Tumgik
#parolerandagierisponde
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Cosa o chi ti regalerebbe un attimo di felicità ?
Una presa di coscienza popolare su quanto farabutti, fascisti, bugiardi ed in assoluta malafede siano gli attuali membri del governo (volutamente scritto utilizzando la minuscola) ed un movimento politico, giovane, nuovo, che scaturisca dal basso, capace di riportare il benessere sociale diffuso al centro degli interessi della nazione, in barba a lobby, approfittatori ed affabulatori, capace di portare fuori questa malandata e vecchia repubblica italiana (vedi sopra a riguardo delle maiuscole ed il loro non utilizzo) dal berlusconismo (idem) e dai suoi danni.
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curiositasmundi · 2 years
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Al cortese invito di @parolerandagierisponde​ rispondo:
Sono stato diversi personaggi, durante l’infanzia sono stato
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Poi crescendo e uscendo dalla tribù dei paperi mi sono diventato
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Sono passato per poco meno di un lustro ad essere
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Ma è durato relativamente poco, a breve sarei diventato
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Poi, presa coscienza della maturità mi son trovato nei panni di
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Ad ora direi che sono la somma di tutti, e (update) probabilmente il personaggio che li racchiude tutti è lui
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parolerandagie · 2 years
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Le domande...
...se ne avete, se volete farmene e, soprattutto, se sono anonime, fatemele su PAROLERANDAGIERISPONDE, il mio side-blog dedicato proprio ai vostri quesiti.
PAROLERANDAGIERISPONDE  lo trovate qui:
https://risposte-e-reblog-randagi.tumblr.com/
E qui, la ragione della scelta:
https://parolerandagie.tumblr.com/post/673187676949741568/in-anteprima-mondiale
Grazie!
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abatelunare · 2 years
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Sono stato taggato...
Allora... @parolerandagierisponde mi ha taggato in un giochino di natura squisitamente letteraria. Devo indicare tre libri da leggere per tre diverse decadi anagrafiche: 20, 30 e 40 anni. Io sono un umile fagocitatore di libri. Non so se davvero ho l’esperienza necessaria per ciò che mi è stato chiesto. Però ci posso provare. Ai ventenni consiglierei Ma che cosa è questo amore di Achille Campanile. Perché parla d'amore. Perché è un libro divertente e spensierato. E a quell'età secondo me c'è bisogno - e anche tanto - di sorridere. Specie su quella roba che tutti quanti noi chiamiamo ammmmmmmore. Ai trentenni consiglierei Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick, da cui Ridley Scott ha tratto il film Blade Runner. Mi sembra l'età giusta per ragionare di percezione della realtà. E capire che senza questo IMMENZO scrittore, la saga cinematografica di Matrix non avrebbe avuto senso (anche se effettivamente non ne ha a prescindere). Ai quarantenni, infine, mi sento di caldeggiare Un cuore debole di Dostoevskij, o un qualsiasi altro libro di qualsiasi altro romanziere russo. Perché questa letteratura richiede di aver letto molto, prima di poter essere gustata appieno. Credo di aver finito. Spero che i miei consigli possano rivelarsi azzeccati. Anche se nessuno è obbligato a seguirli. Sono unicamente dei suggerimenti.
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…agnostico/ateo.
Cos’è per te l’ANIMA?
Buongiorno teologico anon,
Più che agnostico o ateo mi definerei di ateo agnosticismo: propendo per la non esistenza d'un essere supremo eterno, infinitamente buono (o cattivo, o un po' ed un po', che mica tutte gli dei che si sono inventati gli uomini erano questi generosi padri che il cristianesimo poi raccontò), addirittura non ne vedo la necessità scientifica di ipotizzarlo (tanto che il campo in cui viene collocato l'intervento divino è sempre più stretto, ad ogni scoperta della scienza che colloca un fenomeno nel capo del comprensibile), ma mi rendo conto del minimissimo punto d'osservazione che ho, ed anche della fallacità degli strumenti (sensoriali e cognitivi) a mia disposizione e quindi non faccio certezza della suddetta sensazione.
Aggiungo che quello che da sempre mi perplime dell'atteggiamento religioso sta nel costante rifugio nell'inesplicabilità delle cose, nel continuo inciampo nell'illogicità e nelle permalose reazioni che si ottengono dalle persono religiose quando queste due situazioni vengono fatte emergere.
Questo detto: per anima io intendo quel generico, sintetico, riassuntivo termine per indicare ed abbracciare nel complesso le caratteristiche etiche e morali, non salve da una scelta personale, di un individuo, proponendosi di porle a priori del fattivo loro calarsi nelle vicende d'ogni giorno. Una ''buona anima'' è attribuibile ad una persona che (ribadisco: tanto per virtù quanto per scelta) è lecito aspettarsi agirà in considerazione di un concetto di giusto e buono, di cristiana solidarietà.
Gli aspetti di immortalità, di incorruttibilità, di briciola di spirito divino in ogni essere umano, di contro, non mi convincono e non mi appartengono.
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Tu con l’estate, Amico mio, scompari,
chissà per quali strade, quali mari
percorri con la tua barchetta azzurra
fatta di sogni.
Non so chi tu sia, ma grazie: questi versi mi hanno commosso...
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Chiedo per un amico, che qualche volta, spesso, ha difficoltà a comprendere le tue risposte. La domanda è sua, non mia: ma lui (tu) scrive(i) rispondi e forse pensi, sempre così?
Io no, io ti capisco perché quando leggo le tue risposte ho sempre vicino a me l'enciclopedia di filosofia, il bigino bignami in realtà, due o tre buoni dizionari e il traduttore automatico di Google. Perdonaci, se puoi e se vuoi, la franchezza.
P.S.
Ti vogliamo un mare di bene, ti stimiamo tantissimo, amiamo ancora non lo sappiamo. O, in alternativa: se solo tu mi amassi ah quanto ti amerei anch'io, circa, pressapoco, forse, tanto tanto tanto.
Baci e abbracci, mortacci tua sua e mia no.
Due anonimi, non veneziani. Di più non possiamo aggiungere altrimenti ci sgami...
Grazie
Ciao
Innanzitutto grazie, perché questo messaggio mi ha regalato gustose risate, e perché sentirsi voluti bene è sempre una bella sensazione.
Questo detto, ahimè, pensate, voi due, che molto spesso, dopo aver digitato la risposta, vado a correggerla, cercando di renderla il meno verbosa possibile, eliminando quelle eventuali citazioni che, magari proprio perché non immediatamente riconoscibili e contestualizzabili da tutti, rischierebbero di ostacolare la comprensione di ciò che sto cercando di affermare, invece di facilitarla; intendo che ciò che vi propino, e mai vi sarò troppo grato per il vostro leggerlo, è già una semplificazione di come spesso scrivo, a volte rispondo e, sempre, penso.
Quindi, ulteriormente, grazie per il vostro saltuario salire a bordo del mio personalissimo ottovolante mentale e non farvi intimorire dalla nausea che la cosa potrebbe causarvi.
Ricambio la stima, nel mentre.
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Secondo te cosa uccide l'amore? Forse la disattenzione, dare tutto per scontato...o ancora peggio scegliere una persona solo per abitudine e non per desiderio....
Buongiorno caro anonimo.
Certo, il quesito che poni non è di risposta facile, e nemmeno univoca, e per di più già tu produci una serie di argomentazioni molto valide e condivisibili a suo supporto, ma provo comunque a cimentarmi nel darti riscontro, e lo faccio ponendo anche io un interrogativo: cosa è l'amore?
Perché è mia opinione che con ''amore'' si intenda, intuitivamente e spontaneamente, un macro insieme di sensazioni ed atteggiamenti, ognuno di per sé valido, che a volte coesistono, a volte si sovrappongono, a volte si sostituiscono l'uno all'altro, a seconda della maturità delle persone che quell'amore vivono o della maturità della relazione stessa.
Mi spiego meglio: tutti quanti avvertiamo inizialmente l'amore come uno stato di intensa ed esaltante confusione sentimentale, le famose farfalle nello stomaco, i brividi, i sorrisi spontanei, la voglia insaziabile dell'altro, ma altrettanto poi, tutti noi, sentiamo quelle brucianti sensazioni affievolirsi un poco, dopo alcuni mesi o anni; sostituite però da un avvolgente e non meno prezioso sentimento di appartenenza, di fiducia, di accoglimento da parte dell'altro, con l'intimità che affianca il piacere fisico al confermarsi la scelta l'uno dell'altro, alla perfetta conoscenza dei propri corpi ed all'assenza di paure nel concedersi; se si ha la fortuna di maturare ulteriormente insieme, emergono, con il perdersi della vigoria corporale, i piaceri dell'accudimento, di tutta la strada fatta insieme, della contemplazione di tutto ciò che si è realizzato ed affrontato; e queste fasi (tre no ho descritte, di trecento che probabilmente esistono) non sono compartimenti stagni, tali per cui la linea che le demarca è netta, ma, come sostenevo poc'anzi, sono mischiate, sovrapposte.
Bene, allora forse, per risponderti finalmente, ciò che uccide l'amore è la mancanza dell'evoluzione, di una di queste fasi, il mero svanire di una fase, senza che un'altra la sostituisca: lo svanire della fortissima attrazione fisica, senza che questa venga sostituita dal piacere di essere esclusivi compagni, o la realizzazione dei principali obiettivi postisi ad inizio relazione (casa, figli, serenità economica) senza che ad essi si sostituisca la voglia di godere insieme di tutto ciò.
Spero d'averti dato un punto di vista, se non proprio soddisfazione, e ti saluto.
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Se avessi poco tempo ancora da trascorrere...cosa vorresti fare? Cosa vorresti dire di importante ad alcune persone? Avresti rimpianti?
Vado a fare una correzione lessicale di profondo pessimismo: non ''se avessi' ma ''considerato che hai'' poco tempo...perché il tempo che abbiamo a disposizione è davvero poco, sempre. Le estati volano, insieme ai decenni (ed ai secoli, per quanto riguarda la mia generazione), insieme agli anni, e per fortuna, la piena coscienza di questo, è spesso anestetizzata da un errore prospettico, dal nostro frequentissimo concentrarsi sul ''qui ed adesso'' che ci regala una (falsa) sensazione di vivere infiniti, brevissimi, eterni istanti.
Veniamo richiamati all'ordine (cronologico) da episodi eclatanti (un anniversario, un compleanno, la scomparsa di una persona), e per qualche secondo avvertiamo la profondità e l'oscurità dell'abisso ai margini del quale camminiamo, ma poi (e per fortuna) inciampiamo in uno degli analgesici di cui ci hanno dotato (un gatto che fa le fusa, una ragione per ridere, un bel culo per strada...ognuno scelga il suo) ed eccoci nuovamente dimentichi.
Rimpianti, poi: dato il fatto che ogni decisione presa nella vita è incontrovertibile e che ad ogni scelta fatta corrisponde l'esclusione di altri infiniti scenari, chiunque sostenga di non avere alcun rimpianto, mente e (spero per lui) lo fa sapendo di mentire.
Cose da dire a qualcuno in particolare, infine, no, ma a tutti mi piacerebbe far sapere, quasi come fosse un epitaffio (*) che dei miei giorni sono stato sempre testimone ma molto raramente complice.
(*) qualche giorno fa, una persona per me davvero molto cara ed importante, propose un giochino che prevedeva proprio la scrittura del proprio epitaffio ed a riguardo del mio scrissi proprio quanto qui vi ho riportato.
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Cosa faresti di " folle" per la tua donna tanto desiderata?
...ancora con 'sta storia delle follie?
Nulla, farei.
Nulla.
Che se per avere una possibilità, con questa ipotetica ''donna tanto desiderata'', è necessario fare follie, allora già si parte male, allora già c'è qualcosa che non funziona a priori, non solo ma anche perché poi follia chiama follia, perché poi, a fare delle cose mirabolanti ed incredibili, si tirano righe, si pongono asticelle ad altezze sempre più alte, involontariamente si creano aspettative, e voglio vedervi a riuscire a soddisfarle, a farne di sempre più grandi, di 'ste benedette follie.
Voi dovete riuscire a disfarvi da questa interpretazione hollywoodiana e romanticamente patinata dell'amore e delle relazioni, fatta di struggimenti, di cuore che balza in gola ad ogni piè sospinto, di destino crudele che separa gli amanti e di sfide impossibili per riuscire a sconfiggerlo.
L'amore vero è quello che silenzioso, rasserenante e pacifico, si vive ogni giorno, sorridendosi assonnati mentre si beve un caffè la mattina, chiedendosi come va, con un messaggio, decidendo se a cena si mangia frittata o fettina panata.
L'amore vero non è un film di Indiana Jones, ma è una puntata di una serie tivù lunghissima, un poco noiosa, molto ironica, in cui i protagonisti invecchiano con noi, attraverso fattarelli ed accadimenti ovvi e minimi.
E sti cazzi delle follie.
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In merito al sesso ti poni dei limiti oppure ti piace trasgredire? Intendo se ami pratiche alternative...
Per pratiche alternative, intendi un piatto di spaghetti alla carbonara? O un Negroni, inteso come cocktail? Alternative al sesso, cioè...
Ma a parte questo umorismo da quattro soldi, giuro che ti risponderò se mi spiegherai in modo plausibile ed accettabile che cosa ti cambierebbe sapere se sono un fautore della rigorosa missionaria a luce spenta il Sabato sera, o se invece mi infilo criceti vivi nel culo, vestito come l'Enigmista (*), mentre cito a memoria le poesie di Garcia Lorca in compagnia di tre donne (rigorosamente) di Greve in Chianti...
(*) il supercriminale nemico di Batman, chiamato ''The Riddler'' nella versione originale
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a chi vorresti fare gli auguri per la festa della donna?
Permettimi una precisazione: non esiste nessuna ''Festa della Donna''. Esiste la Giornata Internazionale delle Donne, e la mercificazione della stessa, svuotata dei significati barricaderi, combattivi e d'impegno sociale che ne caratterizzarono la nascita, dimentica delle tragedie che la originarono e ridotta ad uno scambio floreale, quando non ad una sguaiata perdita d'inibizione ed assunzione dei peggiori fra i comportamenti maschili, mi amareggia sempre di più, ogni anno.
Non auguri, quindi, ma solidale partecipazione espliciterei a tutte le donne che evitano gli spogliarelli maschili o le cene fra amiche in tacco alto e calza velata, l'otto di Marzo, ma si prendono 30'' per riflettere su quanta strada c'è ancora da fare, per una uguaglianza fattiva, e magari se ne ricordano poi, nel segreto delle cabine elettorali.
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Non ci sono più quelle belle domande così divertenti di un tempo?
...per non parlare delle mezze stagioni, che non ci sono più nemmeno quelle.
E quelle belle canzoni che un tempo si sentivano a Sanremo? Sparite, anche loro, insieme alle vere atmosfere natalizie, al ruolo del libero nel calcio, al pesto con l’aglio, al pane e cioccolata a merenda, ai tedeschi in vacanza in Riviera, all’estate dei 16 anni, ai cinema all’aperto, al blocco sovietico, alle mele che, consumate una al giorno, toglievano i medici di torno...e delle tre civette sul comò, hai più avuto notizie tu? io no, e nemmeno della figlia del dottore, che tra l’altro si diceva fosse una facile...
...è che tutto passa, caro anonimo, e nulla, o proprio proprio poco, resta...
...tocca farsene una ragione e continuare ad apprezzare quello che c’è e che ancora non è svanito, fino a quando, prima o poi, svaniremo noi.
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Quanto ce lo hai lungo? Il cazzo, dico.
Per ragioni che non so e non capisco e che, se proprio proprio devo provare a trovare, le individuo nella voglia di provocare e di provare quel brivido da scuola primaria che sta nello scrivere una parolaccia, di tanto in tanto ricevo questa domanda.
Non rispondo mai, ma questa volta faccio una eccezione perché la puntualizzazione che fa seguito alla domanda vera e propria ( cioè ''il c*zzo, dico.'') mi ha fatto molto ridere; e rispondo parafrasando una vecchia storielletta di ambito automobilistico, che raccontava come i concessionari della Rolls Royce, quando venivano interrogati a riguardo del numero di hp mai avesse un modello della suddetta e prestigiosa casa, rispondessero ''a sufficienza''.
Eccomi qua, quindi: faccio uguale e, caro anonimo, ti rispondo che ce l'ho lungo a sufficienza, o almeno così mi è parso, in questi anni di utilizzo.
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Ti capita mai di non riuscire a smettere di pensare ad una determinata persona???
Premetto che sono uno stronzo e che quindi chi mai legga questa mia risposta e si trovi a pensarlo, è, a mio parere, autorizzato a farlo, però...
Però, al di là della risposta che potrei dare, la prima se non l'unica cosa che mi suscita questa domanda anonima è: ma come cazzo è formulata, sintatticamente, ma come cazzo è posta?
Cioè, a me fa pensare ad una scena in bianco e nero, stile film italiano di inizio anni cinquanta, esterno giorno, campagna padana: due braccianti agricoli stanno vangando un campo e l'inquadratura indugia sul sole cocente e sul sudore che imperla le loro fronti, fronti di visi assorti, impegnati e stanchi; d'improvviso uno dei due interrompe la sua fatica e fissa l'orizzonte. Il suo compagno lo vede ed anche lui smette un attimo di lavorare e lo apostrofa con voce stentorea ed appena roca ''stai pensando ad una determinata persona?'' e lui ''sì, non riesco a smettere''. Sguardo d'intesa e silente cenno d'assenso e poi tornano a girare la terra mentre l'inquadratura allarga, la musica di sottofondo aumenta di volume ed in sovra-impressione appare la scritta ''FINE'' seguita dal titolo del capolavoro neorealista: ''Ti Capita Mai?''.
Va beh...
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La tua prospettiva della vita è però alquanto cinica e "spietata"...il mio messaggio però è d'accordo con il tuo....nel senso che la donna non dovrebbe essere omaggiata solo da un fiore ( che però può far piacere riceverlo....) ma essere considerata, ricordata,amata tutto l'anno.....
...così, in generale, solo per il fatto di ''essere una donna'', sia essa la Franzoni o la Hack, Barbara D'Urso o Rita Levi Montalcini, e non in base a che essere umano sia, voglia essere, riesca ad essere: le generalizzazioni, anche quando hanno volontà ed obiettivo di essere benevole, sono il terreno fertile su cui crescono proprio i pregiudizi e le discriminazioni.
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