Tumgik
#ferrari deve capire
dobbiamo-capire · 2 years
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Mattia Binotto for Italian sky:
-“Charles is driving LIKE A GOD (divinamente)”. The first thing he said.
-“we have to be happy and the updates worked” DOES IT SEEMS LIKE I’M HAPPY?
-“the car was fast” but as everyone says you have to finish the race to finish it first
-“Barcelona was not our track” se lallero actually it was.
-“Charles was not pushing. He was really calm with the race pace, a perfect stint” I’m still suffering he was in his little bubble of happiness
-“Charles is really mature. So positive. He gives serenity to the box. Not screaming and remain calm even with the problem gives Ferrari a nice environment to work in” stilettata ai bibitari?
-“we’re glad that the next race is next weekend, so we can forget this result and push for the next one” BUT IT’S MONACO.
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giancarlonicoli · 5 months
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30 nov 2023 09:03
“QUESTI VESCOVI BERGOGLIANI SONO DEI COGLIONI” - L’EX LEADER NO GLOBAL LUCA CASARINI, INDAGATO CON ALTRE 5 PERSONE PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, USAVA UNA LETTERA DEL PAPA PER FARSI FINANZIARE MA POI DICEVA: “HO AVUTO LA FACCIA DA CULO PER DIRE A BERGOGLIO DI METTERE I SOLDI. ORA PERO’ ME NE DEVE FARE UN’ALTRA, MA STAVOLTA MI DEVE CHIAMARE “FIGLIO PREDILETTO” - A FAVORIRE IL RAPPORTO TRA L’EX CAPO DELLE TUTE BIANCHE E IL PONTEFICE, I VESCOVI ZUPPI E LOREFICE - L'INCHIESTA DI "PANORAMA"
Giacomo Amadori e Fabio Amendolara per La Verità - Estratti
Le carte dell’inchiesta di Ragusa su Luca Casarini e altre cinque persone, compreso il suo fraterno amico e compagno di lotta Giuseppe Caccia (tutti indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, mentre la violazione delle norme del codice della navigazione), raccontano come in un reality show tutte le manovre di avvicinamento dell’ex capo delle Tute bianche ai vertici della Chiesa.
Un film che si dipana tra il 2019 e il 2021, sino al sequestro dei cellulari. In un dossier interno dell’associazione di promozione sociale Mediterranea, di cui Casarini e Caccia sono animatori, viene spiegato come sia iniziato tutto. «La relazione tra Mediterranea e la Chiesa cattolica è una cosa che ha lasciato stupiti molti.
(...) Ma com’è nato tutto ciò? Il merito (o la colpa) di aver avviato questo rapporto è degli arcivescovi delle due città in cui si trovano la sede legale e la sede operativa di Mediterranea, Bologna e Palermo: Matteo Zuppi e Corrado Lorefice.
(...)
Il punto di svolta nel rapporto tra Mediterranea e la Chiesa è stato poi l’incontro tra Luca Casarini, capomissione di Mediterranea, e l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, avvenuto l’8 aprile 2019. Quell’incontro ha rappresentato una svolta ed è stato epifanico».
Soprattutto perché l’arcivescovo avrebbe dato un nome ai sentimenti che spingevano l’ex attaccabrighe dei centri sociali a salvare migranti. «Lorefice ha fatto capire a Luca e a tutta Mediterranea che quello che stavamo vivendo era il Vangelo» e «da quel momento Luca e tutti i ragazzi e le ragazze di Mediterranea hanno iniziato ad avere ancora più interesse verso il Vangelo e la Chiesa e hanno chiesto di poter avere un cappellano dentro Mediterranea, cioè un prete che li accompagnasse spiritualmente nel cammino, figura che poi è stata individuata in don Mattia Ferrari a motivo della sua storica amicizia con i ragazzi e le ragazze dei centri sociali bolognesi Tpo e Làbas, che sono tra i fondatori di Mediterranea».
(...)
La testa di ariete per l’ingresso dentro alle diocesi sono proprio don Mattia e anche don Luigi Ciotti, di Libera. Il primo è in tutte le chat, fa parte del direttivo di Mediterranea, naviga sulla Mare Jonio. E in una conversazione annuncia tutto felice il ritorno in auge della Teologia della liberazione: «Leggete l’omelia del Papa questa mattina. Ancora in versione comunista».
Anche se ogni tanto, pure don Mattia, qualche dubbio sui suoi «compagni di viaggio» lo nutre: «Mi disse una volta una compagna di Labas: “Ci abbiamo messo anni e anni e finalmente abbiamo distrutto la famiglia”. Giusto per favorire il dialogo con la Chiesa. La famiglia resta un tema su cui tra Chiesa e centri sociali resta una certa distanza». Bontà sua.
È sempre il cappellano ad ammettere che la loro marcia per occupare il Vaticano, al contrario di quella di Mao, non è stata neppure troppo lunga: «È partito tutto con l’incontro tra Casarini e Lorefice. E sette mesi dopo siamo dal Papa».
È il 5 dicembre 2019 e quell’incontro non è stato troppo pubblicizzato per preciso volere della Santa Sede.
Dopo pochi giorni, però, la banda festeggia un’altra omelia del Pontefice: «Il succo del discorso di papa Francesco di oggi: Casarini è diventato il ghost writer di papa Francesco», scrive don Mattia. Anche il cardinal Michael Czerny avrebbe notato la stessa cosa. E aggiunge: «Quel santegidiano di Zuppi imparerà che con noi si fa sul serio». Casarini ribatte: «Siamo gesuiti», Don Mattia non ci sta: «Io sono Mediterranea e basta». Casarini rilancia: «Ormai siamo arruolati». Don Mattia: «Tu più che altro nel discorso di oggi sei stato il ghost writer del Papa».
Casarini è realista: «Tu pensi che abbiamo arruolato noi loro, o il contrario Fratello mio?». Don Mattia: «Siamo noi che abbiamo arruolato loro». Poi fa un passo indietro. «È Gesù di Nazareth che ci ha arruolati tutti».
Passano un paio di mesi, e un altro indagato, Giuseppe Caccia sembra infastidito di essere trattato come un amante da tenere nascosto: «Posso dire che i nostri amici vescovi bergogliani sono un po’ dei coglioni a decidere di non gestirsi pubblicamente alla grande il rapporto con noi?». Anche in questo frangente Casarini invita alla pazienza: «Tempo al tempo. Vedrai che Czerny non si lascia sfuggire la cosa e la giocherà dal basso».
Nel febbraio 2020 Casarini & C. partecipano a un convegno dei vescovi a Bari, che don Mattia lo definisce «una ciofeca».
Caccia chiede: «Quando abbiamo appuntamento privato con i “nostri” vescovi?».
Don Mattia avverte: «Zuppi mi ha garantito che a Bari ci farà salutare il Papa. Questa volta ci sono le macchine fotografiche e le telecamere». Non devono più nascondersi. Il cappellano è di ottimo umore: «Non dimenticherò mai Bassetti che ci confonde con Tirrenia e la cena in cui ci siamo imbucati tra vescovi. E i vescovi che vengono a riverire Casarini. E l’ausiliare di Messina che dice: “Grazie, mi avete edificato”.
E Lorefice che quando gliel’ho riferito, ha detto: “A me lo dici? A me Luca Casarini mi ha evangelizzato. Che poi è quello che dico sempre io: voi mi evangelizzate sempre». Casarini cita solo con le sigle il loro «squadrone»: «Z, P, C, K, M, L, H».
Ovvero i cardinali Zuppi, Czerny, Konrad Krajewski, Lorefice e Jean-Claude Hollerich e i monsignori Domenico Mogavero (sempre che M non stia per il cardinale Francesco Montenegro) e Michele Pennisi.
«L mi ha detto che è pronto ad andare a parlare con il Papa. Anche P l’ho visto determinato. H bisogna informarlo di tutto, anche C».
La diffidenza del Vaticano sta per essere definitivamente superata, anche se con un po’ di fatica: «Krajewski gli ha ribadito (a Zuppi, ndr): “Io a loro (cioè a noi) non gli do niente direttamente. Voi fatemi una richiesta scritta in cui è chiarissimo che io i soldi li do a voi e non a loro”. Domani Zuppi chiama Lorefice, Mogavero e Montenegro per procedere con la richiesta scritta».
Arriva il 19 marzo e don Mattia scrive a Caccia e Casarini: «E nel giorno della festa del papà, auguri ai miei due papà politici».
Caccia non è d’accordo: «Festa del papà? Oggi è San Giuseppe!».
L’11 aprile, il giornale dei vescovi, Avvenire, pubblica una lettera del Pontefice, di risposta a quella di Casarini, che si era lamentato per tutti gli ostacoli incontrati per «poter salvare dalla morte i nostri fratelli e sorelle migranti»: «Luca, caro fratello […] grazie per tutto quello che fate» aveva scritto Francesco. Anticipando il futuro aiuto: «Vorrei dirvi che sono a disposizione per dare una mano sempre.
Contate su di me».
La banda prende la palla al balzo e usa questo viatico per fare il giro delle sette chiese, nel vero senso della parola.
Dopo un po’ di tempo Casarini ha uno scontro con il leghista Igor Gelarda.
I due si scambiano querele e l’ex no global scrive: «Questo, dal video che ha fatto, mi pare davvero un coglione, tra l’altro. Su tema oratorio suggerisco di produrre lettera del Papa a me». Poi ci pensa: «Sarà ora che me ne faccia scrivere un’altra… quella ormai ce la siamo venduta in ogni dove». Un interlocutore ricorda l’incipit: «Luca, caro fratello» e Casarini rilancia: «Per la seconda lavoriamo su “Luca, figliolo prediletto” e “Benedico quei santi avvocati che ti proteggono”».
Quando don Mattia riesce a portare i suoi strani compagni di viaggio davanti al Papa confessa quale sia stato il vero motivo dell’incontro: «Ragazzi devo ancora riprendermi da questi giorni e soprattutto dallo sforzo fisico che ho fatto per avere la faccia da c...
per dire al Papa di mettere i soldi». In un altro messaggio si era vantato: «Come sai so essere un ottimo rompic...».
Per lui le diocesi sono un bancomat: «La Chiesa cattolica sta diventando il nostro Soros». Ovvero il filantropo George che da decenni finanzia Ong in tutto il mondo.
Ma i fondi stentano ad arrivare e don Mattia inizia a perdere la pazienza. A suo giudizio Zuppi è troppo «prudente» e «vuole la botte piena e la moglie ubriaca»: «Per quanto sia un grande a me con ‘ste lentezze ha un po’ rotto i coglioni». Casarini ha un’idea: «Scrivigli che l’hai visto (in tv, ndr) e che era bello e così gli chiedi». Per Caccia «importante è per noi non restare con coglioni schiacciati in mezzo alla porta mentre vescovi e Krajewski tirano da una parte all’altra».
Don Mattia ha le sue idee sui rallentamenti del cardinale elemosiniere: «Il punto di fondo è questo: appena Francesco saprà che sta bloccando tutto perché crede alle balle della Lamorgese (Luciana, ex ministro dell’Interno, ndr), farà procedere». Ma anche ha l’asso nella manica: «Poi al massimo abbiamo l’ultima carta, quella che ti ha detto Lorefice, facciamo parlare Lorefice con il Papa».
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asllanismo · 8 months
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Che giornata ieri!🙃
Parto con la F1, allora io sono contenta in tutti i casi più o meno perché 10° vittoria consecutiva di max che mi va benissimo anche se a monza speravo nelle ferrari (ovviamente la vittoria non era possibile però va be a monza ci sta sperare un pó di più per la rossa) e comunque una delle 2 ferrari a podio (speravo nel doppio podio 2° e 3° perché sappiamo che vince max😂) però di fronte a queste 2 red bull penso abbiano fatto il massimo sia in qualifica che in gara. Piccolo appunto un pó mi dispiace per Sainz perché sembra che per alcuni (un pó troppo fanatici di leclerc a mio parere) lo incolpano sempre cioè se fa la pole position non la deve fare, se arriva prima di leclerc e non é giusto però se queste cose non le fa é scarso da buttare via. Onestamente io che tifo ferrari (e visto che non c'è niente in palio) sono contenta se tutti e due fanno bene poco importa se sul podio sale uno o l'altro basta che lo fanno, poi sainz é stato bravissimo tutto il weekend quindi podio meritato anche se avrei preferito che leclerc battagliasse un pó di più con perez (che gli stesse più a culo quando perez era ancora dietro a sainz) che con sainz alla fine che poraccio ieri si é difeso tutti i giri😕.
INTER😍🖤💙 thuram per me é fantastico, si "sacrifica" un sacco, recupera da dietro e ha un senso della posizione ottimo oltre che avere tecnica. Lauti é sempre Lauti e ancora ottima la fase difensiva che devo dire sta andando meglio poi adesso vedremo con pavard comunque quando giocano cosi come sanno fare loro sono belli da vedere si vede che erano "tranquilli".
La risposta di lauti su lakaka mi ha fatto volare😂😂
sono tornato!!!!! perdonami ma fra il viaggio e il ritorno a lavoro ho avuto tempo di rispondere giusto a chi mi caga il cazzo per stronzate 🙏
Della gara devo dirti che mi ha gasato parecchio che la Ferrari li abbia lasciati correre perché, nonostante fossi parecchio preoccupato perché vedevo max perdere due secondi a giro verso la fine lmao, mi ha intrattenuto e non poco la battaglia! A me Sainz non fa impazzire e non tifando Ferrari non metto bocca su questioni che possono essere interne al team però c'è da dire che non gli si può dire nulla per quel weekend, è stato perfetto e più veloce del compagno da venerdì a domenica, il podio meritatissimo e in generale un weekend dove ha meritato solo complimenti.
Tikus mi sta sorprendendo in un modo che non riesco neanche a descrivere a parole, alcune delle sue qualità già le conoscevo perché ogni tanto mi capita e capitava di guardare la bundes e spesso le partite del borussia m. le fanno su sky, però non avrei mai immaginato che potesse avere un'importanza del genere nel nostro gioco perché ti giuro, saranno solo tre partite ma in questo momento non riesco a immaginarmi una nostra partita senza lui. Con Lauti deve ancora trovare l'intesa al 100% ma già hanno fatto vedere ottime cose quindi una volta trovata, se tutto va bene, magari potremmo aver risolto il grande dubbio sull'attacco che ci ha messo questo mercato (le riserve resteranno sempre un pochino il problema ma vediamo, secondo me siamo messi meglio che per dire la stagione 21/22 con questo Thuram).
La difesa è forse quella che più ti fa capire come Inzaghi abbia lavorato anche su se stesso in questo anno e di come sia in continua crescita come allenatore, perché la differenza rispetto allo scorso anno è veramente abissale. Pavard non ha ancora giocato quindi bene o male sono gli stessi dell'anno scorso, ed è incredibile come sia riuscito completamente a invertire la rotta che se no sarebbe stata un'altra stagione con punti importantissimi persi subito (aldilà del fatto che l'anno scorso il problema fu anche la preparazione atletica dell'intera squadra, se ripenso a quel Lecce-Inter mi vengono i conati).
Ho visto che dell'intervista di Lauti è uscito il video, quel sorrisetto alla risposta sull'esultanza mi ha semplicemente ucciso ❤️
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Test F1 Bahrein 2023: si scaldano i motori
Sono andati agli archivi i test in Bahrein per la stagione 2023 della F1. Tutti i 10 team impegnati nel più prestigioso campionato motoristico hanno iniziato a scaldare i motori in visto del nuovo campionato che vedrà la Red Bull e Max Verstappen difendersi dall'assalto di Ferrari, Mercedes e forse qualche sorpresa. Test F1 Bahrein 2023: cosa abbiamo potuto capire? In questi tre giorni di intensi test abbiamo potuto capire diverse cose ma andiamo con ordine. Partiamo dalle certezze che si chiamano Red Bull e Max Verstappen. Un duo che anche quest'anno sembra essere praticamente invincibile. La potenza della nuova vettura ideata dalla mente motoristica più affermata al mondo (Newey) vede ancora una volta l'olandese volante della Formula 1 essere il più grande favorito per la vittoria finale del mondiale. Tre giorni di test dove la Red Bull ha mostrato i muscoli sia sul giro secco che sul passo gara essendo stata sicuramente la scuderia più costante sotto questo importante punto di vista. E la Ferrari? Se la Red Bull sembra primeggiare, cosa fa la Ferrari? Per la rossa di Maranello c'è un vento nuovo che spinge dal suo interno. L'addio di Binotto a fine 2022 e di Rueda prima dell'inizio dei test in Oriente hanno portato la Ferrari a definire un nuovo assetto "societario". L'ex team principal dell'Alfa Romeo Vasseur è stato chiamato alla corte di Maranello con un solo obiettivo: tornare alla vittoria del campionato sia quello piloti che quello costruttori che mancano all'appello dal 2007 quando il finlandese Kimi Raikonnen vinse il titolo mondiale per la rossa più famose delle corse. Mercedes ancora in difficoltà Dopo una stagione a dir poco sottotono la Mercedes vuole riprendersi alla grande con la neonata vettura ovvero la Mercedes W14. Alla guida di questo nuovo veicolo ci sono il 7 volte campione del mondo Lewis Hamilton e uno dei giovani più promettenti del mondo F1 ovvero George Russell. Un team guidato da Toto Wolf che negli ultimi 7 anni ha praticamente dominato il circus della Formula 1 e dopo un anno di digiuno vuole rivivere momento di gloria. Le altre squadre: chi sarà la sorpresa dell'anno? Abbiamo parlato delle probabili tre migliori squadre che andranno a dominare la prossima stagione ma ora passiamo a coloro le quali non vogliono più essere solo le squadre che vanno a completare la griglia di partenza in ogni gara: - Aston Martin: la scuderia inglese ha deciso di fare sul serio. Una vettura rivoluzionata rispetto alla AM22 che è stata un totale fallimento unita ad una coppia nuova di piloti. L'anno scorso Sebastian Vettel ha lasciato il mondo della F1 ed il suo posto è stato preso dal 2 volte camione del mondo Fernando Alonso. L'altra vettura verde resta nella mani di Lance Stroll - Alpine: Se Alonso è andato in Aston Martin, Pierre Gasly arriva nella scuderia francese. Arriva il momento del riscatto per l'ex Alpha Tauri che deve dimostrare finalmente di essere un pilota in grado di guidare una grande macchina. Dopo il fallimento in Red Bull del 2018 per Gasly è arrivato il suo momento. Al suo fianco ci sarà Ocon. - Haas: dalla linea giovane a quella più "anziana". Dalla coppia che nel 2021 vide Mick Schumacher insieme al russo Nikita Mazepin al 2023 con la coppia d'esperienza Magnussen - Hulkenberg. Riusciranno gli americani ad uscire dalla loro dimentisione di "piccola squadra"? Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years
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Padova, nuovi appuntamenti insieme al Festival Ambiente e Cultura
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Padova, nuovi appuntamenti insieme al Festival Ambiente e Cultura. Nell’ambito del progetto educativo CAMMIN FACENDO del Comune di Padova, le bambine e i bambini della scuola primaria Ferrari partecipano venerdì 7 ottobre dalle 9:00 alle 12:00 ad una passeggiata di quartiere (Camin) fino a raggiungere il Parco di Villa Berta. Qui, attraverso giochi e percorsi motori, trascorreranno la mattinata conoscendosi e sperimentando un percorso condiviso per rilanciare i piedibus, promossi nell’ambito del progetto educativo Cammin Facendo. Novità di questa edizione del Festival è il ciclo Aperitivo con l'autore, tre appuntamenti culturali durante i quali importanti autori del panorama italiano presenteranno i loro libri, trattando tematiche che vanno dallo sviluppo sostenibile, all’ambiente passando per esperienze personali e collettive di cambio di prospettiva. Al termine dell'incontro verrà offerto un aperitivo a tutti i partecipanti. Si inizia venerdì 7 ottobre alle ore 18.00 presso Libreria La forma del libro (Via del Carmine 6) insieme a Gianfranco Franz, professore ordinario di Politiche per la Sostenibilità e lo Sviluppo Locale del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione dell’Università di Ferrara. L'occasione è data dalla presentazione del saggio “L’umanità a un bivio: Il dilemma della sostenibilità a trent’anni da Rio de Janeiro” (ed. Mimesis, 2022). Ne parlano con l’autore, Daniela Luise del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane e Matteo Mascia di Fondazione Lanza. Un volume che esamina successi e fallimenti a trent'anni dal primo summit di Rio de Janeiro sulle condizioni della Terra, con approfondimenti multidisciplinari per capire come fronteggiare la crisi climatica e le sue sfide - tra cui il Covid-19! - e come modificare radicalmente i nostri concetti di sviluppo, crescita, benessere e prosperità. “Siamo a un bivio e ciascuno di noi deve scegliere verso quale direzione procedere; - si legge a pag. 26 del libro - nessuno può chiamarsi fuori da questa sfida, se non altro per responsabilità verso figli e nipoti, con l’aggravante che non ci è più concesso di sbagliare direzione o – com’è accaduto a Glasgow – di continuare a temporeggiare nel fronteggiare le crisi ecologica e climatica, preferendo noi vivere e pensarci in un eterno presente”. Ingresso gratuito con aperitivo incluso, prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti al link ambienteculturapadova.eventbrite.com Per la prima a volta a Camin, sabato 8 ottobre dalle 9:00 sarà possibile far marcare biciclette e monopattini (Kiosk 8.1, Via Vigonovese, 141). Il sistema di marcatura - che consiste nella punzonatura del codice fiscale del proprietario sul telaio della bicicletta o del monopattino - permette di rintracciare, nei casi di ritrovamento, il legittimo proprietario. Il servizio, realizzato in collaborazione con gli Amici della bicicletta, è gratuito. È sufficiente presentarsi con un documento valido e il codice fiscale. Si suggerisce di precompilare e stampare il modulo presente alla pagina web: www.padovanet.it/informazione/ marcatura-biciclette. Il progetto CAMMIN FACENDO e la street art si incontrano a Padova. Un progetto che vede l’arte mettersi a confronto con i temi degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile – Agenda 2030. L’iniziativa, realizzata nell’ambito del progetto co-finanziato dal Ministero della Transizione Ecologica, ha visto impegnati due famosi writer padovani, Made514 e Orion, nel dipingere il muro della pista ciclabile di via dei Ronchi (Camin), Gli artisti coinvolti hanno interpretato due goals dell’Agenda 2030 ONU: Istruzione di qualità (Goal 4) e Città e comunità sostenibili (Goal11). L’inaugurazione avverrà sabato 8 ottobre alle ore 11:00 in via dei Ronchi (ingresso da via Vigonovese). Sarà presente Andrea Ragona, Assessore all’Ambiente. Al termine sarà offerto ai partecipanti un piccolo rinfresco presso Kiosk 8.1 Programma Venerdì 7 ottobre dalle 9:00 alle 12:00 | Villa Berta SCUOLA FERRARI: IL CAMMINO CONTINUA! Le bambine e i bambini della scuola primaria Ferrari parteciperanno ad una passeggiata nel quartiere fino al Parco di Villa Berta dove, attraverso giochi e percorsi motori, trascorreranno la mattinata conoscendosi e sperimentando un percorso condiviso per rilanciare i piedibus, promossi nell’ambito del progetto educativo Cammin Facendo. Ore 18:00 | La forma del libro - Via del Carmine 6 APERITIVO CON L’AUTORE “L’umanità a un bivio. il dilemma della sostenibilità a trent’anni da Rio de Janeiro” di Gianfranco Franz. Ne parlano con l’autore, Daniela Luise del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane e Matteo Mascia di Fondazione Lanza. Al termine dell'incontro verrà offerto un aperitivo a tutti i partecipanti. Ingresso gratuito su prenotazione fino a esaurimento posti al link ambienteculturapadova.eventbrite.com Sabato 8 ottobre dalle 9:00 alle 12:00 | Kiosk 8. - Via Vigonovese, 141 MARCATURA BICI in collaborazione con gli Amici della bicicletta, è gratuito. Si suggerisce di precompilare e stampare il modulo presente alla pagina web: www.padovanet.it/informazione/ marcatura-biciclette. alle 11:00 | via dei Ronchi ingresso da via Vigonovese INAUGURAZIONE MURALES CAMMIN FACENDO I due famosi writer padovani, Made514 e Orion, hanno dipinto la murata della nuova pista ciclabile inspirandosi agli obiettivi 4 (Istruzione di qualità) e 11 (Città e comunità sostenibili). Al termine sarà offerto ai partecipanti un piccolo rinfresco presso Kiosk 8.1.... Read the full article
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corallorosso · 4 years
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Tre scimmie contro il razzismo: è polemica sull’ultima iniziativa della Lega Serie A Di Anton Filippo Ferrari È polemica per l’ultima iniziativa della Lega di Serie A per combattere il razzismo. Ieri (16 dicembre 2019) nella sede della Lega a Milano sono stati esposti tre quadri raffiguranti tre scimmie, un’opera dell’artista Simone Fugazzotto, commissionata per sensibilizzare sulla discriminazione negli stadi. I tre quadri hanno come obiettivo quello di diffondere valori come l’integrazione, la fratellanza e la multiculturalità, ma l’effetto non è stato quello sperato. Anzi. In molti infatti hanno storto la bocca. Persone comuni, ma anche club di primo piano come Roma e Milan. “L’As Roma è molto sorpresa nel vedere oggi sui social delle scimmie dipinte su dei quadri in quella che sembra essere una campagna contro il razzismo della Serie A – il tweet dei giallorossi -. Siamo consapevoli che la Lega voglia combattere il razzismo ma non crediamo che questo sia il modo giusto per farlo”. Dello stesso avviso il Milan: “L’arte può essere forte, ma siamo in totale disaccordo nell’utilizzare l’immagine delle scimmie come icona per la lotta al razzismo e siamo sorpresi dalla totale carenza di condivisione”. La polemica è esplosa anche fuori dall’Italia dove in diversi sono rimasti molto stupiti (in negativo) dell’iniziativa della Lega Serie A. Tra questi diversi quotidiani stranieri e Michael Yormark, a.d. della Roc Nation, l’agenzia che rappresenta tra gli altri Romelu Lukaku: “È una vergogna – ha detto in un’intervista al Telegraph -. Ogni volta che la Lega apre la bocca peggiora la situazione. Ogni volta che la Serie A se ne esce con qualcosa che riguarda il razzismo e la loro strategia per combatterlo, peggiora la situazione”. “Quelle immagini sono insensibili, imbarazzanti non solo per la Lega ma per i club in tutta Italia – ha aggiunto -. Non riesco a comprendere. È solo un’ulteriore indicazione della loro incapacità di capire il problema. Non hanno la minima idea di cosa fare in relazione al tema del razzismo nel calcio. È tempo di chiedere consulenza alle delle organizzazioni per capire questo problema”. Poi ha tirato in ballo il suo assistito: “Lukaku è molto deluso da come le cose vengono gestite in questa stagione. È responsabilità della Lega. Devono indicare la direzione, i toni, devono avere un piano di azione e metterlo in pratica. Deve iniziare qui e poi essere applicato dai 20 club di Serie A. Come possono i club prendere una posizione dura contro il razzismo, se la Lega non ha alcuna idea di che cosa stia facendo?”. Polemiche che hanno portato l’autore dell’opera, Fugazzotto, ad intervenire: “Dipingo solo scimmie, come metafore dell’essere umano. La teoria evolutiva dice questo. Da qui parte tutto. La scimmia come scintilla per insegnare a tutti che non c’è differenza. Perché non smettere di censurare la parola scimmia nel calcio, ma rigirare il concetto e affermare invece che alla fine siamo tutti scimmie? Perché se siamo essere umani, scimmie, anime reincarnate, energia o alieni chissenefrega, l’importante è sentire un concetto di eguaglianza e fratellanza”.
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levysoft · 3 years
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Da qualche tempo, chi si avvicina al mondo Raspberry Pi, si pone una domanda, prima totalmente assente: Mi servirà una ventola di raffreddamento, Si o No?
Tutto nasce dalla psicosi che si è creata con i primi (superficiali) unboxing di Raspberry Pi 4. A causa di un firmware ancora incompleto e al solo utilizzo di benchmark sintetici (cioè artificiali, scritti appositamente per mettere al 100% CPU e GPU contemporaneamente di continuo, cosa che non accade nell’uso di un computer), mista con un po’ poca conoscenza dell’hardware Raspberry Pi, si è diffusa la credenza (ancora oggi dura a morire) che per usare un Pi 4 sia indispensabile usare una ventola.
Benchmark
I benchmark “sintetici” sono programmi scritti appositamente per mettere sotto stress un processore. Nel nostro caso, impegnano al 100% contemporaneamente CPU e GPU. E’ importante capire che questo tipo ti test ha valenza per comprendere la potenza pura di un chip in confronto con altri, ma non ha senso usare test di questo genere nel valutare le prestazioni termiche.
Mi spiego. Prendo una utilitaria e una Ferrari. le metto al banco e gli faccio un test artificiale: premo l’acceleratore a fine corsa per 10 minuti di fila, e mando i motori al massimo. Alla fine del test, rilevo che il motore V12 Ferrari ha consumato più carburante e che si è scaldato di più rispetto a quello dell’ utilitaria. Certo, ha anche 830CV contro i 60CV dell’utilitaria! E’ normale che scaldi di più, in quelle condizioni di utilizzo.
Però, facciamo invece una prova di uso reale: entrambe le auto a 150km/h in pista ad anello per mezz’ora. poi quale sarà l’auto con le temperature più vicine al limite? L’utilitaria, perché con i suoi 60 CV, i rapporti più corti ecc, il motore ha dovuto girare a regimi molto alti, mentre per la Ferrari è stata poco più di una passeggiata.
Potenza
Raspberry Pi 4 è molte volte più potente dei suoi predecessori
Linpack Test (MIPS)Raspberry Pi 42037
Raspberry Pi 3B+526
Raspberry Pi 3461
Raspberry Pi 2298
Raspberry Pi Zero64
Raspberry Pi originale50
Prendendo i due estremi, possiamo dire che il Pi 4 è 40 volte più potente di Raspberry Pi 1 originale.
Nell’utilizzo reale, nello svolgimento di un “lavoro”, ci sono 2 metodi di elaborazione: quello in cui viene chiesto di eseguire il lavoro nel minor tempo possibile (ad esempio calcolare un rendering o un calcolo in genere) oppure quello in cui un lavoro deve essere eseguito in tempi precisi che non variano con la potenza del processore (ad esempio un filmato, un videogame, ecc.).
Due modi di funzionamento
Immaginiamoci un calcolo complesso, che richiede del tempo: il Raspberry Pi 1 ci impiega 5 minuti per portarlo a termine. In quei 5 minuti la CPU è al 100% e le temperature salgono. Ora prendiamo lo stesso calcolo, e facciamolo fare al Pi 4. Quest’ ultimo ci impiegherà 7,5 secondi. La CPU sarà al 100% per 7,5 secondi, e la temperatura non fa letteralmente in tempo a salire sensibilmente. A parità di lavoro svolto. Il Pi 4 resta più “fresco” del Pi 1.
Analizziamo l’altro metodo di funzionamento: quello dipendente dal tempo, non dall’elaborazione. Riproduciamo un filmato Full-HD e per parità di condizioni (Pi 4 ha una GPU più potente dei modelli precedenti), scegliamo un codec che non abbia supporto all’accelerazione hardware della GPU, dove quindi faccia tutto la CPU. Sul Pi 1 la CPU magari è impegnata al 90% per riprodurre il filmato. Mentre sul Pi 4, l’impegno per lo stesso lavoro è del 2,25%. Quale dei due Raspberry si scalderà di più? Anche in questo caso, Il Pi4 sarà più fresco.
Abbiamo quindi visto che l’utilizzo reale è molto differente dai benchmark sintetici. Intendiamoci: Pi 4 è potente, se spinto al massimo consuma più dei modelli precedenti, e deve dissipare più Watt sotto forma di calore. Ma non confondetelo con un PC, che è ricco di ventole: un PC può avere un alimentatore da 600, 650 W, mentre il Pi4 al massimo, ne consuma circa 7, di Watt. Quindi in usi intensivi ( calcolo continuo) certamente scalda più degli altri modelli (ricordate la Ferrari con l’acceleratore sempre a fine corsa?), ma si tratta di utilizzi che molto raramente si trovano nell’utilizzo reale (io ho riscontrato necessità di raffreddamento solo usando BOINC per il calcolo distribuito h24, altri esempi non me ne vengono).
Il Firmware
Raspberry Pi 4 è risultato pronto per la commercializzazione poco più di un anno prima del previsto. Infatti, solitamente nello sviluppo di un nuovo chip, i primi modelli reali non funzionano come i modelli virtuali utilizzati in progettazione. Si vede cosa c’è che non va, si corregge e via così. Solitamente occorrono diverse revisioni per giungere a uno standard commerciale. Nel caso del SoC BCM2711 che equipaggia il Raspberry Pi 4 già la seconda revisione ha superato tutti i test necessari per la commercializzazione. Tutto fantastico? Nì: l’hardware era pronto, il software non ancora. A partire dal firmware stesso (quella parte di codice che risiede sulla scheda e che serve al suo funzionamento), poi anche il sistema operativo (Raspberry Pi OS a 64 bit era mancante di molte parti, tanto è che è in beta ancora oggi), e di applicativi (diversi software hanno impiegato molto tempo a creare una loro versione adatta all’hardware del Pi4, così diverso dai precedenti, senza avere avuto in anticipo prototipi o documentazione.
Il risultato è stato lanciare sul mercato il Pi 4 con un firmware molto basico, che non integrava nemmeno la gestione dei consumi dei vari chip della scheda, e qualche bug di troppo che faceva salire la temperatura più del necessario.
Oggi la situazione è sensibilmente diversa: il firmware è stato aggiornato molte volte, e ed ancora in sviluppo per migliorarlo di continuo. Per aggiornarlo è sufficiente aggiornare il Raspberry con l’opzione full-upgrade. Nel dettaglio:
sudo apt update
sudo apt full-upgrade
Per vedere le immagini termiche ottenute a riposo e durante i benchmark , i grafici e i confronti tra le varie versioni del firmware del Pi 4, vedi lo speciale sulla rivista ufficiale The MagPi, numero 88, qui disponibile gratuitamente, tradotta in italiano.
Thermal throttling
Tutte le CPU moderne dispongono di questa funzione (e tutti i modelli di Raspberry Pi), utile a proteggere i componenti elettronici da eventuali danni. Al raggiungimento di una soglia prestabilita il clock viene abbassato per favorire il raffreddamento del chip. Questa situazione viene segnalata da una icona di un termometro rosso in sovraimpressione nell’angolo superiore destro dello schermo. Questa funzione è integrata nel firmware, e funziona quindi con ogni distribuzione software. Se non compare mai il termometro rosso, non c’è alcuna necessità di raffreddare il Raspberry Pi.
La presenza del thermal throttling serve proprio a evitare dei danni o di rischiare di accorciare la longevità della scheda. Non causa alcun danno, li previene, intervenendo con soglie ampiamente più basse di quelle pericolose.
La Fondazione Raspberry Pi
La fondazione Raspberry Pi ha più volte dichiarato che Raspberry Pi 4 (con il firmware aggiornato) si può utilizzare tranquillamente senza alcun sistema di raffreddamento, ha dimostrato, con uno stand di plastica, che una corretta posizione della scheda (in verticale, lato lungo in basso, pin GPIO in basso) può aiutare a lavorare con temperature più basse, ha presentato il Pi 400, che, più potente del Pi 4 si accontenta di una grezza piastra metallica non alettata per rimanere abbondantemente sotto i 50 gradi in un case quasi completamente chiuso…
Ha anche ricordato che la progettazione avviene tenendo conto della temperatura di funzionamento normale (e che quindi abbassarla in modo estremo potrebbe non essere una buona idea), che un dissipatore fosse indispensabile al corretto funzionamento, la scheda lo avrebbe di serie… Ma niente, alla fine si è “arresa” e ha fornito un sistema software, integrato in Raspberry Pi OS, per comandare un pin del GPIO in base alla temperatura del SoC, e prodotto una micro ventolina da collegarci (con annesso dissipatore: una ventola senza dissipatore passivo serve come una garage senza auto).
Ma (intelligentemente) la temperatura limite di default è impostata a 80 gradi (a temperature più basse, non serve raffreddare il Soc di Raspberry Pi, da 85 in poi, c’è il thermal throttling)
Ventole su GPIO
Se alla luce di quanto scritto su, si necessita di una ventola di raffreddamento, la cosa peggiore che si possa fare, è collegarla al GPIO, se non creando un circuito elettronico adatto a pilotarla oppure se non lo ha già integrato (come la FanShin o quella ufficiale), e posizionarla dentro al case (se non sia abbia fatto un accurato studio sulla dinamica dei fluidi, come per quella ufficiale).
Alimentazione da GPIO
Lo so che il 98% delle ventole sono collegate così, ma so anche che non è una cosa che mi sento di consigliare: le ventole usano un motore brushless, senza spazzole. Qui si può vedere, nel dettaglio, come funziona.
+5V
Se collegate sul pin +5V, dovrebbero essere correttamente alimentate (non vi è limitazione sulla corrente qui, se non quella fisica di dimensione della pista e del pin), ma è anche la stessa linea di alimentazione da cui viene derivata quella del SoC, che è tanto schizzinoso con le alimentazioni un po’ sporche o basse. E collegarci un motore brushless che funziona con continue commutazioni e inversioni delle correnti, non è il massimo, soprattutto senza filtri per evitare ripple sull’alimentazione.
+3,3V
Se collegate su un pin programmabile 3,3V, le ventole girano più piano, sono quindi più silenziose e il pin è comandabile a seconda della temperatura interna del SoC (funzione già presente nel firmware, raggiungibile da raspi-config o da Configurazione Raspberry Pi). Ma (ovviamente c’è un “ma”) questi pin possono fornire solo circa 16 mA, cioè 0.016 A. E sono decisamente troppo pochi per una ventolina. Così, sottoalimentata sia in corrente che in tensione può funzionare male nella sua parte interna, quegli “interruttori” elettronici che commutano la corrente sulle bobine e i sensori di hall che captano quando le bobine raggiungono la posizione per cui è opportuno commutare l’alimentazione alle altre bobine. Insomma il rischio che vada fuori sincrono è alto, e quindi comincerà a generare rumore, prima elettrico, sotto forma di disturbo e di emissione elettromagnetica, poi uditivo, perché girando male, diventerà presto rumorosa e finirà per guastarsi.
Se, dopo quanto scritto su, vi servisse una ventola comunque (i casi particolari esistono), fate in modo, almeno, di non alimentarla dai pin del GPIO. Scegliete di alimentarla a parte. Se dovete farla controllata dalla temperatura, il pin del GPIO usatelo solo come segnale logico per comandarla, non per alimentarla.
Raffreddamento passivo
Se usate il Raspberry in modo intenso, o magari se lo utilizzate h24 in condizioni non proprio ideali (ad esempio appiccicato dietro la TV che scalda già di suo, o in una cassetta da esterno colpita dal sole ecc), allora come  raffreddarlo, per stare più tranquilli? Sempre sulla rivista ufficiale, The MagPi hanno testato i case “raffreddanti” per Pi4. Il risultato è stato lampante: il peggiore è stato l’unico case dotato solo di ventola. I migliori risultati li hanno dati i case in alluminio, che oltre a proteggere la scheda hanno anche la funzione di dissipare il calore in modo passivo con tutta la loro superfice. Puoi leggere il dettaglio del test sul numero 90 della rivista, qui disponibile gratuitamente in italiano.
Il migliore è stato l’Argon One, case dissipante in alluminio che ha al suo interno una ventola comandabile via software (spesso non parte mai, col nuovo firmware).  Qui in offerta a meno di 20 euro
Ma oggi ci sono case anche più economici che offrono comunque buone prestazioni dissipanti. Ad esempio percirca 8 euro, questo mi ha stupito per la sua qualità costruttiva: molto preciso e massiccio.
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storiedellarte · 6 years
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Giorgione, Concerto, c. 1507, Venezia, Gallerie dell’Accademia (in deposito da collezione privata)
PER CINQUE ANNI avremo un Giorgione in più a Venezia. Le Gallerie dell’Accademia da oggi offrono l’occasione straordinaria di studiare in uno spazio pubblico il “Concerto Mattioli” di Giorgione, che gli attuali proprietari hanno lasciato in deposito al museo veneziano. E, subito, per un mese, il Concerto sarà esposto accanto alla Tempesta e alla Vecchia, prima che questa vada in restauro. Avremo così, una accanto all’altra tre opere di Giorgione appartenute al mitico “camerino delle antigaglie” di Gabriele Vendramin.
Nel giorno in cui a Venezia si celebra con Giorgione il bicentenario della prima apertura al pubblico delle Gallerie dell’Accademia come non segnalare finalmente l’uscita dei volumi di Alessandro Ballarin (Giorgione e l’Umanesimo veneziano, 7 tomi, Edizioni dell’Aurora, 2016–2018), che si sono presentati il 28 maggio a Milano, alla Pinacoteca di Brera. Se non altro almeno per ricordare che l’identificazione del Concerto Mattioli con il quadro già della collezione Vendramin è proposto da Ballarin già nel 1981–1982 (vedi tomo 1, pp. 181, 229–234). Un dipinto fondamentale per la sua ricostruzione dell’ultima attività del maestro di Castelfranco.
Il Giorgione di Ballarin, un’opera attesa da così tanto tempo che sembrava impossibile potesse uscire un giorno. L’avevamo annunciata esattamente sette anni fa, appena pubblicato il Leonardo a Milano. Sette anni come i sette tomi usciti ora dalle Grafiche Aurora di Verona. Finiti, ma non stampati tutti. L’ultimo non era ancora stampato qualche settimana fa, subito dopo la presentazione a Brera. Dopo i primi sei tomi è finita la carta. Bellissimo! Come se la tipografia volesse darci il senso del tempo, della fatica e della mole di questo lavoro, che raccoglie e riordina gli scritti di Alessandro Ballarin e mette in scena un immenso racconto, per immagini, didascalie, cronologie e indici de La pittura a Venezia negli anni di Giorgione e del giovane Tiziano (1485–1524), come recita il sottotitolo dell’occhiello che apre il saggio introduttivo di presentazione al Giorgione e l’Umanesimo veneziano.
Indice del primo tomo
Presentazione dell’opera
Sette anni fa non mi riuscì un’intervista sui volumi altrettanto freschi di stampa dedicati a Leonardo a causa, appunto, del cantiere-Giorgione che si era appena avviato. Oggi nemmeno ci provo: da intervistatore, lo so, finirei per essere intervistato dall’autore del Giorgione, che vorrebbe sapere come la vita supera la letteratura e ti porta a guardare con dolore i propri amori di lontano.
«Non si può capire Giorgione a vent’anni!» Non possono non risuonarmi in testa le parole di una vecchia conferenza ferrarese in cui, come in questo libro, per il suo autore la vita è la ricerca. E ora verrebbe da rispondere come continuare ad amare Giorgione a cinquant’anni, quando non credi più a nulla, se non sognandolo o, di lontano, continuare a sentire la pittura, cioè l’emozione, come diceva Bianchi Bandinelli, per la “forma artistica” punto di partenza per l’intuizione critica.
Il Giorgione è un’opera molto complessa composta con apparente semplicità in due tomi di saggi e cinque di tavole «per lo più a colori». La presenza, nel frontespizio, di tre curatrici, Laura De Zuani, Sarah Ferrari e Marialucia Menegatti, che aveva curato anche il Leonardo a Milano, sta proprio a segnalare la difficoltà dell’impresa e la quantità di energie che sono servite per poterla realizzare. Nei primi due tomi sono raccolti i saggi sulla pittura veneziana scritti dagli anni Sessanta del Novecento ad oggi, dal Palma il Vecchio (1965) dei gloriosi Maestri del Colore Fabbri e dal Tiziano, l’amato “Tizianino” (1968), dei Diamanti dell’arte Sansoni alle schede della mostra Le siècle de Titièn al Louvre (1993) nel primo tomo. Nel secondo trovano posto invece la riedizione de La compagnia degli amici (Einaudi, 1982) seguita dai saggi allora rimasti inediti dedicati al rapporto di Giorgione e i suoi due “creati” con la cultura filosofica e filologica dei loro committenti negli anni attorno e subito dopo l’anno 1500.
Piano dell’opera
L’indice dei tomi di tavole dà l’idea della vastità dell’impianto narrativo con cui è costruita questa sezione, che immaginiamo ricca di novità e di imperdibili sottigliezze.
Se il Leonardo a Milano poteva apparire, con un sorriso, un anti-ebook, quest’opera pare infischiarsene degli ebook e del digitale, che sembra essere piegato ad una forma nuova che ha assorbito i vecchi dattiloscritti, gli album fotografici, i caricatori stipati di diapositive e i pesantissimi Power-Point delle lezioni universitarie per farsi qualcos’altro.
Anche se, personalmente, continuo a preferire saggi che si tengono in mano o nella tasca della giacca per averceli nei momenti in cui ci si deve difendere e che si leggono come un romanzo o come il petrarchino di un celebre dipinto di Giorgione (o come il Giorgione di Morassi), mi rendo conto però che questo Giorgione è molto di più di una raccolta di saggi, sembra costruito per lottare con il tempo perduto. E con il tempo a venire.
Un’opera che affonda le radici nella connoisseurship di fine Otto e inizio Novecento e sembra voler dialogare piuttosto che con noi con i grandi del passato e del futuro, con i Berenson Bode Suida Gronau Longhi Morassi Wind Panofsky Warburg ecc. del passato e del futuro. Oppure, fuori da qualsiasi schema, preferisce dialogare solo con l’occhio di un grande fotografo come Mauro Magliani. Non solo una provocazione, anche una indicazione di metodo che meno teorica di così non si potrebbe:
Lavorare con Magliani è stata una grande esperienza: ho sicuramente imparato molto da queste lunghe frequentazioni assieme della grande pittura, dal circuito delle emozioni, che quando si realizza di fronte ai capolavori con i quali ci siamo confrontati, ti lega per sempre, dalle discussioni sui tagli, dove i tagli che io avevo in mente e che erano quelli spesso già impaginati sui powerpoints dell’opera, si mettevano a confronto con quelli tutti diversi individuati dal suo occhio, dall’insaziabile desiderio suo, e naturalmente anche mio, ma forse piú suo che mio, di documentare tutti i passaggi del dipinto, fino alla scoperta di un particolare fino ad allora sfuggito all’attenzione degli studî e tale da poter dire di piú, anche a me, sulla considerazione dell’insieme. Memorabile al riguardo è stato il momento in cui Magliani ha messo gli occhi sull’acqua del Giordano nel Battesimo di Cristo di Santa Corona, a partire dal primo piano quando lambisce un tratto di sabbia screziata da una miriade di ciottoli, per finire nelle anse del fiume alla chiusura della vallata dove la condotta appena sfocata della materia nei declivî delle colline e nella trasparenza dell’acqua, evoca un effetto di foschia che sembra salire dal fiume. Ma che cosa dire della temperatura delle emozioni quando ci siamo trovati con la macchina da presa di fronte alla Vecchia, alla Tempesta, alla pala di Castelfranco? E come dimenticare quel giorno che non finiva piú in cui abbiamo fotografato l’Assunta, un giorno d’inverno con fuori una tempesta di neve che non consentiva neppure di aprire la porta della basilica per andare a prendere qualcosa di caldo, scavalcato il ponte, nel caffè di fronte. D’altra parte quasi tutte le riprese che abbiamo fatto sono entrate nei cinque volumi di quest’opera, per cui si può vedere di volta in volta, dalle immagini, quali siano state le emozioni forti che abbiamo condiviso nelle campagne fotografiche di questo Giorgione. Quanto al mio apporto nei suoi confronti, se posso parlare nella veste di vecchio professore della disciplina, direi che Magliani esce da questa esperienza rinforzato nelle sue attitudini di storico dell’arte, e di conseguenza anche nelle sue attitudini di grande fotografo.
Alessandro Ballarin, Giorgione e l’Umanesimo veneziano con la collaborazione di Laura De Zuani, Sarah Ferrari, Marialucia Menegatti Edizioni dell’Aurora, Verona, 2016-2018 7 tomi, pp. ca. 1650., ill. a colori ca. 3500, ca. 500 b.n. ISBN: 9788897913658
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Il “Giorgione” di Alessandro Ballarin, un amore di lontano PER CINQUE ANNI avremo un Giorgione in più a Venezia. Le Gallerie dell’Accademia da oggi offrono l’occasione straordinaria di studiare in uno spazio pubblico il “Concerto Mattioli” di Giorgione, che gli attuali proprietari hanno lasciato in deposito al museo veneziano.
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dobbiamo-capire · 2 years
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CAN WE HAVE ONE (1) GOOD NEWS?
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According to this (x), Ferrari still don’t understand what happened to Charles’ PU in Barcelona, now the pu is at Maranello, they’re not sure that it’s going to work again since the break was so sudden and for Montecarlo Charles now has 2 choices: use the old 1 PU or use already the 3 and last PU. This Monaco weekend really starts on a good note (ironic)
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giuseppeclaudia · 4 years
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Ed eccoci qui piccola mia come se fossi il primo giorno che ti vidi ed è passato tutto così velocemente come una Ferrari in pista hahaha...voglio dirti tante cose che sai e te lo ridico e ridico,Lo so che siamo distanti km su km e le nostre paure sono profonde come mostri spaventati da tutto ciò che ci circonda. Ma ormai appartiene a te tutto ciò che provo, sei la mia costante in una miriade di variabili. Gli amori vanno e vengono, come le onde ed io e te siamo proprio come loro...che ogni volta che ci schiantiamo contro uno scoglio lo facciamo più e più volte finché non riusciamo a superarlo, non ci arrendiamo mai...All'inizio pensavo che tu fossi una delle tante e che la tua vita fosse troppo, troppo per me che la tua bellezza fosse qualcosa al di fuori dell'umano, ma poi quando ti ho conosciuta per davvero  ho capito che il mio cuore avrebbe fatto di tutto pur di averti...Potremmo litigare per ore ed ore o ridere per ore per qualsiasi motivo, ma i nostri cuori sempre uniti resteranno e finché tutto questo durerà, sarai la mia principessa, la mia Afrodite, la mia ancora in una tempesta...Eh quando sarà il momento di dirci addio non ti dirò " Ti prego resta", ma ti porterò una rosa, anzi tre, una rosa e rossa per l'amore che provo e che mi susciti a ogni sguardo o messaggio, un bocciolo di rosa rossa per farti capire che tutto può nascere e ciò che è nato ha sempre una speranza, e l'ultima rosa sarà di plastica perché quando quella appassirà allora tutto questo svanirà, ma fino ad allora, finché quella rosa non appassirà potrai contare su di me, su tutto ciò che sono e che sarò. Non posso prometterti che sarò sempre la stesso, non posso prometterti che non mi incazzerò, o che non sbatterò la porta quando uscirò e non posso neanche prometterti che non me ne andrò... Però so che per qualsiasi problema che ci sarà lo risolveremo insieme, nella buona e nella cattiva sorte  come dice Tiziano Ferro o come dice la Bibbia... Quindi Amore mio non tremare per una leggera scossa perché ciò che provo non si sposterà di nemmeno un millimetro. Perciò quando il mio cuore ti sorride non pensare di essere fortunata, ma guardami negli occhi e specchiati, vedrai una ragazza spettacolare e meravigliosa, dove tutto cioè che è va oltre ogni cosa. Sei forse l'essere più bella che io abbiamo incontrato, l'amore di una vita che non è inscatolato. La vita è sempre dura con chi ama, lo si impara si da bimbi, ma non per questo si smette di farlo, perciò piccola mia tutto ciò che succederà ti porterà al limite solo per farti capire quanto sei forte. So che sei una ragazza che è piena di dubbi e incertezze ma se vuoi ci penso io a loro, ti giuro che li abbraccerò e gli dimostrerò che sono solo brutti ricordi, fidati di te e tutto ciò avrà un perché...Mi sono perso nei tuoi occhi mesi fa ed ora eccoci qua, l'una tra le braccia dell'altra, mentre la mia traccia suona e il tempo vola...Vorrei sfiorarti e dirti che è ora di svegliarsi, ma non posso e mi limito a scriverti che sei il mio sogno, sei così meravigliosa che ti distingui da tutte sei semplicemente unica, sei così bella che quando passi tu si gira tutto il mondo è questo non deve succedere perché sennò se la devono vedere con me... Scusami se delle volte non ti capisco e perdo il controllo, ma sono abituato a fregarmene dell'orgoglio, volevo lasciarti andare, darti la possibilità di volare.... Ma ora che ti posso amare, ti prego... Non andare... Lasciati respirare un'altro po'... Ed io che non lo so cosa voglio dalla mia vita... Ma so che ci voglio te insieme a quella rosa non appassita,e con questa bellissima frase chiudo la lettera che te la vorrei dare diversamente.+9 mesi di noi di pure passione,e tanto altro deve ancora avvenire,“TI AMO”.❤️🔐
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italiaefriends · 4 years
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I&f Comunica
"Marchio Italia"
di Riccardo Rescio
Il Brand di una nazione, il suo marchio di riconoscibilità, d’identificabilità può essere facilmente paragonato a quello di una qualsiasi altra marca di prodotto o di servizio comunemente commercializzato.
I fattori che determinano la forza del Brand sono certamente molteplici, ma quelli che contribuiscono in modo sostanziale all’affermazione di un Brand di un Paese, sono senza dubbio riscontrabili nel sistema dei valori che quella stessa nazione riesce a esprimere, nella qualità della vita, nelle possibilità di far business, nel Patrimonio Territoriale, Culturale, Artistico. Determinante sarà soprattutto la capacità degli stessi Stati di creare, realizzare e utilizzare strategie adeguate alla promozione delle proprie specifiche peculiarità.
Il Brand di una nazione sarà la risultante di un sapiente mix tra i punti di forza posseduti, che trovano la loro sintesi comunicativa nel proprio Marchio, che contribuisce concretamente a dare forte identità allo stato di cui è simbolo. Identità, appartenenza, riconoscibilità.
Se le prerogative, le peculiarità, le caratteristiche di uno Stato fossero, in un regime autarchico ad esclusivo uso degli stessi abitanti, molto probabilmente non sarebbe così tanto necessario creare un marchio d’identità nazionale. In tutti gli altri casi, nella stragrande maggioranza delle nazioni, la realizzazione o il rafforzamento di un “Country Brand”, è assolutamente indispensabile. Le specifiche peculiarità, le varietà attrattive del singolo Paese, la massima diffusione delle informazioni, la semplice accessibilità e il facile uso delle stesse, costituiranno il presupposto indispensabile per la diffusione, la conoscenza, l’apprezzamento, di un Brand nazionale.
Valutare la forza di un Marchio è questione complessa, capire come, quanto e cosa sia percepito all’estero, della nostra variegata diversità territoriale, storico/culturale, agroalimenta e Vitivinicola, implicherebbe indubbiamente uno studio analitico molto approfondito. Si può comunque invece sottolineare quanto poco sia stato fatto per far conoscere, accreditare e promuovere, l’Italia nella sua complessa vastità. Si può riscontrare quanto poco si sia fatto per promuovere tutte le innumerevoli straordinarietà, che caratterizzano e individuano le “Terre Uniche”, delle nostre 20 incantevoli Regioni, con le tante località, belle, affascinanti e altrettanto poco conosciute. Quell’immenso patrimonio, che rende tutta la “Penisola delle Meraviglie” un Luogo straordinario, particolare, di origini lontane e antiche consuetudini, tramandate, conservate, ma non del tutto valorizzare. L’Italia è il più grande giacimento di Bellezza e il maggiore concentrato di Storia, Arte, Territori, pertanto il Brand Nazionale dovrà esprimere tutto quello che ci identifica e che nessun altro Paese al mondo può vantare di avere.
L’Italia, unica e indivisibile, la grande nazione in cui tutti noi ci riconosciamo, senza riserva alcuna, è nella sua forma istituzionale una Repubblica, ma si voglia o no, nella sostanza, soprattutto sotto il profilo degli originali retaggi, per Tradizioni, per Cultura, Arte e Territorio, è una vera e propria confederazione di piccolissimi stati, identificabili nelle nostre 20 straordinarie Regioni, con Territori ben definiti ricchi di specifiche valenze.
Da 150 anni uniti sotto un’unica bandiera, questi Territori definiti e identificabili da tempo immemorabile, custodiscono immensi patrimoni e inestimabili tesori, molto spesso poco conosciuti, sia in Italia che all’estero.
La considerazione e la preferenza fino ad ora accordata all’Italia sono una piccola cosa in confronto a ciò che si potrebbe realmente ottenere se si riuscisse a far conoscere al mondo quanto il nostro Paese veramente vale e quanto realmente merita.
La condivisione di tutto questo deve avvenire attraverso una maggiore e migliore divulgazione dell’Italian Brand, attraverso una comunicazione Promozione Istituzionale completa, diffusa, mirata e soprattutto più facilmente accessibile al grande pubblico, utilizzando nuove strade, nuove tecnologie, innovative attività di Marketing Territoriale, mirate e dirette, per rendere il “Marchio Italia” il mezzo attraverso il quale il nostro Paese possa essere maggiormente conosciuto, apprezzato, amato e valorizzato nel mondo. La presunzione che l’Italia sia talmente conosciuta da non avere alcun bisogno di ulteriori promozioni comunicazionali, contrasta fortemente con la reltà, poichè non esiste cosa alcuna che sia talmente conoscita da rimanere per sempre nella memoria collettiva, a maggiore conferma di questo, i due più famosi Brand al mondo, come quello della Ferrari e della Coca Cola, sono di parere diverso, visto che il primo continua a far correre le proprie monoposto sui circuti internazionali e il secondo continua la comunicazione della propria bevanda su tutti i Media di ogni latitudine del mondo, al solo scopo di promuovere i rispettivi prodotti.
“Chi non comunica scompare”
citazione da StrateCo http://www.chinoncomunicascompare.it
Riccardo Rescio Presidente Assaggia l’Italia ApS Associazione di Promozione Sociale #comunichiamoalmondolitalia #tuttoilbelloeilbuonochece #sistemaitalia #nessundorma
Pubblicato da italia&friends su WordPress aprile maggio 6, 2020
Sistema Italia, Turismo&Territorio
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2capitolo- IL PASSATO RITORNA
H:”betty sei pronta? Altrimenti non riusciremo a vedere abbastanza .”
Disse hanna con tono calmo e divertito ,avrebbe saputo che elizabeth ci sarebbe stata un eternità a prepararsi per uscire
E:”eccomi so pronta ,credo.”
Rispose beth con tono divertito.le due donne si presero a braccetto e uscirono dalla porta per incamminarsi verso la macchina .
H:”la signorina hill è pregata di allacciare la cintura ,che questo giro turistico abbia inizio,siamo pronti per il decollo.”
Entrambe scoppiarono a ridere ,in realtà era la risata contagiosa di elizabeth che avrebbe fatto ridere chiunque.
Le due iniziarono la marcia ,non avevano ideato ancora un punto ben preciso su dove fermarsi o cosa vedere,stavano girando senza un senso ben preciso ,ad un punto hanna Spense il motore, e sussurrò “vieni” beth scese dalla macchina e inizió a seguire hanna.
“Un bar” esclamò elizabeth con un tono incuriosito. “Non un semplice bar ,questo è il grill!” Esclamò hanna , “è il posto più frequentato di mysticfalls falls in genere vengono tutti qui anche per fare dei semplici incontri” esclamò la donna , ma hanna non aveva portato lì la nipote per farle fare conoscenze , hanna sapeva che poteva mettere in pericolo elizabeth e la sua mente stessa , voleva accertarsi che qualcosa non stesse tornando a galla dai più profondi abissi dell’oceano. Hanna era spaventata ma non lo dava a vedere ,si sedette ad un tavolino ed entrambe presero un caffè.”niente male per iniziare un giro turistico” ridacchio elizabeth mentre si guardava intorno , hanna era tesa ,era una donna molto emotiva ,solo che a differenza di elizabeth non poteva lasciarsi andare ,doveva essere forte per beth .
Le due iniziarono a chiacchierare del più e del meno ,una sensazione di quiete avvolgeva il grill ,si era creata una perfetta armonia attorno alle due. “Questo posto ha qualcosa di magico,è molto meglio di come credevo che fosse” sussurrò elizabeth con tono stupito mentre continuava a guardarsi intorno. Le donne si persero in una lunga conversazione che fece perdere a entrambe la cognizione del tempo,si fecero le sei del pomeriggio ma nessuno delle due se ne accorse ,non si vedevano da molto avevano tanto da raccontarsi l’un l’altra .
Fino a che qualcosa catturo’ l’attenzione di elizabeth facendole spalancare gli occhi , il cuore le  tremava e una scia d’ansia,panico e paura le attraversava il corpo , hanna la guardo’ , ferma immobile , chiunque avesse potuto udire il suo cuore palpitante battere senza mai fermarsi , non riusciva a a parlare aveva le parole bloccate in gola.
‘‘Ciao amore mio’‘urlacchio’ la ragazza bionda a quello che sembrava essere il suo fidanzato ‘‘e tu Donovan non farlo ubriacare’‘ disse scherzosamente al ragazzo che stava dietro il bancone. 
Hanna si giro’ di scatto , rabbrividi’ anche lei , eppure non avrebbe potuto trascinare elizabeth fuori di li, beth l’avrebbe sfiancata con il suo quarto grado che sarebbe anche stato in grado di far cedere hanna perche’ beth si sarebbe trasformata in panico puro. 
‘‘e’ lei’‘ balbetto’  , ‘‘tesoro , magari ti sei sbagliata , fidati’‘ ribadi’ zia hanna. Ma no....beth era convinta , e avrebbe fatto di tutto per scoprire qualcosa di piu , si alzo’ con la scusa di andar a prendere una bottiglia d’acqua. ‘‘dove vai tesoro ?’‘ esclamo’hanna , in realta’ sapeva benissimo cosa stesse andando a fare , ma hanna in quel momento era impotente , poteva correre il  rischio se l ‘avrebbe fermata , beth avrebbe dubitato , l’unica soluzione era lasciarla fare , fare finta di niente anche se era impossibile perche’ proprio quando elizabeth clara si alzo’ da quella sedia il cuore di hanna inizio’ a battere forte quanto quello della nipote , abbasso’ gli occhi al pavimento ‘’come accidenti è possibile’‘ sussurro’ tra lei e lei.
elizabeth si avvicino’ al bancone , sembrava un piccolo cucciolo indifeso in preda alla paura. ‘’salve , scusi vorrei una bottiglia d’acqua naturale e due bicchieri per favore’’ disse al ragazzo , il cuore di beth stava esplodendo , ma qualcuno lo sapeva gia’. ‘’hey’’ disse timorosa alla ragazza bionda che si giro’ di scatto. lei rabbrividi’ , spalanco’ gli occhi , stava quasi per scappare ma il coraggio attraverso’ il corpo di elizabeth e impulsivamente le afferro’ il braccio ‘’aspetta ti prego’’ entrambe si scambiarono uno sguardo compassionevole, ,il ragazzo seduto sullo sgabello e il ragazzo che stava al bancone notarono la ragazza , ma presto iniziarono a parlare fra di loro come se volessero mettere un po’ di agio tra le due ragazze.la ragazza bionda blocco’ lo sguardo per qualche momento sulle assi di legno che costituivano il soffitto , ‘’ti prego’’ ripete’ elizabeth , gli occhi della sconosciuta si posarono sullo sguardo smarrito di beth ,la guardo’ con occhi  lucidi , sembrasse quasi stesse trattenendo le lacrime, hanna non si stava facendo sfuggire nulla. 
‘‘perche’ stamattina sei scappata via dopo avermi chiamato con il mio nomignolo ? cosa ci sarebbe di male a darmi una risposta ? 
‘‘devi andare via da me’‘ disse la donna , aveva un tono debole , era come se le facesse male dire quelle parole , non riusciva piu’ a trattenere le lacrime ne lo sguardo fisso su elizabeth. 
‘‘ti prego , almeno dimmi il tuo nome , io sono elizabeth clara hill , piacere di conoscerti ‘‘ disse beth con tono piu’ sicuro , ‘‘ io sono...caroline...caroline forbes’‘.
Elizabeth si immobilizzo’ a quel nome , le aveva scosso qualcosa nel profondo,gli occhi si chiusero, sembrava come se qualcosa le avesse attraversato veloce la mente , troppo veloce da sapere cosa fosse ‘’zia’’ sussurro’ prima di svenire e di battere la testa a terra.
caroline getto’ un urlo quando vide la ragazza a terra , si abbasso’ per vedere se respirava , hanna si giro’ e vide la nipote a terra ‘’ o santo cielo , chiamate un’ambulanza’’ esclamo’ hanna , lei era un’infermiera non avrebbe potuto fare molto per la nipote ,in tempo breve anche il ragazzo di caroline e il ragazzo del bancone si avvicinarono per vedere cosa succedeva , insieme a tutti gli altri che in quel momento si trovavano al grill , quell’armonia che si era creata era sata distrutta in tempo breve .
l’ambulanza non ci stesse molto ad arrivare , caroline in quell’attimo scoppio’ in lacrime , continuare a trattenerle sarebbe stata una lotta con se stessa , quindi decise di lasciarsi andare , hanna era immobilizzata davanti alla scena della  nipote che veniva trasportata al pronto soccorso di mystic falls, si avvicino’a caroline ,si lanciarono uno sguardo profondo quelle due , uno sguardo di angoscia , di paura , uno sguardo di compassione per elizabeth , hanna poggio’ la mano sulla spalla di caroline , mentre continuavano a sfuggirle lacrime , hanna sussurro’ ‘’prima o poi scoprira’ tutto’’ quella frase era piena di angoscia e paura , ad hanna scappo’ una lacrima , prese la testa di caroline fra le sue mani la guardo’ negli occhi ‘’ non possiamo evitarla , tu sai com’e’ fatta , si tormenterebbe , se e’ cosi che deve andare la proteggeremo , senza farle sospettare nulla, dobbiamo innanzi tutto capire com’e possibile che le stiano tornando i ricordi.’’ quelle parole motivarono caroline , il suo sguardo adesso era forte , sicuro , ascoltava le parole di hanna con estrema attenzione , ‘’hanna,e se beth..e se lei un giorno dovesse ricordare utto ? disse caroline singhiozzando. ‘’Allora le spiegheremo tutto , ma adesso devi correre da stefan e damon e dire ai vostri amici cosa sta succedendo’’ le disse hanna con tono sicuro .
C:’’ conoscendo stefan stara’ gia’ parlando di questo con damon , per quanto riguarda elena e bonnie ...beh loro lo sanno gia’ non ho potuto far a meno di raccontarglielo , non mi credevano ,incosciamente stavano per correre a casa tua non appena hanno saputo ,stavano per farlo , ma non potevamo rischiare tutto questo, avrebbe solo peggiorato le cose , e per quanto tutte noi adesso vorremo abbracciarla , ci spetta il difficile compito di fare le indifferenti con quella che una volta era la nostra migliore amica.’’
H:’’devi parlare con bonny, caroline, solo lei puo’ capire cosa le sta succedendo , lo so che fa paura tutto questo , ma ormai e’ fatta , caroline , non potevo dirle di no quando mi ha detto che voleva venire per studiare e iniziare una nuova vita , si meritava di avere una nuova vita dopo tutto quello che ha passato qui , ma non pensare , caroline, che privarcene sarebbe stata la soluzione , non si puo’ dimenticare lei é vostra amica ma e’ anche mia nipote e non immaginavo minimante che sarebbe andata così , eppure adesso e’ nostra responsabilita’ , se non abbiamo potuto salvarla prima , facciamolo adesso , cercando di metterci tutte le nostr forze'’ .
il tono della donna era incoraggiante , gli occhi delle due si riempirono di fiducia , erano pronte ad accettare qualsiasi condizione erano pronte a rimettersi in gioco , la pace a mystic falls era finita quel giorno.
hanna stava per correre in macchina per seguire beth in ospedale , ‘’vengo con te’’ disse con tono fermo caroline . ‘’se ci vede insieme potremmo riuscire a tranquillizarla , quindi io vengo con te , rimane la mia migliore amica , e anche se lei non lo sa ancora , anche se non dovesse saperlo mai , io voglio esserci per lei , ne ho bisogno , perche’ lei non avrebbe mai abbandonato nessuno di noi’’
le due salirono di fretta in macchina , hanna guidava veloce avrebbe rischiato di prendere una multa salata  se continuava a guidare quella dodge come se fosse una ferrari , in quel momento , una multa era nulla in confronto a quello che stava succedendo . aveva solo bisogno di sapere che beth non era grave e avrebbe aperto presto gli occhi.
in quel momento in macchina si udiva un silenzio dominante ,ogni volta che hanna si fermava al semaforo , si mordeva il labbro , con gli occhi fissi su di esso , mentre batteva le dita sul manubrio , era nervosa , e il semaforo la stava rallentando ,non appena scatto’ il verde ricomincio’ la marcia sfrenata della donna , una frase , spezzo’ quel silenzio:
C:’’hanna , stavo pensando ...ad una cosa’’
H:’’dimmi tutto tesoro’’
esclamo’ la donna con voce profonda e preoccupata. caroline fece un lungo sospiro profondo , serro’ gli occhi e disse con voce insicura:
C:’’ Hanna , se elizabeth sta iniziando a ricordare ,  dovesse ricordare cosa sono davvero i suoi amici ?’’
H:’’tesoro , sai come e’ fatta , ci vorrebbe bene lo stesso , ma si arrabbierebbe...si arrabbierebbe tanto per averglielo tenuto nascosto , ma caroline , al momento non  abbiamo scelta.’’
C:Hanna, se elizabeth dovrebbe ricordare di....’’
hanna la interruppe , sapeva cosa stava per dire hanna con tono preoccupato balbetto’
H:’’ non pensarlo nemmeno’’
C:’’hanna lo sai , non possiamo escludere nulla , se dovesse  ricordare  di lui...’’
hanna la interruppe di nuovo , esclamo’:
H:’’ a quel punto dirle che io sono una strega e tu un vampiro sarebbe il lavoro piu semplice’’
entrambe tirarono un sospiro di tensione.
Finalmente la corsa termino’ , erano arrivate all’ospedale di mystic falls , non fu semplice trovare un parcheggio , e proprio all’ultimo hanna e caroline stavano perdendo la pazienza. parcheggiarono la macchina e balzarono fuori con fretta , piu’ correvano verso l’ospedale , piu’ sentivano un nodo che si stringeva allo stomaco . ‘’dov’e’?’’ urlo’ hanna . lei lavorava in quell’ ospedale , era conosciuta in ogni reparto era una delle infermiere piu’ brave e piu’ rispettate svolgeva il suo lavoro con passione , non permetteva a nessuno di avere paura degli aghi , perche’ con lei era facile acquistare coraggio , e se avevi paura faceva di tutto per scacciarla via , per questo teneva un grosso vaso pieno di caramelle,ti faceva un enorme sorriso e ti dava una di quelle caramelle come premio per il tuo coraggio , era sempre calma e solare , ma quel giorno hanna era difficile da riconoscere.
‘‘hanna , cosa e’ successo , chi stai cercando ? ‘‘ disse un suo collega preoccupato per lo stato di hanna . ‘‘ mia nipote ,elizabeth clara hill è stata portata qui non molto tempo fa” disse con voce affannata . ‘‘credo di aver capito di chi stai parlando , e’ arrivata qui una ragazza circa dieci minuti fa ,ti porto subito da lei’‘
il collega aveva capito la fretta con cui doveva raggiungere beth , il collega sentiva l’agitazione delle due donne , cosi’ allungo’ i passi verso quel lungo corridoio . Si fermo’ davanti ad una porta , si giro’ di scatto ‘’e qui dentro , vi lascio da sole con lei...hanna mi dispiace per tua nipote spero solo si riprendera’ presto’’. hanna annui’ col capo fece un mezzo sorriso al collega , aprirono piano la porta beth era in una stanza illuminata da una debole luce bianca soffusa , era sola li dentro , aveva una flebo attaccata al braccio , e una mascherina dell’ossigeno , stava dormendo. il corpo dritto , la testa piegata sul lato destro del cuscino e le mani che le scorrevano lungo i fianchi , ‘’aspettiamo’’ disse caroline , ‘’si dovra’ svegliare prima o poi’’ ribadi’ hanna .
passavano i secondi , i minuti , che sembrava quasi il tempo si fosse fermato. entrambe le donne persero la speranza che beth si fosse risvegliata presto , si lanciavano continui sguardi di speranza . 
‘’vado a prendere un caffe’ , ne sento l ‘estremo bisogno’’  susurro’ hanna. ‘’ne avrei bisogno anche io’’ disse caroline con tono leggero  mentre continuava a tenere la mano di beth . 
hanna era appena arrivata davanti alla macchinetta per prendere i due caffe’ , ma fu distratta dal suo cellulare che in quel momento squillava , lo estrasse dalla tasca . era caroline , la donna si dimentico’ dei caffe’ e corse nella stanza di elizabeth. era stordita , ma era sveglia , le donne iniziarono a emettere sospiri di sollievo,
‘‘tesoro’‘sussurro’ hanna con voce sorpresa ‘‘come ti senti?’‘.
elizabeth era confusa , stava prendendo ancora coscienza , rimase un attimo a fissare la bocca di hanna mentre le parlava , ma una cosa non le sfuggi’ , caroline era li e le stava tenendo la mano .
‘‘tu che ci fai qui’‘ beth si rivolse a caroline con voce stanca e affannata.
‘‘mi sono preoccupata, mi sei crollata davanti , e non me la sentivo di scappare di nuovo’‘ disse caroline avvolta dai sensi di colpa per essere scappata da lei quella mattina , continuava a fissare il vuoto sul pavimento mentre continuava a tenerle la mano. elizabeth giro’ la testa verso la porta , stava cercando di prendere fiato , aveva molto da dire . 
si tolse la mascherina dell’ossigeno , fece un respiro profondo , mentre le due donne la osservavano sedute , caroline a sinistra , hanna a destra.
‘‘ho bisogno che voi non mi mentiate’’ disse beth con voce ferma mentre fissava la porta davanti a lei’’,qualcosa ha attraversato i miei pensieri cosi’ velocemente da farmi crollare a terra ,ricordo solo di aver sentito un dolore lancinante alle tempie. e adesso voglio delle risposte , Questa non è una domanda ,si tratta della mia vita , esigo di sapere.’‘ elizabeth si giro’ a guardare le donne aveva una voce debole , doveva riprendere del tutto coscienza , ma era abbastanza cosciente per sentire cosa avevano da dire le due donne.
hanna e caroline si scambiarono uno sguardo , rabbrividirono alle parole di beth, potevano mantenere i segreti al sicuro ma sapevano che prima o poi beth avrebbe fatto crollare i loro silenzi’’
H:’’cosa ha attraversato i tuoi pensieri tesoro?’’
E:’’ ricordi , pensieri , persone’’ 
elizabeth continuava a fissare quella porta,come se temesse che qualcuno o qualcosa stesse arrivando.
il respiro di elizabeth si stava affannando . caroline hanna si scambiarono un altro sguardo ,quegli occhi scintillanti erano ormai velati dalla preoccupazione.
C:’’ che tipo ...di ricordi ‘’
E:’’caroline , stamattina prima di incotrarti ho avuto  la sensazione di essere gia’ ‘stata in quel viale,come se un ricordo   mi avesse attraversato in fretta facendomi avere la vaga sensazione di aver gia’ chiamato questo posto casa.’’
caroline rabbrividi’.
E:mi sembra di conoscerti , caroline forbes,’’
C:’’ma... noi due non ci siamo mai incontrate prima di stammatina , cosa stai blaterando’’
E:’’si , io ...ho come la certezza di averti gia’ vista’’
ripete’ elizabeth con tono piu’ alto ,stava iniziando ad agitarsi.
guardo’ caroline dritto negli occhi, elizabeth era troppo furba sapeva che le stavano nascondendo qualcosa , troppo per i suoi gusti. Beth non si sarebbe arresa finche’ non avrebbe saputo ,piuttosto avrebbe preferito sfiancare le due donne con una valanga di domande fino al loro cedimento. hanna e caroline sapevano benissimo di come fosse sospettosa beth , non si faceva mai scappare nulla. notare i dettagli era il suo passatempo preferito. anche se hanna e caroline si stavano impegnando per essere meno sospettose possibili davanti ai suoi occhi ,ormai non c’era molto da fare , beth era sicura che le nascondevano qualcosa di importante , alle due donne non le rimaneva altro che arrendersi , ma non lo fecero , non ancora. 
E:’’ sembra che voi sappiate , non so perche’ ma sento quel senso di sicurezza che raramente si sbaglia, cosa c’e che devo sapere ? ‘’
beth stava iniziando ad innervosirsi , era agitata in quel momento era una facile preda per l ‘ansia,i suoi occhi straripavano di nervoso ,erano diventati lucidi , a quel punto non riusci’ piu’ a capire cosa le stesse succedendo , ma il suo stato emotivo l’avrebbe presto fatta scoppiare.
caroline guardo’ hanna con quegli occhi straziati dal dolore e sussurro con voce tremante  alla donna seduta di fronte a lei ‘’non abbiamo altra scelta hanna’’. ‘’scusa betty betty’’ le sussro’ caroline che si avvicino’ dolcemente a lei , con la mano ancora nella sua , la guardo’ negli occhi ‘’adesso dimenticherai tutto,ti addormenterai , e quando ti sveglierai non ricorderai mai di avermi vista , hai avuto un abbassamento di pressione , sei svenuta e ti hanno portato in ospedale’’
elizabeth emise quella che sembrava proprio una risatina nervosa , sollevo’ la schiena dallo schienale del letto ‘’a che gioco state giocando tutte e due ? ‘’urlo’ con tono severo ,adesso si sentiva piu’ persa che mai.
caroline  solbazzo’ e spalanco’ gli occhi guardo’ dritto hanna e sussurro’ ‘’oh cavolo’’
C:’’hanna devo parlarti esci fuori’’
E:’’no,voi parlerete con me qui adesso’’
H:’’mi dispiace beth.’’
sussurro’ hanna con un tono dolce . le due uscirono dalla stanza e iniziarono a discutersi sul da farsi proprio davanti alla porta della stanza in cui era stata chiusa elizabeth. hanna fece in modo che beth non sarebbe potuta uscire da li finche’ caroline e hanna non avrebbero deciso cosa fare.
C:’’cavolo ,cavolo , lo avevo dimenticato, e adesso hanna cosa facciamo?’’
H:’’innanzi tutto ,è fondamentale mantenere la calma’’ 
C:’’ mantenere la calma dici ? elizabeth non puo’ piu’ essere soggiocata , e dovremmo mantenere la calma? stiamo affondando hanna , anzi sai cosa ti dico? siamo gia’ affondate’’
caroline non riusciva a smettere di andare avanti e indietro mentre stringeva i pugni con lo sguardo terrorizzato ,hanna si teneva la testa tra le mani , mentre cercava di elaborare un piano.
H:’’non doveva andare cosi’ , non questo giorno , doveva essere speciale. ma dopo tutto , meglio prima che dopo , questa e’ una situazione complessa e delicata, sto pensando a cosa fare’’
C:’’si ma non possiamo lasciarla li , se inizia a gridare attirera’ l’attenzione di tutti.’’
H:caroline , io credo che abbia iniziato a urlare non appena siamo uscite, non puo essere soggiocata ne da un vampiro ne da una strega è totalmente immune, ma questo non significa che non puo’ esserlo la stanza dell’ospedale. ho fatto in modo che nessuno la sentisse , e chiunque dovesse avvicinarsi a questa porta , sai cosa devi fare caroline’’
C:’’hanna non riesco a capire , non ha senso tutto questo , come te lo spieghi.”
H:’’ caroline , devi chiamare bonnie, subito  ,dille di venire al whitmore . ora, lei potrà aiutarci a capire , dobbiamo spiegarle tutto , se dovesse essere con elena dille di inventarsi una scusa per correre via se sapesse che si tratta di elizabeth non la fermerebbe nessuno e adesso non abbiamo bisogno di tirare nella mischia  altre vite in questa storia , e poi non elena ha riavuto da poco la vita normale che sognava , e’ di nuovo umana dovete tenerla fuori da tutto questo.
dopo una lunga mezz’ora che sembrasse quasi non passare mai , si potevano udire i passi veloci di qualcuno che correva senza sosta lungo il corridioio. 
’bonnie e’ qui’’ caroline fece quasi un sorriso , gli occhi si illuminarono le due si diedero un’abbraccio per farsi forza. ‘’lei dov’e’,voglio vederla’’ disse singhiozzando bonnie , con occhi lucidi  ,  sembrava essere sull’attenti proprio come una sentinella , era nervosa e continuava a mordicchiarsi il labbro mentre i suoi erano fissi su quella porta , come se volesse correre ad aprirla , ne era tentata.
B:’’cosa e’ successo perche’ lei e’ qui’’
C:’’ ha raccontato di un ricordo che le ha attraversato la mente , poi e’ caduta a terra, e..e ha detto come se avesse la netta sensazione di essere gia stata qui , ha detto di conoscermi’’
caroline scoppio’ in lacrime , si teneva la fronte con entrambe i palmi . ‘’o mio Dio’’ sussurro’ bonnie con occhi vuoti mentre una lacrima le correva veloce lungo la guancia. ‘’scusa hanna , se sono piombata qui senza  salutarti’’ la donna abbraccio’ bonnie ‘’non preoccuparti tesoro , lo capisco benissimo’’
’C:’’ bonnie , abbiamo bisogno di capire , tu sei una strega bennet , solo tu puoi aiutarci ‘’
per un attimo gli occhi di caroline si riempirono di speranza ‘’qualcunque cosa per beth’’ ribadi’ bonnie senza nemmeno pensarci . cosi’ hanna inizio’ a raccontare.
H:’’ a beth come gia’ sappiamo ,due anni fa le  venne fatto un incantesimo potente ma la magia di una strega non era abbastanza potente  per praticare  quell’incantesimo , ma lo sarebbe stata se avesse ricorso alla magia oscura , una strega avrebbe dovuto sacrificarsi ,morire per poi risvegliarsi all’inferno ,senza morire mai davvero , la sua anima avrebbe continuato a vagare tra le  fiamme dell’inferno , tormenti e sofferenze,questa e’ la punizione per una strega che pratica magia nera . la sofferenza eterna senza mai trovare la pace.solo una strega nata con il potere di esercitare il dono oscuro puo’ predilire magia nera ma non ti puoi fidare di un cattivo per salvare un buono, tralasciando le chiacchiere, non ostante l’arduo scarificio non   è stato difficile  trovare qualcuno che  sacrificasse  la propria anima  in cambio della pace a  mystic falls. dopo quella tragedia , l’unico modo per far ritornare la pace era dare una nuova vita ad elizabeth , facendole dimenticare il dolore e il passato di sofferenze , cosi’ come  dare una nuova vita a tutti gli altri cittadini di mystic falls , abbiamo avuto tutti il bisogno di ricominciare da capo .un’incantesimo cosi’ potente da cancellare il ricordo di beth dalla mente di tutti gli esseri umani e  coloro del mondo soprannaturale che la volessero  morta. e non solo , ache lui aveva bisogno di ricominciare . è stato meglio cosi’ , per entrambi.’’
dopo la lunga spiegazione hanna tiro’ un sospiro di sollievo e chiuse gli occhi , aveva tirato tutto fuori questo e la fece sentire meglio.
C:’’esatto fino a qui tutto quadra , elizabeth è protetta da questo incantesimo , ma se esso è cosi’ potente da non potersi spezzare  che qualcuno perfavore mi spieghi come è possibile che le stia tornando la memoria’’ 
non sapere , era peggio del sapere. nessuno riusciva aspiegarsi quello che stesse accadendo. caroline era ormai al limite ma lei non era la sola ad esserlo.
‘‘ e se ci fosse qualcosa di piu’ potente di un’incantesimo ?’‘ blatero’ bonnie con gli occhi fissi sulla porta. ‘‘bonnie cosa stai dicendo , quell’incantesimo e’ la garanzia che avrebbe dovuto tenere beth al sicuro per il resto dei suoi giorni ‘‘. disse caroline con un tono agitato.
B:’’ e se non fosse cosi’ ? caroline ?’’
C:’’cosa stai insinuando’’
bonnie afferro’ caroline per le spalle e la guardo’ dritto negli occhi:
B:’’ pensaci bene... caroline cosa potrebbe essere piu’ forte di un’incantesimo che riuscirebbe a far tornare i ricordi a elizabeth qualcosa di piu’ pericoloso di un incantesimo di magia oscura , caroline....non è l’incantesimo che si sta slegando da lei , è elizabeth ��  lei  che ha sciolto l’incantesimo.
C:’’non puo’ essere....l’amore.’’
H:’’non dirlo nemmeno per scherzo , bonnie bennett , non puo’ essere’’ 
hanna si irrigidi’  la guardo’ terrorizzata , stava cercando di essere forte , ma qualcosa nelle parole di bonnie la turbarono.
B:’’forse dovremmo cercarlo e....’’
hana interruppe bonnie :
H:’’ noi non cercheremo proprio nessuno , bonnie , faremo come ai vecchi tempi ‘’
C:’’hanna ,per l’amor del cielo , cerca di ragionare ,se lo trovassimo...ci farebbe comodo per cercare di capire se lui avesse le stesse sensazioni ‘’.
hanna sospiro’ , ma sapeva bene che caroline aveva ragione.
H:’’e anche se lo cercassimo ? non abbiamo piu’ sue notizie da anni , non sappiamo nemmeno se sia ancora a mystic falls , ‘’
B:’’io voglio aiutarvi , al momento dobbiamo analizzare a fondo le informazioni che ci ha dato elizabeth , scappo a parlare con mia nonna , sicuramente ne sapra’ di piu’ di me ‘’
C:’’ bonnie , beth è sveglia , ed è in quella stanza , sospetta che noi le stiamo nascondendo piu’ del dovuto mi ha guardato negli occhi mentre la soggiocavo  per farle dimenticare tutto quando ho ricordato che nessuno di noi ha piu’ potere su di lei ormai , cosa ci consigli  di fare ?
caroline guardava l’amica con occhi pieni di speranza come se avesse avuto la risposta pronta , dopo tutto era bonnie bennett, sapeva sempre cosa fare , ma non adesso in quell’istante.
C:’’e se entrassimo tutte nella stanza? 
H:’’peggioreremo solo la situazione , inizierebbe a fare domande su bonnie’’
B:’’è vero ma se si ricorderebbe anche di me , avremmo la certezza che elizabeth sta sciogliendo l’incantesimo’’
le tre donne si lanciarono uno sguardo , hanna annui’ ‘’facciamolo’’ disse con la voce tremolante. hanna sciolse l’incantesimo che lancio’ alla stanza in cui vi era dentro beth , aprirono piano la porta.elizabeth non appena vide la maniglia girarsi si butto’ giu’ dal letto e attese che le donne entrassero.’’aspetta bonnie,prima entraimo solo io ed hanna’’ bonnie annui’.
E:’’davvero?,chiudermi in una stanza per fare cosa ? sara’ passata almeno un’ora , e’ un tempo lungo vi sarete dette tante cose che come al solito io non so e poi perche’ ad un tratto la maniglia è diventata incandescente?’’
H:’’calmati, elizabeth , ci arrendiamo , ti diremo tutto.’’
Caroline la guardo’ scioccata , non erano questi i piani.
H:’’ma prima, siediti, tra poco passera’ l’infermiera per misurarti la pressione’’
lo sguardo di caroline ancora piu’ perso , non capiva cosa avesse in mente hanna.
E:’’perche’ non lo fai tu zia , sei un infermiera e lavori qui’’
H:’’hai ragione tesoro ma non sono in servizio , non è mio compito adesso’’.
hanna usci’ fuori dalla stanza , e rientrò dopo qualche minuto con l’infermiera .bonnie doveva essere forte e non avere nessuna reazione quando si sarebbe trovata davanti alla sua migliore amica.
H:’’ betty ti presento Bonnie bennett , una mia cara collega , adesso ti misurera’ i battiti’’
E:’’bonnie? bonnie bennett, questo nome ...’’
sussurro’ elizabeth mentre la squadrava dalla testa ai piedi , fino a quando lei le poggio’ la mano sul braccio. Elizabeth urlo’ in seguito al dolore che la fece piegare , ‘’elizabeth’’ urlo’ hanna. ‘’e’ successo ancora , un’altra volta, io ti conosco , ho avuto una visione ‘’ elizabeth stava impazzendo , piu’ ricordava piu’ quel senso di paura cresceva in lei . ‘’ che sensazione’’ ribadi’ subito hanna con voce preoccupata e con gli occhi grandi che la fissavano guardando il pavimento con le mani che strizzavano i capelli .
E;’’ero...ero in una casa...una casa grande...sembrava un momento felice...ma non ricordo bene è stato troppo veloce , troppo sfocato è stato breve , c’erano delle rose bianche , tante luci , e ricordo una voce che diceva ‘’bonnie di a betty che ci siamo quasi’’ era una voce maschile , non ricordo piu’ nulla , tutto svanito,di nuovo’’
B:’’sei sicura ?’’
E:’’lo potrei giurare’’.
ci fu un silenzio assordante. sguardi persi , occhi che  avevano  perso la forza di brillare , sorrisi svaniti . quello era il dolce rumore assordante del caos , il caos interiore , un caos che solo le tre donne conoscevano , elizabeth era solo una vittima ,una ragazza confusa in preda alle sue emozioni , tra poco sarebbe iniziato il college ma per lei studiare  sarebbe stato difficile in quelle condizioni non avrebbe mai abbandonato il sogno di diventare veterinaria ma in quell’istante il mondo le era gia’ crollato a dosso , si chiedeva come potesse essere possibile che in una sola giornata le cose precipitassero cosi’ , in effetti se lo chiedevano tutti. si fece tardi, erano le sette di sera , non aevano ideato un piano su cosa dire a beth finche’ hanna non prese l’iniziativa.
H:’’tesoro, è stata una giornata pesante per te , dovresti solo concentrarti sulla tua salute adesso , ti faccio una promessa elizabeth clara hill , ti diro’ tutto un giorno, non adesso ,non prima che tu non abbia iniziato il college , voglio solo che tu sappia che non dovrai passare ogni tuo singolo giorno in preda all’ansia , dimenticalo , se fosse stato cosi’ importante lo avresti gia’ saputo , dopotutto , betty delle visioni possono capitare a tutti , e dovrai abituarti alle forti giornate calde di mystic falls ,sei un soggetto debole , per te e’ facile crollare in tutt i sensi , ma adesso basta , mettiamoci una pietra sopra,torniamo a casa , prendiamo una pizza e passiamo la serata davanti alla tv’’
le disse hanna guardandola negli occhi , con un tono dolce e rassicurante , quelle parole rassicurarono elizabeth  ,decise di lasciar perdere con il suo solito quarto grado , non le andava di parlare , non riusciva nemmeno a guardarla negli occhi , quel momento era delicato, e hanna sapeva benissimo cosa le stava correndo nella testa.
‘‘ragazze , vi unite a noi?’‘ le due fecero un quasi sorriso ma elizabeth ribadi’ ‘‘sono stanca , credo andro’ a dormire subito dopo cena’‘ le dispiaceva dire quelle parole, elizabeth era sempre stata solare le piaceva circondarsi di persone e amava ridere , ma non quella sera . le due ragazze si guardarono e si avicinarono verso di lei con timore , caroline le mise una mano sulla spalla ‘‘ ci vediamo in giro elizabeth’‘. lei annui’ col capo senza guardarle , si alzo’ in piedi ed uscirono tutte dalla stanza , dopo aver firmato le carte di dimissione ognuno sali’ nella propria auto e tornarono a casa.
le due non parlarono per tutto il resto del tragitto verso casa , hanna conosceva elizabeth , sapeva perfettamente quando non era in vena di parlare ,e se lo avesse fatto per incoraggiarla  le avrebbe portato fastidio.in sotto fondo suonava ‘’angel’’ una delle canzoni degli aerosmith preferite da beth , se non l’aveva messa a tutto volume probabilmente non le andava nemmeno di ascoltare la musica , e non era un buon segno , in genere passava una buona parte della gironata con gli auricolari.
‘‘vado a letto zia , ci vediamo domani’‘ elizabeth diede un debole abbraccio alla zia e s’incammino’ verso la sua stanza ‘‘non hai mangiato nulla betty’‘ ribadi’ hanna con un senso d’angoscia. ‘‘scusa e che non ho fame.’‘ 
hanna sapeva che lo stato d’animo della nipote avrebbe influito sulla sua salute , si rifiutava di mangiare ogni volta che subiva uno stato emotivo troppo forte. questo la preoccupava molto , ma hanna rispetto’ la richiesta della nipote , in fin dei conti non si poteva asoettare che avesse fame dopo una giornata del genere.
beth apri’ la porta si poteva subito sentire l’aroma del deodorante alle rose  che hanna aveva spruzzato , quell’odore le ricordo’ subito qualcosa. sua zia aveva fatto un’ottimo lavoro con l’arredo , c’era un piccolo tappeto rotondo bianco davanti al letto che aveva rimpieto di coperte e pile nel caso il piumone non la riscaldasse abbastanza , luci soffuse davano a quella stanza un senso di pace . beth si mise il pigiama spense le luci  e si fece cadere sul letto prese un cuscino e lo strinse fra le braccia , non riusciva a dormire senza qualcosa che le colmasse il vuoto tra le braccia  ,aveva notato che dalla finestra c’era una bella vista di alcune case della cittadina illuminate , cosi’ le guardo’ finche’ non si  fece avvolgere dalla stanchezza cadendo in un profondo sonno.
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federicodeleonardis · 5 years
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Fotografia e correttezza: una lettera su Enrico Cattaneo
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Firmamento nero (ex Cartiera Vita-Mayer)
Ricevo e volentieri pubblico
 Cara A,
il mondo è piccolo, molto più piccolo di quanto la fama faccia apparire a chi lo scandaglia per descriverne le eccellenze e certi particolari microscopici, ma veramente importanti, sfuggono all’indagine che vuol essere oggettiva e corretta. Non dubito della tua buona fede e della tua competenza di curatrice, ma nel caso dell’intervista a Enrico Cattaneo, morto meno di un mese fa, te ne è sfuggito uno che mi riguarda da vicino. Mi accingo a dirti quale.
Da parecchi anni non ho più incontrato Enrico, esattamente da quando avevo scoperto che in varie occasioni aveva esposto sue fotografie su mie opere… senza citarmi in alcun modo (non ricordo la data, ma tutto ciò successe qualche mese dopo la mostra che William Xerra fece alla galleria Derbylius, in cui qualcuno ci riprese amichevolmente insieme). Questa scoperta mi indusse a evitare di incontrarlo e, visto che la cosa si ripeteva con una certa frequenza, a scrivergli le mie proteste in modo dapprima gentile e poi sempre più indignato (non mi sono però mai servito di raccomandate, il che significa che la scarsa fiducia nella tempestività della giustizia, i suoi costi e un fondo di speranza (illuso!) nella sua correttezza, dopo le mie rimostranze scritte, avrebbero ottenuto l’effetto desiderato. Non si è mai degnato di rispondermi o di giustificarsi: evidentemente pensava di essere lui l’artista, che io fossi semplicemente un supporto e che la cosa non valeva nemmeno la pena di essere discussa. E’ passato del tempo: non mi interessa inseguire le scorrettezze o la meschineria altrui, troppo fiducioso che la verità prima o poi verrà a galla, ma dopo il tuo articolo ho pensato che non potevo più procrastinare la difesa del mio lavoro.
L’avevo portato, materialmente, nei luoghi più importanti del mio intervento artistico, mettendo a disposizione del suo obiettivo le mie opere; lui ha pensato bene di appropriarsene senza minimamente sospettare di avvilirne la portata solo perché sapeva usare uno strumento di registrazione, come se l’arte fosse appunto, registrazione, rappresentazione. Nella confusione generale, che denuncia l’ignoranza diffusa nei tempi attuali e che una certa critica interessata ha contribuito a formare, approfittava dell’occasione offertagli dall’opinione corrente che privilegia lo strumento fotografico perché facile, democratico, alla portata di tutti … i cretini: basta saperlo usare un po’ meglio, basta ammantarlo di un’aura tecnologica, scientifica, alchemica e il gioco è fatto: siamo dei grandi artisti! Parlo a una studiosa del campo, a una storica dell’arte contemporanea (l’ossimoro non lo nota nessuno: contemporaneo e storia fanno a pugni e spesso il ‘con’ si elimina col tempo; per fortuna dei posteri), una persona che lavora tutti i giorni e insegna arte visiva: non siamo in musica, dove la composizione non esisterebbe senza l’esecuzione e dove, tanto per fare un esempio, Gart Knox è artista quanto Luciano Berio e la Sequenza per viola non potrebbe essere ascoltata in tutto il mondo senza la sua divina interpretazione. Noi, dico tu, Cattaneo e io, lavoriamo nel campo dell’arte visiva e se pur una certa tendenza degli studi sulla comunicazione (i cosiddetti visual culture studies) tenda a privilegiare il web e quindi lo strumento che più di ogni altro può essere utilizzato dalla rete (vedasi per es. l’articolo di Federico Ferrari su questa tendenza, ripubblicato sul suo Visioni nel paragrafo Iconosfera),  io penso che l’arte veicolata appunto dal retinico si serva di qualcosa di ben più importante della semplice immagine piatta che si affida al digitale e questo qualcosa si chiama spazio, terza dimensione (compresi i suoi odori e, da architetto aggiungo, anche i suoi rumori, cioè la vita che lo riempie). Invece una certa critica superficiale perpetua l’equivoco, anzi ribalta addirittura la frittata: eclissa l’opera nel cono d’ombra della sua interpretazione. Cattaneo si è appoggiato a questa sponda; lecito per carità, anche se sulla validità del suo lavoro come artista si pronuncerà la storia. Ma ha sfruttato il mio lavoro continuamente (anche economicamente) senza citarmi e le scuse non sono mai arrivate. Alla fine, come ho potuto constatare da un annuncio sul Corriere, lo zampino della Smrgnaffa (cito sempre questo personaggio di Gadda, per esorcizzarlo) gli ha impedito di farlo: quella signora non va per il sottile!
Ma veniamo a noi, a te. In tutto il tuo articolo non ho letto una sola parola che mi mettesse in campo, ma nemmeno che menzionasse i lavori da lui fotografati che mi menzionassero come autore. Di più, e non so se la scelta e le didascalie delle foto sia stata tua o della rivista, si pubblica un mio lavoro come suo, addirittura con altro titolo (questo probabilmente datogli da lui). Svista? Dimenticanza? Per quanto riguarda la mia persona, il fatto che tu abbia condiviso l’opinione di Cattaneo (l’artista era lui e io solo un’involontaria comparsa), mi offende, ma sono affari tuoi. Da te che conosci il suo lavoro, ma anche e da molto tempo il mio (aspetterai per raccontare la mia storia che quella vecchietta arrivi anche alle mie porte?), avrei pensato di leggere il mio nome almeno accanto a quella serie di artisti minori che citi a un certo punto dell’articolo. Non so se rallegrarmi o meno della esclusione, ma dubito che tu lo abbia fatto per riguardo al livello superiore della mia arte. Mi permetti l’ironia?
Affari miei invece sono il fatto che il tuo silenzio in qualche modo convalida il falso, il plagio del fotografo nei miei confronti. Tutto ciò è tanto più grave in quanto, essendo tu stata una curatrice di mostre anche importanti in cui mi hai invitato (almeno tre) e una frequentatrice delle gallerie in cui io ho mostrato quei lavori, non potevi ignorare che aveva lavorato sulle mie opere. Ma più grave ancora è il fatto che, avendo tu raccolto a suo tempo le mie rimostranze, in occasione dell’articolo tu le abbia bellamente ignorate.
Questa la nostra vicenda, di me e di te, per essere precisi.
Tutto ciò apre una parentesi di natura culturale che mi vede costretto a pubblicare quanto sopra e a far pervenire questo scritto alla rivista in cui è comparsa l’intervista perché prenda le misure del caso. A settembre mi consulterò con un avvocato specializzato in materia per avere tutela. La parentesi è questa:
L’arte, almeno a partire dalla seconda metà dell’800, si è sempre servita della fotografia: oggi ne paga il prezzo ed è salatissimo. Per capire quanto, basta aprire una qualsiasi rivista d’arte, di qualsiasi paese al mondo, compreso il nostro: da almeno trent’anni una paccottiglia inguardabile in cui le cose serie devono sgomitare per essere viste e ciò lo dobbiamo al proliferare incontrollato proprio della fotografia e della sua superficialità. Ho più volte affrontato la questione sulle mie pubblicazioni e non ho nessuna intenzione di ripetermi: non ne vale la pena. Dico solo che oggi una pletora di critici preferiscono occuparsi di quella branca dell’arte visiva che ancora crede che la prospettiva rinascimentale non sia morta e sepolta e fra questi sono legioni quelli che la facilità dello scatto sdogana alle vette …dell’ignoranza). I fotografi che hanno capito che non è più così sono pochissimi, sì, sono pochissimi i fotografi artisti (da distinguere dagli artisti che usano anche la fotografia come uno strumento, fra i quali a volte, a partire almeno dal 1979, ci sono anch’io): quelli seri, quelli che non si abbandonano all’imitazione della pittura, quelli che hanno capito la specificità della loro arte  (l’istante dello scatto, cara A) o fanno della cronaca (vedi per es. quelli della Magnum) o dell’interpretazione (questi ultimi sono una minoranza). Quando non si limitava a riprendere la mondanità tipica delle mostre (una cronaca di bassissimo interesse, un piccolo mondo che si specchia narcisisticamente in se stesso), Enrico Cattaneo era un buon interprete, non certo alle vette di un Mulas, ma bravo. Moralmente però non altrettanto valido e certamente molto presuntuoso. E, se non ti dispiace, anche l’etica vuole la sua parte: sono qui per ridargliela.
Comunque, pace all’anima sua.
Già, cara A, pace all’anima sua almeno da parte mia, perché non è il prezzo che ho dovuto pagare le sue fotografie a contare, ma in generale il rispetto che si deve a un morto, quello che gli antichi chiamavano pietas.
Lettera firmata
FDL
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sciscianonotizie · 6 years
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