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#mapas2
giudittapills · 2 years
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Día 3. Santa Fe, Playa, La Habana. Cuba. Anche questa volta, sono stata alla Puntilla. Il nostro é un amore di quelli un po’ strani, controversi. La puntilla fu un luogo meraviglioso, la playa mas linda prima della Rivoluzione e di vari, tremendi disastri meteorologici. Da quando la conosco io, però, é un posto tutto scassato. Che amo. Come amo Santa Fe, un municipio fuori da L’Avana, anche lui un po’ scassato ma pieno di ricordi, amici e che resta nei miei programmi per il futuro. Ho passato il tempo chiacchierando e prendendo la luce accecante del cielo, quando qui è coperto. Il mare era una tavola, la temperatura una meraviglia mentre fuori l’aria a tratti si raffrescava per poi tornare a salire in umidità. Ho finalmente visto la Casa di Cultura, che stiamo tutti aspettando da tempo, prendere un po’ della sua forma. Ci ho trovato dentro, proprio davanti all’ingresso una foto scattata da me, per il progetto #Mapas2 realizzato qui con ARCS e Arci Liguria. Ricordo quella stessa foto girare, esposta anche a Genova, Holguin. Mi ha emozionato trovarla li, unica immagine sulla parete. È bello sapere di avere un luogo nel cuore, amici a cui si vuole tanto bene e di essere ricambiata, pensata, “esposta”. Tanto così. Al pensiero di allontanarmi, da Santa Fé e dalle sorelle che sento di avere in questo paese, il cuore mi fa già male. Ma lo sapevamo che sarebbe andata così, io e il mio cuore, già prima di partire. Mi sento, comunque, tanto grata di queste vite che vivo e felice degli amori controversi che ho. #giudittapills #cuba #friendship #hermanas #palm #sea #caribe #ig_cuba @ig_cuba #casadecultura #playa #santafe #love #amor #me (presso Santa Fé, Ciudad De La Habana, Cuba) https://www.instagram.com/p/CfEcfdvO_eF/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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giudittapills · 10 years
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Pillola cubana. L'anello spezzato (02/06)
In novembre, a L'Avana, durante una cena in un ristorantino del centro storico (che, inizio a dirvelo, non assomiglia minimamente alla vera Cuba), è successa una cosa che mi ha levato il fiato. Non pensate male. Non si è trattato di un bacio a perdifiato, ma di una 'cavolata' che - per un attimo - mi ha fatto essere superstiziona (parola che - come si intuisce - ne contiene due e la seconda non è un complimento): mentre, con un 'socio' di delegazione, parlavo di Dakar e del mio amore per quella città, mi si è letteralmente spezzato tra le dita l'anello senegalese che portavo da anni. "Mbeh?!" direte voi. "Mbeh, un cavolo" dico io. A Cuba, mentre penso a un lavoro da fare qui, il mio anello di matrimonio con il Senegal mi si rompe in tre pezzi. Una 'fede' d'argento, non di carta, non di cartone, non un filo d'erba, mi si 'sbriciola' tra le dita. Parte in automatico l'esercizio di masturbazione mentale. "Oh, Dio. Cosa vorrà dire? Si è rotto qualcosa, tra me e quella mia Africa? Il tradimento cubano ha compromesso gli equilibri? Datemi un anti-sfiga, subito. Grazie! Giuro che non lo faccio più". Chiaramente, questi stupidi pensieri sono il frutto - anche inconsapevole - di anni di superstizione africana, mai professata, ma - evidentemente - acquisita. Hai voglia a dire che tu non ne subisci il fascino, che non ti toccano né i marabouts né i maraboutages, ma il feticcio è un feticcio: quando si rompe te la fai sotto. E quell'anello, spezzato, che sta sul tavolo e mi fissa, è un cavolo di feticcio. Quindi? Ora, che sono QUI, di nuovo e per realizzare un progetto in cui credo, ripenso a quel momento. Ieri quasi non sapevo dove stessi andando: posto nuovo, lavoro nuovo, residenza nuova. Sono partita, punto. L'arrivo, di notte, con tante ore di fuso sulle spalle mi ha ulteriormente confuso. Adesso, dopo 24 ore, so di essere arrivata. Sto iniziando a capire dove sono. Sono tornata in questo posto tanto lontano da me, dalle lingue che conosco, dalle tradizioni culturali che possiedo e mi possiedono, un posto che ho temuto non lo fosse, ma invece lo è: il posto giusto, un altro. Resta solo da sperare che, almeno qui, non mi regalino un oggetto dal forte potere simbolico, che le superstizioni locali non mi si insinuino nel DNA, che non mi facciano quella cosa strana che mi hanno fatto in Senegal e che mi fa tornare, per mesi, ogni anno, da tanti anni. La mia vita potrebbe risentirne, seriamente.
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Scatto di Giuditta Nelli, L'anello spezzato, L’Avana, Cuba 2013
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giudittapills · 10 years
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Pillola cubana. Il bici-taxi e la pioggia del Caribe (06/06)
Da che siamo a Cuba non abbiamo ancora visto un giorno di sole. Il cielo è costantemente grigio, l'aria è sempre più umida e, praticamente sempre alla stessa ora, piove come non so cosa. Ieri, incredibilmente, in cielo s'è materializzata una piccola apertura d'azzurro; apertura che, oggi, paghiamo cara. In programma per noi: acqua a catinelle. Una pioggia davvero importante che ci blocca per ore sotto la tettoia del ristorantino/hamburgheseria, dove mangiamo di solito. Appena il diluvio si cheta (ma non si ferma), usciamo dal patio, recuperiamo i nostri materiali e… corriamo a prendere un bici-taxi, dirette a casa. Il rientro si fa subito interessante: pozzanghere formato lago, noi che - senza il telone di protezione che altri bomber hanno in dotazione - ci facciamo la doccia pur di proteggere lo zaino, il nostro autista che - completamente zuppo - inizia a raccontarci (come se non piovesse e non stesse rischiando la polmonite, come se tutta questa pioggia o non esistesse o non bagnasse) di sua nonna italiana. Insomma, continua ad essere sempre tutto un film. Ad un certo punto il mezzo curva a sinistra. Entriamo in una delle vie principali di Santa Fè, che ci si presenta completamente allagata: almeno 25 cm di acqua, diciamo non limpida e cristallina, scorre tipo fiumiciattolo, venendoci simpaticamente incontro. Intorno, i passanti se ne vanno in giro scalzi, scarpe alla mano e - in alcuni punti - acqua alle ginocchia. "No, ma… Ci possiamo andare noi, lì. Vero?" e punto il dito, indicando al bici-taxista il fiumiciattolo di cui sopra. "Certo" risponde lui, zen "Il bici-taxi non ha problema". Ok, 'lui' no. Ma noi? Attacco di ridarella immediato. E poi, via!, dentro fino a mezza ruota. Certo che, dalle nostre parti non ci sono certi, sicuri mezzi-anfibi... Li includiamo nel parco auto dei comuni italiani a rischio inondazione? Però li facciamo guidare dagli stessi personaggi, eh.
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Scatto di Giuditta Nelli, Bici-Taxi para dos, Santa Fé - L’Avana, Cuba 2014
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giudittapills · 10 years
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Pillola cubana. Il bici-taxi, un'altra storia (01/06)
Segue da Il bici-taxi
Al momento dell'arrivo al ristorante, paghiamo la corsa e chiediamo al bici-taxy-man di venirci a recuperare dopo un'oretta. Finita la cena, usciamo e ci mettiamo ad aspettare, senza molta fiducia, di fronte all'ingresso. Io, abituata al caro vecchio Senegal, non credo nemmeno un po' che il ragazzo venga a recuperarci e inizio a fare un inutile esercizio di memoria sul tragitto da fare per rientrare a piedi. Allo scadere del quarto d'ora d'attesa, però, prima sentiamo arrivare il suono del suo stereo e poi vediamo spuntare lui, il nostro bici-taxy-man. "Bello essere spiazzati", penso. Andiamo a casa. Al momento dei saluti, gli allunghiamo 1 CUC, che lui rifiuta: "No, avete pagato prima. Va bene così". Va bene, cosa?! 1. Lo avevamo già pagato, eppure è venuto a riprenderci lo stesso? 2. Non s'è nemmeno 'fatto' un soldino in più? Bene, mettiamo nel cestino lo stereotipo. Anche oggi metto in archivio una bella sberletta sulla mano: brutta Giuditta, brutta. Nonostante le tante esperienze vissute ti abbiano insegnato ad essere guardinga, dimentica il passato e inizia questa nuova vita, lontana da raggiri all'italiana e taxi-truffe alla senegalese!
Mmm... però che ci sarà dientro l'angolo? ;)
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Scatto di Giuditta Nelli, Parcheggiate, di giorno, Santa Fé - L'Avana, Cuba 2014
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