Tumgik
#è una specie d'amore
la-scigghiu · 5 months
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È’ una specie d’amore vero? Come la tazza contiene il tè, Come la sedia si regge gagliarda sulle quattro gambe Come il pavimento riceve la suola delle scarpe. O le dita dei piedi. Come la pianta dei piedi conosce dove si trova. Stavo pensando alla pazienza delle cose comuni, come i vestiti che aspettano rispettosamente negli armadi. E il sapone che si scioglie quietamente sui piattini, E gli asciugamani che assorbono l’umidità dalla pelle della schiena. E l’amorevole ripetizione delle stelle. E cosa, infine, è più generoso di una finestra?
.🦋.
🔸Pat Schneider
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haiku--di--aliantis · 3 months
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Una donna matura, se vuole, ti fotte cervello e anima. Non c'è storia, nel confronto con una ragazza. Che magari sarà bellissima e senza una ruga, per carità. Ma una donna matura ha pazienza e fierezza. Ha dignità da vendere, ma sa anche essere gattina bisognosa di coccole. Sa come farti sentire il centro del mondo o può essere con te di una crudeltà inaudita. Amare una donna matura è un'avventura molto difficile, totalizzante. Lei occupa sin da subito tutti gli spazi della tua mente e del tuo cuore. Specie se anche tu hai una certa età. Innamorarsi di una donna matura significa avere rispetto delle sue ferite e baciargliele. Vuol dire viziarla come una ragazzina. Anche se lei non te lo chiede.
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Significa che lei sa che cosa è veramente la vita e che se ti ha messo nel suo mirino non è una storiella che "forse domani lo lascio." Perciò questa cosa ti fa tremare le ginocchia e cadere la mascella. Ti conquista. Ti entra in circolo per restare. Pensaci bene, prima di stimolare l'amore di una donna matura, specie se sull'amore lei non ci sperava più. Ma se vuoi conoscere una forma d'amore al massimo livello, innamorati e conquista una donna matura. Vedrai improvvisamente cambiare moltissimo l'ambiente umano che ti circonda. Perché sarai cambiato tanto tu stesso e influenzerai così pesantemente il mondo intorno a te. Si chiama 'entanglement quantistico' La fisica certo non spiega l'amore. Ma l'amore dimostra coi fatti la fisica.
Aliantis
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Non smetto di aspettarti (Fabio Concato)
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sofysta · 3 months
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Scrivere una lettera d'amore nella libreria più romantica della città, dichiararvi a casa di Serge Gainsburg e Jane Birkin, alloggiare in loft bohemien con il pianoforte a coda o scambiarvi un bacio davanti alla finestra di Coco Chanel al Ritz?
Dire “ti amo a Parigi”. Vi è mai capitato?
È il luogo in cui si può emozionare pazzamente e provare la joy de vivre. Parigi è detta la città dell'amore ed è indubbiamente il posto giusto dove gridare "Je T'Aime!"
Ed in quali luoghi potremmo dire quindi “Ti Amo” a Parigi? Non si può essere scontati, ma al tempo stesso, se si sceglie la Ville Lumiere l''ideale sarebbe trovare nuove prospettive per ammirarla e viverla.
Alloggiate alla suite del Ritz a Place Vendôme dove risiedeva Coco Chanel
Siamo negli anni 20 quando Coco Chanel, pseudonimo di Gabrielle Bonheur Chanel, è già una delle stiliste più in vista di Francia, pur vivendo nella Ville Lumière come una vera parigina si rifiuta di acquistare un appartamento. Preferisce alloggiare all’Hotel Ritz e affacciarsi (spesso di notte) sulla mitica Place Vedôme che in seguito ispirerà la boccetta e il tappo di Chanel n.5, il profumo tutt'oggi più venduto al mondo. Nel 1937 si decide ad affittare una suite al terzo piano tutta per lei e trasferirvisi definitivamente. Il cielo stellato che vedrà da quella posizione privilegiata le ispirerà alcune delle sue più belle collezioni di gioielli. Oggi la suite del Ritz a lei dedicata, lussuosissima, con salotto e hammam privato, arredata da Karl Lagerfeld, si può affittare per 25 mila euro a notte (ma si arriva anche a 40) ed è tra le più richeste. Non una cifra per tutti ma per una dichiarazione d'amore tutto è concesso. Ma si può anche scegliere un'alternativa all'inverso: ammirare la finestra di Coco da place Vedôme magari mentre con una visita nella boutique Chanel Joaillerie che si trova proprio di fronte, al numero 18 del piazza. Pura magia!
Scrivete una lettera d'amore seduti nella libreria Shakespeare and Company
Passeggiando nel 5° arrondissement, in Rue de la Bucherie, al n.37, c'è la libreria più romantica e celebrata di Parigi: Shakespeare and Company. Una libreria anglosassone con scale di legno dipinte da citazioni letterarie. Negli anni ’50 era il ritrovo della Beat Generation ed è stata scelta da Woody Allen per il suo film Midnight in Paris. Ci si immerge nella storia e nella letteratura e si può tranquillamente sedersi e scrivere una poesia o una lettere d’amore con le macchine da scrivere che sono a disposizione
Sussurrate all'orecchio “Je t'aime” nella casa di Serge Gainsbourg e Jane Birkin
Lui è il compositore di "Je t'aime... moi non plus" e la sua storia con Jane Birkin ha ispirato intere generazioni e la cultura pop francese. La sua casa parigina è un luogo incredibilmente sentimentale in cui Gainsbourg visse dal 1969 fino alla sua morte. Si trova nel 7° arrondissement, a pochi passi dal Café de Flore ed è ormai un luogo di culto. La facciata è coperta di scritte, disegni e messaggi di amore e di omaggio all'artista. Qui ha vissuto anche la moglie Jane Birkin e le figlie Kate e Charlotte. Ed è stata proprio Charlotte a volerla trasformare in una casa-museo. Al numero 5 bis di rue de Verneuil c'è la casa vera e propria, dall'altro lato della strada, al civico 14, è aperta una libreria-boutique e un café piano-bar chiamato Gainsbarre.
Godete di una vista mozzafiato dal belvedere delle Buttes Chaumont
Dal parco Buttes Chaumont si gode di una delle più belle viste sulla città. Bisogna salire 173 gradini ma alla fine non rimarrete delusi. Immenso e misterioso il parco è popolato da una moltitudine di uccelli delle più svariate specie. All’interno si trova il Tempio della Sibilla, centro di un pentagono mistico da cui affacciarsi sulla maestosità di Parigi. I momenti migliori per visitarlo sono l’alba o il tramonto.
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mucillo · 3 months
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GINEVRA DI MARCO: "La Leggera"
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Lei Ginevra Di Marco era voce dei C.S.I.
Questo pezzo ha una storia dei nostri nonni e bisnonni...qualche minuto per leggerla non fa poi così male...anzi
Siamo, probabilmente, agli albori delle lotte proletarie, quando ancora la classe lavoratrice non si era data un'organizzazione (o stava appena cominciando a darsela); un'epoca in cui il lavoro stagionale era la normalità. Seguendo flussi antichissimi, dall'Italia settentrionale i lavoratori si recavano in Maremma, terra oramai soggetta alla bonifica Medicea ma ancora intesa come malsana, pericolosa, "strana". Chi andava a fare la stagione nei campi di Maremma, contadini poverissimi, doveva prendere un treno che arrivava passando dall'Appenino tra la Toscana e l'Emilia;era il famoso "Trenino della Leggera", o "Leggera" tout court.
Si chiamava così, quel treno, perché i suoi viaggiatori non avevano niente o quasi. Nella valigia o nella sporta che si portavano dietro, c'erano un tozzo di pane, una mela e un paio di scarpe sfondate. Racconta Caterina Bueno, che raccolse questo canto a Stia, in provincia di Arezzo, nei primi anni '60: “Il treno che agli inizi del secolo portava i lavoratori stagionali attraverso tutto la regione fino in Maremma, veniva chiamato il “Trenino della leggera”, dove “leggera” era un termine dispregiativo e canzonatorio con cui si indicavano i disoccupati, gli stagionali o comunque gli emigranti che, poverissimi, viaggiavano “leggeri” con una sola sporta…”. Il treno, dunque, era la "Leggera" perché il bagaglio di chi vi viaggiava era fatto di niente; ma in quel treno, come in tutti i treni dei lavoratori, si cantava.
Cantare non aveva soltanto una funzione di svago e di passatempo (e, probabilmente, era anche un sistema per cercare di farsi passare la fame); era, per molti, un mezzo per pagarsi il soldo che costava il biglietto. Nelle stazioni, delle specie di bande di stagionali s'improvvisavano canterini e si esibivano chiedendo qualcosa; e cantavano, spesso, canzoni inventate da loro stessi. E quando cantano i lavoratori, o si parla d'amore in forme assai poco convenzionali, o si parla di lavoro. Erano canzoni particolari, sovente rognose, e ancor più spesso piene di sogni d'una vita migliore. La vita migliore, in questa canzone, consiste giustappunto nel non dover lavorare come schiavi, e nel mandare in culo il sor padrone; quando i lavoratori cantano di lavoro, liberi di farlo nelle forme che preferiscono, il lavoro non fa una bella fine. Non è "santificato", come spesso accade anche nelle canzoni di lotta scritte da qualcuno che vuole organizzare in base a qualcosa; in canzoni come questa, il lavoro è ancora nella sua forma bruta. Servaggio, schiavitù. E il sogno è una settimana dove non si fa niente e si viene pagati; che, va detto francamente, è proprio un bel sogno. Canzoni come questa sono piene di sarcasmo, perché chi le inventava e le cantava sapeva bene che cosa, invece, andava a fare. Settimane, mesi a spaccarsi la schiena per una miseria.
Gli stagionali erano i precari di un tempo. Erano migranti per mezzo soldo bucato e una zuppa quando c'era. Avevano un piccolo e leggero bagaglio, se ce lo avevano. Bisognerebbe allora capire cosa cantano gli immigrati, nelle loro lingue, quando vengono mandati nei campi di pomodori dell'Agro Domiziano o a Rosarno. Bisognerebbe sentirli cantare sui treni e sui furgoni, sulle "Leggere" di questo tempo maledetto.
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fuoridalcloro · 9 months
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“A volte mi domando come sia possibile sentirsi soli su questo cavolo di pianeta che ospita miliardi di specie, che straborda di vita, di esseri animali e vegetali, insetti e persone. E invece è proprio così, siam tutti continuamente alla ricerca di qualcuno che ci accompagni lungo il percorso, spinti dal desiderio di trovare l'amore eterno, che sia quello di un figlio, un compagno o una madre, e nemmeno ci accorgiamo che, a volte, basta un amico che ti fa trovare la tavola imbandita e un messaggio sulla porta di casa, o gli occhi lucidi del tuo cane che ti fissano senza un perché. Non parlerei d'amore, una parola abusata, parlerei piuttosto di "attenzioni". Quello che ci manca, tutto quello che può farci sentire meglio, è racchiuso in questa piccola parolina che un cane conosce molto meglio di noi: attenzioni.”  
Lorenzo Marone - Magari domani resto
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scogito · 2 years
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Shakira viene sparata al petto con un colpo che le estrae il cuore. Le resta un buco all'altezza del quarto chakra (verde). Nel frattempo il testo della canzoncina ricorda e ripete che i motivi della fine della relazione non sono di nessuno dei partecipanti, ma sono dovuti alla monotonia. Così ci deresponsabilizziamo per bene, anche se però io donna ho "amato" di più. Intanto mangia patatine (che ripone aperte sullo scaffale) e vaga come uno zombi (perché è normale così dopo una rottura) dopo che le calpestano il centro cardiaco. Arriva in una specie di tempio con cassette di sicurezza, depone il cuore in una di esse e lo lascia lì, in mano a chi le ha sparato. Se ne va tenendosi la chiave e col ghigno di chi si è tolta il peso della sofferenza.
I sentimenti fanno male, lasciali perdere, resta vuoto e vivi scemo.
I media raccontano l'ultimo singolo di questa pedina del Sistema come la fine del suo matrimonio, descrivendo una donna contemporaneamente vittima e indipendente. Mescolano sempre verità e bugie. Lo scopo per il quale queste merdate arrivano sparate subito in classifica è educare alla perdita di sé e a vivere senza alcuna forma di empatia.
L'empatia è il linguaggio dello Spirito. Tolto il cuore non puoi avere più alcuna connessione d'Amore.
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bicheco · 9 months
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Il gioco del pazzo
Come sapete io sono in fissa con la creatività, la mia ma anche la vostra, credo che tenere in esercizio i neuroni ed esprimersi sia l'unico modo per rimanere vivi; o quantomeno uno dei modi più divertenti ed economici.
Ho deciso quindi di lanciare la mia sfida sapendo perfettamente che nessuno la raccoglierà. Però magari mi sbaglio e mi stupirete, qualcuno quantomeno, tuttavia non credo, ormai vi conosco: siete dei morti di sono (nel senso dell'egocentrismo spinto).
Ho scritto quindi l'inizio di uno strano raccontino: vi sfido a continuarlo. A finirlo. Mi piacerebbe davvero leggere in che modo lo fareste procedere.
Eccolo qui.
Johnny è un uomo di mezza età e vive a New York. Questa bizzarra vicenda infatti potrebbe capitare solo a New York, la città delle grandi illusioni e delle ancora più grandi delusioni. Dicevamo di Johnny: un uomo solo, stanco, perso e disperato, in questo momento l'uomo sta andando a suicidarsi. Troppi problemi: sentimentali, economici, esistenziali, la vita non gli piace più, ha deciso di farla finita. Ci ha pensato tante volte, stanotte però troverà la forza per lanciarsi giù dal ponte, un semplice salto e poi... più niente. Quando ormai è in piedi, dritto sul cornicione, a solo un passo dal vuoto, è una voce a fermarlo: "Scusi signore, avrebbe un attimo di tempo da dedicarmi? Vedo che è impegnato, e anche piuttosto determinato direi, tuttavia credo che se mi concederà un momento di attenzione, non se ne pentirà". La voce è quella di un vecchio signore vestito tutto di bianco, potrebbe essere una specie di angelo sceso dal cielo, ma anche un semplice pasticciere a fine turno. Johnny scende e si avvicina all'uomo, il quale gli porge una scatola. "Io adesso mi allontano, quando sarà rimasto da solo la apra, dentro troverà tre buste che credo potrebbero suscitare il suo interesse. Buona notte e... buona fortuna". L'uomo sorride e con passo lento sparisce all'orizzonte. Nella scatola Johnny trova anzitutto una grande busta gialla con sopra scritto "problemi economici": dentro la busta una corposa mazzetta tutta con banconote da mille dollari. Johnny è sbalordito. Nel pacco poi c'è una seconda busta: "problemi d'amore" recita la scritta. Dentro la busta una lettera con un indirizzo e poche parole "Sono qui, ti sto aspettando, raggiungimi. Mary". La terza busta, "problemi esistenziali", contiene una chiave e null'altro.
Fine prima parte. In attesa della seconda. Buon gioco.
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susieporta · 5 months
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IL POTERE DEL SESSO
Se conoscessi il potere del sesso, non avresti bisogno di terapisti, né di sostanze con cui eccitarti alla gioia.
Non apriresti a chiunque le porte della tua vita, alla ricerca di quel qualcuno che vorrebbe amarti.
Se conoscessi il potere del sesso, sapresti che il tuo corpo è un tempio, e non lasceresti che niente e nessuno lo profani.
Il cibo sarebbe di energia pura, i sentimenti puri e d'amore per tutti.
Non lasceresti l'ingresso a tossicità né nelle relazioni malsane né ad altri veleni (come molti di quelli che tu chiami medicine o alimenti).
Se conoscessi il potere del sesso sapresti che il corpo guarisce se stesso.
Ancora di più, non saresti mai stato malato. Perché? Perché il corpo si nutre di amore, si nutre di piacere, di gioia... e questo è il vero sesso.
Un portale all'amore più grande che ci possiamo dare, un'emulazione dell'estasi primordiale. Un'evocazione all'origine dell'essere stellare, un frattale della creazione in cui ricrearci.
Puoi ri-crearti attraverso il sesso.
La sessualità repressa, la sessualità risentita, ci ha portato a oscuri estremi.
Ha riempito il sesso di mente e non di Spirito, ha profanato il più sacro trasformandolo in fonte di dolore, di tortura, di distorsione, di autopunizione.
Chi consegna il suo corpo senza desiderio, senza amore, si condanna.
Chi cerca palliativi per il suo ego, per la sua solitudine o il suo dolore, attira solo più mancanze che arrivano immancabilmente dopo l'atto sessuale, e ciò che rimane è il vuoto.
È così che degenera la materia.
È così che appare la malattia, la depressione, la dipendenza, la stanchezza, l'apatia.
Ecco come si perde il potere personale specie con le finte coppie.
Così è come l'essere sacro, l'essere spirituale rimane sprofondato nell'oblio.
Il sesso è bellezza.
È purezza.
È la forza che ti dà la vita, che percorre il tuo corpo in questo momento.
Quando neghi il sesso stai negando la tua stessa energia vitale, la tua connessione con il tutto, con la vita stessa.
Quando esalti il sesso fisico, stai negando una parte (la più importante) di te stesso, e con questo ferisci la tua energia e il corpo fisico stesso.
Quindi, se desideri riprendere il buon uso della tua energia sessuale, devi ricordare che sei Spirito.
Che chi condivide con te ti sta consegnando il proprio essere, il suo stesso tempio sacro.
Entra pieno di umiltà e di rispetto, onora l'immenso atto d'amore di quel momento, di quel contatto.
Il sesso per essere "buono" deve iniziare nel cuore, né più in alto né più in basso. Deve essere impregnato di sacralità, non di lussuria.
Può essere morbido oppure selvaggio, finché segue il ritmo che i corpi e i cuori chiedono.
Ricorda anche che c'è sesso nel respirare, nel guardarsi e anche in una carezza.
Che il tuo modo di onorare la tua espressione sessuale e il tuo modo di onorare la vita sia pieno d’amore...!
Goditela, osa, ama...!
Porta il tuo partner sempre più su...
Senti, cerca, esplora, prova e non darti limiti.
Togli la mente e mettici il cuore ma sopratutto divertiti!
Si un bambino che gioca eternamente.... con responsabilità e amore.
Buona Pratica
- MonolituM
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sottileincanto · 1 year
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A volte ancora mi diverto a leggere gli annunci su gabbia.com . A parte tutti i vari strafalcioni dove chi scrive non si cura nemmeno di rileggere l'annuncio prima di pubblicarlo - per correggere sviste grammaticali o errori di battitura - nella maggior parte dei casi mi sembra tutto così...vuoto. Un grande mercatino di morti di f*ga che cercano (disperatamente) il famolostrano, perché si sono annoiati di fare il missionario con la moglie e si sono stufati delle amanti occasionali, che prima o poi finiscono col fargli scenate di gelosia. O per ogni scopata gli fanno spendere un patrimonio in cene e regalini. Allora cercano la schiava o la sottomessa, convinti che così avranno a disposizione una specie di bambola di carne, pronta a soddisfare ogni loro desiderio per essere poi rimessa dentro il cassetto, in paziente attesa della prossima convocazione per un pomeriggio di sesso. Per carità, sicuramente dall'altra parte c'è una folta e nutrita schiera di casalinghe annoiate che non vede l'ora di lasciare le pentole, i figli e la lavatrice per regalarsi qualche ora di (ai loro occhi) bruciante e perversa trasgressione. In mezzo a tutti questi annunci riesco sempre a riconoscere anche quelli del mio primo padrone, alla ricerca dell'ennesima ingenua (come sono stata io una volta) disposta a credere alle sue parole e a cedere ai suoi desideri. Chissà se qualcuna di queste persone conosce l'appartenenza del cuore, quella forma d'amore che vive e cresce ad ogni battito, che si rinnova ad ogni respiro. Quella gioia profonda ed inspiegabile, quella forma di meraviglia che non conosce più parole, ma si nutre di piccoli gesti, di momenti e silenzi, di sguardi e sorrisi, di strette, morsi e carezze. Perché il corpo, davvero, può essere facile darlo e riprenderlo indietro, ma dall'anima è molto più difficile chiudere fuori qualcuno che diventa per te una ragione di vita.
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ilsalvagocce · 2 years
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la pietra
abbiamo scelto una specie di tarassaco, ce ne sono 3 in primo piano e poi due in lontananza, e tutti i sotto-tarassaci che volano via verso l'alto, verso la foto di porcellana di mamma che è grande e di mare
li abbiamo fatti fare rosa, come la maglia rosa di mamma mia preferita, ma oggi ho scoperto che assomigliano più ai Garofani dei poeti, si chiamano così non li conoscevo, sono fiori multipli e a me piacciono tantissimo, così come mi piace il gelso. da noi si dice che chi apre tanti discorsi parla a rama di moro cioè di gelso, da uno partono tanti rami discorsi che non si chiudono mai, in maniera esponenziale infiniti, e allora pure i fiori che assomigliano al moro-gelso io li amo.
quindi sono garofani dei poeti quelli che si lanciano verso il vento di mamma
ho scoperto che quando vado a trovarla, e ci ho messo un po' per andare, non so perché, forse per paura del terrore, quando arrivo lì sto meglio, sorrido ci parlo le dico ciaomammaciao! non ho pianto maimai, anzi respiro, e poi dopo un po' starnutisco di allergia chissà a quali fiori, ma non i nostri scalfiti di pietra
vorrei portare un panchetto una seggiolina un cartone rovesciato per sedermi lì avanti, babbo dice che poi lo rubano quindi devo inventarmi qualcosa di portatile magari, senno' c'è la scala, quella per arrivare alle lapidi altissime, ma mi sentirei arbitro di tennis tra giocatori invisibili, e si riderebbe
ma io già sorrido quando sto da lei, se la vedo quando passo davanti alla sua foto io non piango io sorrido la saluto ciaomammaciao!
e allora ieri ho pensato che il dolore che ti dilania non è la morte, non è l'ingiustizia come la malattia, ma è l'assenza d'amore. se penso a quando sono stata male, del male che ottenebra, lungo scialacquato horror, che manca l'aria per il non futuro, era quando mi accorgevo del non amore.
invece io di mamma l'amore mi ha protetto da tutto il dolore, io non sono dilaniata dal mondo. io soffrivo la sua malattia, io soffro la sua assenza, ma sono viva e vivida, come dice mon coeur, "ora tu sei entusiasta e sgomenta"
io sono viva vivida e straripante, forse slabbrata, d'amore.
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yomersapiens · 2 years
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Idee geniali provenienti da un completo idiota.
Tumblr che ossessivamente mette la pubblicità per dirti come togliere la pubblicità mi ricorda quel bulletto che alle medie prendeva le tue mani e le usava per menarti e diceva "Perché ti stai picchiando? Eh? Perché lo stai facendo?". Amico mio, Tumblr, io ti amo e ti adoro e ti odio e non posso fare a meno di te e ho pure comprato la tua costosissima maglietta che graffia peggio di una pietra pomice ma ascoltami, facciamo così, io ti pago l'abbonamento annuale se tu ammetti nuovamente il porno. Distribuisci i soldi tra quelli che ci lavorano così siamo tutti felici, io torno a godere della visione di tentacoli che si insinuano ovunque mentre sono sulla metropolitana e una signora sbircia il mio schermo e come ai bei vecchi tempi si allontana scandalizzata, tu eviti la bancarotta e chi vuole ci guadagna senza censure varie.
Ho iniziato a scrivere poesie e a regalarle a casuali viennesi mentre sono seduto al bar che tanto adoro, giusto per avere qualcosa di cui parlare e provare a sciogliere questo ghiaccio che c'è sempre qua anche quando le temperature si alzano. Tutto sommato sta andando bene. Avrò parlato con una dozzina di persone e al momento non ho ricevuto ancora nessuna denuncia. Anche nessun numero di telefono o contatto eh, che sia chiaro. Mica si diventa socievoli tutto di un colpo.
Il mio amico giovanile è tornata da un viaggio a Barcellona e mi raccontava di come lì, non appena sceso, tutto fosse diverso. Gente che sorride, che sta bene per strada e ti parla e ti si avvicina e che magari non ha tanto, ma che non rinuncia al buon umore. "Forse c'è proprio qualcosa di sbagliato qua a Vienna, forse abbiamo sbagliato città" mi dice, mentre rimpiange il clima caldo della Spagna. Forse lui ha sbagliato città ma non io. Io sono un convinto sostenitore del fatto che siamo su questo pianeta per soffrire a causa di uno scherzo diabolico architettato da una divinità crudele. Vienna è la mia punizione e me la sono scelta e fanculo ai sorrisi e al clima avvolgente spagnolo. Io odierei scendere per strada e vedere tutti felici, che si abbracciano, che magari vengono pure ad abbracciare me. Gente che balla nei giardini, che fa giocoleria ai semafori, che canta canzoni d'amore. Mi farebbe sentire ancora peggio dell'indifferenza viennese. È che stando qui ho un superpotere sbloccato: posso lamentarmi quanto cazzo mi pare. E io adoro lamentarmi. E dire che no questo non va bene e dare la colpa agli altri e considerarmi una vittima. Venire pure sostenuto dallo stato per andare in terapia e scoprire che in realtà è tutta colpa mia ma nonostante tutto non ammetterlo e continuare ad additare la città dove sto come la causa dei miei mali. Ho provato a dare la colpa ai miei genitori ma no, quei due stronzi mi hanno sempre trattato benissimo e riempito d'amore. Invece di darmi un'infanzia orribile di cui lamentarmi. Ho dovuto fare tutto da solo e da solo rovinare la mia esistenza, sempre per compiacere quella divinità che dall'alto vuole vedermi sofferente.
Una ragazza camminava di fronte a me o per meglio dire, veniva trascinata da un cane immenso. Era lui a comandare e a decidere dove andare. Lei era come su una tavola da windsurf. Non aveva potere decisionale. È come mi sento io quando esplode la primavera e tutte le ragazze girano senza reggiseno e io mi sforzo a non guardare ma non ci riesco. Il pitbull nei pantaloni mi obbliga ad andare in qualunque direzione e io cerco di farlo calmare e a casa lo accarezzo per bene ma niente, non vuole proprio sentire ragioni. Allora mi metto buono in un angolo del bar a scrivere poesie perché non voglio diventare una specie di spagnolo che va e ci prova con qualcuna. Eh no. Io devo restare sofferente o la divinità non trae nutrimento dalle mie ansie.
Sono uscito per comprare del basilico. Ci ho messo giorni per trovarlo. Non è che sono stato in giro per giorni a cercarlo eh, tornavo a casa di notte, state tranquilli. Tutto perché volevo abbellire la finestra della mia cucina. Non ho un balcone e la vista da quella finestra lascia proprio a desiderare ma quello è il mio angolo di pace. Affaccia direttamente sul cantiere fermo da non so quanti anni del palazzo di fronte e ogni tanto viene baciata da una ventina di minuti di sole. È la mia finestra, il mio spazio felice. Ho trovato il basilico oggi. L'ho piantato insieme alla menta che sono sicuro in un paio di giorni prenderà il sopravvento e distruggerà tutto. Perché la menta è fatta così, è un'arrogante, forse la divinità bastarda sopra di me è una pianta di menta. Poi ho comprato delle lucine a forma di limone e le ho messe tutte attorno alle piante e adesso aspetto la sera per accenderle e mettermi fuori a guardare. C'è anche un posacenere e io manco fumo. Lo tengo per gli ospiti, semmai ne avrò. Ho scelto i limoni perché mi ricordano la costiera amalfitana, dove sono cresciuto. Vorrei tornare laggiù dopo tutti questi anni e fermarmi lì. Mi farei andare bene persino la gente sorridente che balla per la strada. Lì smetterei di vivere come un viennese, ne sono sicuro.
Ci sono dei musei in questa città che non hanno mai visto un'opera d'arte come te, quando sei nuda. Anche quando sei vestita ma nei musei raramente vedi delle statue indossare magliette di band rock di dubbio gusto. Ti ci voglio portare. Voglio che tutti quei quadri e quelle statue prendano ispirazione da te. Che il direttore del museo venga a chiederti di restare per sempre. Magari accetteresti pure, per il bene della comunità. Si andrebbe in ogni stanza dove ci sono dei nudi e inizierebbero a coprirsi perché che cavolo, poteva impegnarsi meglio il pittore, non poteva trarre ispirazione da te? Come dici? Non eri nata 200 anni fa quando quel pittore era in vita? Beh cazzi suoi. Poteva fare un po' più sport e mangiare sano e magari riusciva a sopravvivere fino alla tua nascita e poi ok, avrebbe dovuto aspettare altri vent'anni per vederti nel fiore della tua bellezza ma che vuoi che sia, a una certa uno se la mette via se capisce che ne vale la pena. Ecco cosa voglio proporre al sindaco: serate di nudismo nei musei. Partecipanti: noi due. Tutti gli altri seguono la diretta sul sito perché ok essere generosi e ma non funziona così, non puoi guardare il sole a occhi nudi, rischi di bruciarti le cornee. Io sono l'unica persona capace di sostenere questo splendore proprio perché sto sempre dietro ai miei sfigatissimi occhi e li curo un sacco.
Sono tornato a fare qualche ora ulteriore nella vecchia casa d'aste e ahimè non fa bene al mio umore. È come stare bloccato nel giorno della marmotta. Mi sembra di essere fermo a dove stavo un anno fa, con le stesse paranoie riguardo al futuro. Solo che tempo fa un futuro c'era. Era un futuro triste eh, fatto di compromessi e rinunce. Ma era un futuro. Ora stare la dentro mi fa sentire come se avessi messo in pausa il futuro. E ok, il futuro non esiste, esiste solo il presente ecc ecc. Ma sto invecchiando e il futuro mi sembra un luogo dove sarò sempre più stanco. Uguale a come sono adesso. Figo e lucente. Ma stanco. Quello che posso dire alle nuove generazioni è questo: più vai avanti, più sarai sempre lo stesso coglione, solo più stanco e dolorante. Enjoy!
La divinità sopra di me che controlla quello che mi succede deve aver preso una pausa perché mi hanno appena chiamato e ho un colloquio settimana prossima. Niente di entusiasmante eh, ma ho bisogno di spezzare il loop.
Mal che vada torno in ufficio così ho due cose di cui lamentarmi: Vienna e il lavoro.
Se invece va bene, ma proprio bene, il sindaco accetta la mia idea del nudismo nei musei e allora mi tocca investire tutto il mio tempo in quello. L'unico problema sarà farlo in inverno ma poco importa. Sei tu a dover stare nuda mica io. Fallo sto sacrificio per l'arte, il pianeta, l'umanità, il futuro.
Prometto di farti una marea di foto e pubblicarle tutte su Tumblr, perché se il sindaco accetta allora lo farà anche Tumblr e la smetterà di rompere con le pubblicità e l'embargo del nudo e capirà la fortuna che ha ad avere l'esclusiva su quel materiale.
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gabanne1226 · 10 months
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8:56 14/07/23
Molte volte anche quando non ti sento ok sto bene.
Ma altre molte volte quando non ti sento non è ok mi sento sprofondare.
Ho così paura di perderti.
Così paura che non dureremo eppure sai cosa? Fanculo è il mio sogno più grande della vita insieme al lavoro che amiamo entrambi...
Averti sempre con me.
Perché ho troppa ansia del vuoto che si prova quando si perde una persona troppo importante. E io NO!! Non voglio viverlo ancora una volta! Troppe volte l'ho vissuto... Ed è orribile.
Sono scaramantica e altro che scrivere "sempre" NO vorrei e voglio pensare al "per sempre"!
No! Io non voglio lasciarti.
Faccio sempre di tutto per evitare ai miei demoni del passato chiamati "traumi e pressioni" per metterli a tacere di farmi soltanto fare un passo indietro perché magari non fanno che suggerirmi "Più continuerai e che ne sai che succederà qualche cosa brutta a livello familiare?" No! Non voglio!!!!!
Io ti amo davvero. Troppo. Ripenso sempre alla tua risata, agli occhi dolci che hanno visto in me un sentimento che non ho mai ricevuto come ciò che ho avuto da una persona come te. E amo il tuo animo, la tua essenza, ogni tuo fiato che al suono mi ricorda il profumo della biancheria pulita, che sa di lavanda sai? ... Mi riporta ai momenti da piccola dopo un attacco di panico al recupero della tranquillità fisica e psicologica.
= Quando si smette di avere l'ansia.
E quando si smette di respirare male, respiri più vita, respiri più calma.
È questa la sensazione che cerco da tutta la vita. O meglio da quando ne ho memoria.
Ricordo l'80% della mia vita più in frammenti di panico che in frammenti di vero amore nel cuore. Vero amore per me stessa. E rispetto della mia vita... Amandomi così costantemente...
Il punto è che ti amo.
Vorrei che tu mi tappassi i pensieri. Oltre che la bocca.
Per favore.
Sogno che tu possa diventare il mio Realmente e per davvero... Uomo. Col passare degli anni che scivolano su questa terra in modo così lento (poiché il tempo è relativo) voglio nutrirmi solo di una forza sovrumana che possa aiutare sempre tutti e due nel non cadere e rimanere per terra ma nel cadere per poi invece rialzarsi.
Tua mamma lo sa che abbiamo una specie di sito dove per vivere questa storia così "da film" è da inizio anno che ci scriviamo i nostri pezzi di cuore, i nostri puzzle d'amore complicati e i nostri sfoghi?
Queste lettere... oh queste lettere...
Quando amore... Dovremmo crearne un diario cartaceo prima o poi...
❤️
Sto capendo che si prova nel tenere una storia d'amore per sé per proteggerla.
E non siamo nemmeno per davvero due attori di una New York piovosa e piena di sogni...
Oh no? Che dico! Milano lo è!! Ok, stavo sdrammatizzando...
Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo.
Qua sotto allego le pellicole a cui sono affezionata che mi ricordano te. E che non ho mai dedicato a nessun altro.
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E poi... CHI CI HA LEGATI DAL 2021 senza saperlo mentre stavamo con altre persone. E persone che ci apprezzavano e dicevano di amarci.
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- A.
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abatelunare · 10 months
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La mia vita è una specie particolare d'amore, già esaurito (Rainer Maria Rilke, Il testamento, Milano, TEA, 1995).
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thelastdinner · 1 year
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[ Ora io l'offro, l'amore. Ne sono capace.]
La distanza fisica non è un riposo, ma un tormento in più, di cui sono prigioniera in questa notte fredda. E' la tua assenza che mi spinge ad affrontare, nella lontananza, l'invadente assedio d'immagini che non riesco a scacciare. Stanotte tu esisti oltre me e contro di me. Non mi appartieni. Ti vorrei dimenticare e non ci riesco. Sei dentro di me come un'eco. E' questo equivalente interno, una specie di formula carnale della tua presenza che ti fa esistere nella mia testa. E allora, basta che io dica basta e smetterò di pensare a te. Ma se smetto, a cosa penserò? Al mio vuoto? E' perché si è vuoti che ci si lascia invadere? E' il vuoto in cui si galleggia che ci annega? Siamo vuoti, tutti vuoti...o sono io, io sola, a non possedere nulla? Io sola a provare la sottile, inestirpabile, vorace sensazione che la vita non sia mai quella che vivo, ma sempre un'altra? E' strano, ma non ho mai avuto la forza di illudermi di essere qualcosa...La mia forza è un'altra, ambigua, intrisa di orgoglio e di vergogna. Si nutre di coraggio, si affama di paura. Conta sul cuore, per me è questo l'organo dell'intelligenza. Col cuore penso. Che esiste il mondo, me lo assicura il mio cuore animale, vivo, pulsante. Che ora batte per te. Certe piante, per crescere, si dice debbano ''mettere cuore''. L'amore si fissa così nel corpo-si radica, cresce e sviluppa nel cuore. Ecco perchè io l'ho coltivato, il mio: non volevo un cuore incerto, avaro. Non volevo un cuore spaventato. Le sofferenze d'amore che ho patito sono state esercizi per renderlo forte. Ci sono dolori che fanno bene. Io l'ho imparato con te. Ho patito la maledizione di un amore assetato, affamato, che mi rendeva tanto più indigente, quanto più ne domandavo. La vera via, ora capisco, è di non chiederlo. Ora io l'offro, l'amore. Ne sono capace.
Nadia Fusini
L'amore necessario
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jetaime03 · 26 days
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Se pensi a me pensa alle cancellature, alle parole sbagliate, quelle dette in un momento no, un momento di cose che non vanno, anche se guardate a freddo e poi prendono una direzione. Pensa alla pelle, specie a quella morbida, quella che sotto sotto brama carezze, e mille altri errori, quelli che hanno imparato a saltare nelle pozzanghere ma, hanno ancora paura del fango, quelle che stanno imparando a convivere con lo sporco, specie se viene da dentro. Come una danza viva nell'universo. Una danza accompagnata da suoni o parole, che noi rendiamo sinfonie di dolci note grazie al nostro amore. Noi siamo quella maledetta voglia di vivere repressa in due occhi da bambola: grandi e lucidi, di un colore vivo che abbraccia come quando sorride ingenuamente, sinceramente, di puro cuore. Come se fossi stata una dea che ha osato amare, ma nessuno l'ha amata ma amato lei e allora lei osa amare sé stessa come se finalmente capisse che i temporali e la pioggia non sono niente se non lo sguardo buio di Dio che ti fa vedere la luce, davanti allo specchio fatti di mille sguardi, vestiti nuovi, ma soprattutto giusti e trucco. Ma non quello che ti rende falso o insicura, quello che ti rende vera, come se il mio cuore avesse un sorriso bellissimo che non tutti sanno cogliere. E allora io sradico girasoli come convinzioni e smetto di amare, chi non mi ama e parto da me, che nonostante la tristezza che ho dentro io vorrei essere io, il mio voglio in un mare di vorrei, e la vita, quella troia bastarda mi ha zittito. Mi ha messo una mano sulla bocca per accarezzarmi. Ho capito che c'è bellezza anche negli alberi spogli, quella che ho imparato a vedere anche io davanti allo specchio, accarezzerò i graffi e le ferite che da sé anche se ho una pelle screpolate. Io, solo e soltanto io, un'arrendevole ragazza che veste le sembianze del cielo e della terra. E che si racconta in una stella: quando esplode, quando brilla, quando cade e alza la testa per sé stessa perché merita la sua propria luce. Io, che sono maschio come il sasso e morbida come le premure che trovano la forza di capire quando andare avanti e di restare. Io, che voglio avere la forza di un fiore: sbocciare nonostante la delicatezza e poi cado, per mio desiderio, su spalle o su petti, cercando calore, che talvolta emano io e lo cerco, proprio come cerco la mia voce, quella pura e sincera, quella che talvolta trovi quando ti calpestano e decidi solamente di sentire il tuo canto nel vento, specie se urla ed è per desiderio quella brezza in un torrido caldo, specie nei giorni di estate. Vorrei essere come l'acqua del mare: fredda i primi tempi ma sorprendente con il suo chiarore nonostante la sporcizia. Perciò io racconto, e mi racconto in una carezza, specie se lasciate sulla guancia o sul cuore di chi amo, proprio come i baci sulla fronte. Perché ho un sacco d'amore e voglio la felicità anche se dentro ho la tristezza. Perché tutto questo è Valentina, perciò piacere. Questo è quello che scrivo, è quello che vivo.
-Valentina
5/04/24
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sebastiandrogo · 2 months
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Destruens
sono in anticipo o sono in ritardo?
due canguri che guardano la tv
o fanno pugilato, squali in cantina
scimmie senzienti sul tetto
tutto gira per il verso giusto
dimidiare le posate sul tavolo
con Adamo che diventa Eva
spersuadiamo i negletti poliglotti
glorifichiamo l'imbrunire
accendiamo le luci di casa
ma facendo attenzione a non fare rumore
perché l'aria immota beve la polvere
il volto di un estraneo protruso dalla finestra
aperta sull'incombere di un oggetto non identificato
il sole è uno pneumatico di fuoco
neri mostri verticali le nubi
laggiù nello spazio l'ordine diaccio del vuoto
uno squilibrio interiore mi punge i precordi
mani e gambe che non stanno ferme
mentre io sebbene io
mangi torte e faccia capriole
nel recinto le puzzole puzzano
le galline nitriscono
le oche ancheggiano alla notte incipiente
specie esotiche razzolano e uggiolano
sotto il letto indisturbate
il lenzuolo di gomma
le piume al vento
dall'orizzonte della porta spalancata
sordi fischi di sirene
legato e imbavagliato il contatore della luce
emette un sordo ronzio di minaccia
ma non può più nuocere a chicchessia
la cachessia mi induce a prendere la vitamina c
e un tiro di cavalli si appropinqua extra muros
abbozzi umani e altri scarti di carne deambulano
lungo linee rette di pura sofferenza
intonando carmi e giaculatorie
piovono cani e gatti dalla doccia
e gli ombrelli sono esauriti
i soprabiti pieni di buchi
d'improvviso una botola s'apre
e inghiotte i porcospini sotto ipnosi
l'abisso degli elefanti ciechi
(che tutti fanno finta di non vedere)
io rrefluo veterotestamentario bolla di sapone
gioco a mosca cieca ma tutti sono bendati tranne
uno che ride a crepapelle e intona l'inno nazionale
ha una candela accesa infilata nell'ano e un cappellino
di carta tricolore
il mio coccodrillo al guinzaglio adora i libri di vespa
io pur sempre io dopotutto vado a dormire
contando le pecore che stanno appese sul soffitto e belano canzoni d'amore.
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