Tumgik
#condannati
serenamatroia · 7 months
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derit-s · 1 year
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Da un lato voglio che vinca tananai per il redemption arc dall'altro se va all eurovision con una ballata lo disintegrano and i don't want that for him 😭
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ipierrealism · 6 months
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Ovunque vado mi sembra di vedere soltanto decadenza
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solo-stef · 2 years
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Giulio Tremonti
Nel 2022
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Perdere non è mai piacevole.
Ma vedere, alla fine di una partita difficile (fisicamente e mentalmente), nostri giocatori pensare alle cose importanti (che non sono mai lo sport) e provare a fare zittire quelli tizi razzisti che si dicono atalantini è bello. Sul campo abbiamo mostrato di avere grinta e di non mollare mai e con questi semplici gesti nostri giocatori hanno mostrato che le valori sono più importanti da qualunque partite e da qualunque appartenenza ad una squadra o un tifo.
Abbiamo perso la partita ma abbiamo anche tanto da essere orgogliosi a tifare quest’Atalanta e questi giocatori.
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sauolasa · 9 months
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Attentati a Bruxelles, il verdetto: sei dei dieci imputati condannati per omicidi terroristici
Tra i condannati, Salah Abdeslam, che sta già scontando l'ergastolo senza condizionale in Francia per il suo ruolo negli attacchi che hanno colpito Parigi, il teatro Bataclan e lo Stade de France, nel novembre nel 2015
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fabriziosbardella · 1 year
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La Corte Federale ha sanzionato con 15 punti di penalità la Juventus per le plusvalenze e la squadra scivola al decimo punto in classifica.  #juventus #15puntidipenalità #cortefederale #sanzione #classifica #GiuseppeChinè #condannatidirigenti #UEFA #FIFA #FIGC #fabriziosbardella
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molecoledigiorni · 7 months
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[…]
Riflessi nel futuro che ci aspetta. Ci abbracciamo, come due naufraghi condannati a sopravvivere.
Libro che scava in profondità, coinvolgente, potente, doloroso e magnifico.
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paoloxl · 8 months
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23 agosto 1927: Sacco e Vanzetti giustiziati da innocenti in America
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Il 23 agosto del 1927 Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti furono fatti sedere sulla sedia elettrica e giustiziati per un duplice omicidio che non avevano commesso. I due italiani aderivano al movimento anarchico e sostenevano le battaglie operaie, solo dopo 50 anni fu ristabilita la verità
Il 23 agosto del 1927 la sedia elettrica poneva fine alle vite di questi emigrati italiani, un ciabattino e un pescivendolo, ingiustamente accusati di un duplice omicidio durante una rapina in un calzaturificio.
La loro tragica vicenda ha inizio nel 1920, durante una manifestazione operaia, i due venivano fermati in possesso di pistole e degli appunti. Sacco e Vanzetti per le loro idee anarchiche, il loro status di emigrati  appartenenti al movimento operaio, erano i perfetti “agnelli sacrificali” da immolare sull’altare della giustizia americana del tempo.
Inoltre con il loro arresto veniva lanciato un  monito ai movimenti popolari dell’epoca, considerati un pericolo per la stabilità degli U.S.A. A nulla valse la confessione del gangster Celestino Madeiros che scagionava Sacco e Vanzetti, così come non contribuì alla loro scarcerazione la mobilitazione popolare a loro favore. Con un processo fazioso (il giudice più volte li definì bastardi), portato avanti con metodologie gravemente erronee e ingiuste, il foggiano e il cuneese, venivano condannati alla pena capitale.
Solo nel 1977 il Governatore del Massachussetts, Michael Kukakis, ammetteva l’errore giudiziario commesso cinquantanni prima, quando venivano uccisi nella giornata d’estate del 23 Agosto del 1927 due innocenti: Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti
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viendiletto · 3 months
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Quel garofano rosso infilato nell’occhiello
Nel maggio del 1945, quando nel mondo intero, nelle strade e nelle piazze di tutte le città liberate, si festeggiava la fine della guerra e si esultava per la Liberazione, ho vissuto i momenti più tragici e dolorosi della mia adolescenza. Avevo 14 anni.
Una cappa di terrore e di angoscia era calata sulla mia italianissima città e sulla sua italianissima gente. Ho visto colonne di finanzieri, carabinieri, soldati di tutte le armi, uomini e donne, transitare laceri, sporchi, affamati e assetati, avviati verso chissà quale destino. Erano scortati da soldataglia rozza e ignorante, con la stella rossa sul berretto e armata fino ai denti che sbraitava urlando in una lingua che non conoscevo, ma sapevo essere slava. Erano le avanguardie dell’esercito di Tito che, a marce forzate, avevano raggiunto Fiume combattendo. Tito aveva spinto le sue truppe a occupare il più presto possibile quanto più territorio italiano possibile, in quanto le sue mire espansionistiche ipotizzavano il confine tra l’Italia e la sua Jugoslavia, sull’Isonzo. Voleva Trieste, Udine, Gorizia e tutta quella parte di Venezia Giulia che lui definiva impropriamente “Slavia veneta”.
Ho saputo di “giudici popolari” semi-analfabeti che decidevano, a guerra finita, della vita e della morte di persone il cui unico delitto, molto spesso, era solo quello d’essere italiani. Condannati da tribunali del popolo costituiti in fretta e furia e composti da gente qualsiasi, purché di provata fede comunista.
I primi giorni dopo l’occupazione della mia città (il 2 maggio del 1945) con le liste di proscrizione già preparate, iniziava il calvario degli italiani. Arresti, deportazioni, infoibamenti. Anche nella mia famiglia si piange uno scomparso, prelevato la mattina del 4 maggio da casa e di cui non si è saputo più nulla. Probabilmente, come tanti altri infelici, avrà vissuto gli ultimi istanti della sua vita soffocato dall’angoscia sull’orlo di una foiba.
La guerra era finita, ma vivevamo ancora nella ristrettezza e nel terrore: parlare, lamentarsi era pericoloso, criticare il regime poteva costare la vita o la deportazione. Essere italiano era una colpa e molti, anche da me conosciuti, amici di mio padre, vicini di casa, ex questurini, impiegati pubblici, professionisti, insegnanti, vigili urbani, dipendenti comunali ecc., erano considerati èlite e quindi fascisti e nemici del popolo.
Il 1.mo maggio del 1948 mio padre decise di scendere al bar sotto casa, per trascorrere qualche momento di svago. Fu avvicinato da un individuo, palesemente ubriaco e conosciuto da tutti come uno sbandato, che gli infilò un garofano rosso nell’occhiello. Mio padre (che non volle mai iscriversi al partito fascista) non gradì il gesto di quell’individuo che fino a pochi giorni prima aveva scondinzolato dietro ai tedeschi, raccattando i loro avanzi e facendo il buffone, qual’era. Si tolse, quasi di nascosto il garofano e lo appoggiò sul tavolo. Questo gesto gli costò una denuncia e un mese di lavori forzati (denominati “lavoro rieducativo”) che scontò nel carcere cittadino, segando legna da ardere in coppia con un altro detenuto, muniti di un segaccio da boscaiolo di grandi dimensioni per dieci ore al giorno. Seppe dopo, da un vicino di casa, ufficiale della milizia popolare in quanto studente di scuola superiore, che il tribunale lo aveva accusato di “scarsa simpatia per il partito”. Se l’accusa fosse stata “nemico del popolo” avrebbe corso il rischio di finire in una foiba.
A settembre riaprirono le scuole. Avevo finito in modo fortunoso la terza d’avviamento commerciale e non potevo continuare la scuola in lingua croata. L’autorità cittadina escogitò, per noi italiani, una forma insolita: al mattino a scuola, al pomeriggio in fabbrica a lavorare. Fui mandato al Siluruficio Witheead, (vanto della mia città e del mio paese) al reparto meccanici, aggiustaggio, revisione motori, fonderia e torneria. Alla fine dell’anno 1947/48, non ebbi documento ufficiale. Solo un libro il cui retro di copertina riportava una semplice dichiarazione di frequenza.
Nevio Milinovich, esule da Fiume
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ilpianistasultetto · 11 months
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A seguito dell'alluvione romagnola, da quelle acque torbide e fangose sembra stiano uscendo fuori centinaia di coccodrilli politici e milioni di coccodrilli elettori, tutti pronti a fustigarsi per aver trascurato il problema dei cambiamenti climatici. Scene gia' viste tante volte. In pandemia gli angeli da sorreggere erano medici e infermieri. Ad ogni terremoto gli angeli erano i volontari, viglili del fuoco e protezione civile. Diversi anni fa gli angeli erano i magistrati, quelli che ripulivano questo Paese puzzolente dai politici ladri. Basta vedere che Paese siamo oggi. I magistrati sono messi alla gogna dalla maggioranza della politica e del Paese, la ricostruzione post-terremoto e' ferma al 10% e praticamente non frega niente a nessuno, la sanita' pubblica e' violentata ogni giorno e quelli che predicano l'economia circolare, una decrescita felice e lo stop a tutte le energie non rinnovabili, vengono presi a pedate da tre quarti di nazione. Prova lampante e' la rivolta contro quei sindaci che stanno vietando nelle citta' le auto piu' inquinanti o il plauso elettorale per opere inutili come TAV e ponte sullo Stretto di Messina o il plebiscito (70%) di Imperiesi che ha rieletto quello a cui avevano regalato una casa al Colosseo a sua insaputa. Noi italiani siamo ancora un coacervo di rivendicazioni personali, di personaggi alla Alberto Sordi e non sappiamo dove indirizzare questo Paese. Un popolo che invece di ascoltare i problemi posti dai giovani che imbrattano i monumenti, batte le mani a chi raddoppia le pene per gli imbrattatori, senza chiedersi perche' lo fanno. Un Paese che accetta supino le comparsate tv di politici condannati in via definitiva (Formigoni e altri) o lo sperpero di decine di miliardi per rifornire di armi l'Ucraina e zero per difendere l'Italia da questi eventi calamitosi sempre piu' frequenti.. L'unica che non vuol sentir ragioni e' la natura. Sempre pronta a ribellarsi contro chi la violenta continuamente. @ilpianistasultetto
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mucillo · 2 months
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Vittorio Arrigoni detto Vik è stato un attivista, giornalista e scrittore italiano. Sostenitore della soluzione binazionale come strumento di risoluzione del conflitto israeliano-palestinese, nonché pacifista, si era trasferito nella Striscia di Gaza per agire contro quella che definiva pulizia etnica dello Stato di Israele nei confronti della popolazione araba palestinese.
Sembra oggi ma parliamo di 25 anni fà
Una lettera di Vittorio del 02 marzo 2009 due anni dopo fu assassinato.
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Vittorio tornato a Gaza
«E alla fine sono tornato.
Non sazio del silenzio d’assenzio di una felicità incolta
accollata come un cerotto mal riposto su di una bocca che urla.
Non potevo fare altrimenti.
Essere ferito, venir rapito, derubato della propria missione, incatenato e imprigionato in un lurido carcere israeliano,
quindi deportato a forza su di un aereo verso Milano
senza neanche la pietà di mettere ai miei piedi nudi e martoriati dalle catene un paio di scarpe,
non è certo la conclusione auspicabile per il compito solenne e di riscatto umano che ha impegnato gli ultimi mesi della mia barocca vita.
Il leone accumula stagioni e cicatrici,
non ha certo il passo slanciato di una volta,
ma non abbassa di un pelo la criniera.
Poggiando il primo piede sulla terra di Gaza, per la seconda volta, sbarcando, come un Armstrong esiliato,
ho ruggito, eccome,
devono esser tremati i vetri delle finestre pure a Tel Aviv.
Fiero del mio passato, non curante del mio presente.
Perché è questo il tempo di spendersi, piuttosto che accaparrarsi un futuro agiato e comodamente distorto,
a quelle vittime innocenti a cui non abbiamo concesso neanche l’ascolto, per un attimo,
delle loro grida di dolore.
Spendersi affinché ogni diritto umano sia rispettato.
Tutto il resto non ha più importanza, semmai ne abbia mai avuta una.
Bisogna saper riconoscere la matrice della propria anima,
anche se ciò è spaventevole e significa solitudine, ostracismo, utopia, Don Chisciotte,
ingratitudine anche da chi verso cui si è dato tanto, si è speso tutto.
Ad aspettare nel fuoco si rischia di bruciarsi.
Ecco allora il perché della scelta dei miserabili, dei reietti, dei condannati,
essi sono ancora capaci di lealtà, di gesta aggraziate e di generosità audace, alle soglie della fine del mondo.
Reietto e miserabile la vita mi ci ha costretto,
sono tornato a casa.
Natale a Gaza pare un funerale.
E non esclusivamente perchè oggi ad un funerale effettivamente ci sono stato,
il vicino di casa di Fida, nostra coordinatrice ISM,
è stato ridotto in brandelli, in tanti piccoli pezzettini di carne lacera da un colpo di carroarmato israeliano.
Piove lacrime amare il cielo di Gaza in questi giorni di lutto e terrorismo da oltreconfine.
Si ascoltano i rutti delle minacce di imminente strage da Lvni e si trema dal freddo
(senza + gas, senza + gasolio, senza + energia elettrica).
Si odono i cingoli di Netanyahu sulle ossa dei palestinesi ammazzati ieri e di quelli a venire.
Lvni e Netanyahu in marcia funebre verso le prossime elezioni israeliane,
il teorema è semplicistico, ma purtroppo realistico,
vincerà chi porterà in dote ai propri elettori più teste palestinesi mozzate.
One head one vote.
A Gaza è come se si fosse in autunno,
e io sono nato sotto il segno dell’autunno.
Per cui se fuori piove,
perdonatemi,
a volte piove anche dentro.
Restiamo umani.
Vostro Vik dalle tenebre dell’assedio.»
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falcemartello · 7 months
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Israele dichiara guerra all’Iran:  “è colpa sua”.
(Maurizio Blondet 7 Ottobre 2023)
Non aspettavano altro.
Il Ministro della Guerra del regime israeliano Yoav Gallant: “L’Iran ha apertamente iniziato una guerra contro di noi e deve attendersi una dura ritorsione”.
L’ambasciatore del regime sionista in Russia: “L’Iran è responsabile per quanto sta compiendo Hamas”.
Un amico ipotizza che il Mossad sapesse e abbia lasciato avvenire ciò, come un false flag. Dai commenti ebraici  e  palestinesi tendo a ritenere che la sorpresa sia stata reale. Ma che gli attori siano stati convocati nel luogo dove si consumerà l’Ultima Battaglia, Gerusalemme e la Roccia di Abramo.
Come ha scritto l’amico Marletta:
In realtà, una crisi adesso serve a tutti:
Ai PALESTINESI: ormai condannati altrimenti ad un inesorabile e lento genocidio.
Agli ISRAELIANI che sicuramente sapevano. Una crisi del genere ricompatta la società sionista che, fino a qualche settimana fa, qualcuno definiva sull’orlo della guerra civile. Poi, immaginate se per sbaglio un missile cadesse sulla Moschea di Al Aqsa e “per sbaglio” la distruggesse…
All’IRAN che assume un ruolo di leader regionale bruciando in partenza tutti gli altri (anche se rischia la ritorsione di Israele che potrebbe persino essere nucleare).
Alla RUSSIA che si è ampiamente rotta le scatole dei bombardamenti sulla Siria (due giorni fa, 100 soldati siriani uccisi) e del sostegno di Israele a tutti i suoi nemici; e che evidentemente sapeva e ha lasciato fare.
Ognuno ha il suo interesse e, come sempre, ognuno è convinto di poter gestire le crisi e non farle deragliare troppo. Vedremo.
In ogni caso, come si sa, la CRISI FINALE DEI NOSTRI TEMPI non avverrà in Ucraina o a Taiwan ma in Medio Oriente. Ora, fra un mese o fra cinque anni. È scritto.
FORSE QUALCUNO HA DECIDO DI ANTICIPARE LA FINE DEI TEMPI FACENDO DETONARE IL MEDIO ORIENTE?
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sauolasa · 1 year
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Iran: condannati per blasfemia, impiccati due uomini
I due giustiziati, Sadrollah Fazeli Zarei e Youssef Mehrdad, erano accusati di blasfemia, ovvero di aver “insultato il profeta Maometto” e "bruciato il Corano"
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fabriziosbardella · 1 year
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In Iran ci sono 11 condannati a morte e 400 sono in carcere fino a 10 anni tra le persone coinvolte nelle proteste. #teheran #11condannatiamorte #18milaarresti  #448manifestantiuccisi #ayatollah #crepenelbloccodipotere #FabrizioSbardella #iran #MahsaAmini #MohsenShekari #muharebeh #MajidRezaRahnavard
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