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#Che vita grama
papesatan · 5 months
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Compito di letteratura: "Scrivi un finale alternativo per La locandiera di Goldoni". Dopo un rapido brainstorming, Rayan conviene con me che sarebbe carino chiudere la vicenda con una non-scelta, se non per se stessa. Lo lascio solo a lavorarci su e alla fine mi consegna questo:
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Guardo Rayan e scuoto il capo. Non male, non male per davvero. Sarei l'uomo più felice al mondo, se non sapessi che è tutto frutto di Chat Gpt.
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i-am-a-polpetta · 11 months
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comunque trovo ingiusta questa cosa che io sia troppo povera al momento per comprare i biglietti per Calcutta e i biglietti siano: finiti prima di subito.
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stocatzo · 7 months
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Cuffie, maglietta di Batman e....
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...si lavora
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deathshallbenomore · 2 years
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non mia madre che mi incoraggia a fare il trick della spesa a casa in modo da non dover fare 384742929 faccende una volta tornata alla mia dimora [e anche per cogliere l’occasione e acquistare in una botta sola un po’ di roba pesante tipo detersivi etc che altrimenti dovrei comprare a rate, dato che faccio sempre la spesa a piedi], poi guardo e: 7,90€ di spedizione. avevo già pianificato la mia giornata nel migliore e più rilassante dei modi (sbrinare il freezer attendendo la spesa) e ora sono soffocata dalla delusione. sono questi i veri drammi della vita adulta. questi
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justmythings-stuff · 1 year
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Eddaiii, non parlate in codice, noi siamo curiosi 😂
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Trova le differenze
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lapastaasciutta · 8 months
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Lunedì inizia la scuola
"mamma non voglio andare!"
"ma tu sei la maestra"
"ah già"
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io-pentesilea · 2 years
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A.A.A. volontari cercasi per andare a fare la spesa al posto mio.
Hashtag ChePalle.
Barbara
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ilgattonero · 2 years
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Sottovaluto sempre i tempi. In due ore e mezza non ho nemmeno finito di revisionare tutto, quando pensavo di riuscire a revsionare+scrivere alcune parti mancanti in un'ora e mezza per poi metterci un'ora ad analizzare i dati.
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elperegrinodedios · 7 months
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Oltre al vitale cibo solido per il corpo, abbiamo tutti bisogno del cibo spirituale, del nutrimento dell'anima, di quel cibo, che ci soddisfi appieno in tutti i nostri sensi ed equilibri il nostro umore e non c'è niente che faccia un effetto calmante come lui, niente che possa stabilizzare il nostro io interiore, che ci dia pace, e ci scrolli di dosso quel senso di irrequitezza e di ribellione, che ci attanaglia tutti. Sto parlando di spirito d'amore, l'unico cibo che sfama il cuore, l'unica bevanda che disseta l'anima, l'unica panacea che allevia quei dolori di una vita diversamente inutile, una vita vuota e triste. Una vita grama, destinata al fallimento. Le cose terrene non saziano, e se si, lo fanno soltanto per un tempo. Le cose terrene sono e rimarranno solo cose. Di tutto questo in generale ci si accorge quasi sempre alla fine del cammino, è per questo che non c'è il tempo per aspettare domani, ma necessita iniziare fino da oggi se non lo si è fatto già ieri. Mangiare e bere l'amore, quello vero, quello con la "A" maiuscola, quello di cui tutti noi abbiamo gran bisogno, per vivere nello spirito rimedio ed elisir di lunga vita.
lan ✍️
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fridagentileschi · 9 months
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"L'umanità io l'ho divisa in due categorie di persone: uomini e caporali. La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali per fortuna è la minoranza. Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare tutta la vita come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza la minima soddisfazione, sempre nell'ombra grigia di un'esistenza grama. I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza avere l'autorità, l'abilità o l'intelligenza, ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque. Dunque, dottore, ha capito? Caporali si nasce, non si diventa: a qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso: hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi, pensano tutti alla stessa maniera."
(Totò)
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stocatzo · 9 months
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Il primo tramonto d'agosto
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f-enoch · 5 months
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È lui.
L’intento era placido, di una cena pacata, riunirci dopo lungo tempo. La stessa pizzeria ogni anno, “I Quintili”, a Furio Camillo. Scostato dal mezzo per umori assai neri, permettevo il cicaleccio a chi del gruppo era in vena. Nika, taciturna, mi osservava e non ci davo peso. Le sorridevo di tanto in tanto, la mia usuale tendenza a rassicurarla. Confortato del non riscuotere particolari attenzioni, fasciavo intimi pensieri altrove, finché apprezzamenti sulle recenti poesie sovvertirono gli esiti.
«Allora, si è innamorata questa donna, Enoch? Mi sono preso io.»
Cortese, restai sulle mie. Angelo proseguì:
«Cioè, sincero amò, se tu leggessi una roba del genere non ti prenderesti subito?»
«Io innamoratissima di Enoch, ma mica le indirizza a me. Le dedica alla signora del mistero.», alluse Bea.
Sbattè le mani sulla tavola in una crisi melodrammatica, facendo ballare le posate, i piatti, i bicchieri.
«Cioè, voi sapete chi è questa e io no?», mirò Nika. «Sputa il rospo, ora.»
«Sì, così quel filibustiere non mi parla più. Non ci penso proprio.»
«Madonnina, questa ti è più fedele di una moglie.», ironizzò lui.
«È per questo che mi fido.»
Le strizzai l’occhio un po’ piacione. La provoco per gioco, so che lo detesta. E lei, con soave finezza, mi porse il terzo dito.
«Insomma, che problema c’è?»
Angelo non si dava tregua, intervenne Jo.
«Si fa sbattere da uno, l’ha pure scritto.»
«Quanto calore!», arcigno, feci intendere la stizza. «Disdegno tanta attenzione, passiamo al prossimo pollaio. Jo, sta a te, sei il gallo. Noto la naturale propensione, stasera.»
Accennò un gesto di scuse, tornando a mangiare la pizza. Angelo e Beatrice presero a trafficare col telefono, intanto sbollivo e rimuginavo. Non c’è cosa che condanno di più di chi travalica il confine del rispetto e scade in atteggiamenti puerili, una triste incapacità di tatto, la completa assenza di modi. Sarà che di questi tempi sono uno dei rari. Dunque tutto mi sarei aspettato, tranne di sentire:
«Quindi è questa? Non pensavo ti piacessero così kitsch.»
Lei, il suo profilo, l’avevano trovata. Neppure sapevo come c’erano riusciti. Mi pietrificai. Possibile che Beatrice c’avesse origliato con Nika? Quando? Dissimulando, puntualizzai attraverso un versetto conciso: ‟tsk”, come a intendere ‟cazzo state a dire”. Se fossi restato calmo non l’avrebbero capito, il mio fremito sarebbe stato al sicuro.
«Kitsch?», risi, «La renderei inutilizzabile.»
«Enoch!»
«Perdono, perdono. È l’entusiasmo. E per la cronaca, non è lei, quella è un’altra. Ora vi placate? Se vi cade il like mi rovinate la reputazione.»
«Oh, quantomeno qualcuno fa il primo passo, dico bene, tesoro? Adoro questa tua esagerata discrezione, è una fede cieca, come se sapessi che prima o poi succederà.»
Mi lasciò a mezza bocca. Era vero. Quasi completamente vero. Però, come al solito, m’avevano fregiato di una sicurezza che, in fondo, non possiedo. La realtà è complicata: neppure ho idea di come prenderla, figuriamoci chiederla. Un vile, è ciò che sono, ma non di quelli comuni, io sono il peggiore. Volitivo, so sempre cosa fare, o come mettere a proprio agio gente di cui mi fotte sottozero. Uno assertivo, che fa valere le sue ragioni, che non teme, non s’impressiona e che non s’innamora di chi, occasionalmente, si porta a letto. Perché è solo sport, la soddisfazione in un fotogramma, quindi ci metto la virgola. Ricucio da me i miei mali privati. Ed è talmente ridicolo che, proprio uno così, non sa compiere mezzo passo verso la persona che ama, in direzione del suo punto. Puntualmente assalito da remore, timori, dalla timidezza. L’emotività mi rende inerte, l’amore vulnerabile, perciò ne rifuggo con ogni strumento verosimile. È la paura che mi devia. Quante volte c’ho provato a evadere da ‘sta vita grama, ma io voglio amarla, a questa donna, voglio stringerla a me, portarla via dal disagio esistenziale della città. La gioia del poterle cucinare il pranzo, deliziarla giorno per giorno, e alla sera fare il bagno in vasca, cavalcando fantasie, fronteggiando irrisolte questioni. Raderle le gambe per un abito da cocktail, cambiarle gli assorbenti quando serve, truccarle il viso per l’uscita del sabato, uscita a cui sarò invitato, ma che declinerò, poiché prediligo lavorare la terra in compagnia dell’estro, i miei cavalli infernali, l’insito mio sangue. Io che l’attendo sul portico, sveglio, finché non odo spegnersi il motore della macchina, perché non sopporto l’idea che insudici nel fango nemmeno le sue belle scarpette. Io posso, ma lei no. Voglio che mi accetti mentalmente, sessualmente, voglio che sfanculi il tipo che scopa per farsi scopare da me, voglio renderla moglie, amica, schiava, padrona e puttana, farci l’amore fino a slabblarla, e con vivace disinvoltura infliggerle un po’ di quel dolore, perché mi aggrada, perché la renderebbe più bella, più mia. Questo è il mio tipo d’amore. Amarla con ogni parte di me, senza che ne abbia paura. Visceralmente. So che mi guarda con sospetto, lo so, ma con l’onesta consapevolezza di essere nata solo per me. Angelo aveva supposto il bluff? Interferì:
«Sto cercando se trovo il tizio.»
Il cuore si strinse in una morsa e dovetti abbozzare. Se avessi vagamente contestato mi sarei sputtanato sul finale. L’avrebbero afferrato, i presenti, che si trattava di lei. Scorreva la mia risata, fasulla. Nika sapeva che non volevo vederlo, non potevo. Le raccontai delle mie motivazioni: preservare la salute mentale, era bene che non sapessi immaginarlo.
«Oddio, possibile sia ‘sto cesso?»
Tribolavo, agitavo le gambe sotto il tavolo provando ostinatamente a ricompormi. Stuzzicai la pizza senza mangiarla davvero, la tagliavo a righe sottili con coltello e forchetta, gesto inconsueto. Il telefono mi venne posto di fianco.
«Vedi.»
Non osai. Ero di pietra, lo sgomento in persona. Se avessi dato il volto a chi le sguazza dentro, lo sentivo, avrei sbroccato. E ben consapevole di non averne alcun diritto.
«Piantatela, cazzo!» S’intromise Nika, alzandosi dalla sedia.
Alla mente ho questa scena a rilento: la tentazione era talmente forte che i miei occhi vacillavano. Una parte di me lo voleva: la gelosia, il mio degenerato senso di competizione. Le voci si affollavano nel cranio, mi irridevano, tentandomi: «Neanche adesso c’avrai le palle, eh, Fabiano?». E nel frattempo che Nikole imprecava, calamitando l’attenzione del gruppo, nell’attimo esatto che le luci si collocarono altrove, cedetti. Senza spostare il viso, le pupille puntarono lo schermo, misi a fuoco e… c’era quell’individuo. Stasi. «È lui», asserii tra me. Crebbe il tremore, sarebbe peggiorato; per galateo mi rifiutai di abbandonare il tavolo. Portai la pizza in bocca, ruminavo. Nika era inviperita, mi prendeva le parti con quale tenacia. Si litigava per me, e io non riuscivo a pensare ad altro che a lui dentro di lei. L’immagine assumeva una piega sproporzionata, grottesca, non me la toglievo dalla testa. Si ripeteva, si ripeteva.
«L’hai sentito? Ha detto che non è lei. Comunque ridimensionatevi, non c’avete otto anni, il rispetto ve lo siete cacati al cesso?»
L’unica frase che colsi, che posso citarvi. La osservai da vicino, Nikole. «Perché questa ragazza insisteva tanto a starmi accanto?», pensai. «Come c’era riuscita a sopportarmi, a non mandarmi al diavolo?» Leso, mortificato nell’orgoglio, buttai fuori un sospiro. Nika m’ha capito e lei no. Forse non m’ama. All’improvviso mi venne da vomitare. Sputai il la poltiglia nel tovagliolo.
«Mi congedo un istante.»
Dietro me una scia di silenzio e sbigottimento.
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der-papero · 1 year
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Grazie Mami ❤️ che mi ricordi ogni volta la grama vita alimentare che faccio qui.
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corneliusnolitta · 7 months
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Non so cosa vaga nei meandri d'un animo inquieto.
Son strane sensazioni.
Miscuglio poco omogeneo.
Eccitazione per l'occhi di lei 
Amarezza per grama esistenza.
Gioia per nuova giornata.
Inquietudine per l'incerto futuro.
Provano a far amalgama senza riuscire.
L'animo finisce battuto come grancassa.
Ogni giorno se pur nuovo, copia si rivela del precedente.
Come albero che non ha più foglie da spender per la vita, ma solo secchi rami ormai.
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denny1416 · 9 months
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La parte peggiore del sabato a quest'ora: che mi metto? Ma soprattutto dopo aver asciugato i capelli a cazzo come li aggiusto?
Che vita grama.
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