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#saggista
princessofmistake · 3 months
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Il coraggio è quello delle tre del mattino. È l’ora peggiore. È l’ora in cui sei solo. È l’ora in cui devi fare i conti con la tua vita. Soprattutto quelli che non tornano. E poi, l’alba, la luce, i rumori, la moka del caffè e la vita che ricomincia. E le voci amiche che ti confortano. Perché da solo l’uomo non è nulla, abbiamo bisogno gli uni degli altri.
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greta1996 · 8 months
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Non sono arrabbiata perché mi hai mentito, sono arrabbiata perché d'ora in poi non posso più crederti.
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mucillo · 4 days
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"La stupidità ci faceva ridere, era uno dei nostri grandi motivi di spasso, ma aveva anche qualcosa di spaventevole. Se avesse prevalso, non avremmo più avuto il diritto di pensare, di prendere in giro, di provare veri desideri, veri piaceri. Bisognava combatterla o rinunciare a vivere.”
Simone de Beauvoir
insegnante, scrittrice, saggista, filosofa e femminista francese
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vintagebiker43 · 4 months
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PERCHÉ NON CREDO IN DIO
di Carlo Rovelli:
“Diverse persone mi hanno chiesto perché dico che non credo in Dio. Ecco la mia risposta.
A me non piacciono quelli che si comportano bene per paura di finire all’inferno. Preferisco quelli che si comportano bene perché amano comportarsi bene.
Non mi piacciono quelli che sono buoni per piacere a Dio. Preferisco quelli che sono buoni perché sono buoni.
Non mi piace rispettare i miei simili perché sono figli di Dio. Mi piace rispettarli perché sono esseri che sentono e che soffrono.
Non mi piace chi si dedica al prossimo e coltiva la giustizia pensando in questo modo di piacere a Dio. Mi piace chi si dedica al prossimo perché sente amore e compassione per le persone.
A me non piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone stando zitto dentro una chiesa ascoltando una funzione. Mi piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone guardando i miei amici negli occhi, parlando con loro, e guardando il loro sorriso.
Non mi piace emozionarmi davanti alla natura perché Dio l’ha creata così bella. Mi piace emozionarmi perché è così bella.
Non mi piace consolarmi della morte pensando che Dio mi accoglierà. Mi piace guardare in faccia la limitatezza della nostra vita e imparare a sorridere con affetto a sorella morte.
Non mi piace chiudermi nel silenzio e pregare Dio. Mi piace chiudermi nel silenzio e ascoltare le profondità infinite del silenzio.
Non mi piace ringraziare Dio: mi piace svegliarmi al mattino, guardare il mare e ringraziare il vento, le onde, il cielo e il profumo delle piante, la vita che mi fa vivere, e il sole che si alza.
A me non piacciono quelli che mi spiegano che il mondo l’ha creato Dio, perché penso che non lo sappia nessuno di noi da dove viene il mondo; penso che chi dice di saperlo si illude; preferisco guardare in faccia il mistero, sentirne l’emozione tremenda, piuttosto che cercare di spegnerla con delle favole.
A me non piacciono coloro che credono in Dio e così sanno dove sta la Verità, perché penso che in realtà siano ignoranti quanto me. Penso che il mondo è per noi ancora uno sterminato mistero. A me non piacciono quelli che conoscono le risposte. Mi piacciono di più quelli che le risposte le cercano, e dicono «non so».
Non mi piace chi dice di sapere cosa è bene e cosa è male, perché sta in una chiesa che ha il monopolio di Dio, e non vede quante diverse chiese esistono al mondo. Quante morali diverse, e ciascuna sincera, esistono al mondo.
Non mi piace chi dice a tutti cosa tutti devono fare, perché si sente forte grazie al suo Dio. Mi piace chi mi dà suggerimenti sommessi, chi vive in un modo che mi stupisce e ammiro, chi fa scelte che mi emozionano e mi fanno pensare.
Mi piace parlare agli amici, provare a consolarli se soffrono. Mi piace parlare alle piante, dare loro da bere se hanno sete. Mi piace amare. Mi piace guardare il cielo in silenzio. Mi piacciono le stelle. Mi piacciono infinitamente le stelle.
Non mi piace chi si rifugia nelle braccia di una religione quando è sperso, quando soffre; preferisco chi accetta il vento della vita, e sa che gli uccelli dell’aria hanno il loro nido, ma il figlio dell’uomo non ha dove posare il suo capo.
E siccome vorrei essere simile alle persone che mi piacciono, e non a quelli che non mi piacciono, non credo in Dio.”
Carlo Rovelli,
fisico e saggista
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fuoridalcloro · 6 months
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"Di che cosa è fatta la vita umana? Noi siamo fatti delle parole che abbiamo incontrato, che ci hanno marchiato, ustionato, ferito, nominato. Portiamo nell’inconscio la traccia indelebile delle parole degli altri. Parole che, con Lacan, possono essere proiettili che crivellano la superficie della nostra esistenza – pensiamo a un insulto espresso da un genitore o da un insegnante - ma anche parole d’amore e di gioia.
Noi siamo fatti anche da tutti i nostri innumerevoli morti, da tutte le perdite che hanno scavato nella nostra anima dei vuoti, da tutte le persone significative che abbiamo incontrato e poi perduto: maestri, amori che sono finiti, amici che abbiamo perso. Tutto quello che è stato e che non è più, che ha marchiato la nostra vita e si è perduto nel tempo, resta in qualche modo ancora qui perché lo portiamo dentro noi stessi. Chiunque di noi è circondato da assenze presenti (...) A differenza di quanto accade per le altre forme di vita, vegetale e animale, nella forma umana della vita, la morte è sempre prematura, viene sempre troppo presto, in anticipo e innaturale, portando con sé una dimensione di atrocità e ingiustizia (...)
L’oggetto perduto, pur essendo assente, è ovunque, ingombra con la sua presenza la vita di un soggetto divenuto simile a qualcuno che frequenta una stazione ferroviaria in cui non passano più treni".
Lectio magistralis dello psicanalista e saggista Massimo Recalcati al cinema Astra di Parma in occasione del Festival "Il rumore del lutto".
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t-annhauser · 7 months
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Sono un affabulatore, uso le parole per ingannare, in effetti la realtà è più povera di come la descrivo ma in fondo è il motivo che mi ha spinto a scrivere, quello di abbellire una realtà che così com'era mi sembrava altrimenti monotona. Mi ricordo la prima volta che mi prese l'idea di mettermi a scrivere, avrò avuto tipo 13 anni, ero davanti a una vecchia macchina da scrivere della Olivetti, un moloch pieno di ingranaggi oleosi, col nastro bicolore rosso e nero (anche se per la cronaca io sono nerazzurro), mi ero messo a scrivere dopo che avevo letto un racconto di fantascienza, il mio primo amore, perché mi aveva preso la fascinazione per lo spazio e per le astronavi. Il racconto durò dieci righe e poi non mi riuscì di continuarlo, solo nel 2004, quando ho aperto il mio primo blog, mi sono riscoperto saggista, ero un saggista e mi credevo uno scrittore di fantascienza, va be', poco male, l'importante era scrivere.
(scritto di getto, senza rileggere)
(vabbè, l'ho riletto solo una volta)
(facciamo due?)
(tre)
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klimt7 · 16 days
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Crepet e la felicità: “Il cappero è una metafora della vita, non importa se cresce da un’altra parte, conta la passione con cui lo pianti. Conta la libertà” - la Repubblica
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abr · 2 years
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La letteratura contemporanea è morta. È solo noiosa propaganda. Hanno comminato il Nobel a un'altra beghina di sinistra che ci serve il menù del giorno. Abortismo da salotto, appelli per i brigatisti italiani a Parigi, outing elettorale, il ritornello di Bertinotti in uno sfigatissimo congresso di Rifondazione comunista (“siamo cinesi, etero, gay, cattolici, ebrei, musulmani, zingari, senzatetto”), boicottaggio d'Israele e linciaggio dei colleghi "fascisti". Che spinse un famoso saggista a chi gli faceva presente che a forza di fumare due pacchetti al giorno sarebbe finito male a rispondere: “Sempre meglio che morire di noia leggendo Annie Ernaux”.
via https://twitter.com/giuliomeotti/status/1578386109637206018
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raffaeleitlodeo · 9 months
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L’ultima volta che ho incontrato Michela, prima che diventasse famosa, è stato nel 2001, eravamo al termine di un triennio in Azione Cattolica, che ci aveva visto lavorare insieme: lei come responsabile dei giovani della Sardegna, io come responsabile nazionale. "Che farai ora?", le chiesi. "Farò l'allevatrice di lumache", mi rispose. La salutai frastornato da un misto di nostalgia anticipata (pensavo infatti che difficilmente ci saremmo rivisti) e di rabbia (ma come è possibile - riflettevo - che una pesona di così grande talento non trovi altro spazio nel nostro paese che quello di allevare gasteropodi?).
Fortunatamente mi sbagliavo su entrambi i fronti: il talento di Michela è esploso rapidamente e io ho avuto la fortuna di continuare a frequentarla. Non credo che Michela abbia mai allevato lumache, di mestieri però ne ha fatti tanti: i più noti sono quelli di portiere di notte in un albergo e di venditrice attraverso un call center. C'è una costante però nelle diverse vite (la definizione è sua) che ha vissuto: quella di brillare e illuminare. Così quando lavorava in albergo ha incontrato Vinicio Capossela e insieme hanno registrato un brano a due voci, che spero un giorno avremo modo di ascoltare; il racconto dell'esperienza nel call center invece è diventato il suo primo grande successo letterario, quello che le ha aperto nuove e inaspettate vite: scrittrice, sceneggiatrice, saggista, attivista, candidata alla presidenza della regione Sardegna e tante altre ancora.
Quando le ricordavo quello che pensavo sarebbe stato il nostro ultimo dialogo, lei spiegava tutto con una metafora da campagna sarda: ho fatto la mossa del topo, quello che costretto in un angolo da una scopa, non avendo più vie di fuga, per evitare il colpo ferale, aggredisce. Ecco allora un'altra costante che ho trovato in Michela dagli anni giovanili ad oggi: la ribellione. Parola quest'ultima che però non va fraintesa. Michela sulla scena pubblica è stata troppo spesso interpretata come una barricadera, un'icona di posizioni ideologiche di un'area ben precisa. Un ritratto falso e semplicista questo, che non dice nulla di chi è stata Michela Murgia. Torno alla metafora del topo: Michela ha lottato per quelli che via via ha ritenuto fossero i più deboli, lo ha fatto con la forza delle sue parole, della sua prorompente personalità, a volte in maniera urticante, nella società come nella Chiesa, ma non è mai stata un'intellettuale da salotto. Le battaglie che ha sostenuto (al di là della valutazione di merito che ciascuno di noi può dare) le ha fatte sulla base di una ricerca, di uno studio, mai attraverso scorciatoie ideologiche. Michela si è esposta e ha pagato di persona. Michela ha detto parole dure non per odio verso qualcuno, né per compiacere circoletti intellettuali, Michela ha parlato in coscienza e consapevolezza, attirandosi per questo, oltre ad ammirazione, anche l'odio di molti. Circostanza per cui ha sofferto. Il sogno di traferirsi in Corea, coltivato negli ultimi anni, veniva proprio da questo: dalla sofferenza di essere insultata, magari mentre era in fila al supermercato, in ragione delle sue idee.
C'è poi un'altra dimensione meno conosciuta di lei che, per questo, vale la pena di raccontare: quella della fede. Michela ha studiato teologia, animata da quella che Ignazio chiamava la santa inquietudine. Michela ha polemizzato e fatto a botte con la religione, non con la fede che mai ha rinnegato. Michela è stata un'intellettuale credente che ha provato sempre, nella sua coscienza come nelle pagine scritte, a far dialogare la cultura e le istanze del nostro tempo con il Vangelo, con tutta la fatica e le incongruenze che questo comporta. Non spetta a nessuno giudicare il suo percorso, per quanto mi riguarda sento di ringraziarla anche per la testimonianza, profondamente evangelica, di come ha vissuto la malattia, per averci dimostrato, come ha scritto Chiara Valerio, che "i legami tra le persone sono più persistenti delle persone stesse" e per averci lasciato una delle più belle definizioni di Paradiso che mi sia toccato di ascoltare: "una comunione continua senza intervalli".
Gennaro Ferrara, Quella sete d'assoluto, "Avvenire", 12 agosto 2023
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gregor-samsung · 1 year
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“ Lo scrittore e saggista austriaco Stefan Zweig, in un articolo del ’31, annotava che ogni essere umano «grazie al libro, non è piú murato solo con se stesso nel proprio ristretto campo visivo: può invece rendersi partecipe di tutti gli avvenimenti presenti e passati, dell’intero pensare e sentire dell’intera umanità». Attraverso i libri – continuava Zweig – «un mondo piú tumultuoso e selvaggio irrompeva all’interno delle mura dell’abitazione borghese»; grazie ai libri «ho intuito per la prima volta l’incommensurabile vastità del mondo e il piacere di smarrirmi in essa»; leggendo non si vede la realtà soltanto con i propri occhi, «ma con lo sguardo di innumerevoli anime». Chi legge segue il desiderio di vivere una vita “allontanante”, di lasciarsi magari alle spalle un mondo tetro e spiacevole, ed evadere in uno piú vasto, piú vario e piú ricco o piú intimo. L’“allontanamento” può salvare dal sentirsi schiacciati dal presente e dalle incombenze spesso uggiose del vivere. Chi legge può andare là dove altri non ci sono, in un territorio tutto suo, una “via del rifugio”. L’esperienza di un lettore non è limitata alla propria esistenza di uomo sulla terra. Nella vita, notava Antonio Tabucchi, «si può avere un grande amore, è già una fortuna, due grandi amori è un privilegio che tocca a pochi, ma l’esperienza umana è estremamente limitata»; tramite la letteratura invece, fonte di conoscenza, «tu entri, attraverso varie porte, in questo sentimento complesso che non potresti mai esperire in forma diretta, perché è chiaro che non possiamo essere simultaneamente, nella nostra breve vita, Anna Karenina e, poniamo, Tristano e Isotta o Emma Bovary o Giulietta e Romeo». Grazie ai libri riusciamo invece a vivere piú vite, non esclusivamente l’immediato nostro presente. Il libro è il pensiero vivente di una persona, separata da noi dallo spazio del tempo, e ci parla. Alla memoria personale aggiungiamo una memoria collettiva, e l’intrico delle due «allunga la nostra vita, sia pure all’indietro», scrive Umberto Eco nelle Sei passeggiate nei boschi narrativi, «[…] in qualche modo nel corso della nostra vita noi possiamo rabbrividire con Napoleone per un levarsi improvviso del vento dell’Atlantico su Sant’Elena, gioire con Enrico IV per la vittoria di Azincourt, soffrire con Cesare per il tradimento di Bruto». In un saggio del 1919, La lettura, ancora Virginia Woolf rilevava con rapita scrittura la magica possibilità umana del leggere come circostanza capace di far volgere la mente al passato, quando, grazie a una eventuale complice calma e calda mattina d’estate, un libro soltanto – dietro alle voci del presente, le figure, una fontana, le cose… – permette di aprire una strada infinita che si allunga sino a incontrare come in un fuga musicale una variazione innumerevole di altre voci, altre figure, altre fontane… Apre da quel momento la valorizzazione di uno spazio privato, il tempo lento del leggere in spazi sottratti alla giornata. “
Gian Luigi Beccaria, In contrattempo. Un elogio della lentezza, Einaudi (collana Vele), 2022. [Libro elettronico]
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abatelunare · 2 months
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Libri che vanno letti 55
Ho cominciato a frequentare la letteratura fantastica al liceo, per colpa di un mio compagno di classe (e amico). In seguito ho organizzato le mie letture, alternando rigorosamente fantastico e realistico/saggistico. (Ora non più: leggo quel che mi pare quando mi pare, senza badare al genere di appartenenza). A quel tempo ho scoperto che lo scrittore italiano Sergio Solmi non era solo un poeta, ma anche un ottimo saggista. Oltre a Scrittori negli anni ho trovato infatti Saggi sul fantastico, raccolta di undici saggi in materia.
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Oltre a essere ben scritti, tradiscono competenza e passione. A Solmi, insomma, il genere piaceva. A dispetto di una letteratura come la nostra, nella quale il fantastico non ha mai attecchito veramente, nonostante alcuni esiti davvero interessanti (basti pensare a Papini e a Capuana, tanto per citare due nomi). Per questo bisognerebbe leggerlo. Parere personale, eh.
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diceriadelluntore · 11 months
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Picchi
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In foto, Sir Edmund Hillary sulla vetta dell’Everest, 29 Maggio 1953. 
Con lui c’era Tenzing Norgay, lo sherpa nepalese.
Il Times mandò, a carissimo presso, un corrispondente, James Morris, gallese, unico giornalista ammesso. Scrive un messaggio, lo affida a un runner, un messaggero che corre sul sentiero che collega il campo-base a Namche Bazaar, dove funziona l’unica radio della regione. Vista l’esclusiva, c’è il tacito accordo di inviare un messaggio in codice. Quello di Morris recita “condizioni neve cattive stop, base avanzata abbandonata ieri stop, attendiamo miglioramenti”. Quando viene decifrato in redazione, però, il significato è diverso. “Vetta raggiunta il 29 maggio da Hillary e Tenzing”. Il 2 giugno, mentre il corteo per l’incoronazione di Elisabetta II percorre le strade di Londra, gli strilloni del Times e gli altoparlanti annunciano che l’Everest è stato salito ai tre milioni di persone che assistono alla cerimonia. Morris sarà un giornalista investigativo fenomenale, e tra i suoi scoop  Tra i suoi scoop nel 1956 per il Manchester Guardian rivelò che le forze francesi stavano attaccando segretamente l'Egitto durante la cosiddetta crisi del Canale di Suez. All'inizio degli anni '60, seguì il processo di Adolf Eichmann a Gerusalemme.
Morris nel 1964 fu una delle prime personalità ad iniziare una transizione di genere, e a dichiararlo pubblicamente: negli anni ‘70 si sottopose ad uno dei primi interventi chirurgici in Marocco per il cambio di sesso, divenendo Jan Morris. Femminista, saggista e scrittrice di grande successo, rimane sposata con Elizabeth Tuckniss dal 1949 fino ad una separazione consensuale a fine anni ‘70, pur rimanendo sempre vicine, tanto che si unirono in unione civile nuovamente nel 2008 e decidendo che sarebbero state, infine, sepolte insieme. Decisero anche l'iscrizione sulla lapide, sia in gallese che in inglese: "Qui giacciono due amiche alla fine di una vita". Jan Morris è morta nel 2020.
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greta1996 · 2 years
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Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato.
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lamilanomagazine · 6 months
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31 ottobre 1993 - 31 ottobre 2023. «F come Fellini»: nel 30ennale della scomparsa Cine34 ricorda il più grande regista del cinema italiano.
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31 ottobre 1993 - 31 ottobre 2023. «F come Fellini»: nel 30ennale della scomparsa Cine34 ricorda il più grande regista del cinema italiano. In occasione del 30ennale dalla scomparsa, Cine34 propone una rassegna dedicata a Federico Fellini. Una carrellata di capolavori, che ricordano il più grande regista del cinema italiano, riscoprendone valore, influenze, tic, leggerezza, ritmo e straordinari sogni, grazie a introduzioni e commenti dell’autorevole critico cinematografico, autore e saggista, Tatti Sanguineti. Il più autobiografico tra tutti i film di Fellini, la commedia venata di malinconia Amarcord, Oscar per il miglior film straniero (oltre a Golden Globe, David di Donatello, Nastro d’Argento...), va in onda il 31 ottobre, in prima serata. Presentata fuori concorso al Festival di Cannes, l’opera è stata selezionata tra i 100 film italiani da salvare. Il titolo, entrato nella cultura popolare, è quindi diventato un neologismo della lingua italiana, con il significato di rievocazione in chiave nostalgica. Nel cast della pellicola, Pupella Maggio, Armando Brancia, Magali Noël, Ciccio Ingrassia, Nando Orfei, Luigi Rossi, Bruno Zanin, Gianfilippo Carcano, Josiane Tanzilli, Maria Antonietta Beluzzi, Giuseppe Ianigro, Marcello Di Falco, Alvaro Vitali. Ai titoli già trasmessi - Lo Sceicco Bianco, il primo diretto, nel ’52, con Giulietta Masina e Alberto Sordi; il successivo (I Vitelloni), vincitore di un Leone d’Argento e tre Nastri d’Argento; il pluripremiato La Dolce Vita, opera che ha segnato un prima e un dopo nel cinema internazionale, e 8 ½, doppio premio Oscar (miglior film straniero e migliori costumi), con Marcello Mastroianni, in entrambe le pellicole sex-symbol inarrivabile - seguono Giulietta degli Spiriti, primo film a colori del Maestro, doppio premio Oscar, Golden Globe per il miglior film straniero, David di Donatello a Giulietta Masina e Sandra Milo, e Le tentazioni del dott. Antonio, tratto dal film Boccaccio ‘70.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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vintagebiker43 · 1 year
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Sopra Fabio Fazio, 30 Novembre 1964.
Diplomato al Classico, laureato in Lettere e Filosofia, conduttore televisivo, produttore televisivo, saggista e imprenditore.
Ha lavorato per 40 anni in Rai assicurando alle casse della Televisione di Stato decine di milioni annui (almeno) di ricavo, grazie alle sue trasmissioni.
Per fare un esempio, ogni puntata di Che Tempo Che Fa costa 450mila euro e incassa oltre il milione (milione) di euro in pubblicità.
Ha intervistato le menti più brillanti del presente e del recente passato, garantendo agli spettatori cultura e intrattenimento.
Sotto Matteo Salvini, 9 Marzo 1973.
Diplomato al Classico, laureato all’università del bar sport di Pontida.
Dopo un’adolescenza confusionaria, in cui è passato dai comunisti ai celoduristi indipendentisti al suono di “Vesuvio lavali col fuoco”, ha partecipato alla trasmissione televisiva Doppio Slalom. Slalom che gli riuscirà per tutta la vita egregiamente, specialmente per scansare il lavoro.
Dal 1993 vive grazie ai sussidi di Stato: consigliere comunale, deputato, europarlamentare, senatore, ministro. Noto per la particolare abilità per cui riesce ad essere sempre e comunque assente quando ci sarebbe da giustificare il sussidio di Stato, riappare magicamente quando ci sono panini, porchette e sagre di ogni tipo.
Ad ora, è costato alle casse pubbliche svariati milioni di euro.
Nonostante questo - e nonostante rappresenti inspiegabilmente la Repubblica Italiana in qualità di vicepresidente del Consiglio dei Ministri - ha gioito alla cacciata di Fazio dalla Rai (con conseguente perdita di introito per lo stesso Stato che rappresenta) - con un tweet che sembrava scritto da un bullo di periferia.
Questo, in sostanza, il livello di chi ci governa.
@Fabrizio Del Prete
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kneedeepincynade · 6 months
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Tell me a single Western nation, which has a shred of the friendship China has with the nations of Africa
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
😍 深情厚谊 - Profonda Amicizia è l'espressione con cui si può riassumere il Rapporto tra la Repubblica Popolare Cinese e lo Stato d'Eritrea 💕
⭐️ Filippo Bovo - giornalista, analista e saggista per Le Nuove Vie del Mondo e Osservatorio Sette, si occupa da tempo dei Rapporti tra i due Paesi 🤝
🇪🇷 Partendo dalla Visita di Stato del Presidente Afwerki in Cina di quest'anno, e focalizzandosi sul 30° Anniversario dell'Indipendenza dell'Eritrea, il Compagno Filippo Bovo analizza nell'Articolo: "Cina ed Eritrea, un rapporto molto più che alla pari", la Storia della Lotta del Paese Africano per la Liberazione, fortemente legata all'esperienza rivoluzionaria della Repubblica Popolare Cinese, e la Cooperazione a Mutuo Vantaggio concretizzatasi nel 1993, che è via via cresciuta sempre di più 💕
💬 «Oltre alle questioni internazionali - scrive Filippo Bovo, il prossimo passo [per l'Eritrea] è implementare quella che si presenta ormai come una terza fase della sua storia: dopo il trentennio di lotta per la conquista dell'indipenza, ed il successivo trentennio, appena conclusosi, di lotta per preservarla dalle pretese egemoniche altrui, pagato con guerre, sanzioni ed allerta permanente, ora si può finalmente passare a quella tesa al suo sviluppo interno» ⭐️
🤔 Nell'articolo viene descritto, nel dettaglio, il Processo di Cooperazione tra i due Paesi, dalla 一带一路 alle singole visite del Presidente Afwerki presso gli stabilimenti di numerose Aziende Cinesi 🇨🇳
💬 «Possiamo dire che quanto visto in questi giorni sia stato il lieto ritrovarsi di due grandi civiltà amiche, dedite a portare avanti un loro percorso di mutuo rispetto e mutuo vantaggio, esemplare per ogni altra nazione del mondo», scrive il Compagno Bovo ✍️
😍 Un altro articolo di Filippo Bovo sul Rapporto tra Cina ed Eritrea è: "Da Pechino ad Asmara, il privilegiato rapporto tra Cina ed Eritrea", che analizza il Tema dell'Amicizia tra i due Paesi, focalizzandosi su quattro concetti fondamentali:
一 «Cina ed Eritrea sono "compagni che la pensano allo stesso modo" ⭐️
二 «Cina ed Eritrea sono "compagni in armi nella buona e nella cattiva sorte" ⭐️
三 «Cina ed Eritrea sono "partner in una cooperazione reciprocamente vantaggiosa" 🤝
四 «Cina ed Eritrea sono "amici legati nel cuore" 💕
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😍 深情厚谊 - Deep Friendship is the expression with which the relationship between the People's Republic of China and the State of Eritrea can be summarized 💕
⭐️ Filippo Bovo - journalist, analyst and essayist for Le Nuove Vie del Mondo and Osservatorio Sette - has long been involved in relations between the two countries 🤝
🇪🇷 Starting from the State Visit of President Afwerki to China this year, and focusing on the 30th Anniversary of Eritrea's Independence, Comrade Filippo Bovo analyzes in the Article: "China and Eritrea, a relationship much more than equal", the History of the African Country's Struggle for Liberation, strongly linked to the revolutionary experience of the People's Republic of China, and the Mutual Benefit Cooperation which took shape in 1993, which has gradually grown more and more 💕
💬 «In addition to international issues - writes Filippo Bovo, the next step [for Eritrea] is to implement what now presents itself as a third phase of its history: after thirty years of struggle for the conquest of independence, and the subsequent thirty years, just ended, of struggle to preserve it from the hegemonic claims of others, paid for with wars, sanctions and permanent alert, now we can finally move on to one aimed at its internal development" ⭐️
🤔 The article describes, in detail, the Cooperation Process between the two countries, from the 一带一路 to the individual visits of President Afwerki to the factories of numerous Chinese companies 🇨🇳
💬 «We can say that what we have seen in recent days has been the happy meeting of two great friendly civilizations, dedicated to pursuing their path of mutual respect and mutual advantage, exemplary for every other nation in the world», writes Comrade Bovo ✍️
😍 Another article by Filippo Bovo on the relationship between China and Eritrea is: "From Beijing to Asmara, the privileged relationship between China and Eritrea", which analyzes the theme of friendship between the two countries, focusing on four fundamental concepts:
一 «China and Eritrea are "like-minded comrades" ⭐️
二 «China and Eritrea are "comrades in arms in good times and bad" ⭐️
三 «China and Eritrea are "partners in mutually beneficial cooperation" 🤝
四 «China and Eritrea are "friends linked in the heart" 💕
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