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#anime dei defunti
frenk-93 · 1 year
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MISSA DA REQUIEM
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givemeanorigami · 9 months
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Non io che, dopo aver fatto in modo che la libellula uscisse sana da questa camera, da questa casa, mi sento in colpa per averla sfrattata, nonostante io l'abbia fatto per preservarla da due piante carnivore e un cucciolo agitato. Ogni tanto è difficile essere me.
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diceriadelluntore · 1 year
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Inversamente
L'altro giorno @hope-now-and-live aveva chiesto, in maniera ironica ma molto interessante, quante volte ci si è chiesti perchè Orfeo si gira a guardare se Euridice lo segua, nella sua catabasi (nel mondo greco, la discesa dell'anima nell'oltretomba), perdendo definitivamente la sua amata, ritenendolo per questo uno stolto. Il Mito è famosissimo, ed è uno dei più potenti racconti sulla proibizione simbolica.
Nel chiacchierare con lei, mi è venuto in mente che Robert Browning, poeta, scrittore e drammaturgo britannico dell'età vittoriana, si ispirò a questo quadro di Frederic Leighton, Orfeo e Euridice (1864)
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dove è chiaro come sia Euridice che cerca "di farsi guardare" da Orfeo, che tiene disperatamente gli occhi chiusi, per scrivere questi versi:
Sì, dammi la bocca, gli occhi, la fronte, e insieme mi prendano ancora – un solo sguardo ora mi avvolgerà per sempre per non uscire mai dalla sua luce, anche se fuori è tenebra. Tienimi sicura, avvinta al tuo sguardo eterno. Le pene d’un tempo, dimenticate, e il terrore futuro, sfidato – non è mio il passato né il futuro – guardami! Robert Browning, Eurydice to Orpheus, da Dramatis Personæ , 1864
Per chi non lo ricorda, il Mito è diverso: Orfeo s’innamora, ricambiato, della ninfa Euridice, e la sposa. Come racconta Virgilio nelle Georgiche, di Euridice s’invaghisce anche il pastore Aristeo, che l’insegue per farla sua e, mentre scappa, Euridice è morsa fatalmente da un serpente. Nelle Metamorfosi Ovidio sceglie di eliminare dalla scena Aristeo: Euridice è spensierata, in compagnia di una schiera di ninfe, quando viene morsa al tallone dal rettile. Appena Orfeo apprende la notizia, piange la sposa e con coraggio decide di recarsi negli inferi per riaverla. Scende fino allo Stige, vince ogni ostacolo grazie alla lira e si presenta a Persefone e a Ade, i signori dell’oltretomba. Canta il suo amore per Euridice e chiede che gli venga data la possibilità di continuare a vivere con lei. Tale è la forza del suo amore e del suo canto che Persefone, Ade, il cane Cerbero e perfino le implacabili Furie si commuovono. Gli viene quindi accordato di portare con sé Euridice, ma a un patto: lui andrà avanti, lei lo seguirà, e Orfeo non potrà mai girarsi indietro, perché altrimenti Euridice tornerà per sempre tra le ombre dei defunti. Nella risalita, infatti, mentre i due amanti sono quasi arrivati alla luce, Orfeo non resiste alla tentazione e si volta per controllare che la sua amata sia veramente con lui. Nel tempo di un attimo Euridice scompare per sempre nell’abisso. Distrutto e impietrito, Orfeo non trova più pace e vaga per la terra, sublimando nel canto un passato che non può più tornare. Continua a emozionare, sì, ma rifiuta la vita e l’amore delle altre donne; per questo le Menadi – o Baccanti – si vendicano di lui, che pure era legato a Dioniso, e lo fanno a pezzi gettandone i resti nel fiume Ebro. Tutti lo piangono, uccelli, alberi, sassi, ma Orfeo potrà tornare a riabbracciare la sua Euridice.
Molti nel '900 riprenderanno il Mito, soprattutto dal punto di vista di Euridice. Il magnifico Orfeo, Euridice, Hermes di Rainer Maria Rilke, aggiunge la figura del dio dal piede alato che è messaggero delle anime (Psicopompo, uno dei suoi più famosi attributi), con Euridice che non riconosce più Orfeo:
E quando a un tratto il dio la trattenne e con voce di dolore pronunciò le parole: si è voltato –, lei non comprese e disse piano: Chi?
Ma avanti, scuro sulla chiara porta, stava qualcuno il cui viso non era da distinguere. Immobile guardava come sull’orma di un sentiero erboso il dio delle ambasciate mestamente si volgesse in silenzio per seguire lei che tornava sulla stessa via, turbato il passo dalle bende funebri, malcerta, mite nella sua pazienza.
Giganti si sono cimentati con questa storia (tra gli altri, Campana, Pavese, Yourcenar, Magris, Calvino) ma cito Gesualdo Bufalino, che in un racconto beffardo, Il ritorno di Euridice (1986), fa dire alla Ninfa:
L’aria non li aveva ancora divisi che già la sua voce baldamente intonava “Che farò senza Euridice?”, e non sembrava che improvvisasse, ma che a lungo avesse studiato davanti a uno specchio quei vocalizzi e filature, tutto già bell’e pronto, da esibire al pubblico, ai battimani, ai riflettori della ribalta.
In pratica, l'aveva fatto apposta!
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valentina-lauricella · 9 months
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Voglio confessarti che ho scaricato un e-book, pubblicato in versione cartacea nel 1909, dell'autore spiritualista e ricercatore nel campo dei fenomeni psichici e parapsicologici Ernesto Bozzano: adesso che mia madre è morta, provo interesse per i fenomeni di manifestazioni spiritiche, perché anche mia madre è diventata uno spirito e desidero immaginare come si senta.
Ho già letto un libro di Bozzano, con casi di manifestazioni spiritiche ed esperimenti parapsicologici. Le prove raccolte convergono a confermare l'esistenza degli spiriti (anime o coscienze, che dir si voglia). L'aneddotica a tal proposito è ricca e convincente. Mi ha talmente appassionato il primo, che ne ho scaricato un altro.
Sulla prestigiosa rivista inglese Nature, nel 1928, un eminente biologo, dopo aver assistito a degli esperimenti medianici di comunicazione con i defunti, pubblicò una relazione in cui dichiarava che l'entità di un defunto aveva fornito prove scientifiche della sua sopravvivenza. In pratica, su Nature è stato scritto che l'anima sopravvive alla morte.
Molta parte della bellezza struggente della vita è dovuta all'incertezza, alle tante domande che si pongono sulla condizione umana e sul senso della vita stessa. Un giorno conosceremo tutto, ogni risposta, e anche ciò che adesso neppure immaginiamo; non potremo essere malinconici. Saremo come gli dei, sempre felici e onnipotenti? Ma è un percorso graduale, quello della conoscenza; si conosce per imparare che c'è sempre di più da conoscere, mai per fermarsi appagati; il totale dell'esistente sarà sempre più grande di noi. E questa consapevolezza è fonte di meraviglia e di felicità.
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tenebraetuae · 1 month
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Non riesco a vedere San Giuseppe e non vedere mio padre. Non posso pregarlo e non pensare alle mie nonne che portano il suo nome.
San Giuseppe è rappresentato con gli strumenti da falegname e con un bastone con fiori di giglio.
Secondo la tradizione cattolica, i Santi Anna e Gioacchino furono molto meticolosi scegliendo un marito per la loro figlia Maria. Quando San Giuseppe venne a corteggiarla, il bastone che portava con sé fiorì miracolosamente. Fu così che sapevano che era un degno pretendente.
Nel Sud Italia è comune onorare altari dedicati a San Giuseppe. Uomini e donne trascorrono cinque giorni alla settimana per un mese intero a costruire questi altari ornati. Gli uomini costruiscono le cornici e le coprono con piante, compresi fiori stagionali e agrumi. Le donne cuociono il pane in forme speciali, come angeli, ostensori o aureole. Tutto l'oro che si vede nelle foto è pane. È davvero mozzafiato.
Gli altari di San Giuseppe hanno tipicamente tre livelli, che rappresentano le persone della Santissima Trinità o della Sacra Famiglia, a seconda di chi chiedi. I grandi pani al centro sono dedicati alla Madonna, al Bambino Gesù e a San Giuseppe.
In questo giorno c’è anche la tradizione del Tupa-Tupa dove tre bambini vengono scelti per interpretare le parti della Madonna, Gesù e San Giuseppe. Si riungono in una casa e bussano alla porta chiedendo cibo e riparo, ma vengono rifiutati, in ricordo all’episodio della Sacra Famiglia. 
I rifugiati vanno nella casa accanto, e la stessa scena si ripete. Quindi vanno in una terza casa. All'interno di questa casa, è stato preparato un altare a San Giuseppe e sono benvenuti a entrare e mangiare insieme a loro.
Questa tradizione riflette una convinzione comune nel cattolicesimo nel mondo mediterraneo, che è che l'ospitalità deve essere condivisa con gli estranei, che possono benissimo essere anime dei nostri defunti o direttamente angeli sotto mentite spoglie:
- Non siate negligenti nell’ospitare i forestieri: perché alcuni senza saperlo hanno ospitato gli angeli. Ebrei XIII, II.
- Provvedete alle necessità dei santi, esercitate con premura l’ospitalità. Romani 12:13
Tutt ludom l'Etern, cant:
l’ Atton, u Figgh e u Spirit Sant.
E semb amot e bniditt sí
u Nom d Gèsu, Giusepp, e Marí.
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gregor-samsung · 6 months
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“ Per il due di novembre Don Matteo aveva avuto una giornata di gran lavoro; aveva detto sulle pietre tombali della chiesa una sessantina di «Libere» a un carlino l'una. Aveva messi insieme sei ducati: aveva incominciato prima dell'alba e alle nove di sera ancora cantava. Fino alle cinque gli altri otto preti gli avevano tenuto testa ma poi si erano dovuti arrendere all'eccezionale potenza dei polmoni di Don Matteo. Mentre cantava Don Matteo osservava i segni della loro stanchezza; sentiva le voci ormai diventate un roco bisbiglio: via via che uscivano dalla lizza li guardava con ipocrita compassione, poi riprendeva il suo canto con intonazione trionfale. In quanto al grano dell'elemosina i preti avevano, al solito, fatte le parti a modo loro: questo per l'arcidiacono, questo per i canonici, questo per il segretario del capitolo, questo per l'economo. A Don Matteo erano toccati dieci rotoli di fave, e venti moccoli: i piú piccoli e i piú sottili naturalmente. Ma i sei duca li aveva; quelli non glieli toglieva nessuno, sangue di Giuda. Denaro onestamente guadagnato: a conti fatti aveva tolti almeno tre secoli di purgatorio alle povere anime dei defunti. Per uno solo riteneva il suo lavoro inutile: i parenti avevano dato tre «Libere» per l'anima di Don Pasquale di Pietrantonio che, usuraio e ladro emerito, doveva essere diventato un tizzone nel piú profondo dell'inferno. – Bene non gliene ha fatto, ma male neanche, – commentava Don Matteo. “
Francesco Jovine, Signora Ava, Einaudi, 1958; pp. 68-69.
[1ª edizione originale: 1942]
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lunamagicablu · 1 year
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Mentre dormiamo
Lasciamo andare la fisicità
Per sperimentare la nostra vera forma
Di Spirito, illimitato e libero.
Possiamo andare ovunque
Senza limiti di tempo e di spazio
Esplorando il nostro magnifico Universo
O le nostre vite passate che possiamo ripercorrere.
Mentre dormiamo
Il concetto di tempo scompare
Perde tutti i suoi confini
Solo al fisico aderisce.
Dopo aver chiuso gli occhi per dormire
Sembra che siano passati solo pochi minuti
Quando molte ore dopo ci svegliamo
E ci adattiamo ai tempi dell'apparente menzogna
Mentre dormiamo
La porta è spalancata
Per attraversare e apprezzare
Il mondo dall'altra parte,
Il nostro Spirito lascia il nostro corpo
Riposare in pace nel nostro letto
Siamo legati da un cordone d'argento
Si rompe solo quando siamo morti.
Mentre dormiamo
Il nostro vero sé guida la strada
Ritroviamo la nostra prospettiva pura
E assimiliamo la giornata attuale
Anche se molte cose accadono.
Ricordare capita solo a pochi
Ma solo perché abbiamo dimenticato
Non significa che non sia vero.
Mentre stanno dormendo
Coloro che si avvicinano alla fine della loro vita
Stanno facendo i preparativi
Per comprendere più facilmente
L'abbandono di questo mondo
E passare a cose migliori.
È più probabile che ricordino
I messaggi che il "dormire" porta.
Mentre dormiamo
Possiamo visitare coloro che amiamo
Qui, o quelli defunti
Transizione al Sopra
A volte possiamo ricordare
Un "sogno" di coloro che sono morti
Il nostro amore ci unisce per sempre
L'incontro facilita le lacrime che abbiamo pianto.
Mentre dormiamo
Alcuni danno assistenza in molti modi
Aiutare gli altri a fare la loro transizione
Alla fine dei loro giorni
O stare con qualcuno che è giù
Che ha bisogno di un sorriso edificante, tutto qui.
Siamo tutti collegati insieme
Per sostenerci a vicenda per sempre.
Mentre stanno dormendo
I bambini si crogiolano nella spiritualità
Nuovo alle restrizioni fisiche
Le loro anime necessitano di essere libere,
Crescere così velocemente richiede sonno
Mentre le loro menti e i loro corpi cambiano
Nel corso degli anni il tempo fa le sue meraviglie
E i modelli di sonno si riorganizzano.
Mentre dormiamo
Le cellule del nostro corpo si adattano tutte
Non ostacolate da pensieri limitanti
Ecco perché dormire è un bisogno
I nostri corpi possono guarire miracolosamente
E il sonno gioca un ruolo cruciale
Nel recupero da malattie o ferite
Dalla mente, al corpo e al cuore emozionale.
Mentre dormiamo
Ci colleghiamo al nostro Sé Superiore
Che può cogliere l'occasione
Per valutare la nostra abbondante ricchezza
Nei molteplici aspetti della vita.
Il nostro obiettivo è fare costantemente del nostro meglio
Il nostro Sé Superiore conosce il piano
Illuminandoci quando siamo a riposo.
Mentre dormiamo
Le nostre Guide sono sempre lì
Per sostenere e dare assistenza
Perché a loro importa davvero
Hanno scelto di stare con noi
Per la nostra vita qui su questa Terra
Dandoci sempre una guida amorevole
Prima e dopo la nostra nascita.
Mentre dormiamo
Gli angeli celesti si radunano intorno,
Puri Esseri Divini di Luce
A noi mortali sono legati
Donandoci amore incondizionato costante
Aiutandoci a raggiungere i nostri obiettivi
Così, mentre dormiamo
Gli angeli hanno conversazioni con le nostre anime
Trina Graves (febbraio 2017)
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While we sleep
We let go of the physical
To experience our true form
Of Spirit, unlimited and free.
We can go anywhere
Without limits of time and space
Exploring our magnificent Universe
Or our past lives that we can retrace.
While we sleep
The concept of time disappears
It loses all its boundaries
It only adheres to the physical.
After I close my eyes to sleep
It feels like it's only been a few minutes
When many hours later we wake up
And we adapt to times of apparent falsehood
While we sleep
The door is wide open
To cross and appreciate
The world on the other side,
Our Spirit leaves our body
Rest in peace in our bed
We are bound by a silver cord
It only breaks when we're dead.
While we sleep
Our true self leads the way
Let's find our pure perspective
And let's assimilate the current day
Although many things happen.
Remembering happens only to a few
But only because we forgot
It doesn't mean it's not true.
While they are sleeping
Those who are nearing the end of their lives
They are making preparations
To understand more easily
The abandonment of this world
And move on to better things.
They are more likely to remember
The messages that "sleeping" brings.
While we sleep
We can visit those we love
Here, or the deceased ones
Transition to Above
Sometimes we can remember
A "dream" of those who have died
Our love unites us forever
The meeting eases the tears we have cried.
While we sleep
Some assist in many ways
Helping others make their transition
At the end of their days
Or be with someone who is down
Who needs an uplifting smile, that's all.
We are all connected together
To support each other forever.
While they are sleeping
Children bask in spirituality
New to physical restrictions
Their souls need to be free,
Growing up that fast requires sleep
As their minds and bodies change
Over the years the weather works its wonders
And sleep patterns rearrange themselves.
While we sleep
The cells of our body all adapt
Unhampered by limiting thoughts
That's why sleep is a need
Our bodies can heal miraculously
And sleep plays a crucial role
In recovery from illness or injury
From the mind, to the body and to the emotional heart.
While we sleep
We connect to our Higher Self
Who can seize the opportunity
To evaluate our abundant wealth
In many aspects of life.
Our goal is to constantly do our best
Our Higher Self knows the plan
Illuminating us when we are at rest.
While we sleep
Our Guides are always there
To support and assist
Because they really care
They chose to stay with us
For our life here on this Earth
Always giving us loving guidance
Before and after our birth.
While we sleep
Heavenly angels gather around,
Pure Divine Beings of Light
They are related to us mortals
Giving us constant unconditional love
Helping us achieve our goals
So while we sleep
Angels have conversations with our souls
Trina Graves (February 2017)
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venetianeli · 1 year
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~Iʟ Tᴇᴍᴘᴜs Tʀᴇᴍᴇɴᴅᴜs: Lᴀ ᴘʀᴏᴄᴇxɪᴏɴ ᴅᴇɪ ᴍᴏʀᴛɪ ᴅᴇʟʟᴀ ᴛʀᴀᴅɪᴢɪᴏɴᴇ Vᴇɴᴇᴛᴀ. ~
A cura di Elena Righetto.
La tradizione veneta e anche italiana racconta che bisogna accendere una decina di lumini perché durante quella notte le anime dei morti sfilano per i cieli bui e proprio quelle fiammelle sarebbero servite per rischiarargli il cammino, per questo era importante accendere alla finestra una lumèra, o una “suca baruca”, una zucca intagliata con all’interno un lume, per aiutare i defunti nella loro processione notturna. Durante la processione dei morti, fra il 31 ottobre e il 2 novembre, i vivi possono assistere stando sul davanzale della finestra o sul terrazzo senza mai sollevare gli occhi, completamente assorti, guardano dentro un catino o una bacinella contenente acqua, illuminata solo dalla luce di una candela, nelle ore del silenzio notturno; ma, se si riconosce un parente, guai a parlare e a chiamare i Morti, si rischia di perdere la parola o di morire. I morti arrivano in processione dal cimitero e attorno al paese, tenendo un ordine preciso e particolare e le anime avevano una sorte differente l’una dall’altra, non tanto in base al comportamento tenuto in vita, ma in base al modo in cui era avvenuto il trapasso...
Se volete saperne di più leggete il libro della nostra Elena Righetto - autrice
"Calendario tradizionale veneto pagano"
Intermedia Edizioni
©️Elena Righetto per Coven Venice Project. Tutti i diritti riservati ai proprietari di testi e immagini. Riproduzione vietata.
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5 STORIE DI FANTASMI DELLA SARDEGNA
Oltre le cime delle montagne e le scogliere della costa, la Sardegna nasconde segreti antichi e oscuri, avvolti dal mistero e dal terrore. 
La terra sarda è infestata da creature spettrali, creature che affondano le loro radici nella storia stessa dell'isola. Queste presenze sinistre possono manifestarsi in qualsiasi momento, dall'oscurità della notte all'ora del tramonto, per terrorizzare coloro che incappano nei loro percorsi.
In questo articolo, esploreremo cinque storie di fantasmi della Sardegna che sono state tramandate di generazione in generazione e che sono giunte sino a noi.
Cunfraria
Nella storica Sassari, città del nord Sardegna, si racconta la leggenda di una processione di fantasmi che appare la notte del 31 ottobre. Secondo la tradizione locale, questi fantasmi possono essere visti vicino all'incrocio tra via San Sisto e via Santa Apollinare. Le loro forme spettrali si muovono silenziosamente per le strade come per qualche commissione invisibile.
Alcuni dicono che questa processione di anime che viene chiamata “Cunfraria” cioè confraternita, sia composta da spiriti di defunti che ritornano nel regno dei vivi in questa notte santissima. Altri sostengono che siano la manifestazione di antiche maledizioni, evocate dalla magia oscura e da intenti malevoli. Qualunque sia la loro origine, si dice che la vista di queste apparizioni spettrali riempia i cuori di coloro che le vedono di paura e terrore.
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Don Blas
Nell'oscuro e antico castello di Burgos, c'è una leggenda di un terrificante fantasma che custodisce un favoloso tesoro. Il suo nome è “Don Blas d'Aragona”, un grande e potente cavaliere iberico del XVI secolo che ha incontrato la sua prematura scomparsa in una sanguinosa battaglia molto tempo fa, quando la Sardegna viveva il periodo della dominazione spagnola. Secondo i racconti, “Don Blas” fu condannato a trascorrere l'eternità a custodire il tesoro che gli era stato affidato in vita. Così il suo spirito infesta il castello, legato per sempre alle sue mura. La sua presenza è un costante promemoria del potere e della ricchezza che giacevano nascosti all'interno.
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Panas
In Sardegna esiste una leggenda colma di tristezza e terrore che per secoli ha perseguitato i cuori e le menti degli uomini. È una storia di dolore e disperazione, di perdita e rimpianto, una storia che è stata tramandata attraverso i secoli.
Si racconta che i fantasmi delle donne morte di parto siano condannati a tornare nel mondo dei vivi per sette lunghi anni, infestando la terra durante le ore buie della notte.
Gli anziani sussurrano che questi fantasmi, noti come “Panas”, appaiano vicino ai corsi d’acqua e si possano vedere intente a lavare i panni insanguinati del loro figlioletto. Non possono comunicare o interrompere il lavoro per nessuna ragione. Se qualcuno le disturbasse, dovrebbero ricominciare il loro rituale di penitenza daccapo e si vendicherebbero spruzzando acqua verso chi osa disturbarle.
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Femminedda
Nelle remote regioni di Sant'Antioco, presso le colline che circondano Maladroxia, esiste un antico Nuraghe noto come sa “Femminedda”.Il suo nome è legata ad una strana leggenda che narra di uno spirito inquieto che ancora oggi aleggia intorno alle rovine del monumento.
Si dice che lo spirito appartenga a una giovane donna giustiziata in circostanze violente e misteriose secoli fa, la cui anima è stata  condannata a vagare senza pace. 
La fanciulla, accusata di un crimine infamante, fu sottoposta a una punizione esemplare e brutale, che mirava a fare di lei un monito per il popolo. Fu decapitata e il suo corpo fu sepolto in una chiesa sconsacrata fuori dal centro abitato, mentre la sua testa sarebbe nascosta nel cuore del borgo.
A causa di questo trattamento crudele e sconsiderato, l'anima della giovane, ribattezzata “sa Femminedda”, è stata condannata a vagare senza pace lungo i sentieri di campagna e le vie del paese.
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Marchesa Malaspina
A  Bosa, paese di mare senza tempo, la figura spettrale della marchesa Malaspina continua a vagare senza pace. Letizia, questo il suo nome, fu accusata di un grave crimine: l'adulterio con un amante sconosciuto. Il marito, geloso al punto da perdere la ragione, fece scavare una rete di tunnel segreti dal castello al paese, in modo che la marchesa potesse muoversi al riparo dagli occhi indiscreti.
Ma neppure l'inganno più elaborato riuscì a sfuggire alla furia distruttiva del marito. In preda ad un raptus di gelosia, egli fece mozzare le dita della marchesa, conservandole gelosamente in un fazzoletto che mostrò ad alcuni amici. Lui fu condannato a morte e lei sparì senza lasciare tracce.
Tuttavia, non tutti credono che il fantasma di Letizia sia scomparso del tutto. In molte notti, si possono ancora udire i suoi lamenti disperati provenire dalle rovine del castello dei Malaspina. Si dice che l'anima della marchesa sia rimasta intrappolata in quel luogo, tormentata dai suoi rimpianti e dalla sua disperazione.
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frenk-93 · 1 year
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DIES IRÆ, DIES ILLA solvet sæclum in favílla: teste David cum Sibylla. 2 Quantus tremor est futúrus, quando iudex est ventúrus, cuncta stricte discussúrus! 3 Tuba mirum spargens sonum per sepúlcra regiónum, coget omnes ante thronum. 4 Mors stupébit, et natura, cum resúrget creatúra, iudicánti responsúra. 5 Liber scriptum proferétur, in quo totum continétur, unde mundus iudicétur. 6 Iudex ergo cum sedébit, quidquid latet, apparébit: nil inúltum remanébit. 7 Quid sum miser tunc dictúrus? Quem patrónum rogatúrus, cum vix iustus sit secúrus? 8 Rex treméndæ maiestátis, qui salvándos salvas gratis, salva me fons pietátis. 9 Recordáre, Iesu pie, quod sum causa tuæ viæ: ne me perdas illa die.  10 Quǽrens me, sedísti lassus: redemísti Crucem passus: tantus labor non sit cassus. 11 Iuste iudex ultiónis, donum fac remissiónis ante diem ratiónis. 12 Ingemísco, tamquam reus: culpa rubet vultus meus: supplicánti parce, Deus. 13 Qui Maríam absolvísti, et latrónem exaudísti, mihi quoque spem dedísti. 14 Preces meæ non sunt dignæ: sed tu bonus fac benígne, ne perénni cremer igne. 15 Inter oves locum præsta, et ab hædis me sequéstra, státuens in parte dextra. 16 Confutátis maledíctis, flammis ácribus addíctis: voca me cum benedíctis. 17 Oro supplex et acclínis, cor contrítum quasi cinis: gere curam mei finis. 18 Lacrimósa dies illa, qua resúrget ex favílla iudicándus homo reus. 19 Huic ergo parce, Deus: pie Iesu Dómine, dona eis réquiem. Amen.
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alemicheli76 · 4 months
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“Cercasi Fantasma”,Milka Gozzer,La versione di Cornelia.A cura di Barbara Anderson
Cosa c’è al di là della vita?  Cosa accade alla nostra anima?  È vero quello che si racconta nei salotti del paranormale che le anime dei defunti che hanno qualcosa in sospeso nella vita restano intrappolate e prigioniere nel mondo dei vivi e che solo dopo aver compiuto la loro missione possono finalmente riposare in pace? Se realmente lo spirito di un defunto fosse costretto a restare…
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pietroalviti · 6 months
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La commemorazione dei defunti, il 2 novembre
L’idea di commemorare in un unica ricorrenza tutti i morti risale al secolo IX grazie all’abate benedettino sant’Odilone di Cluny. Il significato è quello di pregare le per le anime di tutti coloro che ci hanno preceduti nel segno della fede e si sono addormentati nella speranza della resurrezione e per tutti coloro dei quali solo Dio ha conosciuto la fede Qui altre info per restare…
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personal-reporter · 6 months
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Le origini misteriose di Halloween: Una breve storia delle festività dell'orrore
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Halloween è una festa che si celebra la notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre, in occasione della vigilia di Ognissanti. È una festa popolare, caratterizzata da costumi spaventosi, zucche intagliate, dolcetti o scherzetti e falò. Ma quali sono le origini di questa festa? Le origini di Halloween sono misteriose e controverse. La teoria più accreditata è che Halloween derivi dall'antica festa celtica di Samhain, che si celebrava il 1º novembre. Samhain era il capodanno celtico, che segnava la fine dell'estate e l'inizio dell'inverno. In questa notte, secondo le credenze celtiche, il mondo dei vivi e quello dei morti si incontravano, e gli spiriti dei defunti potevano tornare sulla terra. In occasione di Samhain, i Celti accendevano falò per allontanare gli spiriti maligni e indossavano costumi spaventosi per camuffarsi da loro. Si dice che in questa notte i druidi, i sacerdoti celtici, raccogliessero le anime dei defunti in una borsa di pelle di capra. Nel corso dei secoli, le tradizioni di Samhain si sono mescolate con elementi cristiani, dando vita a Halloween. La Chiesa cattolica istituì la festa di Ognissanti nel 731 d.C., in occasione della quale si celebravano tutti i santi e i martiri. La vigilia di Ognissanti, chiamata All Hallows' Eve, divenne gradualmente Halloween. Nel XIX secolo, gli immigrati irlandesi portarono Halloween negli Stati Uniti, dove la festa iniziò a diffondersi rapidamente. Negli anni '50, Halloween divenne una festa popolare anche in altri paesi del mondo. Le tradizioni di Halloween Halloween è una festa ricca di tradizioni, che variano da paese a paese. In Italia, le tradizioni più comuni includono: Costumi spaventosi: i bambini si vestono da streghe, fantasmi, zombie e altri personaggi dell'orrore. Zucche intagliate: le zucche vengono intagliate per creare facce spaventose, chiamate jack-o'-lantern. Dolcetto o scherzetto: i bambini vanno di casa in casa a chiedere dolcetti, minacciando di fare uno scherzo se non vengono accontentati. Falò: in alcune località vengono accesi falò per allontanare gli spiriti maligni. Halloween nel mondo Halloween è una festa celebrata in tutto il mondo, con tradizioni che variano da paese a paese. In Irlanda, Halloween è una festa molto importante, che viene celebrata con grande entusiasmo. Le tradizioni più comuni includono: Samhain: una cena tradizionale a base di carne, patate e pane nero. Candles in the Dark: una passeggiata notturna nei boschi, illuminata solo da candele. Fortune telling: la lettura della fortuna con le nocciole o con le foglie di tè. Negli Stati Uniti, Halloween è una festa commerciale molto importante. Le tradizioni più comuni includono: Trick-or-treating: i bambini vanno di casa in casa a chiedere dolcetti, minacciando di fare uno scherzo se non vengono accontentati. Costumi spaventosi: i bambini e gli adulti si vestono da streghe, fantasmi, zombie e altri personaggi dell'orrore. Partite a palloncini d'acqua: le persone si lanciano addosso palloncini pieni d'acqua. In Giappone, Halloween è una festa relativamente recente, che è stata introdotta negli anni '70. Le tradizioni più comuni includono: Costumi spaventosi: i bambini e gli adulti si vestono da personaggi dell'orrore, ma anche da personaggi di anime e manga. Dolcetto o scherzetto: i bambini vanno di casa in casa a chiedere dolcetti, ma non c'è la minaccia di scherzi. Halloween cakes: torte decorate a tema Halloween. Halloween: una festa tra orrore e divertimento Halloween è una festa che celebra l'occulto e l'orrore, ma è anche una festa divertente e allegra. È una festa che permette di esprimere la propria fantasia e creatività, e di passare una serata in compagnia di amici e familiari. Fonti: Wikipedia: Halloween FocusJunior: Come nasce Halloween Irlandando: Samhain Foto di Alexa Read the full article
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tenebraetuae · 1 year
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Chiesa del Purgatorio
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La Chiesa Ducale del Purgatorio, Santa Maria del Suffragio, è stata costruita come cappella funeraria della famiglia Orsini tra il 1649 e il 1654, grazie ai duchi di Gravina, Don Ferdinando II Orsini e sua moglie Donna Giovanna Frangipane della Tolfa, genitori del Papa Benedetto XIII.
Il Santuario è a una navata con sette altari. Tra i numerosi quadri, si alza la grande pala d'altare sull'altare maggiore raffigurante la Madonna del Suffragio, opera di Francesco Guarino. La cappella dell’Annunciazione ospita il monumento sepolcrale di Ferdinando III Orsini. Sempre nella Chiesa, è presente un pulpito ligneo del Settecento e un organo realizzato nel 1790 ad opera di Benedetto De Rosa.
La Chiesa del Purgatorio è una perla dell’architettura religiosa posta all’imbocco della Piazza della Cattedrale per chi vi giunge da Porta San Michele. Appartiene ad una specifica categoria di edifici di culto cattolico, quella dei Monti del Suffragio, di cui si riscontra la presenza in numerose altre città in Puglia. Si tratta di Chiese dedicate al culto dei morti: le preghiere e le Sante Messe sono finalizzate alla salvezza delle anime dei defunti, assegnando al Monte del Suffragio una funzione mediatrice tra la devozione dei fedeli viventi e la conquista del regno Celeste da parte dei passati a miglior vita.
All’esterno si impone allo sguardo il portale dall’evidente impatto allegorico sormontato dai due scheletri semisdraiati, in atto, forse, del suono dell’angelica tromba della risurrezione finale. Le colonne ai lati del portone sono sostenute da orsi, il simbolo della famiglia Orsini.
Nella facciata della Chiesa si possono leggere due iscrizioni che riportano chiaramente al memento mori: “Quod tu es ego fui” Ero quello che sei, “Tu eris quod ego sum” Sarai quello che sono. Ai lati del tempio ci sono anche due insegne sormontate da Cherubini e con teschi pendenti che annunciano: “Breves dies hominis” e “Via universae carnis”, cioè I giorni dell'uomo sono brevi e Via di ogni carne. Riferendosi a che tutti percorreremo la strada della morte verso il giudizio.
Donna Giovanna fu la capostipite della costruzione, la Duchessa al suo passo lasciò concrete preziose testimonianze del proprio livello culturale con opere e architetture che costituiscono oggi l’identità di Gravina.
La Piazza Benedetto XIII rappresenta l’impronta della nobildonna del Seicento che riqualificò quel luogo aperto a strapiombo sul burrone con la costruzione della Chiesa del Sacro Monte del Suffragio, Chiesa del Purgatorio. In seguito la nobildonna avrebbe arricchito la piazza, sul lato opposto, con l’erezione della cappella di pertinenza del Monastero delle Domenicane, di cui sarebbe diventata la Badessa.
Voglio riportare peraltro, l’intensa agitazione d’anima che invase Donna Giovanna. Rimasta sola, prematura vedova e madre di sei figli tutti assegnati alla vita religiosa, divenne la donna con più potere della regione. Si dedicò con tutte le sue forze ad azioni caritatevoli e alla preghiera, maturando pian piano il desiderio di dedicarsi totalmente al Signore. La mattina del 21 novembre 1676 si confessò e assistette alla messa nella Chiesa di San Domenico, poi si recò nella Cattedrale dove restò a lungo in contemplazione davanti al Crocifisso. Dopo una lunga riflessione, bussò alla porta del Conservatorio di Santa Maria del Piede (oggi Monastero di Santa Maria delle Domenicane, vicino alla Cattedrale). A 52 anni divenne Suor Maria Battista dello Spirito Santo, lasciandosi per sempre alle spalle il mondo e la società che aveva contribuito a migliorare.
Ora che siamo nel periodo dei defunti, mi riaffiorano i riti a loro dedicati e, per associazione, mi chiedo perché la Chiesa del Purgatorio non sia più dedita al Culto Divino, ma sia diventata luogo museale, per la precisione sede del Museo Capitolare d’Arte Sacra. Oggigiorno la Chiesa viene riportata come “sconsacrata”, la prima impressione per chi, come me, è legato alle tradizioni, è di sgomento per il venir meno di un’antica consuetudine che aveva mutato una cappella di famiglia Orsini, in un luogo sacro per il popolo gravinese. Nei giorni festivi la piazza risuonava del tremore di campane proveniente dalla Chiesa Madre, Santa Maria delle Domenicane, e dal Purgatorio; le persone frequentavano le funzioni, soprattutto quelle delle prime ore del mattino; nel mese di novembre i rintocchi del mortorio contrassegnavano la larga partecipazione dei fedeli alle messe di suffragio.
Come dobbiamo interpretare la chiusura della Chiesa al culto? Nessuna delle altre Chiese del Purgatorio nel territorio risulta sconsacrata. Gli edifici sacri sono un segno visibile della presenza di Dio nella società e svolgono un ruolo di qualificazione dell’ambiente urbano, oltre a possedere evidentemente una funzione spirituale.
Certo, lo spopolamento dei centri storici e delle periferie delle città, unitamente alla crisi delle ordinazioni sacerdotali, sono da tenere in debito conto quando incidono sul regolare funzionamento delle comunità parrocchiali. Tuttavia il fenomeno della crescente assenza dei fedeli nelle Chiese, soprattutto dei giovani, è generale e non limitato agli edifici di culto dei centri storici. A tale atteggiamento è necessario che corrisponda una visione del clero meno rassegnata e più votata ad una paziente comunicazione della bellezza del messaggio cristiano. Non tutti gli ecclesiastici si mostrano rassegnati, ma la riflessione è d’obbligo quando si tratta di decretare o di ritenere in via di fatto una Chiesa non più gestibile come luogo di culto.
Tanto nelle città quanto nelle campagne i beni culturali ecclesiastici costituiscono preminenti elementi di riconoscimento culturale e di aggregazione sociale, indipendentemente dal loro specifico contenuto liturgico. In ogni caso la grave decisione di cambiare la finalità di edifici costruiti come luoghi per il culto cristiano dovrebbe coinvolgere i diversi soggetti implicati: l’intero popolo di Dio, il Vescovo, il parroco, il consiglio pastorale, gli ordini religiosi, le associazioni e i movimenti ecclesiali, le confraternite, i parrocchiani.
E’ stato fatto tutto questo? Com’è possibile che un luogo di culto cattolico così popolare a Gravina e unico sia stato chiuso da un giorno all’altro? Mi sfugge il significato vero di quella che appare una sconsacrazione senza giustificazioni e che diariamente scuote le coscienze civili e religiose gravinesi. Spero che sia una decisione non definitiva, anche se ormai perdura da svariati anni. Il popolo dei fedeli, la Chiesa, la storia e l’arte avrebbero bisogno di una spiegazione per tale decisione. I capolavori dell’arte sacra si sono fin qui salvati dal degrado e dall’oblio solo in quanto inseriti dentro il Museo Capitolare.
Preghiamo finché la casa di Dio ritorni alla sua tradizione originale e non divenga per sempre un luogo di semplice esposizione Sacra. Preghiamo finché ci ridiano ciò che ci è stato sottratto senza nessuna spiegazione di fatto e che in questi giorni si sente di più la sua mancanza.
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weirdesplinder · 9 months
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Podcast amiche di drama e trama: Drama che tutti amano, ma noi no
Nuova puntata del mio podcast dove parlo e sparlo di drama e libri con le mie amiche Anne e Manu.
Oggi parliamo di drama superacclamati dal grande pubblico che però a noi non sono piaciuti. Se volete sapere il perchè, dovrete ascoltare il podcast.
I drama citati sono:
Goblin, kdrama 
Link: https://www.viki.com/tv/31706c-guardian-the-lonely-and-great-god?locale=it 
Trama: È meglio vivere per sempre o essere finalmente in grado di morire? Kim Shin (Gong Yoo) è un distinto generale della dinastia Goryeo che è stato tradito dalla gelosia del re che serviva. Quando Kim Shin si trova davanti alla morte, anziché agli onori, dopo un' imponente battaglia, Dio gli fa dono dell'immortalità trasformandolo in un Goblin (in coreano Dokkaebi, un divinità speciale). Ma l'immortalità per Kim Shin è logorante e desidera ardentmente trovare la sua 'sposa', che è profetizziato sia l'unica che possa farlo finalmente morire e liberare la sua anima. Kim Shin arriva ai giorni nostri. Si trova costretto a condividere la sua abitazione con un Tristo Mietitore (Lee Dong Wook), che ha il compito di accompagnare le anime dei morti nell'aldilà. Jin Eun Tak è una studentessa dell'ultimo anno delle superiori che, dopo la morte della madre in seguito a un incidente d'auto, vive con la zia e i suoi cugini che la maltrattano. Jin Eun Tak è però una ragazza che ha un potere speciale: quello di poter vedere le anime dei defunti che non hanno trovato pace, dei fantasmi. Questo perché, a detta dei fantasmi sin dal giorno della sua nascita, lei è 'la Sposa del Goblin'. 
Crashlanding on you, kdrama 
Link: https://www.netflix.com/it/title/81159258 
Trama: Un incidente di parapendio fa precipitare un'ereditiera sudcoreana in Corea del Nord e nella vita di un ufficiale dell'esercito, che decide di aiutarla a nascondersi.
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weirdjanuary · 9 months
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Anche questo sembra interessante! (In uscita a settembre.)
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--- Sinossi. I Morti di Loraille non hanno pace. Artemisia si sta addestrando per diventare una Suora Grigia, una monaca che prepara i corpi dei defunti affinché le loro anime possano trapassare; in caso contrario, rimarranno in questo mondo come spiriti assetati di vendetta. Artemisia preferisce avere a che fare con i morti piuttosto che con i vivi: almeno i cadaveri non fanno domande su quella strana ragazza che è stata posseduta da uno spirito violento. Quando il convento si ritrova sotto la minaccia di un esercito di posseduti, Artemisia li combatte risvegliando un antico spirito, intrappolato nella reliquia di Santa Eugenia. È un redivivo, un essere malvagio che le entra nella mente. Controllare il suo enorme potere sta consumando Artemisia nel corpo e nell’animo. Solo una vespertina – una sacerdotessa capace di maneggiare le antiche reliquie – potrebbe aiutarla. Peccato che l’era delle vespertine sia tramontata, e la loro sapienza perduta per sempre. E mentre Artemisia tenta di venire a capo di quel mistero fatto di sante, segreti e magia nera, un male antico si dispiega. Quante possibilità di fermarlo ha una ragazza inesperta, già impegnata a tenere a bada il redivivo?
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