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#la collina degli stivali
ilvostrobecchino · 1 year
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Spaghetti westerns as text posts pt. 4 maybe I'm not sure
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almeriamovies · 1 year
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“Boot Hill“ AKA La collina degli stivali by Giuseppe Colizzi (1969) Bud Spencer and Lionel Stander crossing Tabernas Desert #Almeria
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lamilanomagazine · 11 months
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Giorgia Meloni lascia il G7 per toccare con mano il territorio devastato dall'alluvione in Emilia-Romagna
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Giorgia Meloni lascia il G7 per toccare con mano il territorio devastato dall'alluvione in Emilia-Romagna In Romagna- ieri- una domenica passata con gli stivali nel fango, a spalare e a pulire, a cercare di salvare il salvabile e pensare come ripartire. L'acqua lentamente si ritira da Faenza, Forlì, Cesena e dagli altri luoghi più pesantemente colpiti. E' ancora invece molto presente a Ravenna e dintorni, ma il pericolo che tutta la città vada sott'acqua sembra per il momento scongiurato. L'attenzione, però, non si abbassa. Anche per oggi è stata infatti confermata l'allerta rossa dalla protezione civile: non solo e non tanto per le deboli precipitazioni sparse che potrebbero esserci, quanto perché rimangono gravi criticità idrogeologiche e idrauliche. A cominciare dalla montagna e dalla collina che rappresentano un problema enorme: ci sono infatti oltre 300 frane censite sul territorio. "Il governo c'è. E' stata una tragedia ma può essere un'occasione per rinascere più forti". Dopo aver lasciato in anticipo il G7 in Giappone per rendersi conto di come l'alluvione ha massacrato l'Emilia-Romagna, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha toccato ieri con mano il territorio devastato tra Ravenna Forlì e Faenza e ha promesso "risposte immediate". Ha escluso che si possano utilizzare i fondi del Pnrr anche se è consapevole che serviranno "molte risorse" per riparare i "danni", ad ora difficili anche da stimare. Il programma resta riservato per molte ore anche per evitare "passerelle", racconta la premier uscendo dalla Prefettura di Ravenna ai giornalisti che la inseguono fin dall'ora di pranzo, quando dopo essere atterrata a Rimini fa perdere le sue tracce, mentre sui social girano video amatoriali del suo sopralluogo tra i paesi alluvionati. Paesi in cui presto, quando l'emergenza sarà finita, si recherà anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per portare solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite. Per martedì è convocato il Cdm, che discuterà dei danni e degli aiuti da distribuire, e per lunedì la premier ha fatto sapere che passerà tutta la giornata con i ministri per ottimizzare i provvedimenti. Ora che il peggio sembra passato, anche se la gente spala ancora il fango e prova a salvare il salvabile, bisogna pensare alla ricostruzione. Il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini del resto è stato chiaro: "C'è gente che ha perso tutto in casa e nella propria impresa, avremo bisogno di rimborsi al 100% come fu per il terremoto. Poi serve la ricostruzione materiale di ciò che ha ceduto - prosegue - oltre 600 strade, 300 frane attive. La collina e la montagna non andranno dimenticate, sono franati interi boschi e poi servono norme primarie e procedure speditive". Camicetta verde, pantaloni blu e stivali, la premier, accompagnata dal viceministro Galeazzo Bignami, ha girato in auto prima la zona di Ravenna, poi il forlivese e per non dare nell'occhio ha incontrato Bonaccini al casello autostradale di Forlì, per poi proseguire il suo giro a Faenza e di nuovo a Ravenna, incontrando sindaci e gente comune, "sono commossa", ammette. Intanto davanti alla prefettura di Forlì un gruppetto di giovani 'Fridays for Future' erano pronti a contestarla, senza sapere che non sarebbe mai arrivata. I soldi per gli alluvionati si troveranno aveva fatto sapere Meloni, ma non saranno quelli del Piano nazionale di ripresa e resilienza. "Credo che in questa fase sia necessario l'uso di altri fondi. Andranno in ogni caso mobilitate molte risorse - ha ribadito ancora - e anche qui il governo è già al lavoro per capire quali possano essere i fondi prioritari dai quali si possa attingere". La premier ha evidenziato che i 10-20 milioni che saranno stanziati al Cdm "servono per garantire adesso i soccorsi", ma servirà molto di più. "Il fondo europeo di solidarietà è uno di quelli che possono essere utilizzati" per questo. "Bisogna lavorare - ha aggiunto - sugli indennizzi e sulla ricostruzione ma questo richiede una stima completa e va fatto anche un lavoro sulla semplificazione delle procedure, questa forse ora è una delle cose più strategiche: capire dove debba stare la responsabilità, come facciamo a contare le risorse di cui disponiamo in tanti livelli istituzionali e cercare di concentrarle per spendere subito quello che possiamo spendere". La necessità principale, come ha sottolineato il sindaco di Cesena Enzo Lattuca, che dopo aver parlato al telefono con Meloni ha detto di prendere sul serio il suo impegno, è agire "in tempi celeri, altrimenti questo sentimento positivo che nella tragedia si è sviluppato si trasformerà in rabbia". Nel mentre, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha partecipato -sempre nella giornata di ieri, 21 maggio 2023- , alla riunione del Centro di Coordinamento dei Soccorsi (CCS) della Prefettura di Bologna. Erano presenti o video-collegati il capo del dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, i prefetti di Bologna, Rimini, Ravenna e Forlì Cesena, l'assessore regionale alla protezione civile, Irene Priolo, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e i vertici di enti e istituzioni delle zone interessate dal maltempo che sono impegnati sul fronte dei soccorsi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cinemasfutbol · 1 year
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alvadee · 6 years
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“Boot Hill” (1969)
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peter-ash · 3 years
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sslimbo · 5 years
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abatelunare · 4 years
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Ennesimo seguito
Secondo le informazioni in mio possesso, La collina degli stivali è il terzo film della nascente coppia formata da Bud Spencer e Terence Hill. In pratica, sarebbe il seguito de I 4 dell'Ave Maria (a sua volta seguito di Dio perdona... io no!). Anche se di seguito vero e proprio non si tratta. In ogni caso, qui Bud Spencer compare più tardi. E si parla di un'altra vendetta. C'è abbastanza ironia, anche se l'inizio è drammatico. E c'è anche una discreta dose di cazzotti. Più che nei due precedenti film, direi. Non è un capolavoro e la narrazione sembra più confusa. Però è pur sempre un film simpatico. Fra gli attori di contorno io segnalerei Lionel Stander e Woody Strode, famosissimi entrambi. Poi mi tacerei, non avendo altro da dire.
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Capitolo 1 - Assalto alla diligenza
  Arthur Morgan chiuse distrattamente il suo diario e lo ripose nella sua bisaccia. Erano passati diversi giorni dall'ultima volta che aveva fatto visita all'accampamento della sua banda; sapeva di dover risolvere alcune questioni importanti, ma aveva preferito allontanarsi per un po’, insieme ai suoi pensieri.   Spronò il suo paint horse di nome Boadicea e si diresse verso l'accampamento. La strada da percorrere era in una rigogliosa radura pianeggiante, con qualche fitta boscaglia qua e là. Molti animali stavano fuggendo alla vista del fuorilegge, ma Arthur li ignorò.   Fortunatamente aveva già cacciato diverse prede da portare a Pearson, sicuramente non le avrebbe cucinate al meglio, ma sarebbe già stato qualcosa e avrebbe contribuito. Dutch avrebbe sicuramente gradito.   "Dutch.. chi sa cos'avrà in mente questa volta." Arthur si sfiorò i capelli biondo cenere portati a spazzola e tirò su col naso. Dutch era sicuramente un personaggio particolare; carismatico, ma anche imprevedibile. In tutti quegli anni - quei venti lunghissimi anni - passati insieme a lui, Arthur non era mai riuscito a comprendere la sua vera natura.   Era il capo della banda di Var der Linde, da cui prendeva il suo cognome, ma era stato anche un secondo padre per Arthur. Lo aveva accolto - insieme al più anziano membro della banda, Hosea - quando era ancora un ragazzino e lo aveva allevato come un figlio.   Per questo, Morgan non aveva problemi a restargli fedele, nonostante il recente disastro alla banca di Blackwater fosse stata un'idea sua, e che ciò avesse comportato la morte di due membri della banda - oltre ad una sgradita taglia sulla loro testa -. Finalmente intravide le tende dell'accampamento e, con esse, anche Lenny. Il ragazzo nero stava facendo il turno di guardia e quando vide Morgan avvicinarsi, alzò la mano per salutarlo.   «Ooh.. frena, Boadicea» mormorò Arthur tirando le redini, avvicinandosi al ragazzo: «Hey Lenny! Tutto bene?» chiese. Lenny annuì e iniziò a raccontare qualcosa, ma Arthur non lo stava più ascoltando. Aveva altro a cui pensare. Lo salutò con un mezzo sorriso, continuando comunque ad avanzare, e finalmente raggiunse le staccionate per i cavalli. Lenny non ci fece caso, era ormai diventata un’abitudine, essere ignorato da Arthur.   Dopo essere sceso rapidamente dalla sella, accarezzò il manto overo di Boadicea e le diede uno zuccherino.   «Sei stata brava, oggi» la giumenta sembrò gradire il complimento e sbuffò entusiasta. La legò allo steccato e prese le carcasse degli animali che aveva cacciato - un cervo e qualche fagiano -, poi si diresse verso Dutch. Il leader della banda era di spalle e stava conversando animatamente con Hosea. Era un uomo anziano e saggio, che Arthur considerava anch’egli come un padre. Hosea lo vide e interruppe Dutch, lasciandolo confuso e offeso.   «Arthur, sei tornato!» il vecchio era sempre stato gentile con Morgan, con l'età che avanzava era sicuramente meno avvezzo alle scorribande, ma sapeva cavarsela comunque con il fucile. Arthur aveva imparato da lui; Hosea lo aveva considerato da sempre il loro miglior pistolero e Arthur aveva iniziato addirittura a crederci, con il passare degli anni. Arthur infine annuì ad Hosea «Sì, e ho portato con me un po' di provviste per il campo».   Dutch sorrise e annuì, ma il suo sguardo rimase serio. Aveva sicuramente qualcosa in mente e Arthur lo stava spazientendo.   Il pistolero caricò sulle sue larghe spalle il cervo e lo portò a Pearson, che lo accolse con un grido quasi animalesco. Era il suo modo per esprimere gioia, quindi Arthur lo lasciò fare. Aveva ancora diverse persone da salutare, ma notò lo sguardo furibondo di Dutch. Per il leader, Arthur era sempre sembrato un uomo fedele, ma iniziava anche ad essere stufo di rincorrerlo come un genitore fa con un ragazzino.   «Muoviti Arthur, dobbiamo parlare!» alzò la voce già naturalmente rauca e incrociò le braccia.     «Dobbiamo sempre parlare, Dutch» lo canzonò il biondo.     «È roba seria. Charles è riuscito a capire l'itinerario di una diligenza» Dutch sembrava davvero serio, così Arthur inclinò la testa da un lato e lo ascoltò.  «Sono tutt'orecchi» lanciò la sigaretta a terra e la spense con la suola dei suoi stivali neri.   «Una diligenza si avvicinerà a Strawberry per poi dirigersi a Blackwater. Sarà sola, senza protezione e con un bottino consistente. Potrebbe fruttarci parecchi soldi, Arthur» Dutch, come sempre, si emozionò al pensiero di recuperare l'ingente somma di denaro che avevano perso recentemente.   Arthur sbuffò e digrignò i denti. «Non lo so, Dutch. Potrebbe essere una trappola. L'ennesima.» Il leader della banda quasi ebbe un sussulto e spalancò gli occhi.   «Dov'è finita la tua fede?», disse con un leggero tremore nella voce.   Arthur sputò a terra «Nella banca di Blackwater. Insieme a tutti i nostri dannati soldi». Poco dopo intervenne Charles: un meticcio nativo e afroamericano con dei lunghi capelli neri e un fisico possente. Charles era capace di calmare le acque con poche parole. Parole che servivano ad Arthur per essere convinto.   «La tua quota sarà maggiore della nostra. Vero, Dutch?» Charles lo osservò rapidamente con aria seria, aspettando una sua reazione.   La reazione arrivò velocemente: «Ma certo. Quello che vuoi. Allora, sei dei nostri?». Arthur annuì con convinzione e si preparò ad assaltare la diligenza. Guardò per un attimo Charles e i due si a cambiarono uno sguardo d'intesa. Dutch decise di portare con sé pochi uomini, vista la facilità della missione: scelse Javier, Charles e Arthur. Loro sarebbero andati con lui e per Dutch potevano bastare.   Arthur salì su Boadicea e, dopo aver ricaricato le sue armi con sufficienti munizioni, galoppò insieme ai suoi compagni fino al bivio poco prima di Strawberry. I quattro si appostarono su un'altura e con il binocolo osservarono il territorio circostante. Aspettarono per diverso tempo. Arthur poté percepire l'impazienza di Dutch e, a maggior ragione, anche quella di Javier. Charles tra tutti era quello più tranquillo, nonostante la sua espressione estremamente seria e rigida. Arthur non era ancora del tutto convinto della facilità della missione, ma la sua curiosità era troppa.   Finalmente videro il carro avvicinarsi al bivio e Dutch fece segno ai suoi compagni di avvicinarsi. Sbarrarono la strada alla diligenza e questa si fermò cautamente.   Dutch fu il primo a parlare.     «Signori, mi scuso per il disturbo. Ci vorrà poco, mi serve solo che mi diate tutto quello che avete. Nessuno si farà male se farete come vi dico!» Dutch si passò una mano sui capelli mori e leggermente brizzolati. Alzò la sua revolver in aria per sparare, nel caso in cui le cose si fossero messe male.   Arthur si avvicinò insieme agli altri e si posizionò di fianco a Dutch. Erano tutti pronti a sparare. L'indice di Arthur sfiorava già il grilletto del suo fucile a canne mozze, ma il cocchiere non parlò. Non fiatò assolutamente, ma sparò un colpo in aria. Arthur aggrottò le sopracciglia, non capendo, poi vide quello che stava succedendo: dall'altura si avvicinarono diversi vigilanti, altri erano rimasti sulla collina e stavano puntando le loro armi contro i quattro membri della banda.   «Van Der Linde!» una voce stridula si avvicinò a loro «Vi do un avvertimento:c onsegnatevi a noi e non vi sarà fatto alcun male.. non ora, almeno». L'uomo emise un verso sordo e il suo sorriso era quanto di più viscido potesse esistere.   Arthur guardò Dutch, pregando che avesse un piano, ma lui non si mosse.   "Cazzo, andiamo Dutch! Fa' qualcosa!" pensò Arthur, spalancando la bocca nel tentativo di dire qualsiasi cosa.     «Ragazzi.. » la voce di Dutch sembrava calma. Puntò lentamente anche l'altro revolver che aveva nella fondina contro i vigilanti e sparò dei colpi ben mirati alla fronte, prendendoli in pieno.     «Ora! Via, via!» Il suo grido fece sobbalzare Arthur, che iniziò a sparare, cercando di non sprecare colpi preziosi. Arthur era un ottimo pistolero e fu facile per lui uccidere abbastanza uomini da avere un attimo di respiro. I quattro si rifugiarono dietro un masso e aspettarono che gli altri poliziotti si fermassero per ricaricare i fucili.   L'adrenalina era alle stelle e gli spari rimbombarono nelle viscere di Arthur. Charles sparò anche ai nemici che altrimenti li avrebbero presi dall'altura, proteggendo così Dutch, Javier e Arthur. I vigilanti si schiantarono a terra in poco tempo, ma sembravano quasi non finire mai.   «Non finiscono più, Dutch. Dobbiamo andarcene!» gridò Arthur nell'orecchio del suo leader, ma questi non ne volle sapere.   «No! Possiamo farcela. Stai con me!» urlò in risposta, sputando delle gocce di saliva sulla guancia di Morgan.   «Cazzo! Merda! Finisce sempre così. Ci ammazzeranno, Dutch. Andiamocene!» Arthur provò ad insistere, sparando quanto più possibile ai nemici, ma Dutch sembrò irremovibile. Il suo sguardo era carico di odio e disprezzo, il suo ghigno era qualcosa che raramente aveva visto nel suo volto. Non volle pensare a cosa gli stesse passando per la mente.   «Arthur! Dobbiamo fuggire, sto finendo le munizioni!» Charles cercò di parlare sopra alla quantità di colpi che riempivano l’aria carica di polvere da sparo. Arthur, dal canto suo, non sapeva minimamente cosa fare. Dutch era come in trance; la sua decisione l’aveva presa, ma per quanto ancora potevano resistere? Morgan era riuscito ad uccidere un discreto numero di uomini, ma sarebbe mai bastato? Sperò che quella non fosse davvero la sua fine. In cuor suo, sperò che qualcuno - o qualcosa - li salvasse. @makya-nuvakwahu
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circusfans-italia · 4 years
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CI HA LASCIATO NAZZARENO ZAMPERLA
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  Ci ha lasciato Nazzareno Zamperla detto “Neno” discendente dalla celebre dinastia circense titolare del Circo Zamperla, divenuto celebre come attore, stuntman, stunt cordinator e maestro d’armi per il cinema. Del resto alcuni dei migliori stuntman dell’epoca d’oro del cinema italiano (e non solo) sono italiani e tanti di origine circense, provenienti dalle famiglie Zamperla, Dell’Acqua, Colombaioni, Ukmar,..
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Nato nel 1937, aveva 82 anni. Ha recitato con registi come Fellini, Gassman, Michele Lupo e molti altri. Sulla storia della sua famiglia rimane celebre una curiosità che riguarda il nome del protagonista (un artista circense interpretato da Anthony Quinn) del film La Strada. Federico Fellini, infatti, coniò il nome Zampanò dal cognome Zamperla fuso col nome Saltanò (un altro celebre circo che collaborò alle riprese).
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Da sinistra Charlie Colombaioni, Aldo Dell’Acqua (quello biondo), Spagnolo (con le braccia incrociate), Rinaldo, Nani Colombaioni e Nazareno Zamperla sul set di La Collina degli Stivali Insieme al fratello Rinaldo, negli anni Cinquanta inizia a lavorare nel cinema appunto, mettendo da parte l’attività nel Circo. Nel 1952 viene notato dall'attore Frank Latimore, in cerca di un acrobata fisicamente dotato per fargli da controfigura nel film Capitan Fantasma. Due anni dopo viene chiamato da Fellini per La strada. Sotto la guida del maestro d'armi, Aurelio Musumeci Greco, impara l'uso delle armi bianche per risse e duelli nei film di cappa e spada, allora molto in voga. Il mestiere vero e proprio lo apprende da Yakima Canutt, controfigura di John Wayne, giunto a Roma a seguito del regista Robert Wise per le riprese di Elena di Troia, e da allora si dedica principalmente al filone dei film mitologici, nei quali fa da controfigura ai culturisti americani. Ha preso parte ad alcuni dei titoli più popolari del genere western e spaghetti-western, dove era presentato nei titoli come Nick Anderson, Nicholas St. John o Tony Zamperla. Ha affiancato Giuliano Gemma sul set e fuori per tutta la sua carriera, grazie alla loro grande amicizia. Ma sono davvero tantissimi i film a cui prese parte, anche se, come capitava sovente per gli stuntman, non sempre era citato nei credit. Porgiamo alla famiglia le nostre più sentite condoglianze a nome di tutto il mondo del Circo Italiano.
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Nazareno, Fernando e Rinaldo clown musicali al Circo Zamperla Read the full article
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ilvostrobecchino · 1 year
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Terence Hill as Cat Stevens, circa 1967-1969
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almeriamovies · 1 year
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“Boot Hill“ AKA La collina degli stivali by Giuseppe Colizzi (1969) Bud Spencer and Lionel Stander in Las Salinillas #Almeria
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Filmografía
In the Dough (1932)
The Scoundrel (1935)
Page Miss Glory (1935)
The Gay Deception (La alegre mentira) (1935)
If You Could Only Cook (Búsqueme una novia) (1935)
I Loved a Soldier (1936) (inacabada)
The Milky Way (La vía láctea) (1936)
El secreto de vivir (1936)
Meet Nero Wolfe (1936)
More Than a Secretary (Escuela de secretarias) (1936)
A Star is Born (1937)
The League of Frightened Men (1937)
The Last Gangster (El último gángster) (1937)
The Crowd Roars (El gong de la victoria) (1938)
The Ice Follies of 1939 (1939)
Los verdugos también mueren (1943)
Guadalcanal Diary (1943)
The Big Show-Off (1945)
The Loose Nut (1945) (voz, sin créditos)
The Kid from Brooklyn (El asombro de Brooklyn) (1946)
Who's Cookin' Who? (1946) (voz, sin créditos)
Specter of the Rose (1946)
The sin of Harold Diddlebock (1947)
Texas, Brooklyn and Heaven (1948)
Unfaithfully Yours (1948)
Wet Blanket Policy (1948) (voz, sin créditos)
Trouble Makers (1948)
Wild and Woody! (1948) (voz, sin créditos)
Drooler's Delight (1949) (voz, sin créditos)
Puny Express (1951) (voz)
St. Benny the Dip (1951)
The Loved Ones (Los seres queridos) (1965)
Promise Her Anything (1965)
Callejón sin salida (1966)
Seven Times Seven (1968)
Sentencia para un dandy (1968)
Gates to Paradise (1968)
C'era una volta il West (Hasta que llegó su hora) (1968)
La collina degli Stivali (La colina de las botas) (1969)
How Did a Nice Girl Like You Get Into This Business? (1970)
Per grazia ricevuta (1971)
Pulp (1972)
Mordi e fuggi (1973)
El puente de Cassandra (The Cassandra Crossing, 1976)
New York, New York (1977)
Matilda (1978)
1941 (1979)
Transformers: la película (1986) (voz)
La bruja de mi madre (1989)
Cookie (1989)
The Last Good Time (1994).
Créditos: Tomado de Wikipedia
https://es.wikipedia.org/wiki/Lionel_Stander
#HONDURASQUEDATEENCASA
#ELCINELATELEYMICKYANDONIE
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cinemasfutbol · 1 year
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cinquecentesimi · 4 years
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Ventidue ottobre, di una sera sull’altalena, prima della seconda ondata
Dondolava. Ricordava quella sera perché dondolava ovunque. Dentro casa, quando al secondo bicchiere di vino già ondeggiava impercettibilmente, anche se nessuno se ne accorgeva tranne lei. Tutti se ne sarebbero resi conto ore dopo quando prese la parola e dondolando su una sedia e poi in piedi, spostando il peso da un piede all'altro, tenendo un ritmo tutto suo, si lanciò in una tirata 'sconclusionata ma con tocchi di genialità', come l'aveva definita la sua amica, la padrona di casa, sull'essere single durante una pandemia. 
Prima, quel giorno, era un venerdì, fine settembre, aveva controllato e chiuso pratiche in ufficio. Una giornata monotona dove tutto sembrava fosse fermo, in attesa di qualcosa. Magari di una nuova estate, più facile di un ottobre che non fosse da affrontare come una serie di ultime cose da fare, prima di un inverno che si presagiva troppo lungo. Quel giorno, quella sera, era fine settembre, il più preoccupato dei suoi amici aveva dichiarato appena terminata la cena, con una certa solennità, che avrebbero chiuso tutto di nuovo e tutti avevano iniziato a parlare di ondate, curve, grafici, soglie, sciorinando opinioni corroborate dall'aver letto un brandello di informazione in più e da un comune sentire di un'ansia generalizzata. All’ennesimo numero buttato lì, per poi aprire il telefono per controllare, per dimostrare, lì, lei era uscita dalla sala. Le risultò insopportabile affrontare un'altra conversazione del genere. Era già in piedi e proprio scivolò attraverso la porta per poi scendere la scala che portava sul retro, entrare nel garage e poi sbucare fuori, davanti a un vecchio albero che delimitava la casa, lì dove c’era un’altalena.
La catena consunta, una patina di ruggine a certificarne l’età, a sostenere le due assi di legno che iniziavano a raccogliere un velo di umidità notturna percepibile mentre si sedeva. Iniziò a muovere le gambe troppo lunghe per le misure dell'altalena, a puntare i piedi fasciati da un paio di stivali che inneggiavano all'autunno incombente, la padrona di casa che l'aveva presa in giro, ‘c'è chi indossa ancora le havaianas e chi passa dritta agli stivali da inverno’ senza riconoscere l'impegno che lei aveva messo durante l'estate, in costante tour fra i mari italiani, una puntata sulla costa ligure, una settimana in Romagna, un lungo giro sul tavoliere laggiù dove si era sciolta di caldo e rinvigorita grazie alle amiche che con lei avevano condiviso il viaggio, le lunghe serate a raccontarsi storie, un po' sempre le stesse, alcune nuove, ovviamente le più interessanti. Qualcosa dell'altalena cigolava appena, quasi un pigolio. Seduta, mentre puntava i piedi, dandosi un minimo slancio, vedeva la finestra aperta, uno squarcio giallo nel buio della vecchia casa appoggiata su una collina, dove la sua coppia di amici si rifugiava durante l'estate anche adesso che i figli erano grandi. Quanto erano grandi? Non lo ricordava mai ma evitò di fare i conti. Ne aveva fatti troppi di conti in quell'estate dove si era scrollata di dosso, macinando chilometri, il troppo lavoro durante quel maledetto lockdown, i troppi pensieri. In giro da sola, in compagnia della sua più cara amica, a zonzo, come si diceva, con altre amiche, alcune recenti, altre le solite. L'altalena accelerò troppo per un istante, quasi avesse vita propria. Lei si preoccupò in quell'istante di farsi male, di avere spinto troppo. Avrebbe retto? Quanto tempo era che nessuno la usava? Poi il cigolare si fece più morbido, lo prese come un via libera, spinse ancora, le punte degli stivali che sollevavano una piccola nuvola di polvere. Si alzò sempre più, le gambe tenute all'indietro, il busto slanciato in avanti, per poi scendere, puntare i piedi e risalire un poco di più. Voleva vedere dentro la finestra, rubare parole senza sapere come sarebbe finita la discussione, poi voleva vedere oltre la casa, proiettarsi su un panorama diverso, cosa c'era di là, un prato enorme, una collina spoglia, un paese nuovo, voleva andare di là e poi oltre, voleva librarsi sul mondo, lanciare i pensieri nel buio o verso le stelle che brillavano sopra di lei, quasi a guardarla a incoraggiarla mentre saliva, saliva, spingeva puntando i piedi e saliva ancora a vedere possibilità e lasciare che il vento le strappasse di dosso i pensieri, prima di iniziare quello che sarebbe stato un lungo autunno e poi un lungo inverno, tutti glielo dicevano, come una profezia auto avverante.
Mentre si lanciava, sentì il vuoto, il niente, il silenzio che la sollevava, che la incoraggiava, chiuse gli occhi e poi la sua amica la chiamò. Eccoti, le disse. ‘L'altalena funziona ancora’. Lei aprì gli occhi. Era seduta, si dondolava appena.   Forse aveva rallentato, inconsapevole, lasciandosi cullare da quei minuti di una serata placida, lontano da tutti, rallentando il ritmo del suo dondolio, rallentando i pensieri. Il saluto dell'amica accolto con un moto di stizza per il disturbo, per avere interrotto quel momento dove i pensieri si erano acquietati, una benedizione di cui avrebbe fatto tesoro e mentre rispondeva all'amica con una battuta stanca sul tornare giovani spingendosi su un'altalena, pensò che avrebbe ricordato quel dondolio, quel pigolare diventato amico in pochi minuti, le avrebbe fatto compagnia nei giorni a venire, nell'inverno che, lei lo sapeva, lo sentiva, gliel'avevano detto tutti, sarebbe stato molto lungo. 
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alvadee · 3 years
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Victor Buono in “Boot Hill // La Collina Degli Stivali” (1969)
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