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#prevenzione e contrasto alla violenza
visionairemagazine · 1 year
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The International Day of Zero Tolerance for Female Genital Mutilation (FGM)
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Illustrazione di Virginia Cabras alias Alagon
I l6 febbraio è la Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF).
Le Mutilazioni Genitali Femminili sono una forma di violenza che calpesta i diritti di bambine e giovani donne, mettendo a rischio la loro salute fisica e psicologica e che deve vedere tutti quanti noi impegnati in una battaglia che non riguarda solo le donne ma ha a che fare con lo sviluppo dell’intero genere umano.
Almeno 200 milioni di ragazze e donne vivono oggi nel mondo con le cicatrici di qualche forma di mutilazione genitale subita nel corso della propria vita. Le mutilazioni genitali vengono praticate principalmente su bambine tra i 4 e i 14 anni di età.
Tuttavia, in alcuni Paesi vengono operate bambine con meno di un anno di vita, come accade nel 44% dei casi in Eritrea e nel 29% dei casi nel Mali, o persino neonate di pochi giorni come nello Yemen.
La pratica può causare complicanze a breve, medio e lungo termine, tra cui dolore cronico, infezioni, aumento del rischio di trasmissione dell’HIV, ansia e depressione, complicazioni al momento del parto, infertilità e, nei casi peggiori, la morte.
L’UNICEF ha stimato che altri 68 milioni di ragazze subiranno mutilazioni genitali da qui al 2030 se non vi sarà una forte accelerazione nell'impegno per porre fine a questa pratica aberrante. In Italia, dove è in vigore la legge 7/2006 per prevenire e contrastare le pratiche di mutilazione genitali femminili, il numero di donne che hanno già subito una mutilazione genitale si stima sia compreso tra 61.000 e 81.000.
Ad eseguire le mutilazioni sono essenzialmente donne: levatrici tradizionali o le stesse madri. Ma è impressionante rilevare che oltre 20 milioni in 7 Stati (Egitto, Sudan, Guinea, Gibuti, Kenya, Yemen e Nigeria) sono state sottoposte a questa pratica per mano di un operatore sanitario. Una Risoluzione del Parlamento europeo del 2018 invita a vietare esplicitamente la medicalizzazione".
I governi degli Stati in cui le Mutilazioni Genitali Femminili sono ancora diffuse devono sviluppare Piani di azione nazionali per porre fine a questa pratica. Ma per essere efficaci, questi piani devono prevedere risorse di bilancio dedicate ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva, all’istruzione femminile, al welfare e ai servizi legali.
Oltre al contrasto della pratica delle mutilazioni genitali femminili e alla realizzazione di un'attività di prevenzione, assistenza e riabilitazione delle donne e delle bambine già sottoposte a tali pratiche, la Legge 7/2006 prevede lo stanziamento di fondi per la formazione del personale sanitario. Fino al 2009 lo stanziamento era pari a 2,5 milioni di euro annui, scesi fino a circa 174.463 euro nel 2018. Un'integrazione delle risorse ha consentito di riportare lo stanziamento annuale a 500.000 euro. L'impegno come Ministero della Salute dovrebbe essere però quello di prevedere maggiori risorse dedicate nelle prossime leggi di bilancio.
Per eradicare questa efferata forma di violenza sulle donne bisogna agire senza sosta se si vuole che questo impegno si traduca in risultati concreti, duraturi e irreversibili.
Si tratta di un percorso ancora lungo e non lineare, ma è la sfida cui siamo tutti chiamati a concorrere.
Bisogna creare una vera alleanza tra politica, istituzioni pubbliche, associazioni nazionali e internazionali promuovendo condivisione, momenti formativi, intensificando azioni sanitarie e sviluppando solidarietà tra donne di diversi paesi di provenienza nel Paese di approdo. Solo così si potrà vincere questa battaglia.
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lamilanomagazine · 2 days
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Milano, due arresti per detenzione ai fini di spaccio e uno per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale
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Milano, due arresti per detenzione ai fini di spaccio e uno per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale.  La Polizia di Stato di Milano ha arrestato due cittadini italiani di 41 anni e di 66 anni per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e uno marocchino di 36 anni anche per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale. Gli agenti della Squadra Investigativa del Commissariato Comasina, nell’ambito di un’attività volta al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, hanno individuato il 41enne ritenuto responsabile di spaccio di droga nella zona del quartiere Dergano. In particolare, hanno appurato che l’uomo, residente a Cornaredo (MI), si recava a Milano con la propria autovettura, entrava all’interno degli stabili dove effettuava le consegne di droga con il suo cane e con un trasportino al fine di destare meno sospetto. Mercoledì scorso, in via Plinio, l’uomo è stato fermato dai poliziotti di via Comasina mentre usciva da un appartamento dove poco prima aveva ceduto della sostanza stupefacente. A seguito di perquisizione, nascosti nel trasportino del cane, gli agenti hanno sequestrato 80 grammi di hashish, 80 grammi di marijuana, 3 grammi di cocaina, 5 pasticche di Ecstasy, un involucro di MDMA, una pasticca di “cocaina rosa”, una pasticca di viagra illegale, un bilancino di precisione e 670 euro in contanti. Inoltre, nella sua abitazione a Cornaredo (MI), sono stati rinvenuti ulteriori 15 grammi di marijuana e 4 pasticche di viagra illegale. Il 41enne è stato arrestato e il cagnolino è stato affidato alla madre dell’uomo. I poliziotti della Squadra Investigativa del Commissariato Quarto Oggiaro hanno individuato il 66enne, pluripregiudicato e già arrestato in precedenza per spaccio di droga, il quale, dopo aver prelevato qualcosa dalla cassetta della posta dell’appartamento della figlia, si recava in diversi posti della città meneghina per poi effettuare gli scambi con i presunti acquirenti. Giovedì pomeriggio, gli agenti, dopo aver assistito ad un’altra cessione, hanno bloccato l’uomo in via Davanzati e l’hanno trovato in possesso di 350 euro in banconote di vario taglio, ritenute provento dell’attività illecita. A seguito di perquisizione locale, con l’ausilio di un’unità cinofila dell’Ufficio Prevenzione Generale, gli agenti hanno sequestrato, nella cassetta della posta della figlia, 2 dosi di cocaina mentre nell’appartamento altre 20 dosi di cocaina per un peso totale di oltre 15 grammi e, nella casa dell’uomo, 3 pezzi di hashish per un peso complessivo di circa 38 grammi e oltre 45mila euro in contanti. Sempre giovedì pomeriggio, in via Palmi, gli agenti dell’Investigativa del Commissariato Lorenteggio hanno fermato il 36enne colto nell’atto di cedere della sostanza stupefacente. L’uomo, dopo aver tentato di colpire con calci e pugni i poliziotti di via Francesco Primaticcio per sfuggire al controllo, è stato trovato in possesso di 18 involucri in cellophane contenenti cocaina per un peso complessivo di 6 grammi, due telefoni cellulare e 245 euro in banconote di piccolo taglio. A seguito di perquisizione presso un appartamento in via Dalmine i poliziotti hanno rivenuto altri due involucri in cellophane termosaldati contenenti cocaina per un peso complessivo di un grammo, un involucro contenente hashish per un peso di 31 grammi, due bilancini di precisione e 2.500 euro in banconote di piccolo taglio.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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tecnowiz · 3 months
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Cyberbullismo e aggressioni digitali: il lato oscuro dell'utilizzo sbagliato della tecnologia da parte dei giovani
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Cyberbullismo e aggressioni digitali: Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia digitale ha permeato ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Tuttavia, mentre i progressi tecnologici hanno portato numerosi vantaggi, assistiamo ad un aumento delle aggressioni digitali, specialmente tra i più giovani. Queste aggressioni sono spesso il risultato di un utilizzo sbagliato della tecnologia, evidenziando la mancanza di conoscenza e consapevolezza in molti utenti.
Il lato oscuro dell'utilizzo sbagliato della tecnologia da parte dei giovani: affronta il fenomeno del cyberbullismo e delle aggressioni digitali con consigli e strumenti per proteggerti
Le aggressioni digitali possono manifestarsi in varie forme, tra cui il cyberbullismo, il sexting, il revenge porn e furto di identità. Queste azioni dannose sono alimentate da un mix di fattori ma spesso hanno radici nella mancanza di consapevolezza sull'impatto reale che un comportamento online può avere sulla propria vita e su quella degli altri.
Il ruolo fondamentale dell'educazione digitale
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Per affrontare il problema delle aggressioni digitali, è essenziale investire nella formazione e nell'educazione digitale degli utenti. Non esiste e non esisterà mai una tecnologia immune da rischi proprio perché è l’utente che decide come utilizzarla e per quali scopi (mi riferisco soprattutto alle piattaforme social). I giovani, ma non solo, devono essere consapevolizzati sugli effetti a lungo termine delle loro azioni online tramite un’educazione e formazione attiva. La scuola, i genitori e le istituzioni educative devono collaborare per fornire una guida attiva, insegnando competenze digitali e formando utenti web pronti e consapevoli. In tutto questo, le piattaforme digitali giocano un ruolo cruciale nel plasmare il comportamento online. Esse devono assumersi la responsabilità di creare un ambiente virtuale sicuro e di contrastare comportamenti dannosi. Implementare politiche di moderazione più efficaci e promuovere la consapevolezza. Tra gli utenti sono passi fondamentali per mitigare il fenomeno delle aggressioni digitali ma dobbiamo sempre ricordarci che sono strumenti nelle mani degli utenti e il loro modello di business si basa sul coinvolgimento del contenuto.
Collabora con la nostra associazione
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L'Associazione per la prevenzione del cyberbullismo e delle aggressioni digitali si impegna attivamente nella sensibilizzazione, nella prevenzione e nell'assistenza alle vittime di queste forme di violenza online. L'obiettivo principale dell'associazione è quello di educare le persone su come utilizzare in modo responsabile e sicuro le tecnologie digitali, fornendo informazioni sulle conseguenze negative del cyberbullismo e delle aggressioni digitali. Attraverso campagne di sensibilizzazione, workshop e incontri formativi, l'associazione mira a creare una cultura digitale rispettosa e inclusiva. Promuovono inoltre la consapevolezza sui diritti e sulle responsabilità online, incoraggiando una cittadinanza digitale responsabile. Se vuoi sostenere i progetti dell’associazione collegati alla pagina principale per fare il tesseramento oppure in alternativa puoi consultare il sito web dove puoi trovare tutte le informazioni possibili. Puoi trovarci nei principali canali social come Facebook oppure su Instagram, ma anche su Linkedin e guardare i nostri video su Youtube.
Conclusione
Le aggressioni digitali sono una realtà che non possiamo ignorare e la chiave per combatterle risiede nell'educazione e nella consapevolezza. Ecco perché è nata Human Tecnologia, un’associazione di promozione sociale che ha come obiettivo il contrasto alle aggressioni digitali tramite la formazione degli utenti. Crediamo che questa sia l’unica modalità che riesca a dare risultati nel medio lungo periodo e non costringa la società a ricorrere a soluzioni del tutto inutili quando è ormai troppo tardi. Read the full article
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Capone, ritengo fondi per contrasto violenza genere necessari
“Ho ritenuto che fosse assolutamente necessario ed essenziale inserire nel Bilancio di previsione ulteriori risorse per il contrasto alla violenza sulle donne. Si tratta di 400mila euro che serviranno per finanziare attività di prevenzione attraverso anche corsi di formazione per tutti i soggetti che entrano in contratto con le vittime, e a dare sostegno ai centri antiviolenza e ai centri per gli…
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lospeakerscorner · 4 months
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Essere umani
Il progetto regionale Essere umani si apre con la proiezione in 30 sale cinematografiche, per studenti di medie e superiori, del film C’è ancora domani di Paola Cortellesi La Regione Campania scende in campo al fianco delle scuole contro la violenza di genere, attraverso un programma educativo e formativo finalizzato al contrasto e alla prevenzione del fenomeno dal titolo Essere umani. Il nuovo…
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agrpress-blog · 5 months
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Si è svolto a Roma, presso l’Auditorium Donat Cattin, l’incontro “Le parole che fanno male. Il linguaggio come prima prevenzione”, voluto dal Coordinamento Pari Opportunità Fai-Cisl e Terra Viva, in occasione della Giornata Internazionale per il contrasto alla violenza sulle donne, che si celebra ogni anno il 25 novembre. “Il linguaggio – ha detto Raffaella Buonaguro, Segretario nazionale Fai Cisl, introducendo i lavori – può aiutare il cambiamento culturale per cancellare stereotipi di genere e migliorare la qualità di vita di tutte e tutti, non dobbiamo mai sottovalutare il potere delle parole e quello che possono fare in termini di prevenzione, anche nei luoghi di lavoro, che sono quelli che frequentiamo per la maggior parte del nostro tempo”. La tavola rotonda, moderata dalla giornalista Sara Salin, si è aperta con un ricordo a Giulia Cecchettin e tutte le donne vittime di violenza e a seguire ci sono stati gli interventi di: Martina Semenzato, Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio; Barbara Melegari, Direttrice dello stabilimento Barilla di Melfi; Fabio Roia, Presidente f.f. del Tribunale di Milano; Roberta Candileno Responsabile risorse umane di Mondelez Italia; Laura Cenni, titolare della società agricola Cenni; Giorgia Ortu La Barbera della Fondazione Libellula e, in collegamento dalla Fai Cisl di Milano, le volontarie dell’associazione Cerchi d’Acqua. “Ma la violenza – ha detto Buonaguro – non è solo fisica, spesso si cela dietro comportamenti discriminatori, ricatti psicologici, disparità di trattamento salariale. C’è bisogno di trasformare un sistema che non aiuta alla parità di genere, e questo sabato saremo in piazza con la Cisl anche per chiedere miglioramenti nella manovra economica del Governo, che deve essere più a misura di donna: ci sono cose positive, come i bonus asilo nido, gli indennizzi per i congedi parentali, il reddito di libertà per le donne vittime di violenza, o l’investimento sui congedi per la genitorialità come da proposta Cisl, ma chiediamo specifici incentivi alla contrattazione di secondo livello per la conciliazione vita-lavoro e di estendere i congedi per la genitorialità. Bisogna potenziare inoltre l’Assegno Unico e l’Assegno per coloro che hanno Isee più contenuti, intervenire sull’aumento dell’Iva per latte in polvere e prodotti per l’igiene intima femminile e, infine, ridurre l’età ed eliminare le condizioni che limitano l’accesso a Opzione donna”, ha concluso. Anche Daniela Fumarola, Segretaria nazionale CISL ha portato un saluto all'evento: "Quello per la prevenzione della violenza nei confronti delle donne è un percorso di civiltà, dignità, valorizzazione della persona, che la nostra organizzazione sostiene da sempre. Dobbiamo agire insieme, a partire dal lavoro, che è la prima vera leva di autonomia. Nonostante i tanti progressi raggiunti - ha proseguito Fumarola - resta ancora molto da fare, nella consapevolezza che le parole sbagliate fanno molto male, ma è fondamentale anche che dietro le parole corrette ci siano comportamenti coerenti, con cambiamenti non soltanto formali ma sostanziali" L’Onorevole Semenzato ha poi sottolineato il tema della violenza economica: “Se ne parla poco, invece anche questa è una tipologia pesante di discriminazione delle donne: non si tratta di essere contro gli uomini, ma di creare pari opportunità e libertà di scelta. Dal punto di vista normativo va rafforzato il codice rosso ma anche tutto ciò che è prevenzione, e il dialogo con il sindacato rimane fondamentale”. I lavori sono stati conclusi da Onofrio Rota, Segretario generale della Fai-Cisl, che ha evidenziato come “tutti i contratti rinnovati nei settori di competenza, sia di primo che secondo livello, contengono precisi riferimenti al contrasto delle molestie nei luoghi di lavoro ma anche enormi passi in avanti nell’implementazione della conciliazione vita-lavoro, un fronte importante per realizzare la condivisione dei carichi familiari, delle responsabilità genitoriali, del lavoro di cura”.
Infine, Rota ha parlato anche delle sfide future del sindacato: “Dopo aver dedicato il 2023 alla sicurezza e salute sul lavoro, con la campagna Fai più sicurezza, la Federazione dedicherà il 2024 alle lavoratrici dell’agroalimentare e ambiente, con approfondimenti sulle loro tutele, i loro bisogni, l’implementazione di tutti gli strumenti per contrastare discriminazioni e violenze”.
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sinapsimagazine · 5 months
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"Women for Women against Violence – Camomilla Award” condotto da Beppe Convertini e Arianna Ciampoli in onda il 24/11 alle 23:15 su RAI3
"Women for Women against Violence – Camomilla Award” condotto da Beppe Convertini e Arianna Ciampoli in onda il 24/11 alle 23:15 su RAI3
Una kermesse dedicata alla rinascita delle donne, ferite da una violenza o da un tumore al seno, che non smettono mai di combattere L’Auditorium del Massimo, nel cuore della capitale, ha ospitato la registrazione tv dell’VIII edizione dell’evento: “Women for Women against Violence – Camomilla Award”, una kermesse per promuovere il contrasto alla violenza di genere e la prevenzione sul tumore al…
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kritere · 8 months
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Dl baby gang, Piantedosi e Nordio: “Imputabilità minori non cambia, modificate misure di prevenzione”
DIRETTA TV 7 Settembre 2023 Durante la conferenza stampa di presentazione del decreto baby gang, sia il ministro Piantedosi che il Guardasigilli Nordio hanno spiegato che non c’è nessun intervento sull’imputabilità dei minori, ma che cambiano i criteri preventivi di ammonimento. 0 CONDIVISIONI Il nuovo decreto di contrasto alla violenza giovanile, già ribattezzato dl baby gang, è stato…
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personal-reporter · 8 months
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Progetto VOLO: per il contrasto alla violenza di genere
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Il Progetto VOLO - Centri Antiviolenza ha l'obiettivo di combattere la violenza di genere, in particolare quella perpetrata contro le donne. Utilizzando lo spettacolo "VOLO – Il primo passo è staccarsi," interpretato e creato da Francesca Brizzolara della Compagnia Tecnologia Filosofica di Torino, l'iniziativa mira a sensibilizzare la comunità e a informare sulle intricate reti sociali e culturali che spesso imprigionano le vittime di violenza. Il Piano Strategico Nazionale sulla Violenza Maschile contro le Donne 2021-23, sviluppato dal Dipartimento delle Pari Opportunità, in linea con la Convenzione di Istanbul, enfatizza l'importanza della prevenzione, dell'informazione e dell'educazione sia per gli operatori che per la popolazione, al fine di contrastare la violenza. Per questo motivo, il progetto VOLO – Centri Antiviolenza organizzerà quattro rappresentazioni dello spettacolo, ciascuna accompagnata da incontri informativi, sessioni di preparazione su argomenti correlati e dibattiti conclusivi con il contributo di Amnesty International. Il progetto ha anche lavorato per creare una rete di collaborazione tra i Centri Antiviolenza CAV dell'Area Nord Novarese (con un ruolo fondamentale svolto dall'Impresa Sociale Irene SC di Borgomanero), il Centro Antiviolenza VCO, enti di formazione come l'Istituto En.A.I.P. Piemonte a Domodossola, il Consorzio Intercomunale dei Servizi Sociali dell'Ossola, la CGIL Novara VCO e il suo Coordinamento Donne SPI, Liberazione e Speranza Società Cooperativa, oltre all'ANPI provinciale di Novara. Le location scelte per le presentazioni sono spazi solitamente dedicati all'accoglienza delle vittime di violenza, persone in situazioni di disagio sociale e giovani studenti. Tuttavia, il progetto si apre alla partecipazione dell'intera comunità, mettendo a disposizione operatori ed esperti per fornire informazioni su varie attività specifiche e partecipare ai confronti e dibattiti. Le prime due date in provincia di Novara sono fissate per il 16 settembre alle 21 presso la Guest House San Giulio di San Maurizio d'Opaglio e il 17 settembre alle 17 presso Casa Irene a Borgomanero. Successivamente, il progetto si sposterà a Domodossola (VCO) il 25 e 26 ottobre, con una rappresentazione serale aperta al pubblico alle 21 e una matinée alle 10:30 dedicata agli studenti di En.A.I.P. e alle scuole del territorio. Lo spettacolo VOLO, ideato e interpretato da Francesca Brizzolara con il disegno luci di Agostino Nardella, è una produzione della Tecnologia Filosofica e del Morenica Cantiere Canavesano. Esso racconta la storia di una donna contemporanea che, passo dopo passo, riesce a liberarsi da una relazione pericolosa e insostenibile per riprendere il controllo della sua vita. Nel 2022, lo spettacolo è stato premiato al Milano Off Fringe Festival ed ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International, riconosciuto per l'importanza di "costruire reti di sostegno accessibili ed efficaci per chi fugge o vorrebbe fuggire dalla violenza domestica". Il progetto è stato reso possibile grazie al bando "Life is Live" di Smart e Fondazione Cariplo, che mira ad aumentare le opportunità di partecipazione e fruizione culturale, promuovere connessioni e sinergie tra diversi settori e promuovere la ripresa delle forme di arte e cultura dal vivo dopo la pandemia. Tutti gli eventi sono aperti al pubblico e gratuiti e saranno documentati attraverso materiale video realizzato da Valentina Corrado. L'obiettivo è anche raccogliere impressioni, interventi e testimonianze dagli attori coinvolti nel progetto e dal pubblico partecipante. Per ulteriori informazioni, è possibile contattare [email protected] o visitare il sito web: Link al sito web del progetto VOLO - Centri Antiviolenza Read the full article
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unfilodaria · 8 months
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IO TI CREDO, SORELLA!
LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE è ASSENZA DI CURA COLLETTIVA e DISINTERESSE DELLE ISTITUZIONI
Essa è figlia della cosiddetta “zona grigia”, quella di coloro i quali, pur dichiarandosi contro qualsiasi violenza, al confronto reale e concreto con un dramma, nel momento in cui è necessario prendere una posizione chiara e correre in aiuto alla vittima, adottano sotterfugi per sottrarvisi o, peggio ancora, giustificare in qualche modo, la violenza.
È la civiltà dell’ipocrisia, quella che crea una seconda violenza, più nascosta, ma ancora più aberrante.
È importante che la violenza venga svelata, esca dalle mura di casa o dello studio dove è stata medicata, è fondamentale che non rimanga un dramma privato. La donna deve sapere che tutti noi non accettiamo quanto le accade e che le offriamo aiuto e solidarietà.
Dobbiamo manifestare chiaramente e in maniera esplicita che siamo contrari ad ogni forma di violenza e discriminazione, facciamo uscire il crimine dalla segretezza e la vittima dall’isolamento, rompiamo il muro della collusione silente, dell’omertà.
È più che mai necessario che le ISTITUZIONI facciano sentire la loro presenza, forte e democratica, a tutela delle fasce deboli della popolazione e che vi sia una riparazione collettiva delle violenze Pensieri e azioni di prevenzione e contrasto devono partire contemporaneamente dall’alto e dal basso per costruire e diffondere una cultura di pace e di non violenza.
La risoluzione della violenza non è un affare privato ma un’offesa pubblica e la cura deve essere necessariamente collettiva.
Non basiamo il contrasto alla violenza solo con la punizione dei reati ma stigmatizziamo i comportamenti violenti con la sanzione sociale e la vergona, non la vergogna che espelle dal gruppo ma che rende il gruppo non violento appetibile e desiderabile, pronto a riaccogliere chi ne vuole fare parte rispettandone le regole.
Questione indispensabile per debellare la violenza di genere è comprenderne le dinamiche, riuscire a distinguere tra la collusione tra la vittima e carnefice e la difficoltà della donna a comprendere di essere vittima di violenza e capire come uscire dalle maglie della ragnatela che il maltrattante le ha tessuto intorno.
Partendo dal presupposto che in nessun caso il comportamento violento è giustificabile e deve essere sempre sanzionato è necessario sapere perché la donna sopporta così a lungo le violenze, perché non chiede aiuto alle prime avvisaglie.
Le donne non chiedono quasi mai aiuto al primo gesto di violenza perché la maggior parte delle volte non lo capiscono, ne rimangono sconcertate, vengono convinte dal partner che nulla è accaduto e vi è stato un fraintendimento o semplicemente non riescono a crederci.
La dinamica violenta si snoda, come tutti sappiamo, in un susseguirsi di aggressioni, insulti, ricatti, scuse, pianti, pentimenti e periodi di luna di miele.
Anche quando sanno di soffrire le donne maltrattate non sanno che il loro malessere è la conseguenza delle continue ingiurie subite.
Tutte le vittime portano i segni della violenza incisi sulla loro pelle, nel loro cuore, nelle ossa, nella mente: è la vita tutta intera che viene sconvolta.
I soprusi psichici e morali la mortificano, la umiliano.
La donna esperisce sentimenti di annichilimento, prostrazione, obnubilamento; può essere invasa da sensazioni di non esistenza e dalla morte psichica.
Le conseguenze della violenza prolungata sono infatti profonde alterazioni nella personalità, nelle modalità di percepire sé stessa e il mondo circostante, nel funzionamento psichico poiché alterano le capacità di critica, di giudizio e di interpretazione della realtà. Viene minato il senso profondo di essere donna e se si hanno figli anche quello di essere madre.
Queste alterazioni del funzionamento psichico diventano negli anni la prigione che impedisce loro di fuggire dal proprio carceriere. Una vera e propria condizione di inabilità. Lo strumento più efficace con cui l’uomo riesce ad asservire e rendere schiava la donna è il SILENZIO, l’imposizione del segreto; segreto che legittima l’esistenza e la ripetizione del crimine nascosto. L’ineffabilità è la condizione per la sua perpetuazione.
Michael Eigen nell’articolo “La morte psichica” afferma “Dobbiamo ricordarci che possono passare anni o vite intere prima di poter comprendere ciò che ci accade dalle o sulle nostre esperienze”.
Questo potrebbe essere ancora più evidente nel caso di donne a cui viene minata persino la capacita di credere alle proprie percezioni e pensieri, poiché vengono costantemente manipolate e convinte di avere mal compreso, frainteso, avere volutamente provocato. Perché tra le strategie del maltrattante c’è anche quella della manipolazione mentale: l’uomo violento agisce con astuzia e tattica per fare in modo che la donna non si fidi più delle proprie percezioni, la convince di essere impazzita, la confonde. Le manipolazioni minano il pensiero e le percezioni, la vittima vive con angoscia la sensazione di stare impazzendo. Il perpetratore della violenza svaluta la confusione e la sofferenza della vittima e si proclama vittima egli stesso. I comportamenti agiti per confondere vengono definiti dalla letteratura inglese gaslighting condotte messe in atto affinché una persona dubiti di se stessa e dei suoi giudizi di realtà, al punto di sentirsi confusa o temere di impazzire.
Tra le ragioni che legano le donne ai loro partner perversi e impediscono l’uscita dalla relazione violenta c’è la difficoltà a vivere i maltrattamenti come tali ma anche una testarda e disperata convinzione della possibilità di aggiustare l’Amore guasto.
Ma improvvisamente, inaspettatamente, la donna si accorge che qualcosa nella relazione di coppia non va per il verso giusto, che alcuni atteggiamenti e comportamenti del partner acquisiscono un senso inquietante, non chiaro, talvolta anche solo per motivi futili ed è questo il momento in cui iniziano il percorso di liberazione. Quando la donna percepisce un alone di anormalità, di perturbante, qualcosa che da familiare diventa inquietante, incomprensibile, minaccioso è il momento in cui germoglia il seme della paura e la consapevolezza della necessità di proteggersi. Termina di cercare di correggere la situazione, di modificare il proprio comportamento e smette di credere al partner che le convince di essere la causa dei problemi della coppia.
Fatti fino ad allora innominati e, quindi, senza esistenza possono venire identificati, raccontati, compresi, significati.
Solo quando si riaccende la forza irresistibile della NARRAZIONE il cammino verso la libertà comincia. La narrazione aiuta la donna a sapere chi è oggi, a ricordare chi era ieri e chi spera di essere domani.
Nel racconto germoglia la speranza della guarigione.
La donna può finalmente svelare ciò che giace nascosto, incompreso, escluso, inespresso e che per questo motivo si ripete all’infinito. Il racconto rompe la ripetizione, rende possibile re-interpretare la storia e cambiare il futuro perché getta un ponte, un filo di speranza, un salvagente a cui aggrapparsi nel presente per liberarsi dal passato e progettare un futuro
La narrazione si trasforma in progetto concreto di fuga e libertà
Il percorso dall’uscita dal tunnel della violenza è lungo e faticoso, si tratta di rimettere insieme pezzi di un’identità polverizzata e frantumata e la cura non è indolore poiché il percorso è lungo e tortuoso e il desiderio sarebbe quello di dimenticare e voltare pagina.
Ben sappiamo, però, che il trauma si inscrive profondamente nelle memorie del corpo e della mente e che se non viene rimosso si ripresenta riattualizzandosi
Dall’errare nello spazio del dolore attraverso la rivisitazione della propria storia può trovarsi in un luogo nuovo, quello del cambiamento e della trasformazione, lo spazio e il tempo della rinascita come essere umano e come donna.
(Di Nadia Muscialini, da sofferenza privata a cura collettiva, articolo disponibile sul Web , sul sito Psicoanalisi &Sociale)
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livornopress · 1 year
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Tutela delle donne vittime di violenza, sorveglianza speciale per un 50enne
Tutela delle donne vittime di violenza, sorveglianza speciale per un 50enne
Livorno 8 marzo 2023 – Tutela delle donne vittime di violenza, sorveglianza speciale per un 50enne L’accresciuta sensibilità collettiva rispetto alla tipologia di reati di violenza di genere, sempre con maggiore frequenza ai danni delle donne, ha reso necessario intensificare l’attività di prevenzione e contrasto a tali condotte illecite disposta dal Questore di Livorno, attraverso un sistema di…
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lamilanomagazine · 4 days
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Venezia: importanti risultati operativi della Questura nel quadrilatero di Via Piave ed a Marghera, 5 arresti ed un espulsione
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Venezia: importanti risultati operativi della Questura nel quadrilatero di Via Piave ed a Marghera, 5 arresti ed un espulsione. La Questura di Venezia, grazie ad un'importante attività mirata di prevenzione e contrasto ai reati nelle zone della città maggiormente soggette a fenomeni criminali e degrado sociale, è riuscita in pochi giorni ad arrestare 5 soggetti sospettati di reati di varia natura che gravitavano nella zona del quadrilatero di Via Piave e nelle zone di Marghera che negli ultimi tempi erano state teatro di episodi criminali che avevano messo in allarme la cittadinanza. Tale risultato è stato conseguito, in linea con una consolidata strategia di intervento mirato, posta in essere dagli uomini della Squadra Mobile di Venezia, con il contributo di personale dei Commissariati di Mestre e Marghera, coadiuvati dalla costante presenza sul territorio in un'ottica di prevenzione e pronto intervento, posta in essere dalla Squadra Volanti. Un primo importante risultato è stato conseguito dalla Squadra Mobile che, nel corso dei suddetti servizi mirati, ha tratto in arresto un cittadino straniero di origini magrebine ritenuto responsabile di spaccio di sostanze stupefacenti. Nello specifico i poliziotti, dopo una meticolosa attività di osservazione, hanno intercettato in Via Piave un soggetto dai movimenti sospetti ed hanno pertanto provveduto a seguirlo fino al Parco della Bissuola dove hanno scorto lo stesso mentre sarebbe stato intento a cedere una dose di sostanza stupefacente ad un potenziale acquirente. Dopo averlo prontamente bloccato, è stato poi individuato il nascondiglio del soggetto, dove lo stesso aveva occultato ben 26 dosi di cocaina. Il cittadino straniero, pertanto, è stato arrestato per spaccio di sostanza stupefacente e condotto presso gli Uffici della Questura in attesa di direttissima all'esito della quale il giudice ha convalidato il suo arresto. A seguire, un'intensa attività di indagine, la Squadra Mobile di Venezia ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP c/o il Tribunale di Venezia nei confronti di un soggetto sospettato di tentato omicidio aggravato. I poliziotti del Commissariato di Mestre, sono infatti riusciti a ricostruire la dinamica dei fatti, individuando il presunto autore di un tentato omicidio avvenuto lo scorso febbraio presso un bar nella zona di Corso del Popolo a Mestre, quando si era verificato l'accoltellamento del titolare e del dipendente dell'esercizio commerciale. L'attività investigativa, effettuata sotto la direzione della Procura della Repubblica di Venezia, ha così permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza in capo alla persona arrestata, verificando come il soggetto, dopo aver terminato la sua consumazione al bar, si sarebbe rifiutato di pagare perdendo le staffe e tentando di accoltellare i due malcapitati. L'attività di contrasto e prevenzione sul territorio del Quadrilatero di Via Piave e Marghera è stata poi arricchita dai risultati della Squadra Volanti della Questura che in soli due giorni hanno tratto in arresto 3 soggetti e garantendo l'espulsione di uno di essi, trovato irregolare sul territorio nazionale. In primo luogo, i poliziotti delle Volanti della Questura di Venezia hanno tratto in arresto un cittadino straniero di nazionalità marocchina presunto autore di un furto ai danni di una donna. Nello specifico il soggetto, già noto alle Forze dell'Ordine in quanto gravato da precedenti segnalazioni per reati contro il patrimonio oltre ad essere già stato raggiunto dalla misura di prevenzione del Foglio di Via Obbligatorio dal Comune di Venezia al quale lo stesso non avrebbe ottemperato, mentre transitava in bicicletta in una via di Marghera, si sarebbe avvicinato ad una donna, anch'essa in bicicletta, e le avrebbe sottratto con violenza la borsa saldamente ancorata al cestino causando, in tal modo, la rovinosa caduta della vittima. Le Volanti della Questura di Venezia, impegnate nella consueta attività di controllo del territorio, hanno subito raggiunto la signora che chiedeva aiuto e, dopo averla soccorsa, in breve tempo sono riusciti a rintracciare il sospettato il quale avrebbe avuto con sé ancora la refurtiva. Il cittadino straniero, pertanto, è stato tratto in arresto per furto aggravato e, all'esito del giudizio per direttissima, il magistrato ha disposto nei suoi confronti la misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il giorno seguente a seguito di una segnalazione pervenuta dalla moglie della vittima, i poliziotti delle Volanti della Questura di Venezia sono poi intervenuti a Mestre per una presunta rapina perpetrata da due soggetti ai danni di un uomo. Dalla ricostruzione dei fatti gli operatori hanno appreso che due cittadini, di nazionalità rumena, avrebbero aggredito e ferito al capo con un coltello la vittima per sottrargli del denaro. I poliziotti, grazie alle descrizioni dei soggetti fornite dalla persona offesa, in breve tempo sono riusciti ad individuare e fermare i presunti responsabili della rapina, uno dei quali risultava gravato da numerosi pregiudizi di polizia per reati contro il patrimonio e che era già stato raggiunto dalla misura di prevenzione del Foglio di Via Obbligatorio con divieto di ritorno nel Comune di Venezia. I due soggetti sono stati così deferiti all'Autorità Giudiziaria per rapina e lesioni aggravate e per uno di loro, trovato irregolare sul territorio nazionale, è stato emesso un decreto di espulsione eseguito prontamente con il suo accompagnamento.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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amigayaps · 1 year
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Questo lavoro scientifico di Singapore dimostra anche in Asia come sia iniziata la sensibilizzazione verso la Medicina di Genere LGBTI a partire dai temi della Omo-Transfobia Sanitaria:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9904294/#!po=38.0597
Il personale sanitario per essere qualificato ed accogliente deve avere appreso almeno le basi delle specifiche differenze sostanziali tra la popolazione generale e i vari sottogruppi.
Come Amigay noi proponiamo, sulla base delle conoscenze scientifiche attuali e dei consensus internazionali i seguenti temi durante i nostri Corsi Di Formazione in Medicina Psicologia Infermieristica di Genere LGBTI che potete richiedere scrivendo ad [email protected]
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CORSO DI FORMAZIONE IN MEDICINA PSICOLOGIA INFERMIERISTICA DI GENERE LGBTI AMIGAY APS:
PRIMO LIVELLO PARTE PRIMA Inquadramento Generale
1) Storia e Legislazione in Medicina di Genere LGBTI
2) Sex & Gender Orienteering, il Lessico per dirlo
3) Il modello Epigenetico e il Neuroimaging
4) Accoglienza Infermieristica e Messaggio Inclusivo
5) ICD 11 e Depatologizzazione
6) Le Linee Guida WPA, la carriera ALIAS, le altre linee guida e la Deontologia Professionale
7) Prevenzione Diagnosi Cura e Accoglienza per Donne Lesbiche o Bisex
8) Le Tre P del Sesso (Preservativo, Popper, PrEP) e le Tre C del Sesso (Condom, Chemsex e Cybersex)
9) Contrasto attivo all’Omo-Trans Fobia Sanitaria nel CCNL e nei regolamenti CUG
PRIMO LIVELLO PARTE SECONDA La Psicologia e l’Infanzia
10) Minority Stress
11) Coming Out
12) Intersessualità, Nuovi Percorsi dalla Nascita fino all’Adolescenza
13) Consenso Informato per Adolescenti e Adulti Transgender
14) Le Terapie Affermative
15) Prevenzione Diagnosi Cura e Accoglienza per Persone Transgender
16) U=U e Sex Workers, Sesso delle persone Disabili o Anziane e Kinky: come diminuire lo Stigma
17) Corsi Pre-parto e ruolo di Ginecologi, Pediatri e Medici di Famiglia
18) Virago ed effeminati, il comportamento e l’identità a rischio, tra machismo e omofobia
1. SECONDO LIVELLO PARTE PRIMA Le Cliniche LGBTI
19) MFT, Anagrafica Inclusiva Sanitaria e Ricerca Scientifica
20) Salute Mentale delle Persone LGBTI
21) Dermatologia e Oncologia Paola Possanzini
22) Cardiologia
23) Medicina di Base
24) Endocrinologia e Transizione Ormonale
25) La Transizione SOLO chirurgica dai minori Intersex e Gender Variant agli adulti Transgender
26) I Minori Gender Variant e il bisogno di usare Triptorelina o Estrogeni
27) HIV, MONKEYPOX e COVID, le epidemie e il razzismo, Preservativi e Mascherine, l’epidemia e la prevenzione
SECONDO LIVELLO PARTE SECONDA Approfondimenti e Casi Clinici
28) Donne, Lesbiche e Transgender, un discorso sulla maternità e la genitorialità LGBTI
29) Violenza nelle coppie LGBTI, Violenza verso le persone Transgender Trauma e PTSD, dal Pronto Soccorso alla Salute Mentale
30) Nascere Intersessuali l’Identità Negata. Il Centro Esperti per Intersessuali e Minori Gender Variant e loro famiglie
31) Essere confusi tra ruolo sociale, identità di genere, comportamento e orientamento sessuale; il bisogno di corsi in Sex Orienteering e il Divieto di Terapie Riparative
32) Il corpo e l’alimentazione, tra Obesità e DCA nelle persone LGBTI
33) Contrasto Attivo all’Omo-Trans Fobia Sanitaria al Pronto Soccorso, nei Reparti e nei LEA
34) I Modelli di Valutazione come quello HEI e l’obbligo di Formazione, sulla base delle precedenti considerazioni
35) Restituzione dei Questionari e Casi Clinici
#Formazione #medici #infermieri #psicologia #LGBTI #Amigay
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"Educare alle relazioni", a scuola s'impara il rispetto | Ministro Valditara: "Studenti coinvolti in prima persona"
Tgcom24 La prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne non può che passare anche e soprattutto per le giovani generazioni. Se davvero si vuole cambiare rotta, il primo passo è, dunque, quello di intervenire in maniera strutturale, partendo dall’educazione nelle scuole. Ed è questa la logica alla base del documento d’intesa firmato dai Ministeri dell’Istruzione e del Merito, della…
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scienza-magia · 1 year
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Il 6 febbraio la giornata mondiale contro la Mutilazione Genitale Femminile,
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Con Covid aumentato il numero delle bimbe infibulate, 1 milione in più. Scarse risorse destinate a pandemia. Schillaci, da contrastare con coraggio.Sempre più donne e bimbe rischiano di subire una Mutilazione Genitale Femminile (Mgf) perché, negli ultimi tre anni, le scarse risorse sanitarie destinate alla prevenzione e al contrasto di questa pratica sono state dirottate sulla pandemia, con il risultato di determinare una battuta d'arresto rispetto ai risultati ottenuti. Nel periodo 2020-2022 è aumentato di almeno 1 milione il numero delle bambine vittime di questa pratica, una violazione dei diritti umani. È questo uno dei temi della Conferenza Internazionale al ministero della Salute organizzata dall'IRCCS San Gallicano in occasione della Giornata mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili, che ricorre il 6 febbraio.
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Sono oltre 250 milioni secondo le stime dell'Onu le donne che nel mondo hanno subito una Mgf e sono oltre 4 milioni le bambine a rischio di essere mutilate ogni anno. Questa pratica è ancora attiva in oltre 30 Paesi tra Africa e Medio Oriente, ma il fenomeno interessa anche donne immigrate che vivono in Europa occidentale, Nord America, Australia e Nuova Zelanda. Anziché diminuire con il tempo, queste pratiche sembrano diventare ancora più diffuse, anche a causa del fenomeno migratorio, con il risultato di essere oggi presenti anche in paesi dove prima erano sconosciute come nel caso degli Stati Uniti, dove il numero degli interventi è triplicato negli ultimi anni. Una stima approssimativa delle donne che hanno subito una delle forme di Mgf nei loro Paesi di origine e che vivono in Italia , indica una cifra intorno a 88 mila donne di cui oltre 7 mila minorenni. "Se le tendenze attuali dovessero continuare - rileva il professor Aldo Morrone, promotore dell'evento - il numero di ragazze e donne sottoposte a Mgf aumenterebbe in modo significativo nel corso dei prossimi 10 anni. Quello che serve sono finanziamenti e sensibilizzazione". "I numeri sono sottostimati-sottolinea l'esperto- perché la gran parte di queste pratiche avviene clandestinamente. Purtroppo il Covid ha aumentato il numero delle bambine infibulate perché sono stati chiusi i servizi sociali, i servizi scolastici, le poche risorse sono state indirizzate verso il contrasto al virus.Siamo lontani dagli obiettivi dell'Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, tra i quali c'è l'abolizione delle Mgf". Schillaci da contrastare con coraggio Bisogna tenere alta l’attenzione sulle mutilazioni genitali femminili, “una pratica che va contrastata con coraggio”. Lo spiega il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenendo alla Conferenza Internazionale organizzata dall'IRCCS San Gallicano al ministero della Salute in occasione della Giornata mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili, che ricorre oggi. “In linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 -spiega il ministro- dobbiamo continuare a lavorare per la promozione della salute delle donne, obiettivo strategico che misura la qualità, l’efficacia e l’equità anche del nostro Sistema Sanitario”. “Il Ministero della Salute -aggiunge Schillaci- sostiene ogni iniziativa diretta ad eliminare le disuguaglianze per difendere diritto costituzionale alla tutela della salute di ogni cittadino. Per questo è fondamentale proseguire a investire nella formazione del personale sanitario che più interagisce con le donne a rischio di mutilazione genitale per garantire un appropriato standard d’intervento, anche nella comunicazione per la prevenzione di tale pratica. Altrettanto prioritaria è la promozione di iniziative per accrescere l’empowerment delle donne che potrebbero subire queste forme di violenza garantendo così il loro diritto ad essere libere e al pieno godimento dei diritti umani” Read the full article
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paoloferrario · 1 year
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Prevenzione e contrasto alla violenza contro le bambine e le ragazze – Inquadramento normativo
Prevenzione e contrasto alla violenza contro le bambine e le ragazze – Inquadramento normativo
Prevenzione e contrasto alla violenza contro le bambine e le ragazze – Inquadramento normativo Il focus tematico prende in considerazione la principale normativa internazionale e nazionale sul tema della prevenzione e del contrasto alla violenza contro le bambine e le ragazze. Il diritto alla protezione da ogni forma di violenza per i soggetti di minore età è garantito dalle leggi sui diritti…
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