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#inconsapevolezza
serenamatroia · 6 months
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stefandreus · 2 years
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visualizzazioni sonore e stati mentali
Campanellini e cristalli, azzurro è il loro colore, il suono di note d'arpa o celesta; ad essi si fondono le frequenze orizzontali e rotonde insieme di uno scacciapensieri, marranzano o come vogliate chiamarlo, una chitarra rosa e una voce trascinata impastata di grigio
il basso, nero e pieno riempe il campo (non) visivo, mentre un eco e delle percussioni legnose ma troppo secche occupano il resto
l'organo non riesco a distaccarlo dal resto come "colore" o impressione
ahimè è difficile, lavorare su di sè, sulla pace interiore, giungere a stati di coscienza alterati senza paradisi artificiali...
e nemmeno ora che primo ne ho bisogno, secondo sarei in condizioni ottimali, vista l'apatia che si è opposta al ritmo soffocante della depressione/ansia/ottimismo insensato.
Ora è tutto più stabile, faccio cose anche senza un senso e anche se non ce lo vedo ugualmente continuo a farle, altrimenti subentra il vuoto che paradossalmente cerco.
(transizione fra il finale di Riders on the Storm e Midnight Moon (psychic ills), tra la prima citata e The End ora, in questo preciso istante, in riproduzione.)
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altri-menti · 5 months
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L'abitudine è la più infame delle malattie perchè ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte. Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portare le catene a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto. L'abitudine è il più spietato dei veleni perchè entra in noi lentamente, silenziosamente e cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d'averla addosso ogni gesto s'è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.
Oriana Fallaci, Un uomo
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harshugs · 1 month
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piccolo weight loss journey update
(di cui non frega niente a nessuno ma a volte la scrittura serve soltanto a me stessa)
a maggio sarà esattamente un anno, un anno da quando dal nulla iniziai a perdere del peso, senza visite mediche, senza una vera e propria dieta, senza che io mi sforzassi a fare nulla, era semplicemente capitato
a maggio sarà un anno da quando quei x5kg diventarono pian piano x2kg, poi x0kg…
a maggio sarà un anno da quando, vedendo quelle poche cifre scendere, decisi che forse il mio corpo mi stava dicendo che era il momento di fare qualcosa e cambiare quella situazione
situazione oppressante, di malessere, inconsapevolezza, incoscienza, ignoranza e finto menefreghismo nei confronti della mia figura
manca ancora un mese
e soprattutto manca ancora 1kg per entrare ufficialmente nei -20kg
mancano ancora 2kg ad una mia probabile soddisfazione, ancora 2kg e toccherò una cifra che non tocco da almeno 8 anni, se non di più
8 anni di via libera, 8 anni di lievitazione senza sosta e senza fine, e soprattutto senza la consapevolezza di ciò che mi stava accadendo, senza sapere che in quel periodo ero ancora in tempo per prendere in mano la situazione ed evitare quegli 8 anni infernali
non sono sicura che con la perdita di questi ultimi 2kg sarò soddisfatta, molto probabilmente non sarà così, anzi, 2kg non cambiano molto la mia figura attuale, è questo il motivo che non mi fa essere sicura al 100% di poter provare quel senso di soddisfazione
quello che vedo ancora non mi piace, o meglio, mi piace di più rispetto a prima, e questo lo notano anche tutte le persone che mi stanno intorno, ma non vedo ancora ciò che vorrei vedere nello specchio quando mi guardo
però una cosa la so, ed è un po’ dura da accettare ma è così: l’unica cosa che mi aiuterà a vedere ciò che voglio è lo sport, il che mi terrorizza alquanto, perché qualsiasi cosa riguardi lo sport per me è parte di tanti piccoli traumi che ho vissuto per tutta la mia vita.
a gennaio sono andata a chiedere informazioni nel luogo dove vorrei allenarmi, ed è da gennaio che aspetto di perdere gli ultimi chili che mi avrebbero motivata a fare questo passo
è da gennaio che ogni chilo che passava guardavo il calendario degli orari dicendo tra me e me: “ancora qualche chilo e dovrò iniziare davvero”
sono due settimane che continuo a guardare quel calendario pensando: “adesso è veramente arrivato il momento di cominciare”
io mi ci vedo a giugno: finalmente potrò mettere un costume carino, finalmente potrò mettermi i pantaloncini corti che ho chiuso nell’armadio anni fa nella speranza che un giorno sarei riuscita a chiuderli in vita (bonus: cosa che già riesco a fare), finalmente potrò smettere di bidonare le mie amiche ogni volta che vogliono andare al mare con me, perché sarò al pari loro. Finalmente potrò mangiare quel dannato gelato insieme a loro mentre indosso un bikini decente e non da vecchia sulla spiaggia senza sentirmi la balena di turno.
ma questo sarà possibile solo con l’inizio dell’allenamento, ed è difficile conciliare quell’idea con la realtà che devo affrontare.
che poi effettivamente se ci penso l’allenamento non serve tanto a perdere altro peso, perché ormai quello è fatto, sono già quasi arrivata al mio traguardo, manca pochissimo.
l’allenamento serve soltanto a tonificare, perdere quel filo di pancetta che ho ed eliminare gli ultimi liquidi rimasti nel mio corpo, a rimodellare braccia, fianchi, glutei, niente di più, ed è un effetto che si ottiene in mediamente poco tempo, lo so che se iniziassi adesso allora a giugno sarei apposto, però sono terrorizzata, e questa sensazione mi blocca dal cominciare.
spero di rileggere questo post un giorno durante quest’estate e pensare: “beh alla fine ho cominciato e ora eccomi qua, sulla spiaggia con le amiche, con indosso questo bel bikini giovanile e colorato mentre mi mangio un buon gelato artigianale in pace”.
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canesenzafissadimora · 11 months
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L'abitudine è la più infame delle malattie perchè ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte. Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portare le catene, a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto.
L'abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d'averla addosso ogni fibra di noi s'è adeguata, ogni gesto s'è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.
Oriana Fallaci
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L'abitudine è la più infame delle malattie, perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte. Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portare le catene, a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto.
L'abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente e cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d'averla addosso ogni gesto s'è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.
Oriana Fallaci
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lunamagicablu · 1 year
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L’abitudine è la più infame delle malattie, perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte. Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portare le catene, a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto. L’abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente e cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d’averla addosso ogni gesto s’è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci. (Oriana Fallaci) ************************* Habit is the most infamous of diseases, because it makes us accept any misfortune, any pain, any death. Out of habit we live next to hateful people, we learn to wear chains, to suffer injustices, to suffer, we resign ourselves to pain, loneliness, everything. Habit is the most ruthless of poisons because it enters us slowly, silently and grows little by little by feeding on our unawareness, and when we discover that we have it on us, every gesture has been conditioned, there is no longer any medicine that can heal us. (Oriana Fallaci)
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susieporta · 1 year
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MAESTRI DI SE STESSI
La vita è interdipendenza...
È difficile decidere chi è responsabile per cosa...
In verità, dato che siamo tutti connessi ed interdipendenti, siamo tutti responsabili per ciò che accade e per ciò che ci accade, sopratutto quando a decidere è l'inconscio, quando è l'inconscio a governare i nostri pensieri, emozioni, parole ed azioni, e per inconscio qui intendo tutto il materiale irrisolto di cui non siamo consapevoli che si trova represso e ben nascosto al nostro interno, ad esempio: la rabbia verso nostro padre, l'amore verso nostra madre, o viceversa; il bisogno infantile innapagato di attenzione, di amore, di riconoscimento e d'approvazione... e poi tutte le ferite, le paure, ecc.
Osserva e rifletti...
Che cosa ti spinge verso una certa persona?
E per quale motivo senti una certa repulsione versa quella persona?
Sai cosa ti spinge, ti tira, ti avvicina, ti allontana e ti fa re-agire in una certa maniera piuttosto che in un'altra?
Sai da dove sorgono tutte le tue aspettative e su chi le proietti e perché le proietti proprio su quella persona?
Sai perché tu reagisci in quella data maniera quando qualcuno non soddisfa le tue aspettative?
Hai mai visto come manipoli le persone o credi di essere sempre e solo tu la vittima?
Hai mai visto quanta violenza, gelosia, invidia e competizione nascondi al tuo interno mentre fuori mostri una personalità da agnellino?
Se sei onesto... tu non lo sai.
Perché la maggior parte delle persone non vede ciò che fa e perché lo fa... vive inconsapevolmente, vive governata dall'inconscio.
Ogni cosa, persona e situazione è strettamente connessa a tutte quante le altre e basta tirare un po' di qua e spingere un po' di là, magari senza rendersene conto, ecco che hai già messo in moto delle cause che ben presto produrranno degli effetti.
Dare colpe è uno dei classici ammortizzatori psicologici per non vedere cosa abbiamo messo in moto, remando contro, per fare si che un nostro desiderio non si avverasse, meccanismo di autoboicottaggio.
La vita è interdipendenza, e se vogliamo smettere di creare problemi e di subire i problemi, noi non possiamo agire senza tenere conto di tutto ciò che si muove al nostro interno di cui non siamo affatto consapevoli.
Credi davvero che a decidere sia quel 5% di conscio che qualche volta utilizziamo quando capita che non siamo del tutto addormentati?
Il sentimentalismo, il buonismo, la ricerca del partner ideale, l''innamoramento, la ribellione sociale e tutto questo lamentarsi e protestare per questo e per quello... credete davvero che vi renderà più liberi e felici e meno schiavi dei vostri meccanismi inconsci?
State ancora spostando il focus fuori di voi quando invece il problema è dentro, il vivere inconscio che non vi permette di vedere le cose esattamente come sono secondo causa, condizione, effetto.
La vita è interdipendenza, e siamo tutti quanti responsabili per quanta inconsapevolezza, ignoranza, energia pesante e confusa che portiamo nel mondo, ed è lo stato di sonno della coscienza individuale e la chiusura del cuore di ognuno di noi che rende il mondo un posto buio, confuso ed aggressivo.
Osserva se per caso ti sei messo a lottare contro le 'ombre del mondo' usando come arma le tue stesse ombre.
Roberto Potocniak
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Si può abbracciare con il pensiero..
Anche senza cingere le braccia..
Basta un gesto, una parola..
È empatia, cuore, anima..
È consapevolezza..
Se solo certe persone capissero..sapessero..
Il bene che fanno..
Diversamente..
Si può ferire anche senza pronunciare parola..
con un gesto, un comportamento..
È mancanza di empatia (si chiama alessitimia),
È insensibilità, freddezza..
È inconsapevolezza..
Se solo certe persone capissero..sapessero..
Il male che fanno..
Una cosa è certa,
non si sa come, né quando..
sia nel bene che nel male..
Tutto torna..
È solo una questione di tempo.
Lucia 💓
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pu-pa35 · 1 year
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L'abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte. Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portar le catene, a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto.
L'abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d'averla addosso ogni fibra di noi s'è adeguata, ogni gesto s'è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.
Oriana Fallaci, Un uomo.
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strichinina · 9 months
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Piccolo animaletto buffo, tu sei tanto pura e forse non lo sai che noi esseri umani abbiamo una cosa chiamata cervello che ci fa fare tante di quelle cazzate inenarrabili, tipo abbandonarci. Ti avevo promesso che sarei tornata, quel dicembre di inconsapevolezza, ti avevo riempita di carezze e ti avevo detto che ci saremmo viste presto. Ma poi sono successe tante cose brutte e umane e non ho più visto il tuo musetto nascosto dai tutti quei ciuffi argentati e arruffati. Ieri, dopo aver visto la tua foto, ho saputo che sei stata tanto male, e il mio cuore si è spezzato un'altra volta, come quella volta che mi sono strappata per sempre. Come se sapere di te avesse ravvivato un dolore ancora ardente, quello della perdita di ogni cosa felice. È come se ti avessi lasciata ieri, piccola buffina, ogni angolo di quella casa è marchiato dentro di me. Ho pianto dal petto, all'idea della tua sofferenza. Ho singhiozzato pensando alla paura che devi aver provato. Sei tanto amata, piccola Chuffettina, persino da me. Ti immagino in quei momenti in cui ti facevamo il bagnetto, tutto ti facevi fare. Sento i tuoi passettini sulle scale, come non fosse passato un secondo. Ti penso mentre ti pettinavo fino al punto da farti diventare una nuvola, tra una puntata e un'altra, quando rubavi i posti a sedere e pure mentre mi facevi arrabbiare la notte con il rumore incessante dei tuoi morsetti. E anche se non eri mia, eri casa per me.
Vorrei tanto accarezzarti, piccolo cuore. Vorrei tanto poterti dire e farti capire che sin da subito, uno dei miei primi pensieri sei stata tu.
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der-papero · 10 months
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Fissare il ricordo di un momento in questo spazio bianco per me è un qualcosa di molto complicato. Ho tante parole sparse, orientate in modi inattesi, e non so metterle in ordine, come se ogni scelta di un nuovo caos non pareggiasse mai la potenza di un insieme di ricordi, di secondi rubati e poi amplificati, di tanti scudi che suonano come dei "no, niente", di un qualcosa che hai preso e poi hai riposto esattamente nella stessa posizione, perché quasi ti senti in colpa di aver cambiato ciò che era già perfetto.
È incredibile quanta inconsapevolezza ci sia in tutti coloro che hanno il potere di concentrare il senso di intere vite in pochi istanti. Chissà quanto profondo sarebbe il vuoto che sentirebbero sotto i loro piedi se sapessero l'effetto che può fare una parola detta nella frase sbagliata, o un silenzio nella frase giusta. O forse chissà, queste cose si sanno già da millenni e sono soltanto io un ingenuo, che ancora si ostina a credere in una relazione inversa tra dire parole e sentirle.
E mi viene da sorridere pensando al fatto che, in questa prima giornata quasi autunnale dopo settimane di afa atipiche per questo paese drammaticamente assurdo, giornata di una settimana che precede il mio tempo in Italia, questa inconsapevolezza sia diventata una fune tesa, che mi ricorderà di voler tornare a casa, vivendo la speranza che non sia stata soltanto una casualità servita a fissare il ricordo di un momento.
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avereunsogno-62 · 5 months
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L’abitudine è la più infame delle malattie,
perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
Per abitudine si vive accanto a persone odiose,
si impara a portare le catene
a subire ingiustizie, a soffrire,
ci si rassegna al dolore,
alla solitudine, a tutto.
L’abitudine è il più spietato dei veleni
perché entra in noi lentamente,
silenziosamente e cresce
a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza,
e quando scopriamo d’averla addosso
ogni gesto s’è condizionato,
non esiste più medicina che possa guarirci.
Oriana Fallaci
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zeldoa · 6 months
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“ sei la persona più ingenua cha abbia mai conosciuto “..
Solo oggi comprendo il tuo stupore , talvolta fastidio per la mia inconsapevolezza . Nata ieri . A quasi quarant’anni, quante cose e cosacce ignoravo . Infanzia e adolescenza trascorse in casa , a leggere leggere leggere e basta . E poi , ormai grande, troppo grande , splash! Nel mondo , tra la gente , a scoprire cosa sia L animo umano in realtà .
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lunamagicablu · 6 months
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I limiti che la tua vita ti impone spesso sono li' per salvarti contro la tua inconsapevolezza e contro il poco amore per te stesso. Amandoti e diventando consapevole quei limiti si scioglieranno da soli, perche' la tua anima saggia non sentira' piu' il desiderio di attrarli per proteggerti da te stesso. Georgia Briata art by_tutifruiti1511 ******************* The limits that your life imposes on you are often there to save you against your unawareness and against your little love for yourself. By loving yourself and becoming aware those limits will dissolve on their own, because your wise soul he will no longer feel the desire to attract them to protect you from yourself. Georgia Briata art by_tutifruiti1511 
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susieporta · 8 months
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~ Lavorare con le energie, con i trattamenti con tutto ciò che implica una trasformazione non è per tutti ~
Tutti che vogliono fare i Terapisti nelle medicine Antiche o classiche orientali,
tutti che vogliono manifestarsi come Curatori di Sciamanismo o Veggenti Ancestrali dell'anima.
Si pensa che stare accanto alle persone sia una passeggiata,
ma non è cosi!
Anzi chi non lo fa per vocazione interiore
è inevitabile che sviluppi un ego malato per far del male al prossimo,
a volte involontariamente.
Sostenere le persone è un compito complesso, una chiamata dell'anima,
e se non si ha la capacità di gestirlo,
tutto questo fluire di mondi interiori
è inevitabile che vi porti l'energia a terra e che vi ammaliate.
Chi sostiene le anime e la parte più grossolana dell'essere umano,
la sua complessità,
vive costantemente con dolori interiori, malesseri,
disarmonie
e stati di accelerazione incontrollabili,
momenti di follia interiori,
sensazioni,
visioni,
intuizioni,
sogni particolari e molto altro.
Quando si ha un dono potenziato già dalla nascita è bene coltivarlo e smettere di averne paura,
ma se dentro non lo si sente è inutile portarlo fuori per sembrare ciò che non si è,
la vita non vuole questo per voi.
Lasciate andare.
Stare accanto al dolore altrui,
vi farà sprofondare nelle vie più anguste della mante
e dovete essere forti per risalire quelle montagne prive di ossigeno
e che vi radicheranno a terra quasi a farvi perdere coscienza
o senso di stabilità nella via.
A volte ci si perde proprio perchè non si ha la forza interiore per procedere.
Ci vuole ascolto per sé stessi,
per sostenere dei pesi così enormi,
e per risanare certi dolori è un percorso lento e costante con il tempo.
Pensate quindi quando è complesso il lavoro di un qualsisi curatore,
che sia anche solo della parola,
deve lavorare sul vostro inconscio e continuamente sul proprio.
Per questo io come tanti miei colleghi abbiamo bisogno di tenere la mente aggrappata anche ad altro,
facendo due lavori,
andando in natura,
concedendosi momenti di selezione e distacco da tutti,
e dissociandomi ogni tanto da quel fluire di pensieri,
perchè le energie vanno sapute tenere a risposo placate per far sì che il corpo non cedi.
Se ci vedete pregare,
cantare,
ballare,
scrivere di sogni particolari,
di vite non nostre,
se ci vedete in costante evoluzione è perchè noi crediamo in questa vocazione,
in questa chiamata.
Non siamo santi, ma crediamo in qualcosa di molto più elevato e che ci risana l'anima.
Se mi avessero chiesto se potevo scegliere cosa essere,
forse dal dolore che a volte ho provato o provo, avrei detto,
rimanere nella completa inconsapevolezza.
Ma poi mi rendo conto di cosa posso donare e della persona che sono oggi grazie a tutto questo
e preferisco essere ciò che la Vita mi ha donato,
un Upasthātā (colui che sta accanto) per donare luce nell'oscurità,
a volte basta anche con un sorriso o un unico abbraccio,
non è che si debba sempre per forza usare l'energia.
A volte basta davvero poco,
ma quel poco è sempre intuizione
un attimo che si percepisce con l'apertura del cuore.
Michela Ciampana, Terapista in Āyurveda e Guardiana della Longevità
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