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#collusioni
nicolacostanzo · 9 days
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Se vincesse la Meloni non avremmo qualche possibilità di migliorare l'attuale dramma del nostro paese?
Credo che la risposta la avremo e ce la servirà la realtà.
Altrettanto sono convinto che se mi leggi, la mia risposta, o meglio la mia opinione tu già la conosca; ma la ribadisco: no, non credo.
Non credo che un programma politico che minaccia di ridurre i diritti della persona, che promette discriminazioni, settarismi, controllo delle azioni individuali, che apertamente parla di norme e devianze, che illude con la solita storiella delle tasse da abbassare e delle pensioni da aumentare e che è di dubbio europeismo e di certo sovranismo, possa migliorare questo paese, anche solo perché il debito pubblico pesantissimo ed artificialmente mantenuto sotto controllo grazie alla collaborazione dell'Europa, rappresenta uno strumento perfetto di ricatto, attacco e sconfitta, se mai provassimo a fare i prepotenti ed i cieloduristi.
Quello che mi spiace della tua domanda è che manca di argomentazione, sembra essere accesa solo da speranza, e forse è proprio la speranza (a mio avviso mal riposta), priva di analisi razionale e di reale fondamento, la ragione per cui vincerà.
Aggiungo che più che della Meloni, sono fortemente preoccupato dei suoi alleati (Salvini e Berlusconi) e delle loro collusioni con brutti attori del panorama internazionale.
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paolodechiara · 22 days
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L'INTERVISTA. Dopo le parole del testimone oculare Augusto Di Meo (omicidio di don Peppe Diana, 19 marzo 1994) abbiamo raccolto quelle del testimone di giustizia (ha denunciato la camorra imprenditrice) Gennaro Ciliberto sulla decisione dell'ex capo dei Casalesi di collaborare con lo Stato. «La parola pentimento non può essere minimamente accostata a chi ha ucciso e distrutto un intero territorio, chi per decenni ha imposto il credo criminale, grazie alle collusioni dei politici che hanno anche ricoperto ruoli di sottosegretari di governo. Purtroppo questa collaborazione è l'ennesima dimostrazione che non sempre la qualità Investigativa degli inquirenti riesce a svelare i legami tra politica e camorra».
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lamilanomagazine · 23 days
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Roma, Indagine “reunion”: emesse 4 misure cautelari a carico di componenti della commissione giudicatrice della gara d’appalto per l’affidamento dei servizi di una mensa scolastica
Roma, Indagine “reunion”: emesse 4 misure cautelari a carico di componenti della commissione giudicatrice della gara d’appalto per l’affidamento dei servizi di una mensa scolastica. Alle prime luci dell’alba i Carabinieri del Nas di Roma hanno dato esecuzione a quattro misure cautelari personali degli arresti domiciliari, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di componenti della commissione giudicatrice della gara d’appalto per l’affidamento dei servizi di mensa scolastica per le scuole dell’infanzia e primarie del Comune di Colleferro. I provvedimenti restrittivi della libertà personale scaturiscono da una complessa ed articolata indagine condotta dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità della Capitale, che ha consentito di far emergere varie condotte delittuose da parte del responsabile unico del procedimento della Centrale Unica di Committenza di Colleferro, del Presidente e di due membri della commissione giudicatrice. Le gravi e pesanti evidenze probatorie raccolte dai militari del NAS hanno consentito all’Autorità Giudiziaria di emettere le odierne misure cautelari per i reati di concorso in turbata libertà degli incanti, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici con collusioni consistite nel formulare, in accordo tra gli indagati, un fittizio e palesemente irrazionale giudizio di congruità dell’offerta economica presentata dalla società che, in un primo momento, è risultata aggiudicatrice dell’appalto. Le indagini hanno, infatti, permesso di accertare che la commissione, attestando falsamente la presenza di tutti i componenti, avrebbe redatto più verbali di riunioni mai avvenute relativi alle varie fasi di valutazione delle offerte presentate dalle società partecipanti, turbando, di fatto, la gara d’appalto.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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elklough · 4 months
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Ha preso le sue storie le ha messe in scena in costellazioni con falsi di Hummels e ha tratto le sue collusioni e preso provvedimenti disciplinari e fatto urgenti prebende miliardarie …
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Mattarella, Fava ucciso perchè capace di scuotere le coscienze
“Sono trascorsi quarant’anni dal vile assassinio per mano mafiosa di Giuseppe Fava, giornalista che ha messo la sua passione civile al servizio della gente e della Sicilia, impegnato nella battaglia per liberarla dal giogo della criminalità e dalla rete di collusioni che consente di perpetuarlo”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.     “La mafia – ha proseguito…
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adrianomaini · 5 months
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Il processo e la fine di Mafia Capitale
Per la prima volta, la presenza di organizzazioni criminali operanti su Roma venne denunciata dal giornalista de «l’Espresso», Lirio Abbate, autore di numerose inchieste giornalistiche sulle mafie e le collusioni dei politici con i boss. Il 12 dicembre 2012, in accordo con l’allora direttore del giornale, Bruno Manfellotto, pubblicò l’articolo sui boss mafiosi che si spartivano il controllo della…
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bagnabraghe · 5 months
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Il processo e la fine di Mafia Capitale
Per la prima volta, la presenza di organizzazioni criminali operanti su Roma venne denunciata dal giornalista de «l’Espresso», Lirio Abbate, autore di numerose inchieste giornalistiche sulle mafie e le collusioni dei politici con i boss. Il 12 dicembre 2012, in accordo con l’allora direttore del giornale, Bruno Manfellotto, pubblicò l’articolo sui boss mafiosi che si spartivano il controllo della…
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giancarlonicoli · 6 months
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13 nov 2023 16:18
“IO E DE DONNO SIAMO VIVI PERCHÉ LA MORTE DI BORSELLINO HA RESO INUTILE LA NOSTRA SOPPRESSIONE” - MARIO MORI E GIUSEPPE DE DONNO APRONO LE VALVOLE DOPO L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO SULLA TRATTATIVA STATO-MAFIA - NEL LIBRO “LA VERITÀ SUL DOSSIER MAFIA-APPALTI” SI ACCENDE UN FARO SU QUEL FASCICOLO CHE, DOPO LA STRAGE DI CAPACI, DOVEVA PASSARE NELLE MANI DI BORSELLINO. MA NON FU MAI COSÌ E VENNE ARCHIVIATO – I DOCUMENTI IN CASSAFORTE DEL SINDACO DI PALERMO ORLANDO, I NOMI DELLE AZIENDE ITALIANE COINVOLTE NELL’ORGIA DI APPALTI PUBBLICI E… -
Estratto dell’articolo di Carlo Vulpio per il “Corriere della Sera”
«Io e De Donno siamo vivi perché la morte di Borsellino ha praticamente reso inutile la nostra soppressione». Lo scrive il generale dei carabinieri Mario Mori, che con il colonnello Giuseppe De Donno è autore de La verità sul dossier mafia-appalti (Piemme, 235 pagine, 19,90 euro). Il libro è «quel» libro sulla mafia e sul «sistema della corruzione coessenziale alla mafia», con nomi e cognomi, che mancava.
I due autori, militari del Ros, il Raggruppamento operativo speciale dell’Arma, sono stati i più stretti collaboratori di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, e questo libro volevano scriverlo da tempo, ma non hanno potuto, perché hanno dovuto trascorrere quindici anni a difendersi dall’accusa surreale di aver «trattato» con la mafia (per dissuaderla dalle stragi).
Un’accusa dalla quale sono stati assolti definitivamente «perché il fatto non costituisce reato» solo sette mesi fa.
La maxi-inchiesta Mori e De Donno raccontano l’inchiesta che «avrebbe potuto cambiare l’Italia», svolta dai Ros in Sicilia e consegnata nel 1991 a Falcone. Partita dagli appalti nei comuni di Baucina e di Bagheria, l’inchiesta si estese a tutta l’Isola e poi all’Italia, come aveva profetizzato Leonardo Sciascia ne Il giorno della civetta (1961) con la metafora della «linea della palma, che viene su, su per l’Italia, ed è già oltre Roma».
Il dossier dei Ros non ebbe mai vita facile. Nemmeno dopo l’assassinio di Falcone, il 23 maggio 1992, e poi di Borsellino, avvenuto il successivo 19 luglio. E alla fine venne seppellito definitivamente insieme con i due magistrati.
[…]
«Da un lato c’era il nemico — scrivono i due autori — e dall’altro quelli che senza essere oppositori dichiarati, omettevano, ritardavano, silenziavano». Il riferimento, esplicito, è non solo ai politici, ma anche e soprattutto ai magistrati. Un lungo elenco, tra quelli vivi e quelli morti (di vecchiaia) e secondo una differente gradazione di responsabilità, che va da Pietro Giammanco a Giuseppe Pignatone, a Giancarlo Caselli. Tutti, politici e magistrati, raccontati per ciò che hanno fatto (di male) o per ciò che non hanno fatto (di bene), o per la loro dantesca ignavia. Stesso discorso per il fronte antimafia «di professione».
Palermo, le collusioni
L’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, per esempio. Mentre in tv accusava Falcone di tenere chiusi nei cassetti documenti su delitti eccellenti, custodiva in cassaforte documenti su imprese compromesse con la mafia, negandone l’esistenza davanti al magistrato Alberto Di Pisa, il quale fece perquisire il Municipio e trovò quei documenti.
Di Pisa stava per incriminare Orlando, ma due giorni dopo finì sui giornali con l’accusa di essere «il Corvo», cioè l’autore di lettere anonime contro Falcone e altri. Un falso, grazie al quale però gli tolsero l’inchiesta, di cui non si saprà più nulla. Poi, quattro anni dopo, nel 1993, distrutta la sua carriera, Di Pisa verrà assolto.
Gli appalti pubblici
Nell’orgia di appalti pubblici preconfezionati, in cui «la mafia che uccide è il “ministero della Difesa” dell’anti-Stato politico-economico», i Ros, Falcone, Borsellino e pochi altri (come il pm Felice Lima a Catania, che per non fare la stessa fine dovette lasciare il penale e trasferirsi al civile) capirono di aver messo a nudo «il sistema cardiocircolatorio della mafia, in tutta la Sicilia e in tutta l’Italia», «un sistema in cui guadagnavano tutti e in cui il mondo dell’economia non era certo vittima (come nello schema monco di Tangentopoli), ma al contrario era complice, anzi erano proprio gli imprenditori ad avviare la macchina».
Tanti i nomi importanti in cui si sono imbattuti i Ros - il libro ne contiene decine -, dall’impresa Tor di Valle di Roma, con il suo titolare Pietro Catti, genero di Alcide De Gasperi, alla Calcestruzzi di Ravenna del capitano d’industria Raul Gardini, che finirà suicida, fino all’«uomo degli appalti» in Sicilia, Filippo Salamone da Agrigento.
Dopo Giovanni Falcone E tuttavia, uccisi Falcone, la moglie e la sua scorta il 23 maggio ’92, l’inchiesta mafia-appalti non fa in tempo a passare nelle mani di Borsellino che il 13 luglio i pm Guido Lo Forte e Roberto Scarpinato (oggi senatore del M5S) ne chiedono l’archiviazione. Ma a Borsellino non dicono nulla. Nemmeno nella riunione tra magistrati che si tenne in Procura a Palermo il giorno dopo, il 14 luglio, in cui Borsellino intervenne in maniera dura e preoccupata. Di questi e di molti altri «particolari» si è venuti a conoscenza solo trent’anni dopo […]
Il 19 luglio esplode l’autobomba che uccide Paolo Borsellino e i cinque membri della scorta, il 22 luglio il procuratore Giammanco appone il suo «visto» alla richiesta di archiviazione e il 14 agosto, la vigilia di Ferragosto, il gip di Palermo, Sergio La Commare, archivia mafia-appalti, «l’archiviazione più veloce della storia». Borsellino non doveva indagare.
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rausule · 8 months
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SPIRITUS, CLASIS, SOCIETATIS INTERACTION
Hae actiones tum sociale "stigma" ferre possunt. Si iuvenis in tali habitu persistit, irreversibiliter "intitulatus" est obliquus et magis magisque segregatus. Hoc modo finem habet visionis, quam alii ab ipso habent et confirmat munus suum devium.
Theoria pittacii
Theoria label argumentatur definitio identitatis individui fundamentaliter pendere ab attributione sociali ab aliis data, praesertim pro condicionibus quas societas considerat diversas a normali (exempli gratia deviatio socialis).
Haec theoria in Civitatibus Foederatis Americae Septentrionalis ab Edwin M. Lemert (1912-1996) evoluta est, Erving Goffman et Howard Becker (1926). Hisce scholaribus declinatio non tam propria est quorundam hominum vel societatum socialium, sed est effectus condicionis quae creatur ex modo quo, in relationibus socialibus, hi homines ab aliis definiuntur. vel coetus sociales.
Exempli causa, si iuvenis furtum fecerit et deprehensus fuerit, poenam criminalem accipiet secundum leges applicabiles. Homines eum vitare incipient et eum suspectis speculabuntur et notae psychologicae propriae stereotypi furis ei attribuentur. Tali habitu sociali circumdatus, iuvenis quaerere potuit ut homines a societate deviare censerentur et ab iis moveri possent. Hic sui complens vaticinii incidit: Impetus a novis comitibus, iuvenis alia crimina committit, Et ipse sceleratum se reputare incipit.
Vehementes actiones et actus vandalism sunt expressiones rerum ad certaminum subculturae pertinentium.
Crimen superioribus medii ordinis
Genus criminis est, plerumque opinione publica minus perceptum, difficilius cognitu, quod facilius sanctiones criminales effugit et homines non directe afficit, sicut vim corporis. Haec sunt crimina in mediis superioribus societatis generibus.
Hoc genus criminis includit crimina corruptionis (magistratuum vel officialem publicum ad obtinendum fortes oeconomicos utilitates proprias utilitates corrumpendo) vel crimina peculatus (cum publicus officialis pecuniam ad administrationem publicam pertinentem appropriat). In Italia haec crimina valde valde diffusa sunt et, quamquam rumores phaenomenon collusionis criminalis inter lacus et politicos scandala (qualia sic dicta sunt.)
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nicolacostanzo · 12 days
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infosannio · 11 months
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Non solo Baiardo su Berlusconi, tutte le notizie di Report di stasera: dalla massoneria ai Georgofili fino alla censura a Giletti
Stasera su Report va in onda un’inchiesta firmata da Paolo Mondani, dal titolo “La pupiata”, in cui i segugi di Sigfrido Ranucci forniscono una ricostruzione di quali potrebbero essere stati i poteri e le collusioni che hanno garantito l’impunità per trent’anni all’ex “capo dei capi” di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. Il filo si dipana fra massoneria, servizi segreti e presunti legami con la…
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wdonnait · 1 year
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«Sexgate» e impicment, l'audio di Trump sul pagamento di un’ex modella di Playboy
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/sexgate-e-impicment-laudio-di-trump-sul-pagamento-di-unex-modella-di-playboy/115210?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=115210
«Sexgate» e impicment, l'audio di Trump sul pagamento di un’ex modella di Playboy
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Non si placano i rumors (ormai attendibili) sul presidente americano.
La situazione di Donald Trump riguardo allo scandalo sui pagamenti segreti per impedire che la attrice pornografica Stormy Daniels rivelasse informazioni si sta facendo più critica. La procura di Manhattan ha scelto di formare un nuovo gruppo di giurati, un passo che viene effettuato solo quando ci sono prove solide raccolte durante un’indagine.
L‘impeachment potrebbe essere solo questione di tempo. Recentemente sembrava impossibile, ma ora la messa in stato d’accusa del presidente Donald Trump sembra solo questione di tempo. Gli avvocati della Casa Bianca sono già in allerta. Il presidente ha descritto la situazione come “totalmente ridicola” e parla di “caccia alle streghe” dopo la nomina del procuratore speciale Robert Mueller, ex direttore dell’FBI con un curriculum impeccabile, che guiderà l’indagine del Bureau sulle possibili collusioni tra lo staff di Trump e il Cremlino durante le elezioni presidenziali.i
Impeachment come Bill Clinton
Tuttavia, il procuratore speciale ha il potere di seguire ogni pista e di avere risultati imprevedibili, come quando l’indagine sui investimenti immobiliari in Arkansas portò all’impeachment dell’ex presidente Bill Clinton dopo la scoperta del suo rapporto con Monica Lewinsky, che aveva negato.Il senatore repubblicano John McCain, ex candidato alla presidenza, ha affermato che “Trump è riuscito a fare in cinque giorni ciò che Richard Nixon ha fatto in 5 anni”.
Questo significa che la questione delle presunte collusioni tra Trump e la Russia sta raggiungendo lo stesso livello dello scandalo Watergate, che causò le dimissioni di Nixon per evitare l’impeachment. Trump ha negato qualsiasi coinvolgimento con la Russia, ma ha lasciato intendere che alcuni membri del suo staff potrebbero essere implicati, come sostiene la Washington Post.
Trump ha dichiarato che la nomina di un procuratore speciale “danneggia gravemente il paese rendendolo apparso diviso” in vista del suo primo viaggio all’estero come presidente.
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lamilanomagazine · 4 months
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Quarant'anni fa l'assassinio di Pippo Fava. Mattarella: «Ha lottato per liberare la Sicilia»
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Quarant'anni fa l'assassinio di Pippo Fava. Mattarella: «Ha lottato per liberare la Sicilia». Era la sera del 5 gennaio 1984 - esattamente quarant’anni fa - quando il giornalista siciliano Pippo Fava fu ucciso da Cosa Nostra. Il cronista si trovava davanti all’ingresso del Teatro Stabile di Catania quando fu raggiunto da cinque colpi di pistola sparati contro di lui da alcuni membri del clan catanese dei Santapaola. L’assassinio di Fava sconvolse la Sicilia. Il primo giornalista ad essere ucciso dalla mafia era stato Peppino Impastato, assassinato il 9 marzo del 1978, a Cinisi, per ordine del boss Gaetano Badalamenti. Quando Fava venne ucciso aveva 58 anni e in quel momento dirigeva di I Siciliani, un giornale noto in quegli anni in Sicilia per il coraggio della denuncia contro la mafia e l’illegalità nella regione. «Sono trascorsi quarant'anni dal vile assassinio per mano mafiosa di Giuseppe Fava, giornalista che ha messo la sua passione civile al servizio della gente e della Sicilia, impegnato nella battaglia per liberarla dal giogo della criminalità e dalla rete di collusioni che consente di perpetuarlo». Così lo ha ricordato oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fratello di Piersanti, Presidente della Regione Siciliana assassinato da Cosa Nostra il 6 gennaio 1980. «La mafia lo uccise per le sue denunce, per la capacità di scuotere le coscienze, come fece con tanti che, con coraggio, si ribellarono al dominio della violenza e della sopraffazione e dei quali è doveroso fare memoria», ha sottolineato il Capo dello Stato. «Fava ha fatto del giornalismo uno strumento di irrinunciabile libertà - ha aggiunto Mattarella -. L'indipendenza dell'informazione e la salvaguardia del suo pluralismo sono condizione e strumento della libertà di tutti, pietra angolare di una società sana e di una democrazia viva. Un impegno e un sacrificio a cui la Repubblica rende omaggio». «Il 5 gennaio del 1984 Giuseppe Fava pagò con la vita la sua coraggiosa battaglia contro la mafia. Giornalista acuto e strenuo difensore della libertà di informazione, Pippo Fava seppe rivelare le trame della criminalità organizzata sul territorio e i suoi tentativi di condizionamento del tessuto sociale ed economico. Il suo impegno civile rappresenta ancora oggi un importante esempio e al contempo un monito, in particolare per le nuove generazioni, a non abbassare mai la guardia nella lotta contro le organizzazioni criminali». Lo ha dichiarato il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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gaiaitaliacom · 1 year
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Migrazione delle Mafie dal Sud: immote convinzioni e malafede granitica
Il punto, leggerissimo, giusto per fare il punto....
di Alfredo Falletti Era il 1875 quando l’On. Tajani di allora scandalizzò con le sue parole l’intero Paese appena “unito” e già alle prese al Sud con quel fenomeno mafioso sorto grazie all’aiuto dato alle bande garibaldine affinché avanzassero dopo la recita dello sbarco a Marsala, protette dalle cannoniere inglesi. Tajani, ex magistrato che si era occupato delle collusioni…
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telodogratis · 2 years
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Voto scambio, arresto candidato regionali Ferrigno, l’allarme del Gip “Urgente intervento”
Voto scambio, arresto candidato regionali Ferrigno, l’allarme del Gip “Urgente intervento”
Read More Secondo il giudice sarebbe a rischio il “principio democratico”. Preoccupato il sindaco di Carini: “Collusioni ancora presenti” The post Voto scambio, arresto candidato regionali Ferrigno, l’allarme del Gip “Urgente intervento” appeared first on BlogSicilia – Ultime notizie dalla Sicilia. Palermo, arresto, carini, gip, salvatore ferrigno, sindaco, voto scambioSecondo il giudice sarebbe…
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