Tumgik
#non voglio più ritornare
thebutterfly0 · 30 days
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È da moltissimo che non vi aggiorno. Sono state e saranno settimane dure. Dormo poco, per me che amo dormire non è facile e che mi riempio di dolci. Sono anche ingrassata. Insomma come potete ben capire non sto per niente bene anche se era la cosa che alla fine volevo. Vivo male tutto. Mi sono chiesta addirittura se effettivamente l'idea di separarmi fosse la scelta giusta. Mi ripeto sempre che sarebbe come ritornare nella stessa prigione perché si nasce tondi ma non si muore quadrati. Oggi inizia il mio contratto a tempo indeterminato. Domani per la prima volta userò il badge per timbrare dovrei essere emozionata invece mi sento un pochino in trappola con questa cosa dell'essere a posto con il lavoro. Non so se rendo l'idea ma non avrei potuto dire di no ad un'opportunità così. Però io soffro, continuo a soffrire dentro perché nessuno sa come sto effettivamente. Il vecchio lui mi fa pressione perché secondo lui provo ancora qualcosa perché gli ho detto che ho deciso di stare da sola. Il problema è che voglio stare da sola perché voglio pensare per una volta solo a me, ma lui non lo capisce ma anche questa cosa nessuno lo sa se non voi. Mi sembra di vedere il buio in fondo al tunnel e l'idea di sparire si fa largo sempre di più nella mia mente.
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sebaxyana · 1 year
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voglio andarmene così lontano
da non saper più ritornare indietro.
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i-am-a-polpetta · 11 months
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che sono innamorata di te in maniera irrimediabile è dato di fatto e credo sia una di quelle cose a cui non voglio porre rimedio.
cercare di riassumere in dieci foto quello che facciamo insieme mi viene difficile tanto quanto cercare di trovare le parole per farti capire quanto io mi senta la persona più fortunata dell'intero cazzo di mondo.
e probabilmente ha ragione Vasco Brondi quando ha pensato alla dedica di questo capitolo del libro: " A coloro che si trovano senza cercare", a noi che ci siamo trovate quando nessuna delle due si aspettava di trovare niente.
che vorrei ritornare a sdraiarmi accanto ai bagagli colorati di city life cercando di convincerti che l'attesa delle cose sia una parte fondamentale delle cose e che da quando sei con me, vorrei rivivere in loop quegli otto minuti con te ferme alla stazione della metro, l'attesa del viaggio in macchina che faccio prima di raggiungerti, l'attesa che tu mi apra la porta e mi sorrida quando ti rivedo dopo tanto tempo o quella che precede il momento esatto in cui cominciamo a cantare e ballare per strada t'appartengo come se fossimo due quattordicenni innamorate.
che mi scrivo qui che il giorno 28 di maggio siamo andate in gita per la prima volta, che hai ballato in macchina come se non ci fosse un domani, che ci siamo sedute per la prima volta su una panchina, che mi hai spinto contro un muro di Genova per baciarmi.
che non lo so l'effetto che mi fai. troppo grande per l'età che ho ma sai cosa? quel salice piangente in giardino ci starebbe davvero benissimo ❤️‍🩹
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ross-nekochan · 1 month
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Pubblico questo commento di @voracita perché voglio mettere in chiaro una cosa, dato che mi viene detto sia da sconosciuti arrabbiati nei commenti di IG, sia dai miei amici più intimi (e che penso quasi tutti qui sopra pure pensano) ed è:
TORNARE IN ITALIA NON È UN'OPZIONE
Non sono pazza, ho i miei buoni motivi:
1. Sono in una METROPOLI che è tipo 15/20 volte Milano con delle possibilità (potenzialmente) INFINITE - un posto come si deve per me ci deve pur essere
2. Me ne torno in Italia e che faccio? A casa dei miei non ci vado e non ho intenzione di farmi mantenere da uno di quei 2 idioti (e non perché non voglio fare la mantenuta ma proprio perché non voglio vedere la loro faccia manco da un binocolo)
3. Pure se tornassi, ci ho messo 1 anno dopo la laurea per trovare un lavoro che mi prometteva l'indeterminato... torno per passare un altro anno a fare un cazzo?
4. Il mio obiettivo principale qui è diventare ancora più brava in giapponese fino a diventare ancora più fluente a livelli anche lavorativi perché poi questa è l'unica skill seria che potrò spendere in Europa, anche perché...
5. Qui sanno talmente male l'inglese che un europeo qualunque è considerato dieci volte meglio per un lavoro in cui serve l'inglese. In Europa siamo delle schiappe atomiche (e mi ci metto dentro io per prima, sebbene laureata pure in inglese) rispetto a molti altri paesi europei;
6. Ci sono mille altre soluzioni che potrei prendere: cambiare casa, cambiare lavoro nella stessa azienda (facendo sempre IT), cambiare dipartimento nella stessa azienda (facendo qualcosa fuori IT). Quindi diciamocela tutta: sono pure io cogliona perché ancora devo prendere una decisione perché preferisco piangere piuttosto che spendere un capitale per traslocare + l'IT mi fa solo schifo e me ne voglio andare quanto prima ecc ecc
7. Bonus: il progetto temporaneo è cercare lavoro come una pazza fino a Luglio. Se non lo trovo e sono ancora a lavorare qui, cambio casa costi quel che costi.
Detto ciò, questo post NON È una sorta di polemica o attacco direttamente rivolto a chi ha fatto il commento sotto al mio post, ma è rivolto a TUTTI, pure ai miei amici (a cui alcune cose sono state già dette) che mi menzionano il ritornare in Italia.
No, no e NO. Non adesso, almeno.
Concludo con: questi malati mentali ti danno 10 giorni di ferie pagate all'anno... ti pare possa esistere la malattia come la intendiamo noi? Peggio di un lusso.
Posso solo stringere i denti e augurarmi buona fortuna.
(Buonanotte che qui è già mezzanotte~)
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a-dreamer95 · 2 months
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Io sono fatta per camminare, parlare e non per stare ferma, la qual cosa mi provoca la classica reazione di “spelluzzico da compensazione”. Con il tempo, ho imparato a controllare tutto ciò, ma non dovrei percepire di fare un sacrificio per vivere senza tentazioni. Vorrei essere in grado di resistere alle tentazioni senza sentire che sto rinunciando a qualcosa di importante o facendo "sacrifici"...
È mia grande premura far passare il messaggio che in questo tipo di percorso, il vero punto di arrivo non è il dimagrimento, ma il consolidamento di nuove abitudini, nuovi gusti e, ancora meglio, nuove necessità. Si riesce a non ritornare alle abitudini precedenti, perché la sensazione di benessere è tangibile ogni giorno e la sua mancanza è immediata quando alcune abitudini scorrette tentano di ritornare stabili. È il momento in cui uno stile di vita sano non è più un obbligo, è necessità: diventa necessario quel senso di equilibrio dentro e fuori di noi, con le persone e con le cose.
Uscire a fare una passeggiata all'aria aperta mi tranquillizza, mi apre la mente, mi fa vedere quello che perdo nella corsa delle mie giornate. Allora ho capito che mi dovevo davvero fermare: ero uscita dalle mie abitudini e ne dovevo trovare di nuove, perché il tempo è così prezioso!
Così mi sono anzitutto chiesta cosa altro mi mancasse. Dopo un po’ era chiaro: cucinare con calma e poter condividere le mie ricette, recuperare tutte le foto fatte anche in passato nella speranza di aiutare chi ha meno fantasia, leggere, studiare e fare un po’ di sport. 
Tutte le nuove abitudini introdotte hanno risvegliato e allietato la mia mente, la voglia di fare e soprattutto la gioia di fare. L’attività fisica, in primo luogo, ha sostituito i due chewingum, che già al quinto giorno non sono più stati necessari, e mi ha confermato che qualcosa nel mio percorso mancava, qualcosa che chiude il cerchio. Ho quindi capito che la ricerca del benessere non si era mai fermata, non si era mai arresa, ma si era alimentata di nuove consapevolezze e si era fortificata. Nel “tempo libero” non avevo cercato il frigorifero ma attività che mi facessero bene al corpo e alla mente. 
Ho avuto conferma che il benessere cerca il benessere e si può esprimere nella misura dettata dalle possibilità che abbiamo, o che decidiamo di darci, nei diversi momenti della vita. Io voglio pensare che questo sia l’inizio di una delle fasi di un percorso di benessere strutturato e solido. Mi porterò nell’anima il bagaglio di questi giorni e riorganizzerò i tasselli delle mie priorità.
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micarara · 9 months
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Non credo a una parola di quello che mi dice, mi rifiuto di ritornare a star male come poco tempo fa. Ho abbassato le difese, mi sento più forte, non voglio illudermi.
Ma poi è forte la tentazione di cadere quando mi stringe il collo con le mani e mi guarda negli occhi, quelle maledette mani.
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L’età non ti protegge dall’amore.
Ma l’amore, in qualche misura, ti protegge dall'età.
Anaïs Nin
14 gennaio 1977 moriva di cancro a Los Angeles,
assistita da Rupert Pole.
Molto conosciuta come scrittrice di letteratura erotica, è stata anche una grande esploratrice dell’animo umano e per qualche tempo ha praticato anche la professione di psicoanalista, dopo aver fatto la modella, la danzatrice, la scrittrice, la conferenziera.
Anaïs Nin, nasce nel 1903 in Francia, figlia di una cantante e un pianista, entrambi di origine cubana.
A undici anni viene abbandonata dal padre e da quel momento comincia la sua passione per la scrittura, concretizzata dalla realizzazione di un diario basato su una lettera al genitore che l’ha lasciata.
Anaïs si trasferisce, quindi, a New York con la madre e i fratelli: nella Grande Mela entra in contatto con un ambiente completamente nuovo. A vent’anni si sposa con un bancario ma il matrimonio ben presto si rivela infelice: una prigione dalla quale la ragazza tenta di scappare attraverso diverse relazioni extra-coniugali, spinta dal bisogno di conquistare molti uomini, dopo aver perso l’uomo più importante della sua vita, suo padre.
Tornata a Parigi, attirata dal vivace clima intellettuale della capitale francese, che in quell'epoca accoglie i musicisti, gli scrittori e gli artisti più importanti del momento, inizia a scrivere la prima parte del suo diario (il futuro Diario di Anaïs Nin). Nel corso del suo periodo parisien, ha la possibilità di conoscere Henry Miller, l'autore di Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno, innamorandosene; ben presto, intraprende una relazione anche con la moglie di Miller, June Mansfield.
Nel 1931 la Anaïs Nin scrive il suo primo libro, D.H. Lawrence. Uno studio non accademico: un saggio su D.H. Lawrence, cioè l'autore del romanzo L'amante di Lady Chatterley.
Cinque anni più tardi dà alle stampe La casa dell'incesto.
Intanto, la Nin si avvicina sempre di più alla psicanalisi, con lo scopo di ritrovare sé stessa: va in analisi da un allievo di Sigmund Freud, Otto Rank, con cui intraprende una relazione d'amore che la fa ritornare a New York per collaborare professionalmente con lui. In breve tempo, tuttavia, la carriera da psicoanalista le va stretta, e cosi Anaïs torna alla scrittura.
Nel frattempo, nel 1955 l'autrice, pur continuando a rimanere sposata con il suo primo marito, si era sposata in segreto una seconda volta con Rupert Pole: ben presto, però, le nozze erano state annullate per evitare guai. Non solo: negli anni Cinquanta, Anaïs Nin era entrata in contatto con l'Lsd, esperienza che aveva riportato fedelmente nel suo diario, nel quale venivano descritti gli effetti che la sostanza aveva sulla sua creatività e sulla sua percezione di sé.
Il mondo attraverso gli scritti di Anaïs è un mondo ricco di fascino e di meraviglia: anche le piccole cose, le persone più insignificanti vengono descritte con amore e profondità, ma soprattutto con curiosità. Una vita intensa e profondamente vissuta, quella della Nin, che a questo proposito diceva: “La vita ordinaria non mi interessa. Cerco solo i grandi momenti… Voglio essere una scrittrice che ricorda agli altri che questi momenti esistono.
Anaïs Nin
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friabile · 1 year
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non voglio più sentirmi così è davvero terribile e so che è un percorso e sto crescendo e non posso aspettarmi di migliorare tutto subito respira stasera mi sento sola abbandonata a me stessa vorrei piangere ma non riesco vorrei guardare un film con mio fratello vorrei andare a mangiare cena da nonna che mi faceva i toast e poi mi dava un cioccolatino lindt e fermarmi a dormire lì da lei vorrei ritornare piccina perché stasera sento tutto enormemente pesante non mi sento una bella persona vorrei solo trascendere tutto e diventare immateriale andare lontanissimo da tutto e tutti inizio a sentire tutto tremendamente stretto sento il mio corpo pesantissimo
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kon-igi · 2 years
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MA LO AVETE LETTO IL LIBRO?
Chi tra voi mi conosce di persona è molto facile che abbia conosciuto anche le mie figlie.
Cosa può un padre dire delle proprie figlie che non suoni scontato, a tratti verboso e persino celebrativo?
Quindi non dirò nulla di scontato, verboso o celebrativo ma mi concentrerò su tanti piccoli episodi che ho collezionato nel corso degli anni, nella vita reale e anche qua su tumblr... esperienze che non riguardano direttamente le mie figlie ma per come sono stati raccontate o anche solo espresse potevano riguardarle.
A chi non conosce a sufficienza me e la mia famiglia, basti sapere che Figlia N.1 e Figlia N.2 sono COMPLETAMENTE ANTITETICHE tra loro, a livello espressivo, verbale, caratteriale e fisico.
Per capire che sono sorelle devi osservarle molto attentamente in volto o, per tagliar corto, controllare la loro carta di identità.
Per ritornare al discorso degli episodi collezionati, ho avuto come l’impressione (eufemismo) che le persone tendano a categorizzare per stereotipi, soprattutto negativi, e quindi vi voglio descrivere mia figlia più piccola:
S. è magra e scattante, sempre abbronzatissima, è piena di tatuaggi, piercing ed è molto curata nel trucco. Si fa le unghie in gel da sola, ha i capelli biondi grazie a trattamenti pazzeschi e veste in maniera molto fashion. Ha una voce squillante ed è una gran chiacchierona a cui piace divertirsi in compagnia, bere, fumarsi qualche canna e tornare a casa in after.
Quanti hanno già deciso cosa scrivere sulla copertina di questo libro?
Queste persone offendono ciò che mia figlia è sotto il costume dei 20 anni.
Mia figlia parla con te cinque minuti e cinque minuti dopo stai piangendo nel raccontarle tutta la tua storia.
Mia figlia è quella che ti porta un cucciolo bianco e nero di cane a casa perché pensa che tua sia stanco e depresso. E aveva ragione.
Mia figlia è quella che in autobus si alza per urlare in faccia a un energumeno di smetterla di dare noia a una donna. E lui scende dall’autobus nonostante pesi 100 chili e lei 40.
Mia figlia aveva un serio disturbo dell’alimentazione che ora sta riuscendo a tenere a bada, questo perché le persone che leggevano solo la copertina del suo libro volevano che ci fosse scritto quello che piaceva a loro e solo il demonio sa quanto sia faticoso, difficile e doloroso trovare il proprio modo di essere che renda felice te per primo.
Quindi, per cortesia, uomini e donne che siate o vi sentiate non dimenticate che quando esprimete un giudizio tranchant, recriminatorio o ‘divertente’ su una persona giovane perché vi sembra sciocca, superficiale, non acculturata o splendida come voi, la state obbligando a riscrivere la copertina del proprio libro per adattarsi al vostro giudizio, senza che poi nessuno di voi si sia mai dato la pena di leggere quella storia che aveva appena comiciato a scrivere.
E sempre e solo il demonio sa di quante biblioteche polverose e abbandonate la gente sia responsabile.
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gcorvetti · 1 month
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Varie.
Stavo dando un'occhiata ai voli, non è tanto il prezzo ma gli orari, potrei ritornare da dove sono venuto, Catania-Roma-Riga-Tallinn, ma onestamente è una faticaccia, mia figlia ha preso Catania-Milano-Tallinn che è già meno faticosa ma senza bagaglio (solo quello piccolo da cappelliera), ci sarebbe l'opzione da Aprile un volo diretto Catania-Riga, ma parte di pomeriggio e arriverei a Tallinn all'una e non c'è un bus o un treno per Tartu e dovrei aspettare il giorno dopo, con eventuale spesa in più per l'Hotel, che però se non ricordo male non è minore di 100€, sti cazzi. Va bè per oggi lascio perdere.
Ieri sono andato a prendere un caffè con una vecchia amica, abbiamo parlato del più e del meno e ho notato che anche se molto intelligente e acculturata ha comunque quel limite dato dalla visione delle cose ristretta che c'è qua, anche se lei vive in Calabria, che sentendo lei è ancora peggio di qua. Mi ha detto che avremmo dovuto trovare il nostro posto già alla fine degli anni 90, come ha fatto suo marito che ha un posto statale, per via dei contributi e menate varie; le ho risposto che non ha capito una minchia di me, che a me il posto fisso a leccare i piedi del superiore per tutta la vita e fare una vita di merda con le radici su un posto e la testa piena di merda non mi interessa, non ho usato proprio queste parole ma il risultato è questo. La sua risposta con occhi sgranati è quella di chi vorrebbe essere fuori dal sistema ma che per paura non ci sta, di quel modo di porsi alla vita rinchiudendosi in un recinto per paura di vivere, scegliendo così di acquistare un pacchetto chiuso con un cucchiaio sopra e la scritta buon appetito. No cara mia, io non ci sto. Preferisco essere libero di andare dove voglio se qua non mi piace, libero di scegliere se un dato lavoro (sempre se ne trovo uno) sia fatto per me, libero di dire oggi mi va di fare così e non obbligato da nessun orario, nessuna divisa, nessun padrone. Vivo una merda agli occhi di chi, come mio cugino e le sue amiche, ma siete sicuri che non siete voi nella merda e la vostra è solo invidia?
Ieri ho guardato un video di Massini che parlava in pochi minuti del lavoro, questo https://www.youtube.com/watch?v=EO1g3iI7q3I&t=4s&ab_channel=884C25 e mi è piaciuto molto, come spesso accade ai suoi interventi. Ho scritto 4 parole precise nei commenti "Grande Massini, come sempre", poi mi sono messo ad ascoltare un pò di musica e poi a suonare. Oggi trovo 3 commenti al mio, insulti più che altro ma in maniera un pò colorita tipo "Quando i tuoi finiranno di mantenerti e inizierai a lavorare....", "Posa il fiasco e prendi la vanga" e l'altro non ricordo, perché c'ho messo 3 secondi netti a cancellare il mio commento in modo da eliminare anche i loro. Per esperienza so che non si deve rispondere, mai, a questi decerebrati perché è quello che vogliono lo 'scontro', poi va bè su twitter ne ho viste di tutti i colori e sono ben che vaccinato a riguardo. Sono convinto che sui social, quelli dove trovi questi neanderthal, le persone con un pò di sale in zucca andranno via, magari passeranno a scrivere su un blog :D, e resteranno solo quelli arrabbiati e rissosi che si scanneranno a suon di commenti cattivi e si offenderanno a tal punto che la loro bile la possono vendere, che poi non sanno neanche loro perché sono arrabbiati, oppure lo sono con se stessi perché hanno scelto una vita mediocre e un posto in prima fila nella caverna di Platone, poracci, ora capisco perché i magnaschei padroni del mondo vogliono dimezzare la popolazione, ma dovrebbero partire da questi invece di sparare a caso, certo è che sono quelle tipologie che alla fine gli leccano il culo per un tozzo di pane, io spero sempre in un cataclisma, il meteorite, la guerra nucleare non mi piace, vorrei più che altro un evento che ci estinguesse ma che non sia provocato da noi, giusto per dire che non è stata colpa nostra, anche se lo è.
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nonpensaremascrivi · 2 months
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Mi sento felice, o almeno, vivo il mio tipo di felicità. Si parla sempre della felicità, ma alla fine, di preciso, chi può stabilire cos'è la felicità? Nessuno, è soggettivo. Ho conosciuto persone che trovano il proprio equilibrio e la propria felicità nel caos, chi trova la pace nello sforzo fisico, chi è felice inconsapevolmente, come se la felicità facesse parte del suo modo di stare al mondo. Effettivamente, è difficile parlare della felicità. È un argomento ostico e difficile da trattare, ridurre il tutto a un "per essere felice devi fare questo" non è solo sbagliato ma è pericoloso. Se una persona trova il suo senso di pace, la sua serenità e la propria gioia stando sdraiato sul divano a guardare una serie TV, chi è in grado di dire è sbagliato? La felicità deve necessariamente derivare dallo sforzo? No. Il pericolo è che quella persona, convinta che la felicità si trovi raggiungendo degli scopi o dei progetti si trovi in situazioni non sue e diventi vittima di se stesso. Il preconcetto di fatica legata alla felicità è sbagliato. O almeno, non è necessariamente per tutti così. Ogni preconcetto sulla felicità è sbagliato. O potremmo dire che ogni preconcetto in generale è sbagliato. Voglio però ritornare al preambolo dei miei pensieri, io sono felice. E io mi trovo a vivere una felicità disordinata. Immagino il mio cervello come uno spazio in cui tutto ruota e cerca di avere un senso, ogni piccolo frammento del mio cervello cerca di venire alla luce ogni giorno, cerca di uscire, di prendere forma, di prendere senso ma il senso che ottiene dura un istante, finché scompare insieme alle mie paure. Questo è il ciclo che quasi quotidianamente compie il mio cervello, crea e annebbia continuamente, lasciandomi l'idea di incompiutezza. Ho sempre sofferto questa situazione, ho sempre cercato di acchiappare uno di quei frammenti e fossilizzarmi, cercare di portarlo alla luce più tempo possibile, non farlo svanire. Ma la mia mente non ragiona così, ed evidentemente lei sa molte più cose di quelle che penso di sapere io. È la non azione, il lasciar fluire che mi ha portato a riconoscere e individuare che, effettivamente, qualche frammento stava prendendo forma, consistenza e vita, trasformandosi nell'unico frammento che c'è, sempre, incessantemente. Io, quel capodanno, nemmeno volevo andarci. La mia intenzione era quella di rimanere a casa, da solo; ero convinto di annoiarmi, ero convinto che sarebbe stata una delle tante feste che non mi avrebbe arricchito in alcun modo, grigia, opaca. Se avessi ascoltato il mio pensiero non avrei mai conosciuto la persona che ha trasformato la mia vita. La persona che è diventata il frammento cardine del mio cervello, che è riuscita a raccogliere intorno a sé altri frammenti e a dargli senso.
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illsadboy · 2 months
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Sta mattina va così!
Ma dove cazzo dovremmo arrivare? Dimmelo smiro che già mi brucia il culo più del bimbo di Don Gino fanculo nazi-femminista vegan, pro LGBTQIAPKNC+HZ e perbenisti un po' fascisti oggi il crimine più grande è provare a esprimersi, scherzi e vai in Siberia. Il futuro mi spaventa sembra il ragazzino a scuola che aspettava insieme ad altri trenta e me le dava per gli occhiali, i passi timidi, i vestiti la faccia di merda ed altri validi mille motivi, sono passati un po' di anni e certi colpi non puoi cancellarli non ti puoi sbagliare, chico, io sono il tipo che se parte una rissa muore per primo col giubbino pieno di esplosivo e il giorno prima ha registrato un video dove chiede a quella troia della D'Urso di non piangere ogni nostro amico; non mi interessa entrare nei locali in cui non fanno entrare andare in Cali con i bros a rimorchiare ma di non stare alla Caritas questo Natale o ritornare in psichiatria a fissare una TV che non posso spaccare pensa se devo riguardarti mentre faccio zapping ricordarmi che hai il culo più aperto dei fratelli Bianchi i miei occhi sono stanchi di vedere questa gara a chi c'ha il cazzo più lungo, ma in tutti gli ambiti. Voglio che salti in aria come il parlamento voglio vedervi bruciare come una chiesa e forse in quel secondo non sarà più freddo sarò la causa di morte del tuo sistema. E tu che assisti a tutto passivo, come fai a non ribellarti?
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filorunsultra · 8 months
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Waste time, not memories
Ogni volta che torno a Chamonix ho sentimenti contrastanti e diventa un momento per guardarmi dentro e guardarmi indietro. Vedo gli occhi di chi domani partirà per quel viaggio meraviglioso e penso che un po’ li invidio. Li invidio perché so cosa stanno vivendo e vorrei viverlo anche io come loro e perché sono geloso dei miei ricordi, e dell’esaltazione e del timore e della trepidazione e della voglia di vivere qualcosa che va oltre l’expo, il circo mediatico e la gara: stare là su quelle montagne. Guardo quelle persone e penso che forse, in realtà, non so affatto cosa stanno vivendo e cosa stanno pensando: so cosa ho vissuto io, ma quella è la mia storia, questa è la loro. Il mio UTMB, in fondo, è Camilla, e un pezzetto anche Paco. Camilla è la persona a cui ho pensato quando, sbucato in macchina dal traforo del Gran San Bernardo, l’altro giorno, ho visto la base della salita a Champex Lac. La pelle si è arricciata e un brivido mi ha attraversato la schiena. Se dovessi scegliere tra UTMB, Javelina e Leadville non saprei da dove iniziare: sono lì, importanti e intense, tutte in modo diverso, tutte mie, e tutte a guardarmi in salotto mentre bevo il caffè. Nessuno potrà mai correre il mio UTMB, nemmeno io potrò più farlo. È triste e bello: col tempo queste cose perderanno valore? Non lo so, spero solo di non tradire mai quel me, e quei ricordi. Sono cose belle e non voglio sprecarle. Ritornare qua, di anno in anno, rischia di diventare una routine, invece voglio che continui ad essere una cosa speciale, perché lo è davvero (non il circo, c’è altro oltre a quello). Scrivere aiuta a ricordare, e anche sfogliare la galleria del telefono (grazie a chi l’ha inventato).
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The day after: Chamonix, 2021
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io-e-la-mia-mente · 3 months
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La memoria è un dono che pochi sanno apprezzare, ci viene regalata dal nostro cervello , che , con tutti i suoi intricati meccanismi di sinapsi , recettori , guaine mieliniche , neurotrasmettitori ecc.. fa si che noi possiamo ricordare gioie e dolori per lungo , lunghissimo tempo .. Purtroppo non è possibile ricordare ogni singolo evento accaduto nel corso degli anni , e allora , l'uomo , intelligentemente , ha imparato a raccogliere le informazioni , a mettere i suoi pensieri per iscritto e a conservarli .. così è nata una nuova memoria , una memoria indotta da una parola letta , da un disegno visto , ed ecco un ricordo riaffiorare .. I ricordi non devono per forza essere nostri, possono essere anche di altre persone .. leggendoli , ci arricchiamo di esperienze non per forza nostre e così facendo la memoria di qualcun altro continuerà ad esistere .. Ho imparato a scrivere per fissare su un foglio i miei pensieri , perchè non voglio dimenticare le emozioni che sto vivendo , nemmeno tra molti anni .. E' bello poter ricordare e vedere dove si è arrivati , è bello potersi perdere in parole che si credevano dimenticate , è ancora più bello vedere come solo leggendo delle frasi di molti anni prima tutto sembra ritornare a vivere .. La memoria non è segno di nostalgia , ricordare non ci rende più deboli , tornare a guardare indietro non è una brutta cosa .. Ricordo quando scrivevo le parole che ti ho donato , ricordo i miei stati d'animo mentre l'inchiostro colorava i fogli , ricordo quello che vi ho scritto , parola per parola , e sono contenta che Tu possa farle un pò Tue .. Non ho timore di dimenticare , so che avverrà , ma so anche che se vorrò ricordare , a dispetto della memoria ballerina , potrò rileggere quello che ho scritto , potrò anche solamente ascoltare mentre qualcuno leggerà per me .. Un giorno potrebbe accadere che i ricordi non riescano più a riaffiorare nella mia mente , quel giorno la mia memoria mi avrà completamente abbandonata , quel giorno , i miei ricordi e i miei pensieri potranno solo essere letti da qualcun altro e diventeranno nuova memoria
schiava-di-ING
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Che giornata strana ma bella a modo suo tra flashback e ricordi, risate in famiglia e acquisti utili per dei lavoretti targati i racconti di Vittoria Belli
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Sento una sensazione strana nel petto che è sia quel vuoto che non mi abbandona da quel giorno anzi da anche prima di quel giorno, sia una sensazione di felicità nel vivere di più nella realtà e legarmi ancora alla mia famiglia, ci sono solo momenti in cui sento la tua mancanza dopo aver sentito qualcosa che mi rimanda a piccoli ricordi di quel che abbiamo vissuto o solo immaginato e mi estraneo per un poco, mi vengono gli occhi lucidi e batto forte le palpebre per non lasciare scendere quelle lacrime, non voglio piangere voglio conservare il buono che c'è stato nel mio cuore così da riscaldarlo quando sopraggiunge il freddo di un momento no.
In questo istante nella mia testa passa questa frase della Pausini "e mentre il mondo si è diviso in sette continenti, ci sono io che resto ferma nelle strade dei ricordi" ed è vero tendo a fermarmi spesso nei ricordi mi ci tuffo senza protezioni e poi mi sforzo di ritornare a galla e andare avanti.
Prima volevo urlare ai miei cugini che mi spiano sempre il telefono: «Ma davvero non vi accorgete che manca una chat da Natale su WhatsApp, quell' "animo" come lo avevate soprannominato voi e no non ho cancellato la sua chat come faccio con voi semplicemente per fare spazio, ma quella chat non c'è proprio più, come non c'è più nessun contatto con lui e credetemi fa male, fa davvero male ripensarci».
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missrainworld · 11 months
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per qualcosa che è morto sul nascere
Allora, non so esprimere ciò che provo a parole, ho sempre detto che mi mette a disagio. Non so nemmeno perché sto scrivendo e non so nemmeno se ti darò mai questa lettera, ma alla fine rimango sempre una romanticona ed ho bisogno di riordinare i miei pensieri. D'altronde preferisco vivere di rimorsi di quello che è effettivamente accaduto piuttosto che rimpianti di quello che sarebbe potuto succedere.
Mi hanno sempre detto " non puoi amare un'altra persona se prima non ami te stessa " e ho sempre pensato fosse un enorme stronzata. Perché non ho mai amato me stessa ma quando sei arrivato mi sono dimenticata un po' di come ci si odia. Era merito tuo se stavo mangiando, se avevo voglia di gelato, quello alla stracciatella, se i miei pensieri non prendevano il sopravvento.
Ho sempre avuto paura dell’amore, non mi piacciono le emozioni così forti, non mi piace legarmi ad una persona e far dipendere il mio umore da questa, e ciò che è successo non lo volevo. Ero super chill being friends, ma la cosa che mi ha fatto dire " vabbè dai proviamoci" è quando tu hai iniziato a chiedermi ogni mattina come stessi.
Ti sembrerà scontato ma nessuno me lo aveva mai chiesto così tante volte (soprattutto all'inizio rompevi le palle perché io volevo sviare il discorso) in una giornata e letteralmente ogni giorno che passava andava sempre un pochino meglio.
E come tu cercavi di far star meglio me io cercavo di darti tutto il supporto possibile. Per una volta volevo che qualcuno mi desse lo stesso amore che davo io agli altri, e tu lo stavi facendo.
Inutile negare che le nostre insicurezze si legavano bene insieme ma a differenza mia le tue insicurezze sono tutte nella tua testa, e questa è la cosa peggiore ma non importa quanti difetti tu ti senta di avere, sei una persona fantastica, vorrei veramente ti guardassi con i miei occhi. Ho sempre visto la tua parte peggiore ed ho sempre pensato che fosse bellissima.
Non sei una persona cattiva, hai un cuore d'oro e non dovresti mai metterti in dubbio. Non dovresti nemmeno sminuirti così tanto, perché anche se non te lo dirò più io, sei estremamente intelligente e metti tutto te stesso in quello che fai.
Faccio fatica ad immaginare una vita in cui non ci sei tu, senza i tuoi messaggi, senza i tuoi " sei una nana" o " che bona" anche quando sono distrutta ma ho imparato che bisogna prenderle, le decisioni. Non ha senso lasciare le situazioni a metà, tantomeno le persone. I "forse", i "non lo so", i "così e così" sono solo scuse ed io sono stanca di stare male per far star bene gli altri.
Le cose si sentono e basta, la verità è che si ha paura di darle, certe risposte. Si prova e si rischia. Il " non voglio perderti", " sei stupenda" non mi servono se non portano a nulla, mi sento solo costretta ad aspettare una persona che non mi vorrà mai. Non capisco come una persona che mi dica che sono troppo importante da perdere faccia così. Con questo non sto dicendo che non possiamo essere amici ma di amici ne ho già parecchi e ti omologheresti al resto. Non sto nemmeno dicendo che ti odio, come potrei mai farlo, non potrò mai cambiare il modo in cui ti guardo.
Mi hai fatta sentire speciale per un nanosecondo e ti ho dato così tanto potere in pochissimo tempo che sei riuscito a far ritornare una parte di me che non vedevo da anni, sia in senso positivo che in senso negativo, non davo così tanta fiducia ad una persona da tanto e giuro che mi sono ricordata del perché. Però vediamo il lato positivo, essendo stata male farò un glow up per l’estate.
Non so cosa sia successo e probabilmente non lo voglio nemmeno sapere perché nel mio cervello è impossibile comprendere come una persona possa annullare dei sentimenti così forti in così poco tempo.
Mi dici "ci sono sempre se è qualcosa" ma come faccio a parlare dei miei problemi quando tu ora ne fai parte? Non prenderla come qualcosa di cattivo ma io forse, sono addirittura più fragile di te.
Ogni volta che mi lego ad una persona non riesco a staccarmi almeno che questa non mi distrugga e qualcosina di te rimarrà sempre in me ed onestamente vorrei che mi avessi fatto più male, così non avrei nemmeno pensato di scrivere e mi sarei staccata immediatamente. Citando Montale (d’altronde sono una tipa acculturata), Eppure resta che qualcosa è accaduto, forse un niente, che è tutto.
Letteralmente scusa se non sono abbastanza, se spammo messaggi, se mi preoccupo troppo, se voglio sapere come stai, se hai mangiato, se ti sei divertito quando sei uscito, se non vado bene per te, prometto che non lo farò più.
L'unica cosa di cui sono felice è che non ho rovinato nulla di effettivamente esistente.
Ed onestamente voglio solo vederti felice, non importa se con me o senza. Spero tu riesca a trovare una persona che ami i tuoi difetti, che ti porti i cornetti a scuola e ti compri le cose quando fai i capricci ma soprattutto stia sempre al tuo fianco anche quando non vuoi nessuno.
D'altronde è triste essere da soli quando fuori piove.
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