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mediaviasetait · 3 years
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Cina: gelato che passione, i nuovi gusti che fanno impazzire la generazione Z
07/09/2021
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SONO BASTATI POCHI ANNI PERCHÉ IN CINA SCOPPIASSE LA PASSIONE PER IL GELATO. OGGI DETIENE UN TERZO DEI CONSUMI GLOBALI, E L'INTERESSE SPINGE A CERCARE NUOVI GUSTI, TUTTI PROFONDAMENTE CINESI.
La storia del gelato in Cina è abbastanza recente e la sua crescita veloce se non consideriamo quanto avvenuto nell’antichità, quando cioè, circa 2000 anni fa, si può intercettare il progenitore del gelato.
Un salto nella storia del gelato
Tornando per un momento al passato, aiutandoci con un testo fondamentale quale Armi, acciaio e malattie di Jared Diamond, scopriamo che l’origine della civiltà dell’Antropocene è da ritrovarsi nell’Asia minore, detta anche della Mezzaluna fertile, e nel continente cinese. Ebbene, il prototipo del gelato ha avuto origine proprio in queste aree. Il processo di fabbricazione e i relativi sapori si legavano alle rispettive tradizioni e in Cina, 2000 anni fa, venivano utilizzati i succhi di frutta attraverso una forma di ghiacciatura che ha poi trovato nel XIII secolo un ulteriore passaggio con il congelamento sottoterra di un’amalgama di riso, latte e spezie. Se si escludono questi precedenti bisogna aspettare molto perché la gelateria conquistasse un profilo simile a quello che ha in Europa e in Italia e che da anni monitoriamo attraverso la nostra guida Gelaterie d’Italia. Oggi ritroviamo una sorta di eredità identitaria sfogliando anzi cliccando sulle pagine dei social con la narrazione dei diversi sapori.
La gelateria contemporanea, una storia recente che corre veloce
Recente perché sino agli albori degli anni novanta era ancora prevalente il gelato prodotto localmente con lo stecco: pochi gusti apparentemente simili. Qualche tentativo, specialmente da parte di piccole imprese familiari italiane era stato fatto a Pechino e Shanghai senza risultati soddisfacenti tanto da portare poi alla chiusura delle attività.
Nel frattempo alcune multinazionali si erano affacciate al mercato cinese, per tradizione poco avvezzo a sapori molto zuccherini e prodotti a base di latte. Sono nate quindi le prime catene di gelaterie industriali con una gamma di prodotti prima importati e successivamente prodotti in loco, quando nei consumi si è passati dal latte di soia a quello animale.
L’evoluzione nel mercato cinese è molto veloce: dal 2014 il consumo del gelato è esploso e, oggi, un terzo di tutto il gelato venduto nel mondo è consumato in Cina. Per comprendere meglio il progresso del dato, stimato nel 2016 a 6.65 miliardi di dollari Usa con una quota di mercato nelle città di prima fascia (quelle cioè più importanti, estese, e dalla maggiore densità abitativa) del 23,4%, dobbiamo scomporlo e soprattutto guardare a come il marketing e l’arrivo di prodotti innovativi abbiano condizionato i consumi.
Gelato industriale e artigianale
Nella categoria del gelato industriale sono presenti cinque players: due cinesi, Yili e Mengniu con una buona quota di mercato negli yogurt e nel latte, e tre internazionali, Nestlè, Unilever che controlla Walls e anche GROM, posizionata nella fascia premium come Haagen-Dazs, senza trascurare brands locali che si sono sviluppati in diverse città cinesi di seconda e terza fascia.
Per quanto riguarda il gelato definito artigianale – principalmente secondo la tradizione produttiva italiana – c’è una certa continuità, con dolci prodotti a partire da basi importate dalle nostre aziende leader e con vendite in canali distributivi di negozi con marchio.
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Il gelato e le nuove richieste della generazione Z
La generazione Z rappresentata dai millenials non si accontenta più di questa tipologia di prodotti: aspira insaziabilmente a qualcosa di più stimolante e curioso alimentato anche e soprattutto dalle piattaforme digitali dei social media con i loro KOL (Key Opinion Leader) e KOC (Key Opinion Consumer). Ancora una volta lo smarphone assume il ruolo di strumento di mediazione anche per l’acquisto del gelato.
Ed ecco che a Shanghai, oggi il centro più trendy per chi cerca novità giornaliere, nasce per esempio Il gelato Dal cuore, denominazione italiana per un luogo diventato icona per i millenials, nato sulle ceneri di una gelateria gestita tradizionalmente da un partner italiano che, armato di buone intenzioni, non ha riscosso il successo sperato.
La peculiarità che caratterizza questo fenomeno di marketing deriva da due elementi: il limitato valore zuccherino – circa il 30% in meno di un gelato industriale o artigianale tradizionale – e la scoperta di gusti nuovi di cui una parte trova il proprio fondamento nella tradizione cinese. La veste diversa è quella dei KOL: gli opinion leader sono fondamentali per determinare il successo di un prodotto, soprattutto se studiato con attenzione.
La Cina si trova stretta tra due tendenze originate dal paradigma della Dual circulation: da un lato la ricerca a tutti i costi di quel qualcosa di nuovo che fa scattare la molla del consumo, unica ragione che giustifica la variazione mensile del PIL di cui i consumers giocano un ruolo determinante, dall’altro il ripristino della tradizione (forse rivisitata) ma ancora immanente nella sua totalità. Nel gelato assistiamo a questo processo di sintesi che spariglia i nostri fondamentali ma per il consumatore cinese diventa motore delle decisioni nella scelta dei prodotti.
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Cina: gelato tradizione e nuovi sapori
Non dobbiamo stupirci se l’elenco appare per noi quantomeno stravagante ma è questo che crea il successo del momento: accanto ai gusti tradizionali dobbiamo annoverare il caramello salato e un sorbetto al limone con un alto grado di acidità; possiamo continuare con un estroso simil foie gras o ananas con peperoncino piccante del Sichuan, la provincia cinese dove vige la regola quotidiana del piccante. Si passa poi a un mascarpone e fichi sino al gusto al Pei Pa Koa, sapore racchiuso nello sciroppo della tradizionale medicina cinese come rimedio per la tosse piuttosto che la ripresa rivisitata del gusto del White Rubber, una caramella tipica nata e prodotta a Shanghai da almeno mezzo secolo.
Non possono mancare i gusti alla soia rossa e al fagiolo verde, al tuorlo d’uovo salato, alla noce cinese e al vino giallo di riso. Per chi si vuole sbizzarrire è a disposizione un gelato al gorgonzola con anacardi, quello al ribes nero, al durian, frutto esotico polposo ma con un afrore repellente, il gelato al Maotai, la grappa cinese per eccellenza, all’hotpot, anche questo rimanda alla tradizione di intingere carni, interiora e verdure in un brodo piccante e per chiudere il cono Dal cuore con latte di avena con riccioli di vegetali che rappresenta la nostra Terra.
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Le prospettive di sviluppo
Con le limitazioni a viaggiare, imposte dalla pandemia, ormai da oltre un anno e mezzo (e con una reiterazione, da stime presentate, sino alla fine del 2022) si assiste in Cina a un processo a U verso la precipua innovazione cinese nella moda, nell’automotive (con le vetture EV) e nel settore alimentare da retail o da Horeca. Il Piano quinquennale (2021 – 2025) incoraggia lo sviluppo dell’alleanza tra  industrie con caratteristiche collegate alle condizioni locali per favorire l’occupazione e  gli Istituti tecnici industraiali locali per la formazione tecnica e l’utilizzo degli strumenti di marketing. Jiang Hao, partner di Roland Berger – società tedesca di consulenza strategica e aziendale –sostiene che questa alleanza creerà una piattaforma professionale per il prodotto alimentare cinese creando valore nei differenti settori. E ancora una volta è quello che sta accadendo nel mondo del gelato.
Dal cuore – Cina – Shanghai –  600,Shan xi Road  –  +86 21 138 1858 7747
a cura di Marco Leporati
Fonte: Gambero Rosso
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mediaviasetait · 3 years
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Il padre che ha ritrovato il figlio rapito in Cina dopo 24 anni
Due sospettati del rapimento, un uomo di cognome Hu e una donna di cognome Tang, sono stati arrestati. L'uomo perse le tracce del bambino quando aveva 2 anni
14/07/2021
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© SU YANG / IMAGINECHINA / IMAGINECHINA VIA AFP - L'attore Chen Xiao con Du Juan alla presentazione del film "Lost in Love" ispirato alla storia di Guo Gangtang e di suo figlio
AGI - Ha percorso più di cinquecentomila chilometri in motocicletta per tutta la Cina, e dopo 24 anni di ricerche è riuscito a ricongiungersi con il figlio, rapito quando aveva solo due anni. Protagonista di questa storia a lieto fine è un uomo di 51 anni, Guo Gangtang, proveniente dallo Shandong, nella Cina orientale, che ha potuto riabbracciare il figlio dopo che il test del Dna ne ha confermato l'identità.
Due sospettati del rapimento, un uomo di cognome Hu e una donna di cognome Tang, sono stati arrestati, secondo quanto conferma il Ministero della Pubblica Sicurezza cinese, citato dal tabloid Global Times.
Guo Gangtang's son had been snatched aged two by human traffickers in front of their home in Shandong province in 1997.https://t.co/ylGTZWEx8w
La vicenda di Guo ha toccato i cuori della Cina e il mondo del cinema, che alla sua ricerca del figlio ha dedicato il film "Lost and Love" del 2015, con protagonista Andy Lau, star del cinema di Hong Kong. L'attore si è felicitato con Guo in un video-messaggio per il ritrovamento del giovane, Guo Xinzhen, oggi 26enne.
Il piccolo era stato rapito dalla donna, Tang, mentre giocava fuori dalla sua casa, e portato alla stazione degli autobus dove il complice, e all'epoca fidanzato, Hu, la stava aspettando. I due hanno viaggiato fino nello Henan, dove lo vendettero. Nelle pluri-decennali ricerche del figlio, Guo ha attraversato più di venti province cinesi e cambiato dieci motociclette, guastatesi nei lunghi viaggi in tutto il Paese; ha riportato fratture in incidenti stradali ed è stato assalito da rapinatori.
I 24 anni di attesa sono stati segnati da molti momenti di sconforto: ogni volta che emergevano notizie di un possibile ritrovamento di Xinzhen, la speranza si scontrava con l'esito del test del Dna.
Heartbreaking story in #China today: the 26-year old teacher’s tearful re-union with the parents who’ve been looking for him since he was 2 years old. His father never gave up the search, famously riding a motorbike from town to town with banners carrying his son’s photo. pic.twitter.com/LReabGbwV5
Per trovare il figlio, Guo Gangtang ha anche legato striscioni con il suo volto alla motocicletta: nelle ricerche ha speso tutti i suoi risparmi ed è stato costretto a vivere sotto i ponti e chiedere l'elemosina. Nel frattempo è diventato un paladino delle famiglie a cui sono stati rapiti i figli, permettendo a sette di loro di riunirsi.
"Sta bene", ha dichiarato Guo ai media, dopo il ritrovamento del figlio. "Dio mi ha trattato bene". La sua storia ha commosso anche gli utenti dei social, in Cina. "Tutte le sofferenze hanno la loro ricompensa", ha commentato un utente di Weibo, citato dal Global Times.
"In molti avrebbero rinunciato da tempo. Sono davvero felice per lui", ha commentato un altro utente del social network più popolare in Cina. Il traffico di esseri umani è un problema di lunga data nel Paese asiatico, che spesso rimane sotto traccia. Secondo dati del 2015, ogni anno in Cina avvengono ventimila rapimenti di minori: molti dei bambini rapiti vengono venduti sul mercato delle adozioni illegali sia all'interno del Paese che all'estero.
Fonte: AGI
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mediaviasetait · 3 years
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I CAPOLAVORI DI RAFFAELLO IN CINA!
13/07/2021
lo stile artistico di Raffaello è stato accolto con favore nella mostra in Cina "Meet Raphael Masterpieces from Renaissance to Neoclassicism" dove fino ad ora oltre 20.000 visitatori ne hanno acquistato i biglietti per ammirare le opere.La mostra manifesta la passione del popolo cinese per l'arte ed è altresì un risultato degli scambi culturali tra Cina e Italia come messaggero di amicizia e armonia per una maggiore comprensione reciproca.
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Fonte:  Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia
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mediaviasetait · 3 years
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L’Italia campione d’Europa è rientrata a Roma. Oggi gli Azzurri attesi da Mattarella e Draghi
12/07/2021
Ad attendere gli Azzurri centinaia di tifosi, che però non hanno potuto vedere i calciatori all’arrivo a Roma
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L’Italia campione d’Europa di calcio è rientrata a Roma. L’A3198 di Alitalia, volo AZ 9001, proveniente da Londra Luton è atterrato all’aeroporto di Fiumicino qualche minuto dopo le 6 di lunedì mattina.
Gli Azzurri sono arrivati a Roma dopo il trionfo di ieri sera a Wembley, in finale contro l’Inghilterra, battuta ai calci di rigore. Ad attendere la Nazionale, nell’area arrivi, c’erano già moltissimi tifosi, in attesa dalle prime ore dell’alba per poter accogliere e salutare la squadra che ci ha reso nuovamente, dopo 53 anni dall’ultima vittoria, campioni d’Europa.
Quando Mancini e Chiellini sono apparsi in cima alle scalette dell’aereo a Fiumicino, è scoppiato un boato tra gli operatori che si sono radunati sotto il velivolo con applausi e cori. Bonucci ha intonato «I campioni dell’Europa siamo noi». Ma non sono mancante foto ricordo e ringraziamenti a tutti gli azzurri, apparsi entusiasti e commossi.
Ad accogliere i campioni un maxi striscione di Aeroporti di Roma con la scritta «Grazie azzurri». I calciatori e lo staff sono stati prelevati sotto all’aereo e sono saliti sul pullman, che ha poi lasciato alle 6.30 lo scalo romano, in direzione dell’hotel Parco dei Principi. Da lontano si sentivano gli echi delle trombe delle centinaia di tifosi che si trovavano nella zona arrivi (e non hanno potuto vedere gli Azzurri atterrare).
Gli Azzurri sono quindi arrivati all’hotel, dove ad attendere Chiellini, che è sceso dal bus con una corona in testa e sventolando la coppa, e compagni c’era un nutrito gruppo di tifosi.
Oggi la Nazionale pranzerà in hotel, poi nel pomeriggio è attesa al Quirinale alle ore 17 per essere ricevuta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presente ieri allo stadio londinese di Wembley per la finale degli Europei, e alle 18 dal presidente del Consiglio Mario Draghi a Palazzo Chigi. Con loro, anche il finalista a Wimbledon — sconfitto da Djokovic — Matteo Berrettini.
Nel pomeriggio, alcuni dei giocatori insieme ad alcuni del team sono andati a vaccinarsi con la seconda dose al Policlinico militare del Celio, dove sono stati accolti dal generale Francesco Paolo Figliuolo. «Quanto l'Italia fa squadra, vince, come dimostra la Nazionale», ha detto il commissario straordinario per l'emergenza Covid, usando il calcio come metafora per la campagna vaccinale, dove è bene che il Paese sia unito e compatto nelle logiche di somministrazione. Tra gli azzurri che oggi hanno ricevuto la seconda dose ci sono Belotti e De Rossi.
Fonte: Corriere della sera
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mediaviasetait · 3 years
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Cina. Il mare invaso dalle alghe: è la più grande fioritura della storia
551 chilometri quadrati di mare coperti dalle alghe 
09/07/2021
Accade da quindici anni in questo periodo, ma stavolta le dimensioni sono davvero imponenti. Qingdao, città portuale nella provincia cinese orientale dello Shandong, si è vista protagonista della più grande fioritura di alghe della storia. Secondo il North China Sea Marine Forecasting Center del ministero delle Risorse Naturali, alla data del 30 giugno, le alghe coprivano 551 chilometri quadrati di mare, una cifra pari a 2,3 volte la fioritura del 2013 che ha segnato il secondo anno più critico. Lo scorso 18 giugno è stato emesso un allarme arancione per calamità. La città ha mobilitato più di 7.000 navi, che hanno recuperato finora 240.000 tonnellate di alghe mentre il centro fa sapere che la fioritura delle piante marine continuerà a colpire la zona fino a metà agosto. Le vaste fattorie che si occupano della produzione di alga nelle acque superficiali del Mar Giallo meridionale sono un focolaio per le piante acquatiche che crescono in grandi quantità e galleggiano nel mare, come mostrano le informazioni di monitoraggio satellitari e navali.  La città sta esplorando modalità per impiegare le alghe nella produzione di fertilizzanti, ma fonti industriali hanno riferito la necessità di ulteriori ricerche per migliorare la tecnologia e ridurre i costi.
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Fonte: Rai News
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mediaviasetait · 3 years
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XIAMEN: LA CITTA' E' SUL MARE, IL MARE E' NELLA CITTA'
05/07/2021
"La città è sul mare" e "il mare è nella città" è una frase spesso usata per riferirsi a Xiamen, una città portuale sulla costa sud-orientale della Cina!E' conosciuta inoltre come il "Giardino sul mare" per il suo splendido scenario marittimo e il clima piacevole.Guardiamo insieme i suoi splendi scenari!
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Fonte:  Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia
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mediaviasetait · 3 years
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Cina. Il branco di elefanti erranti si sposta verso sud
24/06/2021
Prosegue la lunga marcia degli elefanti che hanno attratto l'attenzione dei media a livello globale 
Il branco di 14 elefanti asiatici selvatici erranti si è spostato verso sud, rientrando nella contea di Eshan, nella provincia dello Yunnan, nel sud-ovest della Cina, secondo quanto dichiarato ieri dalle autorità. Il branco si è diretto 11,2 km a sud tra le 18:00 di lunedì e la stessa ora di ieri. Secondo il quartier generale incaricato del monitoraggio della migrazione degli elefanti, il gruppo si trova a un'altitudine piuttosto elevata, dove il segnale delle telecomunicazioni è scarso, aggiungendo ulteriori disagi alla difficoltà di monitoraggio del branco. Un esemplare maschio, che si è allontanato 17 giorni fa, si trova ora a 30 km di distanza, nel distretto di Jinning, a Kunming, capoluogo della provincia.
WATCH: A herd of nomadic elephants were seen foraging for food in the forest near Eshan county in China. The drone footage showed the elephants making their way northwards in search of edible plants pic.twitter.com/oerAYBY7qV
Cinque nuovi esperti si sono uniti al team del quartier generale al fine di aiutare nel lavoro sui piani per guidare la migrazione degli elefanti. Ieri, un totale di 210 persone sono state mobilitate per il progetto e sono stati evacuati 4.774 residenti. Gli animali hanno viaggiato circa 500 km a nord dalla loro foresta nella prefettura autonoma di Xishuangbanna Dai, nello Yunnan meridionale, raggiungendo Kunming il 2 giugno. Per oltre un mese, le autorità hanno inviato la polizia per scortare il branco, evacuato strade per facilitare il loro passaggio, e usato il cibo per distrarli dall'entrare in aree densamente popolate. Gli elefanti asiatici si trovano principalmente nello Yunnan e sono sotto protezione statale di livello A, in Cina. grazie al maggiore impegno nella tutela degli animali, la popolazione di elefanti selvatici nella provincia è cresciuta fino a circa 300 esemplari, dai 193 degli anni '80. 
 Fonte: rainews
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mediaviasetait · 3 years
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Cina, la battaglia per fermare la strage di cani al solstizio di Yulin
22/06/2021
Gli animalisti intercettano camion diretti al macello per il Festival inventato nel 2010. La risposta del governo di Pechino: «Una preferenza alimentare degli individui»
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Con il solstizio d’estate è tornato il Festival di Yulin. È assurdo usare un’espressione festosa per una strage: quella dei cani che vengono catturati, chiusi in gabbia e squartati per finire in pentola nella città cinese. Dopo anni di critiche sembrava che la sagra che a noi fa orrore dovesse essere proibita. Ma non è così. Nell’aprile del 2020 il ministero dell’Agricoltura di Pechino aveva annunciato un «riordino delle risorse alimentari». Il testo elencava il bestiame, dai maiali al pollame, che può essere allevato per finire nella catena alimentare; i cani (e i gatti) non erano inclusi. In realtà non erano mai stati inseriti nel «catalogo ministeriale degli animali da carne».
188 milioni di animali domesticiMa per la prima volta le autorità della Repubblica popolare cinese si erano interessate ai cani, osservando che «con il progresso della civiltà e le preoccupazioni della gente per la protezione della natura, i cani non sono più considerati soltanto animali domestici, ma compagni dell’uomo, come nel resto del mondo». Compagni dell’uomo (le statistiche dicono che nelle case dei cinesi ci sono circa 188 milioni di cani e gatti e che i padroni spendono 26 miliardi di euro all’anno per loro). Esclusi dall’allevamento a fini alimentari. Ma ancora soggetti a razzie per rifornire il mercato di Yulin e quelli di altre città.
Disidratati e terrorizzatiIeri gli attivisti di Humane Society International hanno fermato sull’autostrada che porta a Yulin, nella regione meridionale del Guangxi, un camion carico di cani. Ce n’erano 68, in condizioni sanitarie pietose, pigiati in gabbie, sfiniti dal viaggio, disidratati e terrorizzati. «Il loro comportamento ci ha fatto capire che si tratta di animali abituati al contatto con l’uomo, ci hanno messo la zampa tra le mani, dovevano essere stati rubati in giro per la Cina dai fornitori del Festival», ha riferito Liang Jia, di Humane Society International.
La risposta del governoPerché non è stato dato l’ordine di porre fine al Festival? La domanda è stata fatta a Pechino alla signora Hua Chunying, una dei portavoce del ministero degli Esteri cinese. Risposta: «Anzitutto non è una questione diplomatica. Comunque, il governo centrale ha appreso dalle autorità di Yulin che la gente del posto ha l’abitudine di mangiare i frutti del litchi e la carne di cane nei giorni del solstizio d’estate. Una preferenza alimentare degli individui. Non c’è alcuna celebrazione ufficiale, il governo locale non ha mai sostenuto né organizzato un cosiddetto Festival della carne di cane».
La strage del solstizio d’estate non è una antica tradizione cinese. I commercianti di Yulin hanno inventato la «festa» nel 2010, per richiamare turisti. Il consumo di carne di cane è ancora considerato «salutare» in gran parte dell’Asia: 30 milioni di animali vengono uccisi e mangiati ogni anno, dalla Corea alla Cambogia; i due terzi in Cina.
Fonte: corriere della sera
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mediaviasetait · 3 years
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Euro 2020. Pessina manda al tappeto il Galles, l'Italia è prima nel girone A
21/06/2021
L'atalantino firma l'1-0 a fine primo tempo. Nella ripresa palo di Bernardeschi e altre occasioni. Ma anche qualche distrazione che poteva portare al pari. Nel complesso, comunque, risposte positive per Mancini dall'ampio turnover
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L'Italia continua come un rullo compressore. All'Olimpico, cade anche il Galles e l'1-0 garantisce agli azzurri il primato del girone A a punteggio pieno. L'avversario degli ottavi, sabato prossimo a Wembley, verrà deciso dalla sfida fra Ucraina e Austria, che designerà la seconda del gruppo C. Gli azzurri continuano ad aggiornare la lista dei record: trentesimo risultato utile consecutivo, eguagliata la striscia di Vittorio Pozzo datata 1939; undicesima vittoria consecutiva senza subire gol. Mancini conferma solo Donnarumma, Bonucci e Jorginho. Spazio a Toloi, Bastoni ed Emerson in difesa, Pessina e Verratti (al rientro) a centrocampo, mentre in attacco il tridente è Chiesa-Belotti-Bernardeschi. Page con la difesa a tre (con licenza di passare a cinque), Ramsey 'falso nueve', Bale e James partono larghi. Come da pronostico, il Galles lascia campo e chiude gli spazi. Difficile per gli azzurri farsi vedere in area. Un recupero alto di Bernardeschi innesca Belotti che gira verso la rete, palla larga e Chiesa non riesce a inserirsi per centimetri. Il galles si rende pericoloso su corner, testa di Gunter di poco fuori bersaglio. Nella seconda parte di frazione l'Italia è più convinta. Cross di Bastoni, Chiesa al volo non trova il bersaglio anche per una deviazione. Al 39' schema su punizione da Verratti a Pessina che si muove verso il primo palo e anticipa la difesa, mandando il destro a incrociare dove Ward non arriva. Terzo gol in sette presenze per il centrocampista dell'Atalanta, che va vicino alla doppietta prima dell'intervallo: sul cross di Verratti, Ampadu riesce a sporcargli la conclusione. La ripresa comincia con Acerbi per Bonucci. L'Italia resta padrona del campo. Al 53' punizione da 25 metri, Bernardeschi calcia di sinistro a giro rasoterra e centra la base del palo. Sull'altro fronte una grave incertezza di Acerbi manda Ramsey a tu per tu con Donnarumma in posizione defilata. Bravo il portiere a restare in piedi e a consentire il recupero della difesa. Bernardeschi determinante al 55': recupera palla sulla trequarti e salta Ampadu che entra col piede a martello sulla caviglia. Hategan gli mostra il rosso diretto. In dieci e sotto nel punteggio, Page passa a quattro in difesa e inserisce l'ariete Moore per Morrell (Ramsey scala in mediana). L'Italia continua a imperversare. Chiesa guadagna il fondo e offre l'assist a Belotti, il centravanti spara addosso a Ward. In campo Cristante e Raspadori per Jorginho e Bernardeschi, la modifica costa una distrazione quasi fatale all'Italia. Su una punizione dalla trequarti palla a Rodon che fa sponda verso il liberissimo Bale, il quale sceglie il sinistro al volo e lo manda alle stelle. E' l'ultimo squillo dei dragoni. Mancini fa esordire Castrovilli e concede gli ultimi minuti a Sirigu. Belotti e Cristante, da fuori, impegnano Ward. La differenza reti consente al Galles di tenere il secondo posto. La Svizzera, infatti, aggancia i dragoni a 4 punti col successo 3-1 sulla Turchia ma resta a -1 nel saldo-gol contro il +1 dei dragoni. Gli elvetici puntano a entrare fra le migliori quattro terze per proseguire il cammino.
Fonte: Rai News
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mediaviasetait · 3 years
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La Cina è composta da 56 gruppi etnici e le loro culture e usanze costituiscono la grande cultura cinese.Guardiamo insieme la bellezza degli abiti tradizionali!
19/06/2021
https://fb.watch/6dEA-eagCF/
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mediaviasetait · 3 years
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Operazione Via della seta - Maxi frode internazionale, riciclaggio e traffico illecito di rifiuti
18/06/2021
Comando Provinciale Pordenone
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La Guardia di Finanza di Pordenone, su delega della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, ha svolto una complessa attività investigativa nei confronti di un sodalizio criminoso a carattere transazionale operante nella commercializzazione, con modalità fiscalmente fraudolente, di materiali ferrosi e non (rame, ottone, alluminio) normativamente inquadrabili, ai sensi dei decreti legislativi n. 152/2006 e 21/2018, nella categoria dei “rifiuti metallici non pericolosi”.
Le investigazioni avviate nel 2018 hanno preso spunto da evidenze informative pervenute, tramite gli Organi Centrali del Corpo, attinenti ad anomale movimentazioni finanziarie intercorse tra una impresa avente sede della Repubblica Ceca ed una neocostituita azienda della Provincia di Pordenone.
Le successive indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, anche mediante intercettazioni (telefoniche, telematiche, ambientali), pedinamenti occulti, monitoraggi video (aree di stoccaggio, uffici e caselli autostradali) nonché captazioni informatiche, hanno consentito di ricostruire un diffuso e importante traffico di rottami metallici (di disparata origine), avvenuto nel periodo 2013 – 2021, per circa 150.000 tonnellate (pari a circa 7.000 autoarticolati) aggirando gli obblighi ambientali e di tracciatura vigenti, utilizzando fatture per operazioni inesistenti, allo scopo di:
consentire a soggetti aziendali di vendere rottami ferrosi “a nero”, evadendo le imposte nonché per sottrarsi ai previsti obblighi documentali di monitoraggio disciplinati dalla normativa ambientale;
permettere agli utilizzatori finali delle fatture di documentare costi mediante l’annotazione di documenti fittizi, con la relativa riduzione della base imponibile.
La struttura criminosa operava con il seguente modus operandi sintetizzato nell’accluso prospetto (all.01):
la preventiva creazione, in Italia, di società ad hoc con funzioni di soggetti “intermediari” nel commercio di rottami metallici ovvero con la finalità di interporsi nella filiera commerciale che vede ai suoi poli le aziende originatrici/produttrici del materiale in rassegna e le acciaierie;
l’esecuzione di fittizie operazioni di acquisto, da parte delle citate società interposte, di materiale ferroso all’estero giustificato da fatture per operazioni inesistenti, emesse da società compiacenti (della tipologia missing trading esistenti più da un punto di vista formale che sostanziale) aventi sede nella Repubblica Ceca e Slovenia. Tali acquisti intracomunitari, esistenti solo “cartolarmente”, erano finalizzati a ottenere una “copertura” documentale e contabile volta a farle apparire come rottami lecitamente acquistati da imprese aventi sede all’estero che ne attestavano falsamente la regolarità secondo i requisiti richiesti dalla normativa unionale Europea;
il successivo utilizzo della documentazione (fiscale e ambientale) generata dalle operazioni fittizie inesistenti di cui alla precedente alinea per consentire, a terze aziende manifatturiere, di operare la vendita di scarti di lavorazione metalliche “a nero” altrimenti non perfezionabili tenuto conto che le acciaierie (end user) si individuano in soggetti economici, di rilevanti dimensioni e fatturato, del tutto refrattari a gestire acquisti di tonnellate di materiale “a nero” privo peraltro della necessaria documentazione ambientale.
In armonia con la legislazione Europea, infatti, affinché i rottami metallici non siano qualificabili come “rifiuto”, il produttore deve redigere e trasmettere ad ogni cessione una "dichiarazione di conformità", al fine di consentire, in ogni momento, l'individuazione dell'origine del rottame e, dunque, la tracciabilità dello stesso. Laddove ci si trovi, come nel caso di specie, di fronte ad una cessione "in nero", la provenienza dei rottami resta ignota, gli stessi non sono tracciabili e, dunque, devono - sempre e comunque - essere considerati "rifiuti" a causa del mancato rispetto delle richiamate disposizioni e, quindi, non sono commercializzabili come rottami metallici. Per ovviare a ciò, gli indagati provvedevano a predisporre fittizie "dichiarazioni di conformità" aggirando, così, le disposizioni di legge e celando la reale origine del materiale.
Specifici approfondimenti investigativi sono stati, inoltre, rivolti ai profili finanziari delle attività in rassegna ove i pagamenti delle fatture (di acquisto e vendita) venivano sempre condotti tramite bonifici bancari, al fine di strumentalmente appalesare la loro genuinità a fronte di eventuali attività ispettive da parte dell’amministrazione finanziaria. In una prima fase investigativa, si scopriva come, il movimento di circa 150.000.000 di euro all’estero da parte dell’organizzazione a favore di società missing trader Ceche e Slovene, vedeva il contestuale ritrasferimento di siffatte disponibilità (sempre mediante sistema bancario) in Istituti di Credito ubicati nella Repubblica Popolare Cinese, nei cui bonifici venivano indicati quali causali “importazioni”, parimenti inesistenti, di acciaio e ferro in Europa dal predetto paese asiatico.
Le indagini (specie di natura tecnica) consentivano successivamente di scoprire la natura artefatta di tali operazioni nonché l’esistenza di un accordo tra i referenti:
del sodalizio criminale italiano operante nella sopradescritta commercializzazione illecita di materiale ferroso che, avendo inviato presso istituti di credito sloveni e cechi ingenti disponibilità finanziarie per i fittizi acquisti, avevano poi la necessità di farle rimpatriare nel territorio nazionale al fine di “retrocedere” le somme agli imprenditori che avevano “pagato” fatture per le inesistenti forniture;
delle comunità cinesi residenti in Italia che, per contro, disponevano, nel territorio nazionale, di ingenti risorse finanziarie in denaro contante, buona parte frutto di economia sommersa (attività lavorativa in nero ovvero proventi non dichiarati al fisco) nonché altre attività di tipo criminoso, da dover spostare nella Cina Popolare con evidenti difficoltà logistiche e legali correlate alla detenzione di così ingenti disponibilità detenute con liquidità contante.
Siffatta alleanza consentiva alle predette controparti (pur indipendentemente dedite alle proprie attività illegali) di raggiungere un punto di convergenza che consentiva mutualmente loro di raggiungere i propri obiettivi: il denaro inizialmente trasferito nei paesi dell’est Europa dagli italiani veniva bonificato in istituti bancari nella Repubblica Popolare Cinese e le somme ivi accreditate venivano contestualmente “compensate” con la rimissione di denaro contante (non tracciabile) consegnato in Italia dai referenti cinesi ai membri del sodalizio criminale italiano, operazioni che venivano condotte presso noti centri commerciali all’ingrosso cinesi di Padova e Milano dove il denaro veniva “passato di mano” all’interno di buste di plastica.
Detto ingegnoso sistema, permetteva pertanto di far giungere, mediante il sistema bancario internazionale, disponibilità finanziarie in Cina con modalità occulte aggirando i presidi previsti dalla normativa antiriciclaggio, in relazione sia al tracciamento delle operazioni in capo ai soggetti realmente interessati che alle difficoltà di operare presso istituti di credito con ingenti disponibilità di denaro contante.
Dall’altra parte i membri del sodalizio criminale, grazie al descritto sistema di compensazione, ottenevano proprio in Italia quella liquidità cash loro necessaria per retrocedere i pagamenti per le fatture fittizie in precedenza condotti.
L’operazione di servizio consentiva di individuare:
l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per complessivi euro 308.894.000;
l’occulto trasferimento di risorse finanziarie nella Repubblica Popolare Cinese per euro 150.000.000 (originariamente create con provvista in denaro contanti nel territorio nazionale), schermate da inesistenti operazioni commerciali.
La Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, all’esito delle risultanze investigative:
indagava per le responsabilità di rispettiva competenza, complessivamente: . n. 58 soggetti per i reati di cui agli artt. 416, 452 quaterdecies del C.P., 8, 2 e 3 del D.Lgs. n. 74/2000 e 648 bis del C.P.; . n. 6 persone giuridiche per art. 25 quinquiesdecies del D.Lgs. n. 231/2001;
richiedeva e otteneva, dal Giudice per le Indagini Preliminari di Trieste, l’emissione: . di n. 5 misure cautelari personali (di cui n. 2 provvedimenti di custodia cautelare in carcere e n. 3 provvedimenti di arresti domiciliari); . di un provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. per complessivi euro 66.000.000.
Secondo le prospettazioni accusatorie, accolte dal G.I.P., l’organizzazione criminale si è rivelata particolarmente complessa e articolata in quanto caratterizzata da una molteplicità di uffici, persone coinvolte, ruoli, mezzi utilizzati, imprese di trasporto, società italiane e straniere e sarebbe stata così appositamente modulata per consentire, attraverso la formazione, la redazione e l’utilizzo di documentazione totalmente falsa, l’illecito traffico di ingentissimi quantitativi di prodotto.
I principali promotori del consorzio criminale sono 5 uomini originari del triveneto (3 dei quali con residenza nella Confederazione elvetica) coinvolti nella gestione di 3 società filtro nel tempo utilizzate allocate nelle provincie di Venezia Pordenone e Treviso.
Tra gli ulteriori soggetti indagati risultano anche i coniugi di 2 dei principali artefici dell’associazione cui sono state contestate condotte di riciclaggio connessa all’acquisto di alcuni immobili con risorse di origine delittuosa, nonché imprenditori residenti in 12 provincie utilizzatori di fatture per operazioni inesistenti, riepilogati nell’accluso prospetto con correlati elementi sul quantum delle operazioni commerciali che li vede coinvolti (all.02).
Sono state complessivamente condotte su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, 50 perquisizioni nelle provincie di Udine, Gorizia, Treviso, Padova, Belluno, Verona, Venezia, Brescia e Como.
I provvedimenti cautelari personali sono stati interamente eseguiti nei confronti degli indagati mentre sono ancora in corso le misure ablative per le quali sono state già sequestrate disponibilità liquide e beni immobili nonché n. 3 società, compresi gli spazi aziendali, ubicate nella Provincia di Treviso e Belluno a tutt’oggi dedite alla prosecuzione delle attività criminose.
L’operazione “VIA DELLA SETA” conferma, tangibilmente, l’azione che la Guardia di Finanza svolge quotidianamente attraverso il monitoraggio dei flussi finanziari, che costituisce il metodo più efficace per individuare i capitali di origine illecita, prevenendo e contrastando le organizzazioni criminali che commettono gravissimi reati, anche nel settore ambientale, che “inquinano” il tessuto economico-produttivo, alterano la concorrenza del mercato e, non da ultimo, danneggiano gli imprenditori onesti e rispettosi delle regole.
Fonte: gdf.gov.it
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mediaviasetait · 3 years
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Spazio, partiti i 3 astronauti cinesi per il modulo Tianhe
17/06/2021
In orbita per tre mesi, la missione più lunga fatta dalla Cina
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(ANSA) - PECHINO, 17 GIU - I primi astronauti per la nuova stazione spaziale cinese sono partiti per la missione con equipaggio di 3 mesi, la più lunga finora messa a punto da Pechino, quale ulteriore passo verso lo status di potenza spaziale.     Il razzo Long March-2F, con i tre astronauti a bordo della navicella Shenzhou-12, è decollato alle 9:22 locali (le 3:22 in Italia) dal centro di lancio di Jiuquan nel deserto del Gobi.
È la prima missione cinese con equipaggio dal 2016 e la prima finalizzata a raggiungere la nuova stazione spaziale, ancora in fase di sviluppo. Gli astronauti attraccheranno al modulo principale, chiamato Tianhe. (ANSA).
Fonte: ANSA
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mediaviasetait · 3 years
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Operatore racconta la vita nel Cpr di via Corelli a Milano: "Persone trattate come bestie feroci"
15/06/2021
Lunga lettera scritta da una persona che ha lavorato lì dentro e poi ha deciso di denunciare tutto agli attivisti di Mai più lager - NO ai CPR
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Le persone chiuse dentro il Cpr di via Corelli vivono in condizioni indegne. La vita all'interno non è paragonabile nemmeno al carcere. Al di là del fatto che l'unica colpa di chi è trattenuto nel Centro di permanenza per i rimpatri è quella di non avere documenti in regola per restare in Italia. L'ultima testimonianza sulla gestione lacunosa della struttura arriva da una lettera di un operatore che in via Corelli prestava il suo servizio.
La lettera è stata pubblicata dagli attivisti di Mai più lager - NO ai CPR, gli stessi che nei giorni scorsi avevano condiviso un video girato all'interno della struttura da un ospite: si vedeva un lunga scia di sangue misto ad acqua sul pavimento di un cortile. Dalla lettura della missiva è evidente come le condizioni di lavoro per gli operatori siano proibitive. Così come le condizioni di chi è rinchiuso contro la sua volontà. Perfino le forze dell'ordine avevano criticato la gestione del centro e la sua pericolosità.
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Lettera di un operatore del Cpr di via Corelli
Nella lettera, ricevuta dal gruppo qualche tempo fa, l'operatore racconta diversi episodi che ben semplificano lo stato delle cose. Ma dall'incipit del testo il suo giudizio è netto: "Il Cpr - scrive - è una prigione, però non si può dire, si deve dire Centro di permanenza per il rimpatrio. E non si può dire prigionieri, e neanche detenuti, bisogna dire trattenuti. Se no probabilmente la cosa diverrebbe inaccettabile. Qualcuno dice anche ospite... Questa mi sembra la peggiore. Fuori di lì nessuno sa cos’è, questo anche fa impressione".
"E ho notato - prosegue - che la maggior parte della gente che ci lavora, forze dell’ordine comprese, cominciano a pensare che 'qualcosa devono pur aver fatto, per essere qui'. Perché, se invece pensi che sono degli innocenti a essere trattati così, staresti troppo male. Vengono portate al Cpr anche persone straniere che escono dal carcere dopo aver scontato la loro pena, e ci si domanda: perché devono subire ancora mesi di reclusione? Alcuni poi non verranno rimpatriati perché non ci sono accordi coi paesi di provenienza. Allo scadere dei tre mesi (o più) verranno messi in strada con un documento che gli impone di lasciare l’Italia entro sette giorni. Senza soldi, senza passaporto".
Meglio il carcere del Cpr
"Chi è stato in prigione dice che si stava meglio lì, c’era la palestra, la biblioteca... Le condizioni igieniche erano migliori. Qui i ragazzi - rivela l'ex operatore - vengono spogliati all’arrivo di ogni effetto personale, del cellulare, e non hanno niente da fare tutto il giorno se non parlare e dormire e guardare la televisione in italiano. Il telecomando però non è in loro possesso, devono chiamare un operatore per cambiare canale. Chiamare, come si fa? C’è un citofono mal funzionante - spiega - oppure si possono dare pugni o calci alla porta di acciaio che fa un bel rumore. A volte però non abbastanza forte da essere sentito. Quando gli si dice, all’arrivo, se hai bisogno chiama, gli si dice una bella frase rassicurante ma che poi risulta falsa".
"Gli arrivi sono strazianti: i ragazzi, che già hanno fatto il viaggio in barca e la quarantena su una nave, sono in viaggio da tutto il giorno, hanno aspettato ore sul pullman, vengono fatti spogliare completamente e rivestiti con indumenti (di pessima qualità) dati dall’ente gestore. Questo - specifica l'operatore - è durato circa tre mesi, dopo di che il garante ha dichiarato illegale questa procedura. Allora adesso gli dicono, se vuoi puoi tenere i tuoi vestiti ma li devi lavare tu. Quello che sfugge alla polizia viene tolto in ambulatorio dal medico: un anello, il piercing per fortuna non è venuto via e glielo hanno lasciato, le lenti a contatto (perché la scatolina potrebbe essere pericolosa)... Quando il ragazzo si toglieva le lenti - ricorda e descrive - veniva da piangere anche a me, pensavo, ma dove sono?".
Non sono garantiti i diritti base come la salute
"I ragazzi a volte piangono, davanti a tutti, hanno pagato tanti soldi per il viaggio e rischiato la vita e non capiscono perché adesso siano qui. Al medico che si informa sul loro stato di salute, chi ha qualche malattia spiega tutto per filo e per segno nella speranza di essere curato. È pietoso - scrive il testimone - vedere come raccontino i loro problemi senza sapere che non verrà fatto assolutamente niente per curarli. Al massimo gli si darà qualcosa per il mal di denti o mal di testa. Solo in casi proprio gravi la persona è stata mandata in ospedale e dichiarata l’incompatibilità con la detenzione".
"A ciascun nuovo arrivato - riferisce - viene data una coperta (se c’è’), delle lenzuola di carta (la federa è impossibile da mettere perché non scivola sul cuscino dì gommapiuma) che si rovinano dopo un giorno, un asciugamano (se c’è), un giubbotto, una tuta più un’altra per dormire, un paio di mutande, un paio di calzini cortissimi, uno spazzolino da denti e dentifricio, tre bustine di sapone shampoo, delle ciabatte di plastica e delle scarpe di plastica".
"I primi hanno ricevuto indumenti nuovi, gli altri poi usati. Anche le mutande e calzini tutti macchiati, gli asciugamani tagliati, le felpe bucate o senza cerniera. Niente rasoio, per radersi si deve aspettare un operatore che abbia il tempo di stare li. Il risultato - prosegue la missiva di denuncia - è che tutti hanno la barba lunga. Il cambio avveniva una volta alla settimana. Quando si è fatto notare che una volta era troppo poco hanno fatto due volte alla settimana: lunedì la tuta, giovedì le mutande. Nei primi tempi i prigionieri sono stati per tre settimane senza coperte, e faceva freddo".
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Manifestazione contro il cpr
Il covid e i tamponi
"La visita medica - sottilinea nel suo racconto - è una formalità. Fra l’altro viene fatta circondati dalle forze dell’ordine, la privacy qui non esiste. Si rilevano i parametri e anche se sono alterati si dice: sono stanchi, stressati. Ci sono ragazzi detenuti da mesi che ogni giorno prendono antinfiammatori e non dormono per il mal di denti che non sono mai stati mandati dal dentista. Il presidio medico è li per legge, non si curano le persone, ma si fanno i tamponi che permettono il rimpatrio. Qualcuno dei prigionieri ha capito che senza tampone non può essere rimpatriato e allora si rifiuta di farlo".
"Gli agenti dell’immigrazione - scrive l'ex operatore - hanno chiesto il permesso di farli per forza (non conosco la risposta ma spero sia stata negativa). A un ragazzo che si rifiutava un agente ha detto: tu sei nato in Tunisia, lì dovevi restare, anch’io avrei voluto nascere in Germania ma purtroppo sono italiano. Solo dopo più di un mese dall’apertura del centro all’arrivo viene dato un foglio informativo con una carta dei diritti. Niente viene rispettato, non si riesce a far telefonare tutti, non c'è informazione, gli orari dei pasti variano ogni giorno, neanche il misero cambio dei vestiti è puntuale, c’è chi non ha l’asciugamano, chi non ha il sapone".
"Le persone sono diventate 'pericolose'"
"Si rinchiudono delle persone tranquille in ambienti freddi e sporchi, senza niente da fare tutto il giorno, senza contatti e senza informazioni, li si tratta come delle bestie feroci (sempre scortati dalle forze dell’ordine, tutti si devono spostare dalle porte quando vengono aperte, perquisizioni quando si entra e si esce anche dall’ambulatorio), poi le persone - scrive nelle sue considerazioni l'ex operatore - si ribellano e bruciano e distruggono, cosi arrivano ancora più forze dell’ordine in assetto anti sommossa, e le persone sono diventate 'pericolose' e il giro si chiude".
"Secondo me - riflette - ci sono due aspetti problematici: da un lato la prefettura che istituisce questi posti che non dovrebbero esistere con dei requisiti minimi (pochi operatori, traduttori etc), dall’altro lato l’ente gestore che risparmia al massimo su tutto e offre meno del minimo. Ad esempio se in turno ci devono essere due operatori, uno potrebbe essere un amministrativo che fa il suo lavoro d’ufficio ma sulla carta risulta come operatore. In realtà l’altro operatore lavora da solo e lavora male".
"Sulla carta - denuncia - c'è un mediatore culturale, peccato però che non parli arabo che è la lingua necessaria perché il 99% delle persone è tunisino. Non c’è mai stata un’impresa di pulizie. A un ragazzo che da solo avrebbe dovuto pulire quegli ambienti enormi, senza macchinari appositi, hanno chiesto, non hai un aspirapolvere a casa da portare qui per aspirare i pezzetti di vetro? Gli ambienti sono sommersi nella spazzatura. Nei locali non ci sono sacchetti o cestini per la spazzatura. Spesso gli avanzi del pasto precedente sono ancora sui tavoli quando si consegna il prossimo. Ho visto ragazzi pulire i tavoli con una maglietta bagnata".
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Il centro dopo una delle rivolte
Razzismo ma anche brava gente
" (...) Fra gli agenti semplici ci sono bravi ragazzi, gentili ed educati, ma anche persone ignoranti, aggressive e razziste. Una volta - riferisce ancora l'ex operatore - A., che parlava un francese perfetto ed era gentile ed educato, uscendo dal settore vede tutti i finanzieri che presidiavano il corridoio, dice 'Bonsoir', tutti l’hanno guardato come se fosse un marziano e naturalmente nessuno gli ha risposto. In ambulatorio, a un ragazzo sdraiato sul lettino perché aveva ingerito un corpo estraneo, un agente ha detto, tu non devi morire qui, devi morire in Tunisia".
"Una volta ero nel settore insieme ai ragazzi, ho passato del tempo con loro, poi sono stato ripreso dal sovraintendente di polizia. E perché non si può stare insieme? Perché questo è un Cpr. Quando li ho salutati l’ultima sera di lavoro - conclude la lettera - uno di loro mi ha detto: mi dispiace che tu vada via, tu sei gentile con noi, ci saluti".
Un documento, la missiva dell'operatore, che conferma e si aggiunge alle altre denunce emerse da quando il Cpr di via Corelli ha riaperto ed è diventato operativo. Da quando proprio coloro che adesso pubblicano la lettera dell'ex operatore lo definivano la Guantanano nella città di Milano.
Fonte: Milano Today
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mediaviasetait · 3 years
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La Festa del Drago in Cina: Zongzi, il cibo della festa del duanwu
14/06/2021
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Cari foodclubbers,
è da un po’ che non vi scrivo e non potevo certo evitare di parlarvi di una delle feste più importanti per i cinesi: la festa del Duanwu. Forse avrete sentito parlare delle barche-drago e delle varie tradizioni ad essa legate, tra cui la più famosa è probabilmente quella legata al primo famoso poeta romantico cinese, Qu Yuan, il quale, accusato ingiustamente, si tolse la vita gettandosi nel fiume Miluo. Una delle leggende legate alle barche-drago narra infatti che molti abitanti di Chu, disperati perché l'onesto ministro Qu Yuan si era gettato nel fiume, cercarono di salvarlo remando a forza con le barche. Facendo a gara tra loro tra chi arrivava prima, lo inseguirono fino al lago Dongting, senza però trovarne alcuna traccia. In seguito, negli anni a venire, il quinto giorno del quinto mese lunare si tennero delle gare di barche-drago per commemorarlo e per allontanare i pesci dal centro del fiume, in modo che non si cibassero del corpo del poeta. Sempre per allontanare i pesci dal poeta nasce la tradizione di sacchettini di riso ripieni gettati dalla popolazione nel fiume.
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Zongzi
Come è facile intuire da questa breve premessa, in questo periodo si mangiano appunto questa sorta di “bocconi” di riso glutinoso ripieno, avvolti nelle foglie di riso selvatico, assicurate da cordini colorati diversamente per riconoscerne più facilmente il ripieno presente all’interno, che ne formano dei sacchettini, da condividere in famiglia o regalare.
Se è vero che al sud si mangia più riso e al nord tendenzialmente più pasta e spaghetti, per la festa del Duanwu praticamente ovunque in Cina si mangiano gli zongzi, che è il nome di questa sorta di sacchettini di riso. Nello Zhejiang esiste persino un museo, nella città di Jiaxing, in cui è possibile anche cimentarsi nella preparazione di questo cibo tradizionale.
Gli ingredienti possono variare: si va dal più comune riso glutinoso al miglio, di derivazione più antica. Il ripieno può essere sia dolce che salato, l’esterno è caratterizzato da foglie di riso selvatico o di altri cereali e in certi casi vengono usate anche canne di bambù. La loro preparazione coinvolge l’intera comunità. Se tuttavia pensate che questo tipo di tradizioni sia rimasto vivo solo nelle zone rurali, vi sbagliate di grosso, perché anche in città è tuttora molto viva la tradizione. Nel complesso dove vivo io, ad esempio, nei giorni scorsi hanno attrezzato uno degli ingressi con tavoloni e attrezzatura necessaria alla preparazione degli zongzi, cui hanno partecipato molti condomini con vivo entusiasmo e il solito chiasso, pur se unito ad un’ottima organizzazione, che contraddistingue questo tipo di eventi.
Oltre ad essere una tradizione da vivere in famiglia, come accade in altri periodi, ad esempio con i dolcetti della luna nel loro specifico periodo festivo, anche gli zongzi sono doni graditi tra amici, colleghi, ecc. Prima delle feste personalmente ho ricevuto in dono un pacchettino con alcuni zongzi e due uova ed un altro pacchettino di frutta rossa (in questo caso erano mele). Generalmente la frutta da regalare per augurare prosperità e salute viene scelta in base al colore (col rosso non si sbaglia mai) e all’assonanza del nome dei frutti con un termine benaugurante.
Ma veniamo al gusto di questi strani pacchettini di riso. Tradizionalmente più famosi, per una volta, sono quelli dolci, che qui potete vedere nelle due versioni con ripieno di fagioli e di prugne, ma ne esistono anche con giuggiole. Tuttavia il salato la fa comunque da padrone anche in questo caso, per cui è facile trovarne un’ampia scelta. Qui potete vedere quelli con verdura e carne di anatra (ma esistono anche versioni col pollo) e con l’uovo e la pancetta dell’immancabile maiale.
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Zongzi uova e pancetta
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Zongzi verdura e anatra
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Zongzi ai fagioli
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Zongzi alla prugna
Credo che siano delle specialità che possano riscontrare abbastanza facilmente il gusto occidentale. Ovviamente se vi avvicinate agli zongzi avendo come aspettativa il gusto delle arancine siciliane avrete sicuramente un impatto negativo, in primis con il riso glutinoso. Tuttavia, se vorrete scoprire il sapore autentico di una festa cinese assai importante, gli zongzi faranno sicuramente al caso vostro come viatico.
Un aspetto molto interessante di questa festa, specialmente in questo periodo di pandemia, è legato alla preparazione di sacchettini di seta, la cui forma spesso ricorda proprio quella degli zongzi, riempiti con artemisia e altre erbe medicinali, volti a tenere lontani gli spiriti maligni. A questa tradizione sono legati i rituali di pulizia e purificazione di questo periodo, in cui la calura inizia a farsi sentire pesantemente e quindi si ricorre alla pulizia e all’uso di erbe per tener lontani insetti e germi (alias gli spiriti cattivi).
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Il sacchettino di seta con erbe medicinali
L’uso di questi sacchettini da assicurare ai vestiti, specialmente dei bambini, o dell’apporre erbe medicinali, tra cui molte con funzione di repellenti per gli insetti, sulle porte d’ingresso delle case o all’interno delle stanze è assai simile a quanto accade in molte tradizioni contadine italiane nel periodo immediatamente precedente al solstizio estivo.
Oltre alle erbe, viene anche usata una particolare grappa, che in cinese si chiama Xiong Huang Jiu, ovvero vino realgar.
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La grappa
Nella medicina tradizionale cinese, il vino realgar ha l'effetto di scacciare gli spiriti maligni, uccidere gli insetti e disintossicarsi. Utilizzato principalmente esternamente per curare il carbonchio cutaneo, e lenire gli effetti delle punture di insetti, veniva usato internamente per convulsioni epilettiche, sedazione e spasmi. Il componente principale del realgar è il solfuro di arsenico, che è una forma di arsenico inorganico. L'arsenico inorganico è un minerale altamente tossico quindi tendenzialmente oggi viene usato solo esternamente.
Cari foodclubbers, alla prossima cineseria.
Fonte: Foodclub
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mediaviasetait · 3 years
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Coronavirus oggi. Immunità di gregge, Cina valuta vaccinazione bambini
11/06/2021
Le notizie sul coronavirus di venerdì 11 giugno in tempo reale
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mediaviasetait · 3 years
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Cina, branco di elefanti filmato mentre riposa durante la lunghissima migrazione
Gli esemplari si trovano in una foresta nella provincia sud-occidentale dello Yunnan
10/06/2021
Un branco di elefanti riposa in una foresta nella provincia sud-occidentale dello Yunnan. I 15 esemplari selvatici hanno affrontato un viaggio epico attraverso la Cina sudoccidentale. Durante lo spostamento sono entrati in alcuni villaggi facendo razzia di raccolti, hanno distrutto fienili e causato perdite per un milione di dollari. Da aprile, i grandi animali hanno percorso più di 500 km, attentamente monitorati da residenti e autorità, con centinaia di persone mobilitate per garantire la sicurezza pubblica.
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mediaviasetait · 3 years
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La Cina sta creando un "Sole artificiale", il che è un po' inquietante
06/06/2021
Il reattore sperimentale EAST ha stabilito un nuovo record di temperatura, non avete idea di quanto alto.
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La fusione nucleare ci permetterebbe di produrre enormi quantità di energia con bassissime emissioni di carbonio. Energia pulita e praticamente illimitata, come quella di una stella. E in effetti si tratta proprio di questo: costruire un Sole artificiale. Tutto sta nel riuscire a controllare questa immensa potenza.
La mattina del 28 maggio il reattore cinese EAST (Experimental Advanced Superconducting Tokamak) ha raggiunto un nuovo record mondiale, toccando i 120 milioni di gradi e soprattutto controllando quella temperatura per 101 secondi. Per mettere nella giusta prospettiva questo risultato strabiliante bisogna pensare che nel 2018 furono toccati i 100 milioni di gradi, ma solo per 10 secondi.
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Mentre il Sole riesce a creare questa reazione naturalmente anche grazie alla gravità noi dobbiamo usare dei generatori super potenti e stabili per forzare l'unione degli atomi e per farli funzionare ci serve il deuterio, che si trova nell'acqua.
Tanto per capirci 1 litro d'acqua di mare può produrre l'equivalente energetico di 300 litri di benzina attraverso la fusione nucleare.
Non sappiamo ancora quando riusciremo effettivamente ad usare questo tipo di energia, magari ci vorranno ancora dieci anni, ma con questi risultati ci avviciniamo a grandi passi a quel momento.
Fonte: esquire
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