Tumgik
#lucafattore
ricordounbacio · 2 years
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Ho dato così tanto amore a lei, che ora non mi ricordo più come ci si ama.
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Scappo non di paura, ma per rancore, rancore per avermi lasciato andare.
(via frescosoffiodivento)
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ricordounbacio · 3 years
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Teatro Italia, Venezia.
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ricordounbacio · 5 years
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Tu.
Ho detto così tante volte “Sei bellissima” alle persone che per un periodo della mia vita neanche le parole avevano un senso e tu sai quanta importanza do alle parole.
Ricordo la prima volta che ti ho vista: capelli lunghi e ricci, occhiali e due occhi marroni pieni di semplicità, già in quel momento io pensavo “E’ bellissima”, ma non aveva senso dirlo ad una persona che avevo appena conosciuto.
Tu lo faresti mai? Andare a dire ad una persona appena conosciuta “Sei bellissimo?”, sarebbe strano, no?
Eppure tu lo eri, ma non te l’ho detto quella sera.
Non credo di avere reagito a nessun altro: “Sei bellissima” dopo quella sera, riferito a nessun’altra, almeno non con lo stesso sguardo che ho dato a te in quel lontano Agosto 2016.
Mi è capitato di guardarti altre volte dopo la famosa prima sera che ti ho conosciuto, dove ti abbia osservato e pensato solo a: “Wow, è davvero bellissima” .
Sto parlando di quando la mia scelta tra tutte le ragazze dell’universo era centrata su di te, te e basta.
Avevi un vestito nero, capelli lunghi, ma piastrati e lisci, sempre con due occhi pieni di semplicità, ma con tanta voglia di essere se stessa ed amata, ma ancora non sapevi cosa potesse realmente significare tutto ciò.
Strana la vita.
Ti mette davanti a persone che non conoscevi prima e ti dice solo: “Gestiscitela tu ora, io vi lascio soli” e tu ti devi arrangiare.
Ho fatto tanti errori prima di mettere la testa a posto e tu lo sai, tu li hai vissuti i miei errori, ma non c’è stato giorno in cui tu mi facevi sentire una persona migliore.
Dopo mesi, eccomi ancora lì, a pensare a te e ancora una volta alla famosa frase: “E’ bellissima”.
Io vivevo all’estero e tu, senza pensarci due volte, senza scappare troppo dalla realtà, sei venuta a trovarmi e come sorpresa ti ho portato a vedere un Musical.
Quella sera però è stata l’ultima volta che ho pensato: “E’ bellissima”.
Si.
Non aveva più senso dirlo. Non mi piacevi più, non come prima.
Quella sera avevi capelli, sì, ricci, ma più corti, li avevi tagliati e ci stavi pure bene.
Quella sera però, come ti stavo dicendo, fu la sera in cui ho smesso di vederti come quella ragazza con occhi pieni di semplicità.
Eri cambiata, non eri più tu.
Quella sera, per la prima volta, ho pensato: “Lei è davvero perfetta per me” e non c’è giorno che passa che io non lo pensi.
“Sei perfetta” questo è quello che penso ogni mattina alzandomi dal letto, guardando il tuo messaggio del “Buongiorno”.
Ho detto così poche volte “E’ perfetto” alle persone che, solo quando sono sicuro di poterlo dire, uso quelle parole e tu sai quanta importanza do alle parole.
“Sei perfetta lo sei davvero, per me”.
- Ricordounbacio -
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ricordounbacio · 7 years
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Sei bellissima, lo sei sempre stata.
Era passato così tanto tempo che ciò che ricordavo di lei ormai era solo il suo nome. Non ricordavo nemmeno quanto fosse bella con i capelli legati a coda di cavallo, le bastava un semplice elastico nero fra i capelli, e, rimaneva sempre bellissima. “Ciao” mi disse, ma senza la paura di sembrare sciocca. “Ehi” risposi io, confuso. “Come stai?” esitò. “Sì...” aggiunsi, non aveva senso, non aveva per niente senso, ma fu l'unica cosa che mi venne in mente in quel momento. “Si cosa?” rise sopra lei. “Sì... Cioè, sto bene...” la guardai e a voce abbastanza alta dissi: “...Mi manchi”. Doveva rimanere un pensiero, ma con lei i miei pensieri dovevano essere detti a voce alta, era una nostra promessa, fatta tempo addietro. Non mi esprimo molto con le persone, so che feriscono e quindi meno la gente sa di me, meglio è. Eppure, ricordo che lei un giorno mi disse, di punto in bianco: “Tu, ogni volta che fai un pensiero, di qualsiasi tipo e sei con me, devi dirlo a voce alta”. Quando le uscì dalla bocca quella frase, io iniziai da quell'istante, dicendole: “Sei bellissima” e lei sorrise. “Si... Cioè, sto bene, mi manchi” dissi a voce abbastanza alta. “Stai mantenendo la promessa fatta, bravo! Anche io sto bene! Sono stanca, ma tutto sommato me la cavo” finì lei. Mi diede un abbraccio e se ne andò per la sua strada. Non ricordavo i suoi capelli con un elastico, figuriamoci se mi fossi ricordato un suo abbraccio, così mi girai, le bussai alle spalle e non appena si girò la baciai. Fu un bacio inaspettato, freddo e caldo, per niente umido. “Cosa.. che...” era confusa. “Ho sempre avuto questa curiosità” “Ovvero?” sempre più confusa. “Non ho mai provato le tue labbra, me ne sono andato prima di poterle provare, credendo che, non appena fossi tornato, sarebbero state lì ad aspettarmi... Ma la vita non è fatta per le attese, la vita è fatta per essere vissuta...” “Non capisco...” m'interruppe. “...Nemmeno io” dissi io “...solo che dovevo provarle, ero incompleto e mi dispiace, ma avevo bisogno di viverti, almeno una volta”. “Ma..” “Scusa” dissi io, mi girai e tornai sui miei passi. Non mi girai, non volevo, non sapevo nemmeno cosa avrei voluto che accadesse; eppure accadde qualcosa. Mi busso le spalle, mi girai e con tutte le giustificazioni, mi tirò uno schiaffo in faccia. “Tu mi conosci! Coglione” urlò. “Io... non ricordo più chi sei” dissi, toccandomi con la mano fredda la guancia colpita. “Tu mi conosci benissimo e sai che...” notai i suoi occhi, erano lucidi. L'ultima volta che la vidi con la stessa espressione, fu la volta che decisi di provare una nuova vita, lontano da tutto e tutti. “Tu sai che sono la stessa persona che hai descritto, prima di partire a migliaia di chilometri da tutti e da me.. ricordi?”  “...Fragile come una foglia, ma robusta come le radici di un albero” conclusi la sua frase. “Sì.. Sono sempre io. Tu eri la mia ninfa e io il tuo albero preferito” disse con una lacrime che le scendeva sul lato sinistro del viso. “Ho voglia di baciarti...” fu un pensiero, ma non mio. “Cosa?” dissi, confuso. “Ho voglia di baciarti... questo fu quello che pensai prima che tu riaccendessi la macchina, alle 3 di notte, nel parcheggio sotto casa mia, prima di partire per l'avventura della tua vita... Ma poi ho pensato: se glielo dico, lo fermerei e basta. Lui deve vivere la sua vita. È il meglio per lui.” “Testa di cazzo.” urlai io “...Io avrei voluto baciarti, non tu a me. Io. Ma poi ho pensato, lei deve fare la sua vita e io non posso farne parte da distante, lei deve essere amata da qualcuno che ci possa essere sempre, in ogni momento.” conclusi, con gli occhi ormai pieni di sentimenti trasformati in lacrime. “Tu...” disse. “Sei bellissima” continuai io. “Tu, sei la testa di cazzo” aggiunse lei. “E tu sempre bellissima” conclusi. Le diedi un abbraccio così forte che le sue costole erano quasi a contatto con le mie. Passai poi le mie dita fra i suoi occhi, asciugandoli e chiedendole di dirmi sempre ciò che pensava, in qualsiasi occasione. Lei sorrise, rispose che l'avrebbe fatto sicuramente, poi, con tutta la sua eleganza, mi salutò e con un sorriso, tornammo alle nostre vite, senza più vederci per un periodo, che ormai, dopo anni, non ha più importanza.
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ricordounbacio · 7 years
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Fragile come una foglia, ma robusta come le radici di un albero.
ricordounbacio (G)
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ricordounbacio · 7 years
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Break time.
For more photo follow me on instagram: luca_fattore
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ricordounbacio · 6 years
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perche non rispondi??
Ho riattivato ask.fm : questo è il mio profilo: https://ask.fm/LucaFattore
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ricordounbacio · 7 years
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Era finita già da tempo, ma la speranza che potesse rinascere qualcosa tra di noi mi rimaneva sempre. Eravamo in macchina e ricordo le sue labbra muoversi, ma senza un vero suono, senza un vero perché. “Hai mai pensato ad un futuro, dove ci siamo noi due assieme? È solo curiosità” chiesi. “Uno serio serio?” ribatte. “Si, uno dove, anche se ora non siamo più niente, dove io e te viviamo dentro una casa, con dei gatti, che a te piacciono tanto e con dei figli... o anche no.. Si, insomma, un futuro assieme..” chiesi sentendomi totalmente stupido. “È capitato una volta, ma non c' ho mai pensato sul serio, sembrerebbe una cosa carina... a cui pensare...” rispose, sentendosi in imbarazzo. Siamo sempre stati così: litighiamo e poi torniamo, per poi tornare sempre al punto di partenza. Siamo un grande punto di domanda. “Io ti vedo in cucina, poco prima di cena, mentre stai per cucinare una pasta. La pentola calda è già piena d'acqua sul fornello e non appena mi vedi entrare da quella porta, fai un sospiro di sollievo. Non perchè sono tornato da lavoro e sei felice di vedermi, beh anche quello, ma soprattutto perchè sai di essere un disastro in cucina e speri che io arrivi prima, proprio per cucinarti qualcosa che tu adori.” dissi fantasticando a voce alta. “Ma smettila, che io so cucinare meglio di te! Potrei anche cucinare ora, solo che sono stanca e i miei genitori stanno dormendo” rispose, facendomi tornare al mondo reale con quell'ultima frase. “Io fantastico su un mondo parallelo e futuro con te, quando non so nemmeno chi sono ora. Per poi tornare al vero punto di partenza: spariamo dalle nostre vite senza un valido motivo.” ribattei. “Pensi mai a questo?” chiesi. “A questo cosa? Al fatto che ci troviamo per parlare e poi finiamo col salutarci con nemmeno uno sguardo?” chiese lei, quasi come domanda retorica, ma per sicurezza risposi: “Si” “Certo che ci penso! Ci pensò non appena esco dalla tua cazzo di macchina! Prima penso: ma perchè è così coglione e poi penso, perchè cazzo non mi bacia invece di dire tutte quelle stronzate!” “Tu, tu... Tu cosa?” urlai, fermandola. “Io, tu... tu cosa? Cioè..” e la situazione cambiò, mi fece quasi un rimprovero: “sai, sei bravo a cucinare e c'hai ragione sul fatto che dovresti cucinare tu nel nostro futuro. Sei bravo a letto, sei bravo nel parlare, in quasi tutto, sei perfetto. Eppure non appena salgo qui dentro spero di finire con un tuo bacio e non con il litigare, ma non accade mai.” concluse, con tono triste, a pezzi. “Senti, io non è vero che sono perfetto, ma guardami, guardaci, siamo sempre qui. Io voglio cambiare quel punto di partenza che dobbiamo affrontare ogni volta. Io sono qui per dirti che ho bisogno di te nella mia vita. Sono stanco di litigare e perderti per mesi, quando quei mesi potrei passarli con te” aggiunsi io. “Si, sarebbe proprio un sogno..” concluse lei. La guardai e ricambiò fissando il mio volto. “Tu lo sei, ragazzina” conclusi io. “Forse è meglio che me ne vada” disse lei. “Stai...ancora poco, anche se in silenzio. Voglio avere un'ultima volta il tuo profumo così vicino. Ti prego, ancora per poco” le chiesi e acconsentì. “Un'ultima domanda.. puoi sparire dalla mia vita?” pronunciò lei dopo momenti di silenzio. “Potrei, ma non ci riuscirei” risposi con tutta onestà. “Perchè, perchè è così difficile capire che non ti voglio nella mia vita” obbiettò, con le lacrime in viso. Mentiva, me lo sentivo, glielo si leggeva tra gli occhi che se ne voleva andare per non soffrire più. Non so se baciandola le avrei rovinato o migliorato la vita. “Sono un coglione” pensai: “Sono un senza palle, devo fare qualcosa” mi dissi. La guardai e senza un perchè le dissi: “Vattene”. “Cosa?” chiese, “vattene da qui” risposi. Si asciugò le lacrime con eleganza e senza che ci scambiassimo nessuno sguardo aprì la portella della macchina e se ne andò. Sapevo che avrebbe sofferto e sapevo che avrei sofferto pure io. Rimasi fermo nel parcheggio davanti a casa sua per alcuni minuti, in silenzio e con la macchina spenta. Era inverno, faceva freddo, ma il mio cuore lo era di più.
ricordounbacio 
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ricordounbacio · 7 years
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Scusami” dissi, fu la prima cosa che mi venne in mente. Eravamo in camera sua, piccola a parere mio, bianca e con uno specchio dove potersi guardare tutto per intero. Il letto dove avevamo appena finito di fare sesso, pieno di pieghe e con il cuscino al suo non posto, sapeva di lei. La guardai rivestirsi, è sempre bello il dopo. L'imbarazzo che c'è nel aver finito di essere una cosa unica è sempre diverso. Lei aveva l'abitudine di mettersi il reggiseno, come primo indumento, ma prima si toccava i capelli e li passava tutti dalla parte destra del collo, liberando quella sinistra. Io partivo, sempre, tutte le sacre sante volte, sempre, alla ricerca di qualcosa, andando a posare le mie labbra su di esso. Lei sorride sempre, come se fosse un ringraziamento, come se fosse un “se vuoi sono ancora qui” e delle volte funziona, altre, non proprio. Quella volta spostò i capelli, ma non la baciai, la presi a me e la strinsi. “Scusami” dissi. “E di che cosa scemo?” chiese, cercando le mie labbra. “Di essere così!” risposi. “Così come?” chiese e dopo il secondo bacio, che lei mi rubò, le presi i fianchi e con quella poca forza che avevo, la portai al centro del letto. Con le gambe mi misi sopra di lei e con una leggera forza portai il suo corpo a stendersi su tutto il letto e dopo quello sforzo, le rubai un terzo bacio. “Così come?” insistette. “Le donne...” pensai e mi feci una risata. Le donne non dimenticano nulla, ne una parola, ne un gesto, ne una sensazione. “Scusami per essere così come sono” conclusi. Mi guardò come se quello che stessi dicendo non avesse un vero senso e fece qualcosa con le sue gambe e nel giro di un secondo ci ritrovammo nella posizione opposta. Lei sopra, io sotto. Significava una cosa sola: guerra all'ultimo bacio. Mi prese le mani, mi baciò il collo, sapendo che ne soffro il solletico e senza che io la respingessi mi ritrovai pure con le mani bloccate dietro la mia schiena. Con le sue cosce si aggrappò al mio corpo nudo, come un animale selvaggio alla ricerca di affetto e fece quello che più non riesce a fermarmi star fermo, i soffioni con la bocca su tutto il corpo. Poi mi guardò e chiese nuovamente: “Scusami per essere così, come?” e non smise di soffiare, andò avanti per qualche minuto, mentre io cercavo di non ammettere ciò che volevo dire, finché non ebbi  trovato il tempo e il fiato per risponderle. “Ti amo” urlai, esausto, quasi come se fossi stato sotto tortura. Si fermò e si mise a guardarmi, io la spostai come se fosse la mia carta vincente per uscire da quel gioco, portandola nuovamente sotto di me e iniziò così il mio turno. Le presi il collo e cominciai a soffiarci come se avessi dovuto fare una gara a chi gonfia il palloncino più grande e in pochissimo tempo, sperando che lei non avesse realmente sentito. Lei rise, ma mi chiese di fermarmi nell'immediato. Lo feci, smisi di soffiare e mi allontanai da quel collo dopo due ultimi baci. “Cosa hai detto?” mi chiese, con voce ferma, forse, se mi permettete, fermissima. Avreste dovuto guardarla, forse non se l'aspettava, forse non si sarebbe mai aspettata che la mia prima dichiarazione sarebbe stata cosi: lei sotto di me, mezza nuda e bloccata dalle mie gambe, durante la nostra lotta a letto. “Cosa mi hai detto?” chiese nuovamente, con lo stesso tono di voce. Sembrava triste, aveva gli occhi dilatati, la bocca un poco socchiusa e mi fermai pure io a guardarla. “Sei sempre così bella?” chiesi io. Apparve il silenzio in quella stanza piccola e bianca, con il letto pieno di pieghe dopo una bella scena d'amore e con i nostri vestiti sparsi ovunque. Lei rimase pietrificata, io la guardai ancora un volta e capii che quel gioco era finito. Gli occhi, senza una vera spiegazione, mi appannarono la vista, lei cercò di dire qualcosa, ma non volevo. Era veramente bellissima. Volevo immortalare ancora una volta quel momento, ma la vista non me lo permetteva, le lacrime che si erano formate, non me lo permettevano e non volevo che mi vedesse debole per lei. Scesi dal suo corpo, continuai a tenerle bloccate le mani dietro la schiena e cominciai a baciarle tutto il corpo. Iniziando da non appena sotto le coppe del reggiseno, prendendone uno in mano e scendendo verso il suo essere, facendola poi diventare mia. Era mia, sentivo il suo corpo venire in contro al mio e la musica era rincominciato. Avevo voglia di lei. Era così bella che quella volta, mentre facemmo l'amore, i suoi occhi che osservavo da più vicino, si riempirono di lacrime un paio di volte e mentre lei mi sorrideva, l'amavo sempre di più.
ricordounbacio
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ricordounbacio · 7 years
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Ho pensato che forse, se scrivessi la verità su di me, potrei stare meglio e magari trovare il coraggio di dirti una cosa importante. Spiegartelo mi viene difficile, non ho paura di dirtelo di per se, ma ho paura di renderti meno fiero di me. Si, lo so, sembra una sciocchezza, dopotutto mi hai cresciuto tu, mi hai fatto sentire il bambino più felice della terra e non sarò mai grato per questo e sappi che non ho paura di te, dopotutto sei mio padre. Mi hai sempre fatto domande, per tua curiosità e per parlare di argomenti da uomini, sulle ragazzine della mia classe sin dalle medie, su chi mi piacesse, su chi fosse solo una amica ecc. Io ti rispondevo con ciò che tutti dicevano, ma che non ho mai pensato: Eleonora, la ragazza dagli occhi stupendi, Emma, dal seno più prosperoso, Angelica che sembra quasi una modella ecc. Papà, ancora non riesco a dirtelo, anche se non sto parlando, anche se sto solo scrivendo e tu non sei qui vicino a me, non riesco ancora a dirti la verità. Una parte di me spera che; se mai tu dovessi leggere questa lettera, non possa ancora capire ciò che voglio realmente dirti, un'altra parte di me invece, lo urlerebbe al mondo intero. Papà, io sono attratto dai ragazzi, papà, sono gay. Mi sento stupido nel dirtelo, ma mi sento già meglio. Scusami se ti ho ferito, posso capire, non sono ciò che realmente t'aspettavi, ma non posso nemmeno negarmi ciò che sono. Dio, mi sento libero, mi sento volare. Il solo pensiero di avertelo detto, anche se attraverso una lettera e anche se tu devi ancora leggerla, mi fa sentire come se finalmente avessi capito chi sono in questo mondo. Eppure ho il timore di vedere la tua reazione non appena leggerai questa lettera, spero tu arriva fino alla fine e se non dovesse essere così, per favore, dimmi qualcosa, qualsiasi cosa, ma non ti sentire ferito. Sei il miglior padre che io potessi mai avere, anche se non mi accetterai per ciò che sono, io ci sarò sempre per te. Se mai non mi vorrai più, lo capirei, ma sappi che ci sarò sempre per te, come tu ci sei sempre stato per me. Voglio dirti un'ultima verità e probabilmente dopo di questa, mi sentirò ancora più libero. Sono innamorato. Non ha importanza il suo nome, non ha importanza di dove sia, non ha importanza niente, ciò che voglio che tu sappia è che: sono felice. Mi viene sempre incontro quando sono giù, mi fa sentire a casa con un solo abbraccio, parlare con lui mi fa sentire meglio e va pure bene a scuola. Avete tante cose in comune, ti piacerebbe... Scusami, forse sto fantasticando troppo, sto vivendo un mondo che magari tu non accetti e che forse non accetterai mai. Forse non arriverai nemmeno a leggere questa parte, perchè ti sarei fermato prima. Se stai leggendo invece e mi stai accettando per ciò che sono allora ti prego continua, altrimenti fermati ora, ridammi la lettera e prenditi il tempo che ti serve. Solo, non mi odiare, non mi accetterei più. Papà, questo è il momento di darmi la lettera indietro o di continuare. Sono gay, sono innamorato di un ragazzo stupendo e... Papà, ho fatto l'amore con lui. L'ho detto... Ora sono io terrorizzato, mi sto confidando con te, sto dicendo la verità a te, sono qui per te, per dirti che... Papà, ti voglio bene. Grazie per ciò che m'hai dato in questi anni e ora, è giusto che tu conosca tua figlio per ciò che è elementare. Ho fatto l'amore con lui, è stato intenso, ci guardavamo nei occhi come due non esperti della materia e come due bambini che stavano diventando due uomini, assieme in un unico gesto. Se ora sei arrivato a questa parte della lettera, ti prego, fai qualcosa, tirami uno schiaffo per non averti detto la verità, dammi un abbraccio per farmi sentire più umano, piangi, come sto facendo io in questo momento. Papa, ho solo bisogno di sentirmi dire che va bene così, che non sei arrabbiato e che rimango sempre il tuo bambino. Papà, scusami, ti voglio bene.
ricordounbacio
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ricordounbacio · 8 years
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Stonehenge and my world. Instagram: luca_fattore Snapchat: ricordounbaciot
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ricordounbacio · 8 years
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ricordounbacio · 9 years
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Immaginare di essere chiunque o qualsiasi altra cosa non costa nulla, essere se stessi, quella si, che è la vera sfida.
Luca Fattore - ricordounbacio
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ricordounbacio · 9 years
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Amare per poi diventare sconosciuti.
Luca Fattore - Ricordounbacio
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