Tumgik
#io sto ancora piangendo
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Siamo stati due coglioni infatti funzioniamo in coppia. Nella vita gli amici li scegli, noi siamo quelli che si vogliono bene anche quando si fanno la guerra, come i fratelli.
Articolo 31🖤
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thegrandslam · 4 months
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"senza tacchi gli arriva al pacco"- cit. Mia nonna.
Sipario.
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giovaneanziano · 18 days
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Stavo dai miei a cena. Noi non ci diciamo quanto ci vogliamo bene ma i piccoli gesti sono importanti e uno di questi è stare sul divano io su Instagram e mio padre col tablet a guardare pastori che portano in giro capre (avrà un kink boh). Tutto bene fino a quando mi capita sto reel che a sto ragazzo chiedono “quando è stata l’ultima volta che hai pianto di felicità” e io che sono stronzo mi sono fatto la stessa domanda e mi sono ricordato del 2020 quando ho avuto uno dei miei attacchi brutti che mi ha paralizzato la parte sinistra del corpo costringendomi 3 mesi ricoverato in neurologia, quando mi hanno dimesso con l’obbligo di andare a casa dei miei perché ero solo a casa mia, quando entrando in casa ancora mezzo in deficit ho visto mio padre e ho pianto perché credevo di morire in ospedale senza mai più rivederlo. Ecco li, dopo questo reel, ho salutato i miei e sono fuggito a casa piangendo tutto il tragitto in macchina e piangendo pure ora e lo si può notare da come ho scritto da culo tutto sto post
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kon-igi · 1 year
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MOMENTI DIFFICILI
Questo è un momento difficile.
È più di un momento, purtroppo.
Diciamo che è un intervallo di tempo molto lungo in cui sono stati troppo frequenti i momenti difficili, ecco.
Non mi piace indulgere in lamentele personali qua su tumblr e nella vita reale me ne sentirete portare avanti ancora meno, però ogni tanto scrivo qualcosa, sebbene di solito quando il problema è stato risolto oppure ridimensionato.
E difficilmente si tratta di un problema solo mio.
Quando manifesto un disagio - o anche solo divento meno assiduo nel postare - ricevo sempre un sacco di messaggi, ask, sms, watsappi&telegrammi e persino anche delle telefonate con cui vi assicurate che vada tutto bene e se qualcosa non va bene mi chiedete cosa potete fare per raddrizzarlo.
Ma più o meno un anno fa (esattamente il 27 Dicembre 2021), nel periodo più buio e triste della mia vita, l’aiuto mi è arrivato inaspettato, da una persona inaspettata e in modo, ovviamente, inaspettato.
L’antivigilia di Natale mi ero trovato costretto a licenziarmi malamente da un posto di lavoro dove per 15 anni avevo dato tutto me stesso e in quei giorni il demiurgo aveva settato il mondo in bianco e nero e col volume al minimo.
Non è che non trovassi la forza di fare le cose... non aveva più significato farle.
Avevo deluso la mia compagna, le mie figlie, i miei genitori, non facendo qualcosa di sbagliato ma vedendo che un qualcosa di giusto diventava sbagliato nelle mani delle persone sbagliate.
Non avevo più desiderio di essere... ed era una sensazione orribile.
E poi @autolesionistra ha postato un video musicale ‘natalizio’ il cui testo non ho remore a dire che io considero la cosa più bella e struggente che io abbia mai ascoltato... nel momento in cui ogni cosa e ogni rapporto avevano perso di significato, mi sono reso conto che tutti i miei sforzi erano profusi nel difendere un qualcosa che altri avevano distorto e che in fondo sapevo non essermi mai appartenuto veramente.
La risposta non era nel valore di quello che facevo in cambio di uno stipendio e nemmeno nei vuoti riconoscimenti di quegli individui che poi si fregiavano dei miei successi.
Avevo dimenticato le persone dalle quali venivo, quelle che mi stavano accompagnando nel viaggio della vita e, soprattutto, quelle che lo avrebbero proseguito una volta che fossi stato troppo stanco per continuare.
Io quella canzone la riascolto ogni giorno e ogni volta, a un certo punto del testo, scoppio a piangere (come sto piangendo adesso a scrivere queste cose) perché sono stato così tanto vicino a perdere tutto che ogni strofa è una consolazione e un gentile invito a stropicciare gli occhi affaticati dalla stanchezza del mondo per tenerli meglio fissi sulle cose che davvero rendono un essere umano capace di essere umano...
La canzone è White Wine in the Sun di Tim Minchin e per quanto il titolo sembri tutt’altro che natalizio, il buon Autolesionistra ci ricorda che l’autore è australiano e laggiù il Natale lo festeggiano quando c’è il caldo dell’inverno australe.
youtube
White Wine in the Sun - Tim Minchin
I really like Christmas It’s sentimental, I know, but I just really like it I am hardly religious I’d rather break bread with Dawkins than Desmond Tutu… to be honest
And yes, I have all of the usual objections To consumerism, the commercialisation of an ancient religion To the westernisation of a dead Palestinian Press-ganged into selling Playstations and beer But I still really like it
I’m looking forward to Christmas Though I’m not expecting a visit from Jesus
I’ll be seeing my dad My brother and sisters, my gran and my mum They’ll be drinking white wine in the sun
I don’t go in for ancient wisdom I don’t believe just ‘cause ideas are tenacious it means they’re worthy I get freaked out by churches Some of the hymns that they sing have nice chords But the lyrics are dodgy
And yes, I have all of the usual objections To the mis-education of children who, in tax-exempt institutions Are taught to externalise blame And to feel ashamed and to judge things as plain right and wrong But I quite like the songs
I’m not expecting big presents The old combination of socks, jocks and chocolate’s is just fine by me
‘Cause I’ll be seeing my dad My brother and sisters, my gran and my mum They’ll be drinking white wine in the sun I’ll be seeing my dad My brother and sisters, my gran and my mum They’ll be drinking white wine in the sun
And you, my baby girl My jetlagged infant daughter You’ll be handed round the room Like a puppy at a primary school And you won’t understand But you will learn someday That wherever you are and whatever you face These are the people who’ll make you feel safe in this world My sweet blue-eyed girl
And if my baby girl When you’re twenty-one or thirty-one And Christmas comes around And you find yourself nine thousand miles from home You’ll know what ever comes Your brothers and sisters and me and your mum Will be waiting for you in the sun When Christmas comes Your brothers and sisters, your aunts and your uncles Your grandparents, cousins and me and your mum We’ll be waiting for you in the sun Drinking white wine in the sun Darling, whenever you come We’ll be waiting for you in the sun Drinking white wine in the sun Waiting for you in the sun Darling, when Christmas comes We’ll be waiting for you in the sun Waiting
I really like Christmas It’s sentimental, I know
Grazie a tutti voi di avermi permesso di ascoltarla ancora una volta e... di esserci.
Vi auguro di saper sempre stringere forte a voi le persone giuste... quelle che conoscono il vostro vero nome e che sapranno ripeterlo al vento del mondo finché non sarete mai più perduti.
Buon Natale <3
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child-of-the-danube · 3 months
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Ma raga sono passate ore ed io sto piangendo ancora. Forse mi tocca così tanto perché adoro Angelina, forse perché so cosa significa perdere il papà, ma io non ho mai visto un omaggio così onesto e così pieno d'amore e dolore che nonostante tutta la crescita e tutti cambiamenti nella vita, in realtà, non si può superare mai
Grazie, Angelina. Sei una anima speciale 🤍💔
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greenbor · 2 months
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Tumblr media
Non fare nulla amore Rimani lì e guardami Abbiamo noi bisogno noi di quell’amore che non basta mai e vuole vivere e vuole amare vuole sentire che l’amore nasce sempre E’ come un fiume che sgorga con la corrente che lo porta via E’ amore che sento io per te e non ... mai e voglio sempre averti Voglio sentirti sempre Voglio immaginarti sempre così come quando mi amasti tu e lo sentii così forte nell’anima mia E sentire che non è cambiato nulla che mi ami ancora e che tornerai che non basteranno più le parole che dovremo leggerci e darci solo baci e nel silenzio diventare solo un corpo che si ama solo di noi E quella voglia che sale sempre più di un amore troppo grande per contenersi un’emozione troppo forte per rinunciarvi mai Tenerti qui tra le mie braccia amore Fermare il tempo Non dimenticarti mai E amarti sempre con il sorriso con quel tuo sguardo che stava piangendo lacrime d’amore E stai vivendo tu come sto vivendo io quell’amore dentro che non si spegne più e sente solo che ci vivremo noi
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è da giorni che penso a questo messaggio e a come scriverlo, ho avuto questa discussione nella mia testa centinaia di volte.
sono stanca.
e sono stanca di definirmi così, uso questo aggettivo su di me da così tanto tempo che spesso mi sembra che non ci sia nientaltro da dire.
"che persona è Sophie?" "stanca".
descrizione completa della mia persona.
in questi giorni non faccio altro che piangere, in continuazione, anche per le cose sciocche.
mi cade dello zucchero? è un chiaro segno della mia incompetenza. pianto di tre ore.
la lavatrice non centrifuga? sono assolutamente inadatta a qualsiasi ruolo. altro pianto.
sto piangendo talmente tanto che i miei occhi ormai si sono abituati, rimangono gonfi e rossi a priori, così posso simpaticamente dire che in realtà mi sono spaccata di canne.
ho perso le mie uniche due amiche e mio padre nel giro di un mese.
solo che se le prime sono vive e vegete ma semplicemente se ne battono il cazzo, l'altro è morto e sepolto (più o meno, direi cremato).
non mi sono mai sentita così sola in vita mia e così incapace di chiedere aiuto.
che poi, mi sono fatta pure un tatuaggio sulla difficoltà di chiedere aiuto. cosa pretendevo da me stessa?
io so di non meritare molte cose che sto vivendo adesso. lo so, è così, ci dev'essere stato qualcosa che è andato storto e adesso mi ritrovo ad essere il guscio vuoto di ciò che una volta ero.
mi ero ripromessa di non volermi più sentire così.
invece dopo anni sono nuovamente qui, a sentirmi ancora peggio per gli stessi atteggiamenti.
a sentirmi nuovamente nessuno, piccola e inutile. la persona che puoi mettere sulla mensola per poi dimenticatene, come se fosse un soprammobile.
ora, io mi impegno sempre un sacco.
nei rapporti umani posso permettermi di dire di essere una fuoriclasse.
cene, uscite, mostre, concerti, viaggi, shopping, ti porto anche i fare i brunch se vuoi.
quando arrivo a dirti che ti voglio bene, lo percepisci che è reale, che quel "bene" lo puoi quasi toccare, perché è effettivamente lì.
ecco, ora io non so mai come interpretare il bene che mi viene detto e che poi, quando c'è da dimostrarlo, non si può toccare.
quando la persona che me lo ha detto quel "ti voglio bene" sparisce e basta a fronte di uno dei periodi più brutti e tosti della tua vita.
anzi, proprio il più brutto.
come devo interpretare il tutto? era un ti voglio bene a tempo determinato? a progetto? un po' lo stagista dei ti voglio bene?
non so se queste persone si rendono conto di ciò che lasciano e del male che fanno.
non so se si rendono conto che determinati gesti fatto e che il tempo speso non è dovuto, anzi, determinate cose vanno guadagnate e bisogna esserne anche grati; il tempo è la nostra risorsa più importante e mi avvilisce notare come la utilizziamo accanto a persone che non se ne fanno nulla.
smetterò mai di sentirmi così?
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melanchonica · 11 months
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è da un po' che mi frullano in testa dei pensieri un po' slegati che non riesco mai a buttare giù e mettere in ordine, vediamo se stavolta ci riesco.
io credo che ognuno di noi abbia un bagaglio con se. per la precisione uno di quelli senza ruote, lo immagino più come un baule con una maniglia. lo portiamo dovunque andiamo, sempre. negli anni lo riempiamo delle nostre esperienze, positive e negative, e ciò che più di tutto lo rende pesante da trasportare è ciò che ci ha fatto male. questo lascia intendere che c'è chi ha un bagaglio più leggero, e chi ha un bagaglio più pesante. ecco, è come se sentissi che il mio bagaglio è diventato troppo pesante. non mi piace il vittimismo, mi sento sempre quasi in colpa al pensiero di dire ad alta voce tutto questo, infatti lo sto chiamando vittimismo anche se in realtà non credo neanche che lo sia davvero. per essere breve, va a finire che non sono mai queste le cose di cui parlo con le persone, neanche con chi mi è più vicino come alcuni amici o la famiglia. questo bagaglio, questo baule, lo sento più pesante ad ogni passo che faccio, ogni giorno che vivo. si stanno accumulando tante cose al suo interno, tante provocate da persone da cui non me lo sarei neanche aspettata, e questo ne raddoppia il peso. ognuno di noi ha un bagaglio, e alcuni giorni pesa più di altri. poi, credo che se hai qualcuno che ti aiuti a trasportarlo, non sembri neanche più cosi pesante. e forse è proprio questo il punto, forse è trasportarlo continuamente da sola da così tanto tempo, che mi sta sfinendo. ma come si fa a capire di chi fidarsi per trasportarlo assieme? come faccio ad essere sicura che non lo spalanchi davanti a tutti e butti fuori tutto quanto, lasciandomi poi sola di nuovo a rimettere a posto? come faccio ad essere sicura che quella persona non usi proprio quelle cose trovate all'interno del baule per ferirmi? è più facile, se sai dove colpire. ed è più facile, se chi vuoi colpire è già a terra, se è già sanguinante. e ciò che rende il tutto ancora più facile, e disgustoso da fuori, e devastante da dentro, è la consapevolezza che chi è a terra non ti farà nulla neanche dopo che avrai finito, perché ti ha lasciato aprire il suo baule e sarà troppo sofferente e troppo impegnata a rimetterne insieme i pezzi, una volta che l'avrai rivoltato. ecco, a volte quando questo baule non riesco più a portarlo e inizio ad inciampare e cascare a terra piangendo, quasi mi pento di non aver fatto o detto qualcosa dopo, a quelle persone. ma in fondo, cosa avrei potuto fare? a cosa sarebbe servito? poi infatti ci penso meglio, e non mi pento affatto di essere una brava persona, di non aver causato a qualcun altro lo stesso dolore che ha causato a me, e di averle aiutate dopo quando avevano bisogno, fregandomene del prima. l'unica cosa di cui posso pentirmi è di non aver ascoltato quel dolore prima, ai primi oggetti buttati con foga fuori dal baule, posso chiedermi scusa perché oggi avrei vissuto meglio senza tutte quelle scene impresse nella mente. non sono frammenti, io non ho frammenti, ho lungometraggi. ricordo ogni cosa, ogni singolo secondo. potrei chiedermi scusa, si, ma ancora non riesco, non mi sono affatto perdonata, per averlo permesso. per fortuna non sogno quasi mai, almeno sono scene che vedo e rivivo soltanto durante il giorno. e questo bagaglio è pieno zeppo di queste scene, e pesa tantissimo, e con le braccia non ce la faccio più a portarlo, e continuo ad attirare l'attenzione quando passo, che si nota che trasporto qualcosa che pesa più di me e arranco da morire, e mi si legge in faccia, e sono come un'incidente stradale che tutti si fermano a guardare.
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yomersapiens · 2 years
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Come porto i capelli bello biondo
Avere un gatto consiste al 80% nell'evitare di calpestarlo. Non posso più fare nulla da solo. In bagno sono osservato, spiato, abbiamo iniziato pure ad essere sincronizzati. Quando è il mio turno ecco che appare anche lui. Mi odia. Lo posso dire con certezza. Non mi lascia un attimo in pace, nemmeno quando sto a pezzi. Da un paio di giorni è tornato a farmi visita il covid ed Ernesto lo sente. Mi vede girare per casa più debole del solito. Ha iniziato a dormire al mio fianco. Cosa che non aveva mai fatto e io non so se lo sta facendo perché sente che non sto bene, per affetto, oppure perché aspetta il momento in cui tiro le cuoia per lanciarsi sulla mia faccia e divorarmi gli occhi.
Si può dire fosse per una scommessa contro l'invecchiamento, ma mi sono fatto biondo. Per una volta volevo vedere come stavo. Mi piace il risultato. Si crea l'illusione dell'aumento dei capelli. Unico problema: sembro uno dei cattivi di James Bond. Non so perché, ma ogni volta che mi guardo allo specchio inizio a pensare a piani per distruggere l'umanità, sovvertire la democrazia. Poi mi viene in mente che adesso ci sono le elezioni in Italia e tutto torna!
Ho votato dall'estero. Ho ricevuto la scheda comodamente a casa. Mi sono preso un pomeriggio di tempo (dal nulla dato che sono ancora più o meno disoccupato) per analizzare i candidati e capire chi votare. Se vivi all'estero ti arrivano delle schede molto prosciugate. Non c'è quasi nessuno. Avevo un 5/6 partiti tra cui decidere e ogni nome mi dava il voltastomaco. Così sono andato per esclusione. "Ok, questi no. Oddio. Decisamente non loro. Lui è ancora vivo??? Assurdo. Comunque no. Questo non era stato arrestato? Lei mai sentita. Lei neanche. Ma siamo sicuri queste siano le schede per l'Italia? Non è che mi è capitata per sbaglio la Nuova Zelanda?". Così facendo mi sono ritrovato senza sapere cosa scegliere. Ho passato il pomeriggio a fissare il vuoto. Cosa diavolo è successo in Italia da quando sono andato via? Che sia tutta colpa mia? Ho messo una croce. Poi un'altra. Poi mi sono vergognato. Poi però mi sono ricordato che tanto io vivo in Austria! E ora sono pure biondo! Mi confondo meglio! Non sapranno mai che sono un emigrato e potrò guardare da quaggiù il disastro che saranno gli anni a venire. Piangendo, ogni notte, per aver venduto la mia anima a una Wienerschnitzel.
Tornerò, tra qualche anno, e fonderò il mio partito. Cambieremo insieme tutto. - Patente di intelligenza per poter usare internet - Ridistribuzione delle ricchezze in stile Monopoli - Abolizione degli influencer - Divieto di tagliare ogni tipo di pianta da ovunque, voglio che in 4 anni l'Italia sia sommersa dal verde, dagli insetti, dagli animali liberi - Scuola di pane obbligatoria per tutti, perché il pane è la base di un'alimentazione sana e i celiaci sono un'invenzione della lobby dei farmaci - abolizione del consumo di carne e dell'allevamento di massa, chi vuole continuare a mangiarla dovrà fare così: riceve n.1 vitellino, gli da un nome e deve prendersene cura per almeno 3 anni, festeggiando ogni compleanno e andando in vacanza assieme (abolizione anche degli automezzi, ci saranno a disposizione solo biciclette, carri trainati e treni, i treni saranno senza classe e si potrà avere un proprio treno, questo perché io vorrei un sacco avere un treno mio su cui vivere e girare per l'Italia), si deve dormire tutti assieme nella stessa stanza, si mangia tutti assieme, poi, se si decide lo stesso di ammazzarlo, all'umano verrà fornito n.1 coltellino svizzero di lunghezza massima della lama 4 cm, all'ex vitello sarà data a scelta una mazza o un pugnale montato sulle corna, se vince l'umano, sempre con lo stesso coltellino, potrà procedere a tagliarlo e mangiarlo, se vince l'ex vitello la famiglia dovrà mangiare l'altro defunto (le galline saranno dotate di pistole e i maiali avranno una bomba ad orologeria da disinnescare) - il Natale potrà essere festeggiato ogni fine mese, così anche la Pasqua, perché mi piacciono i dolci e le canzoncine (ah ma come facciamo se non ci sono più i prodotti animali, bella merda, beh si chiede gentilmente il permesso per un paio di uova e un litro di latte)
Dopo essermi fatto biondo sono entrato nel locale dove mia madre aveva prenotato un tavolo per pranzare insieme. Io sono noto per essere sempre quello che rovina tutto. Ancora oggi, a quasi quarant'anni, se mi faccio un tatuaggio è un dolore per tutta la famiglia, antenati compresi. "Ma perché sei fatto così Matteo, che cosa ho sbagliato!". Ho pensato vedrai, ora che sono biondo voleranno i piatti e invece niente, mi ha guardato, si è messa a ridere e per i giorni a seguire ogni volta che mi guardava rideva. Diceva che le ho messo allegria. A saperlo che andava a finire così, mi facevo biondo appena nato. Altro obbiettivo del mio partito: rendere felice la mamma. Se una mamma non c'è oppure è un mostro, si può scegliere tra il rendere felice una persona a caso o il proprio vitellino da compagnia.
Prima di ammalarmi avevo in programma di rientrare in Italia per seguire un progetto di scrittura iniziato questo mese. Una volta era più facile viaggiare. Non avevo piante. Non avevo un gatto. Adesso ho una selva in casa e una tigre che non fa altro che cacare a tutte le ore. Non posso più prendere un treno alla leggera e sparire per qualche tempo (come se lo avessi mai fatto, una volta era colpa delle medicine e non viaggiavo, poi era la mancanza di soldi, poi la pandemia, poi aver finito tutte le mie conoscenze Tumblr che mi ospitavano a gratis perché o si sono sposate o hanno capito che c'è molto meglio di me su questo pianeta, anche se ora che sono biondo e faccio un sesso che levati). Per le piante trovo sempre qualcuno, in cambio offro ospitalità e una televisione così grande che i punti neri degli attori nei film sembrano castagne. Il problema è Ernesto. Poi però mi sono ricordato di una cosa. Io ho ancora degli affetti cari qua a Vienna! Così mi sono presentato dalla mia ex, che attualmente convive con il suo nuovo ragazzo (forse all'epoca mi lasciò per lui ma vabbè chi sono io per giudicare, ci ho guadagnato la fine di una relazione senza sentirmi in colpa, che è una figata) e le ho detto "Ma non è che avete voglia di aiutarmi con questo piccolo mostro?" e loro hanno accettato. Adesso divido la responsabilità del gatto, quando sono via, con la mia ex e la sua nuova vita. Sembra il plot di una di quelle serie tv americane dove lei è andata avanti e vive in una grande casa e ha successo lavorativo, una famiglia e viaggia e si diverte mentre lui ehm, ecco lui, cioè, come dirlo, ecco! Si è fatto biondo di recente! In ogni caso questa famiglia allargata mi piace un sacco. Altro punto del mio partito sarà: condivisione dei figli, se sono carini, cioè non tutti, solo quelli paffutelli, perché non tutti possono o vogliono avere figli ma ci si può aiutare e si può far crescere generazioni meno dementi di quelle che hanno fondato i partiti che sto giro siamo costretti a votare.
A proposito di bambini carini e paffutelli. Mio nipote, luce dei miei occhi, eletto "Bambino più bello del pianeta" da suo zio, ha iniziato a mordere. L'ha fatto l'altro giorno, mentre giocava con una bimba. Si era stizzito per una sciocchezza così ha deciso di vendicarsi mordendola. Io mi sono sentito mancare. Mio nipote, il bambino più bello del pianeta, commette atti di violenza insensata sotto la mia supervisione. Ho chiesto scusa, mancava poco che mi mettessi a piangere insieme ai pargoli. L'ho raccontato a mio fratello che mi ha detto che non era la prima volta, l'aveva già fatto settimana scorsa all'asilo. Tutto ciò perché due settimane prima un altro bimbo lo ha morsicato e da lì ha imparato. Per proprietà transitiva, ha restituito il morso. Praticamente è come un'apocalisse zombie. Un bambino morde un altro bambino che poi si infetta e deve mordere altri bambini in una serie infinita di morsi. Tocca inventare la macchina del tempo, viaggiare indietro di diecimila anni e trovare il primo pseudo-umano-bambino che ha dato via al trend e dargli uno schiaffo e dirgli "No! Non si fa!!! Cattivo neanderthalino!!!".
Da quando sono biondo sembro uno di quei cantanti trap che vanno di moda oggi. Sto pensando di tatuarmi in faccia. Qualcosa che mi piace ma che faccia capire quanto sono pericoloso. Tipo il contenuto della mia colazione. Con tutti gli zuccheri che assumo vedrei le facce delle persone davvero scandalizzate "Ha quasi quarantanni e ancora puccia il pane con cioccolata bicolore nel caffèl-atte e poi ci mangia i cocopops?". Sì. Lo faccio. Quando sarò io presidente i cittadini saranno obbligati a fare colazione, se non la fanno non possono uscire di casa. Chi non fa colazione, quegli esseri orribili che "Ma no io solo un caffè e una sigaretta al volo" ecco loro, multe e corsi di aggiornamento obbligatori. Colazione al bar solo se ci si porta dietro il vitellino. O il maialino dai, che ancora loro se la meritano la colazione.
Una cosa, vera, da quando è arrivato Ernesto, è che quel senso di solitudine che non riuscivo a colmare nemmeno con le piante e con scopate casuali quando capitava, non si è riempito, eh no, ma sono distratto costantemente e non presto più attenzione a quella mancanza. Adesso devo stare attento alle mie caviglie, martoriate dai suoi attacchi. E devo badare alle mie piante che trova appetitose e come un Newton-felino, vuole dimostrare la teoria della forza di gravità facendone cadere al suolo una al giorno. Insomma, mi tiene impegnato. Non sapete le bestemmie nuove che ho inventato a causa sua! Ho pure sbloccato l'ultimo obbiettivo che conferma definitivamente il mio essere un vecchio. Ho comprato un Dyson e ne sto parlando con tutti. Specialmente con le tipe che mi porto a casa. - No cioè, non puoi capire, guarda che potenza di risucchio, guarda che pulizia! - Certo che capisco... anzi... lascia che ti mostri anche io la mia potenza di risucchio... - Cosa??? Anche tu hai un Dyson!!! Che modello??? Quanto l'hai pagato? Eh è una spesa folle iniziale ma poi alla lunga ne vale la ehi, dove stai andando? Non ti ho ancora mostrato le diverse spatoline!
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myshadowaandlights · 1 year
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Sola via d'uscita: Cazzuta. Edizione aggiornata.
disclaimer:
cifra stilistica= scrivo male. E sono una millennial naive nell'animo.
5/05/23, 02/02/24 , ste corrispondenze di numeri mi fanno cacare sotto. Per una volta scienziati della numerologia, avete vinto.
Questo post l'ho ritrovato tra le note del telefono dopo qualche anno, (ma secondo la mia percezione temporale potrebbe anche trattarsi di secoli fa) era molto più triste allora (eufemismo), ma c'ho fatto qualche modifica. Sta nota testimonia il mio lato cinico da emo misto ad un ironia scrausa, patetica ed eroica, vista e rivista, ma di cui dobbiamo comunque ringraziare l'universo per avercene data in dono ( in generale l'ironia eh, non la mia) .
Non so se volete conoscere davvero questo lato del mondo. Forse non vi conviene. Il titolo del post può anche sembrare figo ma un sacco di libri sono belli solo dalla copertina, è una specie di legge di murphy. Come la pizza 'sto cazzo. Vabbuo', che sto ci a fare a cercare di sbrogliarvi da qui. Fate quel che vi pare, io comincio.
Ho sempre voluto sparire in queste situazioni, quando si ricominciava tutto e niente era definito e l'ansia e la paranoia ti prendevano alle spalle e ti scuotevano violentemente.
Quanto ho odiato l'esistenza in questi momenti. E tante volte ho desiderato di morire prima, no non per scherzo (un classico per il mio animo drammatico).
Di fare un colpo prima di dover arrivare alla maturità,
di fare un colpo prima di dover scegliere l'università, di fare un colpo prima di un esame importante,
di fare un colpo prima di veder mia madre soffrire troppo prosciugata dal suo stesso male e forse anche un po' dal mio,
di fare un colpo prima di veder mia nonna morire,
Di fare un colpo nel momento in cui sarò disoccupata senza nessuna speranza per il mio futuro.
Di fare un colpo prima di vedere andarsene tutti.
Di fare un colpo prima di invecchiare e sapere che destino avrò in serbo, o in croato che ne so ( No era brutta scusate shhh, non l'avete vista ).
E sono comunque qui.
E tutto mi cadrà addosso.
E dovrò essere abbastanza forte,
abbastanza audace e razionale da affrontare tutto. Ma la razionalità non c'entra un cazzo. C'entra il perdono. e forse credere in qualcosa e se non in Dio o nella bontà delle persone, probabilmente alla rabbia.
E forse é proprio quella sensazione di essere riusciti ad affrontare il peggio( soggettivo),
ma ritrovarsi ancora in balia della vita,
in quegli attimi in cui puoi riposare e trovi po' di speranza,
perché non sei ancora morta, non davvero. lo so che pensi di non star provando più nessun sentimento se non la disperazione. Ma ti posso dire? Col cazzo.
Ti avverto:
No nonostante tutto non sei ancora morta, stai piangendo, stai provando , anche sta volta quella stronza della depressione può andare a farsi fottere, perchè sei davvero incazzata.
Cosi ti alzi, nella tua disastrata routine che routine non é mai. Non guardi in faccia nessuno, perché li conosci bene di già, dopo 15 anni passati a convivere con questo, gli sguardi di chi ha paura di quello che riesce a scorgere nei tuoi occhi. Hanno paura e disagio e non se lo spiegano nemmeno loro il perché. E tu sei cosi trasparente, un disastro totale a non fare la faccia da pesce lesso o da Boldrini disperata ( sorry la cit, non mi denunci nessuno please) , anche quando non vorresti. Per cui passa avanti, scherma il tuo sguardo e guarda quella piccola crepa sull'asfalto, che si è ribellata e che al di sotto di sé, ha ancora della terra. Lo vedi quel ciuffo verde ribelle?
Perciò prova,( e se non ci riesci cazzi), a sfidare ancora una volta quel mondo che se non scappi potrebbe caderti addosso. Ma sappi che se continui a scappare, un altro ancora potrebbe caderti addosso.
E come mi ha detto una volta una persona saggia: Cazzuta vecchia. Dobbiamo essere cazzute. Sta vita di merda ti lancia le sfide manco fossero tiri in porta. E allora tu dille: Dammene un'altra, su forza, vediamo quanto resisto, cazzutamente non mi sfonderai manco sta volta ( aha c'è la rima sdrolpa involontaria).No, manco sta volta, che giri come uno zombie per casa, solo per andare in bagno. Manco quelle volte in cui ti verrebbe da non alzarti dal letto e non hai fame e non hai sete e del tuo corpo che brontola non te ne frega un cazzo. Manco sta volta che non riesci ad aprire un libro e sforzarti a capirci qualcosa di quello che c'è scritto. Manco sta volta, comunque.
Farebbe un po' ridere sinceramente, trovare un necrologio con una foto di te sorridente con scritto sotto tipo : "sorrideva sempre, nonostante fosse diversa dagli altri, ma ha deciso di lasciarci per un male che non riusciva ad affrontare. " O uno di quei titoli sensazionalistici da giornaletti che non sono manco in grado di portare un minimo di rispetto alle sofferenze delle persone. Almeno facessero ridere, ma manco quello.
Quindi? Che gusto c'è?
Apparte gli scherzi, lo sai che hai almeno nove motivi per restare. Come le vite dei gatti. E se i gatti sopravvivono così a lungo, allora anche tu non sei messa così male. E se Una volta al giorno il tuo istinto dice: "Non dirmi che domani non vuoi svegliarti e continuare a provarci", ascoltalo.Testardo come chi ami. Testardo come chi ti ha conosciuto e tutt'ora si incazza a guardare come ti sei ridotta, ma col cazzo che ti molla. Agli amici, ai parenti stretti e a quelli lontani che senti ogni morte del papa, ma che ti capiscono a pennello. E perchè si, le merde in cui si invischia la gente si assomigliano, talvolta.
E' uno dei motivi per cui ho la sfacciataggine di pubblicare ciò che scrivo. innanzitutto perche la maggior parte del tempo non ho filtri sociali (e lo so e me ne pento, ma allo stesso tempo non me ne frega na minchia). E poi per renderlo un po' meno anormale e forse un po' piu leggero, meno importante. Perciò sì ,chi è arrivato fin qui si è dovuto subire i miei vomitini personali. Premiatevi con una medaglia o con una pasta al tonno, economica e talvolta soddisfacente. Che se un po' mi assomigliate, sì siete nella merda, ma almeno vi sentite meno soli/e, (includo anche persone non binarie , transgender etc nella mia supercazzola emo, ma scusate, faccio ancora fatica ad usare il linguaggio inclusivo con tutte quelle e strane. L'abitudine frega. Prometto che mi evolverò. )
Che poi ci ritroviamo con le frasette da boomer quarantenni su un tavolo da cucina a mangiare bistecche di pollo untissime dicendo: "la vita è una partita" con la bocca piena, perché ci piace la filosofia sporca. Una differenza? questa volta non ci si può sentire soli, perché non lo siamo. No, non è vero che lo sei. E non è vero che dovrebbe essere più semplice.
E cazzutamente, va bene così.
C.
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sono il giullare
quel che fa ridere ogni tuo commensale per paradosso, quello più serio dentro sto reame
vivo di storie realtà e pare
pare non rimanga manco più niente all'interno vuoto svuotato da gente ho dato il mio meglio a chi non l'ha apprezzato
per questo adesso sorrido di rado
inscena soltanto un sorriso forzato
sopravvissuto io mica soldato
al collo un proiettile accanto ad un tao
rincorro la morte e di che m'ha privato?
niente di fisico niente di statico m'ha dato m'ha preso in giro
m'ha reso vuoto sconnesso da loro, non più empatico automa schivo
nessuno vicino io sono il rimpiazzo
l'ultima ruota del fottuto carro
per le ragazze, non abbastanza mentre per gli amici non considerato
ho dato l'anima choosen undead, rimangono echi del mio passato
notte di caccia stasera baldoria la luna si tinge di sangue ed è rossa
morte m'hai tolto tutte le emozioni,
i sentimenti in piccole dosi
m'alleno soltanto per reggere i colpi
sul palco m'applaudono cazzo mi frega?
di voi nessuno ne vale la pena
tanto stare bene è una messa in scena
meglio il mio vuoto a una vita di merda
lotto le mie scelte tu chiamami Tenma
(m'appendo pe il collo e la corda si spezza)
riuscissi a pensare meno
sarei più tranquillo adesso
niente è come vorremmo ma ricorda che il game over è per tutti lo stesso
spesso le ombre che vedo e le voci che sento,
suggeriscono cose che è meglio non penso
sono Joel ma senza Ellie al collo tengo dei proiettili
provo qualcosa solo se fa male mi butto sul fondo, raggiunti i vertici (l'abisso)
Schopenhauer aveva ragione la vita è dolore e chi muore è felice
l'ho detto se muoio ritorno da morto rimango immortale come una fenice
coi fiori del male dati da Baudelaire
parlo a Zarathustra me l'ha detto Nietzsche
assorbo di tutto come un buco nero
assorto in pensieri tra siga su un letto tu chiamami Zeno
valgo di meno ma ne vado fiero ricorda che sono si il numero 0
l'amato da tutti che piace a nessuno
morirò solo:
piangendo al buio non chiedendo aiuto,
t'avrei voluto soltanto vicino
è vero gli altri ti danno di più ma in fondo nessuno t'ha mai capito
ricordi dicevo ti metterò in piedi, che sarei stato solo un trampolino
mi tieni accanto ma per egoismo
più mi avvicino più sono respinto
riesci a sentirlo all'interno il delirio
ogni cazzo di urlo si dietro un respiro
sono di passaggio non volevo crederci
avrei voluto, soltanto esserci
come la canzone, non posso perderti
io t'amo ancora ma tu non riesci
giacche di jeans messaggi in cassetti
oggi è 26 e sto ancora ad attenderti
io patetico e banale ho sprecato certe chance
l'amore di una vita ora chi me lo ridà?
su una strada in salita come verso casa tua
scelto di restare in vita senza te che senso ha?
riuscissi a pensare meno
sarei più tranquillo adesso
niente è come vorremmo ma ricorda che il game over alla fine è per tutti lo stesso
spesso le ombre che vedo e le voci che sento,
suggeriscono cose che è meglio non penso
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entelechia · 5 months
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Futuro anteriore
Anche la grammatica sa Che il tempo è un'illusione Fuori dai meccanismi della mente Allora a quel punto io posso correre Giusto? Voglio capirla, questa direzione. Lancette in avanti Quindi (s)corro verso domani Sorpasso i Natali Quella volta in cui ho bruciato il pranzo E quella litigata all'angolo della strada Passo anche la macchina nuova La classe che prepara la recita di fine anno Oltrepasso il cancello della casa nel verde Le passeggiate verso il corso d'acqua che ami fare Passo i viaggi Che belle le rughe del sorriso Vado oltre quello specchio Oltre le mani strette Che bello sei sulla sedia Ridi ancora nello stesso modo Ma non mi fermo, passo anche questo A quel punto è passato molto tempo pare Attraverso gli alberi che avevamo piantato, Sono affollati ma io vado avanti Stiamo piangendo, qualcuno ci ha lasciato Ti stringo più forte Ma sono ancora più in là, Vado avanti, Sto tenendo in braccio il bambino In tasca ci sono pietre raccolte al mare Ancora avanti Poti le piante perché stanno raggiungendo la finestra Sembra una mano tesa a dare aiuto Mi commuovo Corro oltre Ridi mentre mangi una fragola Non ricordavo più che sapore avessero nemmeno io Erano così quando eravamo giovani? Ma non posso fermarmi C'è altro, c'è altro! Cammino nel bosco Crescono funghi dappertutto Crescono e io se ne rompo uno chiedo scusa Mi conoscono bene loro e adesso è davvero chiaro Vado avanti, ancora Una collina Guardiamo fotografie invecchiate Ti chiedo, perché fa male anche se non è reale? Tra le lacrime continuo Corro anche se non so più correre Non sto correndo Non sto nemmeno camminando Sto dormendo? Ci sono dei sussurri E la stanza è così azzurra No, non è la stanza. È il cielo dalla finestra. No, nemmeno, è tutto azzurro. La vita è azzurra. Adesso sono quasi arrivata alla fine, è ovvio. Mi guardo indietro e questa linea del tempo è immensamente lunga. Sembra esserci un passato, ma non è passato, lo vedo accadere lì, mentre accade il resto. Io sento che è quasi finita, Ma qualcuno mi dice 'non può finire, non ha inizio' Non è qualcuno, sono io. Io senza me stessa? O davvero me stessa? A questo punto io credo che tutto sia solo piegato dalla luce Che vedo una lontananza che non è reale Perché l'azzurro è tutto L'azzurro non accenna a scolorire. Così tanto che, anche se sogno, forse, posso procedere. Si posso, c'è altro, ancora.
Apro una porta... Forse non è una porta Vado avanti E sono bambina, ti vedo cullarmi Ti conosco così bene, abbiamo passato una vita assieme Sei mia madre... Lo sei stata. Oppure devi esserlo, ma io sono sempre stata tua figlia. L'azzurro sbiadisce Io non so più cosa sia rimasto di me, se 'chi sono' è dietro la porta che ho aperto, ad aspettarmi E se sia poi così importante saperlo. Ora sono il nocciolo essenziale. Il seme, prima che cresca l'albero. Forse questo è tutto quello che devo sapere. Si, mi ritrovo al al punto di partenza E mi accorgo che per distante che mi sia sembrato andare Per quanto abbia creduto di correre, Non mi sono mai mossa davvero da qui.
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astra-zioni · 1 year
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Oggi tra un esame e l’altro ho aspettato in corridoio, dormendo quasi tutto il tempo. Ho spaventato la tizia seduta davanti a me perché ho fatto un incubo e mi sono lamentata. L’incubo consisteva nel mio psichiatra che si trasformava in mio padre - o viceversa - che abbracciavo e il quale pregavo di non andarsene mai più. Sono anni che non dico a nessuno che mi manchi, che sto male per la tua assenza; lo trovo inutile, gli altri che potrebbero dirmi, Sei morto, non c’è nulla da fare. Diventerebbe una scena patetica, il malcapitato starebbe lì imbarazzato senza sapere cosa dire. Anche quando ero piccola soffrivo perché non c’eri, quando mi lasciavi a scuola, e tutti i miei compagni piangevano perché gli mancavano i genitori, ma io no, mai. Non ho mai pianto, anche se mi mancavi, mi mancavi tanto, papà. È tutta la vita che mi sento la bambina che piange fuori scuola perché le manca il papà che si è dimenticato di venirla a prendere. Oggi che di anni ne ho 24 sono un po’ stanca di fingere che non mi manchi, che non ti pensi, che sia assolutamente normale sognare di implorarti di restare tra un esame e l’altro sulla poltroncina di un corridoio. Quindi, almeno per questa volta: vienimi a prendere a scuola papà. Sto piangendo come tutti gli altri bambini che fanno i capricci. Mi manchi. Sono ancora (e lo sarò per sempre) la bambina col grembiulino rosa che ti aspetta sotto scuola. Almeno per questa volta: vieni. Non farti implorare. Io ti aspetto. È tutta la vita che ti aspetto.
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pienadicicatrici · 1 year
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Non so più cosa fare con te, e dico davvero, mi sono stancata.
Quando avevo bisogno di te hai deciso di voltarmi le spalle insieme a tutti gli altri, ma ho deciso di non perdonarti questa volta. Ho preferito mettere me al primo posto per una fottuta volta e per quanto male abbia fatto e fa tutt'ora, credo di aver fatto bene.
Sapevi benissimo quanto io avessi bisogno di evadere, di scappare dalle persone che avevo attorno, non per quello che sono loro ma per l'aria che si respirava la dentro, mi stava lentamente uccidendo, e tu questo lo sapevi.
Sai quanto mi faceva male respingerti anche se in realtà volevo tornare ad avere quel rapporto? Sai quanto sto male tutt'ora quando mi scrivi e non ti rispondo perché effettivamente non so minimamente come risponderti, perché non sono mai stata una che manda via le persone come niente fosse, io passo tutti i giorni a riflettere se sia stata una scelta giusta o sbagliata, e non lo so.
Io ti avevo già perdonato, e nonostante ciò non ho mai perso la fiducia in te, in quel noi che ho sempre desiderato, ma non potevo ridurmi ancora in uno straccio perché tu puoi avere sempre tutto quello che vuoi così facilmente mentre io devo sudare per ottene 0.1% di quello che hai te.
Facile dire che ora sono io la stronza perché hai bisogno di me e io non ci sono, TU DOVE CAZZO ERI QUANDO STAVO MALE IO?
Quando tornavo a casa ogni giorno piangendo per lo schifo che chiunque mi stava sputando addosso? E non sentirmi a casa allo stesso tempo? E nascondermi e avere paura di essere vista perché altrimenti chissà che cazzo si pensavano.
Io avevo bisogno di te quanto tutti mi davate della diversa solo perché ho iniziato ad aprire gli occhi, a vedere la vita con gli occhi di una persona matura e non di una ragazzina che se ne sbatte di quello che ha attorno.
Non posso più scusarti, ma giuro che vorrei riavere quello che eravamo prima.
"non vuole che esco con te" e non siamo più uscite insieme io e te.
Poi sono io che mettevo la mia relazione davanti...
Quando ti volevo fare aprire gli occhi per più di un paio di corna che hai ricevuto, mi sono pure sentita dire "ma se lo lascio non mi regala la switch"
Eh sì, perché ora un oggetto vale molto più della tua dignità.
Non mi interessa più se hai bisogno di me, non mi interessa se non avrò più nessuno al mio fianco, preferisco stare sola che essere la seconda scelta di qualcuno.
Io ti ho sempre dato tutto, ho accettato molto di ciò che hai fatto a me, ma ora basta.
Come si può uccidere colei che ti ha tirato fuori dalla merda da sola e a mani nude?
Mi hai fatto male, molto.
Non sono più quella di prima, adesso hai ragione.
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orotrasparente · 1 year
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la scena è stata più o meno questa
mamma entra in camera: che prendo per cena stasera?
io mi giro, serio, la guardo: tu si n’omm e merd cirù
lei: sto ancora piangendo per quella scena
io: 😡🔫
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Sono le otto di sera di una domenica qualunque, fuori fa freddo e dentro è umido. Il week end è quasi giunto al termine, come vorrei non dovermi svegliare presto domani. Sono giorni che penso a dove sono, da dove sono partita, a tutte le aspettative che avevo e che sono state disattese. La vita è sorprendente. Sono arrivata qui con un’idea che è ora più lontana che mai. Era un salto nel vuoto, l’avevo scelto io, per una volta. Non essere obbligata a seguire un piano, vivere senza un disegno. Fra pochi giorni saranno quattro mesi, eppure sembra ieri. Il tempo scorre troppo velocemente, mi sembra di non averne affatto. Quante cose voglio fare, quante – sadicamente – penso che avrei già dovuto aver fatto. Imparare lo spagnolo, prendere il C1 di francese, studiare meglio la domanda di dottorato, dare gli esami per l’insegnamento. E’ tutto così banale. Non sono soddisfatta. Non è una novità. C’è sempre qualcosa di sinistro nella mia insoddisfazione, qualcosa di drenante. Uno pensa che l’insoddisfazione sia un incentivo, un motore in procinto di accendersi o di esplodere, ma per me non è così. Non provo alcun sentimento di rivalsa verso la mia insoddisfazione. Finisce che mi lascio inglobare da essa, prosciugare. Mi svuota, rende tutto insignificante. Riesce a rovinare persino le cose che amo, anche se alla fine sono quelle che mi salvano. Ora faccio un lavoro che non mi piace e scopro, non sorprendentemente, che non sono brava coi compromessi. So che non è solo questo: è la mia solitudine. Ogni volta me la prendo con lei, comincia a sembrare una scusa. Vorrei esserne certa, dopo ventitré anni ancora non lo sono. Non ho energie, non ho le forze di fare le cose più semplici, non so quanto tempo è che non esco di casa da sola se non per andare a lavorare. Non trovo la voglia di andare al cinema o di vedere una mostra; non ho amici, ma pensare di infilarmi in un locale per socializzare mi lascia indifferente, addirittura quasi mi stanca. Non so che succede. Non è l’indifferenza, non potrei essere meno indifferente. Non è la prima volta che mi sento così, ma non credo di essermi mai sentita così per così tanto tempo. Mi sento costretta, in qualche modo e da qualcosa. Spero che lasciare il mio lavoro sia l’inizio di una risposta. Dicono che la vita a un certo punto risponde. Non so quanto tempo ci vorrà, e questo mi atterrisce. Non voglio vivere così, ma – al solito – non so cosa fare. Mi sto piangendo addosso. Direi che non è da me, ma non è completamente vero. Ci sono lati di me tremendamente inerti e statici; questo è uno di quelli. La mia perenne insoddisfazione mi paralizza: se una cosa non funziona allora anche tutto il resto perde di senso. Non è la semplice incapacità di godersi le cose, è molto di più: è non trovare cose che valgano la pena di essere godute. Di solito questo è l’inizio di una spirale decisamente più drammatica. Dovrei sforzarmi, costringermi a fare ciò che non vorrei fare, lo so. Ieri Jesus ha detto una frase che mi ha colpita: è importante fare le cose quando non si ha voglia, aiuta a creare un ritmo. Mi chiedo perché io non riesca mai a costringermi. E’ un circolo vizioso o un cortocircuito su cui non ho il minimo controllo. L’avrò scritto mille volte: per me il benessere è euforia e la tristezza disperazione. Quando sto bene non ho freni, mi sento invincibile, piena di vita, irrefrenabile; non devo obbligarmi a fare nulla, e ho scoperto che riesco a tentare persino le cose per me più difficili. Pensavo fossero progressi indelebili. Il mio analista mi ripeterebbe che il progresso non è lineare, ed io so che ha ragione, ma non lo sopporto. Questo indietreggiamento, questa vigliaccheria. L’ho fatto una volta – mi dico – posso farlo di nuovo. Eppure non succede. Succederà di nuovo, ma sarà come ricominciare tutto da capo. Sono esausta, vorrei piangere, ma non accade neanche quello.
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