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andanteconmoto · 6 years
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Certe volte vedere le cose da un’altra prospettiva fa ancora più male. Ma fa ridere, perché è vero.
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andanteconmoto · 6 years
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Povia ha fatto l’ennesima canzone xenofoba antistraniero filofascistoide. Ed è una salsa. Niente, fa già ridere così. 
(Per non parlare del fatto che per come funziona la morfematica italiana ‘immigrazia’ non vuol dire niente e forse ‘sta “cosa” doveva chiamarsi immicrazia ma vabbè, sono io che pretendo troppo.) 
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andanteconmoto · 6 years
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Un nuovo MAXIPOST ELETTORALE - XVIII legislatura edition
La sede vacante è il periodo che intercorre tra la morte/ritiro di un papa e l’insediamento di quello successivo. È il periodo più bello ed equilibrato che esista, almeno per uno come me che subisce passivamente l’ingerenza ecclesiastica in Italia, perché nessuno può dire stronzate su cosa posso e non posso fare per non offendere Gesù. Molto simili sono la crisi di governo e il periodo che intercorre tra due legislature. Momenti di pace dei sensi vissuta al ritmo di una nuova, fantasmagorica e insostenibile CAMPAGNA ELETTORALE. Alle urne, italiani! Ancora non sapete chi incarna meglio le vostre convinzioni? Nessun problema: ecco la guida per districarvi nel marasma dei simboli che potreste trovare sulle vostre schede tra due mesi scarsi.
1) Italia! Italia! ovvero i partiti da stadio, quelli il cui unico pensiero è che vogliono governare l’Italia quindi è necessario far capire bene che è l’Italia che vogliono governare e, che ne so, non il Burkina Faso.
# Partito dei valori cristiani
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Che bello il tricolore, quanta emozione che ci dà. Alla fine è il simbolo perfetto dell’unità nazionale, con quei tre colori che libertà uguaglianza e fraternità nessuno sa davvero cosa vogliano dire ma che ricordano un po’ una bella margherita. Che bello il tricolore: mettiamolo sul nostro simbolo. Tante volte. Chi lo vota: I marinai in pensione, quelli che nell’intreccio delle coccarde hanno vissuto un piccolo colpo al cuore. # Movimento Passione Italia
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Questo non è un simbolo, è la resa grafica di una canzone di Mino Reitano: era tanto che volevo, col mio simbolo dire a te, grazie a un vecchio pensiero, grazie al mio paese... (movimento passione) Italia, (movimento passione) Italia: di partiti belli uguali non ce n’è! Chi lo vota: I dislessici e chi è cresciuto in paesi in cui si legge da destra a sinistra. Capisco il gioco cuore-italia ma dai, davvero, messi così i due caratteri si manda a cagare ogni logica. # Energie per l’Italia
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è sempre bello quando in questa lista arrivano i simboli di quelli veri che ci mettono i soldi dentro. I Liberali-popolari-civici e gli innovatori mettono in campo le loro energie per l’Italia insieme a Stefano Parisi. E quale icona può rappresentare al meglio le energie se non delle lampadine tricolore? Delle lampadine tricolore chiaramente spente, anzi, nemmeno spente: che assorbono la luce attorno a loro...  Chi lo vota: Elettricisti di tutta Italia, unitevi! # Sdebitalia
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Sopra il tricolore abbiamo attaccato con gimp una foto di una forbice su un tappeto di velluto che taglia un nastro tricolore, anzi avvolta da un nastro tricolore. Poi, visto che avevamo problemi con la fusione dei livelli abbiamo esportato tutto in bitmap, aperto paint e scritto SDEBITALIA usando il campiona colore per ricreare il tricolore. Ci piace tanto il tricolore, avremmo voluto metterne di più.
Chi lo vota: l’arrotino, la vecchia signora che si fa davvero affilare le forbici dall’arrotino. # Riscossa Italia
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Democrazia, lavoro e sovranità: ecco a cosa penso ogni volta che mi perdo a guardare le colline del Chianti oppure lo sfondo predefinito di Windows XP. Ecco, Riscossa Italia, con la sua simbologia semplice e affatto didascalica, trasforma in tricolore un profilo collinare sotto a un idilliaco cielo azzurro libertà. Riesce proprio a farmene venire voglia, di sovranità. Peccato solo che non abbiano scritto ‘lavoro’ in verde e ‘democrazia’ in rosso: lì si che sarebbe stato un simbolo perfetto. Chi lo vota: Mucche alla riscossa, Tartarughe Ninja alla riscossa, Sandokan alla riscossa, Fantozzi alla riscossa, Zagor alla riscossa, eccetera, eccetera, eccetera. # L’italia di Mameli
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Io parlo della locura, Elettore, la locura. La pazzia, la cerveza, la tradizione, o merda, come la chiami tu, ma con una bella spruzzata di pazzia: il peggior conservatorismo che però si tinge di simpatia, di colore, di paillette. In una parola: Platinette; perché Platinette ci assolve da tutti i nostri mali, da tutte le nostre malefatte...  questa è l'Italia di Mameli: un paese di musichette, mentre fuori c'è la morte! 
Chi la vota: i tre sceneggiatori di Boris, Karim e forse anche Arianna, che per votare di nuovo Berlusconi ci vuole coraggio.
# Italia Madre
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Il punto più alto della carriera politica di Irene Pivetti è aver avuto una sorella che ha doppiato Meg nel film Disney Hercules. Qualcosa da quell’esperienza ha imparato, apparentemente, perché il logo del suo nuovo esperimento politico sembra tirato fuori da una scena del film. Ma sì dai, è quella testa disegnata sul piatto appeso alla parete nella scena in cui Phil si lamenta delle caviglie di Achille.
Chi lo vota: Pena e Panico, il pittore nevrastenico che tenta di ritrarre Ercole. 
# Ameritalia
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Qualcuno era comunista, diceva Giorgio Gaber, perché sognava una libertà diversa da quella americana. Possiamo quindi assumere che qualcuno fosse maccartista perché sognava esattamente la libertà americana, anzi la fusione con l’America stessa. Ameritalia fonde tricolore e stars and stripes in un nuovo meraviglioso esempio di assoluta bruttura. Chi lo vota: se lo cercate su internet il primo risultato che salta fuori è un burger place di Chicago città, vi lascio immaginare la clientela...
2) MONO Negli anni sessanta l’introduzione del suono stereofonico è stata una rivoluzione per l’industria discografica. Però pare che Sgt. Pepper suoni meglio quando è ascoltato monoaurale. Seguendo l’esempio di questo caposaldo della musica, molti partiti decidono di dedicarsi solo a una cosa, solo a un certo gruppo di persone.
#Movimento gente onesta
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Per quanto potrai impegnarti qualcosa c’è sempre chi ti tirerà addosso le pietre. Poveri 5stelle, apparentemente non abbastanza honesti per questo movimento della gente onesta. Onestamente, non ce la faccio più a sentire invocare onestà-onestà a destra e a manca: non vedo l’ora che compaia un partito per disonesti, ingannatori e affini. Giusto per mischiare un po’ le carte.
Chi lo vota: la gente onesta!!1!
# Il popolo della famiglia - No gender nelle scuole
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Il problema di internet è che dà a troppa gente la possibilità di parlare. Su questo simbolo non voglio spendere più di tre righe. Sono i rugrats quei quattro cosi in basso? Chi lo vota: nostalgici dei rugrats, disegnatori oramai in pensione dei rugrats, quelli che proprio di come funzioni un popolo o una famiglia non hanno capito un cazzo.
# 3MMM - Movimento Mamme del Mondo per l’Italia
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Certo, se vogliamo liberarci dallo stereotipo italiano mafia pizza mamma e mandolino forse non è il caso di votare una cosa del genere. Però a noi gli stereotipi piacciono e quindi ecco queste tre M maiuscole di vaga memoria mussoliniana su un bel mondo tinto di rosa. Se questa lista esiste è solo colpa di Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri: qualche anno fa, in un disco di successo, cantavano: “Voglio che le cariche importanti, dove si decide per il mondo vengano assegnate solo a donne. madri di figli”. Vi hanno preso in parola, spero siate contenti.
Chi lo vota:  Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri.
# No riforma forense
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C’è sempre della poesia in un indirizzo e-mail @libero.it. In un contrassegno elettorale poi è chiaramente un messaggio politico e non tirchieria: non è che non abbiamo voluto comprare un dominio, è che @libero.it ci sembrava proprio un bel messaggio. Liberi, in Italia, dalla riforma forense. Chi lo vota: controriformisti a affini, i collegiali dei concili di Trento e di Costanza, chi proprio non ha voglia che le cose cambino. # Free Flights to Italy
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Le liste della circoscrizione estero non hanno veramente limite alla decenza. Va bene, voli gratis per l’italia. Ma perché non voli gratis dall’Italia? In questo modo mi posso trasferire, entrare nella circoscrizione estero, votarvi e ci guadagniamo tutti quanti. Se invece si vola gratis solo verso l’Italia me lo spiegate poi chi è che vi vota tra 5 anni? Un po’ di lungimiranza, per piacere.
Chi lo vota: volagratis.com 
3) Infinite Jest ovvero quelli che hanno così poco da dire che decidono di dire tutto sul contrassegno, veri post-moderni della politica, quelli che se passiamo ventisette minuti dentro alla cabina elettorale è solo colpa loro. # Movimento disoccupati e precari meridionali-italiani
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Il movimento disoccupati e precari meridionali-italiani si occupa dei problemi pressanti dei disoccupati e precari meridionali-italiani. Guardate come il sole del lavoro illumina coi suoi raggi questi disoccupati e precari meridionali-italiani che sono chiaramente in movimento. Le rielaborazioni del quarto stato nei simboli politici non mancano mai ma loro, facendo camminare tutto il loro movimento verso tre puntini di sospensione hanno portato tutto a un livello di retorica ulteriore. Chi lo vota: Disoccupati e precari, ma solo quelli meridionali-italiani. E che siano in movimento, l’immobilismo è cosa da prima repubblica.
# Lega per l’Italia 1861-2011 orgoglio italiano - movimento presidenzialista
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La lega per l’Italia ci tiene a sottolineare che l’orgoglio che la porta avanti non solo è italiano ma è anche volto al presidenzialismo e rispetta gli standard ISO9001 della comunità europea. Ma sono le date la cosa che, in tutto il marasma della sovrabbondanza di elementi, cattura più vivamente la mia attenzione. L’orgoglio inizia nel 1861, chiaramente, ma finisce nel 2011. Cosa è successo nel 2011? La morte di Liz Taylor? Vecchioni che vince Sanremo? Ai posteri l’ardua sentenza.
Chi lo vota: orgogliosi selettivi, i nuovi leghisti del meridione.
 # MIC - Italia nel Cuore - Storie di vita
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All you need is love. Quasi fuori categoria il MIC che di testo sul simbolo ne ha poco. Però quel piccolo cappelletto che ci promette “storie di vita vera” lascia spazio infinito alla mia immaginazione. In quelle quattro parole io vedo La coscienza di Zeno. Che bello deve essere il loro congresso, una cosa a metà tra un incontro dei weight watchers e un convegno di autopotenziamento.  Chi lo vota: venditori dei sistemi piramidali, ex yesman pentiti e quelli che seguono i seminari EST. Anche qualche alcolista anonimo, ma solo quelli che ce la stanno facendo.
# Partito Valore Umano - Per un nuovo umanesimo 
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Per un nuovo umanesimo. Perché, cos’ha quello vecchio che non va? Petrarca e Boccaccio non vanno più di moda? Il simbolo del PVU mi lascia in preda a mille dubbi di natura puramente grafica: è un cuore quello? perché è dilaniato? Qualcuno ha spezzato il cuore al fondatore del PVU? Insomma, anche qui un partito che non dice troppo ma lascia molto spazio alle domande. (E quei cerchi concentrici lì, messi così sopra e attorno a questa figura dal simbolismo non troppo chiaro mi fanno pensare a uno degli Angeli di Neon Genesis Evangelion. Non so perché.) Chi lo vota: Petrarca e Boccaccio, anche se non vanno più di moda.
# Recupero Maltolto - statuto lavoratori art. 18 -  Bonum commune aqua - tutela domicilio - jus pro merito
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Sto barando qui, barerò ancora più avanti. Sì perché il partito del ‘recupero maltolto’ era già finito in una di queste liste e il fatto che si ripresenti qui forse vuol dire che sto finendo le idee. Però mi piace come a ogni elezione saltino sul carro del vincitore inglobando nel loro contrassegno una nuova battaglia d’attualità. L’articolo 18, in questo caso. Mi piace anche come abbiano deciso, per migliorare la leggibilità del pensiero politico e raggiungere meglio le masse, di usare il latino nel nominare le loro grandi battaglie. Ma solo due su tre, perché chi vuole la tutela del domicilio mi sa che non è abbastanza studiato.
Chi lo vota: Latinisti e latinoranti, quelli come me che si perdevano a leggere le locuzioni sul fondo del dizionario.
# Pace Giustizia Libertà - cambia modello di sviluppo - solidarietà - cristiani per la crescita felice - nuovo modello di sviluppo per l’Italia
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Anche “Pace giustizia libertà” è una vecchia conoscenza, anche loro però hanno portato la battaglia a un livello superiore. Più che un simbolo loro hanno presentato un romanzo: visto che nessuno glielo pubblicava hanno pensato di scriverlo così, in tondo, dentro allo stemma della loro lista. Del resto lo dicono anche loro: cambia modello di sviluppo. Noi lo abbiamo fatto, voi cosa state aspettando?
Chi lo vota: quelli che vogliono cambiare modello di sviluppo e, sostanzialmente, crescere felici. 
# Pensiero Azione PPA - Popolo Partite IVA - Riprogettiamo il paese valorizzando le nostre ricchezze - Protezione Italia - Turismo - MPLibertà - Cristiano-liberali
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PPA vede la sfida di PGL e rilancia con un contrassegno che forse è stato davvero disegnato da qualcuno con un minimo di studi grafici. C’è scritta tantissima roba ma non è così sgradevole da guardare. Se lo stemma di PGL era il romanzo scadente autoprodotto rifiutato da tutte le case editrici, questo di PPA è uno di quei cloni che compaiono dopo i grandi successi di massa, uno dei mille libri sui vampiri innamorati che sono sbocciati attorno a Twilight. La copertina è simile, sembra la cosa vera, però è solo la copertura per trecento pagine di vuoto assoluto. Chi lo vota: le partite IVA. Sinceramente non sapevo che votassero anche loro quest’anno. Mattarella ha parlato dei giovani, non delle partite IVA. Povere, tutte le discriminano.
3) La quadratura del cerchio ovvero quei partiti che non hanno ancora capito come funziona il mondo, quelli che non riescono a lasciarsi alle spalle l’idealismo e i sogni, i partiti con vocazione pindarica, quelli che ancora presentano, dopo diciassette legislature, un simbolo poligonale dentro al contrassegno rotondo.
# Partito Democratico
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Il PD era un partito di sinistra, così tanto di sinistra che ha perso le elezioni anche quella volta che le ha vinte. Poi è scomparso, si è rotto, ricomposto, snaturato, reinventato, è evaporato in una nuvola rossa. Tutti i suoi problemi nascono da qui, dal simbolo: una cosa rettangolare che vuole ricordare la bandiera italiana (ma che comunque ha le proporzioni sbagliate) infilata in un buco rotondo. Povera sinistra.
Chi lo vota: chi si tura il naso, presunti pidioti, nostalgici della prima repubblica e degli sbocchi monocolore.
# Partito Comunista
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Ma il PD non si inventa niente. Le sue radici sono nell’Ulivo, le cui radici sono nei DS, le cui radici sono nel PDS le cui radici sono nel vecchio caro e glorioso PCdI che adesso è così, quadratizzato e senza gioia di vivere, senza nessuna speranza di ricevere un solo voto. Ma anche il vecchio PCdI, a dirla tutta, con le sue due bandierine plasticose, questa cosa della circonferenza non l’ha mai capita. Forse per questo ha perso sempre.
Chi lo vota: lo studente del classico un po’ trasandato, quello che è andato a votare con i mezzi pubblici così da poter leggere nel frattempo “le ceneri di Gramsci”. 
# La Luce del Sud
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Se c’è una cosa che il PD è riuscito a fare nella sua ostinazione spigolosa è inscrivere interamente il logo all’interno del contrassegno. Questa cosa invece non riesce a farla Giusy Papale quando presenta il simbolo del suo partito. La sensazione è che lei abbia da un lato voluto a ogni costo usare un brutto quadro (fatto probabilmente da un figlio in età prescolare) come logo e dall’altro abbia nasato questa equazione per cui il simbolo quadrato non vince mai. Tagliare gli spigoli e colorare di giallo le aree scoperte è solo un tentativo di aggirare il destino.
Chi lo vota: nessuno, squalificato: non ci piace la gente che bara. Accetta la tua natura quadrata, Luce del Sud.
# Movimento Riscatto Nazionale
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Il tricolore, tre alabarde spaziali, una bella aquila incattivita che sovrasta lo stemma della repubblica, caratteri che si rifanno alla tradizione fraktur... insomma: tutta l’iconografia che serve a vincere le elezioni in Italia nel 2018. Per fortuna che sono stati così coglioni da cadere anche loro nella trappola della poligonia e non potranno vincere niente. L’abbiamo scampata.
Chi lo vota: il picchetto davanti al cimitero di Predappio, mezza costa ovest del lago di Garda
#Partito Sardo d’Azione
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Avete presente quando siete a un concerto oppure a un evento di piazza e qualcuno due o tre file avanti a voi srotola e fa sventolare questo enorme vessillo con le quattro teste sarde? Succede SEMPRE, OVUNQUE. Quest’anno succede anche alle elezioni. Grazie, Partito Sardo d’Azione, grazie per ricordarci che la Sardegna esiste. La prossima volta però facciamo uno stemma tondo. Dai, con questa grafica di base non era così difficile riuscirci.
Chi lo vota: quelli due o tre file avanti a voi che al concerto oppure all’evento di piazza fanno sventolare la bandiera sarda.
5) Quelli che hanno sbagliato elezione Sì, va bene: si vota per il parlamento italiano, però non è che dobbiamo per forza tutti volerci bene, giusto? Via, basta Italia: il progetto è fallito. Votiamo altri parlamenti dentro al parlamento e mandiamo un po’ tutto in vacca. 
  # Liga Veneta Repubblica
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Mi mette sempre di buon umore pensare che da qualche parte esista gente che pensa che le posizioni della lega e dei fascisti non siano abbastanza definite, mi piace molto che decidano di staccarsi da tutto per essere assolutamente definiti, mi riempie di gioia vedere come provino a farlo legalmente. Carini loro.
Chi lo vota: ne ho conosciuti fin troppi, lasciamo stare.
# NSAB MLNS
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Seriamente: cerchiamo di immaginare il congresso di questi qui. Cinque sfigati tipo quelli del centro sociale di como, pelati e con il bomber che si guardano nelle palle dei loro occhi spenti e cercano un modo per infilare il loro neo-nazismo nelle elezioni italiane. Allora, dice uno, nazionalsocialismo non si può dire, però se scriviamo che siamo nazionalisti e socialisti, forse...  Per non parlare di come tutto questo logo sia un capolavoro di incompetenza. Movimento nazionalista e socialista dei lavoratori è chiaro. Ma NSAB e MLNS cosa vorrebbero dire? A sentimento mi viene quasi il dubbio che abbiano presentato un typo e che quel MLNS avrebbe dovuto essere MSLN. Però forse sono io che ho la coscienza sporca.
Chi lo vota: nessuno, sicuramente verrà bloccato in fase di revisione. Però è già tremendo che qualcuno lo abbia presentato. 
# Potere al popolo
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Sì, va bene, ci abbiamo provato. Non ha funzionato.  Il prossimo.
Chi lo vota: chi vorrebbe votare i 5stelle ma gli puzzano troppo di fascismo.
# Per una Sinistra Rivoluzionaria
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Per una sinistra rivoluzionaria bisogna prendere il treno da Helsinki a Pietrogrado, assediare il Palazzo d’Inverno e instaurare la dittatura del popolo a Mosca. Non votare questo potpourri di retorica, pugni chiusi e nostalgia. Insomma, è proprio il concetto che è sbagliato: come si vota la rivoluzione? 
Chi lo vota:  Mi dispiace Ferrando: il trotzkismo non ha funzionato in Russia, figuriamoci qui.
# Mo!
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Se non ora, quando? Mo. Tipo subito, anzi prima di subito. Mi piace come abbiano tagliato l’Italia dal Lazio in giù e dicano di rivendicare una certa unione mediterranea: è un bel tentativo di nascondere dietro a una espressione dialettale l’ennesimo movimento di rinascita duosiciliano. Ho visto il parlamento duosiciliano, a Palermo. Non ci sta niente dentro.
Chi lo vota: quelli che bevono il caffè Borbone.
# Blocco Nazionale per le Libertà
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I problemi qui sono due: capire esattamente cos’è un blocco nazionale e, successivamente, chiarire cosa intendono per nazione. Quindi: come si blocca un paese per le libertà? Gli si mette un fermo tra i raggi, come nelle biciclette del free bike sharing di Milano? E soprattutto, quale Nazione: l’Italia Reale tipo il paese reale dei 5stelle? Sì giusto? Nessuna nostalgia sabauda, vero? E allora, la corona...
Chi lo vota: quelli che “Italia amore mio non è male come canzone”
# Sacro Romano Impero Liberale Cattolico
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Voglio uscire con Mirella Cece una sera a cena, parlare un po’ con lei e capire cos’è che non va. Non voglio perdere altre parole su questo partito, l’ho già fatto tempo fa, però non riesco a non apprezzare tantissimo il logo rinnovato: una meravigliosa metafora dell’immobilismo della giustizia italiana: guardate, i due piatti della bilancia sono assicurati alla trave orizzontale di un crocifisso, una cosa che sembra anche piuttosto solida. Non si muoveranno mai, quei piatti, finché un carico troppo pesante non ne spezzerà il supporto e via, una nuova ondata di invasioni barbariche.
Chi lo vota: Mirella Cece e gli incoronati la notte di natale. 
6) Fuori scala - TOP 5 ovvero quelli che non sono riuscito a inserire in una di queste categorie ma mi hanno comunque lasciato un profondo segno nel cuore.
# Partito delle buone maniere
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Anche questo è una vecchia conoscenza ma questa nuova veste grafica mi rapisce cuore e cervello. Anche io voglio un dispositivo anti-molestie, un bel fiorellino rosso che una mano con unghie smaltate si appresta a lanciare in mare, verso il tramonto. Quanta poesia, in queste buone maniere.
Chi lo vota: i maggiordomi, quelli a cui è sinceramente piaciuto Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro
# W la fisica
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A ogni azione ne corrisponde una uguale e contraria, lo diceva Newton. Era inevitabile quindi che in mezzo all’oscurantismo dilagante e alla rinnovata ignoranza scientifica - e mancanza di buon senso - del popolaccio italiano si facesse avanti un partito scientista - per dirla come la dicono i complottisti. L’idea mi rinfranca ma il simbolo è abominevole. Mi piace il piano cartesiano con le due curve disegnate, avrei lavorato su quello. Tutto il resto sembra un brutto derivato delle vecchie word art di windows 98.
Chi lo vota: i soci MENSA, quelli a cui le word art di windows 98 piacciono
# 10 volte meglio
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Giusto, si deve migliorare. Ma perché migliorare una volta quando puoi farlo dieci volte? Giuro, non credo di aver mai visto un simbolo tanto de-ideologico quanto questo prima. Non comunica niente, solo che vuole fare meglio. Ma meglio di chi? Che cosa meglio? Si tratta di un movimento di destra o di sinistra? Non lo so, è affascinante e fallimentare allo stesso momento. 
Chi lo vota: workaholics and overachievers
# MTNPP
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Da un grande nome derivano grandi responsabilità. Credo che il grande nome in questo caso sia movimento tecnico nazionale popolare per la pace. Non è un nome semplice da ricordare, fortunatamente lo si può facilmente abbreviare in Movtecnazpopace. Che mi ricorda uno di quei mille enti dell’immobilismo sovietico o le strane sigle del ventennio fascista. Quanta nostalgia.
Chi lo vota: ex dipendenti del minculpop, appassionati di sciarade.
# Autodeterminatzione
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Vincitore indiscusso della tornata elettorale 2018, partito di governo in pectore, è autodeterminatzione. L’unico contrassegno che si è meritato una googlata perché, da linguista, quella T mi disturba tantissimo. Sono banalmente degli indipendentisti sardi - sì, sempre loro - però il gioco di parole, lo scarabeo, i colori: funziona tutto ed è tutto bello. Bravi tutti, ora sventolate la vostra bandiera coi quattro mori.
Chi lo vota: i quattro mori sventolati sulla bandiera, egittologi e faraoni.
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andanteconmoto · 6 years
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Ho aperto il mio dremel per ripararlo e adesso sono pronto a partire per i confini del cosmo.
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andanteconmoto · 6 years
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Un nuovo MAXIPOST ELETTORALE - XVIII legislatura edition
La sede vacante è il periodo che intercorre tra la morte/ritiro di un papa e l’insediamento di quello successivo. È il periodo più bello ed equilibrato che esista, almeno per uno come me che subisce passivamente l’ingerenza ecclesiastica in Italia, perché nessuno può dire stronzate su cosa posso e non posso fare per non offendere Gesù. Molto simili sono la crisi di governo e il periodo che intercorre tra due legislature. Momenti di pace dei sensi vissuta al ritmo di una nuova, fantasmagorica e insostenibile CAMPAGNA ELETTORALE. Alle urne, italiani! Ancora non sapete chi incarna meglio le vostre convinzioni? Nessun problema: ecco la guida per districarvi nel marasma dei simboli che potreste trovare sulle vostre schede tra due mesi scarsi.
1) Italia! Italia! ovvero i partiti da stadio, quelli il cui unico pensiero è che vogliono governare l’Italia quindi è necessario far capire bene che è l’Italia che vogliono governare e, che ne so, non il Burkina Faso.
# Partito dei valori cristiani
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Che bello il tricolore, quanta emozione che ci dà. Alla fine è il simbolo perfetto dell’unità nazionale, con quei tre colori che libertà uguaglianza e fraternità nessuno sa davvero cosa vogliano dire ma che ricordano un po’ una bella margherita. Che bello il tricolore: mettiamolo sul nostro simbolo. Tante volte. Chi lo vota: I marinai in pensione, quelli che nell’intreccio delle coccarde hanno vissuto un piccolo colpo al cuore. # Movimento Passione Italia
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Questo non è un simbolo, è la resa grafica di una canzone di Mino Reitano: era tanto che volevo, col mio simbolo dire a te, grazie a un vecchio pensiero, grazie al mio paese... (movimento passione) Italia, (movimento passione) Italia: di partiti belli uguali non ce n’è! Chi lo vota: I dislessici e chi è cresciuto in paesi in cui si legge da destra a sinistra. Capisco il gioco cuore-italia ma dai, davvero, messi così i due caratteri si manda a cagare ogni logica. # Energie per l’Italia
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è sempre bello quando in questa lista arrivano i simboli di quelli veri che ci mettono i soldi dentro. I Liberali-popolari-civici e gli innovatori mettono in campo le loro energie per l’Italia insieme a Stefano Parisi. E quale icona può rappresentare al meglio le energie se non delle lampadine tricolore? Delle lampadine tricolore chiaramente spente, anzi, nemmeno spente: che assorbono la luce attorno a loro...  Chi lo vota: Elettricisti di tutta Italia, unitevi! # Sdebitalia
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Sopra il tricolore abbiamo attaccato con gimp una foto di una forbice su un tappeto di velluto che taglia un nastro tricolore, anzi avvolta da un nastro tricolore. Poi, visto che avevamo problemi con la fusione dei livelli abbiamo esportato tutto in bitmap, aperto paint e scritto SDEBITALIA usando il campiona colore per ricreare il tricolore. Ci piace tanto il tricolore, avremmo voluto metterne di più.
Chi lo vota: l’arrotino, la vecchia signora che si fa davvero affilare le forbici dall’arrotino. # Riscossa Italia
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Democrazia, lavoro e sovranità: ecco a cosa penso ogni volta che mi perdo a guardare le colline del Chianti oppure lo sfondo predefinito di Windows XP. Ecco, Riscossa Italia, con la sua simbologia semplice e affatto didascalica, trasforma in tricolore un profilo collinare sotto a un idilliaco cielo azzurro libertà. Riesce proprio a farmene venire voglia, di sovranità. Peccato solo che non abbiano scritto ‘lavoro’ in verde e ‘democrazia’ in rosso: lì si che sarebbe stato un simbolo perfetto. Chi lo vota: Mucche alla riscossa, Tartarughe Ninja alla riscossa, Sandokan alla riscossa, Fantozzi alla riscossa, Zagor alla riscossa, eccetera, eccetera, eccetera. # L’italia di Mameli
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Io parlo della locura, Elettore, la locura. La pazzia, la cerveza, la tradizione, o merda, come la chiami tu, ma con una bella spruzzata di pazzia: il peggior conservatorismo che però si tinge di simpatia, di colore, di paillette. In una parola: Platinette; perché Platinette ci assolve da tutti i nostri mali, da tutte le nostre malefatte...  questa è l'Italia di Mameli: un paese di musichette, mentre fuori c'è la morte! 
Chi la vota: i tre sceneggiatori di Boris, Karim e forse anche Arianna, che per votare di nuovo Berlusconi ci vuole coraggio.
# Italia Madre
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Il punto più alto della carriera politica di Irene Pivetti è aver avuto una sorella che ha doppiato Meg nel film Disney Hercules. Qualcosa da quell’esperienza ha imparato, apparentemente, perché il logo del suo nuovo esperimento politico sembra tirato fuori da una scena del film. Ma sì dai, è quella testa disegnata sul piatto appeso alla parete nella scena in cui Phil si lamenta delle caviglie di Achille.
Chi lo vota: Pena e Panico, il pittore nevrastenico che tenta di ritrarre Ercole. 
# Ameritalia
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Qualcuno era comunista, diceva Giorgio Gaber, perché sognava una libertà diversa da quella americana. Possiamo quindi assumere che qualcuno fosse maccartista perché sognava esattamente la libertà americana, anzi la fusione con l’America stessa. Ameritalia fonde tricolore e stars and stripes in un nuovo meraviglioso esempio di assoluta bruttura. Chi lo vota: se lo cercate su internet il primo risultato che salta fuori è un burger place di Chicago città, vi lascio immaginare la clientela...
2) MONO Negli anni sessanta l’introduzione del suono stereofonico è stata una rivoluzione per l’industria discografica. Però pare che Sgt. Pepper suoni meglio quando è ascoltato monoaurale. Seguendo l’esempio di questo caposaldo della musica, molti partiti decidono di dedicarsi solo a una cosa, solo a un certo gruppo di persone.
#Movimento gente onesta
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Per quanto potrai impegnarti qualcosa c’è sempre chi ti tirerà addosso le pietre. Poveri 5stelle, apparentemente non abbastanza honesti per questo movimento della gente onesta. Onestamente, non ce la faccio più a sentire invocare onestà-onestà a destra e a manca: non vedo l’ora che compaia un partito per disonesti, ingannatori e affini. Giusto per mischiare un po’ le carte.
Chi lo vota: la gente onesta!!1!
# Il popolo della famiglia - No gender nelle scuole
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Il problema di internet è che dà a troppa gente la possibilità di parlare. Su questo simbolo non voglio spendere più di tre righe. Sono i rugrats quei quattro cosi in basso? Chi lo vota: nostalgici dei rugrats, disegnatori oramai in pensione dei rugrats, quelli che proprio di come funzioni un popolo o una famiglia non hanno capito un cazzo.
# 3MMM - Movimento Mamme del Mondo per l’Italia
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Certo, se vogliamo liberarci dallo stereotipo italiano mafia pizza mamma e mandolino forse non è il caso di votare una cosa del genere. Però a noi gli stereotipi piacciono e quindi ecco queste tre M maiuscole di vaga memoria mussoliniana su un bel mondo tinto di rosa. Se questa lista esiste è solo colpa di Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri: qualche anno fa, in un disco di successo, cantavano: “Voglio che le cariche importanti, dove si decide per il mondo vengano assegnate solo a donne. madri di figli”. Vi hanno preso in parola, spero siate contenti.
Chi lo vota:  Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri.
# No riforma forense
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C’è sempre della poesia in un indirizzo e-mail @libero.it. In un contrassegno elettorale poi è chiaramente un messaggio politico e non tirchieria: non è che non abbiamo voluto comprare un dominio, è che @libero.it ci sembrava proprio un bel messaggio. Liberi, in Italia, dalla riforma forense. Chi lo vota: controriformisti a affini, i collegiali dei concili di Trento e di Costanza, chi proprio non ha voglia che le cose cambino. # Free Flights to Italy
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Le liste della circoscrizione estero non hanno veramente limite alla decenza. Va bene, voli gratis per l’italia. Ma perché non voli gratis dall’Italia? In questo modo mi posso trasferire, entrare nella circoscrizione estero, votarvi e ci guadagniamo tutti quanti. Se invece si vola gratis solo verso l’Italia me lo spiegate poi chi è che vi vota tra 5 anni? Un po’ di lungimiranza, per piacere.
Chi lo vota: volagratis.com 
3) Infinite Jest ovvero quelli che hanno così poco da dire che decidono di dire tutto sul contrassegno, veri post-moderni della politica, quelli che se passiamo ventisette minuti dentro alla cabina elettorale è solo colpa loro. # Movimento disoccupati e precari meridionali-italiani
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Il movimento disoccupati e precari meridionali-italiani si occupa dei problemi pressanti dei disoccupati e precari meridionali-italiani. Guardate come il sole del lavoro illumina coi suoi raggi questi disoccupati e precari meridionali-italiani che sono chiaramente in movimento. Le rielaborazioni del quarto stato nei simboli politici non mancano mai ma loro, facendo camminare tutto il loro movimento verso tre puntini di sospensione hanno portato tutto a un livello di retorica ulteriore. Chi lo vota: Disoccupati e precari, ma solo quelli meridionali-italiani. E che siano in movimento, l’immobilismo è cosa da prima repubblica.
# Lega per l’Italia 1861-2011 orgoglio italiano - movimento presidenzialista
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La lega per l’Italia ci tiene a sottolineare che l’orgoglio che la porta avanti non solo è italiano ma è anche volto al presidenzialismo e rispetta gli standard ISO9001 della comunità europea. Ma sono le date la cosa che, in tutto il marasma della sovrabbondanza di elementi, cattura più vivamente la mia attenzione. L’orgoglio inizia nel 1861, chiaramente, ma finisce nel 2011. Cosa è successo nel 2011? La morte di Liz Taylor? Vecchioni che vince Sanremo? Ai posteri l’ardua sentenza.
Chi lo vota: orgogliosi selettivi, i nuovi leghisti del meridione.
 # MIC - Italia nel Cuore - Storie di vita
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All you need is love. Quasi fuori categoria il MIC che di testo sul simbolo ne ha poco. Però quel piccolo cappelletto che ci promette “storie di vita vera” lascia spazio infinito alla mia immaginazione. In quelle quattro parole io vedo La coscienza di Zeno. Che bello deve essere il loro congresso, una cosa a metà tra un incontro dei weight watchers e un convegno di autopotenziamento.  Chi lo vota: venditori dei sistemi piramidali, ex yesman pentiti e quelli che seguono i seminari EST. Anche qualche alcolista anonimo, ma solo quelli che ce la stanno facendo.
# Partito Valore Umano - Per un nuovo umanesimo 
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Per un nuovo umanesimo. Perché, cos’ha quello vecchio che non va? Petrarca e Boccaccio non vanno più di moda? Il simbolo del PVU mi lascia in preda a mille dubbi di natura puramente grafica: è un cuore quello? perché è dilaniato? Qualcuno ha spezzato il cuore al fondatore del PVU? Insomma, anche qui un partito che non dice troppo ma lascia molto spazio alle domande. (E quei cerchi concentrici lì, messi così sopra e attorno a questa figura dal simbolismo non troppo chiaro mi fanno pensare a uno degli Angeli di Neon Genesis Evangelion. Non so perché.) Chi lo vota: Petrarca e Boccaccio, anche se non vanno più di moda.
# Recupero Maltolto - statuto lavoratori art. 18 -  Bonum commune aqua - tutela domicilio - jus pro merito
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Sto barando qui, barerò ancora più avanti. Sì perché il partito del ‘recupero maltolto’ era già finito in una di queste liste e il fatto che si ripresenti qui forse vuol dire che sto finendo le idee. Però mi piace come a ogni elezione saltino sul carro del vincitore inglobando nel loro contrassegno una nuova battaglia d’attualità. L’articolo 18, in questo caso. Mi piace anche come abbiano deciso, per migliorare la leggibilità del pensiero politico e raggiungere meglio le masse, di usare il latino nel nominare le loro grandi battaglie. Ma solo due su tre, perché chi vuole la tutela del domicilio mi sa che non è abbastanza studiato.
Chi lo vota: Latinisti e latinoranti, quelli come me che si perdevano a leggere le locuzioni sul fondo del dizionario.
# Pace Giustizia Libertà - cambia modello di sviluppo - solidarietà - cristiani per la crescita felice - nuovo modello di sviluppo per l’Italia
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Anche “Pace giustizia libertà” è una vecchia conoscenza, anche loro però hanno portato la battaglia a un livello superiore. Più che un simbolo loro hanno presentato un romanzo: visto che nessuno glielo pubblicava hanno pensato di scriverlo così, in tondo, dentro allo stemma della loro lista. Del resto lo dicono anche loro: cambia modello di sviluppo. Noi lo abbiamo fatto, voi cosa state aspettando?
Chi lo vota: quelli che vogliono cambiare modello di sviluppo e, sostanzialmente, crescere felici. 
# Pensiero Azione PPA - Popolo Partite IVA - Riprogettiamo il paese valorizzando le nostre ricchezze - Protezione Italia - Turismo - MPLibertà - Cristiano-liberali
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PPA vede la sfida di PGL e rilancia con un contrassegno che forse è stato davvero disegnato da qualcuno con un minimo di studi grafici. C’è scritta tantissima roba ma non è così sgradevole da guardare. Se lo stemma di PGL era il romanzo scadente autoprodotto rifiutato da tutte le case editrici, questo di PPA è uno di quei cloni che compaiono dopo i grandi successi di massa, uno dei mille libri sui vampiri innamorati che sono sbocciati attorno a Twilight. La copertina è simile, sembra la cosa vera, però è solo la copertura per trecento pagine di vuoto assoluto. Chi lo vota: le partite IVA. Sinceramente non sapevo che votassero anche loro quest’anno. Mattarella ha parlato dei giovani, non delle partite IVA. Povere, tutte le discriminano.
3) La quadratura del cerchio ovvero quei partiti che non hanno ancora capito come funziona il mondo, quelli che non riescono a lasciarsi alle spalle l’idealismo e i sogni, i partiti con vocazione pindarica, quelli che ancora presentano, dopo diciassette legislature, un simbolo poligonale dentro al contrassegno rotondo.
# Partito Democratico
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Il PD era un partito di sinistra, così tanto di sinistra che ha perso le elezioni anche quella volta che le ha vinte. Poi è scomparso, si è rotto, ricomposto, snaturato, reinventato, è evaporato in una nuvola rossa. Tutti i suoi problemi nascono da qui, dal simbolo: una cosa rettangolare che vuole ricordare la bandiera italiana (ma che comunque ha le proporzioni sbagliate) infilata in un buco rotondo. Povera sinistra.
Chi lo vota: chi si tura il naso, presunti pidioti, nostalgici della prima repubblica e degli sbocchi monocolore.
# Partito Comunista
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Ma il PD non si inventa niente. Le sue radici sono nell’Ulivo, le cui radici sono nei DS, le cui radici sono nel PDS le cui radici sono nel vecchio caro e glorioso PCdI che adesso è così, quadratizzato e senza gioia di vivere, senza nessuna speranza di ricevere un solo voto. Ma anche il vecchio PCdI, a dirla tutta, con le sue due bandierine plasticose, questa cosa della circonferenza non l’ha mai capita. Forse per questo ha perso sempre.
Chi lo vota: lo studente del classico un po’ trasandato, quello che è andato a votare con i mezzi pubblici così da poter leggere nel frattempo “le ceneri di Gramsci”. 
# La Luce del Sud
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Se c’è una cosa che il PD è riuscito a fare nella sua ostinazione spigolosa è inscrivere interamente il logo all’interno del contrassegno. Questa cosa invece non riesce a farla Giusy Papale quando presenta il simbolo del suo partito. La sensazione è che lei abbia da un lato voluto a ogni costo usare un brutto quadro (fatto probabilmente da un figlio in età prescolare) come logo e dall’altro abbia nasato questa equazione per cui il simbolo quadrato non vince mai. Tagliare gli spigoli e colorare di giallo le aree scoperte è solo un tentativo di aggirare il destino.
Chi lo vota: nessuno, squalificato: non ci piace la gente che bara. Accetta la tua natura quadrata, Luce del Sud.
# Movimento Riscatto Nazionale
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Il tricolore, tre alabarde spaziali, una bella aquila incattivita che sovrasta lo stemma della repubblica, caratteri che si rifanno alla tradizione fraktur... insomma: tutta l’iconografia che serve a vincere le elezioni in Italia nel 2018. Per fortuna che sono stati così coglioni da cadere anche loro nella trappola della poligonia e non potranno vincere niente. L’abbiamo scampata.
Chi lo vota: il picchetto davanti al cimitero di Predappio, mezza costa ovest del lago di Garda
#Partito Sardo d’Azione
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Avete presente quando siete a un concerto oppure a un evento di piazza e qualcuno due o tre file avanti a voi srotola e fa sventolare questo enorme vessillo con le quattro teste sarde? Succede SEMPRE, OVUNQUE. Quest’anno succede anche alle elezioni. Grazie, Partito Sardo d’Azione, grazie per ricordarci che la Sardegna esiste. La prossima volta però facciamo uno stemma tondo. Dai, con questa grafica di base non era così difficile riuscirci.
Chi lo vota: quelli due o tre file avanti a voi che al concerto oppure all’evento di piazza fanno sventolare la bandiera sarda.
5) Quelli che hanno sbagliato elezione Sì, va bene: si vota per il parlamento italiano, però non è che dobbiamo per forza tutti volerci bene, giusto? Via, basta Italia: il progetto è fallito. Votiamo altri parlamenti dentro al parlamento e mandiamo un po’ tutto in vacca. 
  # Liga Veneta Repubblica
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Mi mette sempre di buon umore pensare che da qualche parte esista gente che pensa che le posizioni della lega e dei fascisti non siano abbastanza definite, mi piace molto che decidano di staccarsi da tutto per essere assolutamente definiti, mi riempie di gioia vedere come provino a farlo legalmente. Carini loro.
Chi lo vota: ne ho conosciuti fin troppi, lasciamo stare.
# NSAB MLNS
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Seriamente: cerchiamo di immaginare il congresso di questi qui. Cinque sfigati tipo quelli del centro sociale di como, pelati e con il bomber che si guardano nelle palle dei loro occhi spenti e cercano un modo per infilare il loro neo-nazismo nelle elezioni italiane. Allora, dice uno, nazionalsocialismo non si può dire, però se scriviamo che siamo nazionalisti e socialisti, forse...  Per non parlare di come tutto questo logo sia un capolavoro di incompetenza. Movimento nazionalista e socialista dei lavoratori è chiaro. Ma NSAB e MLNS cosa vorrebbero dire? A sentimento mi viene quasi il dubbio che abbiano presentato un typo e che quel MLNS avrebbe dovuto essere MSLN. Però forse sono io che ho la coscienza sporca.
Chi lo vota: nessuno, sicuramente verrà bloccato in fase di revisione. Però è già tremendo che qualcuno lo abbia presentato. 
# Potere al popolo
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Sì, va bene, ci abbiamo provato. Non ha funzionato.  Il prossimo.
Chi lo vota: chi vorrebbe votare i 5stelle ma gli puzzano troppo di fascismo.
# Per una Sinistra Rivoluzionaria
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Per una sinistra rivoluzionaria bisogna prendere il treno da Helsinki a Pietrogrado, assediare il Palazzo d’Inverno e instaurare la dittatura del popolo a Mosca. Non votare questo potpourri di retorica, pugni chiusi e nostalgia. Insomma, è proprio il concetto che è sbagliato: come si vota la rivoluzione? 
Chi lo vota:  Mi dispiace Ferrando: il trotzkismo non ha funzionato in Russia, figuriamoci qui.
# Mo!
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Se non ora, quando? Mo. Tipo subito, anzi prima di subito. Mi piace come abbiano tagliato l’Italia dal Lazio in giù e dicano di rivendicare una certa unione mediterranea: è un bel tentativo di nascondere dietro a una espressione dialettale l’ennesimo movimento di rinascita duosiciliano. Ho visto il parlamento duosiciliano, a Palermo. Non ci sta niente dentro.
Chi lo vota: quelli che bevono il caffè Borbone.
# Blocco Nazionale per le Libertà
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I problemi qui sono due: capire esattamente cos’è un blocco nazionale e, successivamente, chiarire cosa intendono per nazione. Quindi: come si blocca un paese per le libertà? Gli si mette un fermo tra i raggi, come nelle biciclette del free bike sharing di Milano? E soprattutto, quale Nazione: l’Italia Reale tipo il paese reale dei 5stelle? Sì giusto? Nessuna nostalgia sabauda, vero? E allora, la corona...
Chi lo vota: quelli che “Italia amore mio non è male come canzone”
# Sacro Romano Impero Liberale Cattolico
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Voglio uscire con Mirella Cece una sera a cena, parlare un po’ con lei e capire cos’è che non va. Non voglio perdere altre parole su questo partito, l’ho già fatto tempo fa, però non riesco a non apprezzare tantissimo il logo rinnovato: una meravigliosa metafora dell’immobilismo della giustizia italiana: guardate, i due piatti della bilancia sono assicurati alla trave orizzontale di un crocifisso, una cosa che sembra anche piuttosto solida. Non si muoveranno mai, quei piatti, finché un carico troppo pesante non ne spezzerà il supporto e via, una nuova ondata di invasioni barbariche.
Chi lo vota: Mirella Cece e gli incoronati la notte di natale. 
6) Fuori scala - TOP 5 ovvero quelli che non sono riuscito a inserire in una di queste categorie ma mi hanno comunque lasciato un profondo segno nel cuore.
# Partito delle buone maniere
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Anche questo è una vecchia conoscenza ma questa nuova veste grafica mi rapisce cuore e cervello. Anche io voglio un dispositivo anti-molestie, un bel fiorellino rosso che una mano con unghie smaltate si appresta a lanciare in mare, verso il tramonto. Quanta poesia, in queste buone maniere.
Chi lo vota: i maggiordomi, quelli a cui è sinceramente piaciuto Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro
# W la fisica
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A ogni azione ne corrisponde una uguale e contraria, lo diceva Newton. Era inevitabile quindi che in mezzo all’oscurantismo dilagante e alla rinnovata ignoranza scientifica - e mancanza di buon senso - del popolaccio italiano si facesse avanti un partito scientista - per dirla come la dicono i complottisti. L’idea mi rinfranca ma il simbolo è abominevole. Mi piace il piano cartesiano con le due curve disegnate, avrei lavorato su quello. Tutto il resto sembra un brutto derivato delle vecchie word art di windows 98.
Chi lo vota: i soci MENSA, quelli a cui le word art di windows 98 piacciono
# 10 volte meglio
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Giusto, si deve migliorare. Ma perché migliorare una volta quando puoi farlo dieci volte? Giuro, non credo di aver mai visto un simbolo tanto de-ideologico quanto questo prima. Non comunica niente, solo che vuole fare meglio. Ma meglio di chi? Che cosa meglio? Si tratta di un movimento di destra o di sinistra? Non lo so, è affascinante e fallimentare allo stesso momento. 
Chi lo vota: workaholics and overachievers
# MTNPP
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Da un grande nome derivano grandi responsabilità. Credo che il grande nome in questo caso sia movimento tecnico nazionale popolare per la pace. Non è un nome semplice da ricordare, fortunatamente lo si può facilmente abbreviare in Movtecnazpopace. Che mi ricorda uno di quei mille enti dell’immobilismo sovietico o le strane sigle del ventennio fascista. Quanta nostalgia.
Chi lo vota: ex dipendenti del minculpop, appassionati di sciarade.
# Autodeterminatzione
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Vincitore indiscusso della tornata elettorale 2018, partito di governo in pectore, è autodeterminatzione. L’unico contrassegno che si è meritato una googlata perché, da linguista, quella T mi disturba tantissimo. Sono banalmente degli indipendentisti sardi - sì, sempre loro - però il gioco di parole, lo scarabeo, i colori: funziona tutto ed è tutto bello. Bravi tutti, ora sventolate la vostra bandiera coi quattro mori.
Chi lo vota: i quattro mori sventolati sulla bandiera, egittologi e faraoni.
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andanteconmoto · 6 years
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andanteconmoto · 6 years
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Soviet loose tea boxes from the 1970s
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andanteconmoto · 6 years
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Quel momento della vita in cui devi scegliere cosa fare da grande ma hai le idee confuse.
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andanteconmoto · 6 years
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Stamattina dovevo pulire i sanitari, fare la polvere in camera da letto, pulire i pavimenti. Quindi sono andato al mercatino dell'usato davanti alla stazione e ho comprato Eye in the sky.
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andanteconmoto · 6 years
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1964
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andanteconmoto · 6 years
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I (quasi) 5 dischi dell’anno in no order whatsoever - 2017 DC
Non è stato un anno di grandi ascolti. Avevo aspettative enormi e mi hanno deluso tutti. Mi ha deluso Lorde, mi ha deluso Bjork, mi hanno deluso tutti. Però in qualche modo bisogna portare a casa la sessione quindi ho deciso di barare (anche quest’anno).  Intimità e politica, ecco cosa porta avanti il 2017: in un modo o nell’altro sono questi i temi dei dischi che ho consumato. Alcuni si spostano più da un lato, altri si sbilanciano verso l’altro, alcuni si muovono in perfetto equilibrio tra i due. Sono temi adatti a un anno di transizione, di cambiamento, di chiusura, di fine legislatura
1) Brunori SAS - A casa tutto bene
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12 mesi, tanto è passato da quando è uscito questo disco, e ho perso il conto di quante volte l’ho ascoltato. Brunori mi è sempre piaciuto, è bravo con le parole e tocca ogni tema con una tenerezza deamicissiana. Però gli è sempre mancata una produzione solida alle spalle che, finalmente, compare in questo disco. Non è più chitarra e voce, ci sono gli strumenti. Tanti strumenti e suonati bene.  Il disco è meravigliosamente compatto e si divide tra mal di vivere, paura di morire, sano odio anti-salviniano e la ricerca del coraggio. Insomma, più che un disco da ascoltare questo album è stato una vera e propria coperta di Linus, specie nelle ultime settimane dell’anno. 
Random quote:
La realtà è una merda ma non finisce qua passami il mantello nero, il costume da torero oggi salvo il mondo intero con un pugno di poesie
Da ascoltare: Il costume da torero (il brano più intimo, almeno per come concepisco io l’intimità) e L’uomo nero (il brano più politico, almeno per come la politica concepisce me)
2) Roger Waters - Is this the life we really want?
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La mia professoressa di italiano delle superiori diceva di non chiudere mai una argomentazione con una domanda. Coi consigli della mia professoressa di italiano però Roger Waters ci si pulisce il culo e la chiave della sua argomentazione non solo è una domanda ma ce la spiccica in faccia come titolo del disco. Si tratta di un disco di Roger Waters quindi in realtà ci sono solo tre cose da dire: 1) è bellissimo, intimo e personale; 2) ha uno di quei finali lì come piacciono a lui; 3) è ovviamente un disco politico, disgustosamente viscerale. Roger non ce la fa più con la voce e lo sa, la dinamica delle canzoni è molto più lineare che in passato ma quei due momenti in cui la voce sale fanno venire i brividissimi. Vince anche un premio speciale perché per colpa sua, ogni tanto, mi tocca ascoltare dei campionamenti di discorsi di Trump in macchina. 
Random quote:
If I had been God I would have rearranged the veins in the face to make them more Resistant to alcohol and less prone to ageing 
Da ascoltare: The Last Refugee (un brano che è tutta nostalgia per il tempo che fu, per il tempo che potrebbe essere)
3) Musica Nuda - Leggera
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Questo disco è intimo ma non politico. Trattandosi di Musica nuda, di nome e di fatto, non potrebbe essere altrimenti. Quello che si vede sulla copertina è quello che c’è nel disco: un contrabbasso, una donna che canta e una tazza di tè. Molto equilibrato, molto dolce. Testi appena sussurrati su delle basi jazz quasi impercettibili.
Random quote:
Ogni parola è rumore in quest'ora d'immobilità, dove ogni anima è sola e rinasce di verginità. Vorrei fermare l'istante, ricomporlo dal principio a qui.
Da ascoltare: Feltrinelli (Perché è una canzone che parla di gente che va a comprare libri e il mondo ha bisogno di questo tipo di canzoni.) ma anche Leggera (che in quanto titletrack riesce a incarnare bene lo spirito del disco)
4)  Sin Fang, Sóley & Örvar Smárason - Team Dreams
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Qui forse sto barando e forse no. Ufficialmente questo è un disco del 2018, però le dodici tracce che lo compongono sono uscite singolarmente, una per mese, nel corso del 2017. L’Islanda è una fucina di musica incredibile e la seguo sempre con attenzione. Ogni anno (o quasi) uno dei miei dischi preferiti arriva da quell’isola. Di questi tre ragazzi conoscevo solo Soley - che ha fatto due dischi solisti della madonna - e il gruppo in cui suona Orvar, i Mùm: si sono messi assieme, hanno mischiato le loro cifre e ne salta fuori un album meravigliosamente complesso per essere pop (un po’ quello che mi aspettavo da Lorde, diciamo).  Ovviamente non è politico, ovviamente è intimo. Una menzione speciale merita l’artwork generale della cosa: ogni singolo è uscito con una copertina diversa e sono una più bella dell’altra (ho comprato il vinile, deve ancora arrivare: spero vivamente che le 12 cover siano raccolte in un libretto).
Random quote:
There is so much blood Running down my face All these algorithms closing in like walls I know you want to kill them Or turn the other cheek 
Da ascoltare: Random Haiku Generator (è il pezzo che apre il disco e detta le basi per le danze. E ha un titolo meravigliosamente evocativo). Butto qui anche il link al loro profilo bandcamp perché sia facile sbirciare le copertine di cui sopra.
5) Lucio Battisti - Cosa succederà alla ragazza
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Ecco una cosa che ancora non era successa: uno dei miei dischi dell’anno è uscito venticinque anni fa. “Non mi piace Battisti” è sempre stata una delle convinzioni più salde del mio gusto musicale. Giunto a trent’anni ho capito invece che quello che non mi piace è l’accoppiata Battisti-Mogol. Verso la fine della sua carriera, Lucio abbandona il paroliere e si rivolge altrove, incontra Pasquale Panella e lavora alla serie degli Album bianchi. Sono dischi diversi, decisamente antimogoliani, quasi più vicini a Battiato che al Battisti stereotipico. Tra tutti, Cosa succederà alla ragazza è quello che ho ascoltato più volte. Forse è il disco che ho girato di più quest’anno, fino alla nausea, fino a saperne a memoria ogni battito di batteria - e ancora, nonostante tutto, non ne ricordo un solo testo a memoria. Non è facile dire di cosa parli: c’è una ragazza e ci si domanda di cosa le succederà. I testi sono così allampanati che ad ogni ascolto ne viene fuori una lettura diversa.  È un disco perfetto e lo amo alla follia, senza se e senza ma: come si ama da bambini. Random quote:
Così come bambina, mancandole la esse, lei diceva "Nettuno nettuno" così gli dei sarebbero un intimo difetto di pronuncia. 
Da ascoltare: Così gli dei sarebbero (che è la summa semiotica, ritmica e tematica del disco) e anche Ecco i negozi (Perché è impagabile sentire Battisti tentare un rap e perché voglio una storia d’amore come le ultime due stanze di questa canzone), in ultimo I sacchi della posta (uno dei testi più stimolanti che abbia ascoltato quest’anno, a metà tra la Gradiva di Freud e Micheal Jackson)
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andanteconmoto · 7 years
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andanteconmoto · 7 years
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I 5+1 DISCHI DELL’ANNO IN NO ORDER WHATSOEVER - EDIZIONE ANNUS HORRIBILIS
Che anno di merda. Anche per la musica. Sono morti tutti. Tutti. Ma il dolore è di chi resta, lo spettacolo deve continuare, si stava meglio quando si stava peggio e non ci sono più le mezze stagioni. Quindi anche quest’anno mi sono dato da fare, ho accantonato la continua serie di lutti e mi sono messo a scavare in cerca di sopravvissuti. 
1) David Bowie - Blackstar
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David Bowie è morto che ero a Cuba, un briciolo di giorni dopo l’uscita di questo disco. Ma essendo morto mentre ero a Cuba la notizia non mi è arrivata davvero, non ho avuto modo di leggerla in prima persona da una fonte ufficiale, attendibile. Me lo ha detto mia sorella, in un sms che le sarà costato un euro abbondante e che mi ha svegliato proprio appena ero riuscito a prendere sonno la prima prima notte a L’Avana.  Se non lo ho letto non è successo, Bowie non è morto davvero (anche se è impossibile negare la sonorità testamentaria che è costante in tutte le canzoni). Bellissimo questo disco, tutto. Non vedo l’ora che esca il prossimo.
Random quote:
Seeing more and feeling less Saying no but meaning yes This is all I ever meant That’s the message that I sent.
Da ascoltare: I can’t give everything away (probabilmente uno dei brani più intimi di David, è un testamento con un po’ di rimorso appiccicato sopra con lo scotch)
2) Tindersticks - The waiting room
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I Tindersticks fanno musica dal ‘92 e non avevo mai sentito parlare di loro. Di questo disco ha scritto una amica su un giornale e allora l’ho ascoltato. Mi è piaciuto subito, di primissimo ascolto: è delicato, intelligente e malinconico. Però dall’altro lato non mi è scattata quella molla che ti fa recuperare un’intera discografia a partire da due canzoni e credo che questa cosa abbia un significato che non riesco a capire.
Random quote:
I only dance to remember how dancing used to feel And I wake up every morning to find you waiting for me 
Da ascoltare: How he entered (un brano un po’ fuori dalle corde del disco, uno di quelli che però mi pare più musicalmente intelligente. Una persona che parla con del pianoforte sotto, un basso che batte due accordi semplici semplici e tanta malinconia)
3) Flo - Il mese del rosario
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Ogni anno mi capita una bella ragazza nostrana, brava e che si fa tutto da sola. Quest’anno tocca a Flo, una cantantessa dalla voce squisita che mischia italiano e napoletano (ma anche francese) con naturalità e dolcezza. Il mese del rosario è un disco completo: un paio di canzoni di denuncia, una ballata delle più classiche e pezzi dialettali in bilico tra tradizione e sperimentazione. Brava Flo, che già col nome mi ricordi la mia infanzia e quindi ti voglio tanto bene.
Random quote:
Sante parole e ride di me mia madre dice: “figlia mia ma quanti sogni hai che per i sogni non c’è tempo, è poco e non ci basta mai come il denaro, come l’amore”
Da ascoltare: Ad ogni femmina un marito (Qui in una meravigliosa versione live, è la canzone che mi ha fatto innamorare di questo disco) ma anche Bellissima presenza (che probabilmente invece è il pezzo più brillante di questa ragazza, sardonico e divertente)
4) Spartiti - Austerità
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Jukka Reverberi dei Giardini di Mirò e Max Collini degli Offlaga Disco Pax. Lui suona quelle cose sue, al limite del drone, l’altro ci parla sopra testi questa volta non del tutto o non interamente suoi. Le tematiche sono più varie di quelle degli Offlaga, sfociano nel letterario, però la nostalgia di fondo è sempre rossa come la bandiera che copre la salma di Lenin. 
Random quote:
Io sono esaurito Ho finito, nel breve volgere di sette lustri, l'energia vitale che mi è stata concessa Sono scarico, sembro vivo ma sono morto.  Oppure no.  
Da ascoltare: Sendero Luminoso (Geniale rendiconto di un geniale scherzo fatto al partito comunista di allora) e Vera (Una cosa che Zanardi di Paz a Collini gli fa una sega)
5) Bon Iver - 22, a million
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Una cosa inaspettata. Aspettavo con ansia il nuovo disco di Bon Iver perché avevo voglia di chiudermi in casa davanti a qualcosa di conosciuto, di rassicurante, tipo cioccolata calda davanti al caminetto. Ecco che invece lui mi stravolge i piani buttando dentro alle sue canzoni una marea di aggeggini elettronici, di coloriture e deformazioni, di autotune usato strano e titoli di canzoni scritti in l337. Cantautorato che va a cozzare con l’elettronica, più o meno come era successo l’anno scorso con IOSONOUNCANE anche se su toni decisamente molto diversi e qui i suoni vanno a incrementare ancora, se possibile, l’atmosfera di sospensione delle canzoni. Ho poco da dire: il disco è PERFETTO. Credo sia il migliore che abbia ascoltato quest’anno.
Random quote:
Is the company stalling? We had what we wanted your eyes. With no word from the former I’d be happy as hell, if you stayed for tea.
Da ascoltare: 29 # Strafford APTS (che è il pezzo più simile a quelli vecchi, l’unico con un titolo facile da scrivere) e anche 33 “GOD” (sempre perché ha il titolo facile e anche perché è uno dei pezzi che meglio incarna i nuovi stilemi di questo Bon Iver). Infine, qui trovate il link all’intera playlist dell’account ufficiale di Bon Iver: potete ascoltare tutto il disco e godere di una resa grafica dei testi meravigliosa.
+1) Teho Teardo & Blixa Bargeld - Nerissimo
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Basta vederli stampati sulla copertina del loro disco questi due per volergli subito bene, ecco perché si prendono questa posizione speciale nella classifica 2016. L’Italia incontra la Germania e produce un secondo (o forse un terzo, non ricordo) disco della madonna. La pronuncia italiana imprecisa di Blixa Bargeld è una delle cose più dolci ed espressive che abbia sentito ultimamente ed è accompagnata da suoni perfetti. Insomma, è un disco della madonna e basta: c’è anche una canzone epica ambientata in un vetrino da laboratorio.
Random quote:
Desasterträume Alles ist jetzt Noch mal
Da ascoltare: Nirgendheim (una di quelle canzoni in cui persino il tedesco sembra una cosa amichevole) e Ulgae (La strana canzone epica di cui sopra, definita sul disco ‘opera microbiologica’)
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Eric Tan
Travel to Tokyo, Tanner Airlines advertising poster - USA - 1988
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