quest’ultima edizione gli storici Francesco Capuano e Andrea Donato; i fotografi Carlo Piersanti, Giuseppe Andidero, Nicoletta Morici e Fabio Finco; i videomaker Cosimo Ricciolino e Benedetta Donsante.
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PIERO PACCHIAROTTI
Presidente ITFF Piero Pacchiarotti; Direttore Artistico Luc Toutounghi; Direttore del Festival Sonia Signoracci
Ufficio stampa Roberta Nardi.
Sito ufficiale: www.internationaltourfilmfest.it/
Di seguito l’elenco delle OPERE PREMIATE – 8^ EDIZIONE ITFF 2019
 ITFF MIGLIOR FICTION 2019
Мама (Mother) di Vasiliy Kiselev (Russia)
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ITFF MIGLIOR DOCUMENTARIO 2019
La fiaba perduta di Cristian Natoli e Giulio Gattuso (Italia)
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ITFF MIGLIOR ANIMAZIONE 2019
The goodqueue di Roger Giménez (Spagna)
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ITFF MIGLIOR VIDEO DI PROMOZIONE TURISTICA 2019
RabskaFjera – MedievalSummer Festival
di SanjinBadurina (Croazia)
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ITFF MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO ITALIANO 2019
Segretarie – Una vita per il cinema
di Raffaele Ragoe Daniela Masciale
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ITFF PREMIO DELLA CRITICA E VINCITORE ASSOLUTO DEL FESTIVAL
Be Kind
di Sabrina Paravicini e Nino Monteleone (Italia)
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ITFF MENZIONE SPECIALE
Switch di Andrea Vella e Martina Vacca
Laboratorio Cinematografico di Santa Marinella
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ITFF – VIDEOVERSI  (sezione Adulti)  1^ Classificato a:
Il cappotto verde di Fabio Lucarelli
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ITFF – VIDEOVERSI  (sezione Adulti)  2^ Classificato a:
Haiku n.2 di Paolo Di Luca
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ITFF – VIDEOVERSI (sezione Adulti)  3^ Classificato a:
Io vedo con il cuore di Silvia Giampà
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ITFF – VIDEOVERSI (Sezione giovani) 1^ Classificato
Assenza di Maria Laura Marino                   
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ITFF – VIDEOVERSI (Sezione giovani) 2^ Classificato
Amico Mio di Elisa Corti
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ITFF – VIDEOVERSI (Sezione giovani) 3^ Classificato
Sognatore straniero di Alessia Malinconici
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   ITFF  CITTADINI D’EUROPA   – 1^ Classificata a:
       La giovane Unione Europea, Lei, la sua storia, il suo futuro   
di Maria Rosaria Raucci e Alessandra Ommeniello – ISISS Terra Di Lavoro – Caserta
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ITFF  CITTADINI D’EUROPA  2^ Classificata a
     Uniti a sostegno della legalità di Veridiana Cassarisi
IIS Via dell’Immacolata 47 – Civitavecchia
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  ITFF  CITTADINI D’EUROPA   3^ Classificata a:
                    Cittadini d’Europa di Angela Pernice
IIS Vespucci – ColomboLivorno
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ITFF  CITTADINI D’EUROPA   – Menzione Speciale a: 
   Ride – Liberi di muoverci  di Silvia Luciani
Istituto Comprensivo Enrico Fermi di Macerata
International Tour Film Festival dal 9 al 13 ottobre: grandi numeri e ospiti favolosi di PIERO PACCHIAROTTI ♦ International Tour Film Festival dal 9 al 13 ottobre: grandi numeri e ospiti favolosi, il connubio per un successo unico e cinque giorni sensazionali a Civitavecchia.
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qdmnotizie-blog · 6 years
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JESI, 14 maggio 2018 – Al “Castello” di Serra de’ Conti la XXIII/a edizione del Palio di San Floriano; al Quartiere San Pietro  il Palio dei quartieri. Sono questi i risultati finali di una manifestazione mai fino ad ora così coinvolgente che ha richiamato nelle vie, piazze e parchi del centro cittadino migliaia e migliaia di spettatori provenienti sia dalle periferie cittadine così come dai territori dei Comuni coinvolti in quella che a buon diritto si può classificare come la maggiore manifestazione promossa da associazioni locali sul territorio della Vallesina ed oltre.
Ma andiamo con ordine. Anche nella giornata conclusiva il Palio ha corso il grosso rischio della pioggia che però, come già nelle giornate precedenti, ha bagnato la città solo qualche ora prima dell’inizio dei numerosi spettacoli, favorendo l’afflusso degli spettatori. Nei pomeriggi/sere dei 10 giorni della manifestazione (il primo appuntamento è stato il 4 maggio, ricorrenza religiosa di San Floriano) più o meno ricchi di eventi ed appuntamenti, il centro storico è diventato sede di spettacoli, attrazioni, curiosità, mercatini, celebrazioni e visite turistiche; un periodo (si calcolano circa 75 ore di attività) durante il quale è stato possibile vedere gruppi di turisti attratti dalle centinaia di figuranti in costumi medievali, armigeri, saltimbanchi, plebe e nobiltà girare per le strade in ordine sparso o ben allineati nei tanti cortei che hanno caratterizzato il Palio e nei circa 90 eventi in programma.
Di tutto questo e del lavoro svolto per garantire la piena sicurezza dei partecipanti si deve dare merito a tutti coloro che si sono adoperati, notte e giorno, nel predisporre dispositivi anti vandali (se non peggio) tutelando le vie di accesso al cuore della città. Non possiamo certo fare l’elenco dei singoli giovani che hanno “lavorato” per questa festa che, stando agli organizzatori, ha coinvolto circa 60 associazioni; una menzione speciale  va al personale del Comune, qlla Diocesi di Jesi, ai giovani del Centro Sportivo Italiano , alla Protezione civile, alle forze dell’ordine, alle associazioni dei carabinieri in congedo ed agli operatori della Polizia Locale.
E veniamo al Palio vero e proprio, alle gare che hanno caratterizzato la conquista dei due gonfaloni. Il Quartiere San Pietro si è imposto sugli altri tre (in ordine alfabetico: Posterma, San benedetto, Santa Croce) vincendo o piazzandosi ai primi posti delle varie gare previste (tiro con l’arco, giochi medievali, ecc) che hanno richiamato non solo “tifosi” dei quartieri, ma anche curiosi e gente di fuori città. A consegnare materialmente il Pallio al presidente del Quartiere vincitore è stato il Podestà.
Il Castello di Serra de’Conti, come detto in apertura, si è aggiudicato il Palio di San Floriano, edizione XXIII/a primeggiando nelle varie discipline. A ritirare il riconoscimento dalle mani del Sindaco di Jesi, Massimo Bacci, l’assessore allo sport, Marco Silvi che nel riceverlo ha sottolineato il fatto che è stata la prima volta che il “suo” Comune  ha conquistato il prestigioso traguardo, ha ringraziato amministratori cittadini ed organizzatori per questa coinvolgente manifestazione.
Prima di passare ai contenuti del breve messaggio lanciato dal Sindaco di Jesi ci piace segnalare lo spirito di partecipazione dimostrato dalla squadra rappresentante Montecarotto. Nella gara di staffetta, svoltasi in piazza Federico II e stradine vicine, questo “castello” ha fatto scendere in campo tre giovanissime concorrenti che se la sono dovuta vedere con agguerriti e velocissimi avversari; a Gabriella, Paola, e Debora, nonché alla loro scorta Marta, gli applausi scroscianti delle centinaia di persone che assistevano alla gara.
E veniamo alle fasi conclusive del Palio, quelle svoltesi in Piazza Baccio Pontelli caratterizzate da spettacoli rievocativi di un epoca lontana, ricchi di suggestioni e graditi dal pubblico. Terminato questo momento e quasi in conclusione della premiazione, il Sindaco di Jesi ha voluto ringraziare l’Ente Palio e tutti coloro che in qualche maniera hanno contribuito a fare di questa manifestazione un evento sempre più partecipato; ha ringraziato tutte le persone presenti e, in chiusura, ha assicurato gli organizzatori che “in futuro ci sarà un maggiore impegno dell’ente locale nel sostenere la manifestazione”.
Ringraziamenti a tutti anche da parte del Presidente dell’Ente Palio San Floriano, l’avvocato Matteo Giampieri, che durante la cerimonia di consegna dei Palli ha premiato il maiolatese Enrico Longo quale migliore arciere della manifestazione.
La chiusura del XXIII Palio di San Floriano è stata degna di un Palio da record; infatti, per la prima volta nelle nostra zona centinaia di spettatori hanno potuto assistere ad uno spettacolo “piromusicale”, vale a dire una lunghissima serie di giochi pirotecnici sia a terra che in cielo accompagnati da suoni coinvolgenti; fuochi artificiali calorosamente e a lungo applauditi.
Nei prossimi giorni saranno comunicati i numeri vincenti della lotteria popolare i cui biglietti sono stati venduti durante le giornate del Palio.
(s.b.)
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JESI / A SERRA DE’ CONTI IL PALIO DI SAN FLORIANO JESI, 14 maggio 2018 – Al “Castello” di Serra de’ Conti la XXIII/a edizione del Palio di San Floriano…
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