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#autoritratti fotografici
fashionbooksmilano · 1 year
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Ritratti Africani      Seydou Keïta , Malik Sidibé, Samuel Fosso
a cura di Filippo Maggia
Electa, Milano 2023, 144 pagine,  22.3 x 28.4 cm, Bilingue Italiano/Inglese, ISBN  978-8892823785
euro 32,00
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Il catalogo è pubblicato in occasione della mostra, a cura di Filippo Maggia, allestita presso il Magazzino delle Idee di Trieste dal 18 febbraio all'11 giugno 2023. Seydou Keïta e Malik Sidibé, nati da famiglie modeste, hanno iniziato la loro carriera in piccoli studi fotografici nella capitale del Mali, Bamako e con il loro obiettivo hanno immortalato anni cruciali per la storia del paese e dell'Africa. Di una generazione successiva, è Samuel Fosso: anche lui ha iniziato la propria carriera in un piccolo studio fotografico ma la sua opera non si compone come quella di Keïta e Sidibé di ritratti di altri, ma ritrae sé stesso interpretando ironicamente gli stereotipi dell'Africa vista con gli occhi dell'Occidente o in cui reincarna, a partire da Malcolm X, le figure simbolo dell'emancipazione dei neri. Il percorso che si dipana nel libro è una sorta di "staffetta", come la definisce il curatore, che permette di coprire un lungo periodo di storia africana: il filo narrativo tracciato da Keïta alla fine degli anni Quaranta ha poi trovato un suo percorso evolutivo che corre di pari passo con la progressiva conquista e manifestazione di una consapevole 'africanità', segno distintivo che leggiamo nei loro ritratti, che non casualmente divengono autoritratti in Fosso.
12/04/23
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tartagliaarte · 1 year
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Fotografare le fragilità umane. Sam Taylor-Johnson in mostra a Roma
CAVI, FUNI, GRU, CARRUCOLE SI STAGLIANO NEL ROCCIOSO DESERTO DELLA CALIFORNIA. ECCO IL SET DI SAM TAYLOR-JOHNSON, CHE TORNA NELLA GALLERIA LORCAN O’NEILL A ROMA CON UNA SERIE DI AUTORITRATTI FOTOGRAFICI ISPIRATI ALLE VULNERABILITÀ UMANE Sam Taylor Johnson. Courtesy of Galleria Lorcan O’Neill. Photo Olmo Amato   A poca distanza da Hollywood si trova il parco naturale di Joshua Tree. “Un luogo…
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floweredalmond · 2 years
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Autoritratto, Felix Tournachon Nadar, 1885, fotografia.
Nadar, fotografo di grande rilievo nell’800 ritrae con i suoi scatti diverse personalità influenti del tempo, fra cui sé stesso: numerosi sono infatti gli autoritratti che lo vedono protagonista. Era infatti possibile al tempo scattare solamente oggetti statici, limitazione che portò principalmente alla nascita di ritratto e paesaggio fotografici.
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azzurracomeme · 2 years
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Lezione del 10/02/2022
AUTORE: Felix Tournachon Nadar
NOME: Autoritratto
DATA: 1885
MATERIALE E TECNICA: fotografia
CONTESTO ORIGINALE: Nadar, fotografo di grande rilievo nell’800 ritrae con i suoi scatti diverse personalità influenti del tempo, fra cui se sesso: numerosi sono infatti gli autoritratti che lo vedono protagonista. Era infatti possibile al tempo scattare solamente oggetti statici, limitazione che portò principalmente alla nascita di ritratto e paesaggio fotografici. 
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fotopadova · 5 years
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Rovolon per la fotografia palpabile.
di Carlo Maccà
 -- Sta davvero morendo d'indigestione, la fotografia? Sembrerebbe di sì, leggendo o ascoltando quello che ne dicono molti esegeti e cronisti della materia. Gonfiata fino a scoppiare dalla bulimia di milioni (miliardi?) di click quotidiani. Dai selfie che vorrebbero "eternare" un istante di vita, e svaniscono presto dalla "memoria" dell'autore e ancor più presto da quella del destinatario, alla congerie di siti e fototeche che conservano (fino a quando?) immagini di Autori maiuscoli, maiuscoletti e minuscoli. Qui per un estraneo è quasi impossibile districarsi, e un "non addetto" che ama le belle immagini non ne farà mai uso, anche perché, a salvaguardia della proprietà artistica, non troverà mai fotografie con una definizione sufficiente ad apprezzarle compiutamente sullo schermo del PC. Chi, privato cittadino, potrebbe poi sognarsi di formare una collezione di immagini virtuali, fatte solo di difetti di elettroni su di un disco di memoria? Quale fotografo che vive della propria arte venderebbe i suoi prodotti su dischetti subito piratabili?
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La fotografia, quella vera, è un oggetto: materiale, palpabile, "hard". Solo una frazione infinitesima diventa una stampa. Un autore ha completato il proprio lavoro quando tiene in mano una stampa di cui è soddisfatto, non solo se è partito da uno scatto analogico (caso ormai rarissimo, soprattutto per il colore), ma ancora più dopo aver elaborato l'immagine virtuale registrata sul sensore in funzione di quella materiale, palpabile, cioè della stampa che vuole ottenere.
Fino a non molti anni fa, fotografi professionisti e amatori evoluti che non avevano il tempo o l'esperienza sufficiente per curare personalmente la stampa potevano appoggiarsi a laboratori specializzati nel lavoro di qualità. Non sono lontani i tempi in cui cumuli di buste di stampe 30x40, alimento importante per i laboratori, partivano dai circoli fotografici verso i concorsi fotografici. I cataloghi delle foto ammesse e premiate, di qualità severamente valutata e in numero contingentato dallo spazio disponibile per l'esposizione, arricchivano le bibliotechine dei partecipanti. Ora invece fra amatori e organizzatori corre un flusso inarrestabile di elettroni, in andata per le sottomissioni e in ritorno per i cataloghi delle infinite fotografie ammesse, con spese irrisorie per gli uni e (con guadagni sproporzionati) per gli altri. Ma i laboratori raffinati uno alla volta, chiudono. Come recentemente il padovano Lambda Gallery. E chiudono i produttori di attrezzature e materiali. Fenomeno che ha fatto prevedere la fine della fotografia, per esempio a Ferdinando Scianna. Quella palpabile, che si può archiviare materialmente, incorniciare, comprare, collezionare, quella che abbellisce e vivifica una parete, che attira lo sguardo dei visitatori in casa, in un ufficio, in un locale pubblico.
Perciò sia lode a Rovolon, comune che col villaggio omonimo e con i centri più popolosi e frequentati di Bastia e Carbonara s'appoggia e s'adagia sul versante nord-occidentale dei Colli Euganei, alla sua amministrazione e all'associazione Rosa dei Colli, per l'iniziativa "Rovolon Fotografia - Libera Espressione". L'evento per la quinta volta sprona gli autori del circondario euganeo, e oltre, a eccitare gli elettroni che riposano indisturbati entro appropriati livelli dei loro hard-disk per trasformarli in materia viva e vivibile. Ridando così un po' di respiro alla fotografia vera e palpabile e a chi ne vive. E facendo intendere al pubblico locale e foresto che in questi tempo di Tutti Siamo Fotografi non esistono soltanto i selfie per mostrare agli amici Quanto Bella/o Sono , le fotografie dei bambini Quanto Sono Carini; che le foto di viaggio invece che Dove Sono Stato, Guardate Cosa Ho Visto, come anche quelle di ambiente locale (O Che Bel Tramonto, O Che Bella Nevicata), possono essere organizzate con criterio rigoroso attorno a un tema preciso.
Questa quinta edizione, visibile fino al 27 gennaio, presenta 38 autori di "livello socio-fotografico" vario: il puro e semplice dilettante, il semiprofessionale, l'esperto pluriesposto e pluripremiato, il fotografo-artista, fino al BFI (titolo FIAF: Benemerito della Fotografia Italiana per meriti organizzativi). La maggior parte si presentano come membri di circoli fotografici, pochi come indipendenti e liberi battitori (i free-lance evocati nel volantino sono un'altra cosa). Le opere si possono vedere, più o meno agevolmente a seconda della loro collocazione, all'interno di pubblici esercizi o nelle loro vetrine. Qui nascono i problemi. Non tanto per la visione dalla strada delle immagini protette da una vetrina con i suoi riflessi. Il cervello umano fra quanto gli comunica l'occhio sa selezionare quello che gli interessa ed eliminare molto di ciò che disturba la visione; quando ciò non basta, l'osservatore può aiutarlo con piccoli spostamenti o schermature di fortuna. (Nota 1) Ha un software molto migliore di quello con cui il cervello d'un apparecchio fotografico registra l'immagine trasmessa dell'obiettivo, che questi casi produce curiosi autoritratti ambientati, praticamente dei selfie.
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"Relazioni" in via Roma di Bastia di Rovolon
I fotografi ai quali è stato assegnato un spazio interno appaiono più fortunati, indipendentemente dal prestigio dell'esercizio. Un erbivendolo può essere più adatto d'un negozio di mode oppure più frequentato d'una gioielleria, un bar di un ristorante. Mentre il cromatismo d'una fioreria può sopraffare fotografie con riprese ravvicinate di fiori appese fra le scansie e sopra i banchi.
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"Sassi" e cipolle”
I ristoranti (ma pochi aderiscono, fra i tanti presenti in zona) possono offrire spazi privilegiati quando gli ingressi che mettono a disposizione sono ampi e ben illuminati. Fa piacere poter visionare agevolmente del bianco/nero diligentemente stampato in camera chiara casalinga, "ultima speme" per amatori privilegiati ed esperti.
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"Facce di Jazz" al ristorante Fardigo di Rovolon Rovolon.
Purtroppo in alcuni esercizi i fotografi vedono le proprie opere alloggiate in cima a scaffali o in altre posizioni lontane dalla vista e dalla possibilità di essere valutate ed eventualmente apprezzate e godute convenientemente. Va bene che in occasioni analoghe in località più "importanti" si è visto di peggio. Ma situazioni del genere mi sembra svalutino di fronte al pubblico interessato e soprattutto a quello occasionale le opere e i loro autori (che non dovrebbero accettare di esporre a tutti i costi a scapito della loro dignità) e offendano la serietà della fotografia come attività amatoriale e, volendo, come arte.
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"Il forno a legna" in una panetteria di Bastia.
Non entro nel merito della qualità fotografica delle singole mostre. Chi in una giornata di bel tempo gradisce una passeggiata salutare all'aria dei Colli Euganei, potrà respirare anche fotografia per le strade di Rovolon, Bastia e Carbonara seguendo le indicazioni chiaramente fornite dal volantino (disponibile in tutti i locali aderenti) e valutare con criteri propri che aria tira nell'ambiente fotografico para-Euganeo.
Nel complesso l'iniziativa è esemplare: dimostra che non è necessario essere un grande centro carico di storia culturale per propagandare cultura, e sarebbe utile che trovasse imitatori in altre sedi, in piccolo o in grande, anche dove da anni tutto (o quasi) tace.
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Nota 1. Si veda la mostra Gauguin e gli Impressionisti a Palazzo Zabarella di Padova, dove sul pavimento a fianco d'una tela di Gauguin è dipinto un cerchio con vicina una freccia che indica che quello è la postazione su cui situarsi per ammirare il quadro. I visitatori attribuiscono il consiglio a questioni di prospettiva. In realtà, quello è l'unico punto in cui spariscono alla vista i riflessi dovuti alla vandalica vernice spalmata da un mercante per soddisfare clienti inconsapevoli della preferenza del pittore per tinte e superfici opache.
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pikasus-artenews · 2 years
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Io, lei, l’altra. Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste Da modella al servizio di artisti maschi a figura attiva e creativa. In mostra a Trieste la presenza della donna nella fotografia.
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gaiaitaliacom · 2 years
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Dal 19 marzo "Io, lei, l'altra". A Trieste "Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste", fino al 26 giugno
Dal 19 marzo “Io, lei, l’altra”. A Trieste “Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste”, fino al 26 giugno
di Redazione Trieste Dal 19 marzo al 26 giugno 2022 il Magazzino delle Idee di Trieste presenta la mostra Io, lei, l’altra – Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste, a cura di Guido Comis in collaborazione con Simona Cossu e Alessandra Paulitti. Prodotta e organizzata da ERPAC – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia – l’esposizione ripercorre,…
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discobar · 2 years
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Io, lei, l'altra - Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste | Dal 19 marzo 2022 al Magazzino delle Idee, Trieste
Io, lei, l’altra – Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste | Dal 19 marzo 2022 al Magazzino delle Idee, Trieste
Dal 19 marzo al 26 giugno 2022 il Magazzino delle Idee di Trieste presenta la mostra Io, lei, l’altra – Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste, a cura di Guido Comis in collaborazione con Simona Cossu e Alessandra Paulitti. Prodotta e organizzata da ERPAC – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia – l’esposizione ripercorre, attraverso novanta opere, la…
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lignanolanotte · 2 years
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Io, lei, l'altra - Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste | Dal 19 marzo 2022 al Magazzino delle Idee, Trieste
Io, lei, l’altra – Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste | Dal 19 marzo 2022 al Magazzino delle Idee, Trieste
Dal 19 marzo al 26 giugno 2022 il Magazzino delle Idee di Trieste presenta la mostra Io, lei, l’altra – Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste, a cura di Guido Comis in collaborazione con Simona Cossu e Alessandra Paulitti. Prodotta e organizzata da ERPAC – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia – l’esposizione ripercorre, attraverso novanta opere, la…
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fashioncurrentnews · 6 years
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Inghiottite dai colori
Sono le donne di TERESA BURGA, oggi in Europa con due rassegne in scala museale. Che riscattano e valorizzano l’avanguardia moderna latino-americana.
Censure, ostracismi e preconcetti hanno penalizzato decenni di avanguardia artistica latino-americana. E la produzione creativa del secondo dopoguerra di Paesi come Cuba, Argentina, Colombia, Cile o Perù, sempre sensibile al corso internazionale degli eventi dell’arte, ma messa purtroppo in ombra da realtà storiche avverse, guerriglie, guerre civili, dittature politiche e culturali, pregiudizi di destra e di sinistra, ha a lungo costituito un fenomeno marginale, incompreso e trascurabile. Un’arte reputata troppo alternativa e sovversiva nei suoi Paesi d’origine e perlopiù snobbata dall’establishment occidentale. Un’arte moderna “terra di nessuno”, ignorata o disdegnata oltreconfine, che appare oggi in gran parte da riscoprire e riscattare. Ha aperto la strada al successo delle nuove generazioni dell’arte sud-americana, alla progressiva conquista di planetaria rilevanza. Costituisce, non a caso, una fonte pressoché inesauribile di sorprese. Correnti, movimenti, manifesti e figure di primo piano, attive dai primi anni Sessanta e assai prolifiche a tutt’oggi come l’ultraottantenne, nativa di Iquitos, Teresa Burga. Riproposta nel 2012 dall’art dealer Barbara Thumm di Berlino, che l’ha inclusa nella sua scuderia e ne tratta adesso l’attività in esclusiva. E protagonista quest’anno di ben due rassegne museali: una recentemente dedicata dallo S.M.A.K. di Gent alla sua produzione concettuale, che includeva installazioni, disegni e oggetti degli anni Settanta. E l’altra, “Teresa Burga. Aleatory Structures”, in corso al Migros Museum für Gegenwartskunst di Zurigo fino al prossimo 12 agosto, che ne ripercorre invece l’opera a tutt’oggi, mettendo in risalto il carattere multimediale e sperimentale della sua produzione a partire dagli anni Sessanta. Con “Arte Nuevo”, infatti, il gruppo istituito dalla peruviana Burga tra 1966 e 1968 insieme con artisti suoi conterranei come Luis Arias Vera, Gloria Gómez-Sánchez, Jaime Dávila, Armando Varela o Luis Zevallos Hetzel, vengono importate e introdotte in patria tendenze internazionali d’avanguardia come Pop art, Op art e happening. Tendenze dell’arte Usa ed europea osteggiate dal governo militare e dalle idee populiste del generale Juan Velasco Alvarado, che le reputa manchevoli di carattere peruviano, limitandone la circolazione nel Paese. Tendenze che tuttavia Teresa Burga, artista donna che ama la ricerca e il confronto con tecniche diverse, non manca d’indagare realizzando opere a due e a tre dimensioni in cui confluiscono tinte vivaci, immagini segnaletiche e geometriche articolazioni di pattern, nonché rimandi alla cultura d’origine, alla storia, alla società e alla condizione femminile. Una condizione rappresentata con figure e corpi stereotipi, donne che diventano cliché di genere, silhouette ben pettinate e imbellettate, inghiottite e annullate dai colori e decori di cornici e piedistalli, architetture e arredi, superfici e oggetti. D’altra parte, gli anni Settanta, Ottanta e Novanta della sua stagione concettuale e post-concettuale si declinano in bianco e nero, con fotografici autoritratti su schede perforate. E si evolvono in modi di sperimentare e spaziare dall’arte alla scienza, e dall’ambiente all’oggetto, alla cyber-installazione, che precorre il tempo con le sue intermittenti mutevoli sagome luminose.
Vogue Italia, luglio 2018, n.815, pag. 52
L'articolo Inghiottite dai colori sembra essere il primo su Vogue.it.
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untitled42566 · 6 years
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Artiste allo specchio, prorogata fino al 28 gennaio la mostra al Museo Nori De’ Nobili di Trecastelli
Artiste allo specchio, prorogata fino al 28 gennaio la mostra al Museo Nori De’ Nobili di Trecastelli
TRECASTELLI – Dato il grande successo di pubblico, la mostra “ARTISTE ALLO SPECCHIO – AUTORITRATTI FOTOGRAFICI” a cura di Giorgio Bonomi, Carlo Emanuele Bugatti e Simona Zava sarà prorogata al Museo Nori De’ Nobili di Trecastelli fino a domenica 28 gennaio 2018. Ospitata nelle sale del Centro…
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Il sé allo specchio. Autoritratti fotografici. http://ift.tt/2yl3i7j
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slfportraits · 9 years
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Self B - Beatrice Zambon
Beatrice Zambon
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Beatrice Zanbon è una giovane artista di 23 anni, neolaureata all’accademia di Belle arti di Venezia. I suoi primi esperimenti con l’autoritratto nascono dopo essersi tagliata i capelli, avendoli avuti sempre lunghi ha iniziato a fotografarsi per vedersi e piacersi. Quello che sembrava principalmente una questione di vanità si è rivelato un modo per conoscere se stessa, una sorta di auto terapia.…
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gaiaitaliacom · 2 years
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Io, lei, l’altra Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste. Dal 19 marzo
La mostra dal 19 marzo al 26 giugno 2022
di Redazione Trieste Dal 19 marzo al 26 giugno 2022 il Magazzino delle Idee di Trieste presenta la mostra Io, lei, l’altra – Ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste, a cura di Guido Comis in collaborazione con Simona Cossu e Alessandra Paulitti. Prodotta e organizzata da ERPAC – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia – l’esposizione ripercorre,…
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untitled42566 · 7 years
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All’Expo Ex di Senigallia una mostra con gli autoritratti proposti da undici fotografi
All’Expo Ex di Senigallia una mostra con gli autoritratti proposti da undici fotografi
All’Expo Ex di Senigallia una mostra con gli autoritratti proposti da undici fotografi
SENIGALLIA – Una mostra da non perdere all’Expo EX di Senigallia, (nei giardini della Rocca Roveresca).  Il Gruppo F7 ci ha sempre deliziato con l’esposizione dei loro lavori fotografici, anche questa volta, non è da meno, “… noi” è l’impegnativo titolo della mostra, nella quale 11 autori presentano…
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untitled42566 · 7 years
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Gli autoritratti fotografici dell’artista senigalliese Patrizia Lo Conte in mostra a Roma
Gli autoritratti fotografici dell’artista senigalliese Patrizia Lo Conte in mostra a Roma
Gli autoritratti fotografici dell’artista senigalliese Patrizia Lo Conte in mostra a Roma
SENIGALLIA – Fotografi senigalliesi  sempre al centro delle cronache d’arte. Questa volta al centro dell’attenzione è Patrizia Lo Conte con i suoi autoritratti. Infatti  martedì  12 settembre 2017, alle ore 18 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la mostra “Il sé…
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