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#scuola secondaria di primo grado
aaquilas-blog · 1 month
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A scuola di clima: Educare alla sostenibilità ambientale 🌿
La terra è più calda (Scuole Secondarie di Primo grado)Download 👥 Condivido con i colleghi che si occupano di Educazione Civica il materiale messo a disposizione dal sito di Greenpeace 🌐 per attività nelle classi delle scuole Secondarire di 1° e 2° al fine di sensibilizzare i ragazzi sull’emergenza climatica e sul legame tra questa e i combustibili fossili 🔥, gli allevamenti intensivi 🐄 e la…
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piusolbiate · 6 months
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PREMIO ALLO STUDIO 2023
Anche quest’anno si è registrata una grande partecipazione: sono 75 gli studenti premiati, così suddivisi:
13 studenti che hanno sostenuto l’esame finale della Scuola Secondaria di Primo Grado;
44 studenti delle Scuole Secondarie di Secondo Grado
9 Universitari
9 Laureati
Complessivamente sono stati elargiti premi per un ammontare complessivo di 15.000 euro, di cui 1.000 finanziati dalla Plastinord srl, con sede in via dei Combattenti 1/3 a Solbiate.
Già da qualche anno la società ha istituito un premio, destinato agli alunni che si sono distinti nel corso degli studi di scuola secondaria di primo grado, in memoria di Luigi Riganti, fondatore dell’azienda di famiglia e uomo inarrestabile, inquieto, sempre spinto dalla curiosità che accomuna coloro che vogliono conoscere, vedere, capire a fondo le cose della vita.
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lamilanomagazine · 19 hours
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Forlì: bullismo in classe, vessazioni, percosse e ingiurie: ammonito 14 enne
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Forlì: bullismo in classe, vessazioni, percosse e ingiurie: ammonito 14 enne.  Il 14 maggio il Questore di Forlì-Cesena ha emesso, su richiesta dei carabinieri della Compagnia di Cesenatico, il primo ammonimento per atti persecutori riconducibili ad atti di bullismo, perpetrati da un giovane non ancora 14 enne di una scuola secondaria di primo grado del comprensorio di Cesenatico, nei confronti di un suo coetaneo. La misura scaturisce dalla richiesta avanzata dai genitori del minorenne che, dopo avere appreso delle continue vessazioni cui era sottoposto quotidianamente il proprio figlio da parte di un suo compagno di scuola, consistenti in ingiurie, derisioni, percosse e danneggiamenti di alcuni beni, hanno deciso di rivolgersi ai carabinieri locali. Gli immediati accertamenti eseguiti dai militari, hanno fatto emergere chiaramente la situazione di continuo disagio alla quale era sottoposto quel ragazzo a scuola da parte del suo compagno di classe che, tra l’altro, in più occasioni aveva avuto comportamenti inadeguati e anche poco rispettosi nei confronti degli altri compagni di classe e dei docenti. Il provvedimento, notificato al minore alla presenza dei genitori, ai quali è stata applicata anche una sanzione amministrativa pecuniaria in quanto tenuti a vigilare sul comportamento dei propri figli, è uno dei primissimi provvedimenti adottati a livella nazionale a carico di un ragazzo infra-quattordicenne. Dal Comando Provinciale di Forlì-Cesena e dalla Questura fanno sapere che sarà sempre profuso il massimo impegno da parte dei propri operatori di polizia, per dare sostegno a tutte le famiglie costrette, loro malgrado, a vivere situazioni di “bullismo”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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gobelluno · 9 days
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"Patentino dello smartphone" consegnato agli studenti
PONTE NELLE ALPI – Un patentino per il corretto uso dello smartphone: è stato consegnato alle ragazze e ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado “Sandro Pertini”, a Canevoi. E all’interno di una cerimonia molto partecipata: la sala, infatti, era arricchita dalla presenza di genitori, insegnanti e autorità, come la dirigente scolastica, il presidente del Consiglio d’Istituto, il…
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carmenvicinanza · 16 days
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Maria Mies
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Maria Mies, scrittrice e attivista, è stata tra le prime pensatrici e interlocutrici dell’Ecofemminismo.
Ha svolto ricerche sulla condizione femminile in India e si è concentrata sull’intersezione tra capitalismo, patriarcato e colonialismo. È stata pioniera nell’analizzare le somiglianze tra la posizione delle donne e quella dei popoli colonizzati nelle gerarchie socio-economiche.
Al centro del suo pensiero c’è la convinzione che il movimento femminista non può ritenersi separato dalle differenze di classe, né dalla divisione internazionale determinata da imperialismo e sfruttamento del lavoro. Di conseguenza, è l’intero sistema patriarcale capitalista, nemico della vita, che deve essere combattuto.
Ha dimostrato come le lotte femministe si intrecciano con quelle per la giustizia sociale e ambientale.
Per i suoi contributi, ha ricevuto numerosi premi, tra cui l’Ordine al merito della Repubblica Federale di Germania nel 2001.
Nata a Hillesheim, in Germania, il 6 febbraio 1931, Maria Meis è cresciuta in una famiglia di contadini in un villaggio nella regione di Vulkaneifel.
È stata la prima studentessa del suo villaggio a completare la scuola secondaria. Ha studiato filosofia, teologia e letteratura inglese all’Università di Münster e conseguito un dottorato di ricerca in scienze sociali all’Università di Francoforte.
Dagli anni ’60 è stata attiva nei movimenti sociali, compresi i movimenti anti-nucleare e anti-globalizzazione.
Nel 1963 è diventata docente presso il Goethe Institute di Pune, in India, dove ha intrapreso una ricerca empirica sui dilemmi e i conflitti delle donne moderne della classe media per completare il suo dottorato, successivamente pubblicata con il titolo Indian Women and Patriarchy nel 1980.
Dopo aver vissuto e lavorato per cinque anni in India, ha potuto constatare che il lavoro delle donne è il fondamento dell’economia del paese. 
Tornata in Germania, nel 1968, constatando di quanto le tematiche di genere fossero poco considerate, anche dalla sinistra, è diventata una delle fondatrici della seconda ondata del movimento delle donne, che ha iniziato una rilettura della storia da una prospettiva femminista. “Se non sappiamo come le cose sono diventate quello che sono, non possiamo sapere come cambiarle”.
Nel 1979, ha istituito il programma Women and Development presso l’Istituto di Studi Sociali dell’Aia, dove ha creato un master in netta critica a tutte le posizioni e narrazioni eurocentriche, raccontando e riflettendo sulle condizioni di donne, natura e lavoratori, soprattutto del Sud del mondo.
È stata docente di Sociologia presso la University of Applied Sciences di Colonia fino al 1993. Insieme alle sue studentesse ha svolto una ricerca sulla violenza contro le donne che ha portato all’apertura del primo centro antiviolenza in città. 
Il suo libro Ecofeminism scritto nel 1993 con Vandana Shiva, ha avuto un impatto internazionale ed è stato tradotto in diverse lingue, tra cui spagnolo  e turco. L’ecofemminismo è un modo di vedere il mondo che riconosce gli esseri umani come parte della Natura, non come qualcosa di separato. Nella loro interconnessione attraverso la vita, la natura e le donne sono vive e autonome, non oggetti morti e passivi, inermi di fronte allo sfruttamento e alle violazioni del potere maschile. La creatività e la produttività della natura e delle donne sono alla base di tutti i sistemi cognitivi ed economici, nonostante siano invisibili agli occhi del patriarcato capitalista.
Negli anni, il suo lavoro di ecofemminista si è evoluto grazie al suo contributo al movimento FINRAGE (Rete Femminista Internazionale di Resistenza all’Ingegneria Genetica e Riproduttiva) e alla sua analisi dell’economia di sussistenza come luogo in cui l’economia della natura e quella delle donne si incontrano per fornire sostentamento a tutti e tutte.
In The Subsistence Perspective, nel 1999, scritto in collaborazione con Veronika Bennholdt-Thomses, propone una forma di economia morale in grado di riportare al centro il valore della vita, della sopravvivenza, della materialità e della necessità. Proponendo esempi di modelli economici sostenibili e solidali, alternativi rispetto al paradigma dominante, vi emerge l’urgenza di estendere un piano di valori e azioni già esistente nel Sud del mondo, volti a ridefinire e restituire il senso della comunità in rapporto alla natura e alle sue risorse.
La prospettiva della sussistenza è una cultura del limite e della cooperazione, dei beni comuni e della loro cura, contro le politiche estrattive e disgreganti del neoliberalismo.
Il lavoro di Maria Mies ha messo in luce come il sistema capitalistico globalizzato esista a condizione di perpetuare e intensificare le pratiche di sfruttamento che interessano esseri umani e ambiente.
I suoi testi Patriarcato e capitalismo e Donne, l’ultima colonia, sono stati di grande ispirazione per Abdullah Öcalan, che li ha letti durante i primi anni della sua prigionia, periodo in cui stava sviluppando la sua teoria del confederalismo democratico.
In Patriarcato e capitalismo analizza la modalità di appropriazione predatoria che ha avuto origine nel monopolio maschile sui mezzi di produzione, ovvero il controllo sui corpi delle donne e sulle loro capacità produttive e riproduttive.
Questa prospettiva si trova anche nel lavoro di Öcalan che ha sottolineato la relazione inestricabile tra la liberazione di genere e la rivoluzione ecologica e in questo modo ha dato forza a milioni di persone con il suo concetto di comunalismo, che rifiuta che le vite siano controllate dallo stato.
Il Movimento delle donne curde ha avviato un dialogo con Maria Mies all’inizio del 2000, e Jineoloji, tradotto come “scienza della donna” è diventata parte integrante della rivoluzione del Rojava. Al centro di questa scienza si trova l’analisi della società, della storia, della religione, dell’epistemologia e di molte altre aree, tutte riattraversate dal punto di vista femminile. Non si limita all’istruzione accademica, ma vengono creati centri con finalità diverse, vengono offerti seminari sostenendo attivamente la liberazione delle donne a tutti i livelli. Una possibile risposta alla richiesta di un diverso paradigma economico e culturale di Maria Mies che ha accolto con entusiasmo la costruzione del villaggio femminile Jinwar in Rojava.
Ha auspicato il ritorno a un’economia che miri a soddisfare i bisogni delle persone, il benessere della natura tutta, e soprattutto non orientata al profitto, ha introdotto, per prima, il termine una “buona vita”.
Ha spiegato che il rapporto tra donne e uomini è di carattere coloniale, proprio come il rapporto tra piccoli agricoltori e metropoli è in ogni caso colonialista. 
Nella sua autobiografia, The village and the world, ha scritto: “In un sistema di sfruttamento coloniale, uguaglianza può significare solo elevarsi al ruolo dei vincitori, che appartengono a coloro che traggono profitto dal sistema. Uguaglianza non significa diventare uguali ai poveri agricoltori che vivono in una economia di sussistenza. La sussistenza come prospettiva significa abolizione di tutte le relazioni di stampo coloniale”.
Ha lasciato la terra il 15 maggio 2023, all’età di 92 anni.
La sua prospettiva internazionalista, la sua confutazione e il rifiuto del pensiero dualistico, la sua critica radicale al “femminismo della classe media” mostra come dal centro del patriarcato capitalista, possiamo trovare una via da seguire e connetterci con le alternative rivoluzionarie in tutto il mondo.
Ci ha mostrato che il patriarcato capitalista è un’economia estrattiva che sottrae il valore che le donne producono mentre crea l’illusione che il capitale sia la forza creativa che genera ricchezza, ha sostenuto Vandana Shiva in un articolo dopo la sua morte.
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siciliatv · 17 days
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Successo per il Corteo Storico Medievale dell'Istituto Comprensivo "V. Brancati" di Favara
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Ieri mattina, 14 maggio, l'Istituto Comprensivo "V. Brancati" di Favara ha organizzato con successo il corteo storico medievale, coinvolgendo i ragazzi della scuola secondaria di primo grado. L'evento ha avuto inizio alle ore 10:00 dall'Istituto di Via Grotte e ha visto la partecipazione entusiasta di numerosi studenti. Il corteo, guidato dalla Dirigente Scolastica dott.ssa Carmelina Broccia, l'assessore comunale Emanuele Schembri e dalla dott.ssa Rossana Florio, Direttrice dell'archivio storico di Agrigento si è snodato per le vie principali della città, passando da via IV Novembre e Via Roma, fino a giungere in piazza Cavour e quindi al Castello Medievale dei Chiaramonte. Qui, gli alunni hanno intrattenuto i partecipanti con letture di antichi documenti forniti dall'Archivio di Stato di Agrigento, diretto dalla dott.ssa Rossana Florio, con cui la scuola ha instaurato un proficuo rapporto di scambio culturale. Tra gli interventi di risalto all'interno della Sala del Collare, anche quello del vicensindaco della città Antonio Liotta e dell'arch. Giacomo Sorce, Dirigente che ha annunciato la firma di un protocollo d'intesa con la scuola della Dirigente Broccia. L'evento di ieri ha rappresentato la conclusione del percorso didattico ed educativo "La Ricerca del bello tra Arte e Storia", sviluppato durante il secondo quadrimestre dell'anno scolastico. La dott.ssa Broccia ha sottolineato l'importanza di ripartire dal bello come valore sociale, politico e culturale, offrendo agli alunni un'esperienza formativa di alto valore. Durante il progetto, i ragazzi hanno studiato il patrimonio artistico locale, sviluppando il senso del "Bello" e dell'"Arte" come espressione dell'interiorità umana. Hanno riscoperto i monumenti e i beni culturali di Favara, imparando a valorizzarli e conservarli. Particolare attenzione è stata dedicata appunto al Castello Chiaramonte, importante costruzione medievale. Gli studenti, preparati dai loro insegnanti, hanno sfilato in costumi d'epoca, mostrando con orgoglio il frutto del loro lavoro e condividendo con i cittadini presenti le ricchezze artistiche di Favara. L'evento è stato accolto con grande entusiasmo e partecipazione, segnando un importante momento di crescita culturale per la comunità. Read the full article
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sardies · 1 month
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Giovedì mattina "Canopoleno Green"
Sassari. Appuntamento domani, giovedì 18 aprile negli spazi del Convitto Nazionale Canopoleno di Sassari, a partire dalle 14,30 fino alle 17. Protagonista sarà l’ambiente, insieme agli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado dell’istituto che dal 2018 con la sua equipe educativa porta avanti un progetto di sostenibilità ambientale sviluppato attraverso iniziative annuali che…
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olitaly · 2 months
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Gli studenti dell'Istituto Comprensivo "Dalmazio Birago" di Tuoro a lezione con la Polizia di Stato Continuano gli incontri con gli studenti nell’ambito della campagna educativa della Polizia di Stato che, questa volta, ha visti coinvolti gli alunni ...
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cinquecolonnemagazine · 2 months
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Il diploma di maturità può bastare per un buon lavoro?
Il diploma di maturità può bastare per trovare la propria dimensione nel mondo del lavoro? Specie se associato a una formazione supplementare mirata, che non deve essere necessariamente di tipo accademico. La pensano così molti dei 1.550 giovani studenti della scuola secondaria di primo grado coinvolti dall’Osservatorio sull’Orientamento Scolastico, del portale Skuola.net, realizzato quest’anno in collaborazione con Unioncamere. L'importanza del diploma di maturità Tra gli studenti che tra pochi giorni dovranno scegliere la scuola superiore, ben 8 su 10 si discostano infatti dal luogo comune che vede l’università come l’unica strada in grado di garantire un futuro soddisfacente, a cui rimane legato il 19%. La nuovissima generazione, la cosiddetta Alpha, sembra dunque differenziarsi da quella precedente, ossia la Zeta, per una visione del periodo post-diploma in cui l’università è solo una delle tante opportunità per completare la propria formazione e inserirsi nel mondo del lavoro. Ma, allo stesso tempo, la maggior parte dei ragazzi che rivalutano la “spendibilità” di un buon diploma è consapevole che non ci si possa certo fermare al termine delle scuole superiori: il 52%, perciò, immagina che per aumentare le proprie chance occupazionali, prima di candidarsi per un lavoro qualificato, un diplomato debba comunque passare per una delle tante opportunità di specializzazione professionalizzante disponibili oggi (ITS Academy, lauree o corsi professionalizzanti, tirocini aziendali, ecc.), mentre un più esiguo 29% crede che per farcela siano sufficienti volontà e determinazione. Analisi e dati: qual è il segnale? In prospettiva, questo, è sicuramente un buon segnale, visto che in base agli ultimi indicatori forniti dalla stessa Unioncamere attraverso il suo Sistema Informativo Excelsior, il 29% dei contratti di lavoro programmati dalle imprese dei settori industriali e dei servizi nel 2023 ha riguardato diplomati e nei prossimi 5 anni la previsione è che tale quota supererà il 31%. Peccato che i diplomati più richiesti spesso non siano sufficienti a soddisfare il fabbisogno delle imprese, che in molti casi cercano invano profili “introvabili”, in possesso di un titolo di tipo tecnico o professionale: Unioncamere stima che nei prossimi 5 anni potrebbero mancarne addirittura più di 200 mila. Su questo aspetto, a giudicare dai risultati del sondaggio, sembra tuttavia che gli studenti della scuola secondaria di primo grado di oggi continuino a guardare in massa in direzione dei licei. Alla vigilia dell’apertura delle iscrizioni, circa 6 su 10 stanno valutando soprattutto questi indirizzi. Un dato in linea con quanto rilevato in passato dall’Osservatorio e soprattutto con le scelte effettive degli studenti registrate negli ultimi anni. Licealizzazione Purtroppo, però, sappiamo che questa “licealizzazione” di massa porta con sé alcuni effetti collaterali. A causa di un orientamento errato alcuni di loro finiscono per spostarsi, durante il quinquennio, sull’istruzione tecnico-pratica o, peggio ancora, abbandonano in corso d’opera. Oppure, quasi costretti a iscriversi all’università dopo la Maturità, non riescono a completare il percorso accademico. Riscontrando così grandi difficoltà a trovare un’occupazione a elevata qualifica (e retribuzione). Alla base di un paradosso del genere potrebbero esserci varie motivazioni. Una di queste è sicuramente la visione che i ragazzi hanno del mondo del lavoro, con la contemporanea assenza di una conoscenza reale dei mestieri che trainano oggi il mercato. Ci si rende conto di questa percezione chiedendo loro cosa vorrebbero fare da adulti. Le occupazioni più gettonate restano, ad esempio, l’insegnante, il medico, l’ingegnere, lo psicologo. Secondo Unioncamere tutte professioni strategiche sotto molti aspetti anche nei prossimi anni e, tuttavia, ai primi posti delle classifiche delle offerte di lavoro delle imprese, documentate mensilmente attraverso le indagini Excelsior, si trovano prevalentemente richieste di “tecnici” o comunque di risorse con abilità pratiche. La quota dei “licenziandi” Ma la principale leva da attivare per superare questo disallineamento tra le idee e le intenzioni è quella dell’orientamento, per evitare di fare delle scelte quasi “al buio”. Un problema che i recenti interventi del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) intendono risolvere. E i risultati di questa azione sembrano già iniziare a vedersi: rispetto a dodici mesi fa, infatti, si sgonfia leggermente la quota dei “licenziandi” che si dicono totalmente indecisi sul post scuola secondaria di primo grado: scende dal 25% al 21%. Un punto importante è proprio lo snodo relativo al passaggio dalle scuole secondarie di primo grado a quelle di secondo grado, laddove emerge che 4 studenti su 5 dichiarano di aver svolto delle attività di orientamento, ma con il 44% di loro che riferisce di averle iniziate solo all'avvio dell’ultimo anno delle scuole medie. Sempre in merito alle attività di orientamento svolte, si rileva come il 38% le promuova a pieni voti e come il 46% riscontri un gradimento almeno parziale; mentre il 16% dichiara che tali attività non hanno aiutato a chiarirsi le idee sulla scuola superiore da scegliere. PNRR La situazione, però, dovrebbe migliorare nei prossimi anni, visto che il PNRR ha portato con sé una riforma dell’orientamento scolastico, che impone lo svolgimento di almeno 30 ore specifiche all’anno, a partire dalla prima media. Ore che dovranno essere “riempite” di contenuti provenienti da soggetti competenti in materia, onde evitare di alimentare quel cortocircuito che oggi crea il mismatch tra domanda e offerta di talenti sul mercato del lavoro. Foto di ElasticComputeFarm da Pixabay Read the full article
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Asti, dopo caso di suicidio nasce il portale Sos Giovani
Ad Asti nasce il nuovo spazio di Sos giovani, dal progetto già avviato Sos Donna. Oltre a diffondere la conoscenza dei servizi impegnati sul territorio contro la violenza di genere, si rivolge a ragazze, ragazzi e gender che si sentono fragili e hanno bisogno di aiuto. Uno spazio aperto sollecitato da alcuni insegnanti dopo il caso di una giovane astigiana di una scuola secondaria di primo grado…
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letteredalucca · 4 months
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Una banana
A scuola abbiamo ruzzato col DNA. Una piccola esperienza, che spesso viene fatta alla secondaria di primo grado, ma che i miei ragazzi non avevano fatto prima, e così lo abbiamo fatto insieme. E non ci ho pensato io. Due alunni di quinta, dove stiamo facendo il DNA in modo un po’ più approfondito, si sono appassionati e si sono divertiti a casa a estrarlo da una banana. Me lo sono venuto a…
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Italian Education
According to the European Commission, in Italy, family is responsible for the care and education of their children until age 3, this is referred to as “Nido d’infanzia”. At which point public education authorities are responsible for the education of these children, this is referred to as “scuola dell’infanzia” until age 6. This is when primary education begins, which is referred to as “scuola primaria” and lasts until the child is 11 years old. “scuola secondaria di primo grado” is what the Italian population calls their secondary general education that ends at age 14. This is where a split happens in the student population. When attending the upper secondary school; it is split into general “Liceo”, technical “istituto technico”, and vocational referred to as “istituto professionale”. All these paths end with a final exam after the 5-year program is completed and if the students pass, tertiary education is available for them to explore. The graduation rates in Italy after these final exams are about 87% for males and 92% for females. According to OECD, out of the 37% 15–19-year-olds that enroll into upper secondary education, only 9% of them enroll in tertiary programs such as university or other technical programs. While homeschooling at the beginning levels of education is an option in Italy, it is said that students must take specific exams along the way to determine the competency of their education. It is also stated that compulsory education, starts at age 6 and lasts for 10 years, is free to foreign minors and Italian citizens apart from the mandatory purchasing of textbooks.
A typical school year runs from mid-September to mid-June, at which time the students go to class Monday-Saturday from 8:30am-1:30 pm. It is said that the students usually stay in the same classroom all day long, while teachers move classrooms for the 5 scheduled classes per day. Schools have a large amount of autonomy on the way they set up their curriculum and are required to draw up a three-year education plan for their organization. Over the three years that this plan is in effect, there are several quality assurance systems in place to monitor schools’ efficiency and evaluate school manager’s effectiveness. This is also seen in their national testing of their student body, their national standardized tests are held at 7, 10, 13, 15, and 18 years old where it is used as an evaluation tool for teachers and provide school managers with data about student’s overall comprehension.   
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lamilanomagazine · 2 days
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Spoleto, si è conclusa ieri con la cerimonia di premiazione il concorso "Pretendiamo Legalità"
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Spoleto (Perugia), si è conclusa ieri con la cerimonia di premiazione il concorso "Pretendiamo Legalità" La Polizia di Stato, con la consolidata collaborazione del Ministero dell'Istruzione e del Merito ha organizzato la 7^ edizione del Concorso-Progetto "PretenDiamo legalità" che ha coinvolto nei mesi scorsi gli studenti della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado di 80 province italiane. Il progetto, che ha il fine di stimolare le riflessioni degli alunni sul tema della legalità, mira a sensibilizzare e responsabilizzare gli studenti sul rispetto delle regole, la solidarietà e l'inclusione, che rappresentano i fondamentali punti di riferimento per la crescita dei cittadini di domani e per la costruzione di una società più giusta. Le scuole aderenti hanno partecipato un ciclo di incontri ed approfondimenti con personale specializzato della Polizia di Stato ed hanno sviluppato degli elaborati che sono stati valutati nell'ambito di una selezione nazionale. La cerimonia di premiazione dei migliori elaborati si è svolta ieri mattina presso l'Istituto per Sovrintendenti della Polizia di Stato di Spoleto. All'evento, oltre a studenti e docenti, hanno partecipato il Questore di Perugia dr. Fausto Lamparelli, il Dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale dr. Fabrizio Fratini, in rappresentanza del Ministero dell'Istruzione e del Merito, il Questore di Rieti dr. Mauro Fabozzi, nonché il Direttore dell'Istituto per Sovrintendenti della Polizia di Stato Di Spoleto dr.ssa Maria Teresa Panone. Ospite della cerimonia anche l'atleta di judo Luca Poeta del Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro della Polizia di Stato. I ragazzi premiati sono stati ospitati presso l'Istituto per Sovrintendenti di Spoleto (Perugia) e hanno avuto l'occasione di conoscere e partecipare ad attività operative e dimostrative della Polizia di Stato, insieme alle unità dei reparti cinofili e artificieri. E' stata allestita, inoltre, un'area espositiva con il Pullman Azzurro, auto storiche e moderne della Polizia di Stato come la Lamborghini e il Fullback della Polizia Scientifica. Nel corso della Cerimonia sono stati premiati, nelle categorie "Arti Figurative", "Cine TV" e "Graphic Novel" nonché con la "Menzione Speciale della Commissione", la Scuola Primaria "Falcone e Borsellino" di Vignanello (Viterbo), l'Istituto Comprensivo "Don L. Milani" di Ariano Irpino (Avellino), il Liceo Artistico "Elena Principessa di Napoli" di Rieti e l'Istituto Comprensivo "Raffaella Piria" di Scilla (Reggio Calabria). Le argomentazioni oggetto degli elaborati hanno riguardato diverse macroaree tematiche, distinte per fasce d'età e gradi d'istruzione. In particolare, per le scuole primarie sono stati individuati i seguenti temi: "Amicizia = Pace": educare i bambini alla tolleranza, rispetto, solidarietà e non violenza per praticare la cultura della pace e promuovere società pacifiche, giuste e inclusive che siano libere dalla paura e dalla violenza; "Natura = Sviluppo sostenibile": riflessione sui 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile del pianeta diffusi dall'Organizzazione per le Nazioni Unite nell'Agenda 2030. L'importanza di riciclare e riutilizzare per migliorare la salute del pianeta; "Costituzione = Inclusione": inclusione come principio centrale della Costituzione nonché valore fondamentale della scuola. Riflessioni sugli articoli 3, 34 e 38 della Costituzione che sanciscono rispettivamente il principio di uguaglianza, il diritto allo studio e l'integrazione delle persone con disabilità. Per le scuole secondarie di primo e secondo grado, invece, i temi proposti sono stati: "Cittadinanza digitale e sicurezza on-line": analisi e riflessioni sulle potenzialità e rischi della rete come il cyberbullismo, con approfondimenti sul problema della ludopatia e i rischi dei cosiddetti "pay games". Riflessioni sull'articolo 21 della Costituzione che sancisce la libertà di manifestazione del proprio pensiero mediante la parola e l'utilizzo responsabile dei mezzi di comunicazione virtuali per arginare fenomeni come l'odio in rete (haters, body shaming e revenge porn); "Educazione all'affettività, rispetto, empatia": promozione del ruolo dei giovani come leader del cambiamento positivo per costruire città e società più inclusive contro le forme di razzismo, intolleranza e discorsi d'odio in aumento anche tra i giovani, dentro e al di fuori della scuola, con particolare riferimento alla violenza di genere, cultura dello sport (fair play sportivo e rispetto tra tifoserie) e rispetto delle regole sulla strada. Il progetto vincitore del concorso "PretenDiamo legalità" nella categoria "Graphic Novel" verrà pubblicato sulla prossima edizione del "Commissario Mascherpa", fumetto poliziesco della Polizia di Stato.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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klimt7 · 6 months
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Educazione sentimentale, l’Italia si sveglia solo ora. Dalla Svezia (dove è obbligatoria dal 1955) alla Germania, come funziona nei paesi Ue
di Virginia Della Sala 
Annunciato in estate, rimandato da settembre a inizio novembre. Infine sovrastato dalle polemiche: il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, vuole portare un piano di educazione sentimentale nelle scuole. Secondo quanto emerso finora, riguarderà le scuole superiori e si concentrerà per un’ora a settimana extra curricolare “sull’Educazione alle relazioni”. Volontaria, circa tre mesi all’anno, per un totale di dodici incontri con docenti, esperti e pure influencer e cantanti. Immediate le critiche dell’opposizione: “Non basta” ha commentato il M5s, che ha depositato una proposta di legge sull’introduzione dell’educazione affettiva e sessuale a scuola. “Serve una legge organica”.
A fine ottobre il deputato leghista Rossano Sasso aveva però definito una “nefandezza” la mozione del M5s per inserire l’insegnamento alle elementari ed alle medie.
“Finché ci sarà la Lega al Governo la propaganda di gender se la scordano” aveva detto (confondendo l'Educazione Relazionale, con l'Educazione Sessuale).
In ritardo. Di annuncio in annuncio, di anticipazione in anticipazione, si arriva ad oggi. La struttura della proposta – la cui presentazione è attesa per mercoledì mattina – è affidata ad Alessandro Amadori, lo spin doctor e consulente del ministro che in un suo libro parla di guerra dei sessi, predominanza della donna sull’uomo e futura “ginarchia” al posto del patriarcato. Ma su Amadori sono piovute le polemiche di opposizioni e centri antiviolenza che lo accusano di diffondere contenuti misogini e sessisti.
La Buona Scuola. 
A ottobre, Sasso aveva tra le altre cose ricordato l’esistenza di una circolare del governo Renzi, la n. 1972 del 2015, che, fornendo chiarimenti contro l’allarme sull’insegnamento dell’”ideologia gender”, faceva pure riferimento a un comma della riforma della Buona scuola in cui si raccomandava di “promuovere l’educazione alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere nell’ambito dei programmi scolastici di ogni ordine e grado”. Problema: tempi, modalità e iniziative sono demandate alle singole scuole e quindi molto spesso trascurate. Proprio per ovviare a questo “inconvenente”, molti Paesi hanno stabilito per legge o comunque reso vincolante quella che l’Unesco definisce “Educazione sessuale ‘comprensiva’”. Come funziona? Uno dei report più completi per capirlo è quello realizzato dal Centro federale per l’educazione sanitaria (BZgA) con la la rete europea della International Planned Parenthood Federation (IPPF EN).
La Svezia è uno degli esempi più virtuosi. Qui la “Sexuality and Relationship education” è obbligatoria dal 1955. Viene insegnata sin dal primo grado di educazione e oltre ad affrontare i temi legati alla sessualità e alla declinazione “biologica” del rapporto, si concentra su tematiche come “amore”, “relazioni”, “relazioni a lungo termine”, “reciproco consenso e diritti umani”. Per i gradi superiori di insegnamento, i docenti sono obbligati ad avere una formazione sul tema. Vengono messi a disposizione linee guida e corsi di aggiornamento, nonché servizi di assistenza sanitaria collegati. La partecipazione delle associazioni e delle non profit è solo salutaria: la formazione èaffidata quasi totalmente al sistema scolastico. E infatti, secondo il report, il 50 per cento delle informazioni sulla sessualità e le relazioni ai giovani tra i 15 e i 24 anni arriva dalla scuola così come da internet.
In Austria, spiega il rapporto, l’educazione sessuale è integrata in diverse materie scolastiche ma soprattutto è obbligatoria per tutti gli studenti ed è diffusa in tutta la scuola primaria e secondaria, a partire dai 10 anni e fino alla fine della scuola secondaria. “Il programma di educazione sessuale è completo e utilizza un approccio didattico partecipativo. Temi come gli aspetti biologici, la gravidanza, la contraccezione, l’amore, il matrimonio, i ruoli di genere, l’HIV, la violenza sessuale e domestica sono trattati ampiamente nel curriculum degli studenti, la cui ideazione e stesura è responsabilità del Ministero dell’Istruzione. A Salisburgo è previsto un Centro federale per l’educazione sessuale di Salisburgo che lavora allo sviluppo dei materiali didattici.
Anche in Germania l’educazione sessuale è obbligatoria sin dalla scuola primaria, integrata in altre materie o in alcune zone trattata come materia a sé. Anche in questo caso i programmi non si limitano alla sola sfera biologica ma affrontano questioni relazionali, i ruoli di genere, il matrimonio e così via. I genitori sono informati sulla materia ma non possono esonerare i figli dalle lezioni. Più carente la formazione specifica dei docenti: il materiale formativo obbligatorio è fornito dal ministero, ma i docenti possono procurarsi integrazioni da un apposito sito web.
Ha invece approvato un “Positioning Paper” l’Albania, in cui si riconosce che l’educazione sessuale si basa sui diritti umani. Il programma di educazione sessuale intitolato “Competenze per la vita ed educazione sessuale” è composto da una serie di moduli inclusi nel contenuto di tre materie: biologia, educazione sanitaria ed educazione fisica. I programmi successivi, che coprono rispettivamente le fasce di età 10 – 12, 12 – 16 e 16 – 18 anni, sono obbligatori. Il numero totale di ore di insegnamento per tutti i gruppi è 140. Dal 2011 c’è poi un programma di training specifico per gli insegnanti che dura 110 ore. Ad oggi, quelli formati raggiungono circa il 20 per cento delle scuole. Esiste poi un gruppo di docenti esperti a livello centrale che elabora e diffonde le linee guida sul tema.
In Gran Bretagna, la legge sull’istruzione del 1996 stabilisce che l’educazione relazionale sia obbligatoria nelle scuole pubbliche dall’età di 11 anni in poi. Dal 2019 è previsto sia obbligatoria anche nelle scuole private. Sono le scuole stesse ad assumersi la responsabilità di garantire che gli insegnanti siano adeguatamente preparati a impartire educazione sessuale e relazionale, così come hanno libertà di decidere programmi e contenuti mentre i materiali didattici sono spesso sviluppati da ONG ma anche da “organizzazioni religiose” spiega il rapporto. L’attenzione, però, pare si concentri prevalentemente sugli aspetti “fisici”.
In Estonia nel 1996, l’educazione sessuale è stata inclusa, per legge, come materia nel nuovo curricolo delle scuole primarie. Da allora il curricolo è stato adattato due volte, nel 2002 e nel 2011. Il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca ne è ufficialmente responsabile, ma le autorità locali sono responsabili dell’erogazione dell’istruzione.
Nella scuola primaria ( età 7 – 16) è una parte della materia dell’educazione personale, sociale e sanitaria. Durante l’intero programma, quasi tutte le questioni rilevanti riguardanti la sessualità e la salute vengono trattate in dettaglio ma c’è anche una forte enfasi sugli atteggiamenti e sullo sviluppo delle capacità comportamentali.
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piusolbiate · 7 months
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200 YEARS IN OUR FLASHES
I ragazzi della Scuola Secondaria di Primo Grado della "Aldo Moro" , sono lieti di invitarVi alla Mostra fotografica “200 years in our flashes” presso la Biblioteca Comunale di Solbiate Olona.
Allestita dai nostri studenti del Laboratorio di Inglese tenuto e proposto grazie ai fondi del PNRR, rappresenta un omaggio alla realtà storica del Cotonificio Ponti.
Direttore artistico della mostra il dott. Ibrahim Malla, un fotografo italo-siriano specializzato nel campo umanitario e sociale, che ha realizzato reportage fotografici per la Croce Rossa italiana
Orari di Apertura:
Martedì – Mercoledì – Giovedì dalle 13.30 alle 17.00
sabato 18 novembre dalle 9.00 alle 11.30
Mercoledì dalle 9.00 alle 13.00
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