Tumgik
#Deduzione
il-gufetto · 2 years
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Peirce è noto soprattutto per il suo interesse per la logica e nel 1878 cercò di chiarire la differenza tra:
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Deduzione
-TUTTI i fagioli in questo sacco sono bianchi
-Questi fagioli sono presi da questo sacco
-Questi fagioli sono TUTTI bianchi
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Induzione
-QUESTI fagioli sono di questo sacco
-Questi fagioli sono bianchi
-TUTTI i fagioli di questo sacco sono bianchi
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Ipotesi (o #abduzione) ossia il metodo di procedere della logica
-TUTTI i fagioli di questo sacco sono bianchi
-Questi fagioli sono bianchi
-Questi fagioli sono di questo sacco
Foto di Monstera presa dal sito di pexels
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aledelvino · 2 years
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La #creatività non è una #proprietà unica, ma è il risultato della complementarietà tra #deduzione e #intuizione, tra #ragione e #immaginazione, tra #emozione e #riflessione, tra #pensiero divergente e pensiero convergente. #creation #creativity #creative #drawing #creativewriting #creative_portraits #art #artgallery #artist #imagination #emotions #reflection #thoughts #unique https://www.instagram.com/p/CkH_tf2o3dV/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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phjlavtia · 10 months
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a girl can't even fuck up in peace anymore
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ifattinews · 2 years
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Il Salvadenaro - Gestione del risparmio
Come ridurre gli effetti della inflazione attraverso la gestione del risparmio Negli ultimi due anni si è assistito ad un forte incremento dell’inflazione, ovvero ad una forte crescita dei prezzi al consumo. In Europa le motivazioni sono legate prevalentemente all’incremento dei costi di produzione di beni e servizi dovuto al forte rincaro dei prezzi energetici. L’inflazione non solo erode il…
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scogito · 5 months
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Il realtà se avesse reale deduzione logica uscirebbe dalla passione per il Sistema in tre minuti.
La massa non è al livello della logica, ovvero dell'ego, si trova nella passione del pensiero unico dentro cui si sente (falsamente) protetta e inclusa, è il livello in cui la felicitá sta nell'essere accettati.
In una società di questo tipo ciò si traduce nel seguire gli indottrinamenti e le mode, senza sapere applicare discernimento.
T.me
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blackrosesnymph · 5 months
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Più sono tranquilla, più mi sembra assurdo ciò che racconto, fatico a decidermi se è ancora l'effetto di qualche mia percezione distorta oppure proprio il primo momento in cui finalmente vedo la reale assurdità di ciò che capitava e questo mi mette angoscia.
Non capisco sono io che ho qualche bisogno psicologico di dipingere come un pazzo il mio ex oppure sto diventando sufficientemente sana da vedere dove di fatto era davvero pazzo?
Perché insomma cambia pericolosamente la deduzione sul rapporto che io intrattengo con me stessa tra un caso e l'altro...
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"Ma l'uomo è tanto incline alla sistematicità e alla deduzione astratta che è pronto a deformare premeditatamente la verità, pronto a chiudere occhi ed orecchi, pur di giustificare la propria logica."
-F. Dostoevskij
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janniksnr · 3 months
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io ci provo nella vita a essere una persona calma e paziente e gentile ma la gente che mi circonda evidentemente non mi vuole aiutare !!
sfogo sulla vicenda sotto perché non voglio rompere le balle sulla dash con i miei post chilometrici rip
giovedì propongo a delle mie amiche (3) di venire a cena a casa mia. ricevo come risposta da tutte un "ti faccio sapere", nello specifico una mi dice che dovrebbe vedersi con un'altra persona e mi aggiornerà. ieri una di loro mi dice che non ci sarà, mentre da parte delle altre due silenzio stampa. paziento fino alle 16.30 di oggi (per la cena avevo proposto di vederci verso le 19.30 (a gran premio finito perché ci sono pur sempre delle priorità eheh)) e poi, con un po di rodimento, scrivo dicendo che mi avrebbero potuta avvisare se la risposta all'invito era no invece di farmici arrivare per deduzione vista l'ora. tempo un minuto e ricevo subito la prima accusa di voler fare polemica (!!) dall'amica che doveva forse vedersi con un'altra perché lei cito testualmente aveva saputo proprio alle 16.31 che non si sarebbe vista e a breve mi avrebbe avvisata che per la cena ci stava. ora, con tutta la calma del mondo, trovo poco carino avvisare una persona che si deve anche organizzare appunto per la cena , con così poco preavviso come trovo poco carino lasciarmi appesa per parte del pomeriggio non dandomi eventualmente la possibilità di organizzare altro per il sabato (non avrei comunque fatto niente e me ne sarei stata a casa ma è principio !!). a questo punto io rispondo che giovedì mi avrebbe potuta avvisare che sarebbe rimasta in dubbio sulla sua presenza fino all'ultimo perché non ho la palla di vetro e se non ricevo notizie penso che si sia scordata di avvisarmi (tralascio il fatto che con tutto il bene non è che posso stare ad aspettare che finisci di organizzarti con gli altri e poi siccome altri ti danno buca allora vieni a cena ma vabbè). a ciò mi viene detto "vabbè io potevo anche dirtelo però anche tu potevi richiedere conferma" SCUSA ?!?!?!!!??? cioè ti invito giovedì per sabato e pretendi che ne so che venerdì stia di nuovo li a dire "ma quindi ci sei? 👉🏻🥺👈🏻" quando tu mi hai detto che mi avresti aggiornata?? l'impegno lo hai tu, sei tu che non sai se ci sarai, ma sono io che ogni giorno devo chiederti se hai una risposta. ma poi posso capire se tipo faccio l'invito il lunedì per il sabato e allora a metà settimana posso chiedere di nuova una conferma ma da giovedì a sabato c'è bisogno che ti ricordo di averti invitato a cena ma tutto bene ??????!! e poi mi viene detto "la prossima volta se sono in dubbio dirò subito di no" si esatto perché se non si è in grado di gestire gli impegni e si rischia di lasciare appesi gli altri è meglio dire di no o quantomeno non fare le vittime ma vabbè
io davvero ci provo a non fare la puntigliosa però a volte mi sembra proprio che siano cose base cioè essere in dubbio o avere altri impegni è super lecito però ecco venire a sentenziare sul fatto che avvisare alle 16.30 mi deve andare bene perché è il giusto preavviso o pretendere che dopo aver fatto un invito due giorni prima io stia tutti i giorni a chiedere conferma di una presenza mi sembra un po' assurdo poi ovviamente mi viene detto che sono pesante cerco la lite bla bla bla e alla fine i sensi di colpa li fanno venire a me
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diceriadelluntore · 6 months
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Punti G
In queste settimane, in quanto maschio, mi sono sentito chiamato ad un senso di responsabilità rispetto al mio rapporto, e a quello degli altri maschi, con le femmine. Lo sento doveroso per me, per le femmine mie amiche e a cui voglio bene, per quelle che non conosco a cui però l'essere femmine dà problemi innaturali da parte dei maschi. Responsabile è aggettivo preciso, perchè vuol dire capacità di rispondere reagendo alla situazione della vita in cui ci si trova (dal latino respondere rispondere, composto di re indietro e spondere promettere, più il suffisso -bile che indica facoltà, possibilità).
Faccio più attenzione al modo di pormi, alle parole che uso (esercizio intenso e intellettualmente meraviglioso), quando ho sicurezza della situazione e del rapporto con le persone in una discussione cerco di far notare che è molto più giusto e convincente osservare che èun'idea, una deduzione, una osservazione in quanto tale che è errata piuttosto che metterla in secondo piano rispetto al sesso di chi l'ha detta, alle sue caratteristiche fisiche o a come si è vestita.
Rispetto ad una questione così importante, come sempre accadde in casi simili, la polarizzazione delle istanze rende il dibattito non solo più sterile e aggressivo, ma del tutto fuorviante: chiamare alla responsabilità vuol dire prendere appunto coscienza del disagio che atteggiamenti prettamente maschili verso le femmine provocano, indipendentemente dal ruolo personale (cioè se li ho fatto o meno io), nella speranza che la presa di coscienza del problema induca a pensarlo importante in primo momento, e a cercare di attenuarlo subito dopo. Quindi non è questione di "tutti gli uomini sono etc etc.." (che aggiungo, come costruzione di idee, copia lo stesso schema di tutte le donne sono etc etc... sostituendone solo i termini) ma di iniziare a capire come agire nel naturale rispetto dovuto alle persone.
L'introduzione era doverosa perchè ieri ho letto quello che è capitato a @lalunaelepolemiche (che taggo con il suo permesso), la quale ha scritto un post su un suo stato d'animo mentre era sul treno. Ed era un pensiero erotico. Da lì, una valanga di commenti, in anonimo, che subito sono arrivati a ipotesi su cosa fare, sulle sue tette, sul sul culo e così via tanto che ad un certo punto ha scritto:
L’eterna guerra tette-culo. Ho aperto il vaso di pandora, anzi l’anon, io mi professo innocente.
Il fatto che nella quasi totalità delle risposte usi sarcasmo o ironia non significa che siano state domande piacevoli a cui rispondere, perchè, e lo sottolineo, il mondo non funziona secondo il principio "se penso una cosa, necessariamente questa sia vera"; eppure, secondo un blog di una mia amica qui, è il principio per cui riceve foto di genitali da sconosciuti per il principio "se metti foto da troia, ti tratto da troia".
Il sillogismo è alquanto interessante perchè funziona solo sul sesso: non funziona con i soldi, non funziona con i lutti, con le opere d'arte, cioè, per rimanere nell'esempio ultimo, non succede quasi mai che uno sconosciuto invii la foto di un quadro in chat su un blog che reblogga quadri. Questo meccanismo è indicativo di come, per parte dei maschi, la questione è solo di che tipo di carne si tratta, non di che persona si ha davanti, è il perpetuare di un potere di rango, e dimostrazione più netta è il fatto che al contrario non succede mai, nessuna si comporta con un maschio così.
Ho scritto a @lalunaelepolemiche: Si può definire la capacità di rispondere agli anonimi di Tumblr con simpatia, ironia e sarcasmo un valore da CV?
Lei mi ha risposto così: se alla domanda rispondiamo con si, corro ad aggiornare il mio cv!
A questo punto è d'obbligo il sondaggio:
Un sorriso, amaro, che spero inviti non a non scrivere mai più ad una ragazza e nemmeno a volerla corteggiare, ma nel cercare di togliere da questo pensiero, soprattutto all'inizio, dei modi francamente deprimenti di definirle, di comportarsi anche solo partendo dal principio che nemmeno un maschio voglia essere considerato solo un pezzo di carne.
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precisazioni · 7 months
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mi sento come se fossi venuto a conoscenza di più o meno tutti i generi musicali, cinematografici, letterari, tutte le estetiche, tutti i modi di interagire, i comportamenti, le attitudini, come se fosse tutto etichettabile, che poi non è sempre così, ma è un sentore generico di prevedibilità, di potenziale deduzione logica e soprattutto mancato entusiasmo, ripetitività delle giornate, che mi fanno sentire come se fossi arrivato, che le emozioni nella mia vita saranno più o meno queste, che non succederà mai nient'altro, che il mio aspetto fisico continuerà ad essere lo stesso che ho da anni, che dopotutto potremmo anche affermare che se la mia vita finisse qui e oggi o fra quarant'anni non cambierebbe poi così tanto. questa cosa, oltre a dare una doverosa mazzata alla mia creatività (nulla che faccio mi prende, sorprende o entusiasma, perché farlo?) è da ritenersi come una delle cause (ce ne sono altre: tra queste, l'idea che il mondo andrà sempre peggio) di una depressione latente e intermittente di cui parlo poco perché non potrei comunque permettermi uno psicologo senza dover rinunciare alle poche cose che mi permetto di fare (dischi, musica)
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parolerandagie · 2 years
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Ragionamento da due soldi...
I ragazzi e le ragazze che hanno ancora da compiere 30 anni, in palestra, hanno le cuffie ed anche qualcuno che i trent’anni li ha già compiuti ha le cuffie, nonostante ci sia musica in sottofondo, quindi le cuffie non servono ad ascoltare la musica, ma ad evitare che qualcuno ti parli insieme (a parte qualche rara, ma sicuramente esistente, eccezione di chi, se non ascolta jazz latino degli anni 60 remixato in Bulgaria PROPRIO non riesce ad allenarsi, ed è vero, in palestra, in sottofondo, di  jazz latino degli anni 60 remixato in Bulgaria non ne passa tanto).
Però poi, i ragazzi e le ragazze che hanno ancora da compiere 30 anni, in palestra, quelli e quelle con le cuffie, passano gran parte del tempo dedicato al riposo tra un esercizio ed un altro a messaggiare, chattare, scambiarsi opinioni, faccine, vignette buffe, e chi sa che altro, tramite la loro app di messaggistica preferita  tramite un sòcial, con qualcuno (magari anche qualcuno che è lì, in palestra); ed anche qualcuno che i trent’anni li ha già compiuti fa altrettanto.
Cioè, ne deduco, non è che le cuffie messe su per evitare che qualcuno ti parli insieme siano l’evidenza di una voglia di isolarsi e non comunicare con l’umanità tutta, non sono, le cuffie, il sintomo del rifiuto ad interagire, no, sono la prova che  i ragazzi e le ragazze che hanno ancora da compiere 30 anni (o buona parte di essi ed esse) hanno una gran paura delle comunicazioni spontanee, non filtrate, quelle che si fanno parlandosi direttamente, quelle che subiscono la dura legge del Metastasio (vóce del sén fuggita pòi richiamàr non vale, ricordate?) quelle che, a differenza dei messaggi da mandare, non possono essere rilette e corrette prima di inviarle, e di cui quindi poi ci si deve assumere una immediata responsabilità, quelle che, a differenza dei vocali, potrebbero subire obiezioni ed interruzioni in diretta.
Ne deduco anche che, questo contatto continuo, anche quando non si condivide lo stesso luogo fisico, con un (certo e selezionato) gruppo di sodali, se all’apparenza potrebbe sembrare un’espansione del confine dettato dal corpo e dalla sua collocazione spazio-temporale, è in realtà un sottrarsi al nuovo, all’inaspettato, a quello che non si conosce, rifugiandosi sempre e comunque nello sperimentato, nel conosciuto e nel riconoscibile, anche quando è lontano da dove sono: è una fuga.
E se la mia deduzione mai fosse corretta, anche solo parzialmente, non sarebbe una bella cosa.
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pedrop61 · 1 year
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Vaccino Covid-19. Chi l’ha fatto non ha tenuto conto 1) della estrema mutazione del virus anche se si sa che un virus ad RNA produce 80 “ Quasi specie “ per ogni replicazione, 2) che le Spike sono proteine dannose e responsabili delle trombosi con cui anche la povera Camilla Canepa , e non solo lei, ha dovuto fare tragicamente i conti, 3) che non sappiamo per quanto tempo i ribosomi producono le famigerate Spike, 4) in che misura gli Adiuvanti introdotti nei vaccini influiscono nello scatenare infiammazioni che si aggiungono a quelle delle Spike responsabili di miocarditi e di disturbi della conduzione cardiaca a loro volta responsabili di fibrillazioni ventricolari e quindi morti improvvise, 4) che ruolo questi vaccini avranno sul genoma, 5) che implicazioni avranno sul sistema immunitario che risulta sia sbilanciato per trasferimento di anticorpi dall’immunità naturale ( anch’essa fondamentale nel proteggerci) a quella vaccinale sia per stress del sistema. Sono domande serie che ciascuno dovrebbe porsi. Una cosa comunque è certa: questi non sono vaccini ( infatti non preservano dall’infezione) ma farmaci coperti da segreto militare. E cosa può essere coperto da segreto militare? Anche un farmaco ? Si , se fa parte di quelle armi biologiche che insieme a quelle chimiche, radiologiche e nucleari rappresentano le armi di distruzione di massa. Deduzione dopo deduzione si arriva allora alla domanda: quale potenza militare può imporre il segreto militare? Ovviamente quella che ha prodotto tale arma. Pfizer , Moderna o genericamente Big Pharma? No, loro possono imporre solo un segreto industriale. Ma sono comunque in stretto rapporto avendo fornito i loro laboratori ai vertici dell’ Intelligence militare di quel Paese per produrre su scala mondiale questo misterioso farmaco dove per farmaco si intende qualsiasi sostanza in grado di determinare variazioni se introdotta in un organismo vivente.
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scogito · 1 year
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Spesso quando interagisci con persone che si occupano di crescita interiore accadono tre fatti:
- ti viene detto qualcosa che si scolla dal discorso base e porta un significato non aderente all'intervento originario
- la deduzione fatta, che sarebbe utile se realmente intuitiva, non apporta nessun aiuto all'altra persona, proprio perché parte da una fonte impura e non segue una logica aderente ai fatti
- si approda a un sottotesto né chiesto né funzionale, che mette in risalto solo ed esclusivamente la competizione di chi si propone come aiutante e invece sta solo gareggiando nella trappola del chi ce l'ha piú grosso.
Sono quei discorsi che se non riconosciuti e depotenziati in modo drastico si allungano all'infinito su binari trasversali, che conducono sempre a brutti saluti celati da finta cortesia.
Mi è successo oggi in una chat e ho smesso di rispondere perché ho capito l'ego spirituale che si era proposto come fonte illuminante per una mia questione.
Non cadere in queste trappole è una sfida, perché la voglia di rispondere che non hanno capito un cavolo è fortissima, tale deve essere anche l'osservazione di te stesso, che in questi casi se ne va a quel paese.
Se riesci a elaborare i fatti senza attuare la necessità di replica è una prova di volontà che superi e che ti insegna sempre qualcosa.
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oddio ma che ne sapete che quello è il suo letto, mi fate paura
È una deduzione abbastanza naturale, è il mio letto confermo
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crazy-so-na-sega · 2 years
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il bevitore scientifico
Solo l'induzione aumenta la conoscenza oltre il contenuto delle premesse. Tuttavia i logici prima di John Stuart Mill si concentrarono tutti sulla deduzione. Mill inaugurò la logica induttiva formulando regole per trovare relazioni causali. Il metodo della differenza dice che X è la causa se l'effetto scompare quando X è eliminato. Se si sottrae alcol a una birra, non ci si ubriaca. Così l'alcol è causa dell'ebrezza. Il metodo di Mill delle variazioni concomitanti inferisce le cause della correlazione. Più alcol si beve, più ci si ubriaca, così l'ebrezza è causata dall'alcol. Il metodo dei residui dice che la causa è il fattore che resta quando si sottrae a un fenomeno la parte che si sa essere l'effetto di antecedenti. Per esempio un fisiologo con la nausea vedrà un'ottima opportunità di pesare il contenuto del suo stomaco vomitando, e si peserà prima e dopo l'emesi.
Sir Walter Raleigh applicò il metodo dei residui quando scommise con la regina Elisabetta. Egli affermava di poter pesare il fumo della sua pipa. Stuzzicata nella sua regale curiosità, Elisabetta accettò la scommessa. Raleigh prima pesò il tabacco, poi fumò la pipa. Alla fine pesò la cenere che restava, calcolando che il fumo era pari alla differenza fra il tabacco consumato e il tabacco originale. La regina la prese sportivamente. Gli pagò la scommessa e si complimentò con lui dicendo: "Ho visto molti uomini trasformare l'oro in fumo, ma voi siete il primo ad aver trasformato il fumo in oro".
Se Elisabetta avesse consultato Robert Boyle, avrebbe dubitato che Raleigh riuscisse davvero a pesare il fumo. Boyle aveva bruciato lo stagno e scoperto che il suo peso aumentava (di circa il 25 per cento), per cui o vi si aggiungeva qualcosa durante la combustione o la parte sottratta aveva peso negativo (leggerezza, l'avrebbero definita i chimici successivi). Il tabacco in effetti pesa di meno dopo che è stato bruciato, ma forse si aggiungeva qualcosa alla cenere o forse l'aria aggiungeva qualcosa al fumo. Leonardo da Vinci capì che il fumo è una faccenda complicata. Distinse tra il fumo nero delle particelle carbonizzate e il fumo "bianco" delle polveri in sospensione nell'acqua. I primi chimici condussero le loro misurazioni con contenitori scoperti. Non si resero conto che, per il metodo dei residui, occorre un ambiente chiuso. I biologi reimpararono la lezione da Louis Pasteur.
Si può sperare di evitare queste complicazioni ricorrendo al più semplice dei metodi di Mill, il metodo della concordanza. Si cerca un fattore comune a tutte le cause dell'effetto. La vigilia di Natale del 1926, sessanta persone si presentarono in condizioni disperate in un ospedale di New York. L'elemento comune era l'alcol denaturato. I chimici delle istituzioni statali denaturavano l'alcol che veniva usato per scopi industriali e i contrabbandieri assoldavano dei chimici per rinaturarlo. Il tira e molla tra denaturazione e rinaturazione raggiunse vette di inedita raffinatezza chimica. Quell'anno, i chimici alle dipendenze dello stato passarono in vantaggio. Quando, nel 1947, vinse il premio Nobel, al banchetto Sir Edward Victor Appleton pronunciò un discorso durante il quale sottolineò che il metodo della concordanza dipendeva dalla descrizione delle cause:
"Signori e signore, non dovreste...sopravvalutare i metodi scientifici, come apprenderete dalla storia di un uomo che avviò un'indagine per scoprire perché la gente si ubriaca. Credo che questo racconto possa interessarvi, qui in Svezia. Una sera quest'uomo offrì ad alcuni amici una bevanda composta da una certa quantità di whisky e una certa quantità di acqua di selz e, a tempo debito, osservò i risultati. La sera dopo diede agli stessi amici un'altra bevanda, composta da brandy e acqua di selz nelle stesse proporzioni del whisky con selz della sera prima. Procedette così per altri due giorni, offrendo rum e soda, poi gin e soda. I risultati furono sempre gli stessi. Applicò il metodo scientifico e, usando il suo senso di logica, trasse l'unica possibile conclusione: la causa dell'intossicazione doveva essere il fattore comune, cioè l'acqua di selz!"
Il discorso divertì il pubblico svedese molto più di quanto Appleton si fosse aspettato. Forse la storia guadagnava qualcosa, in traduzione? Solo in seguito il fisico britannico seppe che il principe ereditario di Svezia beveva solo acqua di selz.
-Roy Sorensen -La stanza delle meraviglie filosofiche
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popolodipekino · 1 year
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ars oratoria
Una bella voce maschile e partenopea, quando aggalli dai limpidi fondali della deduzione, come nudità chiara di sirena da lattescenze marine alla luna di Gajola, va spoglia affatto e in ogni comma di quel modo così rabbiosamente asseverativo ch'è proprio a certe bestiacce del nord, e a' loro condottieri ammogliati-brustolati: (in un falò di benzina). Piace, piace al nostro orecchio di abbandonarsi a tanto felice argomentare come conquiso turacciolo dal dolce filo di correntia verso a valle, verso dove chiama il profondo. La fluenza sonora non è che il simbolo della fluenza logica: la polla dell'enunciazione eleatica s'è derogata in una trascorrenza: ribollendo nelle disgiunzioni o dicotomie dello spirito o nelle cieche alternazioni della probabilità, si perpetua in un deflusso drammaticamente eracliteo, "panta de polemos", pieno di urgenze, di curiosità, di brame, di attese, di dubbi, di angosce, di speranze dialettiche. L'ascoltatore viene abilitato a opinare in qualunque direzione. L'istanza della controparte si polverizza in quella voluttà musicale, si rapprende con un nuovo naso, come l'erma di Giano guardata in faccia: e subito dopo da dietro. da C.E. Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
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