Tumgik
#come te lo spiego?
omarfor-orchestra · 8 months
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Conosciuta insegnante di cinema è arrivato il momento di bruciare la mia cover
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lamargi · 4 months
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La sera che avevo deciso di sedurre mio nipote ho scelto una mise provocante, con appena un velo di chiffon a coprirmi il seno.
Come dite? Una nonna non seduce suo nipote, non così deliberatamente almeno?
Una brava nonnina per il nipote prepara buone cose da mangiare e gli dà di nascosto qualche soldo per i suoi capricci….
Ma io non sono una brava nonnina. Sono una donna libera, sono titolare di una azienda di consulenza importante, viaggio, e quando mi sento sola la sera trovo spesso un maschio da portarmi a letto. E nonostante l’eta non ho mai dovuto pagare nessun giovanotto…..
Mio nipote non lo vedevo da tempo.
“Gli farebbe tanto piacere lavorare con te, ha sempre ammirato il tuo lavoro, ha studiato tanto, lui si vergognava a chiederti di fargli fare uno stage da te, sono stata io a insistere….” Così mia figlia mi ha convinta. Loro vivono in un’altra città e io, tra lavoro e distanza, da tanto non lo vedevo. Quando si è presentato ho visto subito che non era più un adolescente brufoloso, ma si era fatto un bel ragazzo, anche se così diverso sia da me che da sua madre: incerto, insicuro, timido.
Ha cominciato a spiegarmi i suoi studi, le sue motivazioni, ma l’ho fermato e gli ho detto che lo avrei portato a cena fuori. Ho capito che non aveva previsto di fermarsi a dormire e che non aveva bagaglio con sé. Gli ho sorriso dicendogli che naturalmente sarebbe venuto a dormire …da me.
Eccoci qui, al ristorante, lui parla tanto, io lo ascolto poco. Credo che parli anche per nascondere un certo turbamento. Il suo sguardo cerca di vagare, ma torna sempre a fissarsi sul mio seno. È così teso, che sobbalza sempre quando sotto il tavolo lo tocco con le ginocchia o con il piede.
La cameriera che ci serve, che mi conosce e mi ha visto in questo locale con altre prede, alza il sopracciglio quando lo sente chiamarmi “nonna”. Ma ci scambiamo lo stesso uno sguardo d’intesa. Forse pensa a un gioco erotico, forse non crede davvero che il ragazzo a cui prendo la mano sopra il tavolo e a cui sensualmente dico che è ora di andare a letto, sia veramente mio nipote.
È a casa che l’imbarazzo di mio nipote raggiunge il culmine. Lo faccio sedere sul divano, lo faccio bere, cosa a cui si vede non è abituato. Mi seggo vicino a lui, lo accarezzo, non come farebbe una nonna amorevole, ma come fa una donna che vuole sedurre. Gli sussurro di non preoccuparsi, quando si scusa di non avere un pigiama con se.
E mentre guido la sua mano sulle mie gambe, per fargli sentire quanto ancora siano toniche le cosce di sua nonna, gli spiego che gli stagisti della mia azienda tra le loro prestazioni hanno quella di dormire con la padrona. E farsi scopare.
Il suo “nonna che dici” è interrotto dalla mia lingua che entra a forza nella sua bocca.
“Ho deciso, ti prendo”, gli sussurro all’orecchio, mentre lo prendo per mano e lo tiro su in piedi. “Ma …ma…” balbetta mentre me lo tiro dietro verso la camera da letto.
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jikimo-world · 2 months
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Ma io come lo spiego agli stranieri che probabilmente Veneziano aspetta che lo chiamino a “C’è posta per te” e di ritrovarsi HRE dall’altra parte
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kon-igi · 9 months
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DA GRANDI POTERI DERIVANO GRANDI FRAINTENDIMENTI
Post ad alto tenore nerd.
Ieri @nusta ha rebloggato un pool in cui si chiedeva quale superpotere avresti desiderato avere e subito sono tornato indietro di una trentina d'anni ai tempi in cui con @salfadog e gli altri sociopatici discutevamo notti intere sulle caratteristiche e le inaspettate implicazioni di avere determinati superpoteri.
Come puoi scegliere un superpotere se non è ben specificato come funziona?!
Il pool comprendeva le seguenti mutazioni e dal momento che i vostri testicoli mi sembrano ben saldi, mi appresterò a farveli vacillare e poi rotolare sul pavimento:
Invisibilità
Telecinesi
Teletrasporto
Lettura della mente
Superforza
Mutaforma
Volo
Cura
Supervelocità
Precognizione
Invisibilità
Che cosa si intende esattamente per invisibilità? La completa trasparenza del proprio corpo oppure l'invisibilità neuropercettiva? Nel primo caso mi auguro che sia a comando sennò che vita di merda a scansare le macchine (e comunque saresti sempre visibile a sensori di calore o di movimento ambientale), se invece si parla di invisibilità neuropercettiva (sei visto ma il cervello non elabora la visione) dipende dal raggio del potere e se questo funziona anche per visione a distanza con dispositivi elettronici (se visto su uno schermo ma ignorato)
Telecinesi
Molto semplicemente: qual è il tuo raggio di controllo e quanto puoi sollevare? Puoi agire solo su oggetti a vista ed entro certe dimensioni/peso oppure anche su oggetti visti su schermo? La forza di sollevamento è variabile proporzionalmente alla volontà?
Teletrasporto
Ok, questa è difficile. Devi poter vedere il punto in cui ti teleporti? Basta conoscerne le coordinate o conservarne memoria? Esiste un meccansimo automatico di fuga qualora ti teleportassi in un punto in cui c'è un oggetto? Nel caso non esistesse, ti fondi con l'oggetto oppure chi ha resistenza inferiore riceve un danno? Puoi teleportare oggetti e persone? Le devi toccare o devono essere in un certo raggio da te? Qual è il limite o il raggio di azione?
Lettura della mente
Funziona a comando oppure 'ascolti' sempre? Riesci a filtrare i pensieri di fondo delle persone? Qual è il tuo raggio di 'ascolto'? Ascolti solo i pensieri coscienti oppure puoi scavare nei ricordi?
Superforza
Qua bisogna ancora scomodare la fisica e non ci sono domande ma solo constatazioni. La superforza non può essere cosi super. Ammesso che la la struttura muscolo-scheletrica e cutanea del soggetto riesca a sopportare la pressione del sollevamento di parecchie tonnellate, l'ambiente circostante non lo è! Se tu afferri e sollevi un blocco di cemento enorme i casi sono due: o le tue mani sbriciolano il blocco nel punto di presa o il peso fa penetrare i tuoi piedi nel terreno. Tertium non datur.
Mutaforma
Ti puoi trasformare in qualsiasi cosa o solo in esseri viventi? Devi toccare il soggetto (tipo 'copiare' il dna/struttura molecolare) o vederlo oppure puoi plasmarti a piacimento con la volontà? E' un'illusione oppure hai le caratteristiche biologiche del soggetto copiato? Dove va la differenza di massa?
Volo
Nessuna domanda, tranne per ciò che concerne la velocità ma vi invito a riflettere cosa significhi volare veloci senza adeguate protezioni contro l'attrito dell'aria e le basse temperature in quota.
Cura (healing, nell'originale)
Qua ho qualche dubbio se si riferisca a una rigenerazione di se stessi tipo Wolverine o alla cura delle ferite/malattie di un altro soggetto.
In ogni caso, anche qua dipende dalla velocità di risanamento e a che livello agisce il potere... mi spiego: non esiste uno stato 'sano' di un soggetto al quale 'ritornare' grazie a questo potere. Se questi non può essere indirizzato a una lesione specifica, quale sarebbe lo stato 'sano' originale? Viene curata anche l'artrosi o la flaccidità dei muscoli dovuta alla sedentarietà? L'invecchiamento cellulare? Questo potere ringiovanisce o, se funzionante solo su se stessi, non ti fa invecchiare o ammalare? Sei immortale?
Supervelocità
Vale lo stesso discorso del volo: quanto vai veloce? Il potere ti conferisce protezione all'attrito dell'aria e alla collisione con oggetti?
Precognizione
Quanto tempo prima 'vedi' le cose e come le vedi? Tipo senso di ragno che ti avverte di un generico pericolo imminente oppure dei flash con immagini dettagliate sul futuro? Riesci a capire oppure vanno interpretate? Puoi cambiare il corso degli eventi o solo vedere come obbligatoriamente andrà e correre ai ripari?
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Un aggiunta finale, per essere 'scientificamente accettabili' di solito alcuni di questi poteri 'consumano' energia fisica che può essere giustificata con un maggiore introito calorico o più semplicemente con lo stratagemma grazie al quale si fa attingere il soggetto a un'energia 'cosmica' non meglio definita.
E io comunque scelgo healing, confidando che possa curare sia me stesso che gli altri.
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libero-de-mente · 10 months
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𝗪𝗲𝗲𝗸𝗻𝗱 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝗺𝗼𝗿𝘁𝗼
Weeknd avete letto bene, no non è un errore. Niente titolo di un film del 1989. Weeknd è un cantate e il morto sono io.
Ora mi spiego.
Figlio 2 insieme alla sua Rebecca decidono di andare a un concerto, il concerto di Weeknd a Milano per l’appunto, in una serata di luglio rinfrescata dalle tempeste monsoniche dei giorni precedenti.
- Pa’
- Dimmi Gabriele
- Domani c’è il concerto, potresti venirci a prendere?
- Ci mancherebbe certo che sì
Furono le mie ultime parole famose, del resto lasciare due ragazzi diciottenni in piena notte ostaggio dei mezzi pubblici, non proprio vicino casa, non mi andava.
I ragazzi si alzano presto, l’andata al concerto sarà autonoma: treno, metro e poi una camminata di mezz’ora. Partenza la mattina presto, ore 7:00, per un concerto che inizierà alle ore 21:00.
Come sempre i messaggi su WhatsApp durante il giorno piovono a catinelle. In realtà da parte mia, da parte sua sporadici messaggi da decifrare. Manco stesse usando un dispositivo elettromeccanico di scrittura crittografata degna della famosa “Enigma”. Così si succedono risposte del tipo:
“Ben”
“Ok, arrivat”
“A post”
“Fa hot”
“Cojon”
“So seduto”
“Mo eating”
“Mo drinking”
“Mo piscing”
“Mo ‘nizia”
Mi sembra di chattare con Cattivik, il personaggio di un fumetto che si mangiava le lettere finali, eppure studia, ha anche dei bei voti, ambisce alla carriera lavorativa nel campo della medicina.
Mi immagino se fosse medico: “Rott falang, mo gess e ripos così impar. Statt attent la pross volt, cojon”.
La sera parto con anticipo per andare con calma e senza correre a recuperare Gabriele e Rebecca. Autostrada e arrivo alla zona del concerto a Milano abbastanza tranquillo. Mi posiziono fuori dall’auto appoggiandomi a essa, si sente chiaramente il concerto. Sono molte le auto parcheggiate in quella zona, tutte contengono almeno un genitore in attesa.
Li vedi subito quelli abituati ai concerti, hanno l’aria sicura e scommetto che hanno preparato il giusto ristoro e il kit da viaggio di rientro per i ragazzi che attendono (cosa che ho capito dopo e lo leggerete). Poi ci sono quelli social, che condividono l’attesa facendosi selfie e go go, oppure postando storie dove riprendono sullo sfondo le luci e i suoni del concerto. Si sentono giovani.
Poi ci sono quelli come me. I novelli. Quelli che si chiedono se la posizione trovata è strategica, se si fosse potuto fare di meglio. Mille dubbi.
Mentre osservo questo mi si avvicina un padre della mia categoria
- Scusa sai se il concerto è da quella parte? – darsi del tu in queste occasioni è alla base per sopravvivere all’ansia della prima volta.
- Si si, è di là.
- Ho usato questa diavoleria della geo localizzazione su WhatsApp mi troveranno?
- Fidati, quelli vivono di geo localizzazione. La usano anche per trovarsi in casa “Dove sei?”, “In cucina, aspetta che mi geo localizzo”.
- Davvero? – occhi sbarrati.
- Ma no scherzavo, ti troveranno questi sono il loro metodi per ritrovarsi anche in paese.
- Ah certo, noi dovevamo girare per le vie della città col motorino per trovare la compagnia se arrivavi in ritardo, te lo ricordi anche tu?
- Si, solo che io non li trovavo mai.
- Perché?
- Perché si nascondevano da me.
- Ah ah ah, bella questa. Sei un tipo a cui piace scherzare.
- Sono serio – il suo volto si pietrifica come se fosse stato colto da una paresi. Il suo imbarazzo e percepibile.
- Ehm, io ho qua due figlie tu?
- Figlio 2 maschio e la sua compagna.
Ed è in quel momento che dalle mie spalle, zona concerto, si sente un fortissimo “Grazie MiLLanoH!”.
Ok, il concerto è finito, io e l’altro genitore vergine di concerti ci guardiamo. Come a dire sei pronto? Con cenni da Marines, in silenzio indichiamo da dove potrebbero arrivare.
Passano pochi minuti e i primi ragazzi che hanno partecipato al concerto si palesano. Arrivano da lì, ma anche da là e pure da quell’altra parte. Siamo circondati. In breve l’orda di gnu che attraversa il Serengeti è arrivata.
Cominciamo a girare con la testa come se fossimo gufi, lui si alza sulle punte dei piedi.
Lo guardo, mi guarda – Sembri Roberto Bolle sulle punte – gli dico.
- Eh, le mie ragazze non sono molto alte, tuo figlio è alto?
- Non l’ho più misurato ma credo che sia 1,87 cm – dico con orgoglio.
Ma lo sguardo di quel padre che mi squadra come a dire “l’altezza non è il tuo forte, di sicuro avranno preso da tua moglie”, mi mette in ginocchio.
Arriva Gabriele e saluto padre ansioso un po’ stronzo con la mia altezza, augurandogli buona fortuna.
- Pa’ diciotto minuti di cammino, non potevi avvicinarti? – le prime parole di Gabriele
- Gabriele era tutto strapieno, anche il parcheggio di Lampugnano era pieno.
Ripartiamo.
Percorro cento metri. E lì ci rimango per un’ora abbondante, tutto bloccato sia sulla mia carreggiata che sull’altra. I ragazzi dopo avermi raccontato, soprattutto Rebecca, del concerto crollano nel sonno più profondo. Neanche lo strombazzare di genitori impazienti e arrabbiati li sveglia. Cavolo suonano il clacson, la coda non ha fine con chi se la prendono? Con un semaforo o un incrocio che crea colonne di traffico a due chilometri?
La gente continua a sfilare camminando sulla destra, dalla sinistra e pure in centro tra le due corsie di marcia. Alcuni ragazzini molto giovani sono stati accompagnati al concerto dai genitori. Li vedo molto provati sul volto.
Se lo avessi fatto io sarei sembrato Bob Dylan al concerto di Gigi D’Alessio. Un estraneo.
Sono stanco, stanco morto quando finalmente ho raggiunto la tanto agognata tangenziale.
L’ingresso all’Autostrada è chiuso per lavori in corso. Rabbia.
Deviazione su altra autostrada ma per arrivarci devo percorrere una tangenziale trafficatissima dove una corsia è chiusa per lavori in corso.
Sono più morto di prima.
Esco nelle zone di Monza. La circumnavigo e per altre chiusure per lavori notturni viaggio per paesi e comuni diversi attraverso strade provinciali. Vedo strade da 50 Km all’ora, prostitute, gente che barcolla ubriaca e l’orologio che indica le 3:00 del mattino.
Ricordo il tempo delle strade secondarie percorse il mattino presto e di musica condivisa con amici, mentre si tornava dalla discoteca. Avevamo ancora voglia di spaccare il mondo. Oggi vorrei spaccarmi a letto.
Arriviamo a casa che sono le 3:35, penso che alle 6:00 dovrò svegliarmi. Sveglio i ragazzi, e Gabriele nota subito l’orario – Papà perché così tanto tempo? –
- È stato un viaggio un po’ complicato. Domani ti spiegherò. Ora andate a dormire? – più che una domanda era una preghiera.
Sento la sua voce, quella di Rebecca che si rivolge a me sempre come se fossi un padre. La figlia che non ho me la ritrovo in lei – Io ho un po’ di fame – mi dice scusandosi con i suoi dolci occhi.
Hanno fame, si vede. In casa tutti gli altri esseri viventi dormono di un sonno profondo, preparo loro da mangiare e li saluto. Guardo l’orologio. Due ore. Me le farò bastare. Perché per loro mi farei anche la notte in bianco, morto (di sonno) ma felice.
Cerco di fare pensieri felici prima di addormentarmi e penso a loro due. Penso alla battuta di Gabriele che rivolgendosi a Rebecca gli ha detto – Mio padre quando andava ai concerti suonava ancora Beethoven.
Beethoven, me lo immagino a un suo concerto in chiave moderna:
- Siete caldi?
- Siiiiiiì!
- Non vi sento!
- Siiiiiì!
- Non vi sento, sono sordo! Ahahahahah!
Ok meglio dormire. Sono morto di sonno con Weeknd. Può bastare.
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datemidelveleno · 3 months
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Come te lo spiego?
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animadiicristallo · 5 months
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come te lo spiego questo niente che sento?
come te lo spiego che mi sento sull'orlo di un precipizio?
#.
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brividisullapell3 · 3 months
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La persona convinta che fossimo legati dal filo rosso si è rivelata la più sbagliata che potesse esserci. Ma come te lo spiego che con te è tutto diverso? Che amarti è una cosa viscerale, innata. Che fin dal momento in cui abbiamo parlato c'è stato un "click", una sensazione che non potevo ignorare.
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chouncazzodicasino · 3 months
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Ciao CUCDS, secondo te è possibile verniciare un armadio? Mi spiego, ho in camera un armadio enorme che era dei miei nonni, struttura solida, prende tutta una parete, comodissimo, però è davvero imponente, di 1legno scurissimo non so dirti che legno. Io e la mia compagna vorremmo rimodernarlo noi (manualità zero) per una questione economica. È una mission impossible e devo sentire dei professionisti? Si potrebbe fare?
Ciao, partendo dal presupposto che "manualità zero" non è un buon punto di partenza per fare lavori manuali, in teoria sì, ce la potete fare. Direi anche tranquillamente, ma non è vero perché se hai manualità zero non è una cosa tranquilla. Armatevi di pazienza e tempo. Gli armadi di un tempo erano molto più resistenti di quelli che abitualmente utilizziamo oggi quindi se avete la possibilità di rimodernare quello, soprattutto se come dici è comodo e grande (magari un su misura), io mi impegnerei per ricolorarlo di un colore chiaro e luminoso. Di base, non conoscendo la struttura (se vuoi puoi mandarmi delle foto), il procedimento per ripitturarlo è: - Sgrassare tutte le superfici che dovete pitturare: parliamo ovviamente delle superfici esterne perché se potete evitatevi l'interno, altrimenti anche l'interno, con sgrassatore, acqua e pezza. - Se ad ante chiuse sono visibili i montanti io vi consiglierei di smontare le ante e pitturarle separatamente, in modo da essere più precisi, sennò ciccia. - Una volta sgrassate le superfici date una leggera carteggiata con della carta vetrata sottile su tutte le superfici che volete dipingere. Può non sembrare un procedimento importante ma lo è. Poi con una pezza pulita pulite e togliete la polverina che si è creata. - Ora che è scartavetrato e pulito con lo scotch di carta coprite eventuali pomelli, cerniere, clip, bordi interni (così viene ben rifinito dove volete pitturare e dove no), maniglie, insomma tutte le cose che non vanno pitturate. - Prima mano: PRIMER. Soprattutto se non sapete cosa c'è sotto. Primer all'acqua su tutte le superfici che volete pitturare, dato con pennello sui bordi e il resto con un rullo piccolo, molto più comodo e veloce del pennello e non restano le pennellate, oppure andate di pennello se preferite. - Una volta asciugato il primer (aspettare sempre religiosamente i tempi di asciugatura) mano di smalto ad acqua del colore e della finitura che preferite. Anche qui pennello bordi e rullo o pennello, o solo pennello, insomma come vi pare. - NB. Lavare sempre i rulli e i pennelli appena avete fatto ogni mano di pittura altrimenti li buttate. - Poi di nuovo mano di smalto dopo che ha asciugato. - Poi nuovamente mano di smalto. - E se serve una mano ulteriore di smalto*. - Quando le mani di smalto vi hanno soddisfatti, togliete delicatamente lo scotch di carta aiutandovi con un taglierino dove ci avete fatto finire sopra la pittura, perché di sicuro ci sarà finita sopra e dopo il culo che vi siete fatti ci manca che tirate lo scotch male e viene via un pezzo di pittura. - Se serve pennellino piccolo da pittura per ritoccare varie sbeccature. - Et voilà, avete un armadio "nuovo"
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*Le mani di smalto le dovete decidere in base a quanto copre il prodotto che date, ma minimo 2. No, non è vero facciamo minimo 3.
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dolladventure · 5 months
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CALIFORNIA PT.2
Una cameriera di una tavola calda dove mi fermo a cenare una sera rientrato da una gita in spiaggia, mi consiglia di far visita ad una costa che dista pochi minuti in macchina da dove risiedo: Corona del Mar.
Mi dice che è il posto dove viveva Kobe, probabilmente avendolo visto come sfondo del mio telefono ha capito che sono un appassionato. Corona è una delle più belle coste della Southern California, dice che suo fratello ci va spesso a surfare, il giorno dopo non perdo tempo e chiamo un Uber.
Per pranzo entro in un piccolo locale messicano, praticamente vuoto, la proprietaria si chiama Gina e si ferma a parlare con me, essendo il suo unico cliente, gli spiego che vengo dall'Italia e viaggio da solo, anche lei mi parla dei suoi viaggi e della sua vita, scopro quindi che quel locale è stato uno dei posti più frequentati da Kobe, era molto amico dello chef. Corona del Mar è il posto in cui risiede la famiglia Bryant e dove Kobe viveva la sua quotidianità.
Vista la situazione comincio a chiedere in giro di lui, incuriosito: tutte le persone, con un velo di nostalgia, parlando di Kobe come fosse un vicino di casa o un conoscente, di certo non come la superstar dei Lakers che era.
Mi piace pensare che Kobe sia riuscito a conservare un pizzico della sua Italianità ritagliandosi il proprio posto a Corona Del Mar: nessuno mi ha parlato di lui collegandolo al basket, tutti me ne hanno parlato come il ragazzo che era solito prendere il caffè da Starbucks con la famiglia, mangiare al messicano con i suoi amici e fare shopping al centro commerciale.
Avrei preferito incontrarti di persona o che per lo meno la gente non mi parlasse di te al passato ma va bene così, se la vita di da limoni, fatti una limonata. Anche se tu saresti comunque riuscito a tirarci fuori un isolamento: cinque secondi sull'orologio...quattro...tre...due...uno
Thank you Kobe
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tulipanico · 1 year
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come te lo spiego, il mare d'inverno?
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omarfor-orchestra · 2 years
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Addirittura fanno tutto Vittorio finisce all'1 sì lo guarderò per la gioia di mio padre che dorme nella stanza con me
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ricorditempestosi · 9 months
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come te lo spiego,
ogni volta che ti vedo tremo
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c4lliope · 1 year
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come te lo spiego che non riesco più a fidarmi di nessuno, che ho il cuore sigillato e non concedo l’accesso, che la priorità sono io in questo momento e non voglio dare spazio ad altro se non ai miei progetti.. che non mi va di conoscere persone, voglio solo approfondire la mia di conoscenza.
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nontimuovere1930 · 9 days
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TU (la scrivo qui, non la leggerà mai)
Ciao, oggi, dopo quasi cinque anni, mi manchi come quando dopo il primo mese che ci eravamo lasciati, passavo le ore ad aspettare un tuo messaggio. Parlo di ore perché all'epoca mi ricercasti subito, scrivendomi quanto mi amassi e quanto fossi importante per te. Ecco, il mio errore più grande forse lo commisi proprio allora, nel credere a quelle parole, a quelle bellissime parole. Provai un senso di felicità infinita, non potevo credere che fosse successo a me e che finalmente il mio turno fosse arrivato. Il principe azzurro tanto agognato, bellissimo, intelligente, colto, bravo a letto ( all'epoca bravo, dovevamo ancora conoscerci bene , adesso superlativo ma questo te lo diranno tutte, tutte ti diranno tutto), aveva bussato alla mia porta, si era accorto di me, strampalata, sognatrice, problematica, psicotica e ,UDITE UDITE, mi amava. Sì, le ho tutte ma tu lo hai sempre saputo e dicevi di amarmi , hai detto sempre di amarmi, di provare sentimenti (ultimamente solo a letto ma ..so' dettagli) . Invece io non ti ho mai detto nulla, se non in rarissime occasioni ma i miei occhi, i miei occhi, cazzo hanno sempre parlato chiaro. Anche quando montavi gli ultimi mobili, mi sono soffermata ad “osservarmi” mentre ti guardavo estasiata ,non dalla tua bellezza che sì sei bello ma non basta, ti guardavo estasiata dall'amore che provo per te. Tu non mi hai mai guardato cosi e ti spiego anche il perché. Ti guardo così perché spero di ritrovare quell'amore che provo per te anche nei tuoi, di occhi. A te, di scorgerlo nei miei non ti è mai importato. Anzi se non ti avessi amato, per te sarebbe stato sicuramente meglio. Invece ti amo, mi manchi da soffocare, come quando fa caldissimo e l'acqua non ti basta mai. Scommetto che in questi cinque anni tu, tornando da me, non ti sia mai posto il problema di tornare libero, di pensare “ ma che cazzo ci faccio qui, io voglio lei, adesso lo dico al mondo intero perché l'amore viene prima di tutto e rende felici. Già, l'amore …. la parolina chiave, quella che spiega tutto. Spiega perché io sia ancora qui a piangere per te e spiega perché tu riesca a fare tutto ciò che hai sempre fatto, con le stesse persone o quella di turno, senza minimamente considerarmi se non quando ti gira. Riceverai queste mie parole solo nel caso in cui dovessi scrivermi tu, cosa che farai? Non lo so più. Gli auguri per la festa della mamma avresti dovuto risparmiarteli, perché sono pugnali che sicuramente a tua insaputa(o forse no), ogni volta mi infliggi. Quando qualcuno è interessato a me e non ricambio, io evito qualsiasi contatto, soprattutto se persona per bene , non mando auguri, messaggi, saluti perché temo possa fare più male che bene. Tu questa accortezza, non l' hai mai avuta. Soffre? Ma chi se ne frega, io ho voglia di vederla o di di scoparla , è innamorata … due moine, qualche regalino, le passerà!!! Purtroppo non mi passa ma non importa, mi hai fatto provare cose bellissime, mi hai fatto vivere emozioni dimenticate da tempo e ti ringrazierò a vita, per questo. Mi piace sentirmi viva e tu mi hai fatto rinascere , anche se con l' inganno ma non sono perfetta e sì, le corna non me le meritavo, le bugie nemmeno ma tutto ha un prezzo, a quanto pare. Ho pagato tutto ciò per qualche attimo di felicità e ...va bene cosi. Sono certa che ti ritroverai in tutto ciò che ti ho scritto ma le palle di ammetterlo non le hai mai avute e mai le avrai ma questo ti rende più umano, più maschio. Non ti mancherò di certo ma il mio amore, ne sono certa....il mio amarti a letto, in solitudine, fra le risate e le urla, quello sì, ho la presunzione di pensare che essere amato così come ti ho amato io, ti mancherà e pure tanto. Vaffanculo e maledetto quel giorno in cui t'ho creduto!!! Ti chiedo solo, se possibile, di sparire e di evitare posti in cui tu possa incontrarmi. Insomma con la tua prossima amante o donna della tua vita, evita le mie zone....Chiedo troppo? Pazienza, me lo devi!
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Una giornata di sole
È una giornata piena di sole, una di quelle in cui egli trascorre un'ora al balcone a capo scoperto, come gli ha consigliato il medico. La sua carnagione, di solito, è pallida, ma il sottotono olivastro della sua pelle gli impedisce di arrossarsi e scottarsi, cosicché egli si abbronza, assumendo un'aria più sana. Ed è solo per esibire al medico questa illusione di salute che si sottopone al bagno di sole. Gli chiedo, mentre guardo la strada sottostante, popolata di venditori ambulanti e ragazzetti che si rincorrono, se avverta un miglioramento nelle proprie condizioni. "Sì, come ogni anno quando finisce l'inverno," ma conclude la frase con un colpo di tosse. Volgo le spalle alla ringhiera del balcone e immergo gli occhi nella penombra della stanza dove in fondo, proprio sopra il letto, sulla parete azzurra, è appeso un grande rosario dai grani di legno scuro. "E così reciti le preghiere prima di andare a dormire," dico per scherzo. "Oh sì," risponde lui con gravità, "tridui e novene".
"Quella ragazzetta ha lo sguardo vispo," sussurro accennando a colei che sembra affaccendarsi riassettando le carte sopra uno scrittoio. "Ti assiste con amore?" "Amore di carità," soggiunge lui. "Le invidio che sappia leggere il greco, il latino e il francese; sapessi farlo anch'io, le farei recuperare tutto il sonno che ha perduto in queste notti." La ragazza esce dalla stanza senza salutare, con passo zoppicante, ma leggero. Ha lasciato sullo scrittoio una Bibbia, accanto a un'Iliade.
"Nella Bibbia è scritto che i morti dormono," dico trasognata. "E nell'Ade gli eroi non sono altro che ombre," prosegue lui. "Ma allora, se questa vita è sogno, e poi continueremo a dormire, non ci sveglieremo mai? Conosceremo soltanto il sonno?"
Lui tiene gli occhi chiusi al sole. "Io credo che stiamo facendo esattamente ciò a cui la necessità ci spinge. Tutto in noi è materia," prosegue. "Da bambino trascorrevo molte ore in ginocchio, pregando di essere risparmiato dall'inferno; poi da ragazzo sognai di poter entrare in paradiso con una corona di lauro. In realtà non ci spettano premii né castighi, dal momento che siamo esseri governati dalla fortuna. L'unico bene sarebbe non ricordare mai più di essere stati, e che qualcosa vi sia".
"E se la tua coscienza sopravvivesse?"
"Immagino che la natura dei morti non li faccia riguardare più la vita. In nessun modo. L'istinto di conservazione, la speranza...sono nelle fibre di questa carne."
"Torneresti?..." gli chiedo.
"Se fosse utile."
"A te o ad altri?"
"A chiunque, anche a un topolino. Purché ne avessi certezza."
"Se gli dei vogliono continuare a giocare con noi, dovranno farlo a carte scoperte," azzardo.
"Vorrei non capirli mai, gli dei."
"Ma se hai detto che vuoi certezza..."
"Ho risposto alla tua domanda: mi chiedevi se sarei tornato, non cosa volessi. Io voglio esattamente questo silenzio, questo mistero, in cui si è identici a prima di nascere e si può ignorare sia la vita che la morte, e che esistono differenze. Se un dio si chiarisse, ci darebbe la vita, e con essa la morte."
"Infatti Dio si è espresso," spiego accennando alla Bibbia.
"No," dici: "Quello lo abbiamo sognato..."
"Sai qual è l'espressione più evidente di Dio?" Lancio la sfida, e proseguo: "Quella ragazza. Si sacrifica per te, e potrebbe non farlo. Questo si chiama libero arbitrio, non necessità".
"Lo fa per ambizione," sorride amaramente, "vuole diventare santa, per compiacere suo fratello, l'unico uomo che non l'abbandonerà. Se morissi prima di stanotte, per lei sarebbe un sollievo."
"Che dici!" Protesto. Ma dentro di me so ch'è vero.
"Io e lei siamo due infelici che non s'incontreranno mai. E ora sono stanco, vorrei riposare un po'."
Lo accompagno a letto. Gli sistemo i due grossi cuscini che tiene sotto la testa e, mentre lo faccio, avverto qualcosa di duro tra l'uno e l'altro. "E questi?" Dico, vedendo un cartoccio di confetti.
"Me li ha regalati lei. La mia dolce morte. Stanotte, lei potrà finalmente riposare."
"Piantala," gli dico brusca. "Stanotte penserò io a intrattenerti. Ti leggerò le mie poesie e i miei racconti."
"Tu scrivi?" Chiede con una sfumatura sarcastica, inarcando leggermente le sopracciglia.
"Ma certo. Ti ho dedicato tante poesie..." Gliene recito subito una.
"Sono frasi, non è poesia. Non c'è metrica. E il linguaggio è colloquiale, direi trasandato."
"Questa è poesia contemporanea," spiego. "Si chiamano versi liberi."
"I versi sciolti sono tutt'altra cosa..."
"Infatti questi non sono sciolti, ma proprio liberi. Come i pensieri, come il vento..." sorrido. "Vuoi provare anche tu?"
"Certo. Sembra facile come parlare nel sonno."
Io assaggio un confetto, mentre lui sussurra con aria canzonatoria: "Dalla vita  volevo fuggir via,
perché la morte sola beltà mi apparia;
ma la mia vile anima immortale
mi parla e dice che ancora avrò a dare
e la beltà di ciò che darò
è così grande che più non morirò!"
"Ecco, bravo," lo incoraggio ridendo. Forse attratta dalle risate, entra la graziosa ragazzetta zoppa. "Vuoi?" Dico offrendole il cartoccio di confetti. "Questo screanzato li aveva rubati per suicidarsi prima di stanotte," dico scrollando il capo.
Lei arrossisce e si torce le mani. "Il suicidio è peccato mortale..." finge di rimproverare il malato con lo sguardo fisso alla punta delle proprie scarpe. Esce portandosi via i confetti.
"E ora?" Mi chiede lui.
"Faremo versi tutto il pomeriggio e la notte. I più liberi e sciocchi che riusciremo a fare. Ma prima voglio leggerti un mio racconto."
"Come s'intitola?" Chiede rassegnato.
"Una giornata di sole"...
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