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#la belva
infjlionknight · 8 months
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statoprecario · 22 days
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Tra memoria e attualità: le storie dal Secolo Belva
La ballata delle frontiereStorie dal secolo belva € 16,50 – pp 276 Le storie narrate aprono una visione sull’attualità e ci trasporta attraverso i confini e le frontiere del nostro mondo contemporaneo. Flavio Fusi è testimone delle più importanti crisi internazionali degli ultimi anni, giornalista, a lungo conduttore del TG3 e responsabile della redazione Esteri. Da giovane inviato si trova ad…
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likearagingroar · 8 months
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danielpico · 1 year
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smokingago · 5 months
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L'Etna in questi giorni
« Lontano, ad almeno quaranta miglia di distanza, videro il Monte Fato, la base immersa nella cenere e l'alto cono imponente avvolto dalle nubi. I suoi incendi si erano calmati, ed esso ne covava le ceneri ardenti, minaccioso e pericoloso come una belva addormentata. »
Il Signore degli Anelli, Il Ritorno del Re, La Terra d'Ombra
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chouncazzodicasino · 6 months
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Avevo dimenticato quanto fosse difficile un cucciolo di cane. Ok le buche, ok non esistono più i miei fiori preferiti, il mio vestito verde lungo, la rosa gialla, il tubo del giardino, le stelle di natale, l'ortensia (l'unica bastardata ortensia che aveva preso dopo anni), ogni volta che devo uscire per andare a lavoro sembra che devo fare contenimento agli hooligans, ok, ok. Ma porcodio stanotte ha cominciato a sbattere una sedia (sì) contro la porta finestra della stanza, ho pensato vabbè ma un ladro può essere così coglione da fare questo casino? E io sono stata svegliata dal piedediporco di un ladro che cadeva in giardino anni e anni fa, insomma dai non può essere il ladro che cerca di entrare sfondando la finestra a sediate. Era lei. Quella belva demoniaca. Quell'essere immondo (come la chiamiamo io e la gatta). Ovviamente lo ho tolto la sedia che è riuscita di nuovo a prendere e che ha distrutto e tornata da lavoro dovrò raccogliere coriandoli di tessuto e legno da tutta la provincia.
Dirò tutto questo ad ogni persona che entrerà nel negozio e guarderà schifata i miei occhi gonfi per aver dormito 3 (Tre, no dico TRE) ore.
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occhietti · 5 months
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Passiamo una vita a spegnere.
Di tutto.
Emozioni, sogni, sorrisi, urla, sguardi. Il fuoco che abbiamo dentro.
Per poi renderci conto, ad un certo punto, che siamo nati per accendere.
Abbiamo una tigre dentro di noi
che ruggisce per essere liberata.
La teniamo in gabbia, al guinzaglio. Stiamo ben attenti a tenerla buona, a bada il più possibile. E se inizia a muoversi, la puniamo.
La vogliamo far zittire, immobilizzare, morire. Spegnere.
Non sappiamo più come si fa ad accendere.
L'entusiasmo, la saggezza, la quiete.
Perché siamo abituati a buttare acqua sul fuoco. Subito!
Crediamo di doverlo controllare per paura di bruciarsi. E ci perdiamo così tutto lo spettacolo delle sue scintille.
Per spegnere, dobbiamo impiegare una marea di energie.
Quando invece basterebbe osservare quel fuoco scoppiettante, gustarsi il calore e accarezzare la nostra tigre arrabbiata per sentirci vitali, traboccanti di forze, accesi di vita.
È il momento di lasciare galoppare libero il nostro cuore, di farlo andare verso praterie sconfinate, di fidarci del suo saggio intuito, di farlo nitrire di gioia incontenibile!
È ora di sfamare di vita la nostra belva interiore!
- Elena Bernabè
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infjlionknight · 8 months
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canesenzafissadimora · 2 months
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Stringo con la mia mano
che invecchia, la tua mano,
e proteggo i tuoi occhi
con questi occhi che invecchiano.
Belva di spente età, mi bracca l’orrore,
sono arrivato da te
attraverso rovine di mondi,
e attendo, insieme a te, atterrito.
Stringo con la mia mano
che invecchia, la tua mano,
e proteggo i tuoi occhi
con questi occhi che invecchiano.
Non so perché né sino a quando
rimarrò qui con te:
ma stringo la tua mano
e proteggo i tuoi occhi.
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Endre Ady, "Proteggo i tuoi occhi"
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devilkissme · 6 months
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Non so come si ama, ma so quanto sei bella.
-Mostro, La belva
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crazy-so-na-sega · 7 months
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La guerra è un gioco concertato dai potenti per mantenere la loro tirannia.
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Anche i grammatici hanno intuito la natura della guerra: alcuni sostengono ch’essa si chiama bellum per antitesi, perché non ha niente di bello né di buono...Altri preferiscono far derivare la parola bellum da bellua, belva: perché è da belve, non da uomini, impegnarsi in uno sterminio reciproco. (La guerra come) opera di parassiti, lenoni, ladri, sicari, contadini, imbecilli, falliti, tutta quanta insomma la feccia della società. (Dove) il principe accantona le sue responsabilità per giocare a dadi, ballare, puttaneggiare, far musica, andare a caccia. Spesso mi meraviglio quale motivo spinga, non dico i cristiani, ma gli uomini in genere a tal punto di pazzia da precipitarsi, con tanto impegno, con tante spese e con tanti pericoli a reciproca rovina… Pensa, ti prego, da chi viene combattuta la guerra: da assassini, da empi... E, pensa ancora quanti crimini si commettono col pretesto della guerra... quante rapine, quanti sacrilegi, quanti ratti, quante altre azioni infami, che si ha vergogna soltanto a nominarle. Questa rovina morale dura per molti anni, anche quando la guerra è finita. Calcola, ora, quanto costa la guerra: anche se si vince, il danno supera sempre il guadagno..."
~ Erasmo da Rotterdam, "Elogio della follia", lettera ad Antonio di Bergen.
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quattrosaltinpaella · 6 months
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vorrei essere famosa solo per farmi fare dalla fagnani la fatidica domanda 'lei che belva si sente?' e rispondere: una papera.
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instabileatrofia · 7 months
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La notte è una belva striata
I.S.A.
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Do not remove the captions pls.
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io-pentesilea · 7 days
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Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l'anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.
-Saffo
Notti di luna piena...
(E il desiderio di te...)
Buonanotte.
Barbara
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gregor-samsung · 1 year
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“ Una volta Murray mi aveva detto di avere un'infatuazione per lei: la sua goffaggine fisica secondo lui rappresentava il segno di un intelligenza in sviluppo quasi troppo rapido. Credevo di capire che cosa intendesse: Winnie procedeva a gomitate e strattoni nel mondo circostante, a volte superandolo. - Non so che rapporto personale tu abbia con quella sostanza, - disse, - ma credo che sia un errore perdere il senso della morte, persino la paura. La morte non costituisce proprio il limite di cui abbiamo bisogno? Non ti sembra che dia una consistenza preziosa alla vita, un senso di chiarezza? Bisogna chiedere a se stessi se tutto ciò che si fa in questa vita avrebbe le stesse caratteristiche di bellezza e significanza senza la consapevolezza che si tende a una linea finale, a un confine, a un limite. Guardai la luce inerpicarsi nelle arrotondate sommità delle nuvole di alta quota. Chloralit, Velamint, Freedent. - La gente pensa che io sia stramba, - continuò. - E certamente ho una teoria stramba circa la paura umana. Immagina te stesso, Jack, uomo tutto casa e famiglia, persona sedentaria, che si trova improvvisamente a camminare nel folto di una foresta. Con la coda dell'occhio cogli qualcosa. Prima di avere ulteriori informazioni, sai che si tratta di qualcosa di molto grosso, che non trova posto nel tuo normale schema di riferimento. Un difetto nel quadro del mondo. Uno di voi due non dovrebbe essere lì. Poi la suddetta cosa diventa pienamente visibile. È un grizzly, enorme, di un bruno lucente, barcolla, cola bava dalle zanne scoperte. Tu, Jack non hai mai visto un animale grosso nella foresta. La visione di questo grizzly ti risulta così elettrizzantemente strana da darti un senso rinnovato di te stesso, un nuova consapevolezza dell'io nei termini di una situazione unica e orripilante. Vedi te stesso in un modo nuovo e intenso. Ti riscopri. Ti vedi in piena luce nell'imminenza di venire smembrato. La belva, retta sulle zampe posteriori, ti ha reso capace di vedere come sei veramente come per la prima volta, fuori dall'ambiente famigliare, solo, separato, integro. La definizione che diamo di questo complesso procedimento è: paura. - La paura è autocoscienza portata a un livello più elevato. - Esatto, Jack. - E la morte? - chiesi. - L'io, l'io, l'io. Se la morte potesse essere vista come un fatto meno strano e privo di riferimenti, il tuo senso dell'io in rapporto con essa diminuirebbe, e con esso anche la paura. “
Don DeLillo, Rumore bianco, traduzione di Mario Biondi, Einaudi (collana ET Scrittori), 2023²⁰; pp. 272-273.
[Edizione originale: White Noise, Viking Press, NYC, 1985]
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