Dolcetto o Scherzetto aka la notte del citofono maledetto
Inzomma, ormai mi odierete tutty ma ecco qua, così, un po’ di sano quel-che-mi-è-quasi-successo-ieri e di metamoro. Au con ambientazione bolognese perché sì.
Enjoy
Come ogni anno, i giorni si ripetono, quasi tutti uguali. Lezioni, esami, Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi, ultimo dell’anno organizzato per l’appunto all'ultimo minuto, mare in estate, freddo bolognese in inverno e siamo tutti contenti insomma.
Questo significa che, una volta all’anno, si ripete però anche una delle notti che Ermal Meta più odia al mondo : la notte del 31 Ottobre.
Ah, Halloween.
La notte in cui le strade si riempiono di gente in costume troppo grande per fare stronzate del genere, mentre gli universitari si stipano in discoteche e bar e case a bere.
La notte dove orde di bambini con costumi ridicoli si muove in branco sorvegliata da pattuglie di genitori per suonare campanelli al grido di “dolcetto o scherzetto?” e dove, passeggiando per strada e incontrando i gruppi di adolescenti che si collocano a metà tra le due categorie di adulti e bambini e che quindi non hanno esattamente un passatempo predefinito, sorge spontanea la domanda:
“Ma questi dannati petardi non se li possono infilare nel-eh scusa ti ascolto!”
Ed eccolo lì: telefono appoggiato all’orecchio e sguardo torvo rivolto a un gruppo di suddetti adolescenti, Ermal si aggira per le strade umide della stramaledetta Bologna, cercando il loco designato per la festa.
Festa a cui non voleva andare ma a cui è obbligato a partecipare a causa della perdita di una scommessa con il suo coinquilino.
In costume, peraltro.
In costume, a una festa a cui non voleva andare, organizzata da un tipo che non conosce, per di più.
Buon Halloween, Ermal.
E la cosa migliore di tutte è che si è anche perso perché, in tutto questo, ha finito pure i giga a furia di usare il telefono causa modem rotto che nessuno si è ancora preso la briga di venire a sostituire nonostante le assillanti chiamate e mail.
Come se in quanto universitario a lui non servisse internet eh.
Perciò è da venti minuti al telefono con Marco che, da tutt’altra parte, sta cercando di guidarlo nella direzione giusta.
Ad Ermal stanno venendo i nervi
E parecchio anche.
Il fatto è che, come al solito, gli altri sono andati a sistemarsi per la festa tutti insieme e, come al solito, hanno finito ad essere in ritardo clamoroso.
L’unico più o meno in orario è lui che dopo aver passato un pomeriggio a studiare è tornato a casa, si è fatto la doccia e si è infilato il costume, costituito dal massimo che è stato disposto a mettersi: camicia bianca-ridicola a suo parere, con le maniche a sbuffo e i cordini, ma almeno è una camicia- pantaloni neri, scarpe scure e un mantello nero. La dentiera si è rifiutata di metterla.
“E per il pallore e le occhiaie sei già apposto di tuo!” aveva detto Francesco soddisfatto, guadagnandosi un’occhiataccia che avrebbe potuto ucciderlo e tumularlo seduta stante.
“Senti Dracula, svolta a destra e prova a vedere se c’è la via” si sente dire al telefono ed è sbuffando e rabbrividendo che svolta, sospirando di sollievo quando finalmente il cartello rispecchia la sua destinazione
“Sì, ci sono” afferma, iniziando a camminare “ora ce la faccio. Ci vediamo dopo. E muovetevi” dice, prima di chiudere la chiamata e proseguire a passo di marcia verso il numero 104
Quando ci arriva, si accorge con orrore di non sapere a che campanello suonare.
O meglio, dovrebbe saperlo, ma non se lo ricorda perché non stava prestando attenzione.
Ma, a dire il vero, i campanelli provvisori sono solo due e dato che gli pare di aver capito che gli altri sono tutti fuorisede come loro, è probabile che sia uno di quelli, no?
Li osserva, cercando di decidere cosa fare, fino a che non legge un nome che gli pare di ricordare e suona
Mal che vada, sbaglia
Niente
Nessuno risponde
Irritato, suona di nuovo ed ecco che mezzo minuto dopo una voce risponde “Siiii?” in maniera scazzata mentre una musica in sottofondo quasi copre le sue parole
Ok, musica uguale festa quindi forse ha azzeccato
“Emmmm...” balbetta piano “Sono Ermal?” dice titubante “Sono un amico di Francesco lui-sono qui per la festa” spiega infine
“Si.... cesco..... esta!” risponde la voce, in quello che pensa sia un assenso alle sue parole “certo...ali pure....to piano!”
“Aspetta non ho-” cerca di dire, ma prima che possa dire che non ha capito a che cazzo di piano deve andare il citofono si chiude e il portone scatta, lasciandolo al suo destino.
Sbuffa, infreddolito, spingendolo ed entrando
Di citofonare di nuovo non ne ha voglia e poi, in teoria, non sarà difficile trovare la festa, no?
To piano. Quindi... quarto, quinto o sesto, immagina. Beh, basterà provarli tutti e tre.
Così sale in ascensore e preme il pulsante per il quarto, lanciandosi un’occhiata allo specchio e sbuffando al suo riflesso che trova piuttosto ridicolo così, mentre sembra venuto fuori da un romanzo del milleduecento. Che palle.
Al quarto piano, trova il nulla.
Fortunatamente, quando le porte dell’ascensore si aprono al quinto, sente una musica provenire da li e, sbirciando, trova una porta aperta da cui proviene suddetta musica.
Bene, ecco qua.
Esce sul pianerottolo, titubante, avvicinandosi piano alla porta, non sapendo cosa fare, se entrare o bussare o cosa, ma per fortuna ecco che dopo pochi secondi di stallo in cui si sente un coglione, qualcuno compare sulla soglia
Tale qualcuno è un ragazzo, un poco più grande di lui, le braccia nude ricoperte di tatuaggi e un buffo cappello in testa, che lo guarda, inclinando appena il capo.
Si fissano, in silenzio, prima che lui si illumini con un sorriso enorme “Sei qui per la festa tu, sì?”
Ed Ermal sospira e annuisce, sentendosi appena in imbarazzo
“Si... sono... cioè... un mio amico...io... sono Ermal” si risolve a dire, dandosi dell’idiota perché ha balbettato, tendendo la mano al ragazzo che gli sorride ancora di più mentre gliela stringe e si fa da parte per farlo passare “Fabbbbrizio, entra entra�� gli fa cenno, mentre dietro di lui, dalle scale, sbucano altre persone, che sorridono e salutano entrando subito nella casa al suo seguito, Fabrizio che a sua volta ricambia strette di mani e nuovi convenevoli
Ermal si guarda attorno, appena imbarazzato, prendendo il telefono per controllare se gli altri sono in cammino, ma trova solo un messaggio di Marco che lo avvisa che sono super in ritardo. Ecco qua.
“Vieni accomodati” gli dice Fabrizio e lui, appena in imbarazzo, lo segue: guardandosi attorno si rende conto che alla festa sono quasi tutti più grandi di lui, ma non è un problema questo. Solo... non conosce nessuno
La musica suona mentre Fabrizio lo conduce in una stanza, dove sono ammucchiati zaini e cappotti vari
“Lascia pure la giacca qua” gli dice, sorridendo “il padrone di casa si sta a fa’ la doccia, però poi arriva” gli spiega poi mentre Ermal annuisce, posando la giacca
Non ha cuore di dirgli che lui, il padrone di casa, manco lo conosce
Quando ha finito segue Fabrizio in un’altra stanza, dove c’è molta più gente e un tavolo ricolmo di cibo e bevande.
“Serviti pure” raccomanda Fabrizio prima di sparire, rincorrendo un amico che lo richiama con un gesto, senza lasciare la possibilità di chiedere qualcosa
Ed eccolo la, fermo come un coglione in una stanza piena di gente sconosciuta.
Beh, tanto vale aspettare gli altri seduto su una sedia.
Ne adocchia una libera in fondo alla stanza, e ci si dirige.
Qualcuno gli fa un cenno di saluto mentre passa, qualcuno lo ignora.
Comunque, va a schiantarsi sulla sedia e guarda ancora il cellulare, senza trovarvi nulla se non la batteria quasi scarica.
Sospira, preparandosi a una lunga, lunghissima attesa
E infatti, mezz’ora dopo è ancora la, seduto sulla sedia, senza nessuno che gli parli, senza nessuno che conosce
Guarda nervosamente il telefono, con il “Prima o poi arriviamo” di Marco che risale a un quarto d’ora prima e sospira, massaggiandosi piano la base del naso
“Nun te stai a divertì molto eh?”
Alza gli occhi a quella frase, ritrovandosi davanti il ragazzo di prima, Fabrizio, che lo osserva con una birra in mano, che gli tende
“No” ammette piano “Non molto” dice sconsolato, guardandolo sedersi accanto a lui mentre recupera la birra con un “grazie” leggero
“’O vedo” risponde l’altro “non ti sei mosso da qua da quando sei arrivato... com’è che non conosci nessuno?” gli domanda cosa a cui Ermal risponde con uno sbuffo
“I miei amici devono ancora arrivare” spiega, alzando gli occhi al cielo “Sono sempre in ritardo” spiega poi, irritato, mentre la risata di Fabrizio si fa appena sentire, leggera, a quelle parole
“Un classico” dice, prima di voltarsi, per guardarlo meglio “Che dovresti essere tu?” domanda poi, indicando il suo costume
“Dracula, in teoria” replica Ermal, grattandosi appena il collo, che prude per colpa di quella camicia mentre Fabrizio lo guarda annuendo
“Il vampiro. Giusto?” chiede ed Ermal annuisce anche se è un po’ perplesso che ci sia stato bisogno di precisarlo
“E tu?” chiede poi, confuso dal suo abbigliamento: ha addosso un paio di jeans scuri e una maglia con le maniche tagliate, in vita una camicia a scacchi neri e rossi, e quello stupido cappello ancora in testa a nascondere dei ciuffi scuri. Anche sforzandosi, non riesce a capire cosa sia
A parte un gran fregno
“Io so me stesso” ride l’altro, bevendo un sorso di birra “Nun me piace molto Halloween” spiega poi mentre Ermal annuisce entusiasta
“Nemmeno a me” conferma “Mi sono dovuto vestire perché ho perso una scommessa ma sto odiando ogni minuto, credimi” dice, prima di prendere un sorso di birra a sua volta, socchiudendo gli occhi
Almeno ha da bere, ora
Voleva aspettare almeno gli altri ma... a questo punto, tanto vale. Meglio l’alcol che la solitudine.
Mentre beve, si sente lo sguardo di Fabrizio addosso per cui si rivolta per osservarlo meglio, sorridendo
“Che c’è?” chiede, allungando appena una gamba davanti a se con noncuranza, stiracchiandosi
Lo osserva, mordendosi piano il labbro, cercando di valutare le proprie opzioni
Ok forse è decisamente troppo sobrio per iniziare a flirtare pesantemente ma Fabrizio è un bel ragazzo e quantomeno gli sta parlando quindi può tastare un po’ il terreno, no?
Beh, sì.
Mal che vada... chissenefrega
E poi o è parlare con lui o è morire di noia quindi tanto vale tentarla
Anche perché, pensa, Fabrizio non gli avrà offerto una birra per pura e semplice gentilezza giusto?
“Niente” replica l’altro, scrollando le spalle e leccandosi piano le labbra “Allora...tu non sei di qui vero?” gli chiede
E così, Ermal si volta del tutto e inizia a parlare con lui, avendo cura, ogni tanto, di rivolgergli qualche piccolo gesto: leccarsi le labbra, scostarsi piano i ricci, inclinare appena il capo, sorridere.
E Fabrizio, c’è da dirlo, gli da corda.
Parla con lui, sporgendosi appena per ascoltarlo meglio, sorridendogli, il viso che pur nella penombra della stanza si rivela bello, con quella barba appena accennata e le lentiggini
Parlano di tutto: da dove vengono, cosa fanno, cosa gli piace. Di musica, di cinema, di studi e lavori.
Tanto che Ermal, a dire il vero, si dimentica anche che devono arrivare i suoi amici
Il tempo scorre e la birra scende mentre le aspettative di una serata piacevole si alzano sempre di più ed è solo quando si alza per andare in bagno che si accorge che è passata più di un’ora da quando ha guardato il telefono
Perplesso, si guarda attorno.
Nessuno: di Marco o Francesco o qualcuno degli altri non c’è assolutamente traccia.
Corruga la fronte in una ruga di preoccupazione, dirigendosi verso il bagno e tirando fuori il telefono che trova spento.
Sbuffa, irritato: non si dovrebbe preoccupare troppo, eh, ma l’essere ancora solo e la batteria scarica gli hanno rovinato un po’ l’umore che la birra e Fabrizio gli avevano tirato su.
E’ brillo, si, ma non abbastanza da non capire che c’è qualcosa che non va in quasi due ore di ritardo
Perciò, quando torna indietro, si avvicina a Fabrizio e chiede “senti non è che hai una presa?” sventolando il telefono scarico
“Si, vieni” annuisce l’altro, alzandosi, accompagnandolo nella stanza di prima e facendogli un cenno verso il muro
“Grazie” sospira Ermal, attaccando il telefono, chinandosi per farlo “I miei amici non sono ancora arrivati e io-” inizia a dire, interrompendosi però quando si volta
Fabrizio è appoggiato allo stipite della porta ora chiusa, e lo guarda, il viso appena arrossato per l’alcol e un sorriso sottile sulle labbra
Inclina appena il capo Ermal, arrossendo appena di fronte a quello sguardo che non sembra solo vederlo, ma studiarlo e quasi... spogliarlo.
Non che se ne stupisca troppo: è dall’inizio della loro conversazione che stanno giocando a quel gioco e evidentemente ha fatto centro perché se ora sono lì e si osservano in quel modo vuol dire che sono ambedue sulla stessa lunghezza d’onda.
Deglutisce, le dita ancora premute ad accendere il telefono, ma lo sguardo rivolto solo a lui, che lo osserva, indeciso su cosa fare apparentemente
Perciò, si morde piano il labbro, guardandolo intensamente come a dire, vieni avanti dai
Non che non sia più preoccupato ma l’alcol e il modo di Fabrizio di guardarlo gli fanno mettere da parte momentaneamente l’urgenza
Per un paio di minuti... non succede nulla, giusto?
Fabrizio si tira su, iniziando a camminare e posando la birra che ha ancora in mano su una scrivania, mettendosi poi le mani in tasca
“Toglimi una curiosità” dice Fabrizio, avvicinandosi a lui lentamente “Com’è che funzionava con i vampiri? Ti devono mordere per trasformati, giusto?” chiede, cosa che spinge Ermal ad annuire, un ghigno che gli si dipinge piano in faccia a quella domanda
“Perché” chiede piano, leccandosi le labbra quasi senza accorgersene “Hai paura che ti morda?” scherza, guardando Fabrizio farsi sempre più vicino, arretrando più per istinto che per altro
“Mh” risponde solo l’altro, arrivando a mezzo passo da lui, i loro respiri che si mischiano nell’aria immobile e fresca della stanza “Ma che succede se invece un vampiro ti bacia?” chiede, cosa che fa aumentare il ghigno sul viso di Ermal, che si inclina appena mentre si sporge delicatamente verso di lui
“Non saprei” dice, ponderando la cosa come se fosse una domanda seria prima di dire “vuoi scoprirlo?”
Fabrizio ride piano a quella cosa, annuendo appena “scopriamolo” dice, ma non fa in tempo a finire di dirlo perché Ermal decide di sporgersi verso di lui
Con tutta la razionalità del mondo eh, non perché Fabrizio è un fregno paura no no
I loro nasi si sfiorano, piano, e poi le loro bocche si incontrano, in maniera dolce, leggera, delicata
Un bacio che sembra quasi fin troppo giusto, naturale, cosa che porta Ermal a sospirare sulla sua bocca, un sorriso che gli si allarga sulle labbra che fa per schiudere per approfondire quel bacio che già non è più abbastanza...
...se non fosse che il telefono che ha in mano inizia a suonare, facendolo sobbalzare dalle spavento ed è a tanto così *gesto delle dita che si toccano* dal lasciarlo cadere di prepotenza
Guarda lo schermo, notando il nome di Marco - ovvio che era lui dato che la suoneria è quella di una sirena di emergenza - e subito guarda Fabrizio con aria di scuse
“Un secondo” gli chiede, facendo cenno di alzare il dito mentre l’altro annuisce
“Sì?” risponde, sussultando di nuovo quando la voce di Marco gli urla nell’orecchio “ERMAL BRUTTA TESTA DI CAZZO MI HAI FATTO PRENDERE UN COLPO”
Sbatte le palpebre, perplesso da quel commento “Scusa, mi si era spento il telefono... ma tanto non siete ancora arrivati, no? Siete voi che avete fatto prendere un colpo a me” ribatte
“Non ancora arrivati? Ma se è mezz’ora che siamo qui e ti cerchiamo! Pensavamo fossi svenuto da qualche parte” ringhia l’altro, cosa che fa inarcare le sopracciglia ad Ermal dallo sdegno e dallo stupore
“Mezz’ora? Ma non dire cazzate! Ho fatto un giro nelle stanze due minuti fa e nessuno di voi c’era!” replica stizzito dall’essere anche preso in giro oltre che interrotto nel corso di un bacio
“Ma che stai dicendo!” sbotta Marco “Ma si può sapere dove cazzo sei?!”
“ALLA FESTA!” sbotta a sua volta, scoccando uno sguardo a Fabrizio che si è messo una mano sulla bocca come a nascondere una risata alla sua esasperazione “In questo stracazzo di vicolo, al numero 104, alla stracazzo di festa di Halloween allo stramaledettissimo quinto piano!” ulula contro al telefono
Sclero a cui segue un minuto di silenzio, pieno, denso, che nemmeno lui osa rompere sentendo che qualcosa di imprevedibile e terribilmente divertente nel suo orrore deve essere accaduta
“Al sesto” dice solo Marco, piano, tanto piano che quasi non lo sente “La festa è al sesto piano”
“Sesto? Ma allora io a che cazzo di festa-” dice prima di interrompersi
Rimane immobile, congelato quasi sul posto, Fabrizio che lo guarda come in cerca di una spiegazione ed è così che mormora “Scusa un secondo” a Marco prima di tirare giù il telefono dall’orecchio per guardarlo “Questo è il quinto piano, vero?” chiede, guardandolo poi annuire “Ok. E la festa è di...?”
“...Roberto?” chiede piano Fabrizio, confuso dal fatto che il ragazzo davanti a lui abbia prima peso poi perso colore e che ora stia tornando di una sfumatura tendente al viola mentre un attacco improvviso di risa lo scuote
“Ho sbagliato piano” ride, nella cornetta, non riuscendo a trattenersi per quanto assurdo sembri “Macco ho sbagliato piano. Sono alla festa sotto di... Roberto, apparentemente” dice, scuotendo la testa, imbarazzato ma anche troppo incredulo per trattenersi
E anche Fabrizio, accanto a lui, ride
Ride forte, lasciandosi andare su una sedia, cosa che lo fa ridere ancora di più a sua volta
“SEI UN COGLIONE MA COME CAZZO PUOI SBAGLIARE PIANO” sbraita Marco dall’altro lato, anche se Ermal può sentire che, in fondo, sta ridendo anche lui “Ci hai fatto morire di paura” spiega prima di dire “Ci raggiungi? Aspetta, ma sei con qualcuno?”
“Succede, se il citofono fa schifo e non si sente nulla” replica prima di guardare Fabrizio alla domanda “Si” dice, scuotendo poi la testa “No. Cioè... si, c’è. E sai cosa? Credo proprio che rimarrò qui” replica, spegnendo pian piano la risata per guardare Fabrizio con malizia “Ci vediamo a casa Macco” dice, chiudendo poi il telefono che abbandona a terra, avvicinandosi di nuovo a Fabrizio che, rosso in viso, è ancora scosso da brevi sprazzi di risata
“E così” gli dice, guardandolo mentre si avvicina “Hai sbagliato piano”
“Già” replica, sorridendo mentre si sistema piano su di lui, inclinando appena il capo “Solo mi chiedo... com’è che c’era la porta aperta?”
Fabrizio scuote la testa a quella domanda, posandogli piano una mano sul fianco e l’altra sulla schiena, andando poi ad affondarla tra i ricci “I ragazzi che sono sbucati dopo di te. Loro hanno suonato. Probabilmente mentre tu salivi loro so arrivati ed è successo” cerca di spiegare, mentre Ermal annuisce
Probabile, sì
“Beh” dice, leccandosi piano le labbra “in fondo, meglio così” sussurra, avvicinandosi piano a lui, un brivido leggero che lo percorre quando sente il suo respiro caldo sul viso “Dove eravamo?” domanda, poi, avvicinandosi appena a lui
“Al cosa succede se baci un vampiro” replica Fabrizio, sorridendogli, guardandolo, per nulla contrario alla svolta degli eventi
“Mh giusto” replica Ermal, sfregando appena il naso contro al suo “Però sappi che questo vampiro potrebbe anche decidere di morderti, prima o poi” lo prende appena in giro, sorridendo quando lo sente ridere appena, una risata bassa e roca che lascia sul suo collo che lui inclina appena indietro per lasciargli spazio
“E se volessi morderti io?” chiede poi, posando piano le labbra sulla sua pelle pallida e accaldata “Cosa succede, mh? Che succede se mordi un vampiro?” domanda
Ermal sospira, rabbrividendo appena mentre socchiude gli occhi, le labbra schiuse in un sorriso e lo sguardo che, rivolto al soffitto, pensa a cosa si sarebbe perso se avesse imbroccato il piano giusto
“Non saprei. Scopriamolo”
Ed ecco va beh è una cazzata ma insomma si abbiamo pensato per un buon periodo di tempo di aver sbagliato piano solo che io e i miei amici eravamo infine alla festa giusta xD
Spero ve lo siate goduto!
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Tagged by @altraes (thank you, it was fun to do this~)
List the first lines of your last 20 stories (if you have less than 20, just list them all). See if there are any patterns. Choose your favorite opening line. Then tag 10 of your favorite authors!
*
(I wrote the first paragraphs because my first lines alone don’t make much sense lol)
1- ACQUIESCENCE
(Minato/Itachi) my first fic ever. darkish but just a little, angsty. I’m proud of it cause another author wrote a sequel to it.
to ac·qui·esce: to accept, agree, or allow something to happen by staying silent or by not arguing.
A flurry of leaves, swept away by the autumn wind, caught the Hokage's attention while he took off his large hat. That time of the year should have been warmer.
2- THE WILL OF FIRE
(Shiita, Danzo/Shisui, Danzo/Itachi) This was dark and shiita fans didn’t like it lol.
Just like his owner, Danzo's studio was dark and dusty. The man didn't look as old as Hiruzen, but he was twice as scary; thus would think a boy of Itachi's age. Not him. He was not allowed to be afraid.
3- WHAT HE WANTED
(Itasasu) Even tho I rewrote it cause I didn’t like how I initially characterized them and their dynamics this is my most popular fic. Maybe because it’s a post-ending, canon divergent, fix-it kind of story. Maybe because it’s Itasasu and I put so much love into writing their dynamics and, also, in giving Sasuke a good ending since canon didn’t do him justice.
Sasuke is where everybody wants him to be: in Konoha. With the battle and the arm he also lost the urge to fight. He's had enough of traveling. He's tired of chasing and being chased. So tired that even if he meant every word about starting a revolution, being the Hokage and build a new era, he had wondered, though only for a moment, if he would be able to really accomplish such tasks all by himself.
4- IN POWER WE ENTRUST THE LOVE ADVOCATED
(Itasasu) THis is my second most popular fic. This one too was written after the ending and tried to give Sasuke justice. I planned to write a sequel but I got busy with other projects and lost interest in it.
The gates open, letting the shinobi in after a successfully completed mission. Being on duty the following day Sasuke declines his team mates' proposal to have dinner together, the reddish sunset light forcing him to squint as he walks towards the Hokage's office.
5- PRESSURE
(Itasasu) Taken from In Power that can be read as a standalone oneshot.
Itachi wakes up to the sound of pouring water.
6- IN DREAMS
(Itasasu, Izuna/Sasuke, DARKFIC). This is one of the darkest things I wrote. The Izuna/Sasuke crackpair was for @admiral-izusasu. The plot, the dynamics, everything has a double, or triple reading, plot related and metaphorical for other, real-life issues such as knowing people online, and emotional abuse from narcissistic people. I wrote it when I was fighting against one of these psychos, on tumblr itself, so this fic has a personal meaning for me. But also the plot and the canon divergent ending thing is cool, I think it’s one of my best fics, even though I coulnd’t care less about izuna.
They say that nature will always find a way. After the end of the war flowers keep blooming like nothing happened even if the light is fainter, filtered from the tall branches of the Shinju tree, now grown into a forest spread all over the world.
7- SOMBER CREATION PALE DESTRUCTION
(Madara/Sasuke dom/sub-ish). Darkish? Who knows, I write darkfish stuff all the time. I was (and am) very proud of this fic, the canon divergent turn it took (who am I kidding, it’s really cool lol) and the weird relationship/dynamics these 2 created. So I didn’t update it anymore, because doing so would break their thin balance. Ssssh, don’t tell me it doesn’t make sense, I don’t believe you xD
History teaches that Madara Uchiha died at the hands of Hashirama Senju. Their statues were erected in the Valley Of The End where their battle was fought, where the shinobi god ended his best friend's life in order to protect the village they founded together. No one knows that Madara didn't die there.
8- IN THE DARK
(kakashi/Sasuke, mob/Sasuke noncon). This is a very dark oneshot that I’m proud of, cause it ‘explains’ canon Sasuke personality in Shinden and later, and that I use as prequel for many fics, like WHW but also OFAF and Broken Things (see later for both).
Things never went as Sasuke wanted. After the war it's no different, although everything seems fine at first, Team 7 finally at peace with each other, the war ended and the village that Itachi protected, even as a dead man, safe. Nevertheless he is arrested when he's still in the hospital.
9- VICTIMS OF PEACE
(Shisui/Sasuke dom/sub-ish) I am so proud of this fic, of its non massacre universe, of the dark-ish slow burn relationship between Shisui and Sasuke I wrote, tentatively at first cause no one did it or thought much about it, and because that non massacre filler was bad, but still it was inspiration. I know shiita fans hated me even more for this cause shisui is only paired with itachi, and also itachi/itasasu fans were disappointed but still. This is maybe the fic I’m most proud of.
If a traveler arrived from a random village in the Fire Country he would certainly notice how different Konoha was. He would not be able to pinpoint exactly why at first, because the buildings, houses and shops are similar, just like their gardens, fields and animals. Only after some thought he would understand that the difference is in their people: other villagers are relaxed and casual, even loud. Children run around the streets, chasing each other, playing tag or hide-and-seek. Their fathers bring them presents and their mothers buy them new clothes.
10- OF FEATHERS AND FANGS
(DARK Narusasu) I received a lot of hate for this one, which makes me proud of it even more. so many naruto stans were butthurt by my characterization of him as a possessive not sunshine selfless boy and their dynamics as crazy.
Jiraiya used to complain that the first sign of getting old was waking up at night for no reason and not being able to fall back asleep. For Naruto, this only happened after the war.
11- BLACK ROSES
(Itasasu, dom/sub-ish) Smutty Bloody Darky Hokage Itachi/Anbu Sasuke oneshot
Because of his farsighted politics, his loyalty towards his allies as well as his iron fist against his enemies, Itachi quickly became one of the most respected leaders in the shinobi world, and because of his unequaled diplomatic skills, along with his vast culture, impeccable manners and refined appearance, he became popular among nobles, including the Daimyo, whose official visits increased since the Uchiha rose to power.
12- NELL’IPOTESI GRANDE (=IN THE BIG HYPOTHESIS)
(MetaMoro, not Naruto) I’m very proud of this one cause it’s a psycho-pass inspired longfic set in a retrofuturistic Italy with a totalitarian consumeristic regime. But that fandom is so shitty and they all hate me cause I called them homophobic fascists so no one cares. The excerpt is translated too.
He’s reminded of Pirandello’s* words as he’s riding the automatic taxi across the city, exiting the center towards EUR. COmpared to Milan with its skyscrapers, multilevel streets, automatic cars and incessant novelties, the capital is basically the same as it was portrayed in old illustrations: renaissance and 20th century buildings, seagulls, pines among the Roman ruins, sycamore trees on the Lungotevere, that was probably already busy with traffic when people travelled on horse carriages.
(*an Italian writer)
13- DA UOMO A UOMO, MANO NELLA MANO (from man to man, hand in hand)
(Metamoro) lol I was hated a lot for this one too. tbh the hate I received in the Naruto fandom is nothing compared to this other shitty fandom
For an artist like Fabrizio, mainly focused on expressing what he has inside, public relations are the hardest part of his job, especially when it’s about events where, instead of fans, of whom he perceives the sincere affection, other artists and professionals are invited. His experience taught him that most of them are hypocrites ready to jump on the winner’s bandwagon as quickly as to throw mud at the loser.
14- STRENGTH THROUGH WOUNDING (wip)
(Obito/Sasuke, Obito/Itachi, dark.-ish)
There is something nostalgic in the eerie way the boy's screams resonate through the dark cavern-like hideout, their pain bouncing from one curved wall to another, their anguish filling their crevices. It’s like hearing his past self from an external perspective, like Madara did. Which is fitting, for Obito is Madara now.
15- WORDS UNSAID (wip)
(Kakashi/Sasuke)
A black flame that cannot be extinguished: they had been warned about Amaterasu by Jiraiya, but seeing it was impressive nevertheless. The whole area was surrounded by black flames and the rain pouring hard could nothing against it. They found Sasuke there, surrounded, imprisoned by black flames that were extinguishing themselves, so they found a breach.
16- BLEEDING ME
(Metamoro vampire/priest darkfic) No one can understand this in the Naruto fandom but it’s an AU interpretation of the Da UOMO A UOMO character dynamics where one is an emotional vampire-like person. I’m very proud of this fic tbh.
According to folk stories the forest was so big and full of dangers that God himself put a church where it ended, so that its priest would protect the people living nearby. It was a small, white building that didn’t match the typical stones and wood brownish ones of that region, with no stained glass windows or fancy columns, spires or gargoyles, only crosses with skulls and bones, and an engraving in an unknown language.
17- WILD CHILD
(Metamoro cop/drug dealer AU). At this point I hate that fandom so much but I like my ideas and I write only for my girl whom I met in that very shitty fandom.
Everything seems bigger in children’s eyes. Like the playground in the courtyard of the church, with its slides and swings that for Ermal’s siblings were the setting of countless imaginary adventures which they told him in detail, enthusiastically interrupting each other, when he picked them up after school.
18- TRUE COLORS
(Itasasu, dark, dom/sub) By now I’m only interested in writing dark IS and I enjoyed writing this one lol
"I knew you had it in you. You're a sadistic control freak. Even more than me."
Orochimaru's voice resounded in Itachi's ears. Again.
19- OF FEATHERS AND FANGS 2: TO REPAIR WITH GOLD
(Dark Narusasu). Cause I didn’t piss off NS fans enough I guess? lol this is ongoing and I like this idea so much
It's a rainy day in Konoha but no one seems to notice. Everyone is focused on the Hokage delivering his eulogy.
20- BROKEN THINGS
(Shisui/Sasuke) My latest creation, I’m so proud of it cause it’s Shisasu again, my rarepair! and it was supposed to be a oneshot but it got longer because they have such a cool dynamic that things just happen and get longer.
In the Land of Water summers were hot and damp, autumn and spring were damp for the frequent rains and winter was no less, with its cold temperature and ubiquitous dampness. It wasn't a problem for Sasuke though.
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Tagging: @renamon15 and all the other authors I can’t remember right now and who want to do this, tag me back so I can read your first lines lol
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