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#la lingua della verità
bravagente · 8 months
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unwinthehart · 3 months
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"AMORE MIO COME SEI BELLO"
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jalynckie · 3 months
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"se si hanno aspettative troppo alte in amore è per colpa dei mimmone" tutto così reale
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luluemarlene · 2 months
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C'è una persona, dove lavoro io, di una decina d'anni meno di me, con la quale sono entrata in confidenza
Scoperto di essere molto simili in tema di fantasie sessuali , abbiamo iniziato a raccontarci un po' di esperienze. Quello che lo distingue totalmente da me è che lui, le sue avventure, le vive con la bella e giovane moglie o comunque sempre con il suo consenso.
Sono naturisti, scambisti, e mi ha raccontato di giochetti che, devo ammettere mi hanno eccitato sempre molto
Una volta mi disse che avevano partecipato ad un festino dove la bella S. era stata messa in una gogna ed era rimasta a disposizione di uomini e donne per ore. Insomma hanno trovato il modo di dare spazio alle loro perversioni all'interno della coppia, ed io non posso far altro che invidiarli, ovviamente.
Lui aveva 23 anni quando mi confessò che gli facevo molto sangue e da allora non ha mai smesso di scoparmi con gli occhi. Era già fidanzato, ma dopo il matrimonio ha iniziato a provare a tirarmi dentro ai loro giochi con la complicità della neo mogliettina , ma nn mi sono mai sentita di mischiare il lavoro con il piacere, nonostante abbia sempre trovato piuttosto eccitante il suo sorriso con le fossette ai lati.
Insomma, per farla breve (sono quasi le due di notte e io crepo dal sonno) , ieri gli parlo delle fotografie viste su un social a contenuti espliciti che frequento, di gabbiette in plastica lucida o in freddo metallo e dei cazzi rinchiusi e frustrati su cui erano montate.
Conosce il mio passato, sa che ne possedevo una e sa che sto aspettando la consegna della prossima , così ho trovato piuttosto naturale raccontargli di quanto il mio cervello si senta "rapito" da quel tipo di strumento, gli ribadisco la sensazione di onnipotenza, di possesso ma anche di protezione . La verità è che al pensiero mi schizza l'ormone dritto in fica, dopo avermi masturbato il cervello.
Lo stesso effetto che mi fa pensare alla cintura di castità, quando mi impedisce di scopare, ma non di gocciolare come una stalagtite di ghiaccio al sole o... una lurida troia .
So che ha uno strumento simile alla gabbietta che si è autocostruito, con tutta una serie di punte che, ogni volta che sta per diventargli duro, si conficcano nella cappella.
Una gabbietta di metallo alquanto singolare.
Mi racconta che spera sempre che sua moglie lo obblighi a venirci a lavorare con quel coso. Lei, però, è sí una gran porca, ma nn ha smanie di controllo, e poi è nuovamente incinta e ha momentaneamente perso interesse per questi giochi.
Naturalmente non posso esimermi dal fare la stronza e gli dico cosa gli farei fare io con lo strumento costrittivo.
Credo che iniziata la descrizione della mia lingua tra una fessura e l'altra gli fosse già diventato duro, così passo a descrivere bene quanto il succhiare la punta sbavando saliva dentro e fuori lo strumento potesse essere davvero eccitante per entrambi... Ecco che mi manda affanculo e esce dall'ufficio ridendo.
Tutto normale insomma.
Questa mattina, però, entra in ufficio e mi mette sulla scrivania un paio di chiavi.
Il mio sguardo interrogativo dura davvero pochissimo e in un nano secondo so già a cosa servono
"L'hai indossata? "
Dice di no ma mi spiega che ne ha portate 3:
la prima, quella con le punte, già la conosco, la seconda è una vera e propria gabbia di metallo con chiusura personalizzata da lui, la terza è un cazzo di strumento ad impulsi elettrici, quella per i cani, che ha modificato e applicato ad una gabbietta per poterla indossare
Tralasciamo il fatto che avessi già le mutandine zuppe, ma quando mi ha chiesto di scegliere quale dovesse mettere, ho davvero pensato di correre nel cesso a masturbarmi
(in realtà l'ho fatto ma non gliel'ho detto)
Mi ha detto che l'altro mazzo di chiavi ce l'ha sua moglie e che per lei andava bene ne tenessi uno io.
Ho scelto quella con le punte, perché volevo soffrisse un po'
e perché mi ha confessato di non sentirsi sicuro a darmi in mano il telecomando di quello che procura scosse elettriche. Dice che sono PERICOLOSA e che sul lavoro sarebbe difficile nascondere la situazione
Quanta saggezza!
Io lo vedevo già in ginocchio a contorcersi in mezzo al piazzale dell'azienda.
Gli ho promesso che, se si comporterà bene, lo porterò a pranzo fuori e quando "ballerrà" sulla sedia col cazzo torturato a dovere, diremo che soffre di
epilessia 😁
Ovviamente ho cercato, con le giuste parole, di farglielo venire duro ogni volta che potevo e le sue smorfie di dolore mi dicevano quando ci riuscivo. Poi gli ho detto che, tutto divertente, tutto figo, ma comunque, non avremmo scopato .
Mi ha guardato con quel sorriso che da sempre mi spiazza e uscendo ha detto
"Inizia a giocare, poi vediamo"
Durante il pomeriggio sono salita in magazzino per controllare del vestiario e non riuscivo a smettere di pensare a quella gabbietta
I pensieri si accavallavano ai ricordi di quello che era stato , e potevo sentire l'odore del cazzo recluso, sentivo il gusto della plastica mischiata all'urina
Ho pensato che dovevo masturbarmi e voltamdomi per andare via me lo sono trovato di fronte
-"Vuoi vederlo" ?
Si cazzo, volevo!
Volevo vederlo, toccarlo assaporarlo
Vedevo la sua smorfia si dolore mentre aspettavo si slacciasse i pantaloni, guardavo le sue mani tremare ed ero compiaciuta.
Poi eccolo lì, nella gabbia lucente, chiuso da un lucchetto appeso al suo piercing
Ops!! avevo dimenticato di dirvi che ha una cannula che gli entra nell'uretra fermato da un piercing ? Cristo. Avrei potuto sborrare immediatamente .
Lo guardavo come guardo la cioccolata dopo un mese di dieta e credo di aver sentito un rivolo di saliva colarmi dal mento
"Vuoi toccarlo"?
Lo stronzo aveva pieno potere: era lui quello ingabbiato, ma ero io quella sopraffatta, soggiogata
Appena l'ho toccato ho sentito il mio clitoride allungarsi verso quell'oggetto diabolico
La capella era gonfia e bollente, usciva dal cilindro e nascondeva le punte del metallo conficcato alla base di essa
Un cazzo moscio che stava per esplodere!!!
"Vuoi leccarlo"?
L'ha detto tra i denti, mentre cercava di non abbandonarsi al dolore, consapevole fosse proprio quello ad eccitarlo tanto da farlo grugnire come un maiale
L'ho leccato. Ho preso prima in bocca l'anello e poi sono scesa lunga la cannula, fino ad incontrare la carne
Respirava sempre più forte e guardandolo mi sembrava che ormai non fosse più lì. Ero sola con le mie voglie, le mie fantasie, le mie pulsioni.
Ho sentito le chiavi nella tasca, ma questa volta non avrei ceduto all'impulso di liberazione così ho iniziato a succhiare cazzo e metallo, sentendo gusto di ferro, di sale, di sesso
Ho infilato tutto in bocca, ho sentito il piercing conficcarsi nel retro della gola
Lui aveva la testa rovesciata all'indietro e vacillava sulle gambe. Lì ho iniziato a pisciare, a colarmi addosso urina senza nemmeno accorgermene.
Ho battezzato il momento col liquido paglierino e masturbandomi ho fregato il mio sesso tanto forte da rischiare di incendiarlo.
Mi ha distratto il gusto del sangue, il suo.
Da sotto la capella le punte erano così penetrate e la cappella così gonfia che da alcuni punti uscivano minuscole goccioline rosse
Credo sia stato quello a farmi venire, insieme all'idea che avrei confessato tutto all'uomo che stavo aspettando e che poi mi avrebbe punita.
Gli ho lavato le scarpe e ho goduto come una cagna, leccandomi le dita, e leccando lui.
Si è appoggiato ad una stagiera per non cadere e ammetto, per un momento, di essermi maledetta per non avergli permesso di sborrarmi giù per la gola.
Mi ha guardato con gli occhi fuori dalle orbite e ha detto :
"Ringrazio il cielo di non averti dato in mano quello ad impulsi elettrici... rischiavo la vita, cazzo"
Buonanotte.
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abr · 2 months
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IL SORPASSO.
Frequenza dell'uso dei termini "complottismo" e "dietrologia" - il nome che gli si dava nel secolo scorso - secondo Google Ngram Viewer, il servizio di Google che misura le occorrenze delle parole nei libri pubblicati in una data lingua sui libri digitalizzati fino al 2019.
Via https://www.ilpost.it/2024/02/08/sgobba-quando-il-complottismo-si-chiamava-dietrologia/
Della parola “complottismo”, prima degli anni Ottanta non ci sono occorrenze. “Complotto” è un francesismo che all’inizio era semplicemente sinonimo di “folla”, poi venne usato al posto di “congiura” o “cospirazione”, si diffuse negli anni Venti attraverso l’espressione “complotto giudaico”.
«(Dietrologia é) parola sconosciuta in altre lingue. (E') la convinzione che quel che si vede, si legge e si sente dire non è la verità, ma che essa sta dietro, sotto, sopra, accanto, al di là – comunque non esposta agli occhi dell’uomo della strada», scriveva nel 2001 lo storico della letteratura italiana Joseph Farrell. A quel tempo "dietrologia" era termine dismissivo usato da decenni dai conservatori - Indro Montanelli il principale - per descrivere la mentalità "vi stanno fregando di nascosto, non ci cascate" tipica della sinistra ruspante d'allora.
Complottismo supera e rimpiazza dietrologia per via internazionale. Siamo nel 2015, l’anno delle campagne elettorali Brexit e dell’elezione di Donald Trump. Dopo la "first reaction, choc" (cit. Renzi) del mainstream media a quei due accadimenti nefasti (per loro), parte la delegittimazione.
Ironia del destino cinico e baro: prima la "dietrologia" distingueva la sinistra, ora essa subisce il complottismo, senza rendersi conto che sono loro, elite e affluent, ad essersi spostati (dal popolazzo alla turris eburnea). Alcuni reagiscono: pur essendo ora elite non è il caso di togliersi un'arma così potente. I chierici dell'ortodossia del Wu Ming 1 propongono di distinguere tra ipotesi di complotto (specifiche, confutabili, limitate nel tempo) e fantasie di complotto (universali, inconfutabili, eterne). Molto logico sul piano teorico, solo che sul piano pratico si esercita mediante presidi "fact checking": carubbaneri al posto di blocco lungo la circolazione delle idee, patente e libretto.
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elperegrinodedios · 1 month
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Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio e la Parola era Dio. Egli era nel principio con Dio. (Gv. 1:1-2) E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria come gloria dell'unigenito, proceduto dal Padre piena di grazia e di verità. (Gv. 1:14)
youtube
L'Agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo.
Uno dei film più fedeli sulla vita e la missione di Gesù, uscito in lingua inglese, tradotto anche in spagnolo e mai in italiano salvo alcune scene di privati. È la messa in opera fedele, del Vangelo di Giovanni, cosi come fu per Gesù di Nazareth di Zeffirelli e quello secondo Luca in spagnolo.
=📖=
So che il film completo, che dura più di due ore, e per di più in spagnolo, sarà visto difficilmente, ma a me, fa molto piacere averlo nel mio blog e spero che possa essere edificante per qualcuno.
=📷=
Ora Signore inizia a preparare lo zaino anche tu perchè dopo la tua immutabile, grandiosa opera ed il tuo sacrificio come dono della salvezza per noi, dovrai come ogni volta accompagnarmi sui sentieri del mio cammino, per proteggermi, per guidarmi, rinforzarmi nel corpo, ed edificarmi in spirito. Aiutami ad essere lo strumento efficace della tua pace, un portatore della buona novella e buon testimone e fedele messaggero d'amore. Gloria e lode a te Signore, grazie di tutto. Amèn!
lan ✍️
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tiaspettoaltrove · 27 days
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Sentitevi libere di diffidare delle altre donne.
Le donne migliori che conosco, sono alquanto scettiche nei confronti delle altre donne. Critiche, diffidenti, disinteressate a cercare un vero contatto. Le conoscono bene, e sanno quello che ci si può aspettare. Il loro non è un odio, non avrebbe senso, e da persone intelligenti le squalificherebbe. Ogni essere umano è a se stante, sempre, e pertanto generalizzazioni assolute non se ne possono mai fare. Questa è una regola aurea. No, loro semplicemente sanno chi hanno di fronte (a parte eccezioni, appunto). Paradossalmente, una persona superficiale dall’esterno potrebbe dire che sono più misogine di me. Con la differenza, però, che io misogino non lo sono. Sono solo estremamente critico, sia nei confronti delle donne, che degli uomini (soprattutto per quanto mi riguarda personalmente). Quello che voglio dire, è che le donne che disprezzano le altre donne le comprendo benissimo. A patto che non sia per invidia, perché la questione lì cambia radicalmente. No, dico solo che secondo me è normale, quasi auspicabile in una parabola ideale, che le donne abbiano delle forti rimostranze nei riguardi delle altre posseditrici della vagina. Sto facendo un discorso molto concettuale, ideologico se vogliamo. Quando trovo un tallone d’Achille del mondo femminile, parlo con queste donne e trovo un riscontro. È quasi un conforto, se vogliamo. So che con loro posso confrontarmi senza peli sulla lingua, dicendo quello che penso. E solo se avrò ragione, allora ci sarà un compiacimento. Ma non è necessario, non è scontato. Ci si confronta e basta, in serenità. Però lo ammetto, che una ragazza che si esprime in modo duro (e non necessariamente volgare) nei confronti di un’altra, mi smuove qualcosa dentro. Nel senso che mi fa sentire meno sbagliato, mi fa capire che non sono matto, ma solamente attento alle dinamiche umane. Anzi, il paradosso è che spesso sono più io a delineare pregi e caratteristiche positive, piuttosto che loro. Sono io a cercare il buono che loro non sempre vedono. Perché dobbiamo dirlo, dai: mica è tutto brutto e terribile, assolutamente. Ci sono difetti, ma anche qualità nascoste. Bisogna solo farle venire fuori, quando le si possiedono. Io penso che il problema vero del mondo femminile, sia un timore nell’andare fino in fondo. Per ipocrisia, per immaturità, per finzione. Non tutto è deprecabile, assolutamente. Ma serve più verità. Serve più testa, e meno corpo. Serve una profondità di pensiero che, ahimé, troppo raramente riscontro. E logicamente (senza ironia), la colpa è ovviamente di noi uomini. Che troppo spesso rincorriamo in maniera infantile e animalesca ideali di donna sbagliati, che vengono quindi esaltati anziché soffocati dall’oblio. Siamo noi la causa di tutti i problemi che riguardano le donne, perché tutto è partito e a tutt’oggi parte ancora da noi. Un giorno, auspico, ci sarà un risveglio collettivo. E si riprenderà in mano il destino delle sorti del mondo. In modo assolutamente serio, maturo, lungimirante. Verso cose più grandi.
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ma-come-mai · 6 months
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«Le masse non ascoltano la verità. Chi le illude diviene facilmente il loro padrone, chi tenta invece di distruggere le loro illusioni è sempre la loro vittima.»
C’era un famoso oratore nel mondo antico che era nemico di Socrate: Callicle. Cosa aveva di speciale questo Callicle? Era quello che oggi potremmo definire un imbonitore. Perché? Perché diceva alla gente quello che la gente voleva sentirsi dire. Callicle sapeva anticipare l’opinione popolare e adattarvi il proprio discorso, così da catturare sempre il consenso della folla.
Usava spesso nei suoi discorsi parole-chiave come: «libertà», «patria», «democrazia», «diritti», «cambiamento», parole cioè che facessero presa sulla gente. Parlava senza mai dire nulla di concreto, senza sbilanciarsi troppo. Parlava cioè quella lingua che oggi si chiama «politichese». Opposta alla figura di Callicle vi è invece Cassandra, colei che nonostante la veridicità delle sue parole, viene trattata come una folle e creduta soltanto quando ormai è troppo tardi. Perché? Perché Cassandra a differenza di Callicle non conosce l’arte della parola.
Ma perché la gente non smaschera i tanti Callicle di oggi e di ieri? La risposta ve la fornisce Orwell in quel capolavoro che è 1984. Ricordate il bipensiero? Il Partito nel romanzo di Orwell impone alla gente le sue verità e l’attimo dopo smentisce quanto ha detto, ma non importa, la gente continua a credergli. Vi suona familiare?
La massa è più che disposta ad essere ingannata. Chi parla con sincerità viene spesso deriso e frainteso e negli agoni politici il popolo da la sua preferenza a chi invece lo seduce e lo lusinga. Costui riscuote sempre un grande successo perché sfrutta le speranze e le paure del suo uditorio; alimenta tali speranze con grandiose promesse, condannando all’oblio le tante “Cassandre”, che continuano a gridare la verità.
Guendalina Middei, anche se mi conoscete come Professor X (su fb)
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chez-mimich · 4 months
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NEANCHE UN PRETE PER CHIACCHIERAR…
Al contrario di Celentano io un prete per chiacchierare ce l’ho, ma soprattutto ho un prete da ascoltare. Ho pensato che come dono di Natale e come augurio per il nuovo anno, invece delle solite stupidaggini e dei soliti discorsi di circostanza, fosse interessante presentarvelo. Molti di Voi forse lo conosceranno già, alcuni lo conosceranno solo di nome, ma conoscere una persona solo di nome equivale a non conoscerla affatto. Perché voglio farvelo conoscere? Certamente perché sono un credente (anche se imperfetto), ma soprattutto perché continuo ad esserlo grazie a lui (non imperfetto, ma credente). Lo conosco da moltissimi anni e lo ascolto tutte le domeniche nella sua omelia dal “pulpito” del Duomo di Novara, dove celebra la Messa ogni domenica alle dodici (salvo imprevisti, s’intende). Si tratta di Don Carlo Scaciga: è lui la mia sicura guida spirituale. Don Carlo, oltre che un carissimo amico, è un fine intellettuale, anzi, a mio modo di vedere, una delle figure intellettuali e spirituali di maggior spessore di questa città. Lo so, può sembrare strano che in un social o in un blog si parli di un prete, e so anche che Don Carlo non ha alcun bisogno di un “endorsment” da parte di chicchessia, ma essendomi dato come scopo ultimo del mio scrivere, qui e altrove, quello di rendere partecipe il mio prossimo di ciò che valga la pena essere conosciuto, almeno secondo il mio modestissimo punto di vista, non potevo tacere a lungo su di lui. Don Carlo è un formidabile interprete della realtà, è il giusto tramite tra la verità rivelata dalla Bibbia e dai Vangeli e la realtà fattuale di ogni giorno. Ricordo bene le parole di mio nonno Giovanni che, lui socialista fino al midollo, credente laico e sui generis e magari anche un po’ anticlericale, qualche volta mi diceva di qualche sacerdote: “parla che non sembra neanche un prete!” Ecco, Don Carlo sarebbe piaciuto molto a mio nonno Giovanni, solo che il punto non è affatto quello di “non sembrare un prete”, Don Carlo lo è convintamente, il punto è che parla come dovrebbe parlare un prete. La sua omiletica porta con sé, oltre ad una profondissima conoscenza teologica, il seme che permette alla Parola di fecondare la nostra realtà quotidiana. La sua non è mai una “predica” è sempre una “riflessione”, ed una riflessione senza ipocrisie, senza preconcetti, senza elusione del dubbio. Don Carlo mi aiuta a comprendere ciò che mi circonda, i comportamenti dei miei simili e, conseguentemente, quali dovrebbero essere i miei. È spesso critico con i comportamenti della Chiesa della quale lui fa parte e della quale facciamo parte anche noi credenti, ma della quale tutti sono invitati a far parte. La Scrittura spesso non parla la stessa nostra lingua, spesso è allusiva, metaforica, profetica : ci vuole quindi qualcuno che sappia rendere vivo e tangibile ciò che le Sacre Scritture hanno predetto. La soglia del Duomo con Don Carlo, come dovrebbe accadere in ogni chiesa e con ogni celebrante, non è più il confine tra buoni e cattivi, tra giusto e sbagliato, quel confine che non esiste se non nei nostri pregiudizi. La chiesa diventa uno spazio dove interrogarci collettivamente e reciprocamente, scoprendoci a volte dei giusti, a volte degli indifferenti, spesso delle anime (o degli spiriti) smarriti. Don Carlo mi aiuta a capire chi sono, dove sbaglio, dove persevero nell’errore, ma mi suggerisce come essere diverso. Non lo fa con le tuonanti parole di un prelato, pur rispettandone formalmente tutti i crismi, lo fa magari conversando di arte, facendo cenno alla letteratura o alla musica, prendendo spunto dai giornali, alludendo ai sordidi comportamenti di certa politica. Insomma non parla come un prete, come brontolava mio nonno Giovanni. E allora, vi lascio questo invito, magari un po’ desueto per un social, per un blog o per un giornale on line: venite a “sentire” una Messa al Duomo di Novara, magari dopo averla “sentita” vi verrà voglia di parteciparvi. Ci sono sempre preti con cui vale la pena chiacchierare, ma anche solo starli ad ascoltare. Buon Natale.
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smokingago · 1 year
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Perché adoro il sesso orale?
Perché la nostra stessa storia ce l'abbiamo sulla lingua.
Perché non c'è nulla di più eccitante, di più splendido e desiderabile di un infinito bacio che possa giungere su ogni punto del corpo, perché, passando dal punto di vista emotivo-emozionale a quello scientifico, le labbra sono in verità  l’unica mucosa del corpo umano completamente esterna, e l'estrema sensibilità e la ricchezza di terminazioni nervose fanno di esse una zona erogena per eccellenza, soprattutto perché nel cervello, che contiene aree specifiche che hanno lo scopo di raccogliere le informazioni che provengono dai vari punti del corpo, quelle relative a bocca e labbra sono addirittura più estese di quelle relative a dita e polpastrelli e persino di quelle delle zone genitali.
E poi una fica è un paesaggio magnifico, irresistibile e da non trascurare minimamente, anzi da gustare in pieno, senza limiti e senza freni, ci sono valli e dirupi, piccoli ruscelli su cui scorrere e un tenero, dolce e piccolo promontorio che conduce al paradiso.
Leccare una fica è come immergersi dentro la femminilità più pura, l'intimità più intensa, la lussuria più deliziosa.
Farla mia con un’implacabile e irrefrenabile premura fino a renderla il centro esatto della mia coscienza, così come è il centro del suo corpo e della sua femminile sensualità..
Perché è irresistibile aprirla e distenderne ogni piega, ogni millimetro di pelle calda e umida, ogni nervo e terminazione come se fosse una corda dello strumento a bocca più soave e sinfonico possa mai creare l'universo.
L'abilità sublime è nel scioglierla tra le labbra, liberarla dal suo vuoto esistenziale riempiendola di me.
Senza alcuna esitazione, senza freni, senza condizioni e senza limiti di tempo, impazzendo con lei e dentro di lei dal piacere e dalla gioia.
Invitandola a danzare sulle note del mio respiro, del mio bacio, della punta della mia lingua che leggiadra ballerina la conduce alla leggerezza con un’intensità dirompente.
Perché leccarla è stemperare l’ansia dell’amore, separando così il tempo fino a farle desiderare lingue, molteplici e innumerevoli lingue su ogni punto del corpo.
Perché come come dirle senza usare parole:“sei bella, sei mia”.
Senza alcuna vergogna, spezzando il silenzio, arcuandola nei gemiti di un'irrinunciabile piacere.
Perché parlarle è leccarla con la mente.
Leccarla è parlarle con il corpo.
Michele Cogni
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unwinthehart · 1 year
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Gianni Morandi: ma tu lo sai che se faccio un pezzo con lui (Mahmood) rivinco Sanremo? Lui ogni volta che fa Sanremo lo vince.
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susieporta · 9 months
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IO SONO ME STESSA
"Spesso sento dire - un po’ da tutti, ma in particolare da donne - frasi come: “Io non ho peli sulla lingua, io sono sempre me stessa!” “A tante persone risulto antipatica, ma io se non altro sono autentica!” “Le persone come te mi danno fastidio e te lo dico perché sono sincera!”.
Queste frasi vengono pronunciate con orgoglio, in quanto oggi il fatto di non riuscire a trattenere i propri meccanismi psicologici viene scambiato per autenticità e sincerità e viene percepito come segno di emancipazione.
Per le persone che non svolgono un lavoro su se stesse, essere autentiche equivale ad essere schiave della meccanicità... e andarne fiere.
Ma cosa significa essere se stessi? Nell’addormentamento della coscienza equivale allo spiattellare i fastidi della propria personalità in faccia agli altri, senza filtri. E più lo si fa - cioè, più si è meccanici - più ci si sente coraggiosi e liberi.
In verità l’autenticità concerne l’identificazione con l’anima, la qual cosa richiede anni di lavoro. Ho conosciuto davvero poche persone che possono affermare di “essere se stesse” e ci sono riuscite dopo una serie di sforzi protratti nel tempo. Solo l’auto-osservazione e il ricordo di se stessi permettono di scavare sotto i gusci della personalità e toccare l’essenza. Donne (ma anche uomini) se volete ottenere l’autenticità, lasciate perdere le frasi fatte e permettetevi di scendere in profondità. Buon lavoro."
Salvatore Brizzi
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schizografia · 7 months
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Sui vantaggi di non essere ascoltati
Inattuale è innanzitutto quella parola che si rivolge a un pubblico che in nessun caso potrà riceverla. Ma proprio questo definisce il suo rango. Se un libro che si rivolge solo ai suoi lettori deputati è poco interessante e non sopravvive al pubblico cui era diretto, il prezzo di un’opera si misura invece proprio dalla temerarietà con cui interpella coloro che non potranno accettarla. Profezia è il nome di questa speciale temerarietà, destinata a restare inaudita e illeggibile. Ciò non significa che essa conti di essere un giorno – per ora lontano – riconosciuta: un’opera resta viva solo finché vi sono lettori che non possono accettarla. La canonizzazione, che rende obbligatoria la sua accettazione, è infatti la forma per eccellenza del suo deperimento. Solo in quanto mantiene nel tempo una parte di inattualità l’opera può trovare i suoi autentici lettori, cioè quelli che dovranno scontare l’indifferenza o l’avversione degli altri.
L’arte della scrittura non consiste perciò soltanto, com’è stato suggerito, nel dissimulare o lasciare non dette le verità a cui si tiene maggiormente, quanto innanzitutto nella capacità di selezionare il pubblico che non vorrà riceverle. Va da sé che questa selezione non è il frutto di un calcolo o di un progetto, ma solo di una lingua che non concede nulla all’attualità – cioè alle regole che definiscono ciò che si può dire e il modo in cui dirlo. Che sia limpida e ferma – o, come spesso avviene, oscura e balbettante – profetica è in ogni caso quella parola, la cui efficacia è precisamente funzione del suo restare inascoltata.
Giorgio Agamben
13 ottobre 2023
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moonyvali · 2 years
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La Cultura è pericolosa?
A quanto pare sì. Il romanzo 1984 di George Orwell è stato sconsigliato agli studenti, perché, secondo l’università del North Hampton, “contiene del materiale che potrebbe essere sconfortante e pericoloso“.
Ma di cosa parla 1984? Di un Ministero della Verità e di un popolo controllato dalla Paura e un Grande Fratello che dice alla gente cosa pensare. Di un mondo dove «la guerra è pace» e «l’ignoranza è forza» e di un una nuova lingua, il NewsSpeak, con pochi vocaboli e concetti elementari, perché il linguaggio crea il pensiero, e senza pensiero non può esserci neanche un pensiero critico.
È una lettura piacevole, allegra, divertente? No, non lo è affatto. Non è né piacevole, né divertente, né allegra. È piacevole la lettura di Se questo è un uomo di Primo Levi? È divertente il Diario di Anna Frank? Una giornata di Ivan Denisovič o Arcipelago Gulag di Solženicyn sono letture amene? Non lo sono. E non hanno bisogno di esserlo.
Leggendo 1984 proverete un senso di angoscia, di soffocamento, ma anche qualcos’altro. Non un sentimento positivo, non esattamente, ma un sentimento altrettanto forte, altrettanto potente: la ribellione. Davanti alla folla che con crudeltà e senza ragione, si abbandona ai due minuti d’odio proverete disgusto; vi sentirete soffocare, proprio come si sente soffocare Winston, davanti al Ministero della Verità che si arroga il diritto di decidere cosa sia lecito pensare, e proverete orrore per quella gente ottusa, incapace di vedere, di sentire, di provare qualcosa che non sia la verità digerita che il Grande Fratello dice loro.
Non è la prima volta che un romanzo viene bandito perché considerato pericoloso, sovversivo, immorale. È accaduto al Grande Gatsby, è accaduto a Lolita di Nabokov e all’amante di Lady Chatterley di Lawrence. È accaduto anche a Baudelaire. La letteratura viene censurata perché non si comprende il messaggio che questi scrittori hanno voluto trasmetterci o perché lo si comprende fin troppo bene. Leggete Orwell, leggete tutti quei libri che sono pericolosi o immorali. Il vero pericolo sarebbe non leggerli.
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X. (Se sarete al Salone del Libro quest’anno, passate nello stand W53 della Navarra Editore: vi troverete un’edizione limitata con autografo e dedica del mio romanzo Clodio. Vi abbraccio.)
#letteratura #società
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falcemartello · 2 years
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“92 MINUTI DI APPLAUSI “. (Cit.)
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Draghi: "Siamo in quest'aula perché gli italiani lo hanno chiesto."
No, dittatoruncolo da strapazzo, gli italiani non ti hanno chiesto un bel niente. Certo, tu sei abituato agli applausi nelle conferenze stampa, alle riverenze negli studi televisivi, al fiume di bava nelle aule di Montecitorio, ma quello non è il paese reale.
Il paese reale è formato da migliaia di famiglie che, a stento, arrivano a fine mese e verranno travolte dall'aumento delle bollette e dalle cartelle esattoriali. Il paese reale è composto da tutte quelle piccole e medie imprese che hai contribuito a far fuori, in ottemperanza a quella "creative destruction" di cui parlasti al G30. Il paese reale è quello che, da anni, vede alternarsi governi che non corrispondono minimamente al volere popolare.
Avevi un compito, vile affarista, e finora l'hai eseguito alla grande. Ci hai legato al PNRR (Piano Nazionale Razionamenti e Rovina), condannandoci a seguire tassativamente una lista di suicidi economici per avere in cambio una manciata di denaro a rate. E in prestito, per giunta. Un'umiliazione a cui solo un anti-italiano come te poteva sottoporci.
Hai diviso la popolazione alimentando un terrorismo vergognoso sulla pandemia, subordinando il diritto al lavoro ad un QrCode, imponendo a milioni di cittadini limitazioni demenziali e mentendo a reti unificate sull'efficacia di tali disposizioni. Che statista, davvero.
Ci hai gettati in prima linea nella guerra suicida alla Federazione Russa, promettendo che avremmo fatto facilmente a meno del gas di Mosca. Bene: lo vedranno, gli italiani, quanto costerà il gas algerino e quanto bene andranno avanti le nostre aziende a furia di sanzioni masochiste. E nel frattempo continui ad armare Kiev, come ordina lo Zio Sam. Tanto qualora partisse qualche missile saremo noi e non i tuoi padroni a farne subito le spese.
Hai spacciato il rimbalzo del gatto morto per ripresa economica e la totale subalternità dell'Italia ai tavoli europei come protagonismo. La Turchia ci sta cacciando a pedate dalle nostre storiche zone d'influenza, nel Mediterraneo siamo assenti e il tuo Ministro degli Esteri conosce la geopolitica meno della lingua italiana.
Insomma, caro Super Mario, puoi mentire a te stesso e alla tua claque quanto vuoi. La verità è che devi ringraziare di avere dinanzi a te una classe politica talmente infima e traditrice da averti permesso di fare i tuoi porci comodi indisturbato.
Perché tu, i patrioti, non li hai mai affrontati. Per ora.
Matteo Brandi
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«Sono qui solo perché gli italiani lo hanno chiesto».
È un errore. Gli italiani "chiedono" attraverso il voto alle elezioni. Legittimare un metodo diverso di raccolta del consenso rischia di creare un pericoloso precedente. Qualcuno potrà fare un uso spregiudicato di quel metodo.
Incredibilmente anche Casini ha uno sprazzo di lucidità : «lei è qui non solo perché glielo hanno chiesto gli italiani, ma perché il parlamento non le ha mancato la fiducia. Attenzione a invocare gli italiani: vorrebbe dire andare al voto».
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t-annhauser · 1 year
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Killing me softly
Fra i russi che tentano di passare per filantropi e l'occidente che declassa l'uranio impoverito a frizzy pazzy, la polverina frizzantina che scoppietta sulla lingua
Emblematica l'attuale polemica sui proiettili all'uranio impoverito inviati dal Regno Unito a Kiev.
I russi, poverini, chiagni e fotti, fanno le vittime: siamo a tanto così dalla guerra nucleare, inquineranno le campagne, metteranno in pericolo la salute delle persone. E capirai, spianano intere città e si preoccupano della salute della gente, dei filantropi. L'occidente buono, dal canto suo, minimizza: non si tratta di armi atomiche, si tratta solo di proiettili con la punta rinforzata con uranio impoverito, per perforare meglio i carri armati, sono praticamente innocui per le persone, i nostri proiettili rispettano l'ambiente. E comunque li usano anche i russi. Toh, al limite sono nocive le polveri generate dall'impatto, ma di solito, quando impattano, le persone nelle immediate vicinanze sono già morte, almeno questa sarebbe l'idea. (i carri prendono fuoco, l'uranio vola nell'aria ma è impoverito, è debolmente tossico).
Ve le ricordate le polemiche sui proiettili all'uranio impoverito usati dalla NATO in Jugoslavia, e quelli usati nelle esercitazioni in Sardegna? La strage silenziosa, ne parlava l'Espresso: "Silenzio di piombo: le basi militari in Sardegna e quelle morti senza risposte". Ne hanno fatto anche un film, Le ultime 56 ore, che "è stato dichiarato di interesse culturale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e, nonostante la tematica trattata, ha ricevuto il sostegno del Ministero della Difesa."
Ma minimizziamo, siamo attualmente in guerra contro l'Impero del Male, tutto passa in cavalleria. Se lo dice anche Wired che sono innocui (tutto ok, non sono armi vietate dalle convenzioni internazionali), bisogna fidarsi, mica vogliamo andare contro la scienza, mica vogliamo credere al nemico? 
"A brigante, brigante e mezzo", la verità si fa valere per persuasione, tutto è falso ma è opportuno che sia vero.
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