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#ebraica
condamina · 2 years
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Weizmann ebbe un incontro con l’ambasciatore sovietico a Londra, Ivan Maisky
Weizmann ebbe un incontro con l’ambasciatore sovietico a Londra, Ivan Maisky
Nel marzo 1941, in risposta all’attacco italiano, tre compagnie di pionieri formate da circa 2.400 volontari ebrei venivano inviate in Grecia al seguito di una spedizione britannica. <124 Si trattava delle unità di scavo 603sima, 604sima, 605sima, 606sima e 608sima e di alcune unità ausiliarie come la compagnia portuale 1039. Una gran parte di questo nucleo di volontari ebrei dalla Palestina,…
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gregor-samsung · 8 months
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" I neocons si formano nella “Nuova Gerusalemme” della diaspora ebraica a New York City, la Lower East Side di Manhattan. Dallo shtetl alla Jewtown, dallo yiddish all’inglese, in un contesto bianco-anglosassone-protestante (Wasp) carico di veleni antisemiti, il passo è lungo. Fra i giovani figli o nipoti di immigrati si forma una esigua quanto ipercombattiva élite intellettuale marxista e filobolscevica che si batte per affermare il socialismo in America e nel mondo. Di quella New York si diceva fosse la città più interessante dell’Unione Sovietica*. Nel City College della metropoli gli squattrinati giovani destinati a formare la spina dorsale del neoconservatorismo a venire frequentano l’odorosa caffetteria studentesca occupandone l’Alcove 1, fortilizio dell’avanguardia trozkista in dissidio con la maggioranza stalinista, che governa l’Alcove 2. Durante la Guerra fredda, le origini ebraiche e comuniste di molti neocons li renderanno sospetti agli occhi di paleoconservatori e repubblicani mainstream anche dopo che il presunto tradimento sovietico dei loro ideali li avrà spinti verso un bellicoso anticomunismo associato al sostegno di principio per Israele, per niente scontato nell’America degli anni cinquanta. Dall’antistalinismo all’avversione totale per il comunismo, dalla contestazione all’adesione al sistema, contro le derive moderate e compromissorie di liberals e appeasers disposti al dialogo con i tiranni rossi, i neoconservatori già trozkisti faranno sentire la loro voce nel dibattito pubblico del dopoguerra. Nell’accademia come nei media alternativi e nelle anticamere del potere, eminenti neocons quali Leo Strauss e Irving Kristol, Max Schachtman e Irving Howe, Richard Perle e Kenneth Adelman, fino a Douglas Feith e a Paul Wolfowitz, influente vicesegretario alla Difesa sotto George W. Bush, avranno modo di promuovere il globalismo democratico. Fine della storia. Mai come strutturata corrente politica o intellettuale, sempre al loro combattivo, lacerante modo. Il moto perpetuo della rivoluzione come fine in sé – comunista o anticomunista – impedisce di superare lo stadio delle connessione informali, esposte a litigi pubblici e odi privati, conversioni e apostasie. Fino al disastro iracheno, che nel primo decennio del secolo marca il tramonto del neoconservatorismo di governo. Non del movimento. In attesa della prossima alba. Perché in America profeti e crociati non muoiono mai. "
* Cfr. J. Heilbrunn, They Knew They Were Right: The Rise of the Neocons, New York-Toronto 2009, Anchor Books, p. 27.
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Lucio Caracciolo, La pace è finita. Così ricomincia la storia in Europa, Feltrinelli (collana Varia), novembre 2022. [Libro elettronico]
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morethansalad · 1 year
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Pizza Ebraica / Sweet Roman-Jewish “Pizza” (Vegan)
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girlpetrarca · 9 months
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I'm reading the list of courses I could choose for next year and 👀👀👌💯👀 🫦
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il-ciuchino · 1 month
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Censura in Rai: inviata denuncia aggressione Brigata Ebraica, ma conduttrice prende le distanze
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Nuovo caso di censura in Rai che, a differenza della farsa Scurati, non farà parlare. Un'inviata del programma "Restart" ha denunciato una carica della Brigata Ebraica a Roma contro i filo Palestinesi. Dopodichè, ha ricevuto l'aggressione da parte di un membro della Brigata con la conduttrice Annalisa Bruchi che ha perfino preso le distanze dall'inviata dicendo: "Non credo che ci sono state cariche da parte della Brigata Ebraica".
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tvserie-film · 2 months
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Title: Arsene Lupin Vs Herlock Sholmes (1908) Author: Maurice Leblanc Vote: 7/10
Two stories, The Blonde Woman and the Jewish Lamp, in which the gentleman side and the London detective compete in a tough game in which their strengths are equal and each meets its natural opponent in the other. It is difficult to establish who among them is truly the good and who is the bad, both are proud and self-confident, well aware of their abilities and surrounded by an aura of invincibility.
From this battle both will emerge wounded in pride but not defeated. I spend the last words for poor Wilson/Watson who is treated cruelly, like a buffoon and injured twice, once in each story.
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unita2org · 2 months
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E' CROLLATA LA MASCHERA "DEMOCRATICA" DI ISRAELE
di Redazione E’ dal 1844 che molti intellettuali e politici, come Karl Marx, ci avvisano e ci danno strumenti per capire l’origine dell’ideologia e della prassi sionista, come un prodotto di quel massocapitalismo razzista e colonialista europeo che hanno nel fascismo e nazismo la loro massima espressione. L’intellighenzia europea e la politica invece di prendere atto della critica di Marx che…
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tanogabo · 5 months
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(via Il Golem, una figura antropomorfa immaginaria della mitologia ebraica)
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storiearcheostorie · 8 months
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ARCHEOLOGIA / Resti carbonizzati e un prezioso specchio di bronzo: scoperta a Gerusalemme la tomba di una cortigiana di 2.300 anni fa
I resti carbonizzati rinvenuti in una grotta a sud di Gerusalemme insieme a uno specchio di bronzo apparterrebbero a giovane etèra (cortigiana) di origine greca vissuta tra la fine del IV e l'inizio del III secolo a.C. La prima scoperta di questo genere
I resti carbonizzati rinvenuti in una grotta a sud di Gerusalemme insieme a uno specchio di bronzo apparterrebbero a giovane etèra (cortigiana) di origine greca vissuta tra la fine del IV e l’inizio del III secolo a.C. La donna accompagnava un alto ufficiale dell’esercito o un membro del governo in età ellenistica. La scoperta dell’IAA – Autorità israeliana per le antichità, la prima di questo…
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marcogiovenale · 1 year
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oggi alle 15:00, all'archivio di stato di roma: "occupazione e resistenza: roma 1943-44. storie e documenti"
OGGI, mercoledì 31 maggio 2023 alle ore 15:00 sarà inaugurata nella sala Alessandrina dell’Archivio di Stato di Roma, corso Rinascimento 40, la mostra OCCUPAZIONE E RESISTENZA: ROMA 1943-1944. STORIE E DOCUMENTI, frutto della collaborazione tra l’Archivio di Stato di Roma e il Museo storico della Liberazione. La mostra ripercorre i nove mesi dell’occupazione attraverso documenti poco noti…
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pietroalviti · 1 year
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Frosinone, 17 gennaio, un vescovo e un rabbino dialogano sul ruolo delle religioni oggi, ore 18 auditorium diocesano
Frosinone, 17 gennaio, un vescovo e un rabbino dialogano sul ruolo delle religioni oggi, ore 18 auditorium diocesano
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sauolasa · 1 year
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Ucraina, si celebra la festa ebraica festa dell'Hanukkah. Un segno di speranza tra la guerra in cors
Alla cerimonia hanno preso parte il sindaco della capitale Vitali Klitschko e gli ambasciatori di Israele, Stati Uniti, Giappone, Polonia, Canada, Francia e altre nazioni
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gregor-samsung · 1 year
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“ Agli occhi del marxista la lotta di classe non è in nessun modo il combattimento tra il Bene e il Male: è un conflitto di interessi tra gruppi umani. Ciò che induce il rivoluzionario ad adottare il punto di vista del proletariato è anzitutto il fatto che questa classe è la sua, poi il fatto che è la classe oppressa, che è la classe di gran lunga più numerosa e la sua sorte, per conseguenza, tende a confondersi con quella dell'umanità, infine che le conseguenze della sua vittoria necessariamente comporteranno la soppressione delle classi. Lo scopo del rivoluzionario è quello di cambiare l'organizzazione della società. E per ottenerlo occorre senza dubbio distruggere il vecchio regime, ma questo non basterebbe: prima di tutto conviene costruire un ordine nuovo. Se per assurdo la classe privilegiata volesse concorrere alla costruzione socialista e si avessero prove manifeste della sua buona fede, non ci sarebbe alcuna ragione valida per respingerla. E se è assai improbabile che essa offra di buon grado il suo concorso ai socialisti, è perché la sua stessa situazione di classe privilegiata glielo impedisce, non certo per chissà quale demone interiore che la spingerebbe suo malgrado ad agire male. In tutti i casi, delle frazioni di questa classe, se se ne staccano, possono sempre essere aggregate alla classe oppressa e queste frazioni saranno giudicate dai loro atti, non dalla loro essenza. «Me ne infischio della vostra essenza eterna», mi diceva un giorno Politzer. Per il manicheista antisemita invece l'accento è posto sulla distruzione. Non si tratta di un conflitto di interessi, ma dei danni che una potenza malvagia causa alla società. Di conseguenza, il Bene consiste innanzitutto nel distruggere il Male. Sotto l'acredine dell'antisemita si nasconde l'ottimistica convinzione che l'armonia, una volta soppresso il Male, si ristabilirà da sola. Il suo compito è dunque esclusivamente negativo. Non si tratta di costruire una società, ma solamente di purificare quella che esiste. Per ottenere questo scopo, il concorso degli ebrei di buona volontà sarebbe inutile ed anzi nefasto e d'altra parte un ebreo non potrebbe essere di buona volontà. Cavaliere del Bene, l'antisemita è sacro, l'ebreo è pure lui sacro a suo modo: sacro come gli intoccabili, come gli indigeni colpiti da un tabù. Così la lotta viene condotta su un piano religioso e la fine del combattimento non può essere altro che una distruzione sacra. I vantaggi di questa posizione sono molteplici: per prima cosa, essa favorisce la pigrizia dello spirito. Abbiamo visto che l'antisemita non capisce niente della società moderna, sarebbe incapace di concepire un piano costruttivo; la sua azione non può collocarsi al livello della tecnica, ma si mantiene sul terreno della passione. Ad una impresa di largo respiro egli preferisce un'esplosione di rabbia analoga all'amok dei malesi. La sua attività intellettuale si rifugia nell'interpretazione: cerca negli avvenimenti storici il segno della presenza d'una potenza malvagia. Da ciò quelle invenzioni puerili e complicate che lo rendono simile ai grandi paranoici. Ma d'altra parte l'antisemitismo convoglia le spinte rivoluzionarie verso la distruzione di determinati uomini, non delle istituzioni; una folla antisemita crederà d'aver fatto abbastanza quando avrà massacrato alcuni ebrei e bruciato qualche sinagoga. Rappresenta dunque una valvola di sicurezza per le classi possidenti che incoraggiandolo sostituiscono ad un odio pericoloso contro il regime un odio benigno contro dei privati. “
Jean-Paul Sartre, L'antisemitismo. Riflessioni sulla questione ebraica, introduzione di Filippo Gentili, traduzione di Ignazio Weiss, Mondadori (collana Oscar / Saggi), 1990. [Libro elettronico]
[ 1ª Edizione originale: Reflexions sur la question juive, Gallimard, novembre 1946 ]
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dianapopescu · 2 years
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11 august: Ziua Tu B'Av
Ziua Tu B'Av este celebrată în fiecare an în a cincisprezecea a lui Av, adică a unsprezecea lună a calendarului civil și a cincisprezecelea luna a calendarului ecleziastic. Dacă în 2022, pică pe 11 august, în anii următori are loc astfel: 2023 - 26-27 iulie , 2024 - 12-13 august, 2025 - 2-3 august, 2026 - 22-23 iulie. https://www.diane.ro/2022/08/11-august-ziua-tu-bav.html
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yourtrashcollector · 2 years
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Adesso, cinquant'anni dopo la sua morte, mi pare di udire la sua voce mentre pronuncia queste o simili parole, un insieme teso di lucidità e scetticismo, di sarcasmo sottile e tristezza inguaribile.
In quegli anni si era già corroso qualcosa in lei.
Amos Oz, Una storia d'amore e di tenebra
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mchiti · 4 months
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Purtroppo ho visto il comunicato rai di qualche ora fa in cui i vertici si dissociano da quanto detto da “un artista” ieri sera ed esprimono piena solidarietà all’ambasciatore, alla comunità ebraica e al popolo di isra*le. Tra l’altro letteralmente subito dopo le parole di Ghali a domenica in, dove ha risposto alle dichiarazioni dell’ambasciatore e fatto tremare tutta l’azienda praticamente.
Non è che mi stupisce, chiaramente, ma c’ho sperato nel loro silenzio, sarò onesta. C’ho sperato che non prendessero parola, che facessero finta di niente, ma chiaramente sono stata ingenua.
Purtroppo Sanremo non deve farci dimenticare che la rai questo è. E questo sarà sempre. Di Palestina tocca parlare noi, dobbiamo farlo noi. E magari cercare di supportare anche un artista su cui chiaramente si accaniranno tutti, che probabilmente non vedremo più sulla rai e che ha alzato la voce lo stesso in piena consapevolezza e sapendo anche che le sue parole hanno un peso diverso da quelle di una persona bianca e italiana (infatti di dargen non sta lamentando nessuno). Lui ha cantato che è un italiano vero ma non è certamente da italiano che lo stanno trattando.
Sono amareggiata wallah, quanta strada c’è da fare.
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