Tumgik
#tasca destra
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se fossi ancora qui con me ti farei vedere io che la lezione d'amore che mi hai insegnato io l'ho imparata bene
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breaddo · 1 year
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hate when spotify is like im not going to play anything good but when i do its going to be one of those songs that rips your heart out of your chest
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ragazza-paradiso · 2 years
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in the taxi to the airport, leaving rome, and “a parte te” by ermal meta comes on the radio, i could fucking cry
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abr · 4 months
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(...) Il merito principale del presidente argentino Javier Milei non è tanto quello di aver vinto le elezioni, quanto l’aver creato un movimento, una figura e soprattutto un messaggio capace di dare il via a un cambiamento culturale (...). Già le sue manovre iniziali hanno provocato un vero e proprio sconquasso (...) e pure la paura di molti leader populisti che l’esempio argentino, in caso di successo, possa provocare un effetto domino di prospettive per ora non quantificabili (...), sensazione che si percepisce (...) anche in alcuni Paesi europei e specialmente in Italia (...).
È curioso notare come la stampa mainstream nostrana lo ha perseguitato nel corso dell’intera campagna elettorale e anche dopo, attribuendogli politiche di estrema destra e addirittura ipotizzando una dittatura (...). Ma anche se Milei si è tolto il vestito da Beppe Grillo (...), continua la persecuzione a suon di interpretazioni fasulle di certe sue decisioni iniziali e attuali.
(I) ben 340 decreti presidenziali emessi già la prima settimana di lavoro , mettono in moto un cambiamento radicale di un universo politico, economico e sociale che ha permesso a quella che, fino al 1947, era la terza potenza del mondo anche a livello di riserve auree nelle casse dello Stato, già nel 1953 di non avere in pratica nulla (...), proseguito fino ad arrivare a portare la nazione (a) default continui, ma anche di tracolli sempre più grandi come l’ultimo (:) la povertà è salita al 50% con un’indigenza infantile che ha raggiunto il 67%. Bei risultati, non c’è che dire.
La stampa italiana rispondente al Pensiero Unico Radical-Chic ZTL ha immediatamente parlato (...) di tutta una serie di “scioperi generali” dichiarati nei prossimi mesi dai sindacati legati al peronismo (...), ma anche sbandierando il licenziamento di ben 7.000 dipendenti pubblici, privatizzazioni “selvagge” delle aziende statali e cessioni di terre ai grandi investitori stranieri.
A parte che quest’ultima affermazione è una gigantesca bufala (o fake se preferite), pure le altre sono frutto di una interpretazione totalmente (deviata). È da giorni che chi scrive riceve telefonate da persone che lavorano presso i Ministeri, dove pare che (...) risulti impossibile trovare sedie nei vari uffici (...), scrivanie e strutture utili al lavoro.
No, non c’è stato un furto di massa di suppellettili, bensì una presenza totale del personale (:) da un giorno all’altro si sono presentati al lavoro migliaia di persone che negli ultimi 4 anni non si erano fatte vedere, ma si è pure scoperto che circa 159.919 di loro percepivano stipendio (e) ricevevano pure sussidi che spendevano in viaggi all’estero con aerei, navi, auto. Una truffa resa possibile da un sistema che elargiva benefit a persone vicine a partiti o organizzazioni sindacali in cambio di (...) “militancia”. (...) Tra questi si registrano pure coloro i quali (i famosi 7.000), per decreto, sono stati (assunti) dall’ex presidente nell’anno elettorale (...).
Altro particolare non di poco conto, inserito nel decreto definito “omnibus” (...) è quello che prevede che i Parlamentari e tutte le cariche dello Stato provvedano al pagamento dei propri viaggi privati di tasca propria (...). Milei ha firmato la settimana scorsa un decreto dove ha sottoscritto di non ricevere alcun compenso da parte dello Stato, cosa già da lui attuata da deputato. (...)
Il citato Decreto Omnibus (...) prevede tutta una serie di decisioni che configurano cambi epocali nella gestione non solo dello Stato ma anche dei suoi doveri nei riguardi della cittadinanza. Saranno privatizzate 41 aziende pubbliche (quasi tutte con deficit colossali o attivi “pompati”), riformata la legge sulla concorrenza, creata l’Agenzia per i mercati, liberalizzate le tariffe delle compagnie assicurative (...). Si introduce la sentenza diretta per reati inferiori ai 5 anni, la legge sulla legittima difesa (dove se chi commette un reato muore non ha diritto a nessun risarcimento), la possibilità di divorzio senza intervento giudiziario.
Per quanto concerne l’istruzione, le Università potranno tariffare la presenza di studenti stranieri non residenti e i professionisti non insegnanti potranno partecipare al processo educativo. È altresì vietato l’ingresso nelle scuole superiori di alunni che non abbiano completato con un diploma la scuola secondaria.
L’Argentina inoltre ha comunicato la sua uscita dal gruppo Brics, la sua adesione agli accordi di Parigi sul clima e alla Convenzione internazionale sulla protezione delle nuove varietà vegetali, stabilita nel 1991.
Come si vede si tratta di un vero giro a 180 gradi di una nazione che vuole uscire al più presto dalla gigantesca crisi nella quale il populismo peronista e kirchnerista l’ha inserita da decenni, in un processo nazional-popolare che ha aumentato la ricchezza della casta politica e i suoi privilegi e portato la povertà a livelli inaccettabili (...).
Ed è anche chiaro che questa serie di riforme (che al contrario di quanto annunciato anche dai media italiani ha provocato manifestazioni ben poco “spontanee” e partecipate) se potrà essere attuata, lo ripetiamo, provocherà un effetto domino che potrebbe investire anche il nostro Paese.
via https://www.ilsussidiario.net/news/diario-argentina-la-cura-anti-crisi-di-milei-che-non-piace-alla-nostra-stampa-mainstream/2639760/
SPERIAMO.
Applausi a scena aperta per Milei, un Grillo che ce l'ha fatta (perché non é gretto come Grillo, si basa non sui mal di pancia ma su un (anzi IL) sistema di riferimento positivo socioeconomico scientifico solido a supporto, non la boita Casaleggio&Associati).
Il 2024 si presenta come anno di crescenti pianti mainstream e forge di fake per i medioman su Milei: un anno tutto da godere.
Mica solo sul piano economico sociale, anche su quello della politica estera: supporto a Israele in primis, fanculo Cina e ciaone al satrapo retrò Putin, en attendant dello sciacquone pulisci Biden a fine anno che tutto quanto sopra risolverà (le sue lavanderine ucraine seguiranno automaticamente).
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klimt7 · 1 month
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CONTRO IL GOVERNO DEGLI ASINI, DEGLI INCOMPETENTI, DEGLI INADEGUATI, DEI GAFFEUR DI PROFESSIONE...
L'appello degli Scienziati, del mondo Accademico, della Ricerca scientifica Italiana, degli uomini più illustri in campo sanitario, che avvertono l'urgenza di lanciare l'allarme contro lo smantellamento del Sistema Sanitario Nazionale Italiano.
Prima che sia troppo tardi e non restino soltanto i cocci da raccogliere di ciò che fu l'orgoglio della Nazione italiana dal 1978 agli anni 2000.
Poi vennero i guastatori, vennero gli speculatori lombardi, i leghisti, gli Egoisti, i Berlusconi, gli interessi dei Formigoni di turno, a demolire il sistema Pubblico, per accordare favori e privilegi agli amichetti degli amichetti.
Alle speculazioni delle Cliniche Private che fanno profitti sulla pelle di chi si ammala.
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Poi non accusiamo nessuno che non lo sapevamo cosa stesse tramando questo sciagurato Governo di Destra-Destra, che ci porterà a sbattere e a disgregare la coesione nazionale mettendo tutti contro tutti, gli enti locali contro il Governo centrale, grazie alle norme sulla Autonomia differenziata e alla proposta di Premierato forte preteso dalla burina della Garbatella: la caciottara Giorgia Meloni.
Sappiamolo fin d'ora, cosa stanno preparandoci questi picconatori della Repubblica Italiana.
NOI CI BATTEREMO STRENUAMENTE PER DIFENDERE IL SISTEMA UNIVERSALE CHE GARANTISCE CURE A OGNI CITTADINO, SENZA DISTINZIONE DI REDDITO, CENSO, AMICIZIE DI PARTE O LEGAMI CORPORATIVI.
LE CURE SANITARIE VANNO PRESTATE A PRESCINDERE DAL PORTAFOGLIO CHE HAI IN TASCA. È UN DIRITTO SACRO QUESTO. È IL DIRITTO ALLA VITA, ALL'ESISTENZA IN VITA PER TALUNE PERSONE IN DIFFICOLTA' GIA ORA DA PERSONE SANE.
Approfondimento su Repubblica di oggi 4 aprile 2024.
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fridagentileschi · 1 year
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Ho pensato da subito che questa ventata di tendopoli studentesche che stanno sorgendo all'improvviso qua e la come forma di protesta verso il caro affitti, altro non poteva essere che l'ennesima ventata fuoriuscita da qualche deretano targato PD.
La nuova "scorreggia ideologica" trendy in odore di sinistrismo militante, ho sentito puzza di cialtronata piddina non appena ho visto l'ardore con il quale "Ella" si è precipitata con l'armocromista al fianco della protesta, così da fargli fare magari consulenze rateizzabili sulle tinte dei tendaggi, e quanto poco ci ha messo ad arrivare anche quelli del nuovo sindacato italiano della "PDELLE".
L'ennesima "sardinata" di una pletora di soggetti, che debitamente aizzati e "paghettati" dalla solita sinistra, stanno mettendo su un nuovo circo di saltimbanchi finalizzato a gettare un pò di discredito sulla Meloni come se non facesse parte della stessa massoneria e dello stesso gioco politico atto a far credere che in Italia esista una destra e una sinistra e non due facce della stessa medaglia.
SI, perchè gli affitti degli alloggi a questi 4 pagliacci con la tessera giovanile PIDDÌ in tasca, sono andati bene per quasi 11 anni di fila. Come no.
Poi qualcuno ha deciso di risvegliare le larve nelle culle di sospensione fisiologica delle cantine delle sedi PD stile Matrix, così da gettarle nell'agone della battaglia politica, nell'ambito di quella abitudine tipica della fossa bioideologica comunista che prevede l'utilizzo di ogni possibile espediente pur di distogliere l'attenzione e spegnere un qualsiasi risveglio dei propri diritti.
A costo di creare fantasmi, ed aizzarli ogni giorno nelle piazze, siano esse piene di risorse in ciabatte o di quei teneri virgulti debitamente indottrinati ogni giorno in quel feudo comunista ad esclusivo consumo della sinistra, che risulta essere oggi la scuola italiana di ogni ordine e grado.
Che se poi risultasse vero quello che ho letto stamani sulla leader di questo neo movimento, vale a dire che guida la tendomania a Milano quando vive a Bergamo, non potremo far altro che prendere atto della cialtronaggine che si cela dietro a questa ennesima mossa di "Marketting" da parte dei comunisti del PD.
Cialtroni e Ciabattoni. È stata la sinistra dal 68 ad uccidere questo paese: dalla famiglia alla scuola fino alla società con l'invasione dei peggiori della terra e dei peggiori della nostra terra: i comunisti, sia a destra che a sinistra, perché una opposizione vera in questi paese non c'è.
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gcorvetti · 4 months
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Fine settimana col...gelo.
Sembra che questa ondata di gelo ci farà compagnia ancora 3 giorni, il meteo dice che da lunedì le temperature torneranno intorno allo zero, ma per oggi abbiamo max -17 e min -24. La cosa anomala non è il freddo, di solito è normale, è che sta nevicando tantissimo da ieri, di solito quando la temperatura scende sotto i -15 non nevica.
Stamane tanto per ho aperto ansa e google news, giusto per farmi 2 risate e di tutte le notizie ne prendo due al volo di carattere 'musicale'. La prima è che Britney Spears non farà più 'musica', era ora direi dopo che è stata masticata a dovere dallo show biz americano. L'altra è che c'è aria di scioglimento nei maneskin, sempre se sia vero e non una di quelle notizie salvagente, la cosa non mi tange onestamente, si sono sciolte band molto più importanti di loro, ma nel mainstream odierno fa più notizia questo che il fatto che fanno cagare e che non si dicono le cose come stanno, cioè che portano soldi in tasca ai soliti noti e che di loro fotte sega una volta spenti i riflettori e tutto andrà a ridursi a "A quelli la? Bah".
Poi leggo, e questa la dico giusto per critica, che la melona ha sospeso il pistolero, fossi stata in lei l'avrei licenziato anche per fare capire che le cazzate in casa braccio teso devono essere serie, ma la critica che voglio fare a voi italiani è che lei è figlia (politicamente parlando) di berlusconi, nel senso che ha imparato a mena dito le sue lezioni di come levarsi la merda dalle scarpe senza sporcarsi, lei e tanti altri e non solo di destra.
Nell'altalena della temperatura ieri sono salito nello studio e dopo 5 minuti ho mollato perché essendo sotto tetto c'è parecchio freddo, quindi diciamo che la ripresa sarà un pò lenta, speravo di partire a bomba col nuovo anno ma niente. In compenso ho trovato un midi controller (tastierino) di seconda mano ad un prezzo molto vantaggioso ma dovrò aspettare comunque la prossima settimana perché il tizio non è in città. Non ho molto da scrivere oggi e vi lascio con uno dei miei compositori preferiti di questo periodo Xenakis
youtube
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vintagebiker43 · 4 months
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Davvero vi meraviglia che un politico di estrema destra vada a una festa con una pistola carica in tasca??
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Sempre sarai nella tasca a destra in alto
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schizografia · 8 months
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Ecco dunque dove siamo arrivati […]: la telecamera nella tasca destra dei pantaloni, la registrazione su una pellicola immagine-suono dei meandri e del lento o freneticò corso del nostro universo immaginario, il cinema-confessione, tentativo, rivelazione, messaggio, psicoanalisi, ossessione, la macchina per leggere le parole e le immagini del nostro paesaggio personale […]
Un linguaggio così rigoroso che il pensiero potrà iscriversi direttamente sulla pellicola.
Jonas Mekas
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lostaff · 1 year
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Horse Friend è ora disponibile su iOS e Android. Per celebrare che Horse Friend è ora disponibile su iOS e Android, Horse Friend vi ha scritto questa poesia.
Esatto, gente. Ora potete portare il vostro Confunglius Brango* personale a scuola, al lavoro o persino al cinema. Non giudicheremo. Basta toccare qui, o su quella piccola icona del negozio nell'angolo in basso a destra dello schermo, e comprarvi il regalo più meraviglioso di tutti: il dono dell'amicizia con un cavallo virtuale.
Potete anche regalare il prolifico guastafeste a tutti i vostri amici. Un pony per ogni tasca. Magia.
*I nomi potrebbero—naaa—DI SICURO cambieranno.
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ambrenoir · 2 months
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"Se fossi ancora qui con me
Ti farei vedere io
Che la lezione d'amore che mi hai insegnato
L'ho imparata bene
Sempre sarai nella tasca a destra in alto
In un passo stanco, dentro un salto in alto
Che mette i brividi
Sempre sarai in un sorriso inaspettato
O in un appuntamento con il mio destino."
Ermal Meta
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sonego · 3 months
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dove mi metti sto, non mi dà alla testa tutto quello che oggi ho, catturato tutti i pokemon, you gotta catch 'em all!!! cosa faccio e dove vado e come e quando non! lo! so!!
mamma che storia è questa?? oh mio dio ho il cuore a destra! fumo in viaggio di nozze, per il nostro divorzio noi faremo una festa-a-a! nudo con le mani in tasca, ho perso la strada maestra, non mi perdi di vista, tu mi spari a sinistra... però io ho il cuore a destra-a-a!!!
e adesso?
e adesso? e quindi? e allora? ancora ancora!
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sciatu · 4 months
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MADAM EFFIE E L’AMORE DI SALVO
MADAM EFFIE E L’AMORE DI SALVO
Camminava a testa bassa da quasi venti minuti, la borsa di Furla tenuta per i manici nella destra e la sinistra nella tasca del soprabito nocciola di Cavalli. Si fermò e alzò gli occhi per capire dov’era. Si accorse stupita che era in via Palermo. Si guardò intorno. Vide che era vicino a quello che sua nonna chiamava “Il palazzo dei morti” e continuava dicendole che in quel palazzo trasandato e banale, passato e futuro si annodavano e nel loro esatto centro c’era Madame Effie,
“A rigina di mavari – e continuava con un filo di voce – si n’hai bisognu, vacci …. Ammia mi canusci”
Si fermò davanti al portone osservandolo. Con un sorriso amaro commentò che forse era il momento giusto di andare a vedere se Madam fosse ancora viva perché la nonna le aveva detto che già allora era più vecchia di lei.
Ci fu uno scatto metallico e il portone si aprì, anzi si spalancò e restò così aperto, quasi aspettando. Lei lo guardò stupita. Guardò l’orologio. Le dieci e trenta, mancava un ora alla messa per il funerale.
“ Ma si, …. Proviamo, tanto peggio di così …”
Si disse ed entrò nell’atrio che aveva su i suoi due lati opposti, due corridoi immersi nell’oscurità.  Si chiese in quali dei due dovesse andare.
Il corridoio di destra si illuminò.
Si incamminò nel corridoio che dopo un angolo finiva davanti ad una porta. Stava cercando il campanello che la porta si aprì ed una vecchina dai capelli bianchi apparve.
“Venga, venga, è in ritardo”
Entrò in una sala d’aspetto dove quasi tutte le sedie erano occupate. Esitò per un attimo.
“È sicura Signora? Non vorrei prendere il posto di qualchedun altro?”
La signora dai capelli bianchi l’osservò sorridendo.
“È la signora Sutera, no? ”
“Si certo …”
“Madam mi ha detto di farla entrare appena arrivava. Doveva entrare cinque minuti fa…”
“Ah, mi scusi….”
E si avviò in un corridoio posto dietro una porta che dava sulla sala, mentre le persone in attesa commentavano sul fatto che una signora, a cui non mancavano i mezzi, dovesse visitare Madam Effie per trovare la pace o la felicità.
Attraversò il corridoio velocemente perché non voleva fare tardi alla messa. Entrò in una stanza buia, che dava la sensazione che fosse immensa. In un angolo c’era una grande scrivania dove alla luce di alcune candele si distingueva appena una signora in un saio di taffetà scuro dai riflessi viola e azzurri.
“Vieni Silvia, ti aspettavo”
La signora Sutera avanzò nella penombra e si sedette davanti all’enorme scrivania.
“Mi aspettava?”
“Si, tua nonna anni fa, mi ha parlato di te e mi ha chiesto di proteggerti”
“Davvero?”
“Ti voleva molto bene visto che porti il suo stesso nome. Guarda, per farmi restare sempre in contatto con te mi ha dato questo tuo disegno.”
Le passò un foglio a quadretti grossi su cui era disegnata, come una bambina di cinque anni poteva fare, una sposa con un lungo velo azzurro. Trasalì a rivedere quel disegno che aveva regalato alla nonna quando era piccolissima. Già dal disegno si intuiva che voleva già fare il lavoro di sua madre: disegnare abiti da sposa
“Nonna è sempre stata molto protettiva con me. È stata lei a dirmi di venire se avessi avuto bisogno.”
“Infatti e mi ha parlato spesso di te. Per lei ti ho fatto molte volte le carte. Mi ha sempre chiesto di usare i tarocchi di Marsiglia perché diceva che i tarocchi siciliani erano troppo paesani. I tarocchi francesi non sono eguali a quelli locali: alcuni trionfi hanno significati diversi, altri  non sono presenti. Tutte le volte che ti facevo le carte però uscivano  sempre gli stessi arcani: l’Arcano senza nome, l’Appeso, il Diavolo. Per questo lei era sempre preoccupata.”
“L’Arcano senza nome?”
“La morte. – rispose Madam e vedendo la faccia spaventata di Silvia continuò - Ma ora dimmi cosa ti ha spinto a venire a chiedere il mio aiuto? Raccontami tutto dall’inizio.”
Silvia mise la borsa sulle ginocchia e appoggiandovi sopra le mani incominciò a parlare.
“Ecco, io e mio fratello abbiamo preso in mano il negozio dei miei genitori quando avevamo meno di vent’anni. Mio padre era morto improvvisamente e mia madre non riusciva a gestirlo, così dopo la morte di papà, fu presto piena di debiti. Vendiamo, confezionandoli o comprandoli da grandi ditte specializzate, abiti da sposa che adattiamo con aggiunte nostre o a seconda dei capricci delle clienti. Con mio fratello abbiamo lavorato giorno e notte, litigando con i fornitori, andando a riscuotere presso i tanti clienti morosi e finalmente abbiamo salvato l’azienda incominciando a fare qualche soldino. Mio fratello si è sposato con una nostra commessa che è rimasta in negozio aiutandoci a farlo crescere e dandogli due bellissimi bambini. Io, che sono la maggiore, sono sempre stata impegnata nel negozio e con il rapporto con le clienti. Ho avuto qualche storia sentimentale importante, ma alla fine se ne andavano via tutti, arrabbiati perché messi sempre da parte rispetto ai veli, all’organza o ai ricami delle mie spose. Ho raggiunto una buona sicurezza economica, conoscenze altolocate, amicizie importanti come grandi stilisti, giudici, primari, ma anche una enorme solitudine. Fino a poco fa, non ci ho mai pensato. I miei nipoti, mio fratello con sua moglie, le mie amiche che ho da quando ero ragazza, sono la mia famiglia e mi bastavano. Più di un mese fa la mia amica Olga, che per me era una sorella, ha organizzato una specie di festa. Doveva raccogliere giocattoli per i bambini dei carcerati ed io le ho dato una mano. Era una festa un po' caotica, molti conoscenti andavano e venivano portando qualche giocattolo spesso già usato. Qualche volontario li incartava mentre io Olga e altri amici intrattenevamo gli ospiti. C’era una banda musicale con dei bei ragazzi che suonavano, un buffè pieno di cibo da spiluzzicare e un enorme quantità di bottiglie da bere. Io avevo attaccato bottone con alcune signore che chiedevano consigli per i matrimoni dei figli. Era il mio modo di fare marketing. La sera tornai a casa ed ero molto contenta, forse per qualche bicchiere di troppo. Mi coricai felice perché avevo conosciuto tanta gente nuova che neanche ricordavo. Incominciai a sognare di essere ancora alla festa e una volta finita, sognai che dei ragazzi propongono a me e a Olga di andare in una discoteca. In verità io ed Olga il tempo delle discoteche lo abbiamo passato da tempo. Alla nostra età è già tanto un the o una tisana e sembreremmo ridicole in discoteca come quelle mamme che accompagnano le figlie a ballare. Ma c’era qualcosa di nuovo e straordinario in quella serata e in quel sogno ed io trovavo tutto naturale. Tra tutti quei ragazzi sentivo che c’era qualcuno che mi era sempre vicino. Non lo vedo dettagliatamente come spesso accade nei sogni, lo “sento” lì accanto a me e questo mi intrigava, mi rendeva quasi sfacciata e mi esaltava l’idea che avrei incontrato qualcuno, qualcuno per cui ero importante. Arriviamo alla discoteca ma la folla di chi doveva entrare era enorme. Premiamo per entrare ma veniamo spinti indietro. Mentre procedo all’indietro con la folla che mi spinge, le mie dita sfiorano quelle del ragazzo che mi seguiva ed allora le stringo e lo trascino via dalla folla. Corriamo via, felici, come se avessimo marinato la scuola e stavamo fuggendo via liberi da tutti i problemi del mondo. Arriviamo sotto un grande albero e ridendo ci fermiamo. Io mi volto e l’osservo curiosa perché fino ad allora non l’avevo visto. È un bel ragazzo. Alto, con i capelli neri, mossi, quasi ricci, gli occhi intensi, espressivi, il naso dritto, le labbra belle, come quelle di una donna, un neo sotto il labbro a destra e un altro piccolissimo a metà tra il primo e le basette. Gli sorrido, chiedendogli il nome e lui mi risponde con una sola parola
“Salvo”
“Tutti i ragazzi che ho amato si chiamavano Salvo”
Sorride felice e dice solo
“Lo so, per questo mi chiamo così – allunga la mano e mi dice - Vieni”
E corriamo mano nella mano verso una spiaggia lì vicino. Il sogno è durato a lungo, con noi due che camminavamo sul bagnasciuga dicendoci cose che ci piacevano o parlando di viaggi. Il mattino dopo mi sveglio felice, pensando a Salvo come se avessi dovuto incontrarlo da un momento con l’altro. Tutto il giorno mi sento come se il mondo fosse il paradiso tanto che mio fratello mi chiede se alla festa avessi conosciuto qualcuno di particolare. La sera quando vado a dormire sogno di essere in negozio e che quando esco per andare a casa trovo Salvo di fronte la porta.
“Posso accompagnarti?”
Mi fa timidamente. Rispondo di sì e andiamo verso piazza Cairoli. Non so perché, visto che sono molto pudica, ma mi viene voglia di baciarlo forse perché so che è un sogno e che sono libera di fare tutto quello che desidero. Appena la strada è vuota lo tiro in un portone e lo bacio con voglia e intensità. Lui mi risponde con ancora più voglia ed intensità. Ha delle labbra morbide, tenere e malgrado sia alto e atletico,  mi sembra soffice. Delicato.  Quando ci stacchiamo mi fa ridendo
“Ora siamo ziti”
“siamo strani come ziti: potrei essere la sorella di tua madre
“È un sogno … nessuno saprà mai nulla”
Mi ripete ridendo. Si, era un sogno, ma a me piaceva avere quel ragazzo contro questo mio corpo tutto tondo che si gonfia anche se non mangio, Da allora, ogni notte l’ho sognato. Camminavamo per Messina immersa in un tramonto infinito, non ancora buio ma con ancora angoli di luce e un cielo dalle nuvole rosa. Una città popolata da gente strana, animali inverosimili, alberi dei tropici, palazzi come quelli di Manhattan o Parigi. Messina è una città particolare, provinciale e caotica, ma nei sogni era il posto adatto per baciarsi salendo su a Cristo Re ed avendo le luci dello stretto ai nostri piedi, oppure per fare l’amore in posti assurdi, come dietro la Chiesa dei Catalani. Era un fare l’amore fatto di sensazioni, come capita nei sogni, ma era bellissimo, come se la mia memoria inconscia avesse conservato, in un forziere nascosto della mia mente, tutto il piacere che avevo provato con i miei amanti, e di cui solo Salvo  aveva la magica chiave, perché solo lui sapeva restituirmi la gioia che il tempo aveva cancellato.
Salvo aveva sempre cose da dire, posti dove andare come al Faro o a Milazzo. Mi portava sempre in campetti di periferia a giocare a basket,  o spesso mi proponeva cose assurde come buttarci da una scogliera, cose normali per la sua età, ma esagerate per la mia. Io gli rispondevo “perché no? È un’idea originale, ma potremmo farci del male” e lui capiva che quanto proponeva poteva essere per me pericoloso. Capiva anche, e questo gli dava piacere, che in ogni caso, io l’avrei seguito e che eravamo sempre un “noi”. Allora mi rispondeva con frasi particolari, come “sei
l’unico papavero rosso di saggezza, nell’immenso campo di grano giallo allucinato della mia follia”, “se tu non esistessi sarebbe come non essere nato”. A me queste frasi facevano morire perché era la poesia ingenua della giovinezza, quella che non avevo mai vissuto persa dietro a spose capricciose e fatture da pagare.”
Si fermò e guardò le sue mani appoggiate sulla borsa
“Lo confesso, per me la realtà era diventata quella dei miei sogni. Quando mi svegliavo, la prima cosa che provavo era l’essere sola, il non avere vicino a me, qualcuno con cui far parlare la mia anima o i miei sensi. Nessuno da abbracciare, coccolare, baciare, ascoltare, contraddire, perdonare …  amare. La vita che facevo quando mi svegliavo era solo l’attesa, noiosa e seccante, di quando sarei tornata nelle braccia di Salvo. Ed ogni sera vi tornavo, sempre più innamorata di lui e sempre più felice in quel mondo irreale, in quello strano luna park notturno che era diventata Messina”.
Restò qualche secondo in silenzio
“Questo durò circa un mese, poi d’improvviso tutto finì. Andavo a dormire ma non riuscivo ad addormentarmi e se dormivo, non sognavo nulla. Il mio sonno era come la morte. I primi giorni mi dissi che forse la mia assenza di sogni era dovuta a problemi del momento, una cattiva digestione, un raffreddore. Poi però la mia insonnia continuò. Dopo qualche giorno, la settimana scorsa, decisi di parlarne con Olga perché forse vi era qualche risvolto psicologico e lei, che era psicologa, poteva darmi qualche indicazione. Quando chiamai non mi rispose. La cercai al centro sociale dove prestava servizio e mi dissero che aveva avuto un incidente sulla Messina-Palermo e che era morta.”
Restò a fissare il vuoto in silenzio.
“Per me è stato un colpo terribile. “
Apri la borsa nervosamente e prese un fazzoletto con cui si soffiò il naso
“Mi scusi – disse quando finì riponendo il fazzoletto – sono ancora sotto shock. Tutto sembra crollarmi addosso, anche quella poca felicità che mi ero inventata. Tra circa mezzora dovrebbe esserci il funerale di Olga. Ero andata in chiesa ma mi sono sentita soffocare, sono dovuta uscire e mi sono messa a camminare per le strade fino a che non sono arrivata qui e sono venuta a chiedere aiuto a lei perché non so più cosa pensare. Incontrerò mai Salvo? Lo sognerò ancora? Ed è giusto pensare al mio supposto amore, alla mia felicità, quando la persona che mi ha sempre aiutato e considerato, non c’è più, è morta? Sono così egoista e cattiva? Non lo so. Non ho più la forza neanche di pensare”
Madam l’osservò mentre si asciugava le lacrime.
“Un’amicizia è un amore minore, non può finire a meno che uno dei due non tradisca, e, per quanto hai detto, nessuno di voi due ha tradito. Chi amiamo non muore mai dentro di noi. Cercala nei tuoi pensieri, nei tuoi ricordi, lei ti risponderà”
Prese una carta che insieme ad altre aveva disposto sulla scrivania.
“Questa è una carta che per te esce sempre: l’Appeso. Può sembrare una brutta carta, analogo all’arcano dell’impiccato delle carte siciliane ma ha un significato diverso. L’Appeso è attaccato da una gamba e vede il mondo dal basso all’alto, vuol dire “vedere le cose in modo diverso”. Guarda il tuo costoso orologio: che ora è?”
Silvia lo guardò e restò stupita
“Segna ancora le dieci e trenta…- Portò l’orologio vicino all’orecchio - e non è rotto. Eppure è più di mezzora che parlo”
“Guarda le cose in modo diverso. Qui il tempo scorre in modo impercettibile e non domina la realtà in cui siamo. Abbiamo il tempo che serve per parlare. Ora dimmi, nei tuoi sogni hai visitato posti che conoscevi?”
“No, erano tutti posti dove Salvo mi portava”
“E quando eri nel tuo negozio, era arredato?”
“Non ricordo, non credo, dentro era buio, solo fuori c’era luce”
“E tutto questo cosa vuol dire?”
“Non capisco”
“quello non era un tuo sogno, ma quello di Salvo. Tu eri presente perché lui ti desidera moltissimo ed è per questo che ti sogna”
“Ma questo vuol dire che Salvo esiste!”
“Sicuramente”
“E perché non mi ha sognato più?”
“Perché è successo qualcosa che lo ha riportato alla realtà. Questo può non essere un male, l’obbliga a incontrarti”
“Vuol dire che mi verrà a cercare?”
“Sicuramente. Condividere i sogni è qualcosa che capita solo alle anime affini, quelle in cui l’amore è una forza indissolubile perché è la loro stessa vita. Capita quando in altre vite, o in altre forme, ci si è amati moltissimo e la morte non può cancellare l’amore avuto. Voi siete predestinati a ritrovarvi e ad amarvi ancora perché siete come una unica vita divisa in due parti che si cercano, per tornare ad essere quell’unica vita da cui derivano, quell’ unico essere che sono. Ora però veniamo alla seconda carta: l’Arcano senza nome. Non spaventarti, non è il male, ma è il cambiamento, il lasciare una vita per un'altra. Se vuoi Salvo, dovrai fare una scelta importante. Una scelta non semplice, una rivoluzione.”
“Oh mio Dio, sono sempre stata un eterna indecisa”
“e poi c’ è un'altra carta che le carte siciliane non hanno: il Diavolo, la carta della passione sensuale, della lussuria! Con ai piedi, legati dalle catene, due amanti”
“Ma io non sono una che vive di sesso?”
“Il sesso non è un fine, è un mezzo e per due anime come le vostre, per cui l’eternità ha già scritto che si ameranno per sempre, il sesso è un modo per riunirvi. Ora ricordati dell’Appeso, vedi le cose da un altro punto di vista: chi è Salvo?”
“Un bel ragazzo!”
Madam sorrise
“No, non in quel senso, perché lo hai chiamato Salvo?”
Restò qualche secondo in silenzio
“Salvo era un bambino che veniva con me all’asilo. Giocavamo sempre insieme così che le maestre alla fine dicevano che eravamo due ziti. Mi voleva molto bene: al mio arrivo mi abbracciava e mi baciava. Lo stesso faceva quando uscivamo. L’anno dopo non venne più all’asilo e a me restò sempre questo senso di vuoto di qualcuno che mi amava e che poi è scomparso. Forse per questo, quando non sognavo più Salvo, mi è venuta l’angoscia Lo stesso mi è successo alle superiori, con un altro Salvo, l’ho incontrato, ci siamo amati e poi l’ho perso, e con l’ultimo mio innamorato di Catania. Alla fine,  mia madre chiamava ogni ragazzo che mi piaceva “Salvo” e questo nome mi è rimasto come sinonimo dell’amore.”
“Per te è sinonimo di amore assoluto e perfetto: questo era nei tuoi sogni chi amavi, ed era per questo che anche tu l’amavi. Salvo non è solo un nome ma l’idea stessa di amore che hai dentro di te. Salvo è quanto unisce le vostre due anime che si cercano e si attirano. Il ragazzo dei sogni rispettava appieno questa tua idea e non poteva non essere Salvo. Nel momento del cambiamento non giudicare la persona, giudica il suo amore perché ognuno di noi può mostrarsi come non è, ma non riusciamo mai a non essere per com’è il nostro amore. La lussuria con il piacere che promette, è una droga, non le interessa la verità, vive di immaginazione, di fantasie da rubare. L’amore invece conosce la verità senza inganni, rivela le bugie, perché l’amore è il seme della fiducia, del credere in una persona, o in un Dio:  sarà lui che ti indicherà cosa fare! Credi in lui! Non esitare: essere amati ed amare è la luce della vita”
“Vuol dire che lo incontrerò”
“Si ed anche molto presto e fai tesoro di quanto ti ha mostrato nei suoi sogni. Ora puoi andare: il tempo deve tornare a scorrere perché il tuo destino si compia. “
Uscì dal Palazzo dei Morti frastornata. Quelli che pensava i suoi sogni erano in verità quelli di Salvo. Lei era un’intrusa che aveva approfittato dell’amore di uno sconosciuto per sentirsi amata. Ma non erano sconosciuti, si amavano già prima che il loro tempo iniziasse. Tutto questo, le sembrava naturale, normale, e la prova era nei sogni che aveva fatto. Quanto l’amava Salvo per sognarla ogni sera per un mese? Quanto aveva bisogno di lei per non stancarsi mai di cercarla ogni notte e di avvolgerla dentro i suoi sogni per darle l’amore che provava. Eppure, di tutto quell’amore che anche  lei aveva provato, lui non ne sapeva nulla. Non conosceva la felicità che provava nel vederlo, la gioia che sentiva quando la portava in giro, il gusto dei loro baci all’ombra di una barca al mare, il sapore di sale della sua pelle dopo i tuffi in acqua, lo splendore del suo corpo che il sole al tramonto colorava d’oro. Tutto questo e mille altre cose che le mancavano e che avrebbe voluto riavere, l’amore puro chiamato Salvo, ancora non le sapeva.
E cosa volevano dire quei tre orribili Tarocchi? Olga le avrebbe spiegato tutto perché lei queste cose le aveva studiate e sapeva come ogni anima, pur nella sua unicità seguiva sempre regole elementari comuni a tutti. Ma Olga ora non c’era più.
Arrivò in chiesa confusa e inquieta. In una panca vide le sue amiche e si accomodò tra di loro
“Dove eri ti abbiamo cercato dovunque?”
“A stare qui mi sono sentita male, avevo bisogno di aria.”
Non dissero altro mentre seguivano la funzione
Silvia si sentì osservata e si girò cercando tra la folla. Molti erano pazienti di Olga, altri conoscenti. Vi era una nutrita pattuglia di bambini e ragazzi a cui Olga aveva portato regali per anni. Tornò a fissare la bara in mogano.
“Olga, c’è anche Salvo – le disse ad un certo punto – sento i suoi occhi su di me.”
La sentì risponderle dentro di se così come aveva detto Madam
“È qui perché non ha messo davanti ai suoi sentimenti il dovere, come hai fatto tu che hai pensato solo a realizzare i sogni dei tuoi genitori senza vivere completamente la tua creatività, la tua vita”
Si mortificò. Era questo quello che le aveva detto quando il suo ultimo zito di Catania, l’ultimo Salvo a cui aveva voluto bene,  l’aveva lasciata pochi anni prima. Fissò ancora Olga
“Olga, hai ragione. Ma cosa devo fare? tu dicevi che se non vi fosse l’amore, la morte sarebbe l’unico evento importante di ogni persona in un mondo di anime sole. Per questo voglio trovare Salvo, non voglio vivere solo per i sogni degli altri o nell’attesa di dover morire. Salvo mi donerà l’eternità, mi darà un motivo per vivere le mie aspirazioni trasformando i miei giorni, in un paradiso, con la sua passione, la sua poesia, il suo fare l’amore. Madam dice che ci siamo sempre amati. Dentro di me sento che è così , che potrò finalmente amare solo Salvo e per sempre”
Quando la cerimonia finì si avviarono verso il carro funebre aspettando che la bara uscisse. La gente riempiva tutta la strada ed incominciò a muoversi attorno al carro ma i bambini, e le loro madri tatuate, avevano circondato il mezzo e non permettevano a nessuno di avvicinarsi. Volevano essere loro a salutare e custodire la loro “Dutturissa” come chiamavano Olga. Quando la bara uscì vi fu un grande applauso mentre la folla incominciò a muoversi per avvicinarsi alla barra e salutarla,  ma le madri dei bambini, ed i loro compagni, la spinsero indietro, in malo modo. Nessuno avrebbe potuto vincere il rispetto che volevano mostrare ad Olga scortandola fino all’ultima dimora. Nell’ondeggiare della folla Silvia venne spinta indietro e perse ogni contatto con le amiche, preoccupata com’era di non cadere e di non farsi travolgere. Indietreggiava con la borsa in spalla stretta da un braccio e l’altro proteso all’indietro per evitare di finire contro una macchina. Sentì un dito che sfiorava le sue dita.
“Salvo”
Si disse con un tuffo al cuore. Era lo stesso dito che in sogno l’aveva sfiorata quando aveva incontrato Salvo. Lo strinse e senza vedere afferrò poi la mano stringendola. Si sentì tirare indietro mentre qualcuno spostava la gente dietro di lei per farla passare nel mezzo del vociare e delle grida. Si girò per vedere chi la stesse portando via e vide di schiena una figura alta, con le spalle larghe, una chioma fatta di ricci e vestita con una tuta sportiva. Seguì la figura fino al marciapiede sul lato opposto della strada dove la folla era diradata. Arrivata si voltò a veder partire Olga mentre la sua mano stringeva forte quella di Salvo che in quel momento non vedeva. Il carro funebre si mosse e tutti i bambini incominciarono a lanciargli fiori. Erano rose bianche, quelle che Olga preferiva. Sentì una goccia sulla sua mano. La guardò, era una lacrima. Salvo stava piangendo.
“Non piangere, Olga diceva che aveva scelto il suo lavoro per non far più piangere nessuno”
“Le lacrime portano via il dolore più velocemente del tempo”
“Solo Salvo può dire queste frasi.”
Si voltò felice per poterlo finalmente rivedere.
Restò senza parole
I capelli erano quelli di Salvo, come gli occhi intensi, le labbra carnose i due nei sotto il labbro e lungo la guancia, ma il suo corpo era quello di una donna. Un corpo asciutto, tonico, con le spalle larghe e una tuta aperta da cui spuntava una maglietta bianca a disegnare un seno presente ma non importante. Guardò stupita quel corpo che le sembrava noto, conosciuto in ogni sua parte eppure estraneo, alieno. Ecco quale era il senso delle tre carte. Un'altra prospettiva, un cambiamento, una invincibile passione.
“Mi chiamo Santina, piacere di conoscerti signora Sutera.”
Sorrise.
Era il sorriso di Salvo, bello come il sole e gli occhi ancora umidi di lacrime erano due perle nere.
Le venne voglia di abbracciare quel corpo e baciare quelle labbra ritrovate anche se le sembrava un peccato mortale, qualcosa di osceno e sporco,  da non fare assolutamente.
Ma lei era Salvo, lo sentiva.  Era l’amore perfetto che aveva sognato ed era venuto a cercarla,  perché era il suo Salvo e non poteva giudicarlo con gli occhi di sempre, doveva ritrovarlo con l’amore che aveva dentro di se, come diceva Madam.
“Ah piacere”
disse con un filo di voce.
“Ti senti bene? Mi sembri come spaventata.”
Disse Salvo preoccupato.
“Eh che la morte di Olga mi ha scioccato  – pensò velocemente e decise che doveva sapere di più – perché non ci sediamo al bar e ci conosciamo meglio? Devo bere un the, mi sento mancare. Vieni”
E se la tiro dietro stringendo ancora la sua mano
Salvo la guardò e sorrise andandole dietro
“Dobbiamo per forza tenerci per mano?”
“Ho paura di perderti – disse con il suo tono preoccupato voltandosi a guardarla negli occhi – ho bisogno di te.”
gli occhi neri di Salvo la guardavano, persi di piacere nell’azzurro dei suoi. Sull’estremità della sua bocca apparve quello che apparentemente era un ghigno, mentre lei riconobbe il modo con cui Salvo dimostrava la sua gioia
“Anch’io”
commentò semplicemente Salvo
E lei senti la sua mano stringere più forte.
“Allora dimmi cosa fai nella vita?”
“Niente lavoro in un supermercato e gioco a basket in una squadra di Barcellona Pozzo di Gotto.”
“Ah in quale? Una volta ci hanno proposto di sponsorizzarne una”
“Nell’Atlas Pozzo, siamo primi in classifica”
“No non la conosco e in che ruolo gioco”
“Sono il playmaker e il capitano”
“Davvero? – fece con stupore esagerato e sedendosi ad un tavolino di un bar vicino la chiesa – è una grossa responsabilità e come mai conoscevi Olga?”
“Ero una sua paziente”
“E per caso c’eri anche tu alla raccolta dei giochi.”
Chiese mentre indicava al cameriere due the
“Si Olga mi ha chiesto di partecipare all’evento per socializzare, perché a stare sempre in campo avrei perso il contatto con la realtà”
“Mi sembrava di ricordarti”
“Bhe sono venuta diverse volte a chiederti cosa volevi bere”
Silvia la guardò attentamente. Era vero. Ora si ricordava che le girava intorno con una falsa indifferenza. Pensava che volesse informazioni su i suoi abiti da sposa che, chi indossa una tuta sportiva non poteva sicuramente comprare. L’aveva però colpita per quel suo corpo androgino e quel sorriso quasi di sfida, eppure puro ed innocente.
L’osservò meglio
“Si mi ricordo, ti avevo detto la prima volta che non bevevo, ma tu sei tornata portandomi un aranciata”
“volevo vederti da vicino e starti accanto”
Fece sporgendosi in avanti sul tavolino ed osservando i suoi lunghi capelli biondi e la pelle curata e bianchissima. Aspetto che il cameriere se ne andasse
“Perché eri in cura da Olga?”
Sbuffo e tornò indietro a sdraiarsi sulla spalliera della sedia
“Un idea del mio allenatore per risolvere dei conflitti caratteriali con qualche avversario sportivo”
La guardò da sopra la tazza di the
“Posso chiederti che conflitti?”
“Quando si è in partita, qualcuno gioca duro per intimorirti e fare quello che vuole. Quando le avversarie facevano il gioco duro con le mie compagne io reagivo come un lupo capo branco, punivo chi aveva fatto del male alle mie compagne. Gli arbitri mi espellevano e noi perdevamo. Il mister mi ha mandato da Olga per controllare il mio carattere ed evitare di rompere nasi e denti appena qualcuno giocava con troppo agonismo. Lei ha lavorato molto su di me e mi ha fatto capire che la logica del capo branco deve essere adattata al contesto in cui il branco si muove. Ma mi ha fatto anche capire chi sono, perché sono sempre stata una dominante, competitiva, irregolare in campo e nella vita. Le devo molto. Da quando ho incominciato a parlarle sono cambiata.”
Silvia finì di bere lentamente e mentre metteva giù la tazza,  chiese a bassa voce
“Quando dici “irregolare nella vita”? Vuoi dire che giri attorno alle signore per conoscerle”
Si fece seria
“intendo dire che sono cresciuta per strada imparando a difendermi e a sopravvivere. Intendo dire che ho le mie regole e che seguo solo quelle. Quello a cui alludi  è che sono omosessuale, e in questo non trovo nulla di irregolare, io lo sono e per me è una cosa normale”
“Ed era per questo che mi stavi attorno?”
“Si, tra tutte quelle mummie eri l’unica che brillava di luce propria”
“Ah, ero la più bella del reparto di geriatria: bel complimento”
sorrise
“no, sai bene che non volevo dire questo. Quando i miei occhi hanno incontrato i tuoi è stato come quando ho fatto il canestro all’ultimo secondo nella partita che abbiamo vinto per un solo punto per il passaggio di categoria. Ho sentito lo stesso brivido, la stessa gioia immensa, la stessa forza e sono rimasta senza parole. Prima di te l’amore era solo una delle tante frasi delle   canzoni o delle poesie, un sinonimo di sesso noioso e spesso ipocrita. Il ragazzo che avevo,  mi chiamava sempre “amore”. Però quando gli ho detto che lo lasciavo perché preferivo le ragazze è passato dall’amore alla violenza dicendo che gli facevo fare una brutta figura. Per fortuna so come difendermi, altrimenti forse non sarei più qui, ma da allora con l’amore avevo chiuso. Con le mie partner occasionali, si fa come per le partire: si gioca, ci si diverte, poi, si vince o si perde, ognuno a casa sua. Con te però è stato tutto diverso, già dall’inizio. Ti osservavo durante la festa ed era come se ti avessi sempre conosciuta. Come se ti sapessi in ogni minima cosa. Come ridevi, come parlavi, come giocavi con i bambini o ascoltavi le loro madri parlarti in dialetto stretto. Eri sempre a posto, sempre perfetta, sempre bellissima. Guardavo i tuoi capelli, le tue mani, il modo come sorridevi e mi sentivo senza forze, senza voglia di pensare. Olga mi ha spiegato che era l’effetto dell’amore …. perché in quel momento stesso in cui ti ho visto, ho incominciato ad amarti”
Si fermò a guardare la tazza del the.
Bevve un sorso e guardò Silvia con l’aria di chi voleva capire che effetto aveva fatto quello  che aveva detto.
“E da allora ti fai viva adesso? Un gran sentimento vedo”
Salvo si fece seria
“No, ero impegnata per delle gare in Sicilia e fuori. Però ti ho sognato moltissimo”
“A si? E cosa facevamo nei tuoi sogni”
“Di tutto , andavamo in giro, vedevamo posti e cose del genere. La prima volta andavamo in giro per Messina, senza fare nulla di particolare, come due ragazze che avevano marinato la scuola. La sera dopo mi sono detta che dovevo baciarti invece d’improvviso, mentre camminavamo per strada,  mi hai preso, schiacciato in un angolo e mi hai baciato. Il tuo corpo che premeva sul mio, la tua lingua che circondava la mia, i tuoi occhi che brillavano dentro di me: è stato il bacio più bello di tutta la mia vita, mi sono svegliata tutta eccitata, ho dovuto fare  cento flessioni per calmarmi e da allora la solitudine ha incominciato a farmi male .”
“allora, nei sogni, … mi amavi”
Salvo si fece serio
“Anche adesso ti amo”
La guardò. Era sincera. Era veramente innamorata, era veramente Salvo.
“Anche adesso mi sogni?”
“No. Ad un certo punto, quando ho avuto un minuto di tranquillità sono andata da Olga a parlagliene”
“E lei?”
“Si è arrabbiata, ha detto che ero rimasta prigioniera dei miei sogni, che volevo fuggire la realtà, che mi ero costruita un mondo alternativo per fare quello che il mio ego voleva. Ma non era così, nei miei sogni eri esattamente come sei qui adesso, non ti inventavo per come volevo”
“Capisco … e di me Olga, non ti ha detto niente”
“Ha detto che eri sola e che stavi dimenticando cosa era l’amore ma che eri l’unica persona che lei sentiva veramente amica. Mi ha detto che dovevo incontrarti e parlarti di quello che sentivo”
“Ma non sei venuta a parlarmi”
“Sono arrivata fino al tuo negozio e dalla vetrina ti ho visto muoverti attorno a una ragazza con un vestito da sposa che sembrava una balenottera bianca e parlavi a una signora che era un arancino chi pedi. Mi sono immaginata di entrare dentro e dirti che ti amavo. Io, la mia vita l’ho scelta perché è la mia storia, la mia natura, ma non posso imporla a qualcuno. Tu nel negozio eri troppo bella, troppo perfetta, troppo regolare. Eri la partita in cui io non potevo giocare perché non ero all’altezza e nessuno mi aveva insegnato come far girare la palla in quell’ambiente  così diverso dalla baracca dove sono cresciuta. Mi sono detta che eri solo un illusione.  Non pensavo che mi avresti preso per mano per portarmi a farmi parlare di me, così come parlavo con Olga”
Si fece seria
“Dopo che ero venuta a cercarti   volevo dimenticarti …”
Esitò, come se nella furia di dire, avesse preso una strada sbagliata. Restò zitta qualche secondo.
“Sei andata con un'altra?”
Guardò le sue mani senza rispondere
“Comunque non è servito. Non riesco a dimenticarti a non pensarti. Eri diventata la mia droga, quella che mi faceva credere in un mondo migliore, quella che faceva volare o piangere la mia anima. Anche adesso sono felice di vederti qui vicino a me, ma ho le mani che mi tremano dall’emozione che provo. Se mi guardi mi sento la febbre, se non ci sei, distruggerei il mondo per trovarti. – si fermò guardandosi intorno con la bocca semi aperta come se soffocasse – lo vedi? Sto continuando a parlarti pur di restarti vicina, pur di non farti andare via, e non provo nessuna  vergogna ad essere  qui ed elemosinare un po' della tua considerazione”
Cercò di finire il thè per spezzare il nervosismo.
Silvia pensava a come avrebbe reagito se Salvo fosse entrato in negozio. L’avrebbe cacciata via. Avrebbe guardato la tuta sportiva, le scarpe da ginnastica, il fatto che era una donna. Non avrebbe giudicato il suo amore, quello con cui, per oltre un mese, anche lei si era nutrita e drogata per fuggire la realtà. Quella realtà in cui contava solo avere la borsetta dello stesso colore delle scarpe e i capelli appena fatti dal parrucchiere. Se Santina era . suo Salvo, lei era il Salvo di Santina e per quanto tutto fosse contro di loro, non sarebbero mai riuscite a lasciarsi o dimenticarsi perché provavano le stesse emozioni.  Perchè se le mani di Salvo tremavano, le sue non erano da meno. Olga, aveva ragione: aveva dimenticato l’amore. Quello vero, quello che trasforma gli attimi in estasi ed un corpo in un paradiso, quello che ferma il tempo e ti sazia di vita. I tre tarocchi avevano ormai mostrato il loro domino sulla casualità umana, ora toccava al suo libero arbitrio fare la sua scelta, se mettere al passato tutte le notti d’amore che aveva avuto e navigare verso il nulla che si era divorato Olga, o vedere tutto differentemente, rinascere con una ragazza, non per legarsi nel semplice piacere, ma per amore. Perché lei, a quel Salvo che aveva sognato, con la sua giovinezza, la sua gentilezza, le sue voglie e le sue mani calde che scivolavano sul suo corpo maturo, lei, la signora attempata di bell’aspetto, a Salvo, quel ragazzo atletico, poetico, ora determinato ed ora insicuro, lei l’amava veramente, e non perché  metà del suo letto di notte era fredda e aveva bisogno che qualcuno la scaldasse. Piuttosto perché le donava la luce della vita, il miele del tempo, il calore del cuore sul cuore. La vita vera era lui. Tutto il resto era una recita, un cerimoniale vuoto che l’Arcano senza nome osservava ironico dall’alto, come un bambino guarda un formicaio prima di calpestarlo.
Aprì la borsa e prese il suo portafoglio rosso Valentino. Scelse una banconota da venti euro e la mise sul tavolino. Ripose il portafoglio, chiuse la borsetta, si alzò e chiuse il soprabito. Mise la borsetta al braccio sinistro, si sistemò i capelli e guardò Salvo.
Salvo l’osservava stupito per tutto quel movimento improvviso.
Silvia allungò la mano destra verso Salvo come a salutarla e lei la guardò come se con essa fosse arrivata una condanna a morte
“Dai, andiamo!”
Le disse invece e Salvo la guardò sorpresa prese la sua mano, si alzò e la seguì.
“Hai una bella struttura ossea, hai mai pensato di fare la modella? Sei alta e slanciata, con le spalle larghe, il seno giusto, faresti un figurone con i vestiti lunghi a tubino. Gli abiti da sposa a tubo non vanno! troppo aderenti, si vede la pancia, il sedere e non tutte ne hanno il coraggio. Ma su di te sarebbero perfetti.”
Guardò la mano di Salvo stretta alla sua
“Però devi sistemarti queste unghie, le hai rovinate tutte”
“Lavorando e giocando è inutile curarle”
“No, devi fare qualcosa, hai mani grandi, da uomo, devi ingentilirle, aggraziarle un po'… vieni”
Concluse facendola entrare nel portone di un vecchio palazzo
“Ciao Josè – fece passando davanti alla guardiola del custode, e continuò sottovoce – In realtà non si chiama Josè ma ha un nome impronunciabile. Però è una brava persona.”
Si fermò davanti ad un vecchio ascensore e premette il bottone di richiamo. Si voltò verso Salvo e la vide imbronciata
“Ti ho detto che ti ho sognata per un mese, che ti amo, che non riesco a levarti dalla testa e tu mi parli di unghie, di Josè e di stronzate simili. Perché ho la sensazione che non mi ascolti?  - si guardò intorno – e qui dove siamo?”
Chiese incazzata
“Stiamo salendo a casa mia”
Il suo volto si fece ancora più scuro
“Se è per prendere un altro thè o vendermi un abito o mettere una storia su Instagram, lascia stare.  Non sono venuta a cercarti, per diventare un ricordo inutile. Ho detto che ti amo, forse non capisci o non vuoi capire o è inutile che tu capisca?”
E, arrabbiata, lascio la sua mano.
Silvia guardò i suoi occhi furiosi e pensò che lei era così, una leonessa sempre pronta a colpire per nascondere la sua anima da agnello e soprattutto notò che arrabbiata, così com’era,  era bellissima e questa scoperta la sconvolse perché adesso non ci trovava nulla di male, anzi...
La guardò cercando nei suoi occhi quella rabbia che la faceva brillare come una stella
“L’amore non si elemosina, si conquista. Devi sedurmi, affascinarmi, bruciarmi con la tua passione. Oppure ti sedurrò io, ti riempirò di promesse per farti sognare e di tradimenti per umiliarti e farmi riconquistare. –  sorrise perché pensò che certe cose del cuore non possono essere spiegate solo a parole -  La nostra partita è già iniziata e tu non te ne sei neanche accorta”
La strinse lentamente a se, e la baciò. Intensamente, vogliosamente, schiacciando contro la griglia dell’ascensore il suo corpo atletico con il suo di donna matura, perché lo sentisse e lo desiderasse, perché si ricordasse quel primo bacio che si erano date in sogno e capisse che era tempo di vivere la loro realtà, non quella dei sogni, ne quella del mondo.
Stacco le labbra e apri gli occhi fissando le labbra umide di Salvo
“ma con me la partita non durerà una notte, e non sarà  per soddisfare un capriccio o una curiosità  come con le altre. ”
Si stacco da lei prese un fazzolettino di carta e levò il rossetto lasciato sulle sue labbra .
“Io non so come si ama una donna, ma sono una donna e voglio essere sedotta con parole dolci e baci appassionati e ti sedurrò con una peccaminosa passione e una bruciante innocenza come scrivono i poeti perché il nostro amore sarà poesia, solo banale ma bellissima poesia. – si fermò guardandola negli occhi e con le dita le sfiorò le labbra quasi a  voler accarezzare tutti i baci che quelle labbra le avrebbero dato - Se mi hai sognato, se ti ho sognato, ora non conta più niente.  C’è solo l’adesso, questo eterno “adesso”  che si chiama amore e che dobbiamo vivere  sinceramente, insieme”
Mise il fazzoletto in tasca e, presa nuovamente la mano di Salvo, entrò in ascensore.
L’ascensore era stretto ed erano attaccate l’una con l’altra. Salvo la guardava cercando di capire come d’improvviso l’avesse travolta con la sua passione, tanto che  la sua anima di guerriera si sentiva chiamata alla battaglia che più preferiva, mentre si sentiva bruciare il corpo ed i suoi desideri, le sue voglie urlavano dentro le gabbie della decenza a pretendere ancora, e di più
“Sei più pazza di me che mi faccio portare mano nella mano come se fossi un aquilone fatto volare da una bambina”
“Non ti preoccupare, è un effetto collaterale dell’amore.”
Rispose Silvia con non curanza guardandola dritta negli occhi.
Salvo le sbottono il soprabito mise le sue braccia intorno ai suoi fianchi, stringendola e guardandola negli occhi.
“Ti amo, perché se sono un aquilone, tu sei l’azzurro in cui volo, perché con il tuo cinguettare di parole, sai spegnere le mie ansie, perché  riempi di gioia ogni vuoto della mia vita. Perché ti ho sognata così e tu  così sei: passione, saggezza, eleganza e bellezza”
la baciò di nuovo, semplicemente, cercando anche in quel bacio il profumo, il sapore, l’ebrezza del suo corpo.
“Stai solo amando una donna più vecchia, più ricca e più capricciosa di te…”
“… E più elegante, più affascinante, capace di parlare alla mia anima con semplicità e naturalezza. -  la guardò negli occhi stupita che dentro di loro vi fosse tutto il suo universo -
Tu dai un senso alla parola amore.”
Arrivarono al piano e Silvia usci dall’ascensore tirandosi dietro Salvo, così come lei aveva detto: come una bambina che trascina nell’azzurro del cielo un aquilone.
“Levati le scarpe “
Le disse una volta entrata a casa.
“Questi sono tutti tappeti persiani antichi. Questo è un kermanshah, quello è un Isfahan, costano moltissimo. Ecco, questo è il salotto, i mobili vengono da una villa francese dell’800 tengo le persiane semichiuse perché il sole potrebbe rovinarli. Il tappeto è un Kashan di inizio secolo, i quadri sono di alcuni amici pittori, qui vedi ci sono le foto della mia vita. Questa è una foto della mia classe alle superiori. C’è Olga e le mie amiche. Questo qui è … Salvo, il mio primo amore, ci volevamo bene. Poi è andato a studiare a Milano, io lavoravo già nell’ atelier di mia madre. Ci siamo un po' persi e quando mi hanno detto che si era fidanzato, ho pianto tutto il giorno”
Guardò la foto come se le parlasse. Salvo gliela prese delicatamente dalle mani e  facendo attenzione,  l’adagiò al suo posto sulla tovaglia in pizzo del tavolino.
Silvia la guardò
“Erano altri giorni, ormai sono passati, non ci riguardano più. Ora conta l’eterno “adesso” di cui mi hai parlato – le spiegò Salvo cercano nei suoi occhi quel lampo di tristezza che aveva attraversato la sua anima  –  io, non ti farò piangere mai, te lo prometto. Mai!”
E le baciò la mano con cui  la stava portando dentro i fermo-immagine della sua vita.
Silvia  guardò ogni dettaglio del suo volto come se riassumesse tutte la bellezza con cui si era circondata durante tutta la sua vita
“ Lo so, tu sei l’amore perfetto, e non puoi dare ne lacrime ne dolore – disse con un filo di voce, poi continuò con la voce indebolita dall’emozione - queste sono le foto che ho fatto con i vari stilisti, in questa in particolare c’è la firma di Domenico Dolce, che mi ringrazia per aver fatto ricamare dalle mie ricamatrici  un loro abito. Qui ci sono i miei nipoti, non sono bellissimi? Lei poi assomiglia a me da piccola. Vieni”
Salvo la guardava, complice in quell’intimo denudarsi da ogni difesa, di ogni convenzione per rivelarsi a lei per com’era semplicemente,  serenamente.
“Questo il mio studio. Qui disegno, creo i vari abiti. Guarda questo bozzetto: è un abito lungo che a te starebbe benissimo, promettimi che se lo faccio lo indosserai. Sarai uno splendore magari aggiustiamo i capelli che sembra ti sei pettinata con i mortaretti. A vederti mi vengono in mente nuovi modelli da fare – la guardò mentre la faceva ruotare su se stessa – per te disegnerei ogni giorno un abito diverso, è come se tu fossi la primavera della mia creatività. Guarda quest’altro, l’ho disegnato per una principessa austriaca che si sposerà a Palermo tu lo renderesti ancora più bello. Di qua si va nella camera da letto, vieni. Ho unito due stanze, volevo stare comoda. I mobili vengono da una villa a Como. Aiutami a levarmi la collana per favore, ecco qui sul comò, guarda, questa è la foto del matrimonio di mamma. Aspetta che metto qui gli orecchini. L’abito l’ha disegnato papà e lei l’ha ricamato. Hai visto che bello?”
Si levò la giacca del tailleur e incominciò a sbottonarsi la camicia avvicinandosi a Salvo. L’abbracciò
“Ora siamo nel centro esatto del mio cuore. Ti ho portato fino al mio mondo mano nella mano, ora tocca al tuo cuore  portare il mio dove il cielo finisce, dove potremo vivere tutti i nostri sogni.”
Salvo la guardò felice negli occhi e fu capace solo di sussurrarle
“Vicino a te, non ho più bisogno di sognare”
e la baciò con la stessa intensità che Silvia le aveva donato mentre aspettavano l’ascensore, poi le sue labbra si spostarono sul suo collo, lasciandole una scia di piacere. Le sue mani grandi e ruvide diventarono di velluto, violarono la sua camicia e aggirarono la sottoveste per raggiungere la sua pelle. Un brivido intenso di piacere corse lungo tutto il corpo di Silvia e l’obbligò a chiudere gli occhi.
Apri gli occhi e osservò i riccioli di Salvo. La sua testa era appoggiata sul suo petto e il suo corpo nudo stringeva il suo quasi fosse un naufrago attaccato ad un relitto in mezzo al mare. La stanza era illuminata dalla piccola abbaju del comodino accanto al letto mentre nella penombra arrivavano soffusi i rumori che nascevano in strada nel tardo pomeriggio.
“Che ora è”
Chiese Salvo senza aprire gli occhi
“Forse le cinque”
“Devo andare, ho gli allenamenti, ma non ho voglia”
“Sei il capitano, devi dare l’esempio”
Salvo sbuffò annoiata
“Cosa fai dopo gli allenamenti? “
“Faccio la doccia e di solito vado a mangiare una pizza con la squadra”
Silvia si immaginò lei tutta nuda nel mezzo di un harem di donne nude dentro una doccia piccolissima.
“Pensavo che mangiavamo insieme”
Salvo restò qualche secondo in silenzio
“Allora faccio la doccia e vengo”
“Non vuoi farla qui?”
Alzò la testa fissandola negli occhi
“Perché devo fare la doccia qui?”
“Perché la faresti con me: voglio sapere che gusto ha la tua pelle sudata”
rispose con falsa lascivia
Salvo sorrise e  sdraiò di nuovo la chioma sul suo petto.
“Va bene, allora puzzolente e attaccaticcia, finiti gli allenamenti con i vestiti tutti sporchi, vengo qui a farmi la doccia, per calmare la tua gelosia. Ma sarà solo per questa volta. Un capitano deve stare nello spogliatoio”
Nel rispondere, cercò di mostrarsi seccata
Silvia appoggiò la testa sui suoi riccioli chiudendo gli occhi
“non  arrabbiarti se ho paura di perderti, amami e io sarò certa che non  vuoi lasciami ”
Salvo si accoccolò ancor di più tra le sue braccia e restò qualche secondo in silenzio.
“Non te lo sto chiedendo, perché quando mi sei vicina, non so pensare a nient’altro e mi allenerei da schifo, ma se ti chiedessi di accompagnarmi agli allenamenti, tu ci verresti?”
“Si, perché se me lo chiedi, vuol dire che per tè è importante”
“Anche se poi tutto il tuo mondo incomincerebbe e pettegolare?”
“Tu chi ami? Me o tutto il mio mondo?”
“ lo amo e amerò sempre solo te”
“allora tu vieni prima del mio mondo e devo preoccuparmi solo di quello che ti potrebbe rendere felice”
Restò in silenzio accarezzando il braccio di Silvia fino a raggiungere la sua mano e a intrecciare le dita con le sue.
“Posso dormire qui stanotte?”
“Devi!”
penso Silvia dentro di se
“Decidi tu, io oggi ho già deciso tante cose per noi due”
Rispose con voce stanca ed attendendo con ansia nascosta la sua reazione.
Salvo restò immobile e in silenzio, come se la decisione, per un cane sciolto come lui, abituato ai soli rapporti provvisori, fosse veramente difficile.
“Allora passo da casa e mi prendo un ricambio”
Restò ancora in silenzio
“Ogni notte senza di te era un incubo: dove non ci sei tu, inizia la solitudine, quella cattiva ed io mi perdo in lei come se fossi in un deserto e faccio solo minchiate”
alzò la testa e la guardò felice
“Grazie”
“Per cosa?”
“Per la tua saggezza e per tutto il tuo amore”
E la baciò ancora, delicatamente, come se ancora fosse il loro primo ed unico bacio.
Silvia cercò di far durare quel bacio più a lungo che poteva, perché, nei sogni e nella realtà, non era mai stata baciata cosi. Nei sogni e nella realtà nessuno le aveva mai detto grazie per l’amore che dava e che fino ad allora tutti avevano preso per scontato e dovuto. Fu felice di aver ritrovato finalmente, dopo  chissà quante altre vite in cui si erano cercate,  l’amore di Salvo.
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susieporta · 1 year
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Preparativi per la nuova Primavera:
- guardati le mani
- guardati negli occhi e resisti così almeno sette minuti
- lascia scorrere sui polsi acqua fredda, poi lavati il viso
- asciuga le lacrime
- intona una canzone con i piedi
- appoggia la mano destra sulla spalla sinistra e la sinistra sulla spalla destra, spingi i gomiti più che puoi verso il petto
- lasciati stare
- bevi molta acqua
- alza il dito e tocca il cielo
- annusa l'aria
- scrolla la testa e le spalle
- stendi le ali al sole
- fai un salto
- regala o metti in vendita tutto quello che non ti serve, che non hai usato, non usi e quindi non userai
- pulisci a fondo la tana
- tieni in tasca un po' di semi, due dolcezze e un bacio
- usa solo le parole belle, quelle che fanno rima con le stelle
- appoggia da qualche parte il peso
- immergi i piedi in acqua e sale se non hai vicino il mare
- silenziati
- slaccia le scarpe, allenta la cintura, sbottona il cuore
- delinea con qualcosa di morbido la circonferenza del viso almeno cinque volte al giorno
- perdona
- perdonati
- non pensarci più
- apri le finestre
- chiudi quella porta
- spalanca le braccia, di più, ancora un po' di più, alzati sulle punte dei piedi, ancora, ancora un po' più su, respira e... la prima rondine di questa Primavera sarai proprio tu.
La Raccontadina
🌿 Pietre:Bosco e Magia
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analgesi-a · 2 years
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la tua danza è soffice e germoglia nell'incontro: prende vita nel segno, nel di-segno irrompe e si lascia osservare mansueta in ogni piccola tenerezza. Non esiste l'eterno sfiorire, così come non esiste alcuna oasi nel deserto.Questi occhi incandescenti e queste guance ricamate sono la forma in cui hai scelto di abitare: il tuo tetto è poi ogni cielo, e sotto i tuoi piedi non c'è che l'illusione di una scala. Nel non sapere a quale piazza appartengano questi gradini, a quale casa inerpicante dentro al borgo siano stati rubati- nel non desiderare niente di diverso da questo e nel costante aspirare ad accogliere tutto ciò che è intreccio- è lì che realizzo che estraniamento è immersione. Svolto a destra e poi a sinistra, tra preghiere e tergicristalli rotti, dentro un altro negozio di lampadari, con una bustina di zucchero in tasca
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