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#Gérard Watkins
moviemosaics · 3 months
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Jeux d’enfants
directed by Yann Samuell, 2003
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genevieveetguy · 1 year
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Amarres, Valentine Caille (2022)
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“Marie-Antoinette (Saison 1)” série créée par Deborah Davis avec Emilia Schüle, Louis Cunningham, Jasmine Blackborow, Liah O'Prey, Gaia Weiss, James Purefoy, Nathan Willcocks, Oscar Lesage, Martijn Lakemeier, Jack Archer, Crystal Shepherd-Cross, Caroline Piette, Laura Benson, Paul Bandey, Gérard Watkins, Jonas Bloquet et Marthe Keller, novembre 2022.
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Structure on the body
youtube
Design and construct a sculptural form that can be worn on the body where the starting point is the 3d structures you made in paper and card, and your research from Broomfield.. You can use any media, RECYCLED where possible, which you should source yourself, or we also have a range available in the studio, including paper, wallpaper, fabrics etc.  
This does not have to be a fashion garment- do not be inhibited by the body- use it as a base to work on/ around.
Again, this should be abstract, and not be a covering of leaves etc.  Consider form, texture and surface, experiment with a broad variety media manipulation.  
You should generate your own ideas initially, but can work in pairs to develop an outcome together.
You should research artists and designers who make sculptural forms on the body, and you should plan your ideas carefully in your book before making.  Ensure you fully test materials, surfaces and structure before and during making the work, and record all your analysis in your journal and photographs.
Your final outcome must be photographed and filmed on a human form in the photography studio between 9.00 and 4.00, so make it to fit yourself or a specific model.  It may have a function, or can be purely a visual wonder! You should experiment with lighting, poses for photos and film..
Artist research
Lucy & Bart, Yohji Yamamoto,  Kei Ito, Rebecca Horn, Boudicca fashion label, Sandra Backlund, Rowan Mersh, Hussein Chalayan, Alexander McQueen, Issey Miyake, Gareth Pugh, Iris van Herpen, Vivienne Westwood, Comme des Garçons, Elsa Schiaparelli, Ma Ke Wuyong. Malousebastiaan. Zoe Bradley, Elizabeth Delfs
Jewellery- David Watkins, Jean Després, Gérard Sandoz,
Hats  Philip Treacy
Architecture: many, including: Jorn Utzon (Sydney Opera House),  Zaha Hadid, designboom.com
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Bart and Hess
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movievillaindeaths · 7 years
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Patrice Saint-Clair - Taken (2008)
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Saint-Clair is shot in the shoulder, the arm and the leg by Bryan Mills while demanding that Saint-Clair tell him where his daughter has been taken. As the terrified Saint-Clair reveals her location, Mills quickly finishes him off by shooting him five more times in the chest.
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frenchcurious · 5 years
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Changement de pilote entre Gérard Larrousse et Jean-Pierre Jarier au volant d l'Alpine A442 #4421 au 6 Heures de Watkins Glen 1975. - source Carros e Pilotos.
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byneddiedingo · 2 years
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Taken (Pierre Morel, 2008), Cast: Liam Neeson, Maggie Grace, Famke Janssen, Katie Cassidy, Olivier Rabourdin, Xander Berkeley, Leland Orser, Jon Gries, David Warshofsky, Holly Valance, Gérard Watkins, Arben Bajraktaraj, NIcolas Giraud. Screenplay: Luc Besson, Robert Mark Kamen. Cinematography: Michel Abramowicz. Production design: Hugues Tissandier. Film editing: Frédéric Thoroval. Music: Nathaniel Méchaly. 
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legendsofracing · 7 years
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Watkins Glen 6 Hours, 1970.
1. The Porsche 917 K of Vic Elford and Denny Hulme
2. The Porsche 917 K of  Gijs van Lennep and Gérard Larrousse
3. The Porsche 906 of Merv Rosen and Dick Jacobs
4. The Porsche 906 of Hugh Wise and Werner Frank
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pangeanews · 4 years
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Confondere il piacere con la ferocia. Uomini & donne: una lotta continua. Su “Scene di violenza coniugale” (Elena Serra rielabora Gérard Watkins)
Forse una delle tendenze spontanee della mente umana è quella di ridurre i problemi complessi a spiegazioni semplici e definitive. Ci vuole un enorme lavoro su noi stessi e verso la realtà per studiare qualcosa senza cedere alla tentazione della risposta pronta, della soluzione che sacrifica le sfumature e le ambiguità insite in una cosa o in un fenomeno. Tra questi problemi che si tende a semplificare, potremmo far rientrare la violenza dell’uomo sulla donna e della donna sull’uomo. Essa è infatti normalmente spiegata con il ricorso ad alcune facili spiegazioni razionali: fattori sociali ed economici, mancanza di educazione, scarsa empatia, attacchi di follia, l’egoismo, o le passioni come l’ira e l’invidia. Nella rielaborazione di Elena Serra di Scene di violenza coniugale di Gérard Watkins, prodotto con i comuni sforzi del Teatro Stabile di Torino, del Teatro di Dioniso e di PAV-Fabulamundi, il tema della violenza maschile e femminile è invece affrontato in modo da metterne in risalto il mistero del suo accadere.
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La vicenda ha per protagonisti due coppie di diversa estrazione sociale, etnica, biografica e culturale. Abbiamo da un lato la puericultrice Annie Bardel e il fotografo Pascal Frontin, dall’altro la studentessa Rachida Hammad e il meccanico/spacciatore Liam Merinol. Dopo aver mostrato il loro casuale incontro e il successivo corteggiamento, Watkins immagina che le due coppie decidano di andare a convivere in due appartamenti diversi, ma siti nello stesso palazzo, anzi addirittura che si incrocino senza volerlo, il giorno in cui vanno a visitare lo spazio insieme alla loro futura affittuaria. Poco alla volta, però, i nidi d’amore di Annie/Pascal e Rachida/Liam si trasformano in luoghi di incubo. Gli uomini arrivano a picchiare le loro donne, che alla fine fuggiranno esasperate dai loro familiari e tenteranno, con l’aiuto di psicologi e altri operatori sociali, di superare il trauma della violenza subìta, per cominciare a costruirsi una nuova vita.
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Si potrebbe apparentemente pensare che questa vicenda di Watkins si situi su un piano realistico, così come che la violenza nasca e si esaurisca a causa della stretta convivenza. In realtà, il drammaturgo ambienta Scene di violenza coniugale in uno spazio astratto. La sua principale indicazione registica consiste, infatti, nel collocare tutti i personaggi nello medesimo spazio scenico, dunque nel mostrarli sempre insieme anche prima che arrivino a incontrarsi fisicamente per visitare i loro futuri appartamenti. Lo spettatore assiste così alla messa in atto di un “principio di irrealtà”. Lo spazio e il tempo mostrano in simultanea i dialoghi tra le due coppie che, secondo le regole del realismo, dovrebbero invece accadere in due luoghi e momenti distinti. Il principio è fondamentale per allontanare soprattutto lo spettatore dal caso di cronaca, che pure è sullo sfondo di Scene di violenza coniugale – sia Watkins che Serra hanno del resto attinto a casi giudiziari e altre fonti analoghe per costruire la loro performance. Le situazioni create dal drammaturgo e dalla regista sono piuttosto artifici teatrali, che intendono riflettere su casi singoli per studiare la violenza in universale.
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Watkins suggerisce, inoltre, che la violenza che pure raggiunge il suo apice nello spazio domestico covava già prima in forme più subdole e discrete. I dialoghi tra le due coppie nelle fasi di incontro e corteggiamento mostrano spesso, infatti, che esse si trovano immerse in un contesto violento, o che si comportano violentemente a parole e nei fatti. Valgano due esempi. Pascal e Annie si conoscono in una stazione dei treni in cui si vede un bagaglio abbandonato, che genera nei due il timore di un attacco terroristico e che la coppia prova a scongiurare prima chiamando la polizia, che riattaccherà con violenta indifferenza il telefono, poi tentando di bloccare i passeggeri in uscita da un treno che, increduli, li spingono via con forza. Liam invece confessa a Rachita, mentre immagina la sua felicità futura nella loro vita in comune, di essere disposto a «spaccare i denti» di chiunque dovesse arrivare un giorno a minacciare il loro idillio.
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La scelta di collocare i personaggi nello stesso spazio-tempo e dentro uno sfondo di generalizzata violenza mostra pertanto che, per Watkins, le differenze che intercorrono tra le due coppie sono del tutto trascurabili. A prescindere che siano ricchi o poveri, umili o borghesi, in formazione o in carriera, intelligenti o ingenui, sostenuti dalla famiglia o reietti della società, i quattro personaggi sono accomunati dall’abitare uno spazio metafisico dove la violenza pervade ogni gesto e ogni rapporto umano.
La regia di Serra non fa che estendere questo sfondo violento oltre il piano della rappresentazione. Essa lo porta, infatti, fino allo spazio normalmente neutro del pubblico. Serra ambienta lo spettacolo non in un teatro, bensì nel perimetro della sala di un vero palazzo, che si immagina sia il piano in cui si trovano gli appartamenti di Pascal/Annie e di Liam/Rachita, separati in modo del tutto simbolico da pochi oggetti di scena. La scelta registica indica così che dalla violenza non è nemmeno esente il pubblico che assiste allo spettacolo e, obbedendo alla convenzione teatrale, non interviene per fermare gli uomini che picchiano le donne che dicono di amare.
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Alla luce di questo fosco e complesso scenario, ci si potrebbe chiedere che cosa anima i comportamenti violenti di Pascal e Liam, se si è constatato che la ragione non è l’estrazione socio-economica, né l’istruzione, né il carattere e simili fattori. Tenterò un’analisi a partire dalla fine di Scene di violenza coniugale, notando anche un’originale modifica registica di Serra sul testo originale di Watkins. Si diceva che l’opera si conclude con la fuga delle donne dai loro uomini e il loro rifugio nel supporto di familiari, psicologi e altri operatori. Va adesso aggiunto che, dal punto di vista scenico, questo cambio comporta anche una modifica sul piano della rappresentazione. Se prima gli spettatori vedevano le due coppie interagire tra loro, ora essi osservano un abbandono a un loro flusso di coscienza, durante il quale raccontano che cosa hanno provato e pensato sia del loro partner, sia delle ragioni della loro aggressività o della loro acquiescenza alla violenza coniugale. L’originale di Watkins chiude il testo con il monologo “fluttuante” di Annie, che narra di aver simulato la propria morte e un’insperata resurrezione. Ella racconta di aver scavato una fossa, di essersi sdraiata sulla terra, per infine alzarsi e fare ritorno alla casa di famiglia. La versione di Serra cambia invece l’ordine dei flussi di coscienza dei personaggi, mettendo in un’ultima posizione il monologo di Pascal che, nell’originale di Watkins, figurava per primo. Il personaggio si mette qui a nudo e, nel giudicare il suo operato, ammette «freddamente – clinicamente – e sinceramente» che non c’era alcuna ragione del suo operato. Pascal suggerisce al pubblico che occorre «forse anche di sondare il piacere», ossia pensare che egli picchiava Annie per qualcosa di prossimo al nulla, per il puro godimento di farlo: «qui ci sono persone – e ne sono certo – che non hanno alcuna ragione – di fare – quello che fanno – e lo fanno solo per il piacere».
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Ci troviamo così di fronte alla messa in scena dello stesso spettacolo, con un cambiamento considerevole di significato e di accento. Watkins vira la vicenda verso un esito positivo. Nonostante le terribili violenze ricevute dal suo compagno, Annie trova il modo creativo per scongiurare la tragedia passata e per guardare a se stessa con rinnovato amore («mi sono soltanto detta – grazie perché ci sei»). Serra sposta, di contro, Scene di violenza coniugale verso l’enigma vivente, più che sulla dimensione della cura. Se infatti viene messo in rilievo nel finale che tutto quello che si è assistito era per Pascal un puro gioco, o un modo di trovare benessere nel mondo con la sopraffazione e la negazione dell’altro, allora non c’è salvezza e riscatto. La rivelazione finale è che, nella natura umana, esiste l’ineliminabile tendenza a usare violenza per ricavare piacere. E questo tradisce, a conti fatti, un autentico mistero sul comportamento di Pascal, o per estensione su tutta l’umanità. Spiegare la violenza invocando come causa il piacere significa, infatti, che la violenza ha luogo senza causa (sine causa), o meglio per motivazioni futili e illogiche, di per sé del tutto insondabili.
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Questa atroce conclusione getta un’ombra sinistra sul resto della vicenda, persino in personaggi che sembrerebbero essere animati da intenti diversi, o slegati dal godimento della pratica violenta. Stando al suo monologo finale, ad esempio, Liam pare trovare la motivazione della violenza ai danni di Rachita in una carenza d’amore. L’uomo picchia la sua compagna, infatti, perché ha paura di perdere l’affetto che riceve da lei e non aveva mai avuto dai suoi familiari. E quando Rachita rimane incinta, Liam riversa la sua frustrazione e invidia contro il bambino in grembo, considerandolo come una minaccia per la sua solidità psichica. Le sue motivazioni – benché non meno aberranti – parrebbero allora almeno più comprensibili del piacere che è invocato da Pascal a “spiegazione” delle sue azioni. In realtà, si potrebbe sempre ricondurre a questa perversa dimensione edonistica del personaggio anche il comportamento di Liam. La violenza su Rachita quale paradossale rimedio alla carenza d’amore implica, del resto, una fuga dal dolore della solitudine e dell’angoscia, dunque (per converso) una ricerca del piacere. L’Epicureismo pervertito di Pascal vale insomma come regola generale, che non possiamo escludere si applichi potenzialmente anche alle due donne. Annie e Rachita sono state vittime più che carnefici solo per caso. Qualora avessero avuto compagni di vita e di letto diversi da Pascal/Liam, forse sarebbero state loro a esercitare la violenza per il perverso piacere di vedere un uomo soffrire e patire.
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Vorrei evitare con questo ultimo commento un possibile fraintendimento. Si potrebbe obiettare, dopo tutto, che la donna sia per natura un essere angelico e incapace di fare del male, giovandosi magari delle statistiche che mostrano che sono soprattutto gli uomini a usare violenza sul partner. La malvagità risulta allora essere uno specifico maschile e mai femminile. Ora, non voglio affatto negare che i dati statistici ci mostrino uno scenario concreto e indiscutibile: quello in cui sono i maschi a esercitare comportamenti violenti ai danni di mogli o compagne. Ciò che invece metto in discussione, a partire dalla riflessione di Watkins/Serra, è il presupposto ideologico che la tendenza al male sia un portato di genere. Se così fosse, tutti gli uomini sarebbero violenti o malvagi e tutte le donne sarebbero buone/amorevoli, il che è contraddetto dalla semplice esperienza. Bastano pochi casi di non-violenza maschile (si pensi banalmente a Ghandi) e di violenza femminile (che si possono ricostruire a partire da cronache o giornali) per trasformare in un dato storico-culturale quello che di norma si ritiene essere un portato biologico. Gli uomini sono più violenti delle donne in virtù di processi storici e sociali che hanno dato ai primi più potere rispetto alle seconde, quindi più possibilità di praticare il piacere della violenza. Considerato il torbido piacere della violenza che Pascal attribuisce alla natura umana nel suo complesso, bisogna insomma concludere con la ragione che gli atti violenti sono possibili per chiunque, o siano l’espressione di un abisso nero che, purtroppo, si annida in ciascuno di noi.
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Ammesso che l’interpretazione di Scene di violenza coniugale di Watkins e Serra sia plausibile, è forse lecito ricavare due conclusioni su questo mistero della violenza. Da un lato, la vicenda consente di ricavare una conseguenza generale di carattere antropologico. Se prendessimo in blocco tutte le azioni e le asciugassimo per individuare i loro moventi fondamentali, fin quasi a grattare le pareti molli del cervello, non troveremmo alla loro base che due affezioni primitive: o il piacere, o il dolore. La ricerca del godimento e la fuga dalla sofferenza si rivelano essere così, per così dire, due “puri neutri”. I piaceri e i dolori possono animare sia i grandi propositi umanitari, sociali e intellettuali, sia le violenze che nemmeno un dio che per assurdo si interessasse alle vicende umane potrebbe guardare senza orrore.
La seconda conseguenza riguarda l’uso responsabile e morale di queste due affezioni primarie. Se la violenza deriva dalla ricerca del piacere, allora sarà lavorando su quest’ultima, ossia cercando di individuare fini e modalità migliori della sopraffazione per massimizzare il godimento, che forse donne e uomini potranno un giorno arrivare a smettere di prevaricarsi l’un l’altro. Sul piano operativo, questo significa imparare a godere della giustizia, della bellezza, della cura amorevole per l’altro, invece che a praticare queste virtù controvoglia e per dovere. La rivoluzione morale e sociale deve partire da una trasformazione di se stessi, altrimenti si continuerà a confondere il piacere della violenza con il troppo amore, la reazione aggressiva contro chi minaccia la nostra felicità con la fuga dalla carenza affettiva.
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La speranza ricade, forse, su quel manipolo di spettatori che, posto rasente alle mura del palazzo in cui sono ambientate le Scene di violenza coniugale, partecipa sì della pratica violenta, ma non è ancora completamente corrotto – come Pascal e Liam – in ogni sua fibra. Ma per fare ciò, occorrerà per un po’ uscire dal teatro che rappresenta la violenza e trovare nella vita forme di ricerca di godimento nella non-violenza.
Enrico Piergiacomi
[Ringrazio Elena Serra per aver letto il testo in anteprima e averne discusso a lungo, con profitto per entrambi]
*In copertina: una fotografia da “Scene di violenza coniugale”, photo Luigi De Palma (l’immagine è tratta da qui)
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vm4vm0 · 3 years
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DENTAL FROM DEUTSCHLAND from VOLLBILD FILM on Vimeo.
Nicht jedes Produkt from Deutschland wird zum Exportschlager. vhf camfacture bildet mit seiner Z4 eine der Ausnahmen. Wir haben den Spot mit Augenzwinkern produziert die Kreation lieferte Schitto Schmodde Werbung. Es kamen keine Tiere zu Schaden.
Produktion: VOLLBILD FILM GmbH Kunde: VHF CAMFACTURE AG Agentur: Schitto Schmodde Werbung GmbH Regie: Daniel Sax Art Director: Gérard Schwarz Aufnahmeleitung: Ewald Breit Executive Producer: Alexandra Franzke Producer: Janna Hoffmann Kamera: Johannes Schmidt Oberbeleuchter: Gabriel York Dubisch Beleuchter: Merlin Luong Maske: Julia Watkins Styling: Melina Johannsen Ausstattung: Melina Johannsen & Daniel Knußmann Tiertrainer: Marion Albers Runner: Celal Alinpinar Sounddesign: Matthew Tasa VFX und Grading: Waref Abu Quba
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c3po · 7 years
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date me
sorry but im Taken is a 2008 English-language French action thriller film directed by Pierre Morel, written by Luc Besson and Robert Mark Kamen, and starring Liam Neeson, Maggie Grace, Leland Orser, Jon Gries, David Warshofsky, Holly Valance, Katie Cassidy, Xander Berkeley, Olivier Rabourdin, Gérard Watkins, and Famke Janssen.Neeson plays a former CIA operative named Bryan Mills who sets about tracking down his teenage daughter Kim and her best friend Amanda after the two girls are kidnapped by human traffickers for sexual slavery while traveling in France. The kidnappers were Romanian. The film grossed more than $226 million. Numerous media outlets have cited the film as a turning point in Neeson's career that redefined and transformed him to an action film star.[5][6][7][8][9][10] A sequel, Taken 2, was released on 5 October 2012, and a third and final film, Taken 3, was released on 9 January 2015.
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78682homes · 5 years
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« Nous avons besoin des autrices et auteurs de théâtre » 78682 homes
http://www.78682homes.com/nous-avons-besoin-des-autrices-et-auteurs-de-theatre
« Nous avons besoin des autrices et auteurs de théâtre »
Réunis pendant trois jours à la Chartreuse de Villeneuve-lez-Avignon, les « États généraux des écrivaines et écrivains de théâtre » ont émis une série de préconisations afin d’améliorer leur visibilité. Gérard Watkins, membre du comité de pilotage, en détaille quelques pistes, notamment celle de la question de la parité.
homms2013
#Informationsanté
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“Marie-Antoinette (Saison 1)” série créée par Deborah Davis avec Emilia Schüle, Louis Cunningham, Jasmine Blackborow, Liah O'Prey, Gaia Weiss, James Purefoy, Nathan Willcocks, Oscar Lesage, Martijn Lakemeier, Jack Archer, Crystal Shepherd-Cross, Caroline Piette, Laura Benson, Paul Bandey, Gérard Watkins, Jonas Bloquet et Marthe Keller, novembre 2022.
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Natural forms development- the body
Plan and research Friday- Monday, save research to add to journal and also post on Tumblr.  Gather materials
Create Tuesday and Thursday am.  Photo on the body Thursday pm on Darley Park.
Design and construct a sculptural form that can be worn on the body where the starting point is the 3d structures you made in paper and card. You should aim to use RECYCLED media where possible, which you should source yourself, and we also have a range available in the studio, including foam, wallpaper, fabrics etc.  
This should not be a fashion garment- do not be inhibited by the body- use it as a base to work on/ around
Again, this should be abstract, and not be a covering of leaves etc.  Consider form, colour, texture and surface, experiment with a broad variety media manipulation.  
You should research artists and designs who make sculptural forms on the body, and you should plan your ideas carefully in your book before making.  Ensure you fully test materials, surfaces and structure before making the final piece, and record all your analysis in your journal and photograph.
Your final outcome must be photographed on a human form outdoors, so make it to fit a specific model.  It may have a function, or can be purely a visual wonder!
Lucy & Bart, Yohji Yamamoto,  Kei Ito, Rebecca Horn, Boudicca fashion label, Sandra Backlund, Rowan Mersh, Hussein Chalayan, Alexander McQueen, Issey Miyake, Gareth Pugh, Iris van Herpen, Vivienne Westwood, Comme des Garçons, Elsa Schiaparelli, Ma Ke Wuyong. Malousebastiaan. Zoe Bradley, Elizabeth Delfs
Jewellery- David Watkins, Jean Després, Gérard Sandoz,
Hats  Philip Treacy
Architecture: many, including: Jorn Utzon (Sydney Opera House),  Zaha Hadid, designboom.com
http://www.pinterest.com/lornamiller72/sculptural-fashion/
https://www.pinterest.com.au/pin/236650155395440737/?lp=true
http://www.youtube.com/watch?v=uN7V4hzRsxc&feature=player_embedded#!
http://www.youtube.com/watch?v=f1WG_dFT-SA
http://www.youtube.com/watch?v=CLMjx7t7gvY
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a2sparis · 5 years
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YSTERIA
THÉÂTRE. «Ysteria»
Texte, mise en scène et scénographie : Gérard Watkins. Comédiens : Julie Denisse, David Gouhier, Malo Martin, Clémentine Ménard et Yitu Tchang. Durée : 2h15.
Dans un décor épuré, constitué principalement de sortes de bancs, comme ceux d’une salle d’attente, bancs que les comédiens déplacent eux-mêmes entre deux scènes de la pièce, «Ysteria» est un beau spectacle de plus de deux heures (mais sans longueur), interprété par de bons comédiens et doté d’une bande-son fort réussie. Il bénéficie, par ailleurs, d’un superbe travail de la costumière Lucie Durand. La pièce traite de l’hystérie dite de «conversion», maladie mentale dans laquelle «les conflits psychiques viennent se symboliser dans des symptômes corporels», explique un spécialiste : par exemple, dans ce spectacle, il s’agit, notamment, de troubles de la main. Par moments, et particulièrement lors de crises - semblables à des crises d’épilepsie - dont sont victimes des personnages de la pièce, le spectacle est assez impressionnant. Mais, à d’autres moments, certaines scènes sont pleines d’humour, voire carrément drôles. Autre particularité du spectacle : de temps en temps, des personnages de la pièce s’adressent directement au public : par exemple, l’un d’eux explique que, si un spectateur a une question à poser, «c’est maintenant», ou sinon ce sera au bar du théâtre après le spectacle.
L’expérimentation thérapeutique se termine par... un simulacre de rapport sexuel !
Les personnages principaux sont, d’une part, trois psychothérapeutes (un Freudien et une disciple du psychiatre suisse Jung, interprétés respectivement par David Gouhier et Julie Denisse, ainsi qu’une jeune spécialiste des thérapies cognitives et comportementales et de l’hypnose, jouée par Clémentine Ménard), d’autre part, deux patients atteints de «conversion hystérique», Arthur (Malo Martin) et Anaïs, dont le rôle a été confié à l’extraordinaire comédienne Yitu Tchang, jeune diplômé (comme Clémentine Ménard et Malo Martin) de l’Eracm, école de théâtre implantée à Cannes et à Marseille. Élaborée à partir de recherches documentaires (notamment avec le concours d’un médecin de l’hôpital parisien Necker) et de nombreuses improvisations avec les comédiens, la pièce, dont l’action se déroule dans une clinique psychiatrique, est constituée d’une série de scènes au cours desquelles, en particulier, les trois médecins parlent entre eux de leurs patients, ou prennent des notes en écoutant ces derniers raconter des rêves ou des souvenirs. Un moment spectaculaire de la pièce est une tentative d’expérimentation thérapeutique au cours de laquelle les trois médecins et Arthur, l’un des patients, doivent exprimer ce qu’ils ressentent en interprétant les rôles de participants au repas de fiançailles d’Anaïs, expérimentation qui dégénère en simulacre de rapport sexuel ! Par ailleurs, entre ces scènes, viennent s’intercaler des séquences évoquant la façon dont l’hystérie était traitée dans de lointains passés, notamment dans l’antiquité grecque et dans l’Europe chrétienne au Moyen-Âge.
L’AUTEUR, METTEUR EN SCÈNE ET SCÉNOGRAPHE : à la fois acteur, auteur, metteur en scène et musicien, Gérard Watkins - né à Londres en 1965, mais vivant en France depuis 1974, et ayant la double nationalité française et britannique - a écrit une douzaine de pièces de théâtre, la première à l’âge de 14 ans. Il a étudié dans deux écoles parisiennes d’art dramatique, le Cours Florent et le Conservatoire national supérieur d'art dramatique. En tant que comédien, il a joué dans plusieurs films, ainsi que dans des pièces, notamment, de Büchner, Ibsen, Koltès, Lagarce, Musset, Pirandello et Shakespeare. En France, il a reçu en 2010 le Grand prix de littérature dramatique, décerné à un écrivain de théâtre de langue française, et en 2017 le Prix du meilleur comédien décerné par le Syndicat de la critique.
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frenchcurious · 5 years
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Changement de pilote entre Gérard Larrousse et Jean-Pierre Jarier au volant de la Renault-Alpine A442 #4421 au 6 Heures de Watkins Glen 1975. - source Carros e Pilotos.
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