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#franco panzini
lilithsaintcrow · 11 months
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“The 1930s restoration of the (currently closed) Mausoleum of Augustus and the Ara Pacis Augustae [Altar of Augustan Peace] exemplify the role of fascist myth-making through romanità as it applied to the city. Romanità represented the “ideal of the ancient world, and particularly of ancient Rome,” and, as landscape architect and historian Franco Panzini reminds us, it “became the new nation’s constant point of reference.”"
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elarafritzenwalden · 6 years
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Casa-Parcheggio, apartment building at Via Mazza Pesaro, Marche, Italy; 1978-82
Carlo Aymonino, Francesco Doglioni, Maria Luisa Tugnoli (photography by Franco Panzini)
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via "Domus 637" (1983)
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fashionbooksmilano · 4 years
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L’abito della Rivoluzione
Tessuti, abiti, costumi nell’Unione Sovietica degli anni’20
a cura di Lidija Zalëtova, Fabio Ciofi degli Atti, Franco Panzini
con la collaborazione del Gruppo GFT
Marsilio Editori, Venezia 1987, 193 pagine, ISBN  9788876930337
euro 50,00
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Mostra realizzata con la collaborazione del ministero della Cultura dell'URSS, tenutasi a Pesaro presso la Palestra Carducci dal 28 luglio al 3 settembre 1987
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“L’abito di oggi è la tuta da lavoro” affermò Varvara Stepanova 1923. Il paese dei Soviet intendeva porsi quale nuovo modello sociale quindi il costume sovietico era libertà per un corpo forte e armonioso. Anche la decorazione delle stoffe fu un campo di azione per il rinnovamento figurativo e l’applicazione dell’arte dell’agitazione. I tessuti sovietici degli anni ‘20 combinavano così tutto il repertorio dell’immaginario industriale : pulegge e ruote dentate, altiforni e cantieri, e insieme i soggetti della nuova realtà quotidiana, trattori e aeroplani, radio e automobili, manifestazioni politiche e sportive, il tutto con un linguaggio che segue gli stilemi delle avanguardie storiche. Fu così possibile trovare stoffe cubiste e cubofuturiste, suprematiste ed espressioniste. Il risultato fu un potente contributo alla creazione del gusto moderno nell’abbigliamento, alla nascita di una nuova estetica del vestire.
14/07/20
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pangeanews · 4 years
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Il canone inverso di Tondelli. Quando “Vicky” spostò l’asse della letteratura italiana sulla riviera romagnola. I suoi eroi? Panzini e Arfelli, Zavattini e Guareschi, Pasolini e Scerbanenco
Un weekend postmoderno a Riccione. Qualche anno fa – l’esito ha una data, il 2015 – ho avuto la fortuna di avventurarmi dentro alcune carte di Pier Vittorio Tondelli, quasi ignote, per lo più ignorate. Il pretesto fu l’edizione numero 53 del Premio Riccione. Che c’entra Tondelli con Riccione? Beh, tra Rimini & Riccione, all’epoca lampeggiante California italiana della dissipazione, dello scialo, della moina sull’edonismo radicale, si compie il genio di PVT. Nello stesso anno in cui Bompiani pubblica Rimini (romanzo bruttino e stagionato), è il 1985, nello stesso giorno in cui compie 30 anni, il 14 settembre, Tondelli vince una sezione del Premio Riccione, il Premio speciale Bignami, per un testo che s’intitola La notte della vittoria (“un’opera dal dialogo asciutto e ironico, che segna l’ingresso in teatro di un giovane autore già noto per i suoi romanzi”, così la comunicazione della giuria), che PVT, tramite una lettera del 3 settembre 1985, dieci giorni prima della serata di gala, rinomina Finali di partita per poi battezzarlo Dinner Party, testo, per la verità, mai andato in scena ad autore vivente. Per la cronaca, dalla bagarre del premio fu escluso un altro scrittore quasi coetaneo di Tondelli e baciato da analogo successo, Andrea De Carlo, che aveva partecipato con Time Out, su partitura di Ludovico Einaudi.
Dagli Archivi del Premio Riccione, una lettera di Pier Vittorio Tondelli a Nico Naldini
Antologia della letteratura adriatica. Premessa: gli archivi del Premio Riccione sono una miniera. Quasi inesplorata. Nel 1947, ormai è storia bibliograficamente acquisita, è passato dal Premio Riccione Italo Calvino, con Il sentiero dei nidi di ragno (da leggere lo studio eccellente di Andrea Dini, Il Premio nazionale “Riccione” 1947 e Italo Calvino, 2007). Costretto a vincere per ragioni “di partito”, il romanzo sulla Resistenza sarà pubblicato qualche mese dopo da Einaudi, surfando sull’alloro riccionese. Ma da Riccione sono passati in tanti, da Enzo Biagi (erano gli anni Cinquanta e il futuro giornalista sperava di far fortuna come drammaturgo) a Tullio Pinelli, da Enrico Vaime a Dacia Maraini (che vince tre edizioni), da Franco Quadri a Luca Ronconi e Ugo Chiti. Lasciando manoscritti, lettere, telegrammi e documenti vari. E soprattutto, una storia ancora da narrare e documentare. Come quella di Tondelli e della sua impresa più importante: costruire “una grande mostra sulla città di Riccione”, o meglio, “fare di Riccione la città mitica dell’immaginario italiano di questi ultimi sessant’anni”, attraverso un potente lavoro di ricerca letteraria. L’ambizione di Tondelli ha successo: la mostra-monstre Ricordando Fascinosa Riccione, dedicata a investigare “Personaggi, spettacolo, mode e cultura di una capitale balneare” si realizza il 22 giugno del 1990, è cementata in un catalogo edito dalla bolognese Grafis e ripreso (ampliato e analizzato) nel 2005, all’interno del libro curato da Fulvio Panzeri, Riccione e la Riviera vent’anni dopo (in questo caso, stampa Guaraldi). Nello specifico, Tondelli si occupa di Immagini letterarie di Riccione e della riviera adriatica, costruendo una antologia di autori che va da Sibilla Aleramo a Valerio Zurlini, passando per la Romagna di Alberto Arbasino (in Fratelli d’Italia), per le poesie di Tonino Guerra e di Raffaello Baldini, per l’Igea Marina di Giovannino Guareschi e naturalmente per la Rimini di Tondelli medesimo. L’esito, secondo gli appunti privati di Tondelli, è che la “storia letteraria della riviera adriatica non ha nulla da invidiare a quella di Viareggio così ricca di premi, presenze e pagine prestigiose”, insomma, “si pensa sempre alla riviera adriatica come un luogo balneare pop e middle class. In parte è vero. Ma la nostra ricerca dimostra che questi luoghi hanno un passato non solamente esclusivo, ma anche intellettuale assai prestigioso”. Tondelli lotta contro l’immaginario della Riviera trash (sono quelli gli anni di Rimini, Rimini e di Abbronzatissimi), esalta Il mare d’inverno (in un celebrato articolo su “Rockstar” del 1989), dove la spiaggia di Riccione si converte in qualcosa di esistenziale che sta tra il “deserto nordafricano” e l’inquietudine “in riva all’oceano, nel Maryland o nel Delaware”, bastona “i nostri scrittori, democratici e pop, [che] preferiscono altre mete. Si turano il naso: Riccione? Per l’amor di Dio! Rimini? Basta, basta! E non hanno mai messo piede su questa spiaggia”.
Un biglietto autografo di Tondelli a “Marolì”, mitica factotum del Premio Riccione
Il canone inverso. La conversione passa, si sa, per l’atto culturale. Tondelli ce la mette tutta. “Non dico che abbiamo avuto dei premi Nobel, ma basterebbe valutare l’importanza di queste spiagge nell’opera di autori del Novecento per parlare di un ruolo importante nella prosa novecentesca”, scrive, ancora, in quel foglio inedito. Nel suo “canone inverso” Tondelli, aiutato dal professore bolognese Alberto Bertoni e con qualche dritta di Ezio Raimondi, imbarca Alfredo Panzini e Dante Arfelli, Alfredo Oriani e Riccardo Bacchelli, Marino Moretti, Renato Serra, Cesare Zavattini, Guido Piovene, Giorgio Scerbanenco (“le spiagge di Rimini, di Riccione e di Cervia devono essergli parse il contraltare estivo della Milano in cui si muovono i suoi ruffiani”), Filippo De Pisis, Francesco Leonetti. Una squadra che non scherza. E che Tondelli avrebbe voluto esaltare costruendo una sezione degli “antecedenti letterari”, compilando “una piccola antologia tematica sul mare: Dante, Tasso, Daniello Bartoli, Ippolito Nievo”. A questa antologia anticanonica Tondelli lavora come un matto, per due anni. Gli archivi del Premio Riccione testimoniano l’opera attraverso una ricca massa di lettere inedite: a Einaudi, alla Fondazione Mondadori, a Feltrinelli. E in particolare a Tonino Guerra (“potresti essere così gentile da orientarmi nella ricerca?”), a Maria Corti, a Nico Naldini (“Le scrivo dunque per chiederle, in riferimento al suo prezioso lavoro su autori come Comisso o Pasolini, se può segnalarmi qualche pagina o aneddoto riferito alle villeggiature riccionesi”), grazie al quale ottiene le fotografie di Pier Paolo Pasolini giovinetto sulla spiaggia di Riccione e le prime testimonianze scritte del poeta: “una lettera di Pier Paolo bambino a suo padre da Riccione”, oltre agli “originali autografi dei Quaderni Rossi di Pasolini, dove appunto si parla di Riccione” (Naldini). Una lettera al figlio di Guareschi, poi, testimonia la passione di Tondelli per Giovannino (“non poteva mancare la presenza di Guareschi…”), i cui libri “ho poi avuto modo di leggere con grande godimento e piacere”. Tondelli – più decadente che avanguardista – ha capito che i luoghi esistono finché uno scrittore si ostina a setacciarli: se Cesare Pavese vedeva l’Ohio nelle Langhe, Pier Vittorio sognava la costa americana da una spiaggia romagnola. Che poi la Riviera non sia più “discoteche fino al mattino”, “amoreggiare dietro le cabine al chiar di luna”, “sepolto di garganelli e piadine durante il giorno, a prendere il sole nel tardo pomeriggio in compagnia di qualche belva” è un fatto, si sa. I luoghi cambiano e gli scrittori attualmente dormono. (Davide Brullo)
*In copertina: Pier Vittorio Tondelli a Riccione, fotografato da Fulvia Farassino
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tmnotizie · 4 years
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PESARO – Riqualificare la zona verde del lungomare pesarese, in particolare riportare al suo originale splendore i giardini di via Colombo. Con questo intento è nato il patto tra enti pubblici e soggetti privati, che vede protagonisti: Comune di Pesaro, Aspes Spa (società a capitale pubblico a cui è affidata la gestione del verde urbano della città di Pesaro), Fondazione Scavolini (ente privato il cui fine è la tutela, promozione e valorizzazione delle cose di interesse storico, artistico, culturale e paesaggistico del territorio pesarese), Studio Associato LanDesign (specializzato in progettazione e realizzazione di spazi a verde e studi ambientali).
Il protocollo impegna tutte le parti a svolgere le seguenti azioni:
Il Comune di Pesaro metterà a disposizione i propri tecnici per coadiuvare la progettazione e direzione lavori in capo allo Studio, con riguardo ai costi dei lavori. Inoltre realizzerà le opere di natura edile e di pubblica illuminazione relative alla riqualificazione dell’ambito dei giardini, così come derivato dal progetto redatto dallo Studio LanDesign, con l’esclusione degli impianti vegetali, sia permanenti che provvisori per una spesa massima non superiore a 50mila euro. (iva compresa).
Le fasi e i tempi dei lavori, come gli impianti arborei, saranno concordati tra le parti. Terminata la fase iniziale di modifica, con riqualificazione del giardino, il Comune resterà responsabile esclusivamente per il completamento o implementazione dell’impianto iniziale. Compatibilmente con le risorse economiche disponibili, sarà tenuto ad eseguire opere di manutenzione.
“La zona dei giardini di via Colombo sono uno dei punti dei punti più belli e caratteristici del nostro lungomare negli anni ’50 e ’60 – così l’assessore all’Operatività Enzo Belloni -vogliamo ripartire da lì grazie a questa sinergia pubblico-privato, sperando che sia il primo passo per una collaborazione con l’imprenditoria del nostro territorio. Ci auguriamo entro la prossima primavera estate di avere quel tratto di giardini riqualificati”.
Aspes curerà le necessarie operazioni di riqualificazione e manutenzione dell’area giardini, della parte vegetale permanente e delle sistemazioni estemporanee. In più si occuperà della manutenzione degli impianti idrici/irrigazione.
“Saremo il braccio operativo per la riqualificazione e la manutenzione successiva degli impianti – afferma il presidente di Aspes Luca Pieri – sul lungomare c’è un lavoro costante e questo progetto si va ad aggiungere ad un impegno ed un lavoro che c’è già. Andiamo a riqualificare una zona centrale per i pesaresi e vorremo diventasse un punto di incontro per le famiglie”.
Fondazione Scavolini assumerà l’onere finanziario per la riqualificazione del corredo vegetale permanente con l’eccezione del suo impianto. Analogamente contribuirà alla selezione delle specie vegetali e degli autori (tutto quanto con il contributo Aspes). La fondazione curerà la pubblicazione dell’iniziativa della sua divulgazione attraverso media e social.
“Negli ultimi anni ci siamo occupati della riqualificazione del patrimonio della nostra città e della Provincia – sottolinea la presidente Emanuela Scavolini – negli ultimi anni ci siamo avvicinati sempre più al patrimonio ambientale. Sappiamo che è un lavoro per il quale occorrono delle sinergie. Abbiamo trovato il modo di camminare insieme”.
Lo studio associato LanDesign fornirà un progetto di sistemazione generale dell’area comprensivo del disegno dei quadri verdi e delle zone calpestabili, delle sistemazioni vegetali permanenti, del riordino delle reti di servizio e del relativo quadro economico. Terminata la fase di progettazione e di supporto alla direzione dei lavori dell’impianto iniziale del giardino, lo Studio continuerà a fornire la propria consulenza nell’ambito degli interventi annuali di sistemazione, occupandosi degli aspetti tecnici, manutentivi e impiantistici dei giardini temporanei.
Per tutte le attività citate, lo Studio LanDesign si assumerà gli oneri finanziari conseguenti. “Lavoreremo per portare avanti un aspetto conservativo ma anche innovativo – concludono Alberto Giangolini e Sabina Filippi di Landesign -abbiamo selezionato piante resistenti ma anche attrattive, per cercare di rievocare quelle utilizzate intorno agli anni ‘50- ’60-’70”. Tra queste anche la Kochia Scoparia, chiamata anche Bassia Scoparia, una pianta erbacea ornamentale adatta per realizzare bordure, siepi colorate nei giardini pubblici e privati o per abbellire terrazzi e balconi con le sue foglie, molto decorative, che in inverno assumono un bellissimo colore rosso-purpureo.
Alla conferenza presente anche l’architetto e paesaggista Franco Panzini: “La nostra idea è di riprendere le caratteristiche che un tempo li rendevano speciali. Il giardino avrà una parte di vegetazione permanete, quella arborea e arbustiva maggiore, mentre le parti centrali delle aiuole varietà nel tempo. L’idea è di contattare quindi progettisti diversi. I giardini sono un frammento di idea di città nuova e moderna e vogliamo ricordarla ma senza nessuna nostalgia per il passato”.
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servizistampa · 6 years
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Comunicato Stampa #674: I playoff dell’Olimpia Matera finiscono ai quarti di finale in gara 3 a Cassino
Con un avvio promettente, i biancoazzurri chiudono in vantaggio di 10 punti la prima metà dell’incontro, ma poi subiscono la frenetica rimonta dei laziali, che vincono per 93 a 74. Nell’altro quarto in programma, Luiss Roma elimina Recanati.
Finiscono a Cassino, dove erano iniziati sabato scorso, i playoff dell’Olimpia Basket Matera, che nel pomeriggio di sabato, 5 maggio 2018, ha perso la terza e ultima gara dei quarti di finale del Tabellone 4 di Serie B – mentre le prime due partite si erano chiuse con una sconfitta e una vittoria per entrambe le compagini. Nelle parole del coach Giovanni Putignano, il dispiacere per l’interruzione delle speranze della formazione lucana: “Purtroppo non ci gratifica il risultato finale di una partita in cui per 25 minuti abbiamo rasentato la perfezione, considerato che si trattava di uno spareggio di playoff in trasferta”. Infatti, nei primi due quarti, l’Olimpia dimostrava di aver preparato una strategia efficace, acquisendo subito un vantaggio (primo quarto 20-26) che raggiungeva tredici lunghezze al minuto 16:40, per poi chiudere il secondo quarto con dieci punti di margine (39 a 49), e limitando a due, i tiri da tre dei contendenti.
Tuttavia, come spesso accade nel basket, la pausa lunga negli spogliatoi consentiva ai cassinati di riprendere il controllo dei nervi e di tessere una controffensiva più affine alle caratteristiche del roster. Racconta ancora Putignano: “Mentre nella prima metà avevamo costretto i nostri avversari a rinunciare ai tiri dall’arco, mantenendo un buon margine sul punteggio, nel terzo quarto si è creata una breccia che ha permesso loro di infilare una serie di tiri da tre che hanno condizionato il resto della gara, fino alla fine”. La dinamica del “play by play” rivela che, già dai primi istanti del terzo quarto, l’esiguo vantaggio dell’Olimpia era velocemente assorbito dai locali, capaci di un parziale di frazione di 32 a 13, 19 punti di differenza che spostavano drasticamente l’ago della bilancia, in conseguenza di tre triple di Petrucci ed una ciascuna di Panzini e Cena, superiori ai tre tiri dall’arco realizzati in tutto il match da Migliori, Terenzi e Dimarco. Nell’ultimo quarto le cose non cambiavano, e i padroni di casa, rincuorati dalla risalita, sferravano un successivo allungo con tre ulteriori triple di Bini, Cena e Panzini che favorivano la chiusura della partita con una differenza di diciannove punti, 93 a 74 il risultato finale. “Tra gli altri elementi che hanno influito sul risultato finale, una situazione dei falli commessi dai lunghi, compromessa anzitempo, e l’espulsione del play  Dimarco nel terzo quarto” – conclude la sua analisi il coach dell’Olimpia. Cassino prosegue la sua corsa in semifinale, Matera finisce qui il suo campionato 2017/2018. Tra i giocatori materani in doppia cifra, Leonardo Battistini, autore di 24 punti, Franco Migliori (21), e Ignacio Ochoa (11). Nell’altro quarto di finale, subisce la stessa sorte Recanati, sconfitta in casa dalla Luiss Roma (che in semifinale affronterà proprio Cassino) per 88 a 92, mentre le altre due partite del Tabellone 4 (Barcellona v/s Civitanova Marche, e Pescara v/s Valmontone) si disputeranno domenica pomeriggio alle 18.00.
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elarafritzenwalden · 6 years
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Casa-Parcheggio, apartment building at Via Mazza Pesaro, Marche, Italy; 1978-82
Carlo Aymonino, Francesco Doglioni, Maria Luisa Tugnoli (photography by Franco Panzini)
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via "Domus 637" (1983)
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servizistampa · 6 years
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Comunicato Stampa #672: Un’eccezionale Olimpia Matera spinge Cassino verso gara 3 dei Playoff
Partita da palpitazioni vibranti, che i laziali speravano di aver chiuso al secondo quarto; riaperta con tenacia dai materani - due volte sotto di 18 punti: pareggio alla fine dei tempi regolamentari, per poi chiudere all’overtime con un buzzer beat di Battistini. 
E’ terminata a favore dell’Olimpia Matera sulla Virtus Cassino, con il punteggio di 102 a 100, la gara 2 dei playoff (Tabellone 4) di Serie B “Old Wild West” del Campionato Nazionale di Pallacanestro 2017/2018; la partita ha avuto luogo al Palasassi di Matera nella serata di giovedì, 3 maggio 2018.Primi due quarti a favore degli ospiti, che mantenevano percentuali di tiro superiori: 59% sui tiri da due, 44% da tre e 71% nei liberi, contro – rispettivamente - 36%, 25% e 80% per i materani. Risultato: 20 a 30 dopo il primo quarto, e 32 a 50 a metà gara, meno diciotto punti.
Racconta il coach dell’Olimpia, Giovanni Putignano: “La situazione ha prodotto tranquillità nei giocatori di Cassino, entrati in gioco con il piglio giusto grazie alla presenza di elementi esperti; dal canto nostro, invece, per molti dei nostri ragazzi si è trattato della seconda partita di playoff in assoluto, e ciò ha prodotto una comprensibile apprensione che ha finito col generare alcuni errori. Abbiamo dunque dovuto dare vitalità al nostro gioco, cercando di risolvere i dispositivi che non avevano funzionato fino a quel momento, sotto l’aspetto prima offensivo, e poi difensivo”. E infatti i biancoazzurri si lanciavano prima in un forsennato inseguimento, riducendo già lo svantaggio nel terzo quarto (risultato parziale: 58 a 72), per poi realizzare un capolavoro nell’ultima frazione: dapprima, subivano un venefico ritorno di fiamma da parte di Cassino, che si riportava a +18 (63 a 81, con tripla di Panzini a 7’21” dal termine), e poi, ostinatamente, intraprendevano una impressionante rimonta inducendo all’errore nell’ordine lo stesso Panzini, e poi Petrucci, Carrizo e Del Testa, e infilando il canestro con i punti a ripetizione di Migliori, Ochoa, Terenzi fino a quando, a quattro secondi dalla sirena, Ochoa tirava dall’arco e fissava il punteggio in assoluta parità, 89 a 89, con un parziale di quarto di 31 a 17.   Nell’overtime, si assisteva ad una nuova vampata dei locali, sempre più sicuri dei propri mezzi, per di più rinvigoriti da inimmaginabili riserve di energia e sostenuti da un pubblico in visibilio, ma sempre inseguiti e spesso superati dagli avversari - che arrivavano a +4 (95-99) a un minuto dalla fine con una tripla di Bini che avrebbe scoraggiato anche i più speranzosi. Invece una tripla di Dimarco, parzialmente compensata da un tiro libero di Cena, e due punti segnati da Battistini a 13 secondi dal termine, riportavano le squadre in parità, 100 a 100, come in un film americano sulla magia del basket. Sembrava ci fossero di nuovo le condizioni per un ulteriore overtime e invece, a un secondo scarso dalla sirena, Dimarco dalla rimessa proponeva un alley-oop a parabola verso Battistini, che prima rischiava di perdere la palla ma poi – sfidando la legge di gravità – riusciva a ruotarsi verso il canestro e tirava un baleno prima che suonasse il buzzer, legittimando il successo dell’Olimpia per 102 a 100.   Capitan “Nacho” Ochoa svela l’ingrediente principale di quest’affascinante avventura: “Il cuore, nient’altro. Partite come queste, che si stanno perdendo per venti punti, preparate con la tattica, la tecnica, non si possono giocare se non c’è il cuore. L’abbiamo capito tardi nel nostro campionato, ma ora è questo l’atteggiamento della nostra squadra, e dobbiamo andare avanti in questa direzione”. “E’ la classica partita di playoff” – aggiunge coach Putignano – “avevo visto molta gente delusa dopo gara 1, ma – a Matera lo sanno bene, visto che il basket si pratica da sessant’anni – le partite si giocano una alla volta. Poiché mancano soltanto poche ore alla gara 3, non abbiamo – purtroppo – più tempo per pensare alla bellezza di questa vittoria, e ci tocca preparare l’ultima e decisiva sfida di questi quarti di playoff”. I giocatori in doppia cifra dell’Olimpia sono risultati Franco Migliori (32 punti e doppia doppia con 10 rimbalzi), Ignacio Ochoa (23), Diego Terenzi (19) e Matìas Dimarco (12 punti e doppia doppia con 11 assist). Dunque ora i materani torneranno a Cassino, per giocarsi la definitiva gara 3 in trasferta, sabato 5 maggio alle 18:00, forti della consapevolezza di poter affrontare dignitosamente – giocandosi il tutto per tutto – i temibili avversari del Cassino.
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