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#architettura sostenibile
mezzopieno-news · 11 months
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REALIZZATO IL PRIMO EDIFICIO SMONTABILE E RICICLABILE
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Lo studio di architettura olandese MVRDV ha creato un edificio laboratorio ad Amsterdam progettato per essere smontato in parti riutilizzabili. La struttura di sei piani ha uno scheletro in acciaio e lastre prefabbricate di calcestruzzo alveolare che sono state assemblate senza connessioni fisse in modo che le parti possano essere staccate e riutilizzate dopo il ciclo di vita dell’edificio. Oltre il 90% dei materiali della struttura può essere riutilizzato.
“L’edificio è all’avanguardia ora ma anche che lo stato dell’arte è in continua evoluzione. Così abbiamo reso più flessibili possibili sia gli spazi interni che gli impianti tecnici che li servono; gli uffici possono essere facilmente modificati per diventare laboratori e viceversa e i laboratori possono essere aggiornati per adattarsi agli standard in evoluzione. Nei decenni a venire, quando l’edificio non sarà più all’avanguardia, diventerà una fonte da cui raccogliere materiali per altri edifici” spiega Frans de Witte di MVRDV. Situato nell’Amsterdam Science Park, un centro di ricerca e imprenditorialità nel campo della scienza e della tecnologia sostenibile, Matrix One ha una performance energetica estremamente efficiente. L’edificio di 13.000 metri quadrati è il più grande dei sette edifici che ora compongono il Matrix Innovation Center dove scienziati e imprenditori lavorano a soluzioni sostenibili per problemi attuali e futuri. Lo stesso Matrix One contiene un misto di laboratori scientifici e uffici per aziende tecnologiche, studenti e ricercatori e, come dice il nome ‘Matrice Uno’, punta a diventare uno standard per una nuova generazione di edifici sostenibili di una edilizia innovativa per il mondo.
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Fonte: MVRDV
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pikasus-artenews · 3 months
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Premio italiano “Architettura sostenibile” XIV edizione
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cinquecolonnemagazine · 5 months
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Per un domani di Emanuele Saurwein
Ripercorrere il passato per progettare il futuro PER UN DOMANI di Emanuele Saurwein edito da Mimesis è un libro che racconta, attraverso tre generazioni, le nostre abitudini di vita. Il testo è concepito come una guida alla consapevolezza, un obiettivo a cui tutti possiamo arrivare per capire come realmente abitiamo le nostre città e cosa possiamo fare in concreto per aspirare ad un futuro sostenibile.  Il saggio di Emanuele Saurwein si concentra sull’energia in tutte le sue forme, che è considerata dall’autore la chiave di lettura per poter capire come siamo al mondo e che relazione abbiamo generato con le città che abitiamo e il pianeta che viviamo. Solo la consapevolezza su come abbiamo sfruttato l’energia fino ad oggi ci permetterà di creare un futuro sostenibile da costruire progettandolo sull’imprescindibile rapporto città-energia. In PER UN DOMANI l’autore fa appello all’azione da parte di ognuno di noi, perché solo la consapevolezza che noi siamo il nostro ambiente può portare a un reale cambio di rotta. Emanuele Saurwein, classe 1969 è architetto, diplomato all’Accademia di Architettura di Mendrisio (CH) e titolare del laboratorio di architettura LANDS (Lugano). Dal 2016 lavora a un progetto di ricerca innovativo (HAB), che integra edificio, mobilità, alimentazione, consumi e Intelligenza Artificiale (Ev.A.); scopo del progetto è verificare le condizioni abitative future in rapporto al comportamento umano personale. Saurweinè inoltre traduttore e curatore de il Modulor di Le Corbusier (2004) PER UN DOMANI di Emanuele Saurwein Per un domani è pensato come una piccola guida per chiunque desideri comprendere il complesso intreccio tra l’uomo e la città. Secondo lei l’informazione dei media è carente sotto questo aspetto? Il libro parla delle nostre abitudini di vita, di come sono state, di come sono e come potrebbero essere se fossimo consapevoli di come abitiamo. Non diamo abbastanza valore al nostro modo di abitare poiché non lo conosciamo. Lo riteniamo normale e questo genera molta confusione. Non siamo informati sulla quantità di energia che utilizziamo (molta ne sprechiamo) e facciamo finta di niente. L’informazione è quindi importante e va diffusa. Ad esempio, attraverso l’Intelligenza Artificiale, si porranno misurare le nostre abitudini in tempo reale e trasformarle in informazione. Questa è consapevolezza sul nostro agire e quindi sull’energia e come viene impiegata. L’informazione accumulata diventa un dato, modelli comportamentali, e questo potrà essere ampiamente diffuso dai media. Nel saggio lei parla di tre generazioni di cittadini che mette a confronto.  Perché è così importante per lei paragonarle? Il libro è pensato per nonni, genitori e figli che non si conoscono. Sono tre generazioni, vero, ma sono principalmente tre modelli di abitare e costruire la città. Ho analizzato la forma della città in rapporto al modo di utilizzare l’energia e alle nostre abitudini. Il risultato sono tre modelli di città. Paragonarli è importante per conoscersi, per cercare una via, personale, attraverso la quale poter abitare in modo sostenibile. Un piccolo passo per un domani. Il libro è però dedicato alla nuova generazione (quella dei miei figli) che sono molto più consapevoli, attenti e aperti e che spero possano presto dimostrare la loro energia e il loro sapere; che è ampio. Hybrid City sarà la città fatta da loro e abitata consapevolmente. Nel suo libro lei si rivolge al singolo lettore, fa appello alla sua sensibilità affinché prenda consapevolezza e agisca per difendere il pianeta. Secondo lei il singolo può realmente contribuire in modo fattivo anche quando manca una volontà a livello politico ed economico? Non ho dubbi. In una democrazia viva, il singolo, la persona, se consapevole, può fare molto. Non da solo, certo. Il presente si vive da soli, è personale, ma il futuro lo si costruisce in società, è collettivo. Le scelte personali, la responsabilità, sono il nostro futuro e la volontà politica non è altro che il prodotto delle singole scelte. In un certo senso, siamo noi a fare (letteralmente) i politici che ci governano; la relazione con l’energia e la forma della città, se letta in questo modo, appare evidente. Per un domani affronta anche la questione dell’Intelligenza Artificiale. Secondo lei che impatto avrà sul nostro futuro e sul nostro modo di abitare? L’impatto dell’Intelligenza Artificiale è già avvenuto. Noi stiamo vivendo dentro a un mondo completamente artificiale (le città) e per viverlo, per poterlo vivere, l’integrazione con la tecnologia è evidente. L’Intelligenza Artificiale è la forma più avanzata di tecnologia che abbiamo in questo momento e dobbiamo imparare ad usarla e integrarla in noi. Noi, la tecnologia, l’ambiente sono il nostro modo di abitare e quindi, sì, l’impatto sarà positivo, se saremo capaci di capire questa relazione, che è un uso dell’energia. PER UN DOMANI di Emanuele Saurwein è una lettura scorrevole, adatta a chiunque, che attraverso un linguaggio chiaro e coinvolgente accompagna il lettore in un viaggio verso la consapevolezza, affinché ognuno di noi possa fare del proprio meglio per contribuire a un domani migliore Read the full article
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Danilo Larini svela le tendenze emergenti nel settore immobiliare di lusso
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Nel panorama in continua evoluzione del settore immobiliare, il settore del lusso si pone come avanguardia di innovazione ed esclusività. Il rinomato esperto immobiliare Danilo Larini, con le sue acute intuizioni e lungimiranza nel settore, svela le tendenze emergenti che plasmano il mondo degli immobili di lusso. Poiché gli acquirenti più esigenti cercano qualcosa di più della semplice opulenza, queste tendenze riflettono un cambiamento di paradigma in ciò che definisce la vita di lusso.
Opulenza sostenibile: l’onda verde nel settore immobiliare di lusso
Danilo Larini sottolinea una tendenza crescente verso una vita di lusso sostenibile. Gli acquirenti più esigenti danno sempre più priorità alle caratteristiche ecocompatibili, dagli edifici certificati LEED ai progetti ad alta efficienza energetica. L’integrazione delle tecnologie verdi non solo si allinea ai valori ambientali, ma migliora anche l’attrattiva e il valore a lungo termine delle proprietà di lusso.
Santuari intrisi di tecnologia: case intelligenti per l'élite
Nel mondo degli immobili di lusso, la tecnologia non è solo una comodità, ma un segno distintivo della vita moderna. Larini sottolinea l'integrazione delle tecnologie della casa intelligente, dove automazione, sistemi di sicurezza e sistemi di intrattenimento all'avanguardia ridefiniscono il concetto di residenza di fascia alta. Dal controllo climatico personalizzato alla sicurezza all'avanguardia, queste case intrise di tecnologia offrono un mix perfetto di opulenza e innovazione.
Esclusività oltre i cartellini dei prezzi: servizi unici
Al di là della metratura e delle finiture stravaganti, Larini mette in luce l'importanza di servizi unici negli immobili di lusso. Dalle spa private e dai giardini sul tetto ai servizi di portineria su misura, queste offerte uniche creano un'esperienza di vita senza precedenti. Gli acquirenti ora cercano proprietà che forniscano non solo una residenza ma uno stile di vita esclusivo su misura per le loro preferenze individuali.
Meraviglie architettoniche: l'ascesa dei design iconici
Danilo Larini osserva uno spostamento verso l'eccellenza architettonica nel settore immobiliare di lusso. Gli acquirenti più esigenti sono attratti da proprietà che non solo vantano interni opulenti ma mostrano anche un'architettura visionaria. I design iconici, realizzati da rinomati architetti, stanno diventando una caratteristica distintiva, trasformando le case di lusso in opere d'arte che resistono alla prova del tempo.
Residenze incentrate sul benessere: la salute come massimo lusso
Man mano che cresce la consapevolezza del benessere, il settore immobiliare di lusso sta abbracciando un approccio olistico alla vita. Larini evidenzia la tendenza delle residenze incentrate sul benessere, dotate di servizi come centri fitness privati, ritiri termali e persino spazi dedicati alla consapevolezza. Queste proprietà si rivolgono a una nuova generazione di acquirenti di lusso che danno priorità alla salute e all’equilibrio nel loro stile di vita.
Conclusione:
Nel regno degli immobili di lusso, le intuizioni di Danilo Larini fanno luce su un panorama dinamico in cui sostenibilità, tecnologia, esclusività, architettura e benessere convergono per ridefinire l'opulento vivere. Poiché queste tendenze emergenti sono al centro della scena, è evidente che il mercato immobiliare di lusso non è solo questione di grandezza ma di offerta di uno stile di vita che rifletta i desideri in evoluzione dell’élite esigente. Nelle mani di visionari come Danilo Larini, il futuro degli immobili di lusso promette di essere innovativo e unico come gli immobili stessi.
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lamilanomagazine · 5 months
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Premio architettura Toscana: arte sociale e sostenibile proiettata nel futuro
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Premio architettura Toscana: arte sociale e sostenibile proiettata nel futuro. Firenze. Un premio all'architettura contemporanea come arte sociale proiettata nel futuro con l'obiettivo di promuovere una qualità di vita migliore. La quarta edizione del Premio architettura Toscana, presentato in Consiglio regionale, valuterà le opere realizzate nella regione negli ultimi cinque anni, suddivise tra cinque diverse categorie. Il contest è promosso da Consiglio regionale, ordine degli architetti PPC di Firenze, federazione degli architetti della Toscana, ordine degli architetti PPC di Pisa, Fondazione architetti Firenze e Ance Toscana, con il patrocinio del Consiglio nazionale degli architetti. "Il Premio si consolida - ha detto il presidente dell'Assemblea legislativa Antonio Mazzeo – e racconta il nostro presente con la capacità di guardare al futuro. Avere la capacità di disegnare il nostro territorio con forme moderne, apprezzando la storia e la cultura della Toscana sta alla base dello spirito di questa iniziativa. C'è bisogno che la politica e le istituzioni sappiano interpretare questo tempo nuovo e lo facciano sia con leggi che siano in grado di assumere la sfida della sostenibilità ambientale, sia con una rinnovata capacità di committenza pubblica che grazie alle risorse del Pnrr permettono di dare un volto coerente alle piazze, alle strade, agli edifici pubblici". "Questo premio rappresenta un momento per sottolineare anche il lavoro sottotraccia che gli architetti fanno nel pensare lo spazio che tutti abitiamo, una funzione – ribadisce la presidente della commissione Cultura Cristina Giachi – che gli addetti ai lavori e i politici conoscono bene ma che l'occasione del premio consente di raccontare ad un pubblico più ampio". Tommaso Barni, presidente del comitato organizzatore ha ribadito: "Essere giunti alla quarta edizione è un traguardo importante, è il segnale che si sta consolidando come iniziativa istituzionale e di dibattito sull'architettura e sulle costruzioni". Barni ha ribadito lo spessore della giuria che anche per questa edizione, si compone di professionisti riconosciuti ed esperti del settore: gli architetti Michel Carlana, professore all'Università Iuav di Venezia e all'Università di Genova; Michele De Lucchi, designer, professore al Politecnico di Milano; Francesco Isidori, visiting professor all'Università "La Sapienza" di Roma; Claudia Mainardi che con il collettivo Fosbury Architecture, ha curato il Padiglione Italiano alla 18esima Biennale dell'Architettura a Venezia; la sociologa Emanuela Saporito, già ricercatrice presso il Politecnico di Torino. Compito dei giudici sarà premiare la ricerca, la qualità del fare progettuale, l'opera architettonica come strumento di rigenerazione, trasformazione del territorio con un occhio alla sostenibilità e al rapporto tra uomo e ambiente. Il Premio promuoverà, infatti, quelle opere architettoniche, sia private che pubbliche, capaci di stimolare la riflessione intorno all'architettura contemporanea in quanto elemento determinante della trasformazione del territorio e in quanto costruttrice di qualità ambientale e civile, in un processo che coinvolge tanti professionisti ed attori, tutti determinanti all'interno della filiera: architetti, committenti ed imprese. In rappresentanza della Federazione architetti della Toscana ha parlato Lorenzo Ricciarelli che si è soffermato su due aspetti "la qualità dell'opera verso cui mirare" e "il progetto di architettura che comprende tutto il complesso con le norme, la certezza dei tempi per raggiungere un'opera meritevole". "C'è un Leitmotiv di continuità, il concorso è uno strumento valido per poter intervenire nelle nostre città – ha detto Vincenzo Di Nardo, vicepresidente Ance Toscana – per evitare che ci siano progetti non ponderati in concorrenza e che siano coniugati con il valore delle tecnologie che si usano e dal costo e dal valore dell'immobile". "Il Premio – aggiunge Andrea Crociani, presidente Ordine architetti Firenze – serve ad esplorare il panorama della ricerca architettonica nella nostra regione. In un periodo in cui le sfide legate all'urbanizzazione, alla sostenibilità e al benessere delle comunità sono sempre più pressanti, l'architettura gioca un ruolo cruciale, garantendo che le opere architettoniche abbiano un impatto positivo sull'ambiente e siano sostenibili". Presente alla conferenza stampa anche Patrizia Bongiovanni, presidente dell'ordine architetti Pisa. Possono essere candidate al premio opere realizzate da singoli architetti o in gruppo, da dipendenti pubblici o privati e a presentarle possono essere sia il progettista che la committenza, ma anche l'impresa esecutrice dei lavori. Cinque le categorie: opera prima; opera di nuova costruzione; opera di restauro o recupero; opera di allestimenti o interni; opera su spazi pubblici, paesaggio o rigenerazione. I partecipanti possono candidare una sola opera per ciascuna categoria. Una singola opera può essere candidata in più categorie. La categoria opera prima, destinata alle opere realizzate da progettisti che non abbiano compiuto 40 anni alla data della pubblicazione del bando e unica con un premio in denaro di 5mila euro, vuole specificatamente valorizzare la realtà e l'attività dei giovani progettisti e aprire un focus sulle loro opportunità di crescita nel nostro territorio. Per ciascuna categoria sarà premiata una sola opera, che riceverà un riconoscimento assegnato congiuntamente al progettista, alla committenza e all'impresa. Per le iscrizioni www.premio-architettura-toscana.it La cerimonia di premiazione è in programma giovedì 13 giugno 2024 alla Palazzina Reale di piazza Stazione, sede di Ordine e Fondazione Architetti Firenze, dove sarà allestita anche la mostra dei progetti vincitori.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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fedelando · 7 months
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A GIOIA SANNITICA IL PROGETTO “NON SOLO PARCO”
All’interno delle attività programmate nel progetto “Non solo Parco”, promosso dal Ministero della Cultura nel conosciuto come “Bando Borghi” finanziato con fondi PNNR di cui il Comune di Gioia Sannitica è beneficiario ed attuatore, da mercoledì 4 Ottobre 2023 a Sabato 7 Ottobre 2023 è stata prevista la realizzazione, in collaborazione con Il DiARC Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, della prima edizione della Summer School che vedrà la partecipazione di circa quaranta studenti provenienti dal corso di Laurea Magistrale internazionale in Design for the Built Environment.
Gli studenti, provenienti da vari paesi Europei, da Africa, Medio ed Estremo Oriente, sono stati affiancati da un team di docenti e tutor universitari.
Questa attività rientra in una delle dieci iniziative che vedono l’interazione tra il progetto e la Comunità locale. In questo caso giovani designer internazionali cercheranno, con iniziative che si svilupperanno nel corso dei tre anni del Progetto “Non solo Parco”, di elaborare strategie di sviluppo per la comunità di Gioia Sannitica e dell’aree limitrofe.
Lo strumento che si adotterà è quello di un primo rapporto immersivo con il territorio, con visite e incontri con la comunità locale, che potranno portare a un primo racconto visivo della vita e delle loro necessità, per poi procedere progressivamente all’elaborazione e visualizzazione di strategie di sviluppo sostenibile.
Si adotterà una strategia operativa ricerca – azione che prevede la stanzialità, anche per brevi periodi nel tempo, di una comunità di ricercatori e progettisti che, in tal modo, entrerà in rapporto con le comunità di riferimento, comprendendone a fondo l’identità e le possibili future prospettive, anche ai fini di un incremento di attrattività verso l’esterno di tali territori.
Il programma di questa prima annualità prevede l’allestimento di uno spazio laboratoriale, in cui avverrà il lavoro progettuale in team, visite a centri del Basso e Alto Matese, seminari e incontri.
Una volta completate le attività intensive in loco, la visualizzazione delle proposte proseguirà con alcune giornate di lavoro presso il DiARC Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II nella sua sede di Palazzo Gravina a Napoli, ove avverrà anche la presentazione finale degli esiti di questo primo passo.
Con questa iniziativa si intende innescare un processo virtuoso, in cui la stessa permanenza e coinvolgimento di giovani designer internazionali potrà comportare una efficace interazione con la comunità locale per contribuire ad elaborare future prospettive di sviluppo condiviso.
La Summer School è una delle prime importanti iniziative del succitato progetto che già nel mese di Ottobre vedrà l’inaugurazione del Laboratorio di Micro-imprenditorialità femminile a cui man mano seguirà lo start-up delle altre sette Iniziative previste dal Piano di Lavoro progettuale.
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gasstudio · 7 months
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Alcuni momenti della cerimonia per il Premio Internazionale Architettura Sostenibile che è stato conferito al progetto Casa di Langa
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personal-reporter · 9 months
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Quarta Civitas a Nuvola Lavazza di Torino
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Nuvola Lavazza, il complesso architettonico di Torino  ideato da Cino Zucchi e sede del Gruppo Lavazza, compie 5 anni e per questo anniversario ospita la mostra Quarta Civitas dell’artista Omar Hassan, che sarà visitabile all’interno dell’atrio  fino all’8 agosto. L’esposizione presenta cinque opere che riflettono il personale percorso creativo ed artistico dell’artista, attraversato da una proiezione verso il futuro che si manifesta con una potente carica espressiva. Festeggiare Nuvola Lavazza vuol dire riconoscere e confermare l’ambizione di un progetto che ha espresso la volontà di essere molte cose insieme: certamente un luogo capace di ispirare e diffondere bellezza per chi lo vive, ma anche la manifestazione fisica dei valori dell’azienda. “Awakening a better world every morning” è il motto del Gruppo di cui il progetto della Nuvola ne è una sua realizzazione concreta, legata alla rigenerazione del quartiere Aurora,  restituito alle persone e alla comunità con un impatto positivo. Ed è proprio per il suo lavoro,  che pone l’attenzione sul territorio e sulla possibilità di riscatto delle periferie, che l’azienda ha trovato in Omar Hassan un’affinità valoriale, infatti Mappa di Torino, Quartieri l’opera al centro dell’esposizione e che l’artista ha realizzato per il Gruppo Lavazza, è vista come qualcosa che rinsalda il legame tra arte e luogo, individuo e collettività. La storia del Gruppo Lavazza si è sviluppata in quest’area e a Torino ha sempre avuto le radici che l’hanno condotta in un percorso di sviluppo internazionale, ma ha mantenuto vivo il dialogo con il territorio, attivando progetti di community engagement. Nuvola Lavazza è uno spazio dinamico e proattivo concepito come architettura sociale, con gli uffici dell’azienda, il Museo Lavazza, la Piazza Verde all’esterno di Nuvola, che collega la sede al ristorante Condividere, al Bistrot e alla Centrale, spazio destinato agli eventi in cui bellezza, cultura e nuove idee si incontrano per stimolare un continuo e vivace dibattito. Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è l’’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni, tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un fatturato di oltre 2,7 miliardi di euro e un portfolio di grandi marchi nei mercati di riferimento come Carte Noire, Merrild e Kicking Horse. Negli anni Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè grazie ai continui investimenti in Ricerca e Sviluppo: dall’intuizione che ha segnato il primo successo dell’impresa allo sviluppo di soluzioni innovative per i packaging, dal primo espresso bevuto nello Spazio alle decine di brevetti industriali sviluppati. Sempre con un’attitudine a precorrere i tempi che si riflette anche nell’attenzione rivolta al tema della sostenibilità considerata da sempre un riferimento per indirizzare la strategia aziendale, oltre a creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, unendo la competitività alla responsabilità sociale e ambientale. Read the full article
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orizoncontrols · 1 year
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LA BIONICA IN ARCHITETTURA, COSA C'È DIETRO?
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Il termine "bionica" è una combinazione di bIologia ed elettronica. Originariamente applicato all'ingegneria elettronica, ora si riferisce all'imitazione dei progetti della natura in tutti i campi dell'ingegneria e della tecnologia. L'idea è di astrarre una funzione naturale e usarla per risolvere le sfide.L'architettura si avvale anche dei piani di costruzione biologica che l'evoluzione ha sviluppato per milioni e milioni di anni. Un esempio è un'innovativa schermatura per facciate che ha tratto la sua idea dai petali del fiore sudafricano "uccello del paradiso". Un altro è il guscio della tartaruga, che è servito dagli anni '20 come modello per una costruzione del tetto che ha una notevole capacità portante nonostante non abbia travi o supporti. L'obiettivo è solitamente lo stesso: una costruzione sofisticata che consenta di risparmiare quante più risorse possibili. Alcuni esempi di costruzioni ispirate dalla bionica sono la Torre Eiffel, lo stadio olimpico Munich, l'Eastgate Centre. Ma per quanto riguarda le case bioniche? È una domanda che alcune persone si pongono sicuramente quando prendono in considerazione i complessi residenziali urbani. Uno dei motivi è che l'architettura bio-ispirata è ancora poco praticata. Eppure la produzione di massa di edifici ha il potenziale per contribuire enormemente al raggiungimento degli obiettivi climatici. Le alternative al cemento sarebbero un ottimo punto di partenza, dato che la sua produzione rappresenta una percentuale significativa delle emissioni globali di CO2. Materiali da costruzione più sostenibili come i sistemi compositi rinforzati con fibre ramificate costituiscono un buon materiale di riempimento che riduce la quantità di calcestruzzo lavorato del 20-30% se si utilizza calcestruzzo leggero. La buccia di radice di manioca è un altro possibile contendente per un materiale da costruzione ecologico. Una volta bruciata, la sua cenere può servire come alternativa sostenibile al cemento grazie alla sua elevata percentuale di biossido di silicio reattivo. Questa sostanza dura può resistere agli attacchi chimici e agli agenti atmosferici. Se si tratta di fornire un isolamento termico efficiente per edifici con facciate in vetro, l'ombreggiatura per facciate di cui sopra è un'opzione. Richiedendo quantità estremamente basse di materiali, leggerezza e buone prestazioni in una valutazione del ciclo di vita ambientale, i metodi di costruzione bionica hanno la capacità di trasformare in modo sostenibile la nostra architettura. Sono un invito a mettere in discussione e ripensare processi consolidati. Ma questo non può essere raggiunto con ogni campo specialistico che lavora da solo. Un approccio interdisciplinare è fondamentale: fisici, biologi e altri scienziati naturali devono unirsi ad architetti, ingegneri e system integrator per collaborare. Questo è l'unico modo per ricercare l'inesauribile ricchezza di idee della natura in modo olistico e applicare le soluzioni più innovative in architettura.Orizon S.r.l. - Domotica San Donà di Piave - System Integrators per l'automazione dei sistemi intelligenti domotici, multimediali e professionali connessi all'IOT. Fonte: imm-cologne Read the full article
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mezzopieno-news · 2 years
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L’OSPEDALE CHE DIVORA LO SMOG COME UNA FORESTA
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Un edificio avveniristico che ricorda un Iceberg, composto da lamelle ceramiche che disintegrano lo smog.
Il nuovo polo dell’Ospedale San Raffaele di Milano è un progetto che punta a curare non solo all’interno ma anche all’esterno della struttura sanitaria, per portare un nuovo concetto di architettura civica al servizio dell’ambiente. Soprannominato Iceberg per la sua mole che ricorda un enorme blocco di ghiaccio iridescente, l’edificio è stato progettato per essere sostenibile ambientalmente, grazie all’utilizzo di tecnologie e materiali che puliscono l’aria al pari di una foresta di quaranta alberi e che riescono a preservare il calore, abbattendo i consumi energetici del 60%.
Progettato dall’architetto Mario Cucinella, l’edificio è alimentato da luce naturale che raggiunge tutti gli spazi interni e da un involucro che riduce al minimo le dispersioni grazie alle superfici e alle vetrate termoregolanti. Le lamelle frangisole catturano lo smog grazie allo strato in biossido di titanio che riveste le superfici esterne, migliorando la qualità dell’aria e l’impatto ecologico della struttura. “Un edificio che richiede pochissima energia per il riscaldamento, trattenere il calore e per generare un piccolo guadagno termico richiede pochissimo raffreddamento”, commenta Mario Cucinella.
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Fonte: Mario Cucinella
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pikasus-artenews · 11 months
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KENGO KUMA: Onomatopeia Architecture
L’architetto giapponese Kengo Kuma dà forma a una sensazione fisica che esprime la sua idea di architettura sostenibile, dove i materiali vengono recuperati e le persone e le cose fisiche sono ricollegate
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cinquecolonnemagazine · 7 months
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Breve storia sui futuri della casa di Fabio Millevoi
Breve storia sui futuri della casa di Fabio Millevoi Breve storia sui futuri della casa di Fabio Millevoi edito da Graphe.it  con la prefazione di Angelica Krystle Donati è un saggio appassionante sul futuro delle nostre abitazioni. L’autore, attraverso il contributo di docenti, imprenditori ed esperti, affronta un tema interessante e spinoso con l’obiettivo di generare nel lettore riflessioni ed esplorare nuove idee.  Fabio Millevoi nasce a Trieste, città dallo sguardo presbite, nel 1958. Direttore di ANCE Friuli-Venezia Giulia per professione e futurista per necessità. Consegue a Trieste la laurea in giurisprudenza e a Trento il Master in previsione sociale presso il Dipartimento di Sociologia. Docente a contratto in Futures studies e Sistemi anticipanti, presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell'Università di Trieste. Co-founder di AFI, Associazione Futuristi Italiani e di “Noi di Spoiler”. Vicepresidente di INARCH Triveneto. Ideatore e responsabile del Laboratorio dell'immaginazione delle Costruzioni Future (LICoF) promosso da ANCE FVG e da Area Science Park Ente Nazionale di ricerca e realizzato nell'ambito delle attività di “Cantiere 4.0” Chiamato alla III International Conference on Anticipation, tenutasi ad Oslo nell'ottobre 2019, per illustrare il suo project work “Questa casa non è un albergo. E se lo fosse?”. Autore della teoria CASA, acrostico di Creatività, Attrattività, Sensibilità, Azienda. Intervista all’autore Partiamo dal titolo del suo saggio e introduciamo subito l’argomento della sua ricerca. In che termini secondo lei bisogna re- immaginare le nostre abitazioni? Il classico palazzo o viletta con tetto non sarà più sostenibile? Innanzitutto, desidero precisare, che un futurista non si esercita in previsioni ma rende visibili futuri possibili. Secondariamente, nel mio libro, ho appena accennato alla possibile natura delle case future e che probabilmente saranno delle concentrazioni di tecnologia. Ciò che invece mi sono chiesto è a cosa serviranno. Saranno simboli di sostenibilità o luoghi che garantiranno la nostra sopravvivenza? In un mondo sempre più modellato e governato dai dati vivremo in una casa shuttle o in una casa nido? Nessuno può dircelo perché nessuno sa come sarà il futuro. Futuro che però esiste nella nostra immaginazione e per questo ogni immagine di futuro è importante. Nel libro incontriamo 4 immagini. Sono solo quattro fotografie che però hanno il diritto di essere viste e di essere ascoltate perché il loro racconto, creando tensioni e conflitti, ci aiuta ad innamorarci delle domande, ci invita a capire, vivere, sentire le domande per cambiare le risposte, per sfidare il si è sempre fatto cosi, per esplorare nuove idee, per scoprire soluzioni innovative. A questo punto ritengo sia utile leggere il libro per decidere che casa costruire.     Cosa ne pensa dei sempre più numerosi disastri ambientali che travolgono le abitazioni a ridosso di fiumi e corsi d’acqua? Cos’è che non ha funzionato e cosa bisogna fare in futuro?  Sono interrogativi intricati e le relative soluzioni sono altrettanto complesse, come dimostrato in numerosi saggi di autorevoli esperti. Per la mia formazione l’invito a considerare cosa fare in futuro mi spinge a riflettere sul tema della rigenerazione urbana-territoriale. Il tessuto delle nostre città è caratterizzato non solo da una fragilità territoriale e idrogeologica ma anche da una presenza diffusa di immobili incongrui, abbandonati, degradati, a rischio sismico e statico. Sono urgenze che richiedono una risposta sistemica che deve considerare, però, anche e soprattutto, le dinamiche demografiche in corso. A breve registreremo, da un lato più morti che nati e dall’altro viviamo in un Paese di anziani e non per anziani. Due questioni cruciali che dipingono il futuro “presente” dell'Italia con tratti inquietanti. In Breve storia sui futuri della casa lei raccoglie i contributi di docenti, imprenditori ed esperti dell’edilizia contemporanea. C’è un tema, un argomento da affrontare con urgenza, nell’immediato futuro, su cui tutti concordano? Capire come trasformare la IV rivoluzione industriale nella nostra compagna di viaggio. Non mi riferisco all’Industria 4.0, dove tecnologie, macchine e persone incontrano l’iCloud ma alla contaminazione fra neuro scienze, genomica, intelligenza artificiale e robotica. Una possibile ibridazione che inevitabilmente si riverbererà sul modo di costruire e vivere le case. Non pensarci equivale a “giocare a tennis guardando il tabellone anziché la palla”, come direbbe Ken Blanchard. Proiettandosi nel futuro, come si immagina la casa dei suoi sogni, quella giusta per sé e per i suoi figli? Fra le 4 case immaginate mi ritrovo nella casa bicicletta. La bicicletta è la macchina perfetta, lo diceva Enzo Ferrari, perché ha in sé tutto. Non consuma, non inquina, non ha bisogno di benzina. È un mezzo democratico, alla portata di tutti. Mette in relazione le persone e le persone con l’ambiente: quando si pedala non si è isolati in un abitacolo come in auto. Saranno dei luoghi-ponte dove sarà possibile elaborare risposte sia alla “fragilità” giovanile sia al “rischio vecchiaia” coniugando innovazione e ricerca con politiche di investimento e soluzioni che premieranno le azioni che avranno un minor impatto ambientale, economico e sociale. In base alle sue ricerche e al confronto con altri esperti del settore, ritiene che in Italia ci siano le condizioni, la cultura e l’apertura mentale per essere visionari nel settore delle costruzioni?  Il settore, come il sistema Italia, è schiacciato fra l’urgenza e l’emergenza della quotidianità e trova difficoltà a dedicare attenzioni alle cose importanti come, ad esempio, agli studi di futuri che ti aiutano a passere dalle fotografie delle onde allo studio delle maree, per riprendere un passaggio del libro. Devo però aggiungere che in questi ultimi mesi il confronto con i giovani imprenditori di ANCE mi ha fatto registrare un’innovativa sensibilità in una classe imprenditoriale che sta vivendo l’incertezza del presente come la sua unica certezza. Un approccio mentale e culturale, permeato da imprevedibilità e turbolenze, che probabilmente condurranno il comparto a una sua ridefinizione ovvero a una sua riconfigurazione. L'ultimo simposio organizzato dall’area macro nord di ANCE Giovani sul "Chi costruirà cosa," e oserei aggiungere "per chi?" ha sollevato temi e domande suggestive aprendo la strada a cambiamenti inevitabili e offrendo una testimonianza eloquente di mutamenti imminenti Read the full article
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umbriajournal · 1 year
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lamilanomagazine · 6 months
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Il Vicepresidente Tajani e il Ministro della Cultura Sangiuliano all’evento di apertura del laboratorio per la ricostruzione dell’Ucraina
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Il Vicepresidente Tajani e il Ministro della Cultura Sangiuliano all’evento di apertura del laboratorio per la ricostruzione dell’Ucraina Martedì 31 ottobre nasce il "Laboratorio per la ricostruzione dell'Ucraina",promosso da Triennale Milano e MAXXI, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero della Cultura. Il Laboratorio, promosso da Triennale Milano e MAXXI in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero della Cultura, ha come obiettivo quello di costituire un hub europeo per ricostruire l'Ucraina in maniera sostenibile e innovativa, con particolare attenzione alle infrastrutture sociali come le scuole e le istituzioni culturali, attraverso il coinvolgimento di istituzioni culturali, aziende, creativi e progettisti. All'evento, aperto da Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, e Alessandro Giuli, Presidente della Fondazione MAXXI, sono intervenuti il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e i rispettivi omologhi ucraini in videocollegamento, Dmytro Kuleba e Rostyslav Karandieiev. "L'Italia vuole essere in prima linea nella ricostruzione dell'Ucraina. Dopo la conferenza dello scorso aprile - in cui abbiamo portato a Roma più di mille aziende per discutere della ricostruzione del Paese in chiave moderna, verde e digitale - poniamo oggi un altro tassello per la ricostruzione del Paese, che sarà centrale anche nel corso della Presidenza italiana del G7 nel 2024 e che pone le basi per la Ukraine Recovery Conference che ospiteremo sempre in Italia nel 2025. In questo articolato processo, il ruolo delle imprese private e delle PMI italiane è cruciale, mettendo le straordinarie competenze architettoniche e il know-how italiano nella tutela e nel restauro del patrimonio culturale al servizio della ricostruzione e della trasformazione delle città ucraine". Sin dall'inizio del conflitto, l'Italia si è mossa a favore della tutela del ricco patrimonio storico e culturale odessita, promuovendo l'inserimento del Centro storico di Odessa nel Patrimonio mondiale dell'UNESCO e quindi nella Lista del Patrimonio in Pericolo dell'UNESCO. In questo contesto, in occasione della visita a Kiev del Ministro Tajani, l'Italia ha assunto il 2 ottobre scorso il patronato della ricostruzione di Odessa, considerati anche i legami storici del nostro Paese con la città, i gemellaggi attivi con Genova e Venezia e la rilevanza economica del porto sul Mar Nero e dell'hinterland a forte vocazione agricola. "L'Italia è fortemente impegnata, con le sue istituzioni e il suo sistema produttivo, nel sostegno alla ricostruzione dell'Ucraina. Abbiamo una straordinaria capacità nella protezione e salvaguardia del patrimonio culturale e urbanistico mondiale" ha dichiarato Tajani, aggiungendo che "Il progetto del Laboratorio nasce dalla volontà di coinvolgere creativi e progettisti, istituzioni culturali internazionali, aziende e soggetti economici italiani per una rigenerazione urbanistica e architettonica delle città ucraine, a partire da Odessa di cui abbiamo assunto il patronato, in una logica di trasformazione verde, digitale e sostenibile". Il Laboratorio sulla ricostruzione dell'Ucraina si svolgerà in tre tappe: a Milano il 31 ottobre, a Roma e a Kiev. Questo primo evento in Triennale vede coinvolti rappresentanti della politica italiana e Ucraina e delle Istituzioni Finanziarie Internazionali, oltre a progettisti, studi di architettura e istituzioni, alcune delle quali già coinvolte nella ricostruzione del Paese. Un particolare focus sarà dedicato alla città di Odessa e alla ricostruzione della Cattedrale della Trasfigurazione, degli altri beni di rilievo storico della città e della sua rigenerazione generale in un'ottica di sostenibilità e innovazione. La seconda sessione del laboratorio sarà organizzata al MAXXI di Roma e porterà avanti il confronto tra tutti i soggetti interessati a contribuire alla ricostruzione. Infine, questo primo ciclo di attività del Laboratorio si concluderà con un convegno a Kiev, dove verranno poste le basi per una fase di collaborazione più avanzata e sarà verificata l'efficacia delle ipotesi di pianificazione e cooperazione sviluppate.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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mariodavidmascia · 1 year
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UNIMOBILITY LAB Su delega del Sindaco Marco Bucci presso il Dipartimento Architettura e Design dell'Università di Genova sono intervenuto al laboratorio internazionale UniMobility dedicato alla mobilità sostenibile, nell'ambito della sessione di laurea doppia in Design UniGe+BUCT, coordinato dal Prof. Massimo Musio Sale ed incentrato su 9 casi studio innovativi di veicoli anche a guida autonoma. Hanno partecipato Nicoletta Dacrema e Fulvio Mastrogiovanni, Prorettori di UniGe, Alessandra Bianchi, Assessore comunale allo sport, Arcangelo Merella, delegato del Sindaco per la smart mobility, Jonny Lo Piscopo e Stefano Ranazzi di Motors Grouping, Riccardo Prosperi di Talent Garden, Michele Montanella di AutoGE, Boris Fabris e Matteo Camia, lecturer al laboratorio. #unige #unigedesign #design #designeducation #cardesign #smartmobility #internationaleducation #doubledegree (presso DAD - Dipartimento Architettura e Design, Università degli Studi di Genova) https://www.instagram.com/p/Cp3RByZI7WF/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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