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elledi-articoli · 4 years
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Elle-di, una guarigione integrata
Tempo di lettura: 4 min
Mai come in questo momento, di stravolgimento di ciò che conoscevamo come “normalità,” c’è la necessità di prendersi cura di se stessi e del proprio stato di salute generale. Vi presentiamo qui un’esperienza concreta, in cui una donna ha affrontato alcune disfunzioni psico-fisiche indotte tra le altre cose dall'ansia e dallo stress quotidiano, attraverso la riflessologia, l’osteopatia, la nutripuntura, e lo yoga, riportando così la sua vita in uno stato di armonia e di benessere.
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"Entro per la prima volta nel centro di medicina integrata Elle-di a febbraio del 2019. Nella vita insegno yoga e la mia visita da Elle-di si è avvenuta per proporre le mie classi nel centro. L’incontro va a buon fine ed inizio ad insegnare e frequentare gli spazi e l’ambiente medico. 
Mi confronto con il Dottor Pacilio, medico fisiatra, reumatologo, con 40 anni di esperienza alle spalle che mi illustra la filosofia del Team, conosco Marco Casagrande, fisioterapista e Osteopata. E, a giro, entro in contatto con molti dei professionisti che operano al Centro. La Dottoressa Giannarini, allergologa, il Prof. Lombardi, otorino, il Prof. Strollo, endocrinologo, conosco la Psicotrepeuta Stefania Cardellicchio. Le logopediste, le Dottoresse Cardinale e Russo, la psicomotricità Huber. Mi intrattengo con la nutrizionista Laura Russo e con l’estetologa Rosa Casilli. 
Credo davvero di averli conosciuti tutti. Tutte persone, e professionisti, disponibili, gentili e soprattutto capaci. Mi trovo bene e mi incuriosisco. Mi avvicino quindi, ma solo successivamente, alla medicina “complementare, integrata”. Non avevo ancora capito cosa c’era di diverso rispetto a tutti gli altri centri medici sul territorio. Medicina integrata vuol dire, in soldoni, che la medicina “ufficiale” va d’accordo con le discipline riconosciute come “olistiche”. Ed è in questo campo, nell’oriente, che avvengono gli incontri che più di tutti restano nel mio percorso di guarigione e crescita da Elle-di.
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Il primo incontro 
è stato con Francesca Fischietto, multi-riflessologa facciale e plantare. Erano anni che volevo provare, mi interesso a lei, alla disciplina e decido di tuffarmi, di provare. Come dicevo prima, mi sono presentata al centro senza nessuna patologia diagnosticata, ma, credo come tutti, soffrivo di alcuni disturbi con cui stavo imparando a convivere. Ed ecco: Riflusso gastrico, coliti, problemi con il glutine, e qualche ciste ovarica, mestruazioni irregolari. Tutto nella norma, mi sembrava, avevo accettato di poterci convivere. 
Inizio a frequentare il centro una volta a settimana e a sottopormi a trattamenti di riflessologia plantare e facciale. Non si è trattato di un semplice incontro fisico con l’operatrice, di un massaggio ai piedi, ma di una vera e propria esperienza. E posso dire che già dopo il primo trattamento ho iniziato a sentire una nuova vitalità nel mio corpo. Con curiosità ho continuato ad affidarmi all’esperienza di chi ne sa più di me e iniziamo a lavorare sulle zone riflesse e sul carico anche emotivo che gli organi portano su di se. In particolare fegato ed intestino. Lavorare sul fegato per esempio, per me, è significato fare i conti con la mia rabbia. Stimolare l’intestino, è significato osservare la mia emotività. Questo duplice lavoro mente-corpo, tipico della medicina olistica-complementare, mi ha permesso in meno di 8 sedute di purificarmi, di ritrovare il mio equilibrio psico fisico e di essere inconsapevolmente pronta per la seconda parte del mio percorso.
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L’incontro con la nutripuntura.
Durante un Openday di medicina integrata ad Agosto del 2019 incontro Nicoletta Berlingeri. L’incontro che mi ha cambiato la vita. Nicoletta è una Naturopata, una delle poche nutripuntrici italiane. 
Mi dice “Conosci la nutripuntura? Ti va di vedere cosa fa? Vuoi fare qualche test?”. “Perché no?”, mi dico. 
Iniziamo allora con un test kinesiologico, poi un test di calligrafia. Nel giro di quattro domande e due test Nicoletta capisce il miei punti deboli in quel momento. Mi propone un primo processo di cambiamento legato sulla sessualità, legato al maschile e al femminile. 
Non capivo, ma sentivo che ero sulla strada giusta. Per me lavorare sulla sessualità è significato lavorare sui condizionamenti; su tutte le conseguenze che porta non vivere il sentire in modo sano e osservare le somatizzazioni che accumuliamo quando non siamo liberi di vivere il nostro essere. È significato sanare le ferite emotive legate all’infanzia attraverso un lavoro sul corpo, con il corpo, attraverso il corpo e grazie alla mente. 
Mi suggerisce quindi una sequenza di nutri ed inizio il primo ciclo per un mese. Dopo un mese, mi sento cambiata, non so bene descrivere come, ma la mia vita cambia piega. Nelle relazioni, nel lavoro, del quotidiano. Con il tempo il ciclo mestruale inizia a  sincronizzarsi con il ciclo lunare, mestruazioni in luna piena, ovulazione in luna nuova. Non potevo crederci. Procedo e andiamo con una secondo protocollo. Affrontiamo la gastrite lavorando sul nutrimento, a partire da quello infantile, altro ciclo di nutri e scopro che il grano non mi fa più male quanto prima e sparisce l’acne di cui soffrivo da 15 anni. 
C’è da dire che detta così può sembrare una storiella di magia e miracoli, non è assolutamente così, c’è stato molto impegno e soprattutto costanza sulla guarigione o come dice la medicina cinese, “processo di cambiamento”. Non è stato un “prenditi questa pasticca per tre giorni e addio”. Ma “incontriamoci oggi, domani mi dici come va, poi fra una settimana ci risentiamo e se serve aggiustiamo il tiro, poi vediamoci tra tre settimane e valutiamo”. 
Il mio corpo è stato guidato nel suo viaggio dalla magnifiche luci dell’esperienza di Nicoletta verso il suo unico ed individuale processo di evoluzione.
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Conosco dunque, e nel frattempo, Daniela Scordino, 
il mio terzo incontro. 
Un fiore di loto che con conoscenza e capacità mi ha accompagnata, e tutt’ora mia accompagna, nel liberare le tensioni nel corpo. Daniela è un’osteopata, e la contatto la prima volta per un dolore al braccio. Iniziamo con la cranio-sacrale. Mi fido, il suo tocco è morbido ma deciso, sa dove deve andare. 
Mi tratta ed è stata un’esperienza bellissima, intensa, e ne ho sentito da subito i benefici. Il dolore al braccio era legato alla gruppo spalla, clavicola, torace. Mi tratta altre una, due volte nel giro di tre mesi e poi scopro che oltre ad essere fisioterapista ed osteopata, Daniela ha anche il terzo livello di Reiki. 
Mi interessa tantissimo, voglio provare. Decidiamo di comune accordo che il trattamento poteva oscillare dall’osteopatia ad un livello più sottile a seconda delle necessità. Questa integrazione ha portato i trattamenti di Daniela ad avere un impatto decisamente prorompente su gli squilibri che di tanto in tanto mi caricavo addosso. Anche qui sono uscite tematiche simili a quelle problematiche che stavo affrontando con la nutripuntura, ma che necessitavano anche di un intervento manuale. Le ho potute osservare quindi anche da un’altra angolazione, con una consapevolezza rinnovata.
Ora so che non si guarisce in un giorno e soprattutto che non si guarisce un organo decontestualizzandolo, e che non si può approcciare al corpo se non osservandolo per quello che è: un SISTEMA INTEGRATO. Come tale è necessario e vitale approcciare all’essere allo stesso modo: integrandone le varie parti. 
È importante inoltre specificare che l’efficacia dei trattamenti dipende anche dalla sensibilità dell’operatore che incontra la disponibilità del paziente alla fiducia e alla guarigione. Questo perché possiamo realmente guarire quando ci togliamo di dosso lo status da “malato” e smettiamo di identificarci con la malattia.
 ”Guai a quel medico che cura il corpo senza aver curato la mente, giacché da essa tutto discende” diceva Socrate citato da Platone. Io ero pronta a guarire con entrambi, corpo e mente. Ora, a distanza di un anno dall’aver messo piede nel centro ho cambiato radicalmente il mio modo di vivere. 
Nonostante avessi già intrapreso questo percorso con lo Yoga e la bioenergetica, aver avuto la possibilità di integrare queste discipline ad altre ha accelerato di molto il mio processo di guarigione, e soprattutto di crescita personale. Certo, mi capita talvolta di avere mal di stomaco, o la colite, ma non dura più di 24 ore, ora so perché mi vengono e come mandarli via in modo naturale.
Sto imparando piano piano a diventare il medico di me stessa e questo lo devo alle persone dietro al camice che ho avuto la fortuna ed il piacere di incontrare da Elle-di."
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elledi-articoli · 5 years
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Perchè fare una consulenza psicologica
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La consulenza psicologica consiste in un intervento che prevede un numero limitato di sedute e degli obiettivi specifici, ed è rivolto alla promozione del benessere.
La consulenza quindi rappresenta un supporto breve che pone al centro dell’attenzione l’analisi di una situazione problematica attuale (di natura affettiva, lavorativa, relazionale, sociale, famigliare …).
Quale è l’obiettivo della consulenza psicologica?
L’obiettivo principale è quello di accrescere il benessere e migliorare la qualità della vita della persona, sostenendo la persona nell’autoconsapevolezza, nel riconoscimento e accettazione delle emozioni, nello sviluppo delle risorse personali e relazionali.  
Quali tipi di consulenza?
La consulenza genitoriale è rivolta alla coppia genitoriale e ha come obiettivi principali quello di sostenere i genitori nel ruolo educativo ed affettivo e quello di attivare le loro risorse e competenze. La consulenza può essere utile in quelle situazioni in cui i genitori sentono di avere difficoltà nella relazione con il proprio figlio e/o con il proprio partner (rispetto alla gestione/educazione del proprio figlio).
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La consulenza di coppia può essere utile in quelle situazioni in cui la relazione nella coppia risulti compromessa da conflitti, incomprensioni, difficoltà di dialogo. L’obiettivo principale è quello di rendere la coppia consapevole dei rispettivi bisogni ed esigenze.
Presso lo Studio medico Elle-di è possibile intraprendere un percorso di consulenza psicologica con la Dott.ssa Stefania Cardellicchio (Psicologa-Psicoterapeuta). Per informazioni ed appuntamento contattare la segreteria dello Studio allo 06 9813684.
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elledi-articoli · 5 years
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- Ipercheratosi -
Che cos’è?
L’ipercheratosi è un ispessimento dello strato corneo dell’epidermide, diffuso o circoscritto in formazioni più o meno rilevate sul piano cutaneo. Può essere secondaria a fattori meccanici microtraumatici, o in rapporto a cause patologiche locali o generali di tipo tossico, infettivo, discrasico. In condizioni di normalità, i rapporti strutturali e molecolari tra cheratinociti epidermici e mastociti del derma sono tali da garantire il corretto trofismo cutaneo. In presenza di uno stimolo non fisiologico o una iperstimolazione cutanea, le interazioni tra mastociti e cheratinociti cambiano incrementando l’evaporazione trans-epidermica di acqua ed i ritmi di rinnovamento e di esfoliazione. La creazione di tale stato patologico è spesso dovuto ad una precedente irritazione.
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I fattori che causano l’insorgenza di ipercheratosi sono principalmente:
Un appoggio non corretto del piede al suolo, quindi patologico;
Il calzare una scarpa che vada contro la propria tipologia del piede, quindi troppo stretta, troppo alta, troppo bassa di punta etc..che porta alla modifica del passo con conseguente cambio della postura globale dell’individuo con spostamenti del baricentro corporeo.
L’insorgere di ipercheratosi nel piede rende impossibile, per via del dolore, riprendere le abitudini di vita. Infatti per evitare di sentire il dolore durante la deambulazione, spesso si cerca di appoggiare il piede al suolo in una maniera diversa. Molto spesso si fa ricadere il peso del corpo nei punti non dolenti e questo forse è l’aspetto peggiore, perché si iniziano ad assumere atteggiamenti scorretti che poi si ripercuotono sul resto del corpo. Il piede compresso dentro una scarpa sviluppa fenomeni di pressione maggiori in alcuni punti, detti punti di maggior contatto. Quindi il continuo strofinare della scarpa sulla pelle fa creare prima un arrossamento, poi, in ordine: vescica, prima riproduzione cellulare, dolore fisso. In quei punti la riproduzione della pelle crea il fenomeno di ispessimento ed inizierà a esserci fastidio. Le ipercheratosi si formano laddove si vengono a creare zone di frizione o pressione continue a causa di scarpe di forma o misura non adatta al piede oppure per colpa di un appoggio non corretto. Diventano dolorose quando lo strato superficiale calloso comprime il derma, cioè lo strato più profondo della cute.
Per prevenire la comparsa di ipercheratosi è opportuno cambiare scarpe ( se sono troppo strette o di forma inadeguata al piede) o adottare plantari che migliorino l’appoggio del piede distribuendo più uniformemente i carichi. Come discorso di base possiamo fare una piccola differenziazione tra ipercheratosi con introflessione a cuneo (volgarmente chiamate occhio di pernice) e non. Le prime, sono più dolorose delle seconde, perché l’introflessione a cuneo è una specie di spillo, localizzato di solito al centro dell’ispessimento, questa parte penetra all’interno del derma fino a raggiungere i capillari e quindi i centri nervosi.
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L’ ipercheratosi può essere:
- Dura o molle
- Plantare ed interdigitale
- Vascolare e neurovascolare
- Granulosa.
L’ipercheratosi dura ha un aspetto vetroso, traslucido, giallo ed a volte può presentare macchie nere e brune. È una massa sporgente di tessuto corneo degradante (la parte più superficiale della pelle) che si perde nei tessuti sani, su di una linea di demarcazione molto chiara. Possono esserci uno o più punti centrali. Si trova principalmente sulla faccia dorsale interfalangea o sotto le teste metatarsali. 
L’ipercheratosi molle ha sede negli spazi interdigitali. Sono molli per via delle ghiandole sebacee, il cui grasso le rende molli dandole un aspetto biancastro. Possono esserci tessuti macerati, spugnosi, molto spessi e circondati da una parte molto spessa a forma di cerchio.
L’ipercheratosi plantare si trova sotto la testa metatarsale e si forma quando vi è una pressione o un carico anormale. Spesso presentano un aspetto molto duro e largo con punti di penetrazione dolorosi all’interno. Il forte dolore è causata dall’interno della testa metatarsale e dall’esterno della suola della scarpa. In questo caso il cuscinetto adiposo protettivo si disperde e diventa inefficace nella sua funzione.
L’ipercheratosi interdigitale generalmente si presenta su due punti, uno di fronte all’altro su dita vicine specialmente nel 4° spazio tra il 4° e il 5° dito. Dato il sottile stato di pelle è dolorosa sia in fase statica che dinamica.
L’ipercheratosi vascolare è costituita da una piccola punta di derma contenente papille vascolari, le quali appaiono come macchie scure. Questo tipo di ipercheratosi presenta diversi nodi, che spesso sanguinano, sono molto dolorose e sensibili al tatto, compaiono facilmente alle estremità delle dita.
L’ipercheratosi neurovascolare si presenta facilmente nei soggetti nervosi con pelle sottile. Tra la pelle si trovano papille vascolari ed i filetti nervosi che provocano spesso macchie sulla superficie dell’ispessimento. Il soggetto accusa notevole sensibilità, forte dolore anche in fase di riposo notturno cioè quando non è esercitata nessun tipo di pressione.
L’ipercheratosi granulosa è costituita da piccole masse compatte che si infossano nella pelle senza far insorgere alcun indurimento della parte periferica. Generalmente si presentano sparse su tutta la pianta del piede, questo tipo di ipercheratosi insorge particolarmente in soggetti anziani, senza provocare alcun tipo di dolore, anche perché non sono causate da nessun tipo di pressione o trauma.
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Altri tipi di ipercheratosi delle dita Ci sono anche altri tipi di ipercheratosi delle dita, ad esempio quella riguardante alluce, che si trova sulla fascia plantare della falange dell’alluce stesso. Anche questo tipo di ispessimento può essere vascolare, neurovascolare, con introflessione a cuneo e non. Si presenta con un forte dolore.
Compito del Podologo è sicuramente rimuovere il problema meccanicamente ma cosa più importante cercare anche di prevenire ed eliminare il problema se necessario anche mediante l’utilizzo di presidi medici su misura.
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elledi-articoli · 5 years
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La Riflessologia plantare psicosomatica
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Nell’analisi dei piedi consideriamo la persona come energia che si sta sviluppando. I segni sui piedi, la loro natura, la posizione e colore sono utili a capire gli stati di squilibrio, rivelandoci lo schema di comportamento energetico della persona. Attraverso il piede riusciamo inoltre ad individuare il potenziale della persona e i suoi eventuali blocchi emotivi o psicofisici.
  Ogni cellula umana è colma di un’energia che la sostiene e la circonda. Questa energia è presente all’interno e intorno al nostro corpo ed è conosciuta come Aura o Biocampo. Fin quando questo stato energetico è in armonia c’è salute fisica, mentale ed emozionale.
La disarmonia si crea quando un organo o una regione del corpo è in eccesso o in carenza di energia.Se lo squilibrio è cronico o di lunga durata, si trasformerà in malattia e s’imprimerà nel piede in maniera particolare. La persona spesso si rivolge al riflessologo/a quando il suo disturbo è già ben radicato e lei è sfiduciata. 
Il trattamento porta beneficio a livello fisico, ma può attivare anche processi che toccano la sfera psichica e spirituale dell’individuo. E' chiaro che il ricevente noterà da subito il beneficio fisico e poco dopo quello psichico; il terapeuta, invece, nota il cambiamento psichico da subito, già durante o alla fine del primo trattamento. 
Se il ricevente è anche il tipo di persona che non sa “guardarsi dentro”, noterà con ritardo i miglioramenti psichici. La cosa bella è che saranno i suoi familiari e i suoi amici a fargli notare che sta meglio e che il suo viso appare più rilassato e radioso. Sicuramente, all'incontro successivo il terapeuta attento vedrà già i cambiamenti dallo sguardo del ricevente, dal tono della voce, dalla sua stretta di mano o da altri segnali. 
Se qualcuno ha ancora dei dubbi sull'efficacia di queste tecniche lo invito a fare una prova, perchè questa esperienza va fatta sulla propria pelle e non solo "letta" da un articolo. La riflessologia psicosomatica descritta sopra è una tecnica meravigliosa e l'analisi del piede è di grande aiuto per il terapeuta che sa subito dove e come intervenire a vantaggio del ricevente!
Articolo a cura della dott.ssa Francesca Fischetto
Per prenotazioni ed informazioni sui trattamenti di riflessologia plantare, chiamaci allo 06 981 3684
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elledi-articoli · 5 years
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I Sette elementi fondanti per una buona autostima
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L’autostima è l’insieme dei giudizi valutativi che l’individuo dà di se stesso. Da diversi studi si è riscontrato come una sana autostima si basi su sette “elementi fondanti”: la conoscenza di sé, sé e gli altri, l’accettazione di sé, l’autonomia, l’espressione di sé, fiducia in se stessi e l’autoconsapevolezza.
La conoscenza di sé.
Partiamo dal presupposto che ai bambini piace ascoltare e raccontare storie su se stessi. Per i bambini è importante conoscere aspetti della propria storia e scoprire quanto possibile su chi sono e su quale è il loro ruolo all’interno della famiglia e del gruppo di coetanei.
Nel Laboratorio “#iomistimo” attraverso giochi ed attività si incoraggia l’esplorazione di se stessi a vari livelli. Una delle attività che viene proposta è quella dello “scudo”, in cui si chiede ai bambini di disegnare uno scudo e di suddividerlo in 4 parti in cui riportare: le mie capacità speciali, i miei punti di debolezza, i miei punti di forza e il mio motto.
Sé e gli altri.
Questo elemento fa riferimento alla relazione che il bambino ha con gli altri. Parlare di relazione significa sostenere i bambini a comprendere come i pensieri e le azioni influenzano le relazioni che abbiamo con gli altri. Comprendere le relazioni a sua volta significa comprendere le emozioni. E’ importante aiutare i bambini a capire che tutte le emozioni sono importanti e che loro possono controllare, almeno in parte, le modalità con cui le esprimono.
Nel Laboratorio attraverso giochi ed attività si sosterranno i bambini alla conoscenza, espressione delle emozioni e alla comprensione che le loro emozioni, pensieri ed azioni influenzano le relazioni che hanno. Uno dei giochi che si propone è quello delle statue delle emozioni.
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L’accettazione di sé.
Accettare se stessi per quello che si è, con i propri pregi e difetti è un elemento essenziale per una sana autostima. Questo elemento comprende anche la capacità di riconoscere le aree e gli aspetti che possiamo modificare e quelle che difficilmente riusciremmo a cambiare.
Nel laboratorio una delle attività proposte è tre cose su di me, in cui si chiede ai bambini di scrivere su un foglio tre cose in cui sono bravi o che adorano fare e di mostrarlo al resto del gruppo. Quest’attività permette, anche, di incoraggiare i bambini a riflettere sul fatto che ognuno di noi sia bravo a fare qualcosa e abbia più difficoltà a fare altre cose.
L’autonomia.
Partiamo dal presupposto che l’autonomia si acquisisce gradualmente nel corso dello sviluppo, però ogni piccolo traguardo raggiunto può essere considerato un incoraggiamento per l’autostima, soprattutto se viene evidenziato e festeggiato. L’autonomia può essere definita come il prendersi cura di se stesso e ogni piccolo traguardo raggiunto può essere una spinta per incrementare la motivazione, l’autoefficacia, la resilienza emotiva.
Una delle attività proposte nel corso del laboratorio consiste nel chiedere ad ogni bambino di raccontare di un loro successo e di complimentarsi con se stesso. Dopo che ogni bambino si è esposto si riflette sul fatto che, a volte, i successi che raggiungiamo non vengono riconosciuti dagli altri, ma questo non significa che non siano importanti e che non vadano festeggiati.
L’espressione di se.
L’espressione di sé fa riferimento al modo in cui comunichiamo agli altri attraverso il linguaggio corporeo, l’espressione facciale e il tono della voce, ed include, anche, il riconoscere e apprezzare il modo unico in cui ognuno di noi esprime ciò che è.
Nel laboratorio una delle attività proposte è quella del sentire e mettere in scena le emozioni, in cui viene chiesto ad ogni bambino di mostrare con tutto il corpo come si sente. Questa attività permette poi di riflettere con il gruppo sul modo in cui si esprimono le emozioni, (le persone mostrano le stesse emozioni in modi diversi?).
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Fiducia in se stessi.
La fiducia in se stessi viene intesa come la capacità di riconoscere e di credere nelle nostre capacità, qualità, giudizi, opinioni; e sopportare la frustrazione.
Nel laboratorio una delle prime attività è quella di invitare i bambini a scrivere e/o disegnare i successi ottenuti (es andare in bicicletta senza rotelle, aver preso un bel voto a scuola, aver vinto una gara…).
Autoconsapevolezza.
L’autoconsapevolezza fa riferimento alla capacità di identificare le emozioni e comprendere i motivi per cui viviamo alcune emozioni in determinate situazioni, e di essere consapevoli di come i nostri pensieri possono influenzarci. Il presupposto per raggiungere l’autoconsapevolezza è quello di essere in grado di concentrarsi su ciò che i sensi comunicano e di avere controllo su ciò che viviamo.
Una delle prime attività proposte nel laboratorio è “io mi conosco” in cui si chiede ai bambini di descrivere come si sentono dentro quando provano una determinata emozione, quando si sono sentiti così, cosa hanno pensato in quel momento e come si sono comportati.
Articolo della Dott.ssa Stefania Cardellicchio
Per informazioni sui nostri laboratori chiama 06 981 3684
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elledi-articoli · 5 years
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Adolescenza... quanti cambiamenti!
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Laboratorio #SpazioAdolescenza (Dott.ssa Cardellicchio Stefania)
Cos’è l’adolescenza?
L’adolescenza è una fase di transizione tra l’infanzia e l’età adulta, che inizia intorno ai 10/11 anni ed è caratterizzata da cambiamenti fisici, psicologici, affettivi e sociali molto significativi. Infatti,  l’adolescente si trova ad affrontare varie “sfide” che possono riguardare: sviluppo corporeo, cambiamenti ormonali, maturazione sessuale, integrazione in un gruppo di coetanei , sviluppo della propria identità.
Sviluppo corporeo.
Le trasformazioni fisiche rischiano di mettere alla prova le capacità di adattamento dell’adolescente, perché introducono il problema del confronto con i coetanei. Quando queste avvengono in un periodo che si discosta da quello della media possono insorgere problemi di vario tipo: depressione, disturbi alimentari, disturbi dell’autostima, comportamenti devianti e antisociali.
Sviluppo della propria identità.
In questa fase dello sviluppo l’adolescente va alla ricerca della propria identità. Quando si parla di identità bisogna considerare due aspetti: l’idea che l’individuo ha di se stesso e ciò che l’individuo è realmente. Nel processo di formazione dell’identità il gruppo diventa luogo indispensabile di confronti e scambi. Da un lato c’è la spinta a costruire, sperimentare, mettersi in gioco dall’altra la necessità di omologarsi al gruppo, nascondersi e confondersi, per non essere esclusi o considerati estranei.
Adolescente e la famiglia.
L’adolescenza rappresenta un momento critico per tutta la famiglia, la quale deve saper integrare le esigenze di autonomia e indipendenza dei figli con la coesione degli affetti e la negoziazione di nuove regole. Secondo l’approccio sistemico agiscono in questa fase evolutiva due processi: l’individuazione dell’adolescente, che tende a rendersi autonomo dai legami familiari, e la differenziazione dell’organizzazione familiare, da cui dipende il maggior o minor grado di flessibilità nel concedere l’indipendenza. Si possono presentare diversi conflitti ed incomprensioni tra genitori e figli. Spesso i genitori riferiscono di non riconoscere più il loro o la loro figlio/a e di non sapere come relazionarsi con loro.  Lo stile con cui i genitori entrano in contatto con i figli è determinante nello sviluppo di competenze sociali e dell'identità; le ricerche di Baumrind hanno rilevato quattro tendenze:
genitori che adottano uno stile autorevole fondato su comprensione di richieste e sostegno,
genitori “autoritari”,
genitori “permissivi”,
genitori “rifiutanti”.
Nel primo caso, a differenza degli altri, i figli appaiono più competenti, capaci di monitorare le proprie emozioni e meno soggetti alla devianza.
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Come può sentirsi l’adolescente?
Nell’affrontare questi cambiamenti l’adolescente può sentirsi spaventato, fragile, insicuro, in lotta con se stesso e con il mondo circostante. Può manifestare difficoltà quotidiane con i genitori, gli insegnanti ed i coetanei. In questa fase ci sono ragazzi/e che diventano più insicuri, oppure che nascondono la loro insicurezza indossando una maschera, o che manifestano il loro disappunto in continuazione. C’è chi piange senza motivo, chi urla e chi silenziosamente cambia senza dare nell’occhio. C’è chi si isola e chi invece vuole stare in mezzo agli altri sempre.
Le esperienze in adolescenza sono essenziali per la formazione della personalità, comprese le esperienze di frustrazione e rifiuto da parte di un gruppo, di un amico, di un partner…tutto serve per cominciare a sperimentare se stessi: “come sono fatto o fatta?, chi sono realmente?, cosa mi attrae?, che tipo di personalità è la mia?”, sono solo alcune delle domande che emergono in questa fase tanto delicata.
In questa sorta di caos interiore non è escluso che emergano pensieri trasgressivi, di fuga o rottura di certi schemi: fuggire di casa, abbandonare vecchie abitudini, voler cambiare amici. Possono presentarsi fasi depressive caratterizzate da pensieri cupi, che possono spaventare i genitori o i ragazzi stessi, che possono sentirsi sopraffatti e sconvolti da questi bruschi cali dell’umore, accompagnati da fantasie inaspettate. In questi casi è sempre bene domandarsi cosa sta accadendo, cosa sta cambiando realmente e cosa spaventa di questo cambiamento.
Il laboratorio “#spazioAdolescenza” si rivolge ai ragazzi/e che si stanno per affacciare a questa fase della vita e si pone l’obiettivo di offrire uno spazio “protetto” (da possibili giudizi, rimproveri, incomprensioni) dove poter esprimere i propri dubbi, le proprie paure, difficoltà; dove potersi confrontare con i coetanei su temi come il rapporto con i genitori e con i pari, i primi innamoramenti, il sesso, il rapporto con se stessi. Si sosterranno i ragazzi/e a scoprire le proprie risorse, a riflettere sulla propria identità, a sperimentarsi nella relazione con i pari, a dar credito ai propri pensieri, valori e sentimenti.
Per concludere si riporta una frase tratta da “i problemi degli adolescenti” di F. Dolto:
“Quando i gamberi perdono il guscio, per prima cosa perdono quello vecchio restando senza difesa durante il tempo necessario per fabbricarne uno nuovo. Ed è proprio in questo periodo che sono esposti a un grave pericolo. Per gli adolescenti è un po' la stessa cosa. E fabbricarsi un nuovo guscio costa tante lacrime e tante fatiche …”
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elledi-articoli · 5 years
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Medicina Integrata in Geriatria
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La medicina integrata, ovvero l’unione di pratiche e terapie di medicina convenzionale e medicina complementare alternativa, si presta a una precisa personalizzazione della cura e risponde all’esigenza sempre più pressante in medicina di recuperare la visione olistica del paziente,importante anche in ambito geriatrico. 
 Queste tecniche possono interagire con la mente e la capacità di quest’ultima di influenzare i sintomi e le funzioni corporee e sulle modalità con le quali fattori emozionali, spirituali e comportamentali influenzano la salute dell’individuo.
I vantaggi dell’approccio integrato nella cura geriatrica iniziano col migliorare la comunicazione tra il paziente e i suoi assistenti, aumentando le opzioni terapeutiche e promuovendo la consapevolezza del paziente. Inoltre, le terapie integrate aumentano gli approcci terapeutici, offrendo strategie di guarigione non disponibili nel repertorio medico convenzionale. Gli anziani, per via del naturale processo di invecchiamento, sono più suscettibili a contrarre condizioni di malattia cronica. Le tecniche olistiche hanno attirato l’attenzione di molti OSS e badanti così come di molti anziani, per la possibilità di offrire sia degli approcci più delicati e sicuri sia trattamenti che diminuiscano sensibilmente gli effetti secondari delle cure convenzionali, migliorandone la qualità di vita.
Alcune attività come il Tai Chi Chuan e il Qigong promuovono la socializzazione con altri individui,  particolarmente importante dal momento che molti anziani hanno perso il coniuge o gli amici e sono quindi di supporto per evitare che i pazienti possano sentirsi isolati o depressi; altro fattore importante in queste terapie è il rafforzamento del sentimento di autosufficienza e dell'autostima, particolarmente cruciale per le persone anziane durante la perdita dell'indipendenza fisica. Ci sono molteplici applicazioni possibili per queste discipline nell’ambito geriatrico: dal sollievo di stati dolorosi al miglioramento della qualità della vita, trattamento e supporto nella tolleranza degli effetti secondari nelle terapie farmacologiche, prevenzione e miglioramento dello stato di salute generale, sia fisico che psichico e molti altri.
Patologie comuni in geriatria ed applicazioni
Condizioni muscolo-scheletriche
L’osteoartrite e il dolore cronico delle giunture colpisce circa l’80% delle persone sopra i 65 anni, con particolare frequenza nell’affezione delle giunture del ginocchio.  Ci sono diversi studi che provano l’efficacia dell’agopuntura e dell’integrazione di Glucosamina Solfato o di ASU (estratti insaponificabili di avocado e soia) nell’alimentazione; i pazienti che combinano agopuntura e medicina convenzionale riscontrano miglioramenti più evidenti e duraturi rispetto ai pazienti che scelgono di approcciare la condizione con i soli trattamenti di medicina convenzionale, mentre invece gli integratori alimentari aiutano a mitigare gli stati infiammatori e dolorosi ed evitare l’abuso di farmaci antinfiammatori.
Disturbi e malattie cardiovascolari
L’integrazione alimentare di acidi grassi essenziali, ormai molto comune nel trattamento complementare per i disturbi vascolari, è sicuramente un ottimo supplemento alla terapia farmacologica. Si sono dimostrate molto efficaci anche esercizi di discipline orientali come il Qi Gong e la Meditazione, che riducendo lo stress e il rischio derivante dagli stati ipertensivi spesso associati allo stress riescono a rallentare o invertire gli stati fisiologici e patologici inerenti alle malattie cardiovascolari. La meditazione in special modo sembra addirittura essere efficace anche nel ridurre sostanzialmente il tasso di mortalità di queste patologie.
Dolori alla schiena
Ci sono forti evidenze che dimostrano l’efficacia degli esercizi di QiGong e meditazione combinate con esercizi motori, per la riduzione del dolore cronico alla schiena, senza escludere anche terapie di massaggio ed agopuntura.
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Ictus
L’agopuntura è molto d’aiuto in questi casi, perché promuove un rapido ed effettivo recupero dopo l’ictus.
Degli studi hanno dimostrano che questo tipo di approccio integrato può bilanciare la funzionalità in pazienti affetti da ictus producendo un aumento dell’attività neuronale cerebrale ed aumentando anche la forza muscolare del ginocchio, sia in pazienti con paralisi che senza paralisi degli arti, e  dell’anca in pazienti paralizzati. Sono stati inoltre dimostrati miglioramenti nella stimolazione sensoriale e nella funzione motoria post ictus.
Malattie degenerative geriatriche
L’integrazione alimentare di Ginkgo biloba (Gb) e acidi grassi omega-3 è utile per migliorare problemi come perdita della memoria, declino cognitivo e confusione ed anche depressione e ansia dovuti all'insufficienza cerebrale, tra i primi sintomi di demenza di tipo degenerativo o multiplo. Di recente è stato scoperto che una dose giornaliera di estratto di Gb EGb 761 risulta ed efficace nell'alleviare alcuni sintomi in pazienti con demenza da lieve a moderata e nel migliorare il benessere dei loro caregiver.
Disturbi del sonno e dell’umore, stati depressivi.
Gli anziani con sonno disturbato sono più suscettibili a conseguenze psicologiche quali depressione, affaticamento e scarsa qualità della vita. L'uso del prodotto a base di erbe Hypericum perforatum (Erba di San Giovanni) per la depressione, come comunemente osservato nei pazienti con malattie neurodegenerative (tra cui Alzheimer, morbo di Parkinson e post-ictus), non solo è risultato essere più efficace del placebo negli studi controllati con placebo, ma ha migliorato i sintomi depressivi anche in depressione lieve-moderata. Inoltre, gli interventi mente-corpo come l'esercizio del Tai Chi Chuan (TCC), lo yoga e il Qigong sono indicati come una fonte immediata di rilassamento e quiete mentale, che sono benefici per la depressione, l'ansia e disturbi legati allo stress, compresa l'insonnia. Inoltre, in un trial clinico sono stati riportati miglioramenti nella qualità del sonno, durata della latenza, disturbi e disfunzione in adulti di età superiore a 60 anni. L'agopuntura è d’aiuto anche per regolare funzioni come il sonno e i cambiamenti emotivi, così come la frequenza cardiaca, la temperatura corporea e la respirazione, esercitando effetti soggettivi e oggettivi positivi su umore e benessere. La meditazione influenza positivamente un ampio spettro di sintomi fisici e psicologici, tra cui riduzione dell'ansia, dolore e depressione, aumento dell'umore, autostima e diminuzione dello stress. La terapia di massaggio può anche essere utilizzata per trattare la depressione e lo stress correlati al trauma, oltre a ridurre la depressione e l'ansia nella demenza e nell'Alzheimer e a migliorare il sonno nei disturbi del sonno.
Trattamento del dolore
L’approccio integrativo è molto utile per trattare  le condizioni croniche o ricorrenti del dolore, in particolare il mal di schiena, i dolori articolari e l'artrite.
Diverse terapie, incluse le pratiche manipolative e basate sul corpo (chiropratica e massoterapia), sono utili nella gestione del dolore negli anziani. I pazienti geriatrici che ricevono assistenza chiropratica a lungo termine in aggiunta ai servizi medici convenzionali hanno avuto meno ricoveri e hanno usato meno farmaci rispetto ai pazienti che ricevono solo cure mediche. L'agopuntura altresì è efficace per i disturbi del collo, mal di testa di tipo tensivo mal di schiena e osteoartrosi delle articolazioni periferiche.
Tai Chi Chuan, yoga e meditazione possono anche avere un'influenza positiva sul dolore cronico negli anziani: alcuni studi hanno mostrato una significativa riduzione dei dolori articolari, rigidità e miglioramento del funzionamento fisico. Inoltre, dopo un programma che includeva rilassamento e semplici esercizi di yoga, i pazienti con dolore cronico hanno mostrato una riduzione del dolore. Gli effetti della meditazione, in particolare la risposta di rilassamento e le tecniche di consapevolezza sull'auto-regolazione del dolore cronico possono essere utili, poiché i miglioramenti nelle valutazioni del dolore, dei disturbi dell'umore e dei relativi sintomi medici sono statisticamente significativi.
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Osteoporosi
Prove epidemiologiche hanno dimostrato che il consumo di tè, in particolare il tè verde, è associato alla prevenzione della perdita ossea correlata all'età negli anziani. Il tè verde contiene componenti bioattivi, come le catechine o i polifenoli del tè, che possono favorire la salute delle ossa mantenendo una densità ossea media più alta e riducendo il rischio di fratture. I polifenoli del tè verde hanno dimostrato di mitigare la perdita ossea indotta dall'invecchiamento, la perdita ossea indotta da carenza di estrogeni e la perdita ossea indotta dall'infiammazione cronica attraverso le azioni antiossidanti e antinfiammatorie caratteristiche della bevanda. Inoltre, piccoli aumenti della densità minerale ossea della colonna vertebrale e di altre aree nelle donne in postmenopausa sono stati dimostrati con vitamina D e supplementazione di calcio. Anche un intervento di esercizi di Tai Chi Chuan (TCC) programmato è utile per ritardare la perdita ossea nelle donne in post-menopausa.  Un'altra ricerca ha supportato questa scoperta riportando che le donne in post-menopausa precoce che eseguivano l'esercizio regolare del TCC a lungo termine hanno avuto una diminuzione significativamente più lenta della densità ossea rispetto ai soggetti non sottoposti all'esercizio di controllo dopo un follow-up di 12 mesi.
La costruzione di un modello di auto-cura e responsabilizzazione nei pazienti geriatrici, tramite un percorso in costante supporto ed affiancamento con dei professionisti dei vari settori (sia di tecniche di medicina integrata che di medicina convenzionale) è promosso e preferito qui da elle-di, tenendo sempre come obiettivo principale il raggiungimento di uno stato di salute utile ad una buona qualità di vita nei nostri pazienti.
Articolo tradotto e a cura di M. Zuddas
Fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4127825/
Role of complementary and alternative medicine in geriatric care: A mini review • Di Mohammad Jamshed Siddiqui, Chan Sze Min, Rohit Kumar Verma, and Shazia Qasim Jamshed
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elledi-articoli · 5 years
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Articolo a cura della psicoterapeuta Stefania Cardellicchio, Febbraio 2019
Le tre parole più importanti che puoi dire a te stesso: #IO MI STIMO
Che cos’è l’autostima? 
Per rispondere alla domanda partiamo col dire che l’autostima è l’insieme dei giudizi valutativi che l’individuo dà di se stesso. Essa non scaturisce soltanto da fattori interiori individuali, ma anche dai paragoni che l’individuo fa, in modo consapevole o non, con l’ambiente in cui vive. 
L’autostima può essere definita come la differenza tra il sé reale (visione oggettiva delle proprie abilità, qualità, caratteristiche) e il sé ideale (immagine delle abilità o caratteristiche che il soggetto desidererebbe avere). Di conseguenza maggiore sarà la discrepanza tra ciò che si è e ciò che si desidera essere minore sarà la stima di noi stessi. 
Le persone che hanno un’autostima bassa (elevata differenza tra sé ideale e sé percepito) tendono a concentrarsi sui propri difetti ed a sminuire i propri pregi. Si sentono insicuri e danno molta importanza al giudizio degli altri. Possono esibire un comportamento di falsa sicurezza per dimostrare di “essere all’altezza”. Inoltre possono ritirarsi in se stessi ed evitare il contatto con gli altri per la convinzione di essere prima o poi rifiutati. 
Le persone, al contrario, che hanno un’autostima alta (limitata differenza tra sé ideale e sé percepito) hanno un buon giudizio su di sé e lo mantengono anche in situazioni sfavorevoli. Non si fanno condizionare dal giudizio degli altri, e anche quando affrontano le situazioni problematiche non perdono la fiducia in se stessi. Sanno percepire realisticamente pregi e difetti. 
Esistono poi le persone che hanno un’autostima esagerata, che si concentrano sui propri pregi e tendono a sopravvalutare le proprie capacità e, a volte, possono sentirsi troppo sicuri di sé. 
In quali ambiti della vita del bambino possiamo considerare l’autostima? 
E’ possibile considerare l’autostima del bambino, oltre all’autostima globale, in quattro ambiti specifici: 
● Ambito sociale che corrisponde alla percezione del bambino rispetto a se stesso come amico degli altri,
● Ambito scolastico che corrisponde alla percezione di se stesso come studente, 
● Ambito familiare che corrisponde alla percezione di se stesso come componente della propria famiglia, 
● Ambito corporeo che corrisponde alla percezione del proprio aspetto fisico e delle proprie capacità. 
Come si costruisce l’autostima? 
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L’autostima si sviluppa e si evolve nel tempo. Gli adulti possono incoraggiare, accrescere e consolidare questo sviluppo nei bambini. I bambini hanno maggiori possibilità di sviluppare un’autostima sana quando le persone significative della loro vita hanno un comportamento accogliente e una comunicazione chiara. I bambini che si sentono apprezzati e rispettati come soggetti unici hanno maggiori probabilità di apprezzare, rispettare ed accettare se stessi. Come adulti (in primis come genitori) bisognerebbe adottare un atteggiamento caratterizzato dall’amore incondizionato (che significa accettare il bambino per quello che è e non per quello che il genitore vorrebbe che fosse) e dall’attenzione (non importa la quantità ma la qualità del tempo). È importante rinforzare positivamente tutto ciò che il bambino fa di buono, spiegandogli il perché è stato bravo in modo che lui possa sapere cosa ha fatto bene e possa percepire che voi siete fieri di lui, e aiutarlo a riconoscere le proprie emozioni, chiamando le emozioni per nome e rispecchiandolo dicendo frasi come “so che sei triste perché non puoi andare a casa del tuo amichetto”. 
I sette passi per una sana autostima 
Da diversi studi si è riscontrato come una sana autostima si basi su sette elementi fondanti: 
- la conoscenza di sé 
- sé e gli altri 
- l’accettazione di sé 
- l’autonomia 
- l’espressione di sé 
- fiducia in se stessi e 
- l’autoconsapevolezza. 
Partendo dal presupposto che è possibile incoraggiare ed accrescere lo sviluppo dell’autostima nei bambini lo studio medico Elle-di di Lavinio propone un laboratorio rivolti ai bambini dai 6 ai 10 anni che ha come obiettivo il potenziamento dell’autostima e il riconoscimento/espressione delle emozioni. 
Nel corso del laboratorio #IOMISTIMO si esploreranno e potenzieranno i sette elementi sopracitati attraverso giochi ed attività di gruppi. Una possibilità unica per dare al vostro cigno una chance reale e non permettere a nessuno di convincerlo di essere un brutto anatroccolo e che niente potrà cambiarlo. 
Per maggiori informazioni ed iscrizioni è possibile contattare la segreteria dello studio medico Elle-di al 06/9813684.
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elledi-articoli · 5 years
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RIFLESSOLOGIA INTEGRATA: A CHI SERVE, PERCHÈ FARLA
articolo a cura di Francesca Fischetto, publicato sul numero di Febbraio 2019 del Giornale del Lazio
«...Nei primi mesi di gravidanza non faceva che vomitare con forti dolori all’addome... Ricordo ancora il suo viso contento quando usciva dallo studio»
Ogni cellula umana ha una certa quantità di un’energia che la sostiene e la circonda Tutte le cellule dell'organismo comunicano continuamente tra di loro e si scambiano messaggi elettromagnetici con precisi effetti biologici. Questo crea un sistema di autoregolazione continua che mantiene un equilibrio dinamico. Nel momento in cui l’equilibrio si perde il corpo manda dei segnali di disagio e,  successivamente, di malattia.
Prima di arrivare ad avere difficoltà  si deve lavorare sulla condizione energetica dell’individuo pensando ad un lavoro di prevenzione che si attua efficacemente attraverso  la Riflessologia.
 Con la Riflessologia si fa una valutazione energetico-funzionale che ha anche  una valenza indirettamente terapeutica in quanto vengono dati degli stimoli all’organismo attraverso il trattamento di alcuni punti riflessi del piede.  Sul piede ci sono circa 7.200 terminazioni nervose che sono strettamente interconnesse a tutte le parti del corpo mediante il midollo spinale e il cervello.
I segni presenti sui piedi, la loro temperatura, la posizione e il colore, mi saranno utili a capire gli stati di squilibrio, rivelandomi lo schema di comportamento energetico della persona,  il  suo potenziale  e i suoi eventuali blocchi.
Attraverso questo tipo di terapia si ottiene gradualmente un riequilibrio dell’organismo che mette in atto un’azione di disintossicazione con un miglioramento degli scambi di tipo biochimico e bioelettrico dei tessuti.
 In tal modo si spiegano le prime reazioni di eliminazione delle tossine (poiché con la Riflessologia si attivano gli organi emuntori) con  conseguente acquisizione di maggiore energia in tutto il corpo.
Faccio un esempio:
quando lavoro sui punti del  viso o delle piante dei piedi ho la possibilità di agire su aree specifiche del corpo della ricevente tra cui anche
le Tube di Falloppio, le Ovaie e l’Ipofisi.
Massaggiare  punti specifici del sistema endocrino, sia sui piedi che sul viso, significa  sbloccare i canali energetici e mettere in grado l'organismo di ritrovare il proprio equilibrio naturale.
Una specificità della Riflessologia Plantare Cinese in gravidanza, ad esempio,  è l’uso della Moxa nel caso in cui il feto si presenti podalico. La moxibustione consiste nell’utilizzo di un bastoncino di foglie di artemisia col quale si stimolano alcuni punti del piede per favorire la rotazione del feto. La maggiore efficacia si riscontra tra la 32^ e la 37^ settimana di gravidanza.
Con la  Riflessologia Facciale  metto poi in condizione la persona di auto-trattarsi tra una seduta e l’altra consegnandole una mini mappa con i punti personalizzati .
Con la Riflessologia Facciale ottengo  risultati stimolanti o calmanti, secondo la necessità.
Si riescono a riportare in equilibrio problemi di contratture muscolari di viso, collo e spalle allorquando la rigidità origini ad esempio dai muscoli mascellari o oculari.
Si stimola la funzione intestinale  e  digestiva, aiutandosi anche con l’auto-trattamento, che chiederò al ricevente di fare autonomamente a casa.
Quando l’Insonnia ci tormenta  si può calmare uno stato di eccitazione nervosa  con conseguenze benefiche  per la qualità del sonno.
Per  problematiche di tipo urinario (cistiti) molto frequenti nella donna o, quando  in gravidanza, vi è la comparsa prematura delle contrazioni, sono sufficienti solo alcune sedute di Riflessologia per riportare tutto alla normalità.
Non sottovalutare la possibilità di usare una tecnica antica come la Riflessologia che non è solo un massaggio ma è molto di più di quanto possa sembrare.
Mi ritorna in mente una ragazza molto giovane in gravidanza  che trattai qualche anno fa e che sentiva una grande pesantezza e  gonfiore alle gambe. Inoltre  nei primi mesi di gravidanza non faceva che vomitare e soffrire di dolori allo stomaco. Bene! sono bastate alcune sedute di riflessologia per far passare il vomito e le nausee gravidiche.  Ricordo ancora il suo viso contento quando usciva dallo studio con la sensazione di avere le gambe leggere e dicendomi che nonostante il suo (bellissimo) pancione, si sentiva lieve come una piuma.  Provare per credere. Mi trovate allo studio di Medicina Integrata Elle-di a Lavinio.
Articolo a cura di Francesca Fischetto
Riflessologa diplomata in Riflessologia Plantare Integrata
Riflessologia Cinese On Zon Su  - Multi Riflessologia Facciale Vietnamita
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elledi-articoli · 6 years
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Riflessologia Plantare e Disordini del PRIMO CHAKRA
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Come non provare benessere anche solo al pensiero di camminare a piedi nudi sull’erba, mentre invece costringiamo i nostri piedi quotidianamente in scarpe chiuse. Lo stesso benessere lo proviamo al pensiero di massaggiare o farci trattare con la riflessologia i nostri piedi doloranti con oli ed essenze aromatiche che apportano calore ed energia a tutto il nostro corpo.
Secondo gli Orientali i nostri principali centri di scambio energetico si trovano sull’apice della nostra testa, che è connessa con l’energia del Cielo, e sulla pianta dei nostri piedi che si connettono con l’energia della Terra. L’uomo si nutre di cibo per ricevere energia per il proprio metabolismo, si nutre di aria per respirare e di acqua per idratarsi, assorbendo forza ed energia vitale dall’esterno. 
Ma esiste un ulteriore scambio energetico tra interno ed esterno che è rappresentato dai cosiddetti “vortici” o “Chakra”.
Il Primo Chakra in sanscrito è detto Muladhara che significa “Radice” e le caratteristiche essenziali d questo Chakra sono le Radici, il Nutrimento, la Fiducia, la Salute, la Sopravvivenza, il Corpo. Proprio tramite il Primo Chakra, che si trova all’altezza del perineo ma che passa per le gambe e i piedi, il nostro organismo assorbe energia dalla Terra.
Che vuol dire? Che se siamo in equilibrio con questo Chakra, godiamo di buona salute e vitalità, abbiamo una sensazione di sicurezza e capacità di rilassarci e una buona capacità motoria. Essere radicati ci offre una fonte di forza collegando il nostro corpo all’ambiente.
Se siamo in carenza di questo tipo di energia siamo: ansiosi, timorosi, spesso disorganizzati, ci nutriamo male o in maniera disordinata, possiamo avere problemi alle gambe, ai piedi, alle ginocchia, alla base della colonna, avere tensioni alla mascella, o disordini intestinali, alle ossa o ai denti.
Se non siamo ben radicati alla Terra e il primo Chakra è danneggiato siamo perseguitati da problemi di sopravvivenza, compresi: la salute psico-fisica, il denaro, il lavoro; tendiamo ad essere più sensibili, creativi e più spirituali, ma anche paurosi e qualche volta abbiamo la sensazione di essere scollegati dall’ambiente in cui viviamo.
I disordini alimentari, siano essi espressi attraverso disturbi bulimici o di anoressia, sono spesso manifestazioni del primo Chakra e rivelano una mancanza di supporto e di solidità.
Senza radici che portano su energia e nutrimento dalla terra siamo deboli. Una delle strategie di riequilibrio del Primo Chakra per riconnettersi col proprio corpo è proprio il massaggio ai piedi, associato con delle belle camminate a piedi nudi sulla terra. In particolare farsi trattare i piedi con la Riflessologia vuol dire lavorare direttamente sui centri energetici (Chakra) riflessi sul piede: quindi significa prendersi cura delle proprie radici. Il risultato è che ci si sente più svegli e vivi, perché una volta che abbiamo “messo le radici” possiamo essere più presenti, concentrati e dinamici, diventiamo sicuri di noi stessi e tuttavia più controllati. Impariamo a controllare il corpo attraverso la mente che, qui in Occidente, è considerata superiore; ma dobbiamo considerare che il corpo è dotato di una sua intelligenza che ancora la nostra mente deve scoprire. Il risultato che si avverte dopo alcune sedute di Riflessologia Plantare è proprio questa sensazione di riconnessione tra mente e corpo, una ricomposizione di quella frammentarietà che si era venuta a creare a causa di questa mancanza di radicamento e di squilibrio del primo Chakra.
Provare per credere.
Francesca Fischetto Multi-Riflessologa facciale e plantare certificata
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elledi-articoli · 7 years
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elledi-articoli · 7 years
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Aiutare la donna attraverso la Multi-Riflessologia facciale Vietnamita
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Le fasi che la donna attraversa nel corso della sua vita sono molteplici.
• Pubertà e Adolescenza: si cominciano ad avere i primi cambiamenti  importanti  a livello ormonale che potrebbero crearle disagi a livello di umore con crisi di insicurezza, scatti d’ira o comparsa di acne sul viso, come pure irregolarità mestruale. Si tratta della stagione più delicata della vita di una donna, un momento di veloci trasformazioni sia  fisiche che psichiche di tutto l’organismo. Per questo è importante che tali mutamenti  del corpo e della mente si completino nel modo più armonioso possibile. Facilmente si potrà intervenire trattandole i punti riflessi del viso relativi al sistema riproduttivo ed endocrino per armonizzare tutti gli aspetti  e i risvolti fisici e psicologici che lo interessano.
• Nell’età adulta quando la donna affronta la gravidanza, moltissimo si può fare aiutandola nei suoi possibili disturbi dovuti  a cattiva digestione, stipsi e nausea gravidica, ad a affaticamento generale per problemi pressori, mal di schiena o gonfiore alle gambe. Con le proiezioni che si trovano sul viso si può lavorare sui sistemi: digestivo, linfatico, circolatorio e molto altro, evitando solo alcuni punti che invece le potranno poi essere utili da usare autonomamente in fase di espulsione del feto in sala parto.
• Prima, durante e dopo la menopausa. Quando si iniziano a presentare periodi di insonnia, vampate di calore e sudorazioni notturne, cistiti ricorrenti, gonfiori addominali, secchezza vaginale, dolori articolari e muscolari, difficoltà di concentrazione, aiutare la donna con la Multi-Riflessologia facciale in questa fase significa evitarle molti disagi che la potrebbero portare ad avere possibili depressioni o malattie con complicanze spiacevoli con il passare degli anni. Si potrà integrare il lavoro della riflessologia anche sul corpo: sul dorso o su gambe e braccia, con il Massaggio Vietnamita specie in presenza di zone contratte o cedevoli che consentono al riflessologo di avere utili informazioni per personalizzare ancor meglio il trattamento.
a cura di Francesca Fischetto
Multi-riflessologa facciale e plantare
Articolo pubblicato sul Giornale del Lazio del 22/6 2017
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elledi-articoli · 8 years
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YOGA della TRADIZIONE: Sri T. Krishnamacharya
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In questo mondo in cui, purtroppo, si stanno perdendo riferimenti importanti è “essenziale” cercare di trovarli migliorando la relazione con noi stessi e gli altri. 
La pratica dello Yoga è, anche per mia esperienza personale, un mezzo piacevole, entusiasmante ed efficacissimo. Senza nulla togliere ai comunque positivi effetti di rilassamento e divertimento negli esercizi di alcuni “Yoga” alternativi proposti in giro, la Tradizione dell’insegnamento da seguire è una scelta importante affinché la pratica porti ad effettivo benessere di corpo* mente*spirito e di consapevolezza profonda.
Vi inizierò a raccontare di questa antica disciplina parlandovi di una delle figure più importanti e serie nel mondo dello Yoga:
Sri T. Krishnamacharya (1888-1989)
Nacque nel sud dell’India e studiò a Varanasi (Benares) e a Calcutta le branche della Filosofia Indiana. Poi approfondi la sua conoscenza dello Yoga Indù sull'Himalaya e dello Yoga Buddista in Birmania, che all'epoca faceva parte dell'India. In seguito si recò in Kashmir per studiarvi il Sufismo. Lavorò per qualche tempo come professore di Filosofia all'Università di Calcutta prima di accettare l'invito del Re di Mysore a insegnare la Filosofia Indiana al Mysore Sanskrit College. Come i suoi avi prima di lui, divenne l'insegnante del Re e fu nominato Filosofo di Corte. Conosceva una quindicina di lingue indiane, era anche astrologo, musicista, sportivo ed abile cuoco….
Negli anni venti iniziò ad insegnare lo Yoga alla Famiglia Reale
, così come agli abitanti di Mysore. Via via, attribuì un'importanza sempre maggiore a questo insegnamento, che non si è mai distaccato dalla Filosofia dello Yoga. Verso il 1935, i suoi primi allievi non indiani erano Europei. Poiché sempre più Europei venivano a studiare sotto la sua guida, imparò come autodidatta l'inglese per poter impartire l'insegnamento in questa lingua. Restò a Mysore fino al 1954 e in seguito si trasferì a Madras dove visse fino alla sua morte nel 1989.
Sri T.K. Krishamacharya ha sempre rifiutato le retribuzioni che gli venivano offerte dalle Corti Regali. Non approfittò mai della sua situazione. Viveva di modeste entrate personali lavorando come capomastro in una piantagione di caffè, trasportando pietre e sacchi di sabbia per delle costruzioni, e praticando la Medicina Indiana (Ayurveda). Rinunciò anche ad una eredità importante in favore dei suoi fratelli e sorelle, per non venir meno alle sue convinzioni filosofiche. 
Rifiutò anche le onorificenze che gli venivano proposte nelle Corti Regali e nei Monasteri, per poter restare libero e veridico nel suo insegnamento. Nella sua vita quotidiana, Sri T.K. Krishnamacharya pratica rigorosamente la religione induista, mostrandosi altresì molto rispettoso verso tutti gli altri pensieri religiosi, tradizionali o contemporanei.
La sua larghezza di vedute lo portò ad accettare allieve donne e incontrarsi con i capi spirituali di altre confessioni. Gli capitò anche di tenere dei corsi a capi religiosi, capi di Stato, maestri di Yoga, sempre rispettando la riservatezza che essi esigevano su questi incontri. Non utilizzò mai queste relazioni per ottenere benefici personali. Successivamente diede opportunità di insegnare il Canto Vedico anche alle donne.
Era presente alla vita familiare e partecipava alle attività domestiche. Accordava a tutti un'uguale attenzione.
Suoi allievi famosi in occidente: Indra Devi, Sri.Pattabhi Jois, Sri B.K.S. Iyengar, i sui figli T. K. V. Desikachar e Sri T.K. Shribhashyam, sul cui sito potete trovare altre notizie ( yogakshemam.net)
A cura di
Marina Cirillo 
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elledi-articoli · 8 years
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TERAPIE RIFLESSOLOGICHE ABBINATE AGLI OLI ESSENZIALI
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La scienza sempre più di frequente si sta interessando alle  forme di cura  energetiche e studia gli effetti nelle interazioni tra i vari rimedi terapeutici. In questo articolo vi parlerò di come gli oli essenziali possano essere usati nel massaggio. Buona abitudine sarebbe coccolare e massaggiare tutte le sere i nostri piedi, dopo un pediluvio, con un olio essenziale miscelato con un olio vettore che può essere olio di Iperico in caso di piedi dolenti, o semplicemente olio di mandorle dolci, se non addirittura l’olio d’oliva che avete in casa.  Il pediluvio e il massaggio aiutano molto l'energia dei piedi e anche la mente: se userete la lavanda alla sera prima di andare a letto godrete di un sonno più profondo, poiché la lavanda riequilibra il sistema nervoso. In caso di dolore o stanchezza all'olio di iperico aggiungerete 4/5 gocce di olio di lavanda, mentre per i piedi congestionati o accaldati aggiungerete l'olio essenziale di menta, naturalmente sempre dopo un pediluvio con del sale marino o dei Sali del Mar Morto.
Non dobbiamo  dimenticare che per gli Orientali  i piedi sono il punto del nostro corpo che ci connette maggiormente all'energia della Terra che, ritengono, nutra il nostro primo Chakra detto anche Chakra di base. I chakra sono centri energetici che assorbono e distribuiscono  l'energia alle varie parti del corpo e agli organi. Il chakra di base ad esempio controlla, energizza  e rafforza il corpo, in particolare il sistema muscolare, scheletrico e le ghiandole surrenali, e influenza l'energia degli organi sessuali. Gli anziani di solito hanno il primo chakra debole e svuotato, come si vede osservando anche i loro piedi che spesso sono poco tonici e "vuoti" : ecco perché i loro corpi si rimpiccioliscono e la spina dorsale tende ad incurvarsi nel corso del tempo. Importante quindi è avere cura dei propri piedi nutrendoli con oli essenziali adatti alla problematica, tonificandoli con massaggi adeguati, camminando il più possibile, magari a piedi scalzi, per rafforzare e assorbire l'energia vitale della terra ed avere così "i piedi ben piantati per terra".
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Il corpo fisico, con le sue funzioni  fisiologiche, risente dell’azione dei  vari campi energetici, compresi quelli dei rimedi “sottili” come possono essere definiti gli oli essenziali. Essi hanno il potere di modulare le reazioni psichiche, tanto più quando vengono associati ad un massaggio del piede, e questo è dovuto al fatto che sui piedi arrivano moltissime terminazioni nervose.
Le molecole odorose degli oli essenziali arrivano al sistema limbico del cervello regolando la risposta dei sistemi simpatico/parasimpatico, in tal modo vengono influenzate tutte le funzioni: il sistema ghiandolare, respiratorio, ormonale, endocrino e digestivo. Ancor più quando uso alcuni oli essenziali abbinati alla Riflessologia Facciale, il loro profumo giunge velocemente ai ricettori olfattivi inducendo una distensione psichica e muscolare quasi immediata.
Gli oli essenziali  sono caratterizzati da tre note olfattive: Testa – Cuore e Base, la Nota di Cuore è quella che raggruppa tutti gli oli estratti dai fiori, dalle spezie  e dalle erbe aromatiche, come il geranio, la rosa, la camomilla o il mirto, che hanno un effetto armonizzante poiché, come dicevo, lavorano sul piano psichico.
La camomilla la uso volentieri sui bambini quando hanno problemi di dermatiti o semplicemente arrossamenti. La rosa sul viso delle donne, che miscelo con con olio di Jojoba o di mandorle, si dice guarisca le ferite del cuore. Sui piedi mi capita di usare l’olio di sandalo che, secondo una ricerca scientifica moderna, ha proprietà battericide, antifungine ed anche antisettiche, specialmente per l’apparato respiratorio ed urinario.
Non trascuriamo di prenderci cura di noi stessi, prendendoci cura dei nostri piedi profumandoli e massaggiandoli di tanto in tanto, e concediamoci dei trattamenti di Riflessologia Integrata che aiutano corpo e psiche a rimanere in equilibrio.
Articolo a cura di Francesca Fischetto
Operatrice diplomata di Riflessologia plantare Integrata
Riflessologia Cinese, Auricoloterapia, Riflessologia Facciale
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elledi-articoli · 8 years
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Osteopatia (craniale) e Neonati
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Una delle applicazioni più importanti e frequenti dell'osteopatia craniale è quella nel tattamento dei neonati e dei bambini piccoli. I bambini, infatti, sono più recettivi degli adulti al trattamento osteopatico per una loro maggiore vitalità dei tessuti e perché sono più in stretto contatto con i propri intrinseci meccanismi di benessere.
L'obiettivo dell'Osteopatia pediatrica è il mantenimento della salute e la prevenzione dell'insorgere di disordini energetici e di malattie.
L'Osteopatia, dunque, rappresenta un valido e prezioso intervento in disturbi ricorrenti quali:
disturbi legati al parto (plagiocefalie)
travaglio lungo e difficile
parto gemellare
estrazione con ventosa o forcipe
cordone ombelicale corto
mal posizioni fetali (asimmetrica del bacino materno, presentazione podalica)
e poi
difficoltà della suzione
problemi respiratori ricorrenti (asma, allergie, infezioni delle vie respiratorie)
otiti, riniti, faringiti, congiuntivite
disturbi oculari quali strabismo
asimmetria del tono muscolare (torcicollo, difficoltà nel gattonamento e nella deambulazione, problemi posturali, scoliosi)
disturbi del sonno
disturbi dell'apparato gastro-enterico (vomito, rigurgito neonatali, reflusso, stipsi)
ritardo nello sviluppo fisico ed intellettuale
problemi urinari (infezioni ricorrenti, enuresi)
disturbi comportamentali e difficolt‡ nell'apprendimento
problemi occlusali
Durante lo sviluppo, nell'adolescenza, il corpo è soggetto a continui cambiamenti sia fisiologici che traumatici (sia fisici che emozionali) che se trascurati possono condurre a problematiche più serie nel corso della vita adulta. Individuando e trattando i problemi associati alla crescita, l'Osteopata può contribuire ad una crescita armonica del bambino/ragazzo.
A cura della Dott.ssa Daniela Scordino
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elledi-articoli · 8 years
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Gravidanza e Riflessologia Plantare
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Durante i mesi della gravidanza  la donna deve affrontare un periodo di continua trasformazione ed adattamento al corpo che cambia. Le problematiche che la Riflessologia affronta in questo caso sono molteplici:
Le nausee (iperemesi gravidica),
i bruciori di stomaco spesso sono all’ordine del giorno così come
la stanchezza fisica dovuta, a volte, a problemi di pressione.
Con la Riflessologia Facciale ottengo  risultati stimolanti o calmanti, secondo la necessità:
si stimola la funzione intestinale e  digestiva,
si attenua un dolore o
si calma uno stato di eccitazione nervosa
Con conseguenze benefiche per la qualità del sonno che durante la gravidanza spesso non è profondo e ristoratore come dovrebbe essere.
Con il trascorrere dei mesi alcune donne  soffrono di
crampi o congestione degli arti inferiori,
la circolazione del sangue o la respirazione (fiato corto) ne risentono a causa dell’aumento di peso
e in questo caso la Riflessologia Plantare e ancora più indicata.
Quando compaiono problematiche di tipo urinario (cistiti) o comparsa prematura delle contrazioni a volte sono sufficienti alcune sedute di Riflessologia Plantare per riportare tutto alla normalità.
Una specificità della Riflessologia Plantare Cinese in gravidanza è l’uso della Moxa nel caso in cui il feto si presenti podalico. 
La moxibustione consiste nell’utilizzo di un bastoncino di foglie di artemisia col quale si stimolano alcuni punti del piede per favorire la rotazione del feto. La maggiore efficacia si riscontra tra la 32^ e la 37^ settimana di gravidanza.
Attraverso la mia conoscenza della Riflessologia Facciale offro la possibilità alla gestante di auto-trattarsi sui riflessi del viso, nelle varie fasi della gravidanza,   indicandole i punti  adatti alla sua problematica e consegnandole una mappa personalizzata che potrà usare facilmente tra una seduta e l’altra di riflessologia.
Proprio recentemente ho trattato una gestante con queste tecniche riflessogene: durante i mesi in cui il bambino cominciava a pesare sul nervo sciatico e sulla schiena abbiamo lavorato sul rilassamento della colonna vertebrale. Successivamente si sono presentati problemi di stanchezza dovuti anche alla pressione bassa e ho eseguito trattamenti di tonificazione con la riflessologia facciale e plantare. Infine, pochi giorni prima della data presunta del parto, abbiamo lavorato insieme per avviare le contrazioni, in modo tale da non andare incontro alla probabilità di dover fare ricorso al taglio cesareo, poiché il bambino era già piuttosto grande.
Sono bastate pochissime sedute  durante le quali, mentre io mi occupavo dei punti riflessi e le facevo la moxa sui piedi, lei si occupava di auto-trattarsi alcune zone del viso e della mano da me indicate.
Già dopo il secondo giorno il collo dell’utero si era ammorbidito e la mattina successiva sono iniziate le contrazioni. Il parto è andato benissimo e ora uno splendido maschietto è qui con noi, tra le braccia della sua mamma.
Articolo a cura della dott.ssa Francesca Fischetto
Operatore in:  Riflessologia Plantare Integrata, Riflessologia Cinese, Riflessologia Facciale,  Auricoloterapia, Massaggio Bioenergetico Neonatale
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elledi-articoli · 8 years
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PIEDI PARLANTI - La testimonianza di un paziente
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Quella che vi proponiamo oggi è l’insolita prospettiva di un nostro paziente, che ha voluto condividere la sua esperienza con i trattamenti di Riflessologia. Per poter guardare le cose, come dire, dal basso al dentro.
Mi chiamo Luca R. e sono un imprenditore; abito nella zona di Pomezia ma sono sempre in giro tra Roma e Latina. Una sera a cena un’amica di mia moglie ci racconta di come aveva risolto alcuni problemi legati al parto grazie alla Riflessologia plantare. Ora non è che io avessi problemi legati al parto, ma conoscendo il tipo - pragmatica, con i piedi avvitati per terra, difficilmente influenzabile con teorie e stili di vita new age - mi sono incuriosito e insomma, la serata se n’è passata parlando praticamente solo delle sue sedute, esattamente in cosa consistessero, come aveva risolto i problemi etc. Vabbè io non c’ho capito niente. Punti riflessi, l’alluce corrisponde alla testa, alla base delle dita gli occhi...«ma che vuol dire» mi sono chiesto, «è mai possibile che toccando un punto riflesso sistemo davvero un’organo che stà un metro quando non un metro e novanta più su?»; e poi anche fosse, ma «Marina è fondamentalmente ansiosa. Lo so io, lo sa lei, lo saprà anche la riflessologa a questo punto. Che cosa c’entrano i punti riflessi con le sue paturnie. Con la sua gravidanza scoperta al terzo mese quasi finito, e che a quarantadue anni suonati aveva scambiato per un superritardo?». Questo non capivo. E questo non ho capito. Quella sera almeno.
Passa un pò di tempo e mi trovo per i miei giri proprio dalle parti del centro dove mi aveva detto che era andata l‘amica di mia moglie. Entro. Balbetto qualche cosa tipo come-se-volessi-informazioni-ma-insomma-quanto- costa-quanto-dura-ci-sono-controindicazioni... «La aspettiamo martedì prossimo alle 15:00 allora, vuole ricevere un messaggio di alert il giorno prima?» mi dice con tono sereno e fermo la ragazza dell’accoglienza; e io:«Sssi, v-va bene, a martedì», e esco. Entro in macchina, il mio sguardo nello specchio retrovisore : «ma che hai fatto, hai preso un appuntamento per te, ma per fare che, ma te non stai male, a che ti serve che è ‘sta curiosità, perchè?» - questo più o meno il senso dello sguardo.
Beh arrivo al dunque che non volevo tirarla per le lunghe però ci tenevo a far capire con quale misto di scetticismo e ignoranza mi sono ritrovato a fare una seduta di riflessologia a settimana, senza mai saltarne una da ormai 3 mesi!
Non so, sarà che ho trovato la mia cosa, però io mi stendo - e solo per questo la prospettiva è totalmente diversa da quella con cui di solito si osservano i propri piedi; infatti da stesi, occhi naso e bocca sono allo stesso livello dei piedi, e non sopra, quasi a guardarli con sufficienza - e dall’altra parte di me stesso c’è una persona che per circa un’ora, con gli occhi che le saltano dalla pianta dei miei piedi ad un libro pieno di appunti che tiene alla sua destra, dopo avermi fatto alcune domandine di rito ma giusto per salutarci, parlerà fondamentalmente con
loro, con i miei piedi, attraverso le sue mani o con i suoi strumenti di legno e pietra. Io almeno è questo che ho capito, della riflessologia. Ho capito che noi esseri umani parliamo e comunichiamo con tutto quello che abbiamo a disposizione, e soprattutto anche stando zitti; basta che dall’altra parte ci sia qualcuno in grado e disposto ad ascoltare e, nel caso di Francesca Fischetto (la riflessologa del centro elle-di), anche in grado di intervenire.
Quanto hanno camminato questa settimana questi piedi, quante volte hanno indietreggiato, quante si sono spinti un centimetro avanti? Quale mal di stomaco hanno sorretto, che tipo di mal di testa li ha fatti vacillare? Che dolore al collo gli ha causato dei crampi, e quale caviglia sembra più fragile, la sinistra o la destra? E da lì si comincia a rimettere le cose al loro posto.
I miei piedi parlano, comunicano, liberi da infrastrutture e timori, non temono umiliazioni e non si sentono più di quel che sono, sono sempre più forti, sempre più saldi, in un certo senso sono come vorrei essere io; e da tre mesi a questa parte, per un’ora a settimana, stiamo lì, io e loro, con la Riflessologa che come una sherpa ci guida, ci aggiusta, ristabilisce gli equilibri... E pure questa sembra una bella frase ma insomma, sarà un caso ma da un po’ ho anche cambiato la mia dieta, dormo meglio, prendo meno le cose sul personale...E non voglio dire che queste cose le faccia la Riflessologia, anche perché queste cose le sto facendo io, però un nesso c’è, uno (s)punto di riflessione c’è, e non bisogna guardare neanche tanto al di là del proprio naso per trovarlo, semmai basta guardare sotto, o in fondo.
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