Tumgik
#Stefano Scaletta
condamina · 2 years
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Weizmann ebbe un incontro con l’ambasciatore sovietico a Londra, Ivan Maisky
Weizmann ebbe un incontro con l’ambasciatore sovietico a Londra, Ivan Maisky
Nel marzo 1941, in risposta all’attacco italiano, tre compagnie di pionieri formate da circa 2.400 volontari ebrei venivano inviate in Grecia al seguito di una spedizione britannica. <124 Si trattava delle unità di scavo 603sima, 604sima, 605sima, 606sima e 608sima e di alcune unità ausiliarie come la compagnia portuale 1039. Una gran parte di questo nucleo di volontari ebrei dalla Palestina,…
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telodogratis · 2 years
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Tim Summer Hits 2022, la scaletta della puntata di stasera: i cantanti sul palco
Tim Summer Hits 2022, la scaletta della puntata di stasera: i cantanti sul palco
Le anticipazioni dell’appuntamento con li show musicale dell’estate di Rai2 condotto da Andrea Delogu e Stefano De Martino Oggi, giovedì 14 luglio, va in onda il nuovo appuntamento con il Tim Summer Hits, lo show musicale dell’estate di Rai2 condotto in prima serata da Andrea Delogu e Stefano De Martino e in simulcast anche su Rai Radio2 e Radio Italia. Read MoreTvToday
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siciliatv · 23 days
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Favara, XVI Edizione della Festa della Legalità. Ecco il programma dal 3 al 12 Maggio 2024
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Dal 3 al 12 maggio 2024, si svolge a Favara la XVI Edizione della "Festa della Legalità", voluta e coordinata da Gaetano Scorsone. Ecco il programma degli appuntamenti in cartellone: Venerdì 3 maggio Ore 09.30, il Liceo Statale “M. L. King” in collaborazione con il Centro Studi “A. Russello”, presenta il Convegno: La Grande Sete di… Giustizia, Aula “C. Marrone”. Saluti: Dirigente Scolastico Prof.ssa Mirella Vella; Antonio Palumbo (Sindaco di Favara); Dott.ssa Maria Buffa (Dirigente USR Sicilia); Dott. Gaetano Scorsone (Coordinatore Festa della Legalità). Interventi: -Prof. Salvatore Ferlita (Università Kore, Presidente Centro Studi “A. Russello”); -Dott. Salvatore Cardinale (Magistrato a riposo); -Dott. Antonio Liotta (Editore, Vice Sindaco di Favara); -Prof. Calogero Sorce (Docente Liceo “M. L. King”); -Letture di Sara Chianetta (Vice Presidente Centro Studi “A. Russello”); -Interventi artistici a cura del Gruppo Teatro “I Ragazzi del King” diretto dalla Prof.ssa Arianna Vassallo. Modera la Professoressa Giada Attanasio (“Docente Liceo M.L.King”).   Domenica 5 maggio Ore 08.30, l’A.I.D.O. Gruppo Comunale Favara “N. Papa–S. Urso”, il C.A.M.E. dei Templi di Favara e la Chiesa Madre presentano l’evento: Memoria, Gratitudine, Preghiere: percorsi di legalità di una comunità in cammino. Programma: - Ore 08.30-09.15: Afflusso delle auto e moto d’epoca e dei partecipanti presso il “Saracen Bar” di Via Capitano Callea n. 119; - Ore 09.30: Inizio percorso della memoria con l’omaggio a Stefano Pompeo presso il Cimitero di Piana Traversa (deposizione composizione floreale, lettura profilo, preghiera); a seguire visita alla Stele del Beato Giudice Rosario Angelo Livatino – sp3 -, fermata in Via Padre Pino Puglisi e in Corso Vittorio Veneto (scaletta) per ricordare rispettivamente il Beato Pino Puglisi, Gaetano Guarino e Stefano Pompeo; - ore 11.30: Santa Messa in Chiesa Madre, celebrata dall’Arciprete don Nino Gulli. Al termine, consegna del IV Trofeo “Gaetano Tuzzolino/Gaetano Parello” alla Tenenza dei Carabinieri di Favara da parte del C.A.M.E. dei Templi.   Lunedì 6 maggio Ore 10.30, l’A.N.F.F.A.S., l’I.I.S.S. “E. Fermi” e la Pro Loco “Castello” presentano il workshop inclusivo per il rispetto dei Beni Comuni: Insieme si può, presso la sede dell’A.N.F.F.A.S. di Via E. Berlinguer n.23 di Favara. Interventi a cura di persone con disabilità dell’Associazione ospite e degli Alunni dell’I.I.S.S. “E. Fermi”.   Martedì 7 maggio Ore 09.30, l’I. C. “A. Camilleri” e l’Associazione “Favara per il Futuro” presentano In classe con Livatino, plesso “Mendola-Vaccaro”. Interventi di Autorità locali ed esponenti dell’Università Kore di Enna. Ore 11.00, l’I. C. “G. Guarino” con la partecipazione degli studenti dell’I.P.S.S.E.O.A. “G.Ambrosini”, in una dimensione di continuità e orientamento, presenta lo spettacolo teatrale Voli di colombe, ali di farfalle, dedicato a bambini vittime innocenti della mafia. 0re 16.30, l’I. C. “Falcone Borsellino” presenta lo spettacolo La classe dei banchi vuoti, tratto dall’omonimo libro di Don Luigi Ciotti, con il coordinamento degli insegnanti Maria Cristina Marrella e Francesco Brutto.   Mercoledì 8 maggio Ore 09.30, l’I. C. “V. Brancati” presenta il Convegno La lotta per la legalità, la giustizia e la libertà. L’ultimo discorso di Giacomo Matteotti, presso il Castello Chiaramonte di Favara. Saluti: -Prof.ssa Carmelina Broccia, Dirigente Scolastico; -Antonio Palumbo, Sindaco del Comune di Favara; -Dott.ssa Miriam Mignemi, Presidente del Consiglio Comunale; -Dott.ssa Etta Milioto, Presidente Commissione Pari Opportunità; Interventi: -Dott. Paolo Cilona, giornalista e scrittore; -Francesco Curaba, già Dirigente Scolastico; Intermezzi musicali a cura dell’orchestra dell’Istituto. Letture e approfondimenti: -Prof.ssa Giuseppina Mira, poetessa; -Alunni delle classi terze di scuola secondaria di I grado. Coordina la Prof.ssa Ombretta Canu, docente I. C. “V.Brancati”. Ore 15.00, l’Associazione Culturale Unitre visita la Casa Circondariale “P. Di Lorenzo” (Petrusa) per presentare Conciliazione e Tradizioni popolari, momento di intrattenimento con poesie, canzoni, recitazioni, letture, sketch di vita vissuta, barzellette, serenate e altro ancora al fine favorire un positivo afflato di spontanea inclusione, di umana condivisione e di pari dignità. Oltre ad una rappresentanza dell’Unitre è prevista la presenza del Presidente del Consiglio Comunale di Favara, Dott.ssa Miriam Mignemi. Ore 19.30, presso la Chiesa di San Giuseppe Artigiano, Veglia di Preghiera per la Pace e la Legalità, aperta a tutta la comunità cittadina.   Giovedì 9 maggio Ore 20.30, la Compagnia Teatrale “Arcobaleno” e il Comune di Favara presentano: Anime, tratto da Anime che si chiamano di Antonella Morreale, Castello Chiaramonte. Regia di Antonella Morreale e Franco Sodano. Musiche di Franco Sodano e Gigi Finestrella. Musici: The Angels e Myriam Russello.   Venerdì 10 maggio MANIFESTAZIONE FINALE Ore 09.30, inizio afflusso delle rappresentanze scolastiche e associative, degli ospiti, delle Autorità e della cittadinanza, in Piazza don Giustino per prepararsi alla Marcia della Legalità. Ore 10.00, partenza del corteo da Piazza don Giustino in direzione Piazza Cavour, attraversando Via Roma, Via Vittorio Emanuele, Via Cesare Battisti. Ore 10.30, Piazza Cavour: deposizione Corona di fiori al Monumento ai Caduti delle Guerre e alle Vittime innocenti della mafia; saluti delle Autorità; scopertura e presentazione della maxi tela dedicata all’Esercito Italiano -Istituzione Madrina della manifestazione - con l’intervento del Maestro Vincenzo Patti; consegna del 6° Trofeo “Salvatore Cucchiara” al Vigile del Fuoco Antonio Lattuca; passaggio dello Stendardo della Legalità dall’Unitre Empedocle all’Istituto Studi e Ricerca "Calogero Marrone”. La consueta iniziativa Pane, Olio e… Legalità offrirà la possibilità di gustare il buon pane favarese, donato dai Maestri Panificatori cittadini e arricchito dalla qualità dell’olio frutto della nostra terra. Il gustoso assaggio sarà accompagnato da pensieri sulla Legalità che gli studenti delle Scuole cittadine, insieme ai loro familiari, hanno appositamente preparato. A curare l’organizzazione e la distribuzione gli Allievi dell’I.P.S.S.E.O.A.“G. Ambrosini”. Saluti finali Read the full article
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pollicinor · 5 months
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Un dirigente Rai mi raccontò che le prime puntate di Ballarò, il talk show ideato nel 2002 da Giovanni Floris, avevano avuto ascolti così deludenti che la decisione di chiuderlo sembrava imminente. Poi, per qualche ragione, arrivò una puntata più fortunata delle altre, senza che gli autori avessero apportato particolari cambiamenti alla scaletta. Magari quella sera gli ospiti erano particolarmente in forma, magari la controprogrammazione delle altre reti era più debole; oppure, semplicemente, il programma aveva bisogno di qualche settimana perché il pubblico familiarizzasse. Comunque sia la fiducia tornò, il format riuscì a ingranare, e la trasmissione poté andare in onda per quasi quindici anni, diventando un punto di riferimento del dibattito politico.
Dall'articolo "Le famiglie Auditel e altri misteri" di Stefano Andreoli
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cinquecolonnemagazine · 7 months
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Schlein alla prova della piazza, oggi manifestazione Pd per alternativa
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(Adnkronos) - Elly Schlein, dopo diversi anni, riporta il Pd in piazza oggi. Contro il governo della destra e per l'alternativa. E un pezzo di quella possibile alternativa ci sarà con partecipazione di Giuseppe Conte e una delegazione M5S insieme a Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Sinistra Italiana. L'aver portato in piazza una parte delle opposizioni è buon viatico, ma la sfida vera per Schlein sarà quella di portarci le persone e riempire piazza del Popolo a Roma. La macchina organizzativa parla di 175 pullman e 7 treni speciali in arrivo.  Mobilitati 150 volontari che avranno il compito, tra l'altro, di dare un'occhiata anche a vessilli e bandiere: la guerra in Medio Oriente ha posto anche la pace come tema centrale della manifestazione e la richiesta dem è quella che ci siano solo bandiere arcobaleno accanto a quelle del Pd. Niente Palestina o Israele. Saranno allestiti anche dei gazebo per firmare sul salario minimo e per tesserarsi. La scaletta prevede sul palco solo Stefano Bonaccini, presidente del partito, e Schlein che chiuderà la manifestazione. Per il resto nessun politico ma solo personalità e storie della società civile dal medico alla sindacalista de La Perla in crisi, allo scrittore Maurizio De Giovanni e alla neosindaca di Foggia candidata dal campo 'larghissimo' a Mamadou Kouassi, il mediatore senegalese che ha ispirato il film 'Io capitano' di Matteo Garrone.   L'immigrazione diventa tema di stretta attualità con l'accordo Italia-Albania. Oggi, senza citare direttamente il protocollo siglato tra Giorgia Meloni e Edi Rama, Schlein davanti alla platea del congresso Pse a Malaga ha attaccato i modelli extraterritoriali per la gestione dei flussi migratori, come quello con la Libia e come sta cercando di fare Meloni con la Tunisia e con l'Albania. Basta con "l'esternalizzazione dei frontiere europee", ha detto Schlein. Un tema caldo a Malaga. Sia perchè Rama è membro osservatore del Pse, sia per il cortocircuito nel Pd di ieri con la richiesta di espulsione dal Pse del premier albanese poi precisata, sia perché la Germania del socialdemocratico Olaf Scholz non è così contraria all'esternalizzazione.   Schlein al congresso Pse ha parlato del governo Meloni come di un governo di "estrema destra che sta mostrando il suo vero volto: combattono i poveri invece che la povertà, tagliano i servizi, discriminano la comunità Lgbtq+. E Meloni è una premier donna che non fa nulla per migliorare la condizione delle altre donne. E' incredibile. Ma c'è una differenza tra una leadership femminile e una leadership femminista...". Un governo che da "risposte sbagliate" dalla precarietà alla sanità pubblica, ha rimarcato Schlein citando i temi che saranno al centro della piazza di domani.   La stessa, peraltro, della chiusura non troppo allegra della campagna elettorale dello scorso anno. Allora sul palco con Enrico Letta c'erano sia Bonaccini che Schlein, di lì a poco sfidanti al congresso. E in quella manifestazione di chiusura della campagna prima delle politiche, Schlein si segnalò come anti-Meloni con il suo slogan "Sono una donna, amo un'altra donna e non sono una madre. Ma non per questo sono meno donna". Tenere insieme "diritti sociali e diritti civili", ha ripetuto la segretaria del Pd al Pse. Se ne parlerà domani mettendo in piazza innanzitutto quello che non va nella manovra del governo Meloni e quello che invece dovrebbe esserci. E poi clima, diritto allo studio e alla casa, fondi per l'alluvione che non arrivano. Dice il capogruppo al Senato, Francesco Boccia: "Assommano una riforma costituzionale che umilia il capo dello Stato allo Spacca Italia di Calderoli. Lo fanno per coprire l'incapacità del governo nell'affrontare il carovita e le emergenze economiche. Domani saremo in piazza per manifestare per la sanità pubblica, per i salari e contro una manovra iniqua che umilia l'Italia e il Parlamento".   [email protected] (Web Info) Read the full article
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lamilanomagazine · 1 year
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Milano, “Parole al vento”: un piano per l’energia.
Milano, “Parole al vento”: un piano per l’energia.   Si svolgerà a Settimo Milanese la nuova edizione della rassegna “Parole al vento”, ciclo di appuntamenti - a cavallo tra i radio-show e le lezioni-concerto - nel segno della interdisciplinarità tra musica, arti visive e nuovi linguaggi. La manifestazione, il cui sottotitolo quest’anno è “Un piano per l’energia”, è in programma dal 15 marzo al 14 giugno e coinvolgerà, senza distinzione di generi, quattro apprezzati pianisti, quattro protagonisti della musica contemporanea: Umberto Petrin, Francesca Badalini, Michele Fazio e Laura Fedele. “Parole Al Vento” è organizzata da AHUM con il contributo dell’amministrazione comunale, il sostegno dello studio dentistico My Smile, la media partnership del quotidiano Il Giorno e Cheyenne Production e il supporto della Scuola civica di musica Bill Evans, che ospiterà la rassegna. I quattro eventi in agenda, uno al mese (tutti a ingresso libero con prenotazione obbligatoria), sono stati ideati dal direttore artistico Antonio Ribatti come un’occasione d’incontro e di dialogo tra il pubblico e gli artisti: le performance si trasformeranno così in veri e propri racconti-spettacolo, tra aneddoti, curiosità, retroscena e, ovviamente, musica dal vivo. Ci sarà spazio anche per prestare particolare attenzione all’emergenza climatica e alla questione energetica, tematiche da sempre care ad AHUM, che da oltre vent’anni opera nell’ambito della progettazione culturale, con esperienze creative innovative, socialmente responsabili e sostenibili dal punto di vista ambientale (un esempio per tutti: i concerti organizzati al Parco Lago Nord di Paderno Dugnano, alle porte di Milano, in una ex cava estrattiva trasformata in area verde e restituita alla pubblica utilità).   Il primo appuntamento della nuova stagione di “Parole al vento” è in programma mercoledì 15 marzo con “Jazz, soul e altre divagazioni: il jazz e la musica soul-funk anni ‘70/’80”, imperdibile incontro con Umberto Petrin, tra i maggiori pianisti a livello internazionale ma di fatto artista a tutto tondo, appassionato di poesia contemporanea e da sempre interessato a progetti di sincretismo tra musica d’improvvisazione e altre forme espressive quali videoart e, appunto, la poesia. Petrin, che nel corso della sua brillante carriera ha suonato con musicisti del calibro di Steve Lacy, Lee Konitz, Anthony Braxton, Lester Bowie, Enrico Rava, Tim Berne, Han Bennink (e moltissimi altri) e che ha collaborato in teatro con Stefano Benni, Lella Costa e David Riondino, proporrà un programma che affianca composizioni originali a brani soul-funk degli anni ’70 e ’80, alla storica etichetta Motown Records e a formazioni come The Commodores, Chic e interpreti come Diana Ross, Patrice Rushen, Ashford & Simpson e Marvin Gaye, con l’obiettivo di dimostrare che la musica black ha un’unica radice, una matrice blues inconfondibile. Mercoledì 12 aprile, per la seconda lezione-concerto della rassegna, sarà di scena Francesca Badalini, pianista e autrice (ha scritto musiche per opere teatrali e cinematografiche, musical, audiolibri ma non solo) dall’intensa attività concertistica, con il progetto intitolato “Le pianiste compositrici”, un viaggio attraverso i secoli nel mondo della composizione e dell’esecuzione musicale al femminile, spesso misconosciuta. In scaletta pagine di Maria Teresa Agnesi, Fanny Mendelssohn, Lili Boulanger, Meredith Monk e di molte altre artiste. Il terzo appuntamento è con Michele Fazio, pianista e compositore dal tocco elegante, la cui musica è immediatamente riconoscibile per il forte impatto lirico e melodico: mercoledì 10 maggio, il jazzista pugliese, nome di punta della scena italiana, sarà impegnato in un dialogo serrato con il pubblico nel corso del quale, tra aneddoti e racconti, svelerà la sua parabola artistica. Michele Fazio è un talento eclettico, un acrobata (proprio come il titolo di un suo fortunato album, uscito nel 2014) capace di spaziare dal jazz alla classica e di scrivere colonne sonore per il cinema e musiche per il teatro (ha lavorato spesso al fianco dell’amico e conterraneo Sergio Rubini). Infine, per l’ultima data di “Parole al vento”, mercoledì 14 giugno a Settimo Milanese si esibirà Laura Fedele con “Sola con un cane”, ovvero canzoni e dissertazioni tragicomiche sulla solitudine: la pianista e cantante di origine genovese, che si muove con disinvoltura tra jazz, blues, soul e canzone d’autore, dividerà il palco con l’amato Barney, il suo inseparabile compagno a quattro zampe, in uno spettacolo in cui le canzoni si alterneranno ai monologhi, in un gioco ritmico che lascerà spazio anche all’improvvisazione. Il tutto sotto l’attenta supervisione di Barney, il vero “muso ispiratore” di questa divertente e sincera performance artistica.   IL PROGRAMMA: Mercoledì 15 marzo - Umberto Petrin «JAZZ, SOUL E ALTRE DIVAGAZIONI: il jazz e la musica soul-funk anni ‘70/’80»;   Mercoledì 12 aprile - Francesca Badalini «LE PIANISTE COMPOSITRICI: da Clara Schumann a Tori Amos»;   Mercoledì 10 maggio - Michele Fazio «L’ACROBATA: una vita da pianista, dal campetto di calcio ai film di Sergio Rubini»;   Mercoledì 14 giugno - Laura Fedele «SOLA CON UN CANE: canzoni e dissertazioni tragicomiche sulla solitudine». NB: il programma è in continua evoluzione e potrebbero aggiungersi nuove date in altri Comuni del Nord-ovest milanese. Dove: Civica scuola di musica “Bill Evans”, c/o Palazzo Granaio, salone eventi, largo Papa Giovanni XXIII 1, Settimo Milanese (Mi).   Inizio spettacoli: ore 21. Ingresso libero fino a esaurimento posti con prenotazione obbligatoria inviando una mail a [email protected]... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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chiamatemefla · 4 years
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Il Festival di Sanremo ma le canzoni (e i cantanti) non vengono scritte, scelte, cantate e premiate per dare fastidio a Salfascio e alla sua banda di allegri sovranisti.
2018: vittoria di un immikrato cresciuto al sud dell'equatore (il Po) che fa discorsi contro la violenza sulle donne ft. Coso incazzato col passato complicato, un passato e malcelato odio per le guardie che, se ancora gli gira il culo, ti viene sotto casa a romperti le finestre chiedendo giustizia per Stefano Cucchi.
2019: Di nuovo vince un immikrato che però ha anche un'aggravante: è sardo (obv si scherza) e Salveenee già c'ha i cazzi con i pastori questa è una vittoria pilotata ma chi lo conosce sto MAHMOOD. Probabilmente è proprio Salvy ad aver comprato tutti i biglietti degli stadi di Ultimo per ribadire chi ha ragione. Da New York, intanto, Mahmood ride.
2020: Vince il tipico ragazzo bianco, anemico, basic e vagamente da foto di repertorio degli sbarchi in America degli anni Venti del Novecento. Canta una canzone d'amore, manco è impegnata, quasi sembra che finalmente l'Itaglia e gli itagliani abbiamo vinto in un mare di baci ghei, outfit da circo Orfei e rapper. L'equilibrio è tornato. Anche la nomina dell'Ilva di Taranto quasi non fa più paura. Ma Diodato è più potente, Diodato è l'eroe che arriva alla fine, il Power Ranger bianco che ti apre il culo quando in Power Rangers arcobaleno sono ormai sconfitti. Diodato sfodera: L'APPOGGIO ALLE ONG.
Sanremo è troppo potente.
Salfascio è sconfitto, esausto, non riesce neanche a twittare.
I suoi scagnozzi non possono nulla senza di lui. Cadono tutti, anche Pillon.
Baglioni, Amadeus e Fiorello sorridono del loro operato, ridono perché sono riusciti a beffarli inserendo Rita Pavone in scaletta.
Il bene trionfa.
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guelfoalexander · 4 years
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Maratona Convivenza COVID-19
youtube
VENERDÌ 17 APRILE 2020
dalle 14 alle 22
8 ore di Live, 26 ospiti, 1000 idee per il futuro
La Maratona Convivenza Covid-19 è un'iniziativa volta a stimolare il dibattito sulle conseguenze economiche e sociali della pandemia che stiamo vivendo. 26 ospiti, tra i quali imprenditori, influencer, giornalisti, economisti e molto altro, si avvicenderanno durante le 8 ore di streaming per raccontare la propria attività in relazione alla situazione attuale.
L'iniziativa è promossa da Rick DuFer, Michele Boldrin e Liberi Oltre, in collaborazione con Inglorious Globastards, e sarà trasmessa sui loro canali, a "reti unificate".
Durante la Live il pubblico potrà interagire in chat con gli ospiti.
La scaletta degli interventi è la seguente:
14:00 -14:15 - Inizio del lavori e presentazione (R&M)
14:15 - 14:45 - Matteo Flora (Imprenditore Web) & Alberto Vescovi (Imprenditore, Food & Catering)
14:45 - 15:15 - Axel Bisignano (Procuratore Aggiunto, Procura di Bolzano) & Cristiano Alessandri (Avvocato, Venezia)
15:15 - 15:30 - Buffer R&M 15:30 - 16:15 - Roberto Mercadini (Scrittore e YouTuber) & Andrea Lorenzon (influencer, creatore di Cartoni Morti)
16:15 - 16:45 - Lino Cazzavillan (Imprenditore Alberghiero) & Raffaele Alajmo (AD, Gruppo Alajmo)
16:45 - 17.30 - Monica Billio (Direttrice, Dipartimento di Economia, Ca’ Foscari) & Elia Bombardelli (Insegnante Scuola Media Superiore) & Filippo Cavazzoni (Direttore Editoriale, IBL)
17:30 - 17:45 - Buffer D&R&M 17:45 - 18:30 - Elsa Fornero (Professore, Università di Torino) & Luciano Vescovi (Presidente, Confindustria Vicenza)
18:30 - 19:00 - Alberto Forchielli (Managing Partner, Mandarin Capital) e Fabio Scacciavillani (Chief Economist, NUVERSE ADVISORS e Direttore Immoderati.it)
19:00 - 19.30 - Mariangela Pira (Giornalista, SkyTG24) & Emilio Rossi (CEO, EconPartners srl - Senior Advisor, Oxford Economics)
19:30 - 20:00 - Renato Zelcher (CEO, Crocco SpA) & Maurizio Milan (Titolare, Milan Ingegneria)
20:00 - 20:30 - Gerardo Favaretto (Medico Psichiatra, già Direttore Dip. Salute mentale ASL TV) & Francesco Cancellato (Vicedirettore Fan Page)
20.30 - 21:00 - Gennaro Romagnoli (Psicologo e Psicoterapeuta) & Stefano Merigliano (Direttore Clinica Chirurgica Uni PD)
21:00 - 21:30 - Signor Ernesto (Artigiano) & Checca Florio (Dottoressa Magistrale in Giurisprudenza)
21:30 - 22:00 - Alberto Bisin (Professore, NYU) & Sandro Brusco (Professore, Stony Brook University) & Andrea Moro (Vanderbilt University)
(gradito reblog)
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gloriabourne · 6 years
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The one where they say “I love you”
È difficile dire ti amo, questo Fabrizio lo sapeva bene.
In più di quarant'anni di vita, poteva contarle sulle dita di una mano le volte in cui l'aveva detto.
C'era stata la sua prima vera storia importante, quella da cui era uscito scottato dalla delusione e dal tradimento. E poi c'era stata Giada.
Ricordava di averglielo detto per la prima volta quando lei gli aveva confessato di essere incinta di Libero. Poi glielo aveva detto un paio di altre volte. Forse non abbastanza, visto poi com'era andata a finire.
Sapeva che il problema era lui.
Giada non aveva mai avuto problemi a esternare i suoi sentimenti. Mentre lui... Beh, lui aveva esattamente il problema opposto.
Dire quelle due parole era difficile.
Le sentiva scivolare fino alla punta della lingua, ma quando era ora di tirarle fuori si ancoravano e non uscivano. E lui, Giada la amava davvero quindi non aveva mai capito per quale motivo fosse così difficile dirglielo.
Però, insomma, era una cosa che proprio non riusciva a fare.
O almeno era stato così fino a quando era arrivato Ermal.
Con Ermal, erano cambiate un sacco di cose ma soprattutto era cambiato lui.
Ermal aveva calmato le sue paure, gli aveva riportato la voglia di scrivere, gli aveva fatto capire cosa volesse dire sentirsi vivo.
E Fabrizio, un po' per volta, gli aveva ceduto un pezzo del suo cuore fino a quando una sera di giugno si era accorto che ormai Ermal non si era preso solo il suo cuore. Si era preso ogni più piccolo frammento della sua anima, si era insinuato silenziosamente nelle sue ossa. Era diventato la persona più importante dopo i suoi figli.
Quella realizzazione - esplosa nella sua testa senza che Fabrizio se lo aspettasse minimamente - lo aveva portato a una conclusione, forse l'unica possibile: era innamorato di lui, inevitabilmente e perdutamente. Forse era stato proprio per quel motivo che, quella stessa sera, aveva detto davanti a tutti che stava lavorando a un nuovo album e che voleva che Ermal fosse il primo a sentirlo.
Fabrizio provava per Ermal quell'amore che ti brucia e ti logora, che ti fa venire voglia di urlarlo e che allo stesso tempo ti chiude la gola e ti impedisce di parlare. E ancora una volta si era ritrovato a sentire quelle parole che scivolavano sulla punta della sua lingua ma che poi non uscivano fuori.
Per quanto si sforzasse, per Fabrizio era davvero troppo difficile dire ti amo.
  Per Ermal, dire ti amo era sempre un po' troppo facile.
In fondo, non erano altro che due parole messe insieme. Non era poi così complicato dirle, non più di quanto lo fosse dire qualsiasi altra parola.
Forse era proprio quello il problema. È tanto facile dirlo, ma il vero problema è sentirlo.
Quando era piccolo, aveva sentito suo padre dirlo spesso a sua madre. E poi però, per anni i fatti avevano espresso cose diverse dalle parole.
Una parte di lui - quella più irrazionale - gli continuava a ripetere che ogni uomo è il degno figlio di suo padre e c'erano giorni in cui Ermal si guardava allo specchio e notava così tante somiglianze con quell'uomo che iniziava a crederci. Con gli anni, quella di diventare come suo padre era diventata una vera e propria fobia e, per cercare di superarla, Ermal aveva cercato il più possibile di tenersi distante da ogni suo comportamento.
E così, le volte in cui aveva detto alle ragazze con cui era stato - in particolare a Silvia - che le amava erano state davvero poche. Ogni volta che lo faceva, nella sua mente tornava l'immagine di suo padre che lo diceva a sua madre dopo averla picchiata.
Quando ne aveva parlato con Silvia, lei era stata comprensiva. Aveva detto di non avere bisogno di sentirselo dire, che tanto lei sapeva cosa provasse Ermal e lui gliene era stato grato, convinto che dire quelle parole non sarebbe mai stata cosa per lui.
E poi era arrivato Fabrizio ed era cambiato tutto.
Aveva iniziato a sentire il bisogno di esternare ciò che sentiva per lui, anche se non riusciva a dargli un nome. Fabrizio gli dava un senso di pace costante, una pace che Ermal aveva provato poche volte in vita sua ma che avrebbe voluto provare per sempre.
Aveva raccolto tutte quelle emozioni sotto l'etichetta di rapporto fraterno, anche se in fondo sapeva che di fraterno c'era poco. Ma almeno così era giustificato a mostrarsi più aperto e affettuoso nei confronti di Fabrizio.
Gli diceva spesso di volergli bene e gli andava bene così perché per lui un ti voglio bene era sempre stato più importante di un ti amo.
Amare fa rima con odiare. Volere bene non fa rima con niente.
E poi, una sera di giugno, qualcosa era cambiato.
Durante una serata ad Assisi, Fabrizio aveva detto davanti a tutti che stava lavorando a un nuovo album e che la prima persona a lui l'avrebbe fatto ascoltare sarebbe stato proprio Ermal.
In quel momento, Ermal le aveva sentite quelle due paroline che si formavano nella sua testa e che premevano per uscire. A distanza di mesi, ancora non sapeva come avesse fatto a trattenersi.
  Poi c'erano stati i tour, poco tempo per vedersi e i sentimenti che diventavano sempre più chiari per entrambi.
Ermal che diceva di avere un gran casino in testa, anche se in realtà ormai era tutto molto chiaro.
Fabrizio che decideva di cambiare casa e si domandava se la libreria che aveva comprato o il colore delle pareti potessero piacere a Ermal.
C'era stata una serata a casa di Fabrizio, in cui lui aveva fatto sentire dei nuovi pezzi a Ermal e in cui avevano scherzato e bevuto insieme. E a fine serata, Ermal aveva avuto l'impressione che quelle due parole non dette non fossero solo nella sua testa, ma anche in quella di Fabrizio. Ma non aveva detto niente, troppo impaurito dalla possibilità che il loro rapporto cambiasse e non nel senso che sperava.
E poi c'era stata la serata a Trento. Gli abbracci, gli sguardi, la mano di Fabrizio tra i capelli di Ermal, la mano di Ermal che dava pizzicotti dispettosi a Fabrizio.
E poi c'era stato Fabrizio che aveva insistito per cambiare la scaletta e aggiungere Sono solo parole e Ermal che aveva guardato la sua esibizione con gli occhi lucidi e un sorriso sulle labbra.
E poi c'era stata la tacita richiesta da parte di entrambi di andarsene insieme, le risate in macchina, la voglia di non separarsi arrivati davanti alle proprie stanze e, finalmente, Fabrizio che prendeva in mano la situazione avvicinandosi a Ermal e baciandolo.
C'era stata una notte insieme, piena di baci, di sospiri, di mani che lentamente scoprivano porzioni di pelle e gambe che si attorcigliavano tra le lenzuola.
E poi più nulla.
Il giorno seguente si erano salutati con un po' di tristezza, consapevoli che non si sarebbero visti per parecchio tempo.
Fabrizio aveva abbracciato Ermal nascondendo la faccia nell'incavo del suo collo e aveva detto: "Dopo questa notte mi mancherai ancora di più."
Ermal aveva di nuovo sentito il desiderio di dirgli che lo amava, di farsi sfuggire quelle parole, ma era rimasto in silenzio.
La settimana seguente si erano visti alla finale del Wind Summer Festival, ma Fabrizio aveva promesso ai bambini che il giorno dopo sarebbe stato con loro quindi si era rimesso al volante appena finita la serata. Si era scusato con Ermal più volte, dicendogli che gli dispiaceva non poter passare del tempo con lui, che avrebbe pagato oro per poter trascorrere una serata come quella della settimana precedente.
"I bambini hanno la precedenza" aveva detto Ermal con un sorriso, e Fabrizio si era innamorato di lui un po' di più. Ammesso che fosse possibile.
  Le settimane seguenti erano state ricche di impegni per entrambi, al punto che quasi non si erano sentiti.
Non c'era mai abbastanza tempo oppure erano troppo stanchi. Altre volte cercavano di chiamarsi ma non c'era abbastanza campo ed entrambi finivano per arrabbiarsi con l'altro - anche se non ce n'era motivo - e rinunciavano alla possibilità di parlarsi pur di non rischiare di discutere.
Perciò, quando quel giorno Stefano Mannucci aveva iniziato a dire che doveva far vedere un video, Ermal aveva subito pensato che si trattasse di Fabrizio. Perché era ovvio che dopo settimane di lontananza, avrebbe fatto in modo di farsi sentire in qualche modo e se l'unico modo possibile era un video sotto gli occhi di Dio solo sa quante persone, andava bene lo stesso.
Sorrise ripensando a quel video. Vedere Fabrizio, anche se attraverso uno schermo, gli aveva fatto sussultare il cuore e quando lo aveva sentito dire che gli mancava aveva dovuto trattenersi dal rispondere: "Anch'io."
Sapeva, ovviamente, che lui non lo avrebbe sentito. Quella non era una videochiamata. Ma gli mancava così tanto che trattenersi dal dirlo ad alta voce sembrava impossibile.
Cercò rapidamente il numero di Fabrizio in rubrica e avviò la chiamata.
Mentre aspettava che rispondesse, si rese conto che in realtà non gli interessava poi così tanto sapere quale fosse quella cosa importante di cui doveva parlargli. L'unica cosa che contava davvero era sentirlo.  
"Ehi" rispose Fabrizio, con un tono di voce stanco ma sereno.
"Ciao. Ti ho svegliato?" chiese Ermal controllando l'ora. In effetti era passata la mezzanotte.
"No, figurati. Aspettavo la tua chiamata."
Ermal sorrise. "Come stai?"
"Ora meglio" rispose Fabrizio, e Ermal si sentì lusingato capendo immediatamente che era merito suo se stava meglio.
"Già. Sto meglio anch'io" rispose Ermal.
Rimasero un attimo in silenzio, semplicemente ascoltando il respiro l'uno dell'altro. Poi Fabrizio disse: "Hai visto il video?"
Sapeva già la risposta, aveva seguito la diretta su Facebook, ma non voleva fare la figura della ragazzina innamorata che seguiva Ermal in ogni suo passo.
"Sì. È stato molto carino da parte tua. E sappi che mi manchi anche tu e non vedo l'ora di vederti" disse Ermal sorridendo.
Fabrizio gli mancava terribilmente ed era difficile accettare che non si sarebbero visti per un po', ma Ermal sapeva che non poteva fare altro.
"Ho anche detto che dovevo parlarti di una cosa importante."
"Hai ragione. Ero talmente preso a guardarti che all'inizio non l'avevo nemmeno notato. Allora? Di che si tratta?"
Fabrizio chiuse gli occhi, come se servisse a raccogliere il coraggio di cui aveva bisogno per tirare fuori quelle parole che prima di quel momento erano state così difficili da pronunciare. Poi sussurrò: "Ti amo, Ermal."
Solo dopo averlo detto, si rese conto di quanto in realtà fosse semplice dirlo. Forse perché per la prima volta, Fabrizio sentiva di averlo detto alla persona giusta.
Il cuore di Ermal cominciò a battere furiosamente.
"Cosa?" chiese incerto. Non era sicuro di averlo sentito davvero. Forse se l'era immaginato.
"Ti amo" ripeté Fabrizio, questa volta con il tono più sicuro e deciso.
Ed Ermal, per quanto convinto che quelle due parole fosse abusate e dette troppo spesso, si lasciò andare e sorridendo disse: "Ti amo anch'io, Bizio."
La verità è che dire ti amo non è mai facile, né tanto meno difficile. Può essere semplicemente giusto oppure no.
Fabrizio e Ermal forse non avevano mai trovato la persona che lo facesse sembrare giusto, prima di quel momento.
"Davvero?" chiese Fabrizio.
"Davvero" confermò Ermal.
Il sorriso che entrambi avevano sul volto in quel momento racchiudeva tutto ciò che si erano tenuti dentro per anni: la paura di esprimere un sentimento così forte, la voglia di rischiare, la gioia di sentirsi dire quelle parole.
Ed entrambi capirono che forse il vero motivo per cui in passato avevano detto quelle due parole così poco spesso, era semplicemente che non avevano ancora incontrato qualcuno che davvero meritasse di sentirle.  
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paoloxl · 6 years
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Quella del rapporto tra istituzioni scolastiche e forze militari è una storia complessa. Cardine di questo rapporto è l’articolazione di un progetto comune: l’educazione. Partendo da quella militare, questa è volta alla costruzione di un cittadino-modello fortemente dipendente dai rapporti gerarchici, che modula la propria azione sulla base di un rigido principio di obbedienza e che fa dell’abnegazione e dello spirito di sacrificio valori morali irrinunciabili. «Le leggi si rispettano, senza se e senza ma» recitava alcuni giorni fa il commento di un militare (da profilo Facebook) alla foto di un ragazzo di 15 anni manganellato a Napoli nel corso di una manifestazione contro Matteo Salvini. 
A guidare invece l’insegnamento scolastico sono valori diversi, cui le prerogative concesse dalla carta costituzionale implicitamente tendono: il superamento delle disparità economiche, l’assenza (almeno nominale) di discriminazioni di genere o provenienza, l’accessibilità degli spazi, la gratuità delle scuole dell’obbligo e via discorrendo sono tutti provvedimenti che mirano alla libertà di fruizione e, di converso, di scelta. Il concetto di diritto allo studio, intrinsecamente, riguarda il diritto al libero pensiero, alla libera rielaborazione dei contenuti offerti. Il pomposo “compito educativo” delle scuole si deve quindi necessariamente risolvere nella creazione di un modello di cittadino che abbia adeguate competenze per la lettura e interpretazione critica dei processi sociali, politici ed economici che attraversa. All’obbedienza fa quindi da contraltare la cooperazione, all’abnegazione la solidarietà, all’automazione lo spirito critico. 
Mettere in contatto questi due moduli, oggettivamente paralleli per metodi e contenuti, ha una valenza ideologica non indifferente, ed è contro questa che come collettivo Li.S.C. abbiamo voluto agire martedì 20 novembre, quando con un blitz abbiamo bloccato, ritardato ed infine annullato la seconda lectio magistralis del ciclo «Militaria. Al servizio dello Stato» organizzato a Ca’ Foscari nel quadro del Master «Studi strategici e sicurezza internazionale». Fabrizio Marrella, docente di Diritto Internazionale e direttore del master, aveva già invitato il generale Claudio Graziano, Capo di Stato Maggiore della Difesa, per una lectio su «La politica europea di sicurezza e difesa» nella quale – citando la brochure di presentazione – si intendevano analizzare le criticità del “Fianco sud”, vale a dire le frontiere con il Medio Oriente e la sponda nord-africana, dove «migrazioni incontrollate […], di massa» rappresentano una seria sfida per l’Occidente, impegnata a respingere i «flussi di profughi e migranti economici che “bussano alla porta”». Nel corso del primo incontro l’obiettivo era di dimostrare il ruolo determinante delle Forze Armate tutte nella definizione del “Sistema Paese”, mentre in questo secondo l’attenzione era focalizzata sulla Marina Militare, invocata come panacea per lo spirito infiacchito dei cittadini italiani, ormai dimentichi dei veri valori di Patria. La Marina viene definita un propulsore del “Sistema Paese” anche dal punto di vista sociale «quale latrice di valori fermi ed immutabili che, anche nel momento storico della sconfitta, hanno reso possibile evitare sia una definitiva debellatio e sia quella che, da molti, è stata definita come la morte della Patria». Posti l’anacronismo dello spirito nostalgico con cui si guarda ai conflitti mondiali in ottica di vittoria/sconfitta e la criticità di un’espressione, morte della patria, che nelle circostanze storiche in cui avvenne è da assimilare al disfacimento di una patria la cui nazione era stata coercitivamente identificata come fascista (e di cui era quindi auspicabile una morte), la nostra critica era, ancor prima che ai contenuti, alla scelta in sé di creare un’apertura, un varco nella rete, che consentisse allo spirito militare di insinuarsi nelle aule di un’università pubblica.
L’obiettivo, dichiarato fin dal principio, non era di aprire a un dibattito, ma di riappropriarci di uno spazio che, fino a prova contraria, spetta alla collettività studentesca attraversare. La sala di rappresentanza che Ca’ Foscari aveva messo a disposizione dell’evento non avrebbe dovuto ospitare una conferenza del genere. L’unica incognita che avrebbe potuto sollevare delle criticità sarebbe stata la presenza numericamente consistente di altri studenti tra gli uditori. Nonostante quanto dichiarato dal rettore Bugliesi, che ex post ha parlato di decine di studenti, questi si contavano sulle dita di due mani, seduti accanto a una quarantina di militari in uniforme. La pratica di interruzione che abbiamo agito non ha leso gli interessi di una platea che in università ha la sua sede naturale, ma è valsa come riprova del fatto che l’esercito non trova spontaneamente spazio nelle strutture educative e che il portarcelo rappresenta evidentemente una forzatura.
Andando oltre la narrazione della riuscita dell’iniziativa, quel che preme davvero porre sotto i riflettori è la nebulosa di reazioni che hanno accompagnato e seguito il nostro blitz. A cominciare dai militari presenti in sala che, avendo ricevuto indicazione di rimanere nell’aula e ascoltare quanto detto in cattedra, sono rimasti composti fino a nuovi ordini, zittendo l’unico ragazzo (peraltro di formazione militare) in sala che abbia espresso rammarico per la sospensione della conferenza. Un aplomb mantenuto anche dall’ospite Dario Giacomin, che si è detto desideroso di «imparare» da quelli che si sono seduti in cattedra, cui non ha fatto da cornice l’atteggiamento di Michele Bugliesi. Nello stesso pomeriggio del 20 novembre, il rettore ha rilasciato alla stampa un’unica dichiarazione, nella quale si dichiarava deciso a sporgere denuncia per interruzione di pubblico servizio nei confronti di quelli che ha definito una sparuta manciata di «incivili», la cui azione risultava evidentemente «violenta». Non si è arrischiato a entrare nel merito dell’episodio e a difendere le scelte di Ca’ Foscari: scelte razionalmente ingiustificabili, perché volendo spigare le motivazioni che hanno condotto un’università pubblica ad avviare un master in co-tutela con le forze armate e a ospitare un ciclo di lectio magistralis sotto il titolo di «Militaria» il rettore sarebbe incorso in giustificazioni assai poco sostenibili. 
Quale sia l’obiettivo di queste iniziative è infatti l’interrogativo che sta alla base della nostra azione, che ci ha portato a contestare non solo l’appuntamento di alcuni giorni fa, ma il clima generale in cui questo è avvenuto: un contesto che ha visto il progetto di reintroduzione della naja obbligatoria, la proposta di garantire agli universitari un certo numero di CFU in cambio di sei mesi di leva, la propaganda militarista e securitaria propugnata dal Ministro degli interni Matteo Salvini. La critica è a un sistema dell’istruzione che si sta facendo sedurre dalle strategie comunicative dell’Esercito Italiano, che ha creato un format adatto a ogni età: dal Lupetto Vittorio, un personaggio illustrato che insegna ai più piccini che essere soldato è il modo migliore per servire ed essere utile ai propri concittadini, ai programmi di Alternanza Scuola/Lavoro che permettono agli studenti medi di entrare in contatto con le attività e gli ambienti militari, fino a progetti formativi come quello oggetto di discussione che hanno «l’obiettivo di fornire loro [scil. agli studenti] una conoscenza degli aspetti militari, giuridici ed economici, legati alle attività del comparto Sicurezza e Difesa».
L’unico corpo studentesco ad essere rappresentato in quell’aula di Ca’ Dolfin è stato quello oppositivo, il che ha messo in luce l’inadeguatezza di questi contenuti, pure strenuamente difesi dal Rettore e, ancor più, dalle dichiarazioni pubbliche di sostegno che hanno seguito il suo comunicato stampa. Il rettore, che sembra comparire tra i papabili da candidare per il PD alle comunali del 2020 contro la coalizione di Brugnaro, ha ottenuto infatti l’appoggio di Alex Bazzaro, classe 1987, deputato della Lega e membro del team di comunicazione di Matteo Salvini: dettaglio non irrilevante, dal momento che all’indomani della condanna alla pubblica gogna da parte del vicepremier di tre ragazze minorenni, ree di avere un cartello in cui, con un certo colore, gli auguravano la stessa fine di Mussolini, la strategia adottata da Bazzaro è (mutatis mutandis) la stessa. Una fotografia pubblicata sui propri canali social accompagnata da una didascalia che rifacendosi ai più beceri stereotipi ci relega allo status di studenti nullafacenti la cui media è probabilmente inferiore al 20 e di 4 gatti dei centri sociali, scatenando la reazione dell’agguerritissimo “popolo di Facebook”, che come da scaletta ha espresso la speranza che venissimo cacciati «a calci in culo», manganellati, trattati come Stefano Cucchi etc. etc. Il riferimento alle vicende del geometra romano non è casuale, ma dipende dalle dichiarazioni di un’altra ospite seduta in sala il 20 novembre: Luciana Colle, vice sindaca leghista (seppur non nota ai vertici del partito) della giunta Brugnaro, che non più tardi di un mese fa si era lasciata andare con accuse infamanti e offensive nei confronti di Ilaria Cucchi, la cui tenacia aveva da poco “regalato” la verità sulla morte di suo fratello, ucciso da uomini in divisa. 
L’ultima dichiarazione di solidarietà al rettore, cui viene suggerito di continuare a testa alta nella denuncia, viene dall’esperienza di Elena Donazzan, assessore all’istruzione della regione Veneto, nella cui autobiografia vengono rievocati, con una certa nostalgia, la militanza nell’MSI e l’affetto nei confronti del camerata Nicola Pasetto, il “deputato picchiatore”, venuto fortunatamente a mancare nel 1997 dopo un passato di squadrismo, aggressioni con spranghe e crick. La stessa Donazzan che nel 2015, all’indomani dell’attentato a Charlie Hebdo, divulgò in tutte le scuole del Veneto una circolare islamofobica incitando a una presa di posizione anti-musulmana e all’adozione di precauzioni nei confronti dei fedeli di Allah. Stando a quando dice, l’assessora si sarebbe «assicurata che si proceda a identificazione e denunce conseguenti».
Questo appoggio da solo dovrebbe far riflettere il rettore Bugliesi sull’assurdità delle proprie posizioni: la difesa del militarismo, la convinzione dell’opportunità di una collaborazione università/esercito, l’assunzione di provvedimenti repressivi e lesivi del nostro diritto allo studio. Ma la criminalizzazione di qualsiasi forma di dissenso, anche argomentata e assennata come quella praticata da Li.S.C. (che è un collettivo studentesco, non un centro sociale) appartiene a qualsiasi forza politica istituzionale, prona nella difesa del monopolio statale della Gewalt. Non nutriamo nessuna aspettativa su un uomo che agisce binariamente nella tutela di un’identitarismo e di un sistema di valori che, come uomo di scienza, dovrebbe aberrare: propaganda in pompa magna nelle aule della nostra università e ricorso ad espedienti repressivi tipici delle stesse forze propagandate nei confronti di ogni legittima manifestazione di disapprovazione. Nel replicare al suo comunicato stampa abbiamo ribadito che non vogliamo che le nostre rette, tra le più alte d’Italia, siano usate per un indottrinamento securitario e militarista. Abbiamo rivendicato il diritto all’occupazione e al dissenso come unico mezzo a nostra disposizione per contrastare l’iper-visibilità che l’università dona a contenuti inammissibili. Contenuti che vorremmo critici, analitici, e non cattedratici, presentati senza alcun moderatore. Contenuti come quelli che abbiamo portato in aula noi studenti, sia martedì che in occasione di altri due appuntamenti che abbiamo organizzato, uno sulle pratiche di lotta di un movimento come Black Lives Matter e l’altro sui contenuti del DL Salvini. Appuntamenti cui la componente studentesca ha reagito con entusiasmo e grande partecipazione, a testimonianza del fatto che le narrazioni che trovano approvazione e suscitano interesse tra gli studenti non sono i fantocci di retoriche patriottiche o i tentativi a destra di insegnare obbedienza e abnegazione, ma stimoli costruttivi e radicali, che puntano a una critica complessiva e produttiva del “Sistema mondo”.
Se il magnifico intende davvero procedere con denunce e limitare la nostra libertà di attraversare uno spazio che siamo regolarmente autorizzati a vivere, ci troverà preparati. La tattica del divide et impera che ha messo in campo contrapponendo gli «incivili» di Li.S.C. agli studenti di un altro collettivo che hanno recentemente occupato la sede di San Sebastiano non ci coglie impreparati. Il tentativo di distinguere tra contestatori “buoni” e “cattivi”, in una logica da amico/nemico, non rappresenta un inedito. Tuttavia, provare a mettere gli studenti gli uni contro gli altri quando si tratta di questioni basilari come il rifiuto dell’interazione esercito/università o la rivendicazione di spazi per gli studenti è una mossa stolta, che odora di disperazione. E se il rettore avrà dalla sua il plauso della Lega (e fa già ridere così), dalla nostra troverà l’intelligenza di una comunità studentesca pronta a schierarsi contro qualsiasi dimostrazione machista di forza.
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telodogratis · 2 years
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Tim Summer Hits 2022, la scaletta della puntata di stasera: i cantanti sul palco
Tim Summer Hits 2022, la scaletta della puntata di stasera: i cantanti sul palco
Oggi, 28 luglio, va in onda su Rai 2 la quinta puntata stagionale dello show musicale. Stefano De Martino e Andrea Delogu… Oggi, giovedì 28 luglio, va in onda la quinta puntata stagionale di Tim Summer Hits 2022. La manifestazione musicale di Rai 2 è condotta da Andrea Delogu e Stefano De Martino, da Rimini. Leggiamo le anticipazioni della serata e gli… Read MoreTvToday
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senzabarcode · 6 years
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Roberto Maccaroni si racconta in una lunga intervista, dalla prima band formata da ragazzo, fino ai grandi palchi condivisi con Fabrizio Moro.
La musica è passione, è qualcosa che non si sceglie. Una necessità. E ce lo dimostra anche la storia di Roberto Maccaroni, artista romano, cantautore e chitarrista. I più lo conoscono come chitarrista di Fabrizio Moro, ma Roberto ha alle spalle una lunga gavetta, tanti sacrifici e un progetto artistico tutto suo, con una sua band, gli Strani Giorni, che ha annunciato nuove date proprio in questi giorni.
“Sono arrivato a questa band dopo tanti esperimenti e tante altre situazioni con altri gruppi.” Racconta Roberto Maccaroni. “Ho comprato la mia prima chitarra elettrica che avevo 16 anni, ho iniziato davvero presto. E iniziai dopo essere stato a vedere un concerto dei Cure, al PalaEur. Proprio quella sera decisi che anche io avrei voluto scrivere canzoni e avere una band. E che avrei voluto calcare quel palco. Qui c’è anche un sogno realizzato, perché molti anni dopo, proprio insieme a Fabrizio, sono riuscito a suonare sopra a quel palco. Quindi, come ti dicevo, proprio dopo quel concerto andai a comprare la mia prima chitarra e tramite un annuncio trovai delle persone per iniziare a suonare.”
La determinazione, la passione, e soprattutto il talento, iniziano così a scrivere la storia musicale di Roberto Maccaroni
“Iniziammo nei garage, nei pub, nelle sale prove con cover dei Cure, ma non solo. Fin dall’inizio eravamo atipici, perché suonavamo già dei pezzi nostri. Avevo tanta voglia di scrivere, anche se mi vergognavo a cantare. Ho cambiato varie formazioni, fino a quando non ho conosciuto Daniele Teodorani.”
Teodorani attualmente si occupa della produzione di Fabrizio Moro, ed è una persona molto importante nel percorso artistico di Roberto Maccaroni. “Con Daniele, polistrumentista, c’è stato subito un bel feeling. Avevamo un’idea comune della musica e dei progetti che volevamo realizzare insieme. Insieme a lui sono nati gli Strani Giorni. All’inizio eravamo in quattro. Insieme a noi, oltre al bassista Stefano Proietti, c’era anche un altro chitarrista, Fabio Massacesi, che davvero per me è come un fratello. Le nostre strade artistiche si sono divise, perché lui voleva sperimentare un altro genere, ma ci vediamo ancora più di prima. Ci aiutiamo molto e ci sosteniamo, ed è molto bello.”
Un sodalizio quello dei membri degli Strani Giorni che porta subito i suoi frutti nei concorsi in cui decidono di cimentarsi dopo un periodo di prove intense. “La cosa particolare è che dopo tante prove, e una decina di brani inediti, non avevamo ancora il nome, che di solito è la prima cosa che viene decisa in una band. Tutto nacque quando dovevamo iscriverci ad un concorso di Castelverde, e davanti ad una birra ci rendiamo conto che non sapevamo con quale nome segnarci.” Dopo una serie di idee improbabili, Roberto ha un’intuizione e dice “Strani Giorni”. Suonava bene, e al mattino dopo suonava ancora meglio. Nacque così questa band fortunata, che al quel concorso di Castelverde vince il primo premio e il premio della critica. Seguono il Pigro Festival, dedicato ad Ivan Graziani, il Festival di Sulmona, e molti altri concorsi in giro per l’Italia, dove Roberto Maccaroni e i suoi ragazzi raccolgono premi e consensi.
Esce così Un passo avanti, il loro primo cd, che segna l’inizio della collaborazione con Fabrizio Moro
“Daniele, quando era bambino, conobbe Fabrizio. I loro padri comprarono due terreni adiacenti, ed entrambi costruivano una casa per il futuro. Il sabato e la domenica andavano a mettere i blocchetti e si portavano i loro figli che hanno fatto così amicizia. I due ragazzi nel tempo si sono avvicinati alla musica. Daniele ha suonato anche la batteria per vari anni con Fabrizio.” Ecco quindi che nel 2007, l’anno in cui Fabrizio Moro vince Sanremo nella sezione giovani proposte con Pensa, gli Strani Giorni iniziano ad aprire le date del suo tour. “Il battesimo di fuoco fu a Roma Rock, un concerto a Capannelle che non dimenticherò mai. Ricordo la nostra incoscienza, perché avevamo tanta esperienza nei locali, ma non in palchi così grandi e con tutta quella gente. Non sapevamo nemmeno come impostare la scaletta.
Fabrizio ci diede tanta libertà. Lui non è geloso, non teme il confronto, anzi, è un generoso
Ci diede molto spazio, suonammo otto pezzi.” Fu il primo di una lunga serie di concerti in giro per l’Italia. Un sodalizio durato tre anni. Dopo Un Passo Avanti, al basso è arrivato Patrizio Placidi, ed è uscito il secondo lavoro del gruppo, L’invisibile spazio, un concept album. “Le varie canzoni sono come dei capitoli consecutivi che vanno a sviscerare un argomento. L’argomento che abbiamo scelto è L’Essenziale è invisibile agli occhi. Un concetto contenuto ne Il Piccolo Principe. Abbiamo lavorato molto anche alla copertina con Silvia Verzilli, un’artista molto brava e camaleontica, che è riuscita a trasferire il concetto di essenzialità anche nella grafica.” Il disco contiene La Speranza, uno dei brani a cui il gruppo è maggiormente legato.
“Per questa canzone abbiamo collaborato con Fabrizio nella realizzazione degli arrangiamenti – continua Roberto – gli piacque molto quel pezzo. Venne un paio di volte in sala per darci dei consigli e sistemare alcune cose. Lui era più esperto ed aveva già fatto dischi di serie A. Fu molto bello lavorare con lui, mise anche dei cori. Lì si è stretto anche di più il rapporto con Fabrizio, siamo cominciati ad entrare più in intimità. Collaborare su una canzone è una cosa molto personale. Per farci mettere le mani a qualcuno ti devi fidare, e inizia a diventare una persona molto vicina a te.” L’invisibile spazio è un album a cui Roberto Maccaroni è davvero molto legato, e per cui sono stati realizzati ben quattro videoclip. Un lavoro accurato e appassionato.
Sicuramente l’inizio della collaborazione come chitarrista di Fabrizio Moro ha stravolto tutti gli equilibri e i tempi, non solo della band, ma anche e soprattutto di Roberto
Quello che era un secondo lavoro, la musica appunto, è diventato il mestiere principale e totalizzante. Il chitarrista infatti lavorava in Rai, per una cooperativa che collaborava con UnoMattina. Un’occupazione che male si accorda con la vita del musicista che va spesso a dormire tardissimo. “La mia vita e quella di Daniele in questi ultimi anni si è un po’ sconvolta. Siamo stati impegnati e abbiamo un po’ allentato con la band e per dedicarci al progetto di Fabrizio. Ho avuto il privilegio di essere coinvolto da lui anche a livello autorale, quindi per me è stata una grossa fortuna e una grossa soddisfazione. Appena sono entrato Fabrizio doveva finire di scrivere Pace. Mancavano due o tre brani per ultimare il disco.”
“Decise di affittare una baita sul Lago di Trevignano e invitò noi della band ad andare ogni volta che volevamo, per passare le giornate insieme e magari scrivere qualche brano. Io ero quello più libero di tutti, perché avevo scelto lasciare il lavoro, e non mi sembrò vero di avere questa possibilità. La cosa più importante per me era conoscerlo e portare tutto il rapporto al livello umano. Tutta la complicità che poi vedi sul palco, l’unione che c’è, nasce proprio da queste piccole cose, dallo stare insieme.” Fu proprio in uno dei momenti passati insieme in quella baita che nacque L’Essenza, uno dei pezzi di Pace.
Un brano scritto di getto: “una facilità di scrittura che ho visto davvero a pochi autori” ci racconta Roberto
Nello stesso modo nacque Intanto. Due pezzi, due magie, come ama definirle Maccaroni. “La cosa più bella di quelle giornate, che non dimenticherò mai, fu vivere la quotidianità con Fabrizio.” Piccole cose, un thè insieme, la spesa, il cucinare, la musica condivisa. Semplici dettagli che uniscono davvero le persone e le fanno sentire più intime e meno bisognose di indossare protezioni e sovrastrutture. Forse anche per questo Pace è un album molto maturo, non solo nei testi, ma anche negli arrangiamenti. “Al di là dei pezzi, che hanno tutti un filo conduttore e sono tutti molto belli – spiega Roberto – credo che questa maturità nel sound sia anche frutto nostro. Quando lui ha scelto di cambiare alcuni elementi della band, lo ha fatto non per un discorso di avvicendamento tecnico, ma proprio di sound, per un approccio meno da musicista e più da compositore. Ha voluto che lo stile di ognuno di noi contaminasse il suo.”
“Fabrizio ci ha scelto ed è stato un leader carismatico. Ci ha dato carta bianca, facendoci tirare fuori la nostra personalità”
Un’unione che traspare ed è evidente sul palco, dove Fabrizio Moro non sembra un solista, ma piuttosto il front man di una band. “Sono contento che arrivi questa cosa alle persone, perché era proprio il nostro intento. Quando ti senti coinvolto in un progetto quella che viene fuori è proprio l’unione di anime e di idee. Si è creata una bella alchimia a livello umano. Sono tre anni che viaggiamo insieme e non abbiamo mai litigato. Andrea è quello pazzerello, senza di lui ti annoieresti a morte. Claudio è il guidatore instancabile. Alessandro è quello più tecnologico. Io e Danilo siamo quelli che hanno sempre le forniture di birra e panini. Ognuno ci mette del suo e ha la sua peculiarità. Io per esempio sono quello più estroverso a livello di look.”
Roberto Maccaroni infatti per tutti i fan di Fabrizio Moro è lo Sceriffo, un soprannome che nacque nel 2008, durante il secondo anno da gruppo spalla
“In Un passo avanti c’è una canzone che si chiama Solo un Dejavù, dedicata a due dei più grandi artisti che abbiamo in Italia, Sergio Leone ed Ennio Morricone. In questo brano abbiamo richiamato volutamente delle sonorità western, grazie a delle chitarre che si usavano negli anni ’60. Quando presentavo questa canzone mi mettevo un cappello da sceriffo. Finito il concerto me lo lasciavo sul collo col laccio, e al termine della performance tutti lo andavano a toccare e mi dicevano “Ehi Sceriffo!” Essendo cresciuto negli anni ’70 mi è sempre piaciuta la teatralità che c’era nei concerti di quell’epoca e che oggi si è un po’ persa. Stile David Bowie, Freddie Mercury, Renato Zero.”
“Ho continuato quindi a portarmi questo capello, anche il primo anno in cui ho iniziato a suonare con Fabrizio. Lui stesso, una volta a Civitavecchia, mi disse che avevo un bel look e un bel potenziale. “Centralo ancora di più” mi disse e mi diede una serie di consigli. E lì è tornata questa cosa dello Sceriffo. Uno Sceriffo 2.0, rivisitato.” Un artista particolare, eclettico, con uno stile unico e riconoscibile. Lo stesso stile con cui sceglie le sue chitarre. “Io uso chitarre che non sono usuali. Rispetto alla maggior parte dei chitarristi, non mi è mai importato di avere un bel suono, ma di avere un mio suono. Una cosa riconoscibile, solo mia. Una mia voce. Ho cercato strumenti che si usavano poco o perlomeno che si usavano in un altro genere, per portarli nel mio.”
Roberto Maccaroni sperimenta, azzarda e i risultati sono sotto gli occhi di tutti
Una chitarra degli anni ’60 sul genere di Fabrizio Moro ha sicuramente dato un respiro diverso ai suoi brani, dando loro un taglio unico. Un lavoro lungo e portato avanti con passione, che ha permesso a Roberto e a tutta la band di esibirsi questa estate in un tour stupendo, partito dallo Stadio Olimpico di Roma. Un sogno condiviso tra lui e Fabrizio, così come lo è stato esibirsi nel teatro di Taormina, dove sono passati duemila anni di storia e di musica. Emozioni uniche, irripetibili, rese possibili solamente dalla volontà di farcela, dal grande lavoro e dal talento. “In quei momenti ho pensato ai miei, che all’Olimpico erano in platea, e che hanno fatto tanti sacrifici per me. Questi sogni che realizzo li dedico sempre a loro, che hanno creduto in me fino alla fine.” Un messaggio d’amore e di gratitudine profondo che chiude questa lunga chiacchierata da cui trarre un importante insegnamento: i sogni vanno inseguiti. Vanno afferrati, presi per mano e non mollati mai.
Quando si arriva in vetta sarà valsa ogni ferita, ogni caduta e ogni lacrima versata
Roberto Maccaroni e la musica, un sogno lungo una vita Roberto Maccaroni si racconta in una lunga intervista, dalla prima band formata da ragazzo, fino ai grandi palchi condivisi con Fabrizio Moro.
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noosphere-me · 3 years
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Il processo di adattamento, cioè la progressiva formazione della personalità, è dinamico, in continua evoluzione, come è tutto ciò che ci circonda e ci forma. Stimoli suscitati dal contatto con l’esterno o insorti da espressioni interne o da entrambi, comprendono impulsi istintivi e/o fattori affettivi e/o procedure razionali. Questi stimoli producono la necessità di soddisfarli e quindi una scaletta di priorità (sete, innamoramento, potere)... "Psicomeccanica di un Adattamento" di Anna Maria Iannaccone e Stefano Iurassich #psicomeccanicadiunadattamento #annamariaiannaccone #stefanoiurassich #adattarsi #personalità #formazione #impulsi #evoluzione #stimoli #sete #innamoramento #potere #istinto #priorità #libroscientifico #libro #librileparche #leparchedizioni (presso Naples, Italy) https://www.instagram.com/p/CQviP3kH2mx/?utm_medium=tumblr
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orianagportfolio · 3 years
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La magia di Sanremo con i cronisti B.livers. / Il Bullone - OrianaG
Pubblicato su Il Bullone n° 32, febbraio 2019. Terzo Festival di Sanremo da cronista. Secondo per Il Bullone. Primo per entrambi con accredito. E prima possibilità di accompagnare due B.livers, Luca Malaspina e Fabio Valle, per le strade di casa mia. Il "bottino" festivaliero ci rispecchia. Le tre interviste che leggerete non sono quelle che vi aspettate. Un po' perché contattare i cantanti in gara quest'anno è stato difficile, anche per i "più grandi" di noi (al punto da essere evidenziata più volte dai giornalisti delle testate nazionali all'Ariston), un po' perché tornare da Sanremo con tre interviste ai cantanti sarebbe stato banale, conoscendoci. 
Filippo Tortu, giovane stella dell'atletica, Annie Mazzola, digital entertainer "scoperta" da Stefano Gabbana, e Eddy Anselmi, sanremologo, sono un trio Off-Sanremo che offre, come un anno fa, l'occasione di raccontare la complessità della kermesse, ben oltre il foyer del Teatro Ariston.
Quest'anno c'è anche il racconto "da dentro". L'accredito è per la sala stampa Lucio Dalla, dedicata a Radio e TV e, più in generale, ai "novellini". L'agenda giornaliera somiglia agli orari di scuola, come i banchi e i compagni di banco, con cui ci si sostenta a vicenda a cioccolata e caramelle, ci si passa le registrazioni delle interviste e i contatti delle case discografiche più facili.
La sala stampa è aperta dalle 10 per i mattinieri, alle 11:30 la prima intervista. Il buongiorno ufficiale è la conferenza stampa alle 12:30 tutti i giorni in diretta dall'Ariston, al tavolo presentatori e direttivo Rai. Pausa pranzo velocissima, mai prima delle 14:30, poi ci si tuffa nelle interviste, con i contendenti a disposizione della sala Lucio Dalla per mezz'ora, divisa tra foto, domande, risate. Sì, perché qui al Palafiori si ride tanto. Orgogliosi "fratelli minori" della sala stampa Ariston, gente di radio e TV indipendenti, blog e testate on line spesso neonate. Essere al Festival è per tanti l'unico momento per ritrovarsi con colleghi storici, per altrettanti un sogno che si realizza, esserci è un onore.
La routine giornaliera si interrompe verso le 18. Per miracolo si trova sempre un momento per l'Estrazione: ogni giorno 5 biglietti per l'Ariston e 14 ingressi per il Dopo Festival al Teatro del Casinò (che Il Bullone vince il primo giorno!). La pausa cena è lunga, se non ci hai incastrato qualche intervista, e fondamentale per incontrarsi con gli esterni Luca e Fabio, che hanno trottato per la città tutto il giorno e raccontano com'è andata. Intanto, dentro, dalle 19 si frigge in attesa della scaletta della serata, che abbiamo in lieve anticipo. Preziosissimi i compagni di banco, che recuperano una copia in più per gli assenti e i ritardatari. Poi le luci dell'Ariston alle 20:45 si accendono e la magia comincia. Gli appunti sulla scaletta escono di getto, sull'iPad prende forma il diario giornaliero da inviare in nottata e la compagna di banco segue in diretta l'andamento dei tweet (quest'anno Sanremo ha battuto ogni record di interazioni social). Lo spirito vero della sala stampa si vive adesso, quando il grande schermo diventa concerto, senza vergogna, e le preferenze della sala sono palesi e lampanti fin dalla prima sera. 
I cori sui duetti con Baglioni, le mani a tempo su Bertè, Mahmood, Arisa, Achille Lauro, le lacrime (poco) nascoste su Cristicchi, Nigiotti e Turci. Le ovazioni per Patty, Raffaele e Vanoni. Mille i momenti di gioia ed entusiasmo puro, senza differenza di età o esperienza. 
Sanremo è una festa che continua a telecamere spente. Al Forte Santa Tecla, per i fortunati che ottengono l'accesso, e nei locali della città, che vive di notte come mai succede nel resto dell'anno.
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cosimoalberti · 3 years
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😃 SUPPOSTE DI OTTIMISMO 6a puntata 🚀🚀🚀 Piccole supposte tratte da “💪🏼A braccio” con Cosimo Alberti Hashtag: #LGBTLaGioiaBaciaTutti🏳️‍🌈 Una rubrica facente parte della serie “Supposte di ottimismo” live su lgbtchannel.tv https://fb.me/e/bf2TXxNqU Ho scelto il titolo “💪🏼A braccio” perché nel gergo degli attori significa improvvisare la recitazione senza un copione scritto ed è così che sarà la mia mezz’ora con voi, alternando poesie, aneddoti, Tammurriate e barzellette senza una scaletta precisa ma a braccio appunto; e poi perché ormai ci si saluta col braccino proteso. Mi divertiva infine il fatto che il suo suono è simile alla parola “abbraccio” che tanto ci manca in questo ultimo periodo e spero che con la mia rubrica vi arrivi quello mio anche se virtuale. Il sottotitolo invece “LGBTLaGioiaBaciaTutti🏳️‍🌈” è un augurio portafortuna per coloro che si collegheranno alla nostra TVchanel perché se è pur vero che l’acronimo racchiude precise categorie di persone, giocando invece con le iniziali ho ricavato una frase che fa il verso a “mai una gioia” ed è propositiva per tutti rispettando il motto del palinsesto che è “supposte di ottimismo” 😃 L’intera programmazione inizia alle 17.55 ed è composta da un ricco palinsesto che da spazio all’attualità, agli animali ( *Dagli Stalli alle Stelle* con Roberta Papa ), alla cucina ( *Le Culinariae* con Marco Taglialatela e Carlo Cremona), e ancora *Supposte di ottimismo* con gli attori Cosimo Alberti di “Un posto al Sole” e Andrea Fiorillo, il tutto infarcito da momenti musicali con le sigle a cura del *corAcor - Napoli Rainbow Choir* con gli arrangiamenti di Ciro Caravano dei Neri per Caso e la direzione di Lucia Russo e gli intermezzi musicali " *Pian Piano* " dei Maestri Marco Palumbo e Natale Palena, già protagonisti del Piano City Napoli. Nel team tecnico Luigi Tammaro, Valentino Alterio Torres e Stefano Occhiuzzi. #cosimoalberti #LGBTLaGioiaBaciaTutti🏳️‍🌈 #cerry #attorenapoletano #attore #napolidavivere #divertente #comico #lgbtitalia #ridere #risate #attoreitaliano #actor #lgbt #lgbtq🌈 #tammorra #tammurriata #proud (presso Naples, Italy) https://www.instagram.com/p/CLSUnKRFyvV/?igshid=4zq45p5vqs3f
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bebobest-baldan · 4 years
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Title: Concerto 1 Maggio 2020 se volete rivedere il Live , (ricordate se potete donare qualcosa, fatelo!!!! intanto abbiamo raggiunto i VENTIMILATRECENTOQUARANTASEI euro !!!)................. Questa è la scaletta con gli orari, all'incirca, pero' l'ordine di esibizione è quello) : ARTISTA ORARIO DURATA 1 GIANCARLO STELLA 15,4 03:51 2 AGLIO OLIO & SWING 15,45 02:54 3 CARLO PONTE 15,5 04:00 4 GUIDO BARUFFO 15,55 00:58 5 GABRIELE PALA 16 03:28 6 MATTEO CHERCHI 16,05 03:24 7 TOLO MARTON 16,1 04:00 8 STEPHANIE GHIZZONI E SERGIO POLITO 16,15 04:00 9 PSYCO FLOWER 16,2 04:00 10 MIIIL HIVE 16,25 04:00 11 RICCARDO GROSSO 16,3 04:00 12 ALMA LIVRE 16,35 04:00 13 GIOVANNI BUORO 16,4 02:58 14 MARCO MARTIN & BAND 16,45 02:35 15 MARIAN JOY RING 16,5 03:33 16 SECRET AGENT MAN 16,55 04:00 17 SIMONE ARTICO 17 04:00 18 MANDILLA' 17,05 01:54 19 ANDREA CESONE 17,1 03:05 20 GIULIA E MICHELE 17,15 03:45 21 GIANNI MASSARUTTO E BLUESIANA 17,2 03:40 22 TOMMASO DOGLIA 17,25 02:08 23 CARLOTTA ZENTILINI 17,3 02:46 24 TACABANDA 17,35 04:00 25 CHARLIE WALMSLEY 17,4 03:46 26 MONICA GUARESCHI 17,45 04:00 27 STEFANO SANTANGELO 17,5 01:41 28 MAD DAISY E ALBERTO FOGLIATO 17,55 04:00 29 JEFF PEVER E INGER NOVA 18 03:45 30 FRANK GET 18,05 03:35 31 PEDRO BORTOLUZZI 18,1 03:57 32 MANUELE BORASO 18,15 02:30 33 ERIC BIBB 18,2 03:19 34 FRANZ CAINERO GIORGIA GIURCO 18,25 04:00 35 ALL INCLUSIVE ROCK BAND 18,3 04:00 36 TOMMASO GENOVESI 18,35 02:44 37 GET'EM OUT 18,4 04:00 38 GABRIELLA CHIURLOTTO 18,45 04:00 39 ROSA EMILIA DIAS 18,5 03:26 40 ALICE BRESSAN 18,55 03:16 41 LUCIANO DE MARCHI 19:00 03:42 42 L'AMBO 19:05 02:45 43 JACKIE BRISTOW 19:10 04:00 44 PAOLO BALBO 19,15 03:11 45 ROBERTO BORTOLUZZI 19,2 02:57 46 ANDREA MIZZAU 19:25 04:00 47 RENZO ZULIAN 19:30 03:47 48 PAUL MILLNS 19.35 04.00 49 BEBO BEST BALDAN & CINZIA LA MONDINA 19:40 03:56
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