Tumgik
#comunicazione sociale
aaquilas-blog · 29 days
Text
Elezioni europee: dentro o fuori?
So che le politiche economiche adottate spesso e volentieri dall’Unione Europea hanno danneggiato l’economia del paese, ma non di meno sono convintissima che una nostra eventuale uscita non farebbe che peggiorare la situazione attuale. 😕 Il populismo ci porta a buttare il bambino con l’acqua sporca. La mia visione più pragmatica, che poco ascolta la pancia, invece mi dice che le soluzioni ci…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
marikabi · 2 years
Text
youtube
Siamo animali sociali, ma tutto congiura a tenerci separati. Questa settimana, analizzo qualche contributo offerto dalla stampa estera relativamente al cambiamento dei rapporti sociali per colpa della pandemia e non solo
0 notes
persephoneflouwers · 7 months
Text
Tumblr media
That’s very… curious, convenient, even, how these people make millions with their ig accounts but sharing informational content will distress them.
What do you need 430 million followers for?
24 notes · View notes
rideretremando · 4 months
Text
La pace dei segni - Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee
Dispute social, shitstorm, guerre della reputazione.
2 notes · View notes
bones39 · 7 months
Text
L'uso prevalente della comunicazione attraverso schermi può ridurre le social skills perché manca la dimensione della comunicazione non verbale, come contatto visivo, gesti e espressioni facciali. Ciò può portare a una ridotta capacità di interpretare e comprendere le emozioni degli altri, influenzando le abilità relazionali e l'empatia. Inoltre, la comunicazione digitale può favorire una certa distanza emotiva e l'anonimato, che può portare a comportamenti più aggressivi o meno responsabili. Per mitigare questi effetti, è consigliabile bilanciare l'uso della tecnologia con interazioni faccia a faccia, partecipare a attività sociali e coltivare la consapevolezza delle dinamiche relazionali sia online che offline.
2 notes · View notes
crazy-so-na-sega · 9 months
Text
Tumblr media
Vi affidate costantemente a piattaforme di informazione/programmi e giornali di "opposizione al sistema" che negli anni, gratta e rigratta, hanno veicolato quegli "oppositori al sistema" che ora, dal parlamento, vi inculano senza vaselina secondo dettami del "sistema"
-Terre Impervie
-----
no no....solo la tivvù.....;-)
3 notes · View notes
Text
L’uso dell’Intelligenza Artificiale nei Social Media
Tumblr media
L'intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando la gestione dei social media, rendendola più efficiente, automatizzata e personalizzata.
Uno dei principali vantaggi dell'utilizzo dell'IA è la possibilità di analizzare enormi quantità di dati in tempo reale, e di perfezionarsi progressivamente con l’esperienza. Con l’IA, inoltre, si possono identificare trend e comportamenti degli utenti sui social media, permettendo alle aziende di adattare la propria strategia di marketing in modo sempre più “customer oriented” e sempre meno generico.
Inoltre, l'IA può essere utilizzata per automatizzare attività come la pubblicazione di contenuti, la risposta a commenti e messaggi privati, il monitoraggio di hashtag e la valutazione delle prestazioni dei post. Questo riduce il tempo e gli sforzi necessari per gestire i social media, consentendo agli esperti di concentrarsi su attività più creative e strategiche. Tuttavia, è estremamente importante che tutte le procedure di elaborazione e pubblicazione siano regolate da professionisti esperti, considerato che intanto i dispositivi di intelligenza artificiale non sono esenti da errori, anche grossolani; inoltre una competenza professionale personale è difficile da sostituire integralmente, specie nella valutazione responsabile delle migliori strategie rispetto agli specifici campi di applicazione.
Una curiosità: poiché questo contenuto è stato elaborato con il supporto di un sistema di intelligenza artificiale, sareste in grado di distinguere la parte “umana” da quella “artificiale”?
www.resolvis.social
3 notes · View notes
clacclo · 2 years
Text
Le credenze lasciatele in cucina o in chiesa!
Il risultato dei tanti salotti televisivi, in cui si chiedeva ai personaggi dello spettacolo di esprimere ciò che pensavano riguardo la politica, l’economia, la cronaca e tutto ciò che non riguardava il loro ambito lavorativo, è stato reso lampante negli ultimi due anni: non solo si sono permessi di fare le loro campagne sui social, ma hanno prodotto una degenerazione intellettuale che ha colpito…
Tumblr media
View On WordPress
11 notes · View notes
Text
Il CS (Comunicato Stampa) nell'era di Tik Tok, come farlo arrivare, pubblicare e funzionare.
Tumblr media
View On WordPress
2 notes · View notes
Text
Tumblr è il nuovo Netlog, non c'è dubbio.
3 notes · View notes
pettirosso1959 · 1 month
Text
Tumblr media
-Come disarticolare, indebolire e decimare una popolazione.-
◉ Immigrazione incontrollata parassitaria→ aumento spesa welfare, aumento tassazione, diminuzione salari e reddito pro capite.
◉ Politicamente corretto→ condizionamento mentale, censura.
◉ Cancel culture→ perdita delle radici, induzione senso di colpa.
◉ Terrorismo sanitario→ mancanza di cure ordinarie, fragilità fisica ed emotiva, chiusura esercizi commerciali, perdita del lavoro.
◉ Inflazione da immissione monetaria incontrollata→ perdita potere di acquisto, trasferimento di ricchezza improprio ad elites di controllo.
◉Terrorismo ambientalista→ distorsione del mercato, distruzione del paesaggio, deindustrializzazione, distruzione autonomia energetica.
Elena V.
0 notes
marikabi · 1 year
Text
Come banane
Tumblr media
Siamo come banane perché siamo etichettati da chi ci conosce (o pensa di conoscerci) e a nostra volta etichettiamo chiunque e qualunque cosa, spesso anche a sproposito. Lo facciamo per comodità, perché la nostra mente ama le categorizzazioni al fine di non perdersi nella complessità e nella stragrandissima varietà che trovansi nell’universo.
Più etichettiamo e infiliamo roba (volti, eventi, situazioni, persone) nei nostri archivi mentali più c’illudiamo di aver chiarito e pulito i nostri pensieri e riordinato le nostre scale di valori, confermandole invece che confutarle con sani e spesso salvifici dubbi.
Le categorie, ovvero anche le tassonomie - elenchi più o meno esaustivi di cose, persone, animali, piante, santi, interessi e nemici di Salvini, marchi sponsorizzati dalla Ferragni, astri, colori Pantone, libri di Andrea Camilleri - hanno nell’antichità rappresentato lo scibile e dalle tassonomie di un tempo derivano anche le prime enciclopedie. Un paio di esempi - estremi - per tutti: Bouvard et Pécuchet (personaggi di un incompiuto romanzo di Flaubert che volevano categorizzare le conoscenze scientifiche e si ritrovarono a catalogare i luoghi comuni) e Linneo (celeberrimo e puntiglioso naturalista svedese).
Se Charles Darwin non avesse avuto la fissa di catalogare piante, insetti, animali, ciottoli, ossa, conchiglie e fiori sin da piccolo, noi non avremmo avuto la più completa e ragionata disamina delle dinamiche evoluzionistiche che hanno rifondato la filogenesi.
Anche le categorie che applichiamo agli umani (belli, brutti, intelligenti, superbi, cafoni, bizzarri e tanto altro) aiutano ad orientarci, quindi. Lo facciamo da sempre, da quando eravamo cavernicoli, onde evitare personaggi poco raccomandabili ed associarci a soggetti che - già allora - rinforzavano la nostra comfort zone e la nostra bolla, nel senso che non rappresenta(va)no minacce per la nostra sopravvivenza, fisica e psichica: gente simile a noi, che la pensava come noi, con gli stessi gusti gastronomici, e così via fino a categorizzarci per religioni, colore della pelle, politica, squadre di calcio, marche di caffè, pandoro o panettone.
Marc’Aurelio cominciò appunto con un piccolo elenco di personaggi da evitare nel suo A sé stesso.
Nulla di nuovo, pertanto, se abbiamo importato le categorie anche sui social, luoghi pieni delle cosiddette bolle, dove elenchi e selezioni di argomenti e persone vengono peraltro favoriti e/o aggravati da perversi algoritmi.
I social - non si sbaglia mai a ricordare che sono mezzi, come il telefono, la radio, YouTube - sono diventati un’estensione di noi stessi. Hanno ampliato la cerchia di conoscenze (l’amicizia è altra ed alta cosa) e le categorizzazioni risultano vieppiù importanti ed utili nel selezionare o farci selezionare le persone da seguire.
Proprio nel 2023 cade il ventennale della creazione di Facemash, il prototipo di Facebook, da parte di Mark Zuckerberg. Dal momento in cui venne messo in rete, questo totem dei social (ancora il più diffuso al mondo) ha creato una rete così vasta da diventare - virtualmente - la terza nazione più popolosa sul pianeta.
Pensate che Facebook - assieme agli altri social - ci abbia fornito amicizie e vero conforto? Ovviamente no. Seppur nati per mettere in contatto gente, i social sono diventati un palcoscenico personale, più che un salotto accogliente per chiacchierare amabilmente. 
Un palcoscenico siffatto divora quotidianamente storie ed emozioni. C’è chi non sta al gioco al massacro delle proprie immagini, dei propri sentimenti (e della propria vita privata) e diminuisce lo sharenting (la condivisione parossistica) magari aspirando al ghosting (scomparire). C’è chi invece cerca spasmodicamente la ribalta: fare l’influencer diventa il sogno di chi un tempo aspirava a diventare facilmente famoso come calciatore (o moglie di)/cantante/attore/modella.
(Va da sé che diventare famosi come Astrosamantha - alias di Samantha Cristoforetti - non è impresa semplice, pertanto non risulta comunemente appetibile e l’astrofisica - la materia di studio, cioè - non riscuote lo stesso gradimento del gossip.)
Adesso si può diventare famosi semplicemente ossessionando la gente con le proprie immagini, con la propria quotidianità (non sempre esaltante e dorata) e - ahimè - anche con le proprie miserie umane.
Nasce mediante tali sistemi il fenomeno Kardashian, prototipo di vita spiata a favor di telecamera: famiglia famosa per la faccia da esibizionisti che hanno saputo mantenere negli anni.
Tuttavia, non tutti sono così abili con immagini e parole. Infatti, non tutti siamo diventati Kardashian o Ferragnez e tanti, pur di farsi notare, esagerano nell’esporsi, esagerano nelle parole e nei toni e nei filtri fotografici, sia sui social pubblici (Twitter, Instagram, TikTok), che sulle chat.
Lunga premessa - anche un po’ storica - per arrivare al tema: comportarsi nelle chat.
Ormai non possiamo più farne a meno: Whatsapp soprattutto, ma anche Telegram ci aiutano perfino al lavoro.
La cosiddetta comunicazione differita, tramite messaggi scritti, vocali e video, è il sistema imperante, avendo scalzato le telefonate. Il differimento ci fa sentire quasi onnipotenti, perché, nel momento in cui registriamo, il destinatario non può ribattere. Magari lo farà appena dopo, ma nel momento siamo noi, le nostre idee e soprattutto le nostre parole ad imporsi, in quanto non siamo costretti ad ascoltare l’interlocutore. Non ci piace ascoltare nessuno, se non noi stessi. (Fateci caso, anche nei talk-show televisivi: ci sono giornalisti che prima di fare una domanda all’ospite fanno comizietti di un quarto d’ora e l’ospite, poi, risponde spesso off topics, interessato solo alle proprie idee comunque sia.)
E poi c’è il filtro, la lontananza, il rapporto diadico tra noi e l’apparecchio, più che tra noi e il destinatario del messaggio. Così, inconsapevolmente aggiungiamo un sentore di arroganza in più a ciò che diciamo.
A dir la verità, molti aggiungono più che un sentore, guastando irreparabilmente la comunicazione, la quale diventa ostile.
E non ce ne accorgiamo mica. Liti, incomprensioni, bannamenti, ingiurie ed improperi sono sempre in agguato, dentro una chat o in un thread di Twitter: l’incomprensione è l’humus sul quale prolifica l’ostilità digitale.
Se si può, la situazione peggiora quando gli agenti (emittenti e destinatari) sono ragazzi, pre-adolescenti o adolescenti. 
La strutturazione adolescenziale del Sé è faccenda complessa e nel Terzo millennio è diventata addirittura tragica. Si legge da più parti della debolezza psichica dei nostri ragazzi e ragazzini che non reggono il peso del giudizio del branco, fosse anche quella dei partecipanti alla chat della scuola/della palestra/dell’oratorio o gli spietati confronti di immagini su Instagram (dopo esserci smostrati a colpi di filtri, tipo Mona Insta in gallery).
Ci vorrebbe una materia di studio ad hoc, ma poiché non siamo in Norvegia (a scuola è previsto un corso educazione alla comunicazione digitale), dobbiamo correre ai ripari in autonomia.
Tuttavia, abbiamo un aiuto nel (densissimo) manuale  scritto da Carlotta Cubeddu e Federico Taddia: Penso, parlo, posto (il castoro ed.), che abbiamo presentato sabato 11 febbraio 2023 nella sala ragazzi della Biblioteca provinciale (a Corso Europa) nell’ambito del Festival della letteratura per ragazzi organizzato dall’associazione Ebbridilibri, capitanata dall’infaticabile Marina Siniscalchi.
Carlotta ha intensamente interagito con il pubblico, ponendo domande insidiose per dimostrarci come la comunicazione digitale può essere pericolosa, ma ci ha anche insegnato a difenderci con le parole non ostili, come pure a non diventare banane.
Tumblr media Tumblr media
2 notes · View notes
ultrabeauty-it · 3 months
Text
L'amore ai tempi dei social media
I social media hanno rivoluzionato il modo in cui ci innamoriamo. Scopri l'impatto dell'amore nell'era digitale e i segreti per un amore social-proof. #AmoreDigitale #SocialLove #ConversazioneDigitale
L’amore ai tempi dei social media: Swipe verso l’amore o verso il ghosting? Nell’era digitale, dove la comunicazione viaggia alla velocità della luce e le relazioni virtuali si intrecciano a quelle reali, l’amore assume nuove sfumature. I social media, con la loro miriade di app e piattaforme, hanno rivoluzionato il modo in cui ci innamoriamo, ci relazioniamo e ci lasciamo. Ma qual è l’impatto…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
aaquilas-blog · 3 months
Text
Vecchi Ideali, Nuovi Orizzonti: Costruire Ponti nell'Era dei Social
Basta girare la faccia dall’altra parte ..Facebook (e anche social come Twitter e lo stesso Linkedin) è ormai un social in cui vive la stragrande maggioranza di vecchi (io compresa) italiani.Abbandonato da molti anni dai ragazzi che si sono ritagliati i loro spazi lontani da questo social che puzza di naftalina…Mi chiedo e vi chiedo: Dove avete messo i vostri ideali con cui siete…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
emanuelebottiroli · 4 months
Text
1 MINUTO DIVINO - LINKEDIN, NUOVA VETRINA DIGITALE DEL VINO
È LinkedIn la piattaforma preferita dalle aziende vinicole italiane. Lo rivela la decima edizione della ricerca condotta da Omnicom PR Group Italia, che si è concentrata sull’attività online delle prime 25 aziende vinicole italiane per fatturato, secondo di dati 2023 di Mediobanca. LinkedIn è la piattaforma che registra una maggior percentuale di crescita, con un +260% di follower in aggregato…
youtube
View On WordPress
0 notes
fitnessitaliano · 5 months
Text
Navigare nell’Era Digitale: Il Marketing Etico come Guida
L’era digitale ha rivoluzionato il modo in cui le aziende si promuovono e raggiungono i propri clienti. Tuttavia, con il grande potere del marketing digitale, arriva anche una grande responsabilità. In questo articolo, esploreremo il concetto di marketing etico e come può essere utilizzato come guida per navigare nell’era digitale. Che cos’è il Marketing Etico? Il marketing etico è un approccio…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes