Tumgik
#hegel è morto
aitan · 11 months
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Articolo del teologo Vito Mancuso pubblicato oggi su La Stampa e dedicato alla memoria di Berlusconi nel giorno dei suoi funerali privati e di Stato.
"La parabola dell'ateo devoto che credeva solo nel suo Io"
Insegna l'antico proverbio: "De mortuis nihil nisi bonum", vale a dire: "Di chi è appena morto, o si tace o si parla bene". Di Silvio Berlusconi io non avrei scritto nulla, non avendo per parte mia molto di buono da riconoscergli, laddove "buono" lo intendo nel senso radicale del termine che rimanda al Bene in quanto sommo valore che coincide con la Giustizia e la Verità (concetti che scrivo al maiuscolo per indicare la loro superiorità rispetto al mero interesse privato). Se però, ciononostante, ne scrivo, è per cercare di mettere a fuoco la frase del cantautore Gian Piero Alloisio, talora attribuita a Giorgio Gaber (cito a memoria): «Non temo Berlusconi in sé, ma il Berlusconi che è in me». Non parlerò quindi di Berlusconi in sé, bensì del Berlusconi in noi, convinto come sono che quanto dichiarato da Benigni valga per milioni di italiani, forse per tutti noi, che portiamo al nostro interno, qualcuno con gioia, qualcun altro con fastidio o addirittura con vergogna, quella infezione che è, a mio avviso, il "berlusconismo".
Cosa infetta precisamente il berlusconismo? Risponderò presto, prima però voglio ricordare questa frase di Hegel: «La filosofia è il proprio tempo colto nei pensieri». Io penso che quello che vale per la filosofia, valga, a maggior ragione, per l'economia e la politica: il loro successo dipende strettamente dalla capacità di saper cogliere e soddisfare il desiderio del proprio tempo. Berlusconi è stato molto abile in questo. Con le sue antenne personali (al lavoro ben prima che installasse a Cologno Monzese le antenne delle sue tv) egli seppe cogliere il desiderio profondo del nostro tempo, ne riconobbe l'anima leggera e se ne mise alla caccia esercitando tutte le arti della sua sorridente e persistente seduzione. Si trasformò in questo modo in una specie di sommo sacerdote della nuova religione che ormai da tempo aveva preso il posto dell'antica, essendo la religione del nostro tempo non più liturgia di Dio ma culto ossessivo e ossessionante dell'Io. Il berlusconismo rappresenta nel modo più splendido e seducente lo spodestamento dell'antica religione di Dio e la sua sostituzione con la religione dell'Io. E il nostro tempo se ne sentì interpretato in sommo grado, assegnando al fondatore i più grandi onori e costituendolo tra gli uomini più ricchi e più potenti non solo d'Italia.
Ho parlato del berlusconismo come di un'infezione, ma cosa infetta precisamente? Non è difficile rispondere: la coscienza morale. Il berlusconismo rappresenta la fine plateale del primato dell'etica e il trionfo del primato del successo. Successo attestato mediante la certificazione dell'applauso e del conseguente inarrestabile guadagno.
Vedete, Dio, prima, lo si poteva intendere in vari modi: nel senso classico del cattolicesimo e delle altre religioni, nel senso socialista e comunista della società futura senza classi e finalmente giusta, nel senso liberale e repubblicano di uno stato etico quale per esempio lo stato prussiano celebrato da Hegel, nel senso della retta e incorruttibile coscienza individuale della filosofia morale di Kant, e in altri modi ancora, tutti comunque accomunati dalla convinzione che esistesse qualcosa di più importante dell'Io, di fronte a cui l'Io si dovesse fermare e mettere al servizio. Fin dai primordi dell'umanità il concetto di Dio rappresentò esattamente l'emozione vitale secondo cui esiste qualcosa di più importante del mio Io, del mio potere, del mio piacere (a prescindere se questo "qualcosa" sia il Dio unico, o gli Dei, o l'Urbe, la Polis, lo Stato, la Scienza, l'Arte o altro ancora).
Ecco, il trionfo del berlusconismo rappresenta la sconfitta di questa tensione spirituale e morale. In quanto religione dell'Io, esso proclama esattamente il contrario: non c'è nulla di più importante di Me. Non è certo un caso che il partito-azienda del berlusconismo non ha mai avuto un successore, e ora, morto il fondatore, è probabile che non faccia una bella fine.
Naturalmente questa religione dell'Io suppone quale condizione imprescindibile ciò che consente all'Io di affermare il suo primato di fronte al mondo, vale a dire il denaro. Il denaro era per il berlusconismo ciò che la Bibbia è per il cristianesimo, il Corano per l'islam, la Torah per l'ebraismo: il vero e proprio libro sacro, l'unico Verbo su cui giurare e in cui credere. Il berlusconismo è stato una religione neopagana secondo cui tutto si compra, perché tutto è in vendita: aziende, ville, politici, magistrati, uomini, donne, calciatori, cardinali, corpi, parole, anime.
Tutti hanno un prezzo, e bastano fiuto e denaro per pagare e ottenere i migliori per sé. Chi (secondo la dottrina del berlusconismo) non desidera essere comprato?
Il berlusconismo ha rappresentato un tale abbassamento del livello di indignazione etica della nostra nazione da coincidere con la morte stessa dell'etica nelle coscienze degli italiani. La quale infatti ai nostri giorni è in coma, soprattutto nei palazzi del potere politico. Ma cosa significa la morte dell'etica? Significa lo spadroneggiare della volgarità, termine da intendersi non tanto come uso di linguaggio sconveniente, quanto nel senso etimologico che rimanda a volgo, plebe, plebaglia, ovvero al populismo in quanto procedimento che misura tutto in base agli applausi, in quanto applausometro permanente che trasforma i cittadini da esseri pensanti in spettatori che battono le mani. Ovvero: non è giusto ciò che è giusto, ma quanto riceve più applausi. Ecco la morte dell'etica, ecco il trionfo di ciò che politicamente si chiama populismo e che rappresenta la degenerazione della democrazia in oclocrazia (in greco antico "demos" significa popolo, "oclos" significa plebaglia).
Tutto questo ha avuto e continuerà ad avere delle conseguenze devastanti. In primo luogo penso all'immagine dell'Italia all'estero, che neppure dieci Mario Draghi avrebbero potuto ripulire dal fango e dalla sporcizia del cosiddetto Bunga-Bunga. Ma ancora più grave è lo stato della coscienza morale dei nostri concittadini: eravamo già un paese corrotto e di evasori, ora siamo ai vertici europei; eravamo già tra gli ultimi come indice di lettura, ora siamo in fondo alla classifica.
Ricordo che una volta mi trovavo con un imprenditore all'autodromo di Monza per una convention aziendale e, forse per la vicinanza di Arcore, forse chissà per quale altro motivo, egli prese a parlarmi di Berlusconi. Mi disse che molti anni prima gli aveva indicato una massa di gente lì accanto e poi gli si era rivolto così: «Secondo lei, quanti sono gli intelligenti là dentro? Il 10 percento? Ecco, io mi occupo del restante 90 percento». Questa è stata la politica editoriale delle sue tv che hanno portato alla ribalta personaggi fatui ed equivoci e hanno fatto strazio della vera cultura.
Il berlusconismo ha di fatto affossato nella mente della gran parte degli italiani il valore della cultura, riducendo tutto a spettacolo, a divertimento, a simpatia falsa e spudoratamente superficiale, a seduzione. Seduzione da intendere nel senso etimologico di sé-duzione, cioè riconduzione a sé di ogni cosa, secondo quella religione dell'Io che è stato il vero credo di Silvio Berlusconi e da cui non sarà facile liberare e purificare la nostra "povera patria" (come la designava, proprio pensando al berlusconismo, Franco Battiato).
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yagobadstar · 2 years
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“Come va?”
1. Icaro: “Uno schianto”
2. Proserpina: “Mi sento giù”
3. Prometeo: “Mi rode”
4. Teseo: “Finché mi danno corda”
5. Edipo: “La mamma è contenta”
6. Damocle: “Potrebbe andar peggio”
7. Priapo: “Cazzi miei”
8. Ulisse: “Siamo a cavallo”
9. Omero: “Me la vedo nera”
10. Eraclito: “Va, va”
11. Parmenide: “Non va”
12. Talete: “Ho l’acqua alla gola”
13. Epimenide: “Mentirei se glielo dicessi”
14. Gorgia: “Mah!”
15. Demostene: “Difficile a dirsi”
16. Pitagora: “Tutto quadra”
17. Ippocrate: “Finché c’è la salute”
18. Socrate: “Non so”
19. Diogene: “Da cani”
20. Platone: “Idealmente”
21. Aristotele: “Mi sento in forma”
22. Plotino: “Da Dio”
23. Catilina: “Finché dura”
24. Epicuro: “Di traverso”
25. Muzio Scevola: “Se solo mi dessero una mano”
26. Attilio Regolo: “Sono in una botte di ferro”
27. Fabio Massimo: “Un momento”
28. Giulio Cesare: “Sa, si vive per i figli, e poi marzo è il mio mese preferito”
29. Lucifero: “Come Dio comanda”
30. Giobbe: “Non mi lamento, basta aver pazienza”
31. Geremia: “Sapesse, ora le dico”
32. Noè: “Guardi che mare”
33. Onan: “Mi accontento”
34. Mosè: “Facendo le corna”
35. Cheope: “A me basta un posticino al sole”
36. Sheherazade: “In breve, ora le dico”
37. Boezio: “Mi consolo”
38. Carlo Magno: “Francamente bene”
39. Dante: “Sono al settimo cielo”
40. Giovanna d’Arco: “Si suda”
41. San Tommaso: “Tutto sommato bene”
42. Erasmo: “Bene da matti”
43. Colombo: “Si tira avanti”
44. Lucrezia Borgia: “Prima beve qualcosa?”
45. Giordano Bruno: “Infinitamente bene”
46. Lorenzo de’ Medici: “Magnificamente”
47. Cartesio: “Bene, penso”
48. Berkeley: “Bene, mi sembra”
49. Hume: “Credo bene”
50. Pascal: “Sa, ho tanti pensieri…”
51. Enrico VIII: “Io bene, è mia moglie che”
52. Galileo: “Gira bene”
53. Torricelli: “Tra alti e bassi”
54. Pontormo: “In una bella maniera”
55. Desdemona: “Dormo tra due guanciali”
56. Newton: “Regolarmente”
57. Leibniz: “Non potrebbe andar meglio”
58. Spinoza: “In sostanza, bene”
59. Hobbes: “Tempo da lupi”
60. Vico: “Va e viene”
61. Papin: “Ho la pressione alta”
62. Montgolfier: “Ho la pressione bassa”
63. Franklin: “Mi sento elettrizzato”
64. Robespierre: “Cè da perderci la testa”
65. Marat: “Un bagno”
66. Casanova: “Vengo”
67. Goethe: “C’è poca luce”
68. Beethoven: “Non mi sento bene”
69. Shubert: “Non mi interrompa, per Dio”
70. Novalis: “Un sogno”
71. Leopardi: “Sfotte?”
72. Foscolo: “Dopo morto, meglio”
73. Manzoni: “Grazie a Dio, bene”
74. Sacher-Masoch: “Grazie a Dio, male”
75. Sade: “A me bene”
76. D’Alambert e Diderot: “Non si può dire in due parole”
77. Kant: “Situazione critica”
78. Hegel: “In sintesi, bene”
79. Schopenhauer: “La volontà non manca”
80. Cambronne: “Boccaccia mia”
81. Marx: “Andrà meglio”
82. Carlo Alberto: “A carte 48”
83. Paganini: “L’ho già detto”
84. Darwin: “Ci si adatta”
85. Livingstone: “Mi sento un po’ perso”
86. Nievo: “Le dirò, da piccolo”
87. Nietzsche: “Al di là del bene, grazie”
88. Mallarme’: “Sono andato in bianco”
89. Proust: “Diamo tempo al tempo”
90. Henry James: “Secondo i punti di vista”
91. Kafka: “Mi sento un verme”
92. Musil: “Così così”
93. Joyce: “Fine yes yes yes”
94. Nobel: “Sono in pieno boom”
95. Larousse: “In poche parole, male”
96. Curie: “Sono raggiante”
97. Dracula: “Sono in vena”
98. Croce: “Non possiamo non dirci in buone condizioni di spirito”
99. Picasso: “Va a periodi”
100. Lenin: “Cosa vuole che faccia?”
101. Hitler: “Forse ho trovato la soluzione”
102. Heisemberg: “Dipende”
103. Pirandello: “Secondo chi?”
104. Sotheby: “D’incanto”
105. Bloch: “Spero bene”
106. Freud: “Dica lei”
107. D’Annunzio: “Va che è un piacere”
108. Popper: “Provi che vado male”
109. Ungaretti: “Bene (a capo) grazie”
110. Fermi: “O la va o la spacca”
111. Camus: “Di peste”
112. Matusalemme: “Tiro a campare”
113. Lazzaro: “Mi sento rivivere”
114. Giuda: “Al bacio”
115. Ponzio Pilato: “Fate voi”
116. San Pietro: “Mi sento un cerchio alla testa”
117. Nerone: “Guardi che luce”
118. Maometto: “Male, vado in montagna”
119. Savonarola: “E’ il fumo che mi fa male”
120. Orlando “Scusi, vado di furia”
121. Cyrano: “A naso, bene”
122. Volta: “Più o meno”
123. Pietro Micca: “Non ha letto che è vietato fumare”
124. Jacquard: “Faccio la spola”
125. Malthus: “Cè una ressa”
126. Bellini: “Secondo la norma”
127. Lumiere: “Attento al treno!”
128. Gandhi: “L’appetito non manca”
129. Agatha Christie: “Indovini”
130. Einstein: “Rispetto a chi?”
131. Stakanov: “Non vedo l’ora che arrivi ferragosto”
132. Rubbia: “Come fisico, bene”
133. Sig.ra Riello: “Sono stufa!”
134. La Palisse: “Va esattamente nella maniera in cui va”
135. Shakespeare: “Ho un problema: va bene o non va bene?”
136. Alice: “Una meraviglia”
137. Dr. Zap: “Bene, la sai l’ultima?”
138. Verga: “Di malavoglia”
139: Heidegger: “Quante chiacchiere!”
140. Grimm: “Una favola!”
Umberto Eco
da “Il secondo diario minimo”
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schizografia · 2 years
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Io mi ricordo un giovane - un uomo ancora giovane - a cui la morte stessa impedì di morire - e forse l'errore dell'ingiustizia.
Gli Alleati erano riusciti ad avanzare sul territorio francese. I tedeschi, già vinti, lottavano invano con inutile ferocia.
In una grande casa (il Castello, la chiamavano) bussarono alla porta piuttosto timidamente. So che il giovane andò ad aprire a degli ospiti che senza dubbio chiedevano aiuto.
Un urlo, questa volta: "Tutti fuori". Un tenente nazista, in un francese vergognosamente normale, fece uscire prima le persone più anziane, poi due giovani donne.
"Fuori, fuori". Urlava, questa volta. Il giovane non cercava di fuggire, ma avanzava lentamente, in un modo quasi sacerdotale. Il tenente lo scosse, gli mostrò dei bossoli, delle pallottole, chiaramente si era combattuto, il terreno era un terreno di guerra. Il tenente si strangolò in un linguaggio strano e mettendo sotto il naso di quell'uomo già meno giovane (si invecchia in fretta) i bossoli, le pallottole, una granata, gridò distintamente: "Guardi a che punto è arrivato."
Il nazista fece schierare i suoi uomini per colpire, secondo le regole, il bersaglio umano. Il giovane disse: "Fate almeno rientrare la mia famiglia." Ossia: La zia 94 anni, la madre più giovane, sua sorella e sua nipote, un lungo e lento corteo, silenzioso, come se tutto fosse già compiuto.
Lo so - lo so - che colui a cui miravano i tedeschi, in attesa soltanto dell'ordine definitivo, provò allora un sentimento di leggerezza straordinaria, una specie di beatitudine (niente di felice, tuttavia),- gioia sovrana? L'incontro della morte e della morte?
Al suo posto non cercherò di analizzare questo sentimento di leggerezza. Forse d'improvviso era invincibile. Morto - immortale. Forse l'estasi. O la compassione per l'umanità sofferente, la felicità di non essere né immortale né eterno. Da allora, fu legato alla morte da una furtiva amicizia.
In quell'istante, ritorno brusco nel mondo, proruppe l'intenso rumore di una battaglia vicina. I compagni della Resistenza volevano andare in soccorso di chi sapevano in pericolo. Il tenente si allontanò per accertarsi. I tedeschi restavano in riga, pronti a dimorare così, in una immobilità che fermava il tempo. Ma ecco uno di loro avvicinarsi e dire con voce ferma: "Noi, non tedeschi, russi" e, con una specie di risata: "Armata Vlassov" e gli fece cenno di sparire. Credo che si allontanò, sempre con quella sensazione di leggerezza, tanto da ritrovarsi in un bosco lontano, chiamato "Bosco delle Brughiere" dove dimorò al riparo di piante che gli erano familiari. Fu nel folto del bosco che d'improvviso, e dopo quanto tempo, ritrovò il senso della realtà. Poco dopo apprese che tre giovani, figli di contadini, estranei alle battaglie, e che avevano come unico torto la loro giovinezza, erano stati fucilati.
Anche i cavalli gonfi, sulla strada, nei campi, attestavano una guerra che era durata. In realtà, quanto tempo era trascorso? Quando il tenente era tornato e si era reso conto della scomparsa del giovane castellano, perchè la collera, la rabbia, non l'avevano spinto a bruciare il castello (immobile e maestoso)? Perchè era il Castello. Sulla facciata era iscritta, come un ricordo indistruttibile, la data del 1807. Era colto abbastanza da sapere che la data del 1807 era il famoso anno di Jena, quando Napoleone, sul suo piccolo cavallo grigio, passò sotto le finestre di Hegel che in lui riconobbe "l'anima del mondo", come scrisse ad un amico? Menzogna e verità, poichè come Hegel scrisse ad un altro amico, i francesi saccheggiarono e depredarono la sua dimora. Ma Hegel sapeva distinguere l'empirico e l'essenziale. In quel 1944, il tenente nazista ebbe per il Castello il rispetto e la considerazione che le fattorie non suscitavano. Però frugarono dappertutto. Presero del denaro; in un locale separato, "la stanza alta", il tenente trovò delle carte e una specie di grosso manoscritto, che conteneva forse piani di guerra. Infine partì. Tutto bruciava, tranne il Castello. I Signori erano stati risparmiati.
Fu allora probabilmente che cominciò per il giovane il tormento dell'ingiustizia. Non più estasi. La sensazione che fosse vivo soltanto perchè, anche agli occhi dei russi, apparteneva a una classe nobile.
Era questo, la guerra: la vita per gli uni, la crudeltà dell'assassinio per gli altri.
Dimorava tuttavia, nel momento in cui la fucilata non era ormai soltanto che attesa, un sentimento di leggerezza che non saprei spiegare: libertà dalla vita? L'infinito che si apre? Né felicità né disgrazia. Neppure assenza di timore e forse già un passo al di là. So, immagino che questa sensazione inanalizzabile cambiò quel che rimaneva della sua esistenza. Come se la morte fuori di lui non potesse ormai che urtarsi con la morte dentro di lui. "Io sono vivo. No, tu sei morto."
Più tardi, ritornato a Parigi, incontrò Malraux. Lui gli raccontò che era stato fatto prigioniero (senza essere riconosciuto), che era riuscito a scappare, ma perdendo un manoscritto. "Erano solo delle riflessioni sull'arte, facili da ricostruire, mentre non lo sarebbe se fosse un vero manoscritto." Con Paulhan fece fare delle ricerche che risultarono vane. Che importa. Dimora solo la sensazione di leggerezza, che è la morte stessa o, per dirlo più precisamente, l'istante della mia morte ormai sempre in corso.
Maurice Blanchot - L'istante della mia morte
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senzasterischi · 6 years
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Prisoner 709 è un romanzo del Novecento con un piede nel Duemila
Dai che una volta tanto un clickbait lo dovevo fare pure io. Forse ora state leggendo più che altro per scoprire con quali argomentazioni io voglia sostenere l’assurdità del titolo; frega niente, si deve parlare delle cose belle, si deve scrivere delle cose belle, bisogna ricordare le cose belle, e una di queste è Prisoner 709.
Intendiamoci: Caparezza è sempre stato un grande. Prenderò questa frase come assunto; se non siete convinti mandatemi un messaggio e ne discutiamo quanto volete, ma la sede adatta non è questo articolo. Quello che voglio sottolineare, però, è che Caparezza è sempre stato un grande e lo è stato parlando al cervello di chi ascolta. Ironico, irriverente, intelligente, tanto politico quanto non di parte, disgustato da buona parte della società ma sempre incrollabile in un’unica vera fede, che è la fede nella musica, o più strettamente nello scrivere la musica.
Ed è uno dei pochi cantanti che io conosca a fare seriamente le dichiarazioni di poetica, e per canzoni intere, ma là il mio amore incondizionato per le dichiarazioni di poetica in quanto tali (amore che non mi aspetto granché condiviso) potrebbe inficiare un attimo il mio giudizio. Per me le sue dichiarazioni di poetica sono sempre stati i testi più coinvolgenti, perché è per questo che seguo la legge dell’ortica che ogni giorno mi incita, perché [voglio] prendermi gioco di ogni tua certezza ma con leggerezza, perché io non so cantare, già, ma soprattutto non so piangere in pubblico per bucare lo schermo, perché jodellavitanonhocapitouncazzo, perché tutto quello che volete.
Sicuramente altri avranno apprezzato maggiormente testi più legati all’attualità, va bene; ma il fatto è che un po’ tutti lo apprezzavamo da un punto di vista principalmente intellettuale, che si parli di stima per le sue idee, ammirazione per la genialità dei giochi di parole o qualunque altra cosa.
Non è un caso se i momenti in cui ho più ascoltato Caparezza nella mia adolescenza sono stati quelli più strettamente cerebrali (il momento leggo Platone dei sedici anni, per esempio) e meno emotivi.
Io ascoltavo in loop Museica nel 2014, quando ancora vedevo un mondo intorno a me con una sua organicità e un suo senso. La notizia della morte di Hegel non mi era ancora arrivata, mi rotolavo nel mio ottimismo e mi potevo permettere (sic) di occuparmi di questioni esclusivamente intellettuali, esclusivamente sociali, senza mettere granché in gioco me come individuo perché prima di cadere a pezzi si esiste a malapena. Paradossalmente tutto il Caparezza fino a Museica è ottimista, in questo senso: sia quando si tratta di cambiare le cose, sia nei momenti di puro disprezzo e rassegnazione, comunque parte da una base solida – una persona, intera, stabile, e il suo rapporto con l’esterno che invece può essere anche molto complesso. Poi l’esterno a volte sono i bulletti delle superiori, a volte è la situazione politica di uno stato: non cambia la sostanza.
Una delle premesse stesse dell’anticonformismo, dopotutto, è un’incredibile coerenza interna.
Tra il 2015 e il 2016 l’ho ascoltato meno. Tra il 2016 e il 2017 mi sono crollate tutte le suddette certezze sul mondo e ho perso buona parte del mio ottimismo: per riassumere questo periodo per me basta ripensare a quando a novembre ho letto le Operette Morali con una certa disperazione, o a quando a febbraio ascoltavo musica elettronica perché stavo cercando suono puro al di là di quella cosa orrendamente logica che sono le parole. Basta per me, ripeto: per voi basteranno i ricordi di quando è successo a voi. Se non vi è ancora successo, buona fortuna.
In quel periodaccio, Caparezza era forse l’ultimo artista che mi sarebbe venuto in mente di ascoltare.
Poi, d’estate, è uscito Prisoner 709. E io mi sono detta: non posso ascoltare sempre artisti del Novecento. (Come avrete intuito da un pezzo, non sto usando le date in senso diacronico…)
Mi sono detta: è Caparezza, sarà geniale come sempre.
Ho ascoltato il singolo.
Il commento mio e di letteralmente tutti gli amici con cui ne ho parlato è stato all’incirca: “Non l’ho capita tanto bene, ma penso fosse profonda”. Seguito da: “Devo riascoltarla”.
Poi, almeno io, l’ho riascoltata solo dopo, insieme al resto dell’album. Non so gli amici cosa abbiano fatto.
La prima sorpresa dell’album è stata: non sei stata l’unica ad aver passato in crisi l’ultimo annetto.
E per quanto tremende le crisi possano essere, bisogna sempre tener conto del fatto che non si torna indietro, ci si passa attraverso e si vede cosa c’è dall’altra parte. E che c’è qualcosa di molto bello nell’essere in crisi: si diventa più veri. Mi rendo conto di quanto sia inflazionato citare  Italo Calvino su un blog, ma, forza, è ora di pagare anche questo pedaggio, dato che è chiaro che non arriverò tanto facilmente a spiegarlo con la stessa nitidezza:
“Ero intero e tutte le cose erano per me naturali e confuse, stupide come l’aria; credevo di veder tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai la metà di te stesso, e te l’auguro, ragazzo, capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo, ma la metà rimasta sarà mille volte più profonda e preziosa. E tu pure vorrai che tutto sia dimezzato e straziato a tua immagine, perché bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani.”
Ognuno poi viene fatto a brani da qualche ragione personale; questa influisce molto all’inizio, ma, a crisi avviata, la ragione non è più neppure il cardine. In caso qualcuno non lo sapesse, per Caparezza la ragione è stata l’acufene.
Quanto il nuovo album faccia male si sente letteralmente al primo verso della prima canzone, a saper ascoltare. “Rullino i tambur, nuovi calembour”.
Eccolo là, lo strappo, chiaro da subito. Caparezza ha sempre fatto giochi di parole, ma ha mai detto che fa giochi di parole? I giochi di parole sono sempre stati la forma che prendevano i testi; ma ora il testo diviene cosciente di sé. È lo stesso che vedere coi propri occhi un cervello: tu sei un cervello, e guardi un cervello, ed è disgustoso, e lo è perché se un cervello è divenuto visibile qualcosa è andata molto storta. (Cit.)
Prisoner 709 ha i suoi precedenti. Ha i suoi precedenti nella musica-in-generale, perché un concept album sul tema della prigionia inevitabilmente a livello tematico si scontra col precedente di The Wall, e ha i suoi precedenti perfino nell’”ottocentesco” Museica, dove già canzoni come Fai da tela o Canzone a metà anticipavano alcuni temi del nuovo album. E non si può dire che Prisoner 709 non sia un album di Caparezza: sarà meno attento a temi sociali, sarà poco o per nulla politico, ma rimane alla base l’album di un artista in crisi che però rimane se stesso. Alcune canzoni, per esempio L’uomo che premette, ricordano più da vicino alcune degli album precedenti, tipo Il secondo secondo me o Cose che non capisco; altre sono qualcosa di profondamente diverso, come la title track o come quella che è la canzone più intima e, secondo me, la più bella: Larsen. In Larsen una delle cose più dolorose non è altro che uno scarto semantico: parlando della propria malattia, dice che è il “primo pensiero al mattino, l’ultimo prima di” scarto, terribile “buttarmi giù dal terrazzo”. Eppure, in uno dei momenti più intensi dell’album, eccolo: “Ho visto più medici in un anno che Firenze nel Rinascimento”. Eccolo: è sempre lui. Non è cambiato – si è arricchito. Ha una dimensione in più.
È diventato, in un modo non facile, in grado di parlare anche all’emotività, agli esseri umani in quanto esseri umani. L’ha fatto restando intellettualistico, fra una canzone su Ludovico di Baviera e un’interpretazione abbastanza opinabile de L’infinito; ma ora i giochi di parole e le citazioni diventano espressivi in modo nuovo. In Prosopagnosia, per esempio: “ogni volta mi riascolto e sono risentito”, “e non aspetto altro che avere un altro aspetto”.
Novecento. Pieno, purissimo Novecento, con tutto ciò che costa. Con il bisogno spirituale da colmare che si confonde come un poco d’acqua in mare (d’acqua in mare, d’acqua in mare), con la psicanalisi, le insicurezze, il dubbio improvviso che sia stata la tecnologia a creare l’uomo e non il contrario, i colloqui con il sé del passato, i colloqui con il sé del futuro.
Anche l’anticonformismo non è più possibile sulle stesse basi di prima: “non ha senso recitare la parte degli incompresi con tutti dalla mia parte, con tutti così cortesi”. Paradossalmente, la comprensione altrui è ulteriore fattore di crisi, perché l’anticonformismo era stato uno dei tratti che avevano reso solida l’identità.
Verrebbe da chiedersi se Caparezza ha rispettato le precedenti dichiarazioni di poetica. Era proprio lui a dire: “Parlare di emozioni, questo è il motto! Che c’è, non trovi emotivo il botto? […] Della poesia me ne fotto!”
A rigor di logica no. A questo punto il dubbio è: le varie dichiarazioni di poetica contro le canzoni che parlano di emozioni erano contro tutta la musica che riguarda le emozioni o solo quella affettata?
Se la risposta è la seconda (come credo, vedendo a quali gruppi attinge, per esempio, in Cover), il “cambio di rotta” acquisisce significati ulteriori.
Non so se possa considerare una vera evasione quella che chiude l’album: l’ultima canzone punta decisamente in questa direzione, ma dopo il percorso tutto mentale di Autoipnotica è anche legittimo dubitarne.
(A proposito di Autoipnotica: il suo ritornello comincia con due versi che mi hanno sinceramente stupita; stavolta poco da Caparezza, ma anche poco da chiunque in campo musicale. I versi sono: “La mia macchina è il cursore di una lampo su una linea tratteggiata/guardo nel retrovisore, dietro me si sta scucendo l’autostrada”. Le immagini emergono analogicamente, alla cerniera si sovrappone lo scorrere dell’autostrada nello specchietto, e quello scucendorichiama una suggestione ulteriore, quella di un tessuto che si sfilaccia, e tutto questo è condensato in una ventina di parole. È ben oltre le mie aspettative passate e future, ed è ben oltre, beh, tutto il resto dell’album. Quei due versi mi hanno ipnotizzata).
L’evasione vera – il piede nel Duemila – la possibile soluzione, l’antidoto, la fine della crisi, l’uscita dal tunnel (ah, ah, ah, bella battuta avete pensato) non è l’evasione, è l’ora d’aria.
Apro una parentesi: ogni tanto, da sempre, Caparezza se ne esce con qualche canzone più commerciale delle altre. Non tanto commerciale da non avere contenuto, ma abbastanza da darmi fastidio – ma capisco che le varie Non me lo posso permettere sono necessarie, e amen. In Prisoner 709 probabilmente una delle canzoni “mezze commerciali” è Una chiave; dico mezze perché Una chiave è probabilmente nata con le migliori intenzioni (descrivere un monologo con se stesso da giovane) ma è un po’ naturale che un tema del genere diventi immediata consolazione per adolescenti. Fino a che punto questa cosa sia cercata, io non lo so.
L’altra canzone considerata commerciale è Ti fa stare bene. E qua la mia opinione è: assolutamente no, cioè, non davvero: è orecchiabile, è passata per la radio decisamente più delle altre, ma il punto è che questa “commercialità” è dichiarata e anche motivata all’interno del testo: “questa canzone è un po’ troppo da radio, sticazzi finché ti fa stare bene”.
Si può pensare per certi versi a un ritorno al passato, alle dichiarazioni di poetica, alle canzoni più fastidiose di un nuvolo di pettegole che però rendono la tua vita più piacevole (al Cabaret Voltaire), però ripeto: dalla crisi non si esce che dall’altra parte, e infatti questa canzone è una proposta per il nuovo millennio. Non è l’unica proposta al mondo e non è detto che sia la più valida; io ultimamente intorno a me non cerco altro che queste proposte, timide quanto volete, ma visto che ormai il senso l’abbiamo perso, dovremo pur cercare qualcosa che ci tenga in piedi.
Stavolta è un coro di bambini, il rifiuto del malumore generalizzato, la scelta di un disimpegno che poi è meno disimpegnato di quello che sembra. C’è anche l’idea, sottolineata con alcune genialate musicali che io percepisco ma non sono la persona adatta a descrivere, della necessità di superare il superamento, di rallentare, di perdere di proposito. Possiamo discutere anche a lungo di quanto in questa proposta sia o non sia affatto nuovo, di quanto sia visto in ottica nuova, di quanto sia realizzabile: rimane una proposta, un camminare verso la via d’uscita. E abbiamo bisogno di proposte. Non chiedo a ogni artista nell’immediato una sua proposta esistenziale, perché non credo che i tempi siano maturi per una cosa del genere; però gli chiedo una proposta artistica, questo sì. Gli chiedo di essere consapevole del senso del proprio operato – o meglio, di trovare un senso nel proprio operato.
Anche in uno coro tipo Zecchino d’Oro. Soprattutto in un coro tipo Zecchino d’Oro.
Probabilmente mi avete scoperta: questa non è una recensione. Non è una recensione dell’album; non è neanche una recensione del concerto, del quale potrei dire molto in breve che è stato incredibile, e poi da lì mi partirebbero considerazioni sul suo essere stato spettacolo totale, sul suo essere paradossalmente collettivo (Diego Perrone, non so perché, ma tu ispiri simpatia a tutti e a me pure!) su parecchie altre cose. Il punto è che io non sono la persona giusta per parlare di musica, e lascio la musica a chi la conosce. Intanto ascolto, e per me è più che sufficiente (per il momento: chi può conoscere i Fati?).
Io volevo una scusa per sproloquiare a dovere sul Novecento (e sull’Ottocento, e sul Duemila), e mi sento meglio ora che l’ho fatto. E poi bisogna parlare delle cose belle, e delle cose che ti fanno stare bene. E no, non me la sento di chiudere con una frase a effetto un articolo del titolo così clickbait, quindi lo chiudo a casaccio. (Che bella la Ringkomposition! Pure Prisoner 709 è il Ringkomposition, in effetti).
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(Sì, ho scritto romanzo nel titolo per puro effetto scenico. No, non me ne vergogno.)
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sfumature-dime · 2 years
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“Come va?”
1. Icaro: “Uno schianto”
2. Proserpina: “Mi sento giù”
3. Prometeo: “Mi rode”
4. Teseo: “Finché mi danno corda”
5. Edipo: “La mamma è contenta”
6. Damocle: “Potrebbe andar peggio”
7. Priapo: “Cazzi miei”
8. Ulisse: “Siamo a cavallo”
9. Omero: “Me la vedo nera”
10. Eraclito: “Va, va”
11. Parmenide: “Non va”
12. Talete: “Ho l’acqua alla gola”
13. Epimenide: “Mentirei se glielo dicessi”
14. Gorgia: “Mah!”
15. Demostene: “Difficile a dirsi”
16. Pitagora: “Tutto quadra”
17. Ippocrate: “Finché c’è la salute”
18. Socrate: “Non so”
19. Diogene: “Da cani”
20. Platone: “Idealmente”
21. Aristotele: “Mi sento in forma”
22. Plotino: “Da Dio”
23. Catilina: “Finché dura”
24. Epicuro: “Di traverso”
25. Muzio Scevola: “Se solo mi dessero una mano”
26. Attilio Regolo: “Sono in una botte di ferro”
27. Fabio Massimo: “Un momento”
28. Giulio Cesare: “Sa, si vive per i figli, e poi marzo è il mio mese preferito”
29. Lucifero: “Come Dio comanda”
30. Giobbe: “Non mi lamento, basta aver pazienza”
31. Geremia: “Sapesse, ora le dico”
32. Noè: “Guardi che mare”
33. Onan: “Mi accontento”
34. Mosè: “Facendo le corna”
35. Cheope: “A me basta un posticino al sole”
36. Sheherazade: “In breve, ora le dico”
37. Boezio: “Mi consolo”
38. Carlo Magno: “Francamente bene”
39. Dante: “Sono al settimo cielo”
40. Giovanna d’Arco: “Si suda”
41. San Tommaso: “Tutto sommato bene”
42. Erasmo: “Bene da matti”
43. Colombo: “Si tira avanti”
44. Lucrezia Borgia: “Prima beve qualcosa?”
45. Giordano Bruno: “Infinitamente bene”
46. Lorenzo de’ Medici: “Magnificamente”
47. Cartesio: “Bene, penso”
48. Berkeley: “Bene, mi sembra”
49. Hume: “Credo bene”
50. Pascal: “Sa, ho tanti pensieri…”
51. Enrico VIII: “Io bene, è mia moglie che”
52. Galileo: “Gira bene”
53. Torricelli: “Tra alti e bassi”
54. Pontormo: “In una bella maniera”
55. Desdemona: “Dormo tra due guanciali”
56. Newton: “Regolarmente”
57. Leibniz: “Non potrebbe andar meglio”
58. Spinoza: “In sostanza, bene”
59. Hobbes: “Tempo da lupi”
60. Vico: “Va e viene”
61. Papin: “Ho la pressione alta”
62. Montgolfier: “Ho la pressione bassa”
63. Franklin: “Mi sento elettrizzato”
64. Robespierre: “Cè da perderci la testa”
65. Marat: “Un bagno”
66. Casanova: “Vengo”
67. Goethe: “C’è poca luce”
68. Beethoven: “Non mi sento bene”
69. Shubert: “Non mi interrompa, per Dio”
70. Novalis: “Un sogno”
71. Leopardi: “Sfotte?”
72. Foscolo: “Dopo morto, meglio”
73. Manzoni: “Grazie a Dio, bene”
74. Sacher-Masoch: “Grazie a Dio, male”
75. Sade: “A me bene”
76. D’Alambert e Diderot: “Non si può dire in due parole”
77. Kant: “Situazione critica”
78. Hegel: “In sintesi, bene”
79. Schopenhauer: “La volontà non manca”
80. Cambronne: “Boccaccia mia”
81. Marx: “Andrà meglio”
82. Carlo Alberto: “A carte 48”
83. Paganini: “L’ho già detto”
84. Darwin: “Ci si adatta”
85. Livingstone: “Mi sento un po’ perso”
86. Nievo: “Le dirò, da piccolo”
87. Nietzsche: “Al di là del bene, grazie”
88. Mallarme’: “Sono andato in bianco”
89. Proust: “Diamo tempo al tempo”
90. Henry James: “Secondo i punti di vista”
91. Kafka: “Mi sento un verme”
92. Musil: “Così così”
93. Joyce: “Fine yes yes yes”
94. Nobel: “Sono in pieno boom”
95. Larousse: “In poche parole, male”
96. Curie: “Sono raggiante”
97. Dracula: “Sono in vena”
98. Croce: “Non possiamo non dirci in buone condizioni di spirito”
99. Picasso: “Va a periodi”
100. Lenin: “Cosa vuole che faccia?”
101. Hitler: “Forse ho trovato la soluzione”
102. Heisemberg: “Dipende”
103. Pirandello: “Secondo chi?”
104. Sotheby: “D’incanto”
105. Bloch: “Spero bene”
106. Freud: “Dica lei”
107. D’Annunzio: “Va che è un piacere”
108. Popper: “Provi che vado male”
109. Ungaretti: “Bene (a capo) grazie”
110. Fermi: “O la va o la spacca”
111. Camus: “Di peste”
112. Matusalemme: “Tiro a campare”
113. Lazzaro: “Mi sento rivivere”
114. Giuda: “Al bacio”
115. Ponzio Pilato: “Fate voi”
116. San Pietro: “Mi sento un cerchio alla testa”
117. Nerone: “Guardi che luce”
118. Maometto: “Male, vado in montagna”
119. Savonarola: “E’ il fumo che mi fa male”
120. Orlando “Scusi, vado di furia”
121. Cyrano: “A naso, bene”
122. Volta: “Più o meno”
123. Pietro Micca: “Non ha letto che è vietato fumare”
124. Jacquard: “Faccio la spola”
125. Malthus: “Cè una ressa”
126. Bellini: “Secondo la norma”
127. Lumiere: “Attento al treno!”
128. Gandhi: “L’appetito non manca”
129. Agatha Christie: “Indovini”
130. Einstein: “Rispetto a chi?”
131. Stakanov: “Non vedo l’ora che arrivi ferragosto”
132. Rubbia: “Come fisico, bene”
133. Sig.ra Riello: “Sono stufa!”
134. La Palisse: “Va esattamente nella maniera in cui va”
135. Shakespeare: “Ho un problema: va bene o non va bene?”
136. Alice: “Una meraviglia”
137. Dr. Zap: “Bene, la sai l’ultima?”
138. Verga: “Di malavoglia”
139: Heidegger: “Quante chiacchiere!”
140. Grimm: “Una favola!”
Umberto Eco
da “Il secondo diario minimo”
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arreton · 3 years
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Merleau-Ponty: "Hegel dice che l'incarnazione è 《il cardine della storia universale》 e che tutta la storia successiva si è limitata a svilupparne delle conseguenze". Ed effettivamente, pensandoci bene: se Dio si è fatto uomo, inevitabilmente era destinato almeno corporalmente a morire. Dunque Nietzsche: "Dio è morto". Nella resurrezione Dio permette all'uomo di diventare Dio, ovvero: eterno. Dio stesso non vuole essere uomo, ciò che egli stesso ha creato: vuole rinnegare la corporeità umana in quanto destinata alla fine.
Dio creò qualcosa a sua immagine e somiglianza e dunque intelligente: la sua intelligenza è stata propria la disobbedienza. Mostrandosi curioso assaggiando il frutto proibito, ha mostrato di essere tale e quale a Dio, ovvero consapevole: minaccia per Dio stesso, dunque cacciata dal paradiso terrestre. Se io e te siamo uguali, io e te saremo in conflitto: io sono il principio spirituale di tutto e su tutto, tu sei il principio fisico e spirituale di tutto. Dio ha repulsione per il corpo, non vuole morire, né soffrire. Si fa uomo, incarnandosi in Cristo, per liberare l'uomo — senso di colpa — da sé stesso ma in realtà si condanna a morte. Resuscitando Dio dice: vedi, uomo, sei eterno come me, puoi essere puro principio come me. Dio dunque non è morto davvero, ha rinnegato solo se stesso; se fosse rimasto solo uomo sarebbe morto come uomo, ma l'uomo non è solo uomo, in quanto sapiente e creatura divina, l'uomo è anche Dio, un dio mortale. Dio dunque dice all'uomo: fondamentalmente io e te siamo uguali, siamo la stessa cosa, lo stesso spirito, la stessa idea. Io sono te perché io ho creato te come me, tu sei me perché sei stato creato da me. Ciò significa: tu possiedi conoscenza, solo che Dio sa, l'uomo sa soltanto di sapere, ma non sa cosa e dunque la ricerca del sapere: Filosofia.
Nell'ingenuità di creare una creatura a sua immagine e somiglianza Dio non si rende conto di farlo anche intelligente quanto lui: la tentazione del serpente è solo una presa di coscienza di questa sua intelligenza; disobbedendo l'uomo si rende conto che è come Dio ovvero sa. Ma Dio non può permetterlo in quanto l'uomo saprebbe anche fisicamente: dunque non rinnega solo la sua creatura, rinnega e punisce prima di tutto se stesso, la sua stessa coscienza di conoscenza in quanto fisica. La salvezza dell'uomo, è solo un modo per fare pace con sé stesso: provo a rimettere le cose a posto, provo a farmi seguire nuovamente, provo a mostrare che rinnegare il corpo sia la soluzione alla conoscenza: rinnega il tuo corpo e saprai il mistero. Dunque l'uomo: o segue Dio, possessore del mistero e dunque acquisisce la conoscenza per fede: di nuovo Merleau-Ponty "essere fedele significa essere sincero. La Fede è buona fede". O segue la curiosità e di scoprire la conoscenza, ciò significa: scopre di essere Dio stesso fatto uomo. Creando una creatura a sua immagine e somiglianza, dio si condanna a morte: fisica in quanto creatura carnale; spirituale, in quanto superamento del principio stesso di conoscenza, scoprendo la conoscenza l'uomo la riscopre attraverso la sua fisicità, il sapere stesso si arricchisce e si danna alla limitatezza corporea e dunque: l'eredità, il tramandare sapere.
L'uomo dunque è solo un povero Dio che lotta contro se stesso.
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cartofolo · 5 years
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Ciao,vedo che sei molto informate su tematiche di filosofia psicologia ecc. Che libri hai letto? Oppure dove hai trovato le fonti?
Domanda semplice, ma temo che la risposta debba essere articolata, Anon.Ho passato tante fasi di maturazione, e ognuna di queste ha avuto punti di riferimento negli uomini e nei libri che più corrispondevano ai miei ideali e sembravano avessero delle risposte per i miei dubbi di credente e poi di ateo. Kant mi ha trasmesso il suo idealismo, Hegel lo ha raffinato e mi hanno portato ad apprezzare la psicologia di Freud che, poi è stata superata da quella di Jung, il quale mi ha introdotto nel mondo della parapsicologia e del pensiero trascendente.In questo ho trovato un mio ideale nel pensiero di Krishnamurti, così da distaccarmi da ogni dipendenza da gruppi e associazioni, ed anche da trovare quell'autonomia di pensiero che non doveva più riferirsi a qualcuno.Ho freguentato diversi personaggi nel campo della ricerca nel trascendente in varie parti d'Italia, tenendo anche conferenze e dibattiti. Quello che più mi ha "improntato" è sicuramente un gruppo medianico di Firenze: il Cerchio Firenze 77 con il medium Roberto Setti con cui ho stretto amicizia e frequentato per oltre otto anni. Poi lui è morto, ma io continuo a curarmi dello studio e approfondimento di quei dettati che hanno occupato un arco di trentasette anni e sono raccolti in oltre quindici libri editi dalle Mediterranee.
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goshantishanti · 7 years
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“Come va?
 1. Icaro: “Uno schianto” 2. Proserpina: “Mi sento giù” 3. Prometeo: “Mi rode…” 4. Teseo: “Finché mi danno corda…” 5. Edipo: “La mamma è contenta” 6. Damocle: “Potrebbe andar peggio” 7. Priapo: “Cazzi miei” 8. Ulisse: “Siamo a cavallo” 9. Omero: “Me la vedo nera” 10. Eraclito: “Va, va…” 11. Parmenide: “Non va” 12. Talete: “Ho l’acqua alla gola” 13. Epimenide: “Mentirei se glielo dicessi” 14. Laura Petrarca: “fortuna che sono fortunata ” 15. Demostene: “Difficile a dirsi” 16. Pitagora: “Tutto quadra” 17. Ippocrate: “Finché c’è la salute…” 18. Socrate: “Non so” 19. Diogene: “Da cani” 20. Platone: “Idealmente” 21. Aristotele: “Mi sento in forma” 22. Plotino: “Da Dio” 23. Catilina: “Finché dura…” 24. Epicuro: “Di traverso” 25. Muzio Scevola: “Se solo mi dessero una mano…” 26. Martin Dovinto: “ il bello degli incontri” 27. Fabio Massimo: “Un momento…” 28. Giulio Cesare: “Sa, si vive per i figli, e poi marzo è il mio mese preferito…” 29. Lucifero: “Come Dio comanda” 30. Giobbe: “Non mi lamento, basta aver pazienza” 31. Geremia: “Sapesse, ora le dico…” 32. Noè: “Guardi che mare…” 33. Onan: “Mi accontento” 34. Mosè: “Facendo le corna…” 35. Cheope: “A me basta un posticino al sole…” 36. Sheherazade: “In breve, ora le dico…” 37. Patrizia Romano: “fortuna sono na Napoletana” 38. Carlo Magno: “Francamente bene” 39. Dante: “Sono al settimo cielo” 40. Giovanna d’Arco: “Si suda” 41. San Tommaso: “Tutto sommato bene” 42. Erasmo: “Bene da matti” 43. Colombo: “Si tira avanti” 44. Lucrezia Borgia: “Prima beve qualcosa?” 45. Giordano Bruno: “Infinitamente bene” 46. Lorenzo de’ Medici: “Magnificamente” 47. Cartesio: “Bene, penso” 48. Berkeley: “Bene, mi sembra” 49. Hume: “Credo bene” 50. Pascal: “Sa, ho tanti pensieri…” 51. Enrico VIII: “Io bene, è mia moglie che…” 52. Galileo: “Gira bene” 53. Torricelli: “Tra alti e bassi” 54. Pontorno: “In una bella maniera” 55. Desdemona: “Dormo tra due guanciali…” 56. Newton: “Regolarmente” 57. Leibniz: “Non potrebbe andar meglio” 58. Dante Shanti: “ sottile ” 59. Hobbes: “Tempo da lupi” 60. Vico: “Va e viene” 61. Papin: “Ho la pressione alta” 62. Montgolfier: “Ho la pressione bassa” 63. Franklin: “Mi sento elettrizzato” 64. Robespierre: “Cè da perderci la testa” 65. Marat: “Un bagno” 66. Casanova: “Vengo” 67. Goethe: “C’è poca luce” 68. Beethoven: “Non mi sento bene” 69. Shubert: “Non mi interrompa, per Dio” 70. Novalis: “Un sogno” 71. Leopardi: “Sfotte?” 72. Foscolo: “Dopo morto, meglio” 73. Manzoni: “Grazie a Dio, bene” 74. Sacher-Masoch: “Grazie a Dio, male” 75. Sade: “A me bene” 76. D’Alambert e Diderot: “Non si può dire in due parole” 77. Kant: “Situazione critica” 78. Hegel: “In sintesi, bene” 79. Schopenhauer: “La volontà non manca” 80. Cambronne: “Boccaccia mia…” 81. Marx: “Andrà meglio…” 82. Carlo Alberto: “A carte 48” 83. Paganini: “L’ho già detto” 84. Darwin: “Ci si adatta” 85. Livingstone: “Mi sento un po’ perso” 86. Nievo: “Le dirò, da piccolo…” 87. Nietzsche: “Al di là del bene, grazie” 88. Mallarme’: “Sono andato in bianco” 89. Proust: “Diamo tempo al tempo” 90. Henry James: “Secondo i punti di vista” 91. Kafka: “Mi sento un verme” 92. Musil: “Così così” 93. Joyce: “Fine yes yes yes” 94. Nobel: “Sono in pieno boom” 95. Larousse: “In poche parole, male” 96. Curie: “Sono raggiante” 97. Dracula: “Sono in vena” 98. Croce: “Non possiamo non dirci in buone condizioni di spirito” 99. Picasso: “Va a periodi” 100. Lenin: “Cosa vuole che faccia?” 101. Hitler: “Forse ho trovato la soluzione” 102. Heisemberg: “Dipende” 103. Pirandello: “Secondo chi?” 104. Sotheby: “D’incanto” 105. Bloch: “Spero bene” 106. Freud: “Dica lei” 107. D’Annunzio: “Va che è un piacere” 108. Popper: “Provi che vado male” 109. Ungaretti: “Bene (a capo) grazie” 110. Fermi: “O la va o la spacca” 111. Camus: “Di peste” 112. Matusalemme: “Tiro a campare” 113. Lazzaro: “Mi sento rivivere” 114. Giuda: “Al bacio” 115. Ponzio Pilato: “Fate voi” 116. San Pietro: “Mi sento un cerchio alla testa” 117. Nerone: “Guardi che luce” 118. Maometto: “Male, vado in montagna” 119. Savonarola: “E’ il fumo che mi fa male” 120. Orlando “Scusi, vado di furia” 121. Cyrano: “A naso, bene” 122. Volta: “Più o meno” 123. Pietro Micca: “Non ha letto che è vietato fumare” 124. Jacquard: “Faccio la spola” 125. Malthus: “Cè una ressa…” 126. Bellini: “Secondo la norma” 127. Lumiere: “Attento al treno!” 128. Gandhi: “L’appetito non manca” 129. Agatha Christie: “Indovini” 130. Einstein: “Rispetto a chi?” 131. Stakanov: “Non vedo l’ora che arrivi ferragosto…” 132. Rubbia: “Come fisico, bene” 133. Sig.ra Riello: “Sono stufa!” 134. La Palisse: “Va esattamente nella maniera in cui va” 135. Shakespeare: “Ho un problema: va bene o non va bene?” 136. Alice: “Una meraviglia” 137. Dr. Zap: “Bene, la sai l’ultima?” 138. Verga: “Di malavoglia” 139: Heidegger: “Quante chiacchiere!” 140. Grimm: “Una favola!”
●Umberto Eco, Il secondo diario minimo
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Severino, il nichilista che attaccava il nichilismo
Si sprecano gli articoli celebrativi su Severino, anche nel mondo cattolico (vedi Avvenire), perché la legge del dialogo ha sostituito quella della disputa. Eppure il filosofo morto il 17 gennaio non proponeva una salvezza dal nichilismo e riteneva nichilista perfino il cristianesimo. Padre Cornelio Fabro, per ammissione dello stesso Severino, ne aveva capito benissimo il pensiero. Facendone una lucida critica in un testo che andrebbe riletto
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di Stefano Fontana (24-01-2020)
Le esigenze filosofiche della fede cattolica sono ormai ritenute talmente esangui che in tutti i filosofi viene trovato qualcosa di cattolico. È capitato così anche per la filosofia di Emanuele Severino, da poco scomparso. Anche Avvenire non ha voluto essere da meno con un articolo celebrativo a pagina 17 del numero del 22 gennaio. È la legge del dialogo, che ormai ha sostituito la disputa, per cui del buono se ne deve trovare per forza dappertutto e quanto è buono - si dice - è anche automaticamente cattolico.
Se si prende qua e là qualcosa di Severino ci si può trovare qualcosa di valido, ma se si va ai fondamenti le cose cambiano e si scopre che il suo attacco al nichilismo che da Parmenide in poi avrebbe caratterizzato la filosofia occidentale, compresa la filosofia cristiana, è di tipo nichilista. Del resto non era già successo per Nietzsche e Heidegger? Anche costoro accusavano il pensiero occidentale e il cristianesimo stesso di nichilismo, ma da nichilisti, ossia senza proporre una salvezza (filosofica) dal nichilismo. Rimane strano che i cattolici plaudano ad un pensatore secondo il quale anche il cristianesimo null’altro è che nichilismo.
Può essere utile, in questo dibattito postumo su Severino, riprendere in mano un testo di padre Cornelio Fabro. Contiene le osservazioni, espresse in tre “Voti”, del filosofo tomista sul pensiero di Severino su richiesta della Congregazione per la Dottrina della Fede, guidata dal cardinale Francesco Seper. La pubblicazione è del 1979, ma la stesura è degli anni Sessanta, quando emersero le difficoltà circa la permanenza di Severino alla Cattolica di Milano. In una lettera a Fabro del 1970, scritta dopo una riunione nel palazzo del Sant’Uffizio, Severino scrive di aver riconosciuto lo stile del filosofo stimmatino nelle osservazioni sottopostegli dalla Congregazione e lo ringrazia perché, a suo giudizio, si trattava della “comprensione più penetrante e più concreta del mio lavoro”. Erano, come si vede, i bei tempi delle dispute e non del dialogo: onore al merito ma nessuno sconto sui contenuti.
Secondo Cornelio Fabro, proprio dall’interno dell’Università Cattolica, ad opera di Emanuele Severino, a metà degli anni Sessanta del secolo scorso giungeva la più coerente e difficilmente superabile distruzione della metafisica. Si trattava della conseguenza, secondo lui, “dell’equivoco dell’indirizzo teoretico dominante nell’Ateneo cattolico, quello di conciliare l’immanentismo post-cartesiano con la trascendenza cristiana”. Fabro riconosce a Severino “coerenza ferrea”, il proposito “di andare fino in fondo” e dice che il suo Ritornare a Parmenide è “lo scritto più stimolante della filosofia italiana contemporanea”. Lodi che, dati i contenuti, esprimono grande preoccupazione più che compiacimento.
Secondo Fabro, Severino sostiene che la fuga di Dio dall’uomo è la conseguenza della meta-fisica, con cui l’umo è fuggito da Dio. La metafisica separa il pensare e l’essere, mentre bisogna tornare alla “struttura originaria”, ossia all’identità del pensare e dell’essere. Severino, secondo Fabro, è agli antipodi di Hegel, eppure si colloca dentro le premesse dell’idealismo di Giovanni Gentile che identificava pensiero ed essere come atto puro. Tra i due grandi filosofi dell’idealismo italiano, colui che esercitò un’influenza più profonda e duratura fu Gentile e non Croce. In lui il principio moderno d’immanenza dell’essere nel pensiero ha conosciuto l’istanza più radicale nell’atto come principio e fine. Dopo Gentile sembra essere definitivamente conclusa la lunghissima parentesi metafisica, la coscienza umana può essere ormai completamente mondana e nella sola storia si può dare la vera autenticità dell’uomo.
Molti seguaci di Gentile si erano già messi, in modo diverso, su questa strada, come Guido Calogero e Ugo Spirito, ma Fabro ritiene che tutti siano stati scavalcati da Severino che considera in blocco la scienza, la filosofia, il marxismo, il cristianesimo come appartenenti alla stessa area del “nichilismo occidentale”, con la perdita della verità originaria che è l’Essere uno e immutabile. Fabro pensa che Severino concordi con l’affermazione moderna secondo cui il cogito non conosce nessuna forma e non è esso stesso forma, e con ciò demolisce la metafisica. Egli ritorna quindi all’essere vuoto e ritiene che l’ente coincida con il suo puro apparire. Tutte le distinzioni come quella di essenza ed essere, forma e contenuto, senso e ragione… secondo Severino contengono l’impossibile opposizione essere-non essere. Esse quindi devono sparire e la verità deve farsi immediatezza.
L’identità di forma e contenuto - che per Hegel il pensiero conquista dialetticamente passando anche attraverso il negativo - per Severino deve darsi subito, sempre e tutta. In questa identità non può essere adoperata la categoria di causa che secondo Severino, per dirla con Fabro, “è stata la rovina dell’Occidente perché, mentre pretendeva di dimostrare l’esistenza di Dio, ha portato alla volontà di potenza e alla produzione della bomba atomica”.
In questi giorni successivi alla sua morte, molti hanno ringraziato Severino per i campanelli d’allarme da lui suonati su tanti aspetti di questo “tramonto dell’Occidente”, ma i presupposti di questi campanelli sono ugualmente tragici rispetto ai pericoli denunciati. Tenere presente la critica di Fabro sarebbe stato di aiuto.
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LISTA LIBRI ORDINATI PER AUTORE - PREZZI A PARTIRE DA 1 €. Per foto, prezzi e dettagli, scrivetemi:
A. Christie - L'assassinio di Roger Ackroyd; Abdolah - Il viaggio delle bottiglie vuote; Alessio Torino - Urbino, Nebraska; Aloia - Sacra fame dell'oro; Asimov - Guida alla fantascienza; Aubry - Nessuno; Auerbach - Da Montaigne a Proust; Auden - Gli irati flutti; Auden - Poesie (ed. Guanda); Augias - Quella mattina di luglio; Ballard - L'impero del sole; Barth - La fine della strada; Barthelme - Il padre morto; Bernhard - Amras (ed.Einaudi); Biasion - Sagapò (libro che ispirò Mediterraneo di Salvatores); Bichsel - Zie e lettori; Boll - Termine di un viaggio di servizio; Byatt - Le storie di Matisse; Calasso - I glossatori e la teoria della sovranità; Calvino - Se una notte d'inverno un viaggiatore (prima ed., condizioni accettabili); Canty - Dove sono andati a finire i soldi; Carl Schmitt - Dottrina della costituzione; Carl Schmitt - Terra e mare; Cavazzoni - Il poema dei lunatici; Chasseguet - La sessualità femminile; Cheever - Lo scandalo Wapshot; Chmosky - I nuovi mandarini; Christie - Fermate il boia; Christie - Se morisse mio marito; "Cinquant'anni di papirologia in Italia" (2 vol. - epistolario); Colagrande - Fideg; Cossery - Un complotto di saltimbanchi; Coupland - La vita dopo Dio; Coupland - Tutte le famiglie sono psicotiche; D'Ambrosio - Il museo dei pesci morti; D'Ambrosio - Il suo vero nome; David Eddings - Il segno della profezia; Davis - Rendez vous con il terrore; De Bernieres - Il mandolino del capitano Corelli; Di Paolo - Questa lontananza così vicina; Dostoevskij - L'adolescente (ed.Einaudi con prefazione di Ripellino); Dylan Thomas - Lettere d'amore; Edgar Rice Burroughs - Carson di Venere (Serie cosmo Oro, ed. Nord); Edna O'Brien - Uno splendido isolamento; Ende - Il pifferaio magico (prima ed. Mondadori); Ende - La storia infinita (ed. Longanesi con testo bicolore); Ende - Momo (ed. Longanesi); Enquist - La partenza dei musicanti; Erofeev - Mosca sulla vodka; Flem - La vita quotidiana di Freud e dei suoi pazienti; Ford - Donne e uomini; Gadda - Il primo libro delle favole; Gaddis - Gotico americano; Gibson - Neuromante; Hasak Lowy - Prigionieri; Hebdige - Sottocultura; Hegel - Lettere (ed. Laterza con prefazione di Garin); Herbert - Esperimento Dosadi; Hitchcock - Racconti per le ore piccole; Hobbes - Leviatano; Homes - Jack (minimum fax); Huxley - Brave new world; Huxley - Giallo cromo; Ivan Illich - Convivialità; Ivan Illich - Le paci dei popoli; Jan Neruda - Una settimana in una casa tranquilla; Jarman - Chroma (ed. Ubulibri); Jarman - Wittgenstein (sceneggiatura del film); Jim Morrison - Cavalca il serpente; Kerouac - Il libro dei blues; Kerouac - Il sogno vuoto dell'universo; Kubrick - Non ho risposte semplici; "La minaccia dei Lowai", fantascienza illustrata, Brenno Fiumali, Eller, Renato Silvi; "La parola innamorata. I poeti nuovi 1976-78" (ed Feltrinelli con poesie di De Angelis, Cucchi, Magrelli ecc.); "Le schiave degli uomini verdi", fantascienza illustrata, Brenno Fiumali, Eller, Renato Silvi; Lauzi - Esercizi di sguardo; Leiris - Biffures (prima ed. Einaudi); Lettere dei macchiaioli; Lettere inedite di Paolina Leopardi (prima ed. Bompiani); Levi - I sette paradossi magici; Limentani - L'ombra allo specchio; Lucien Mueller - Storia della psicologia; Malerba - Le galline pensierose (prima ed.) Mastrocola - E se covano i lupi; Matteucci - Costellazione familiare; Merini - La terra santa (ed. Scheiwiller); Mishima - Cavalli in fuga; Montale - Le occasioni; Montale - Tutte le opere; Moody - La più lucente corona d'angeli in cielo; Moody - Tre vite; Nabokov - Lolita (in spagnolo, prima edizione 1959); Novakovich - Vita fuori tempo di Ivan Dolinar; O'Brien - Via da Las Vegas; O'Connor - Il cielo è dei violenti; Orson Scott Card - I figli della mente (serie cosmo Oro, ed. Nord); Otcenasek - Romeo, Giulietta e le tenebre; Parise - Il ragazzo morto e le comete; Parrella - Lo spazio bianco; Pavese - Poesie; Pelevin - La lanterna blu; Peret - La poesia surrealista; Pinter - Teatro 2 (raccolta di piece teatrali); Pitol - La vita coniugale; Pizzuto, Scheiwiller - Le carte fatate; "Poesia", quaderni Guanda, n. 3 (con Zanzotto, Bellezza, Cucchi, Risi); Pollan (Adelphi) - Cotto; Pomilio - Il quinto evangelio; Pozzi - Parole; Puig - Il bacio della donna ragno; Puig - Pube angelicale; Pullman - La bussola d'oro; Queneau - Quercia e cane; Queneau - Una storia modello; Raboni - Ogni terzo pensiero (Lo specchio Mondadori); Racconti fantastici argentini; Racconti fantastici del Sudamerica; Remo Bodei - Se la storia ha un senso; Ridley - Crocodilia; Roald Dahl - Kiss Kiss; Rowling - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (ed. in brossura); Rowling - Harry Potter e il principe mezzosangue (ristampa della prima edizione, copertina rigida); Saba - Scorciatoie e raccontini; Sanesi - La polvere e il giaguaro; Savinio - Dico a te, Clio; Sciascia - Il giorno della civetta; Sciascia - Una storia semplice; Seneca - La tranquillità dell'animo; Sepulveda - Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare; Sepulveda - Un nome da torero; Shakspeare - Amleto; Skarmeta - Il postino di Neruda; Spender - Caro Chistopher; Spitzer - Critica stilistica e semantica storica; Sorrentino - Sette conversazioni con Borges; Sternheim - Ciclo dell'eroe borghese (ed.De Donato); Sturgeon - Cristalli sognanti (ed Classici Libra) Svevo - La coscienza di Zeno; Tamburi, Carlesi - Case come storie (ed. di lusso numerata ed autografata da Dino Carlesi ed Enzo Carli); Tanizaki - Gli insetti preferiscono le ortiche; Targhetta - Perciò veniamo bene nelle fotografie; Taviani - San michele aveva un gallo (ed. Cappelli); Thom Jones - Il pugile a riposo (racconti, minimum fax); Ungaretti - Il porto sepolto; Vamba - Sonetti fiorentini; Viehweg - Topica e giurisprudenza; Villon - Il testamento e la ballata degli impiccati; Vonnegut - Divina idiovia; Wallace - Verso occidente l'impero dirige il suo corso; Wilcock - Frau teleprocu; William Blake - Libri profetici (prima ed. Guanda); Wolfe - Dalla morte al mattino (ed.SE); Woolf - Volare su Londra; Zanzotto - Filò e altre poesie (prima ed.); Zavattini - Parliamo tanto di me.
Edizioni Medusa Anais Nin - La campana di vetro; Hemingway - Di là dal fiume e tra gli alberi; Orwell - Fiorirà l'aspidistra; Queneau - Un duro inverno; Werfel - Un posto in paradiso.
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tmnotizie · 5 years
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di Antonio De Signoribus
SAN BENEDETTO – “Vi è nella battuta musicale un potere magico, a cui possiamo tanto poco sottrarc che spesso, nell’ascoltar musica, battiamo inconsapevolmente il tempo” ( Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Lezioni di estetica,1823-1826).
Connubio riservato alla talentuosa musicista Anastasia Fioravanti,  che si  esibirà al pianoforte, sabato 26 ottobre alle 21.15, con musiche di Bach, Beethoven, Chopin. Ecco il programma: J.S.Bach (1685-1750) Concerto italiano BWV971 L.V. Beethoven (1770-1827) Sonata op.27n.1, F.Chopin (1810-1849)Ballata n.1 Notturno op.27 N.2, Ballata n.4.
È una ghiotta occasione per ascoltare  dal vivo Anastasia Fioravanti di Spinetoli, di  17 anni, già diplomatasi a soli 14 anni con il massimo dei voti, lode e menzione speciale al Conservatorio Pergolesi di Fermo, attualmente studia presso la prestigiosa Accademia Pianistica di Imola.  Anastasia Fioravanti,  è bene ricordarlo, è vincitrice  della borsa di studio intitolata a Giacomo Nicolai, uno studente fermano morto in Erasmus a Valencia in circostanze ancora misteriose è mai chiarite.
“La borsa di studio-spiega il presidente e direttore artistico dell’Accademia Malibran Rossella Marcantoni, che non finisce mai di stupire- è finalizzata  a un concerto solistico retribuito qualora lo studente dimostri di avere già qualità tecniche e interpretative eccellenti oltre ad un repertorio; la borsa di studio verrà intesa come compenso per un’esibizione da tenersi presso le sale da Concerto dell’Accademia Malibran o in altre sedi, sia pubbliche che private presenti nel Territorio.
L’evento potrà essere inserito altresì nella programmazione degli Enti e dei circuiti con i quali l’Accademia intrattiene rapporti professionali, oltre ad essere segnalati ad agenti lirici e/o concertistici.
La borsa di studio, inoltre, consente ai giovani musicisti di far parte di un cartellone insieme ai “Big” della Musica Classica, del Jazz e della Canzone d’autore. Con la rassegna Concerti Oro, cerchiamo di promuovere il valore della cultura, come vera ricchezza per i giovani, che vanno aiutati ed incoraggiati nel loro difficile percorso artistico”.
Ma torniamo al concerto connubio di musica e filosofia.  Il significato della musica è stato da sempre correlato a quello della filosofia; il luogo paradigmatico di tale stringente correlazione si ritrova nel celebre sogno di Socrate di cui si parla nel Fedone platonico.
Si tratta, come sottolinea Elio Matassi,docente di Estetica musicale,  di un rapporto totalmente parametrato sulla filosofia, un rapporto tra una dimensione puramente virtuale ( la musica) ed una,  invece,  compiutamente realizzata (la filosofia). Per il concerto di Anastasia Fioravanti, da non perdere, non poteva mancare allora una spiegazione sul connubio.
Il concerto sarà, infatti, preceduto dalla presentazione del prof. Giorgio Tabani, docente di storia e filosofia al liceo classico Stabili – Trebbiani di Ascoli Piceno che ci parlerà della relazione fra la Musica e la Filosofia. Come sempre al termine del concerto, seguirà un brindisi con gli eccellenti vini della Tenuta Cocci Grifoni di Ripatransone, presentati dall’enologa dott.ssa Paola Cocci Grifoni.
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giancarlonicoli · 5 years
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Alla Normale, gli esami d' ammissione si tenevano in pubblico. Di fronte a un candidato impreparato, Gentile si alzò e disse: "È forse Severino, il raccomandato dai preti? Bocciatelo!". Mio fratello era in aula: "No, Severino sono io". Il filosofo tornò a sedere e mio fratello passò brillantemente l' esame nonostante lo avessero preso di mira».
31 dic 2018 16:56
SEVERINO MA GIUSTO - "LA FORMA PIÙ RIGOROSA DI FOLLIA OGGI È LA TECNOLOGIA CHE UCCIDERÀ LA DEMOCRAZIA, A PARTIRE DAGLI STATI PIÙ DEBOLI COME L' ITALIA” - IL FILOSOFO “ERETICO” EMANUELE SEVERINO RICORDA LA CONDANNA DEL SANT'UFFIZIO: "LA PROCEDURA FU LA STESSA DI GALILEO MA MI ACCOLSERO CON IL TÈ E I PASTICCINI" –  QUELLA VOLTA CHE A TEHERAN, DAVANTI AGLI AYATOLLAH, SOSTENNE CHE "IL CAPITALISMO E LA TECNOLOGIA SI SAREBBERO MANGIATI ANCHE L' ISLAM…"
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Pier Luigi Vercesi per il Corriere della Sera
Professor Emanuele Severino, "filosofo eretico", ci consenta la semplificazione per poterle porre la prima domanda: cosa si prova a subire una condanna dal Sant' Uffizio, come accadde a Galileo Galilei? Tra l' altro, proprio mentre gli studenti universitari, alla Cattolica di Milano, dove lei insegnava, alzavano le barricate?
«Cercavo di evitare che il mio discorso filosofico venisse confuso con le manifestazioni studentesche, anche perché Mario Capanna, il loro leader, aveva chiesto di laurearsi con me.
Le mie idee maturavano da tempo, fin da quando, in lavori precedenti, avevo sostenuto la possibilità che il Cristianesimo fosse un errore. Tutto precipitò nel '64, quando scrissi Ritornare a Parmenide , libro dal quale appariva evidente non solo che il Cristianesimo potesse essere follia, ma che lo era certamente».
Tesi sostenuta da un giovane studioso educato in ambienti cattolici.
«Due zii gesuiti e due zie suore in Sicilia, scuole dai gesuiti a Brescia, università a Pavia nel collegio cattolico Borromeo e un meraviglioso rapporto con monsignor Francesco Olgiati, numero due della Cattolica dopo padre Gemelli. Olgiati mi difese quando il Vaticano osteggiò i miei lavori precedenti limitandosi a suggerire: "Figliolo, non puoi sostituire le parole fede e Cristianesimo con altre più generiche?". Tenni duro: "Padre, sto proprio parlando di fede e Cristianesimo , come faccio a cambiarle?". Si impegnò personalmente per la pubblicazione e, per fortuna, era già morto quando scoppiò il "caso Parmenide"».
Venne convocato dal Sant' Uffizio. E messo alla berlina?
«Nonostante la procedura fosse la stessa subita da Galileo, sapevo che non mi avrebbero mandato al rogo. Anzi, mi ricevettero offrendomi tè e pasticcini. Non potevano far altro che condannarmi e il mio caso sarebbe finito negli Acta Apostolica, ma non mi sottrassi. Però uno dei giudici, il professor Enrico Nicoletti, abbandonò l' abito talare dopo aver approfondito le mie idee. Come professore ordinario non potevano licenziarmi, allora mi proposero di percepire lo stipendio senza insegnare.
Non accettai, perché sentivo forte la responsabilità nei confronti dei miei allievi. Passai all' università di Venezia, li portai con me e la vita tornò a scorrere».
Mi spiega, nel modo più semplice possibile, in cosa consiste la sua filosofia?
«Noi siamo Re che si credono Mendicanti.
Non metto in discussione solo il Cristianesimo, ma tutta la civiltà occidentale e la sua filosofia, secondo la quale noi veniamo dal nulla e finiamo nel nulla. Questa è l' essenza del nichilismo. No, ognuno di noi è un dio con la convinzione di essere contingenza, ombra di un sogno. L' uomo è una povera cosa: lo dice Pindaro, lo dicono Shakespeare e Leopardi, è il clima creato da Bertolt Brecht. In realtà siamo l' eterno apparire del destino. I nostri morti ci attendono come le stelle del cielo attendono che passino la notte e la nostra incapacità di vederle se non al buio. Siamo destinati a una Gioia più intensa di quella che le religioni e le sapienze di questo mondo promettono. Il mendicante è il nostro essere convinti, per esempio, che io stia farneticando, perché le cose reali sono questo mondo, l' Europa, l' Italia, i rapporti economici, giuridici, sessuali.
Mentre il fondo dell' uomo consiste nella sua permanenza assoluta. Con la morte noi superiamo lo stato di mendicità: la morte ci consente di oltrepassare il senso del nulla».
Lei è ateo?
«Anche per l' ateo le cose escono dal nulla e vanno nel nulla: l' amico di dio è un folle che crede di aver bisogno di un padrone, di un signore, di un creatore; l' ateo è un folle che crede di non averne bisogno, ma appartengono entrambi alla stessa anima. Il mio pensiero è al di là della follia».
Come l' ha spiegato alla sua famiglia cattolica, ai suoi zii?
«Gli zii preti e suore erano già morti. Quando negli anni 50 andai a trovare zio Sebastiano, che in Sicilia era un' eminenza, era già molto vecchio. Bussai al collegio dei gesuiti di Messina e mi accompagnarono da lui, su in terrazza. Riparato sotto un ombrellone, scrutava il mare. Mi abbracciò, mi chiese se stavamo tutti bene, poi cominciò a inveire contro Garibaldi. Mio padre era un ufficiale di carriera, ferito alla gola nella Prima guerra mondiale. Come mia madre, era cattolico ma non bigotto. Erano preoccupati che la mia coerenza mi rendesse dura la vita. Avevano già fatto la terribile esperienza di perdere un figlio. Mio fratello maggiore era studente alla Normale di Pisa quando lo costrinsero ad arruolarsi. Di giorno sparava, la notte preparava l' esame di Storia della letteratura italiana. Era sul fronte francese quando la morte se lo portò via. Ragazzo di ingegno non comune, ammirava Giovanni Gentile nonostante il loro primo incontro fosse stato traumatico. Zio Sebastiano vantava un' amicizia con il filosofo e probabilmente spese una parola per facilitargli l' accesso alla Scuola. Alla Normale, gli esami d' ammissione si tenevano in pubblico. Di fronte a un candidato impreparato, Gentile si alzò e disse: "È forse Severino, il raccomandato dai preti? Bocciatelo!". Mio fratello era in aula: "No, Severino sono io". Il filosofo tornò a sedere e mio fratello passò brillantemente l' esame nonostante lo avessero preso di mira».
Non le resero la vita dura, ma non ebbe neppure importanti cariche, o sbaglio?
«Non le ho mai volute: le presidenze portano via tempo. Quando ho accettato di tenere conferenze in giro per il mondo, a L' Avana, Teheran, Mosca, l' ho fatto per fare una gita con mia moglie. Quando seppe della mia partenza per Cuba, don Verzé mise in subbuglio tutto il San Raffaele perché trovassero una bottiglia speciale di vino da portare al suo amico Fidel Castro. A Teheran, davanti agli ayatollah, sostenni che il capitalismo e la tecnologia si sarebbero mangiati anche l' Islam. Non so se il traduttore abbia riportato pari pari il mio pensiero, comunque alla fine vennero a complimentarsi. Per il resto, la mia vita è trascorsa pensando, scrivendo e facendo il marito di mia moglie, di cui sono sempre stato molto innamorato. Mi consola che anche Socrate non si sia mosso da Atene, né Kant da Königsberg».
Però Hegel vide Napoleone passare sotto la finestra di casa sua. E lei, chi ha visto?
«Le truppe tedesche: entrare e uscire da Brescia. Dopo l' 8 settembre arrivarono baldanzosi. Sul viale qui davanti, oltre a loro non c' era un' anima, ma il comandante si sbracciò per salutare. Noi sfollammo sui Ronchi, le colline poco distanti dalla città. Un anno e mezzo dopo, da Verona giunse la colonna americana con i carri armati e i tedeschi vennero fatti letteralmente a pezzi. Ai Ronchi salì un soldato tedesco impaurito, venne verso di me e mi chiese dove poteva salvarsi. "Se vai su, tra un chilometro trovi i partigiani". Mi gettò tra le braccia il suo mitra e si mise a correre finché scomparve. Finita la guerra volevo lasciarmi velocemente alle spalle quella tragedia e così feci l' esame per saltare un anno di liceo. Tutto il dolore, tutta la disperazione si placarono un giorno, in bicicletta. Con gli amici avevamo conosciuto una ragazza, la più bella del liceo Arnaldo. Una sera andammo a chiamarla per fare un giro. Lei non aveva la bicicletta e dovette salire su una delle nostre. Scelse la mia. Il mio viso affondò nei suoi capelli, ne sentii il profumo. A 22 anni io e Esterina ci sposammo».
Una vita familiare felice, con due figli. Però ogni volta che scrive un libro rompe con qualcosa: il Cristianesimo, il capitalismo, la tecnologia
«La radice è sempre la stessa, non è che vada a colpire in ordine sparso. La forma più rigorosa di follia oggi è la tecnica: viviamo il tempo del passaggio dalla tradizione a questo nuovo dio. La globalizzazione autentica non è quella economica, è quella tecnica. Commettiamo l' errore di credere che capitalismo e tecnica siano la stessa cosa: no, hanno scopi diversi. Il capitalismo ambisce all' incremento infinito del profitto privato, la tecnica all' incremento infinito della capacità di realizzare scopi, ovvero della potenza. La tecnica ucciderà la democrazia, a partire dagli Stati più deboli come l' Italia. Tale processo poi investirà anche Usa, Russia e Cina. Gli Stati Uniti a un certo punto prevarranno, ma non in quanto nazione, bensì come gestori primari della potenza tecnologica. Ora fatichiamo a comprenderlo, perché ci troviamo in un tempo intermedio. Siamo come il trapezista che ha lasciato un attrezzo (la tradizione) e non si è ancora aggrappato all' altro (la tecnologia, il nuovo dio). Siamo sospesi nel vuoto e ci sembra di essere sperduti».
Ma è una previsione orwelliana!
«Prima o poi si riuscirà ad afferrare l' altro trapezio. E comunque anche la tecnologia è destinata a tramontare, affinché si compia il destino dell' uomo».
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05/11/2017
Baia del Pescatore, le tre di una notte di mezza estate; un falò attorno a cui si raduna un gruppo di ragazzi usciti da un diciottesimo e musica a distanza dal “Salto dell’acciuga”; la scena si apre sull’ingresso nel gruppo di un ragazzo appena tornato da una nuotata notturna, gli va incontro l’unica amica che ha ancora addosso i vestiti e le scarpe della festa
 G – (Va incontro a R e si ferma a un metro scarso dal suo avanzare) Bello farsi il bagno dopo mezzanotte, no?
R – (L’entusiasmo di un bambino dopo il primo gol) Bellissimo… ti immergi in questa cosa nera, fredda e salata e quando fai il morto aprendo gli occhi hai il cielo stellato sopra di te!
V – (Poco distante di lì ma abbastanza vicino da sentire tutto) Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me! (Fa un cenno verso il gruppo)
C – (Accoglie il cenno di V) Rob! Kant! Hegel!
R – Ahhhhhhhhh!!!
(Il grido è seguito dalle risate di tutti e dalla perplessità di qualcuno)
R – Oddio scusa Giù, lo sai che quando sento i nomi di quei due filosofi mi ricordo degli esami di maturità e grido
G – Tranquillo, guarda (Sorriso rassegnato, viso di chi cambia argomento, cammina sola col suo interlocutore verso il falò) Dicevi del cielo, in effetti stanotte si vede tutto benissimo, anche perché non c’è la luce della luna a schiarire il cielo… le stelle emergono meglio nelle notti come questa
R – La luna invece c’è, di fronte a te. Quella lametta rosso sangue che vedi sbucare dall’acqua… (La indica al gruppo poco distante) Ci avete fatto caso?
M – Greg cazzo è bellissima! Manco me ne ero accorto…
V – Fa un effetto strano da qui, già è rossa di suo, con l’effetto ottico della fiamma poi…
G – (Si sono spostati vicino al suo telo dove ha sistemato lo zaino) Rob non è che hai freddo? Stai ancora bagnato e sono le tre di notte… Ci spostiamo vicino al fuoco?
R – Eh, direi… prendi la roba che ci sistemiamo lì
G – Divertito stasera? Anzi, ieri sera che mezzanotte è passata…
R – Un sacco… aspè, ma ora che ci penso è il 21! Ora è il tuo compleanno!
G – Ah, ci sei arrivato! Ne hai messo di tempo!
R – Madò hai ragione Giù! Auguroni… (Una stretta di mano e un bacio di circostanza si sciolgono in un abbraccio sentito, quasi paterno)
G – Grazie, grazie
R – (Rivolto al gruppo, continua l’abbraccio) Voi li avete già fatti gli auguri?
A – Sì, tutti, al diciottesimo mentre stavi in bagno! Appena è arrivata mezzanotte!
V – Te ne eri scordato Rob?
M – Madò c si fetw!
R – (Stacca l’abbraccio, si siedono) Ecco perché non ti sei ancora cambiata dal diciottesimo! Mi sembrava strano che girassi in spiaggia col vestito elegante e i tacchi come una mignotta…
G – Che genio! (Si toglie i tacchi e l’abito della festa, sedendosi su un telo mal sistemato) Ora che ti sei ricordato, posso cambiarmi e aggiungerei anche camminare decentemente… anche se non credo proprio che mi metterò a camminare, seduti qua col fuoco davanti e la luna sullo sfondo si sta bene
R – Una scelta saggia
G – Mh!
R – Una delle poche…
G – Sì? (prende lo zaino in mano con fare minaccioso)
R – Lo sai che scherzo, basta che non mi meni… Beh queste prime ore da donna? La mia Ceduzza La Bionda è maggiorenne!
G – Queste prime ore dici? Meglio di così?
R – Sai a che pensavo?
G – Dì
I visi di tutti e due arrossati dal fuoco; gli occhi scuri di R tradiscono appena il sonno e con qualche ulteriore accenno dello stesso colore dei tizzoni ardenti anche l’irritazione dovuta all’acqua del mare, tutto il gruppo è seduto e distribuito asimmetricamente attorno al fuoco, di tanto in tanto qualcuno si alza per alimentare la non troppo forte fiamma, lo scenario rimane invariato fino alla fine, in una atmosfera rilassante a cui il crepitio del legno e dell’erba secca fa da culla. Le voci sono basse: qualcuno accenna a fare una mezz’ora di sonno.
R – Il diciottesimo è il primo “per sempre” di una persona… battesimi, comunioni, cresime, matrimoni, non garantiscono nessun “sempre”… Io due anni fa, tu ora, con i nostri diciottesimi siamo diventati adulti per sempre; non potremo diventare altro da ciò che siamo
G – Eh, si… Se ci pensi neanche se muori cessi di essere un uomo, lo sei diventato tempo fa e lo rimarrai per sempre
R – Beh se ci fai caso è in queste occasioni che si iniziano a indossare certi abiti da cerimonia che potrai usare sempre; la camicia che avevo addosso fino a prima di farmi il bagno la metto a tutte le occasioni in famiglia… anche tu quel vestito potrai metterlo sempre
G – Tranne i tacchi che non credo metterò nei prossimi vent’anni minimo
R – E c’hai pure ragione…
G – Mi ricorderò di questa notte, sono di quelle che con poco ti cambiano, la mia testa tornerà a questa spiaggia tante volte durante i suoi tanti viaggi… specie tra i banchi di scuola nei mesi più noiosi, tipo ottobre, febbraio…
R – Beh sì, per una ragazza con la testa tra le nuvole come te…
G – Una ragazza con la testa tra le nuvole o la ragazza con la testa tra le nuvole?
R – Direi la prima delle due, non te la tirare
G – Dov’ero rimasta?
R – Al fatto che ti ricorderai di stasera per tanto tempo
G – Ah sì, vero… mi sento felice, come se avessi sempre avuto il mondo in mano
R – Sì, è la sensazione che si ha nei primi giorni, poi le cose cambiano
G – E che succede?
R – Ti accorgi che sei tu nelle mani di un mondo, che cammini sulle palme di queste due mani… e che finora hai camminato solo su una minuscola parte del più piccolo dito di loro
G – Scusami un attimo (si rivolge ad una ragazza alle sue spalle)… hai un filtro Ale?
A – Sì, vai
G – Riprendi Rob
R – Più o meno questo è, voglio che tutte le altre cose le scopra da sola
G – (Con voce quasi infantile, da bimba felice) Grazie!
R – Ma non ti fa male la mascella con sti sorrisi fotografici? Se puoi stendere meglio il telo così mi sdraio
G – Non ci sono problemi (sistema meglio il telo, prima solo spiegazzato)
R – Grazie (volge lo sguardo all’alto, come aveva fatto in acqua)… “le stelle”, quelle famose stelle a cui Dante dedica la chiusura di ogni cantica della Divina Commedia
G – Quale preferisci? Inferno, Purgatorio o Paradiso?
R – L’inferno, mi pare ovvio! Ci sta tutto lì: ironia, volgarità, sentimenti! E quel finale fantastico, liberatorio, impulsivo…
G – “E infine uscimmo a riveder le stelle…” (Giunge la musica del Salto dell’Acciuga poco lontano) Non è la voce di Lucio questa?
R – Sì, è lei… credo sia “Una donna per amico”
G – Ricordi? Stavamo tornando l’ultima volta da Milano a novembre e la sentimmo assieme con le cuffie
R – Mado si, in quel periodo mi spaccavo Battisti molto più di ora
L.B. – Ma il mio mestiere è vivere la vita, che sia di tutti i giorni o sconosciuta…
Queste ultime parole di Battisti coprono le voci dei dialoganti (che continuano a parlare con il labiale) e di chi li circonda, su questo frangente cala un sipario pacato, la lama di luna ha perso il rossore ed è ormai pallida.
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Lista aggiornata al 6/3/17.
LIBRI ORDINATI PER AUTORE - PREZZI A PARTIRE DA 1 €. Spedizione con piego di libri raccomandato, tracciata, sempre che non si voglia il piego di libri ordinario. Per foto, prezzi e dettagli, scrivetemi:
A. Christie - L'assassinio di Roger Ackroyd; Abdolah - Il viaggio delle bottiglie vuote; Alessio Torino - Urbino, Nebraska; Aloia - Sacra fame dell'oro; Asimov - Guida alla fantascienza; Aubry - Nessuno; Auerbach - Da Montaigne a Proust; Auden - Gli irati flutti; Auden - Poesie (ed. Guanda); Augias - Quella mattina di luglio; Ballard - L'impero del sole; Barth - La fine della strada; Barthelme - Il padre morto; Bernhard - Amras (ed.Einaudi); Biasion - Sagapò (libro che ispirò Mediterraneo di Salvatores); Bichsel - Zie e lettori; Boll - Termine di un viaggio di servizio; Byatt - Le storie di Matisse; Calasso - I glossatori e la teoria della sovranità; Calvino - Se una notte d'inverno un viaggiatore (ed.Supercoralli einaudi, condizioni accettabili); Canty - Dove sono andati a finire i soldi; Carl Schmitt - Terra e mare; Cavazzoni - Il poema dei lunatici; Chasseguet - La sessualità femminile; Cheever - Lo scandalo Wapshot; Chmosky - I nuovi mandarini; Christie - Fermate il boia; Christie - Se morisse mio marito; Colagrande - Fideg; Cossery - Un complotto di saltimbanchi; Coupland - La vita dopo Dio; Coupland - Tutte le famiglie sono psicotiche; D'Ambrosio - Il museo dei pesci morti; D'Ambrosio - Il suo vero nome; David Eddings - Il segno della profezia; Davis - Rendez vous con il terrore; De Bernieres - Il mandolino del capitano Corelli; Di Paolo - Questa lontananza così vicina; Dostoevskij - L'adolescente (ed.Einaudi con prefazione di Ripellino); Dylan Thomas - Lettere d'amore; Edgar Rice Burroughs - Carson di Venere (Serie cosmo Oro, ed. Nord); Edna O'Brien - Uno splendido isolamento; Ende - Il pifferaio magico (prima ed. Mondadori); Ende - La storia infinita (ed. Longanesi con testo bicolore); Ende - Momo (ed. Longanesi); Enquist - La partenza dei musicanti; Erofeev - Mosca sulla vodka; Flem - La vita quotidiana di Freud e dei suoi pazienti; Ford - Donne e uomini; Gadda - Il primo libro delle favole; Gaddis - Gotico americano; Garcia Marquez - Cent'anni di solitudine (ed.speciale Feltrinelli); Gibson - Neuromante; Hasak Lowy - Prigionieri; Hebdige - Sottocultura; Hegel - Lettere (ed. Laterza con prefazione di Garin); Herbert - Esperimento Dosadi; Hitchcock - Racconti per le ore piccole; Hobbes - Leviatano; Homes - Jack (minimum fax); Huxley - Brave new world; Huxley - Giallo cromo; Ivan Illich - Convivialità; Ivan Illich - Le paci dei popoli; Jan Neruda - Una settimana in una casa tranquilla; Jarman - Chroma (ed. Ubulibri); Jarman - Wittgenstein (sceneggiatura del film); Jim Morrison - Cavalca il serpente; Kerouac - Il libro dei blues; Kerouac - Il sogno vuoto dell'universo; Kubrick - Non ho risposte semplici; "La minaccia dei Lowai", fantascienza illustrata, Brenno Fiumali, Eller, Renato Silvi; "La parola innamorata. I poeti nuovi 1976-78" (ed Feltrinelli con poesie di De Angelis, Cucchi, Magrelli ecc.); "Le schiave degli uomini verdi", fantascienza illustrata, Brenno Fiumali, Eller, Renato Silvi; Lauzi - Esercizi di sguardo; Leiris - Biffures (prima ed. Einaudi); Lettere dei macchiaioli; Lettere inedite di Paolina Leopardi (prima ed. Bompiani); Levi - I sette paradossi magici; Limentani - L'ombra allo specchio; Lucien Mueller - Storia della psicologia; Mastrocola - E se covano i lupi; Matteucci - Costellazione familiare; Merini - La terra santa (ed. Scheiwiller); Mishima - Cavalli in fuga; Montale - Le occasioni; Montale - Tutte le opere; Moody - La più lucente corona d'angeli in cielo; Moody - Tre vite; Munari - Rose nell'insalata (ed.Einaudi, 1982); Nabokov - Lolita (in spagnolo, prima edizione 1959); Novakovich - Vita fuori tempo di Ivan Dolinar; O'Brien - Via da Las Vegas; O'Connor - Il cielo è dei violenti; Otcenasek - Romeo, Giulietta e le tenebre; Parise - Il ragazzo morto e le comete (2 copie, una mondadori e una feltrinelli); Parrella - Lo spazio bianco; Pavese - Poesie; Pedio - Bricolages (ed. Einaudi); Pelevin - La lanterna blu; Peret - La poesia surrealista; Pinter - Teatro 2 (raccolta di piece teatrali); Pitol - La vita coniugale; Pizzuto, Scheiwiller - Le carte fatate; "Poesia", quaderni Guanda, n. 3 (con Zanzotto, Bellezza, Cucchi, Risi); Pollan (Adelphi) - Cotto; Pomilio - Il quinto evangelio; Pozzi - Parole; Puig - Il bacio della donna ragno; Puig - Pube angelicale; Pullman - La bussola d'oro; Queneau - Quercia e cane; Queneau - Una storia modello; Raboni - Ogni terzo pensiero (Lo specchio Mondadori); Racconti fantastici argentini; Racconti fantastici del Sudamerica; Remo Bodei - Se la storia ha un senso; Ridley - Crocodilia; Roald Dahl - Kiss Kiss; Saba - Scorciatoie e raccontini; Sanesi - La polvere e il giaguaro; Savinio - Dico a te, Clio; Sciascia - Il giorno della civetta; Sciascia - Una storia semplice; Seneca - La tranquillità dell'animo; Sepulveda - Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare; Sepulveda - Un nome da torero; Shakspeare - Amleto; Skarmeta - Il postino di Neruda; Spender - Caro Chistopher; Spitzer - Critica stilistica e semantica storica; Sorrentino - Sette conversazioni con Borges; Sternheim - Ciclo dell'eroe borghese (ed.De Donato); Sturgeon - Cristalli sognanti (ed Classici Libra) Svevo - La coscienza di Zeno; Tamburi, Carlesi - Case come storie (ed. di lusso numerata ed autografata da Dino Carlesi ed Enzo Carli); Tanizaki - Gli insetti preferiscono le ortiche; Targhetta - Perciò veniamo bene nelle fotografie; Taviani - San michele aveva un gallo (ed. Cappelli); Thom Jones - Il pugile a riposo (racconti, minimum fax); Ungaretti - Il porto sepolto; Vamba - Sonetti fiorentini; Vassalli, Lolini - Belle lettere (ed.Einaudi, 2 copie); Viehweg - Topica e giurisprudenza; Villon - Il testamento e la ballata degli impiccati; Vonnegut - Divina idiovia; Wallace - Verso occidente l'impero dirige il suo corso; Wilcock - Frau teleprocu; William Blake - Libri profetici (prima ed. Guanda); Wolfe - Dalla morte al mattino (ed.SE); Woolf - Volare su Londra; Zanzotto - Filò e altre poesie (prima ed.); Zavattini - Parliamo tanto di me.
Edizioni Medusa Anais Nin - La campana di vetro; Hemingway - Di là dal fiume e tra gli alberi; Orwell - Fiorirà l'aspidistra; Queneau - Un duro inverno; Werfel - Un posto in paradiso.
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Lista libri aggiornata al 21/2/17
PREZZI A PARTIRE DA 1 €. Spedizione con piego di libri ordinario o raccomandato (consigliato). Pagamento con ricarica postepay o paypal. Per foto, prezzi e dettagli, scrivetemi, vi farò vedere tutti gli eventuali difetti dei libri. Ecco i titoli: A. Christie - L'assassinio di Roger Ackroyd; Abdolah - Il viaggio delle bottiglie vuote; Alessio Torino - Urbino, Nebraska; Aloia - Sacra fame dell'oro; Asimov - Guida alla fantascienza; Aubry - Nessuno; Auerbach - Da Montaigne a Proust; Auden - Gli irati flutti; Auden - Poesie (ed. Guanda); Augias - Quella mattina di luglio; Ballard - L'impero del sole; Barth - La fine della strada; Bernhard - Amras (ed.Einaudi); Biasion - Sagapò (libro che ispirò Mediterraneo di Salvatores); Bichsel - Zie e lettori; Bobbio - Studi hegeliani; Boll - Termine di un viaggio di servizio; Byatt - Le storie di Matisse; Calasso - I glossatori e la teoria della sovranità; Canty - Dove sono andati a finire i soldi; Carl Schmitt - Dottrina della costituzione; Carl Schmitt - Teologia politica II; Carl Schmitt - Terra e mare; Castro - Orazione funebre per Ernesto Che Guevara; Cavazzoni - Il poema dei lunatici; Cheever - Lo scandalo Wapshot; Chmosky - I nuovi mandarini; Christie - Fermate il boia; Christie - Se morisse mio marito; "Cinquant'anni di papirologia in Italia" (2 vol. - epistolario); Colagrande - Fideg; Cossery - Un complotto di saltimbanchi; Coupland - La vita dopo Dio; Coupland - Tutte le famiglie sono psicotiche; D'Ambrosio - Il museo dei pesci morti; D'Ambrosio - Il suo vero nome; David Eddings - Il segno della profezia; David Eddings - La valle di Aldur; Davis - Rendez vous con il terrore; De Bernieres - Il mandolino del capitano Corelli; Di Paolo - Questa lontananza così vicina; Dostoevskij - L'adolescente (ed.Einaudi con prefazione di Ripellino); Dylan Thomas - Lettere d'amore; Edgar Rice Burroughs - Carson di Venere (Serie cosmo Oro, ed. Nord); Edna O'Brien - Uno splendido isolamento; Ende - Il pifferaio magico (prima ed. Mondadori); Ende - Momo (ed. Longanesi); Enquist - La partenza dei musicanti; Erofeev - Mosca sulla vodka; Flem - La vita quotidiana di Freud e dei suoi pazienti; Ford - Donne e uomini; Gadda - Il primo libro delle favole; Gaddis - Gotico americano; Gibson - Giù nel Cyberspazio; Gibson - Neuromante; Ginzburg - Lessico famigliare; Hasak Lowy - Prigionieri; Hebdige - Sottocultura; Hegel - Lettere (ed. Laterza con prefazione di Garin); Henry James - Romanzi brevi (vol. 1 e 2 de I meridiani Mondadori); Herbert - Esperimento Dosadi; Hitchcock - Racconti per le ore piccole; Hobbes - Leviatano; Homes - Jack (minimum fax); Huxley - Brave new world; Ivan Illich - Convivialità; Ivan Illich - Le paci dei popoli; Jan Neruda - Una settimana in una casa tranquilla; Jarman - Chroma (ed. Ubulibri); Jarman - Wittgenstein (sceneggiatura del film); Jim Morrison - Cavalca il serpente; Kerouac - Il libro dei blues; Kerouac - Il sogno vuoto dell'universo; Kubrick - Non ho risposte semplici; "La minaccia dei Lowai", fantascienza illustrata, Brenno Fiumali, Eller, Renato Silvi; "La parola innamorata. I poeti nuovi 1976-78" (ed Feltrinelli con poesie di De Angelis, Cucchi, Magrelli ecc.); "Le schiave degli uomini verdi", fantascienza illustrata, Brenno Fiumali, Eller, Renato Silvi; Lauzi - Esercizi di sguardo; Lettere dei macchiaioli; Lettere inedite di Paolina Leopardi (prima ed. Bompiani); Levi - I sette paradossi magici; Limentani - L'ombra allo specchio; Lucien Mueller - Storia della psicologia; Malerba - Le galline pensierose (prima ed.) Mastrocola - E se covano i lupi; Matteucci - Costellazione familiare; Merini - La terra santa (ed. Scheiwiller); Mishima - Cavalli in fuga; Montale - Le occasioni; Montale - Tutte le opere; Moody - La più lucente corona d'angeli in cielo; Moody - Tre vite; Nabokov - Lolita (in spagnolo, prima edizione 1959); Novakovich - Vita fuori tempo di Ivan Dolinar; O'Brien - Via da Las Vegas; O'Connor - Il cielo è dei violenti; Orson Scott Card - I figli della mente (serie cosmo Oro, ed. Nord); Otcenasek - Romeo, Giulietta e le tenebre; Parise - Il ragazzo morto e le comete; Parrella - Lo spazio bianco; Pavese - Poesie; Pelevin - La lanterna blu; Perec - L'infra-ordinario; Peret - La poesia surrealista; Pinter - Teatro 2 (raccolta di piece teatrali); Pitol - La vita coniugale; Pizzuto, Scheiwiller - Le carte fatate; "Poesia", quaderni Guanda, n. 3 (con Zanzotto, Bellezza, Cucchi, Risi); Pollan (Adelphi) - Cotto; Pomilio - Il quinto evangelio; Pozzi - Parole; Puig - Il bacio della donna ragno; Puig - Pube angelicale; Pullman - La bussola d'oro; Queneau - Quercia e cane; Raboni - Ogni terzo pensiero (Lo specchio Mondadori); Racconti fantastici argentini; Racconti fantastici del Sudamerica; Remo Bodei - Se la storia ha un senso; Ridley - Crocodilia; Roald Dahl - Kiss Kiss; Rowling - Harry Potter e la camera dei segreti (ristampa della prima edizione); Saba - Scorciatoie e raccontini; Sanesi - La polvere e il giaguaro; Savinio - Dico a te, Clio; Sciascia - Il giorno della civetta; Sciascia - Una storia semplice; Seneca - La tranquillità dell'animo; Sepulveda - Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare; Sepulveda - Un nome da torero; Shakespeare - Amleto; Skarmeta - Il postino di Neruda; Spender - Caro Chistopher; Spitzer - Critica stilistica e semantica storica; Sorrentino - Sette conversazioni con Borges; Sturgeon - Cristalli sognanti (ed Classici Libra) Svevo - La coscienza di Zeno; Tamburi, Carlesi - Case come storie (ed. di lusso numerata ed autografata da Dino Carlesi ed Enzo Carli); Tanizaki - Gli insetti preferiscono le ortiche; Targhetta - Perciò veniamo bene nelle fotografie; Taviani - San michele aveva un gallo (ed. Cappelli); Thom Jones - Il pugile a riposo (racconti, minimum fax); Tolkien - Lo Hobbit a fumetti (ed Rusconi con illustrazioni di David Wenzel); Trotsky - Storia della rivoluzione russa; Ungaretti - Il porto sepolto; Vamba - Sonetti fiorentini; Viehweg - Topica e giurisprudenza; Villon - Il testamento e la ballata degli impiccati; Vonnegut - Divina idiovia; Wallace - Verso occidente l'impero dirige il suo corso; Wilcock - Frau teleprocu; William Blake - Libri profetici (prima ed. Guanda); Woolf - Volare su Londra; Woolf, West - Adorata creatura (Lettere); Zanzotto - Filò e altre poesie (prima ed.); Zavattini - Parliamo tanto di me. Edizioni Medusa Anais Nin - La campana di vetro; Hemingway - Di là dal fiume e tra gli alberi; Orwell - Fiorirà l'aspidistra; Queneau - Un duro inverno; Werfel - Un posto in paradiso.
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LISTA AGGIORNATA ALL’8/2/17. LIBRI ORDINATI PER AUTORE - PREZZI A PARTIRE DA 1 €. Per foto, prezzi e dettagli, scrivetemi:
A. Christie - L'assassinio di Roger Ackroyd; Abdolah - Il viaggio delle bottiglie vuote; Alessio Torino - Urbino, Nebraska; Aloia - Sacra fame dell'oro; Asimov - Guida alla fantascienza; Aubry - Nessuno; Auerbach - Da Montaigne a Proust; Auden - Gli irati flutti; Auden - Poesie (ed. Guanda); Augias - Quella mattina di luglio; Ballard - L'impero del sole; Barth - La fine della strada; Biasion - Sagapò (libro che ispirò Mediterraneo di Salvatores); Bichsel - Zie e lettori; Bobbio - Studi hegeliani; Boll - Termine di un viaggio di servizio; Byatt - Le storie di Matisse; Canty - Dove sono andati a finire i soldi; Castro - Orazione funebre per Ernesto Che Guevara; Cavazzoni - Il poema dei lunatici; Cheever - Lo scandalo Wapshot; Chmosky - I nuovi mandarini; Christie - Fermate il boia; Christie - Se morisse mio marito; "Cinquant'anni di papirologia in Italia" (2 vol. - epistolario); Colagrande - Fideg; Cossery - Un complotto di saltimbanchi; Coupland - La vita dopo Dio; Coupland - Tutte le famiglie sono psicotiche; D'Ambrosio - Il museo dei pesci morti; D'Ambrosio - Il suo vero nome; David Eddings - Il segno della profezia; David Eddings - La valle di Aldur; Davis - Rendez vous con il terrore; De Bernieres - Il mandolino del capitano Corelli; Di Paolo - Questa lontananza così vicina; Dylan Thomas - Lettere d'amore; Edgar Rice Burroughs - Carson di Venere (Serie cosmo Oro, ed. Nord); Edna O'Brien - Uno splendido isolamento; Ende - Il pifferaio magico (prima ed. Mondadori); Ende - La storia infinita (ed. Longanesi); Ende - Momo (ed. Longanesi); Enquist - La partenza dei musicanti; Erofeev - Mosca sulla vodka; Flem - La vita quotidiana di Freud e dei suoi pazienti; Ford - Donne e uomini; Gadda - Il primo libro delle favole; Gaddis - Gotico americano; Gibson - Neuromante; Ginzburg - Lessico famigliare; Hardy - La brughiera; Hasak Lowy - Prigionieri; Hebdige - Sottocultura; Hegel - Lettere (ed. Laterza con prefazione di Garin); Herbert - Esperimento Dosadi; Hitchcock - Racconti per le ore piccole; Hobbes - Leviatano; Homes - Jack (minimum fax); Huxley - Brave new world; Ingrao - Volevo la luna; Ivan Illich - Convivialità; Ivan Illich - Le paci dei popoli; Jan Neruda - Una settimana in una casa tranquilla; Jarman - Chroma (ed. Ubulibri); Jarman - Wittgenstein (sceneggiatura del film); Jim Morrison - Cavalca il serpente; Kerouac - Il libro dei blues; Kerouac - Il sogno vuoto dell'universo; Kerouac - Un mondo battuto dal vento; Kubrick - Non ho risposte semplici; "La minaccia dei Lowai", fantascienza illustrata, Brenno Fiumali, Eller, Renato Silvi; "La parola innamorata. I poeti nuovi 1976-78" (ed Feltrinelli con poesie di De Angelis, Cucchi, Magrelli ecc.); "Le schiave degli uomini verdi", fantascienza illustrata, Brenno Fiumali, Eller, Renato Silvi; Lauzi - Esercizi di sguardo; Lettere dei macchiaioli; Levi - I sette paradossi magici; Limentani - L'ombra allo specchio; Lucien Mueller - Storia della psicologia; Malerba - Le galline pensierose (prima ed.) Mastrocola - E se covano i lupi; Matteucci - Costellazione familiare; Merini - La terra santa (ed. Scheiwiller); Mishima - Cavalli in fuga; Montale - Le occasioni; Montale - Tutte le opere; Moody - La più lucente corona d'angeli in cielo; Moody - Tre vite; Nabokov - Lolita (in spagnolo, prima edizione 1959); "Nouvelle vague", volume a cura di R. Turigliatto; Novakovich - Vita fuori tempo di Ivan Dolinar; O'Brien - Via da Las Vegas; O'Connor - Il cielo è dei violenti; Orson Scott Card - I figli della mente (serie cosmo Oro, ed. Nord); Otcenasek - Romeo, Giulietta e le tenebre; "Papiri letterari greci" (Giardini editori e stampatori in Pisa); Parise - Il ragazzo morto e le comete; Parrella - Lo spazio bianco; Pavese - Poesie; Pelevin - La lanterna blu; Peret - La poesia surrealista; Pinter - Teatro 2 (raccolta di piece teatrali); Pitol - La vita coniugale; Pizzuto, Scheiwiller - Le carte fatate; "Poesia", quaderni Guanda, n. 3 (con Zanzotto, Bellezza, Cucchi, Risi); Pollan (Adelphi) - Cotto; Pomilio - Il quinto evangelio; Pozzi - Parole; Puig - Il bacio della donna ragno; Puig - Pube angelicale; Pullman - La bussola d'oro; Raboni - Ogni terzo pensiero (Lo specchio Mondadori); Racconti fantastici argentini; Racconti fantastici del Sudamerica; Remo Bodei - Se la storia ha un senso; Ridley - Crocodilia; Roald Dahl - Kiss Kiss; Rossanda - La ragazza del secolo scorso; Roth - Il seno; Rowling - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (sesta ristampa, copertina rigida); Rowling - Harry Potter e la camera dei segreti (ed. in brossura, 2006); Saba - Scorciatoie e raccontini; Sanesi - La polvere e il giaguaro; Savinio - Dico a te, Clio; Sciascia - Il giorno della civetta; Sciascia - Una storia semplice; Seneca - La tranquillità dell'animo; Sepulveda - Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare; Sepulveda - Un nome da torero; Shakspeare - Amleto; Skarmeta - Il postino di Neruda; Spender - Caro Chistopher; Spitzer - Critica stilistica e semantica storica; Sorrentino - Sette conversazioni con Borges; Sturgeon - Cristalli sognanti (ed Classici Libra) Svevo - La coscienza di Zeno; Tamburi, Carlesi - Case come storie (ed. di lusso numerata ed autografata da Dino Carlesi ed Enzo Carli); Tanizaki - Gli insetti preferiscono le ortiche; Targhetta - Perciò veniamo bene nelle fotografie; Taviani - San michele aveva un gallo (ed. Cappelli); Thom Jones - Il pugile a riposo (racconti, minimum fax); Trotsky - Storia della rivoluzione russa; Ungaretti - Il porto sepolto; Vamba - Sonetti fiorentini; Villon - Il testamento e la ballata degli impiccati; Vonnegut - Divina idiovia; Wallace - Verso occidente l'impero dirige il suo corso; Wilcock - Frau teleprocu; Woolf - Volare su Londra; Woolf, West - Adorata creatura (Lettere) (2 copie); Zanzotto - Filò e altre poesie (prima ed.); Zavattini - Parliamo tanto di me.
Edizioni Medusa Anais Nin - La campana di vetro; Giono - Il mulino di Polonia; Hemingway - Di là dal fiume e tra gli alberi; McCullers - La ballata del caffè triste; Michel Butor - L'impiego del tempo; Orwell - Fiorirà l'aspidistra; Queneau - Un duro inverno; Simenon - Il fondo della bottiglia; Werfel - Un posto in paradiso.
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