Tumgik
#farebbe più schifo che altro
omarfor-orchestra · 6 months
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Ma secondo te perché hanno così paura di mostrare questa relazione? Perchè di questo si tratta, paura. E soprattutto secondo te, finale positivo o no?
Rispondo prima alla seconda, finale aperto né positivo né negativo.
Forse il discorso è la "difficoltà" di parlare di bisessualità che non è ""bianca o nera"" (passatemi i termini ma è per fare capire), non è "ah ecco perché non riesco ad avere una relazione con una ragazza, è perché sono gay" oppure "no guarda ti voglio bene ma non sono per niente attratto dai maschi", è qualcosa che richiede anche una certa attenzione e delicatezza e forse hanno paura che non venga compresa oppure non hanno interesse nell'affrontarla e impegnarcisi. Io penso abbiano ancora la convinzione che il target di una fiction di Rai1 sia di un certo tipo, poco plastico mentalmente, che già sta facendo uno sforzo enorme ad accettare Simone quindi meglio non esagerare (quanto scommetto che a Mimmo daranno tutto un discorso su quanto poco amasse la sua ex e farà una specie di coming out come omosessuale)
L'unica cosa che mi auguro è che capiscano finalmente che non è così e che la smettano di avere paura di uscire dai canoni. Non è che se fai un'altra ennesima scatola con sopra scritto "gay" allora hai risolto i problemi di rappresentanza.
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questouomono · 2 months
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Questo uomo no, #137 - Quello che parla dei libri che non ha letto per dimostrare di non sapere le cose di cui parla
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Mi scuso in anticipo per la parentesi molto personale, ma certe cose fanno davvero troppo ridere e credo sia giusto farne esempio utile a più persone possibile.
Di per sé il tipo di maschilista di cui parlo non sarebbe un soggetto nuovo, rappresenta l'ennesima versione di ignorante che merita un posto nella Armata delle Tenebre. Però in questo caso mi ha molto colpito che l'ignoranza venisse proprio da una categoria alla quale appartengo: quella di chi lavora in filosofia. In più (ignoranza al quadrato?) parlando di un libro che affronta argomenti di filosofia: il mio ultimo.
Il soggetto in questione - non importa il nome come non importa il titolo del mio libro, tanto è una scenetta che puntualmente si ripete a ogni libro che tratti di problemi di genere commentato da chi lavora con la filosofia - si produce su un social in un primo commento che già da solo, secondo la nota "Lewis' Law", giustifica l'esistenza del libro stesso:
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Ovviamente non mi sento colpevole affatto, visto che descrivo semplicemente chi sono secondo concetti assolutamente non colpevolizzanti - se li si conosce e li si sa usare. Non vorrei citarmi addosso di nuovo, ma qui si legge evidentemente una coda di paglia enorme, resa rogo fiammeggiante dalla maschia immagine di un Platone intento a prendermi a pugni. Almeno forse mi riterrebbe degno dei suoi colpi; uno che scrive usando i concetti in questo modo probabilmente a Platone farebbe tanto schifo da non volerlo toccare manco per menarlo.
Ma il meglio deve ancora venire: sollecitato da un suo "amico" sui social, il nostro lascia la prova che il libro di cui parla non l'ha letto, o se l'ha letto ha capito cose che non erano nel libro ma già nella sua testa:
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Basta anche solo leggere la quarta di copertina o le bandelle del mio libro per rendersi conto che lamento proprio (tra le altre cose) il fatto che i filosofi hanno sempre messo molto poco, nel loro lavoro, del loro corpo sessuato. In più, Butler praticamente non la cito manco per sbaglio; essendo una post-strutturalista, forse "costruttivista" come viene detto ma certo non fenomenologa come lo sono io, non "uso" in nessun modo il suo pensiero.
Poi vabbè, tutta la pomposa storiella su ideologia e religione rientra nella solita retorica ignorante "antigender" che come vedete è stata ben assimilata senza un briciolo di ricerca o di critica anche da chi ha una cattedra universitaria in filosofia (sì, il soggetto autore delle parole sopra riportate rientra in questa nobile categoria).
Ah, per chi se lo chiedesse: sì, il commento in cui si invoca la pistola (di altro "amico" suo di social) sarebbe da querela, ma già non ho tempo da perdere con gli ignoranti, figuriamoci con i loro amici.
Il problema non è essere d'accordo o no con quello che scrivo eh, figuriamoci. Intravedo un problema più grande nell'essere un cattedratico di filosofia e professare maschilismo ignorante senza neanche rendersene conto. Che è esattamente uno degli argomenti del mio ultimo libro.
Non posso che ringraziare pubblicamente l'autore di questa involontaria ma utile dimostrazione di quanto sostengo. Aggiungo che no, questo uomo no.
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firewalker · 6 months
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Dobbiamo parlare di gatti
Sono sicuro che c'è un padrone o una padrona di gatto o gatti tra chi mi segue, e forse questo post non sarà di suo gradimento. La faccio breve.
TL;DR: non fate uscire il gatto da casa, tenetelo dentro.
Versione lunga.
Su Nature Communications è stata pubblicata una revisione della letteratura riguardante l'impatto del gatto domestico (Felis catus) sul regno animale. L'articolo è stato riassunto da Fanpage in italiano. Le revisioni sono pubblicazioni scientifiche che cercano di fare il punto sulla conoscenza attuale di un dato argomento. Gli studiosi hanno esaminato 533 studi precedenti e hanno identificato oltre 2000 specie animali predate dai gatti in tutto il mondo (per la precisione 2084).
Mettendo insieme tutti i dati, i risultati sono questi:
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Se pensate che i gatti servano per catturare i topi, ebbene sbagliate. La prima preda, in assoluto, del micio è un uccello, non un mammifero. In tutto il mondo, i gatti fanno strage di uccelli, quando va bene i mammiferi sono la seconda scelta, globalmente sono la terza (preferiscono i rettili). E tra i mammiferi, si specifica nell'articolo, non ci sono solo topi e ratti, ma anche mammiferi di grandi dimensioni, perché al gatto non è che interessi poi tanto se deve catturare un animale o può cibarsi di una carcassa: anche fosse un toro non gli farebbe schifo.
Eh, ma tanto, cosa vuoi che sia? Il gatto ha sempre portato un regalino, è la loro natura
Sì, certo, è la loro natura. Assassina. Altro grafico tratto dallo studio:
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Al gatto non frega niente se quella che ha puntato è una specie comune o è in via di estinzione. Consideriamo che globalmente le specie predate a basso rischio sono il 75%, aggiungiamo un 10% di specie incerte (che non significa che siano a basso rischio, significa che non sono state valutate con certezza, ma consideriamole ottimisticamente). Abbiamo quindi che il gatto risulta un fattore di rischio di estinzione per il 15% delle specie predate. Considerando le 2000 specie complessive circa, abbiamo quindi 300 specie minacciate dal gatto domestico. E non è un problema solo dell'Australia, ma anche dell'Europa (che magari non arriva al 15%, ma di poco)
Il gatto domestico è nella lista delle 100 specie invasive più dannose al mondo, e c'è un motivo. Interessante notare anche la taglia della preda del gatto:
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La maggior parte delle prede è intorno ai 5 kg (quanto pesa il vostro gatto?), ma come dicevo prima non si salvano nemmeno i bovini, o anche gli emu, le tartarughe marine o anfibi giganti come la rana toro: i gatti sono anche spazzini.
Quando guardate il vostro gatto e pensate che è così carino, ricordatevi che il suo fascino è quello di Ted Bundy.
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sudokulife · 1 year
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11.17 giovedì 16 febbraio
A volte capita che la vita riservì sorprese, già ma non quelle degne di chiamarsi tali anzi.. a volte sono talmente sorprese che sembra ti crolli il mondo addosso, ti continui a dire che non doveva andare così, che la vita è lunga ma continui a non darti pace coi soliti pensieri. Ti odi, ti incazzi con te stesso, ti aggrappi al nulla più totale nella speranza che sia solo un brutto sogno perché non hai buttato via il tempo con qualcuno ma sapevi che era speso bene perche quella persona per te è davvero tutto allora ti incazzi ancora di più perché d’ora in avanti non ci sarà più in nessun modo, ho giocato male le mie carte e basta, mi mancherà sempre più dell’aria che respiro, mi mancherà tutto, penso durerà in eterno credo un eterno che non è ben comparabile ma sarà comunque troppo tempo e starò sempre peggio, il male d’amore con la friend zone sono una brutta accoppiata me sa.. io celho messa tutta e va bene così, farò questo crogiolo di dolore parte presente della mia vita è basta che devo fa, non avrei mai creduto potesse succedere.. invece è successo, saranno solo tanti bei ricordi, litigate epiche e niente alti e bassi come tutto ma quando si ha prospettive diverse purtroppo è quello che fotte, non incontrarsi e separarsi per forza di cose nonostante tutto il bene. Giuro sono bloccato sul letto a scrivere e sto sbadigliando da ore, non penso nelle prossime ore avrò più voglia di far nulla, ho perso qualsiasi tipo di estro potesse venirmi e Tumblr sarà nuovamente il mio compagno di avventure per un po’ credo. C’è il sole, un sacco e ho un caldo allucinante come spesso accade, devo poi chiamare mia zia per chiederle due cose dato che domani tornerò nella mia città natale per un paio di giorni giusto per andarla a trovare, fare un giro con mio cugino e chissà che altro poi il giorno dopo penso andrò a trovare mia mamma che nn sta nulla bene, ma questa è un’altra storia e nulla per la sera poi credo tornerò a casa mia.
Sento solo che sto di merda in questo momento e vorrei che le cose in generale fossero andate diversamente, mi dispiace per tutto ma non posso nascondere i miei sentimenti al mondo, non riuscirò mai a farlo, in questi casi c’è spesso che si fa aiutare ma alt i miei amici più cari sono meno di tre e più di uno e uno di loro è mancato quindi.. è il rimanente è lontano e lavora, bello schifo che sono: solo soletto mazziato e cazziato, giuro ora non sento più incentivi come prima, nessuno..lo so è difficile e brutto credere in un rapporto con una persona che c’è la possibilità che si trasformi un casino un giorno ma ho fatto il solito errore di crederci troppo perché avevo davanti una delle persone più belle mei conosciute in mia vita e voillà le merd son fé.. siinizia sempre con le amicizie più belle e poi uno si innamora(spoiler stavolta io), e la cosa brutta è che l’altra persona crede solo nella stessa bella amicizia che c’era un tempo e che tu man mano hai però da parte tua fatto diventare altro.
Non so quanto durerà sto monologo senza fine perché non voglio nemmeno fermarmi a pensare, non so che fare a parte deprimermi e ripensare al tempo passato mentre sto in lacrime, non riesco nemmeno a giocare ai videogiochi o ascoltare musica, ne disegnare.. non mi viene nulla se non stare sul latto a piangere ancora, spero solo non mi ricomincino le crisi di qualsiasi cosa, se sono solo mentre ho crisi ho una fifa boia che possano crescere a tal punto dal farmi del male..spoiler sono da solo e sto tremando, chissà come andrà a finire se in una tachicardia o attacco di panico boh lo scopriremo in questa favola..
Ps anche se poi dopo il tutto non riuscissi più ad alzarmi se finisco a terra non sarebbe poi così male dato il periodo, vedremo chi ci sarà a raccogliermi col cucchiaino e a sbattermi in faccia che la vita può essere meglio di così. SPOILERONE nessuno perché nessuno ci tiene a me a tal punto anzi si forse lo farebbe mia madre ma è convalescente operata di tumore a 60 km da me quindi ciccia si vedrà .
Buon periodo di merda,spero ce lo abbiate almeno un minimo migliore del mio dai alla prossima se ci sarà
Leo
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yoursweetberry · 1 year
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Io seguo una pagina che si chiama Narcistop su instagram e più vedo le cose che dice e fa Federica più mi rendo conto di quanto si rispecchi in atteggiamenti totalmente tossici e manipolatori nei tuoi confronti che vengono descritti la sopra.
Ho letto i messaggi di ieri sera e quando ha scritto nel gruppo “vedete dove lo fanno da un altra parte CINZIA TI POSSO ACCONTENTARE solo così” ma hai idea di quanto sia tossica una frase del genere? io credo proprio che tu non te ne renda minimamente conto perchè altrimenti a una persona così la schiferesti. Poi ha aggiunto che le dispiace solo per te “SINCERAMENTE” quando sinceramente a lei non gliene fotte un cazzo delle cose che piacciono a te e di ciò che farebbe star bene a te! Ne tantomeno è felice quando ti vede felice, piuttosto le da fastidio e ti rinfaccia che lei è stata male e si pensa solo alla tua felicità (che schifo e vergogna aggiungerei)
Ma i grandi tossici narcisi sai che fanno in pubblico? (in questo caso davanti alle tue amiche?) TI MANIPOLA CON LE BUGIE DAVANTI AGLI ALTRI, perché specie in una situazione dove si sa di vincere (in questo caso che non si riesce ad andare al comicon dove lei sperava di non andare e organizzare altro) lei ha costruito una prova nel caso di una discussione per poter dire “ma io l’ho detto avanti a tutti che ero dispiaciuta per te, sarei venuta per te, tu non apprezzi” così da pararsi la reputazione e innescare in te il sentimento di colpa. Quando poi si conoscono benissimo le dinamiche del prima del durante e del dopo di quando hai voglia di fare qualcosa che ti piace. E lei nella realtà tutto dimostra tranne che piacere di vederti contenta in certi momenti. Ma tu a cosa credi? ai fatti o alle parole manipolatorie nascoste dietro a un immagine gentile? alle seconde naturalmente… mamma mia che vomito
07:30
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tempi-dispari · 1 year
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L'underground deve perdere la verginità
L’underground deve perdere la propria verginità. E si, se vogliamo crescere, dobbiamo fare questo salto qualitativo. Basta vivere di onanistico compiacimento. È il momento di prendere coscienza di noi stessi e aprirci al mondo. In che senso? Nel senso che è giunto il momento di smetterla di considerarsi come realtà avulsa dal contesto, come nicchia di super appassionati, come detentori della ‘vera’ musica mentre il resto fa schifo.
Esiste un mondo al di là di noi del quale, che ci piaccia o no, facciamo parte e col quale dobbiamo fare i conti. Un mondo che non è sempre e per forza brutto, cattivo, fatto si persone che non capiscono nulla. Che poi il non capire nulla noi lo riferiamo al nostro contesto. Il mainstream non capisce nulla perché dà spazio a chi non lo merita, perché porta avanti burattini creati solo per vendere. Perché chi arriva a certi livelli deve per forza scendere a compromessi.
Noi invece, duri e puri detentori della sacra verità, non ci facciamo invischiare in questi giochetti. Noi rimaniamo fedeli a noi stessi, non ci facciamo abbindolare da stupidi miraggi. Ed è proprio questa sbandierata ‘purezza’ che ci sta logorando. Come si suol dire, ce la cantiamo e ce la suoniamo. Lamentandoci poi che nessuno ci ascolta. Una sana autocritica sarebbe d’obbligo. Quello che c’è oltre i confini del nostro mondo non è necessariamente sbagliato o è il male. Certo, cambiano i principi. Il mainstream vive sul guadagno più che sulla qualità. Noi invece abbiamo la qualità, ne abbiamo a bizzeffe di qualità, ma non la sappiamo valorizzare.
È un po’ come il discorso: l’Italia potrebbe vivere di turismo ma non riesce perché non lo valoriza a sufficienza. Mentre paesi che hanno molto ma molto meno, riescono a rivendere alla grande quel poco che hanno. Come se esce? Imparando. Prendiamo ciò che di buono ha da offrire l’universo fuori dai nostri confini e interiorizziamolo, adattiamo alle nostre esigenze. Prediamo atto e coscienza di essere un’entità di pari dignità di qualsiasi altra.
Moltissime realtà che agiscono nell’underground lo fanno in modo professionale. Le band, anche quelle che si autoproducono, sfornano dei lavori di altissimo livello. Gli organizzatori di concerti, non mettono su un palco quattro amplificatori a caso, una batteria microfonata alla meno peggio e via. No, fanno tutto al meglio delle proprie possibilità. Come farebbe un organizzatore di eventi mainstream. Tutti lo fanno guidati dalla passione, ma nessuno lo fa in maniera gratuita. I concerti, si pagano, i dischi si pagano, il merch delle band si paga. Perché, quindi, dover offrire a queste persone dei servizi approssimativi?
Soprattutto, perché continuare ad essere autoreferenziali quando lo scopo ultimo del supporto al nostro mondo è il farlo conoscere? E non lo dobbiamo far conoscere a chi lo vive già. Dobbiamo farlo conoscere fuori confine, oltre i nostri limiti autocostituiti. Il ‘chi mi ama mi segue’ non vale. Non può più essere applicato. Nessuno ha un nome tale per cui può vivere di rendita. Questo è un altro forte limite di tantissime realtà divulgative. Il crogiolarsi sugli allori perché ‘tanto sono arrivato, sono un nome, ho decine di migliaia di persone che mi seguono’. Forse sfugge che il mondo cambia.
Che le cose non restano sempre le stesse. Che è inutile cercare di rimanere ancorati a certi stilemi perché ‘hanno sempre funzionato’. Certo, i cambiamenti sono difficili. Soprattutto è difficile prendere atto dei propri limiti e del fatto che forse è il caso di ampliare i propri orizzonti e fare i conti con il tempo che è passato. Più difficile ancora è riuscire a capire come ci deve aggiornare e come rimanere al passo con i cambiamenti. Eppure è necessario. Se non si prende coscienza di noi stessi, del fatto che siamo una realtà musicale effettiva che vive al di là di tutto e tutti, non si andrà lontano.
Non si può sempre e solo contare sulla passione. Questa va sviluppata. È come se un chitarrista potenzialmente super talentuoso non si allenasse mai. Il talento va sviluppato. È un dono, non un miracolo. Non si suona benissimo per magia. Si suona benissimo perché ci si è allenati, e parecchio, sviluppando quel talento. Noi, che siamo potenzialmente super talentuosi, se non ci alleniamo a farci conoscere nella maniera adeguata, parlando anche in modo diverso, siamo destinati ad una pessima fine.
E non è ‘colpa’ di chi non ci ascolta, di chi non capisce niente di musica, delle cover band, di Sanremo, dei talent, di internet o della tv. È solo colpa nostra. Il mondo cambia, cambiamo con il mondo. Apriamo i nostri confini, facciamoci conoscere. E il solo modo è parlare con le persone. Ciò cui siamo ancora drammaticamente ancorati, senza vedere che le gambe di argilla stanno crollando, è la verticalità del nostro supporto.
Caliamo dall’alto la nostra conoscenza come verità assoluta cui le persone devono attenersi per il semplice fatto che lo abbiamo detto noi. Ma non funziona più. Il dialogo, per propria natura, è e deve essere orizzontale, alla pari. Nessuno deve sentirsi detentore di verità assoluta o migliore di qualcun altro. Senza scambio non c’è crescita e se non si cresce si muore. E noi non vogliamo morire senza combattere fino all’ultima forza, all’ultima goccia di sangue. Le rivoluzioni nascono dai sogni dei folli. Diventiamo quei folli.
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Giovedì 9 Febbraio 2023 ore 3.24
Non riesco a dormire. Non faccio altro che girarmi nel letto.
Sono settimane ormai che non parliamo più, o meglio, che sei sparito senza lasciare traccia alcuna.
È vero, alla fine non siamo fatti per stare insieme, o meglio, se aspiro ad essere la parte migliore di me stessa non possiamo camminare fianco a fianco. Perchè tu, chissà come, perchè e quando, sei passato da vedere e amare il meglio di me a tentare di distruggerlo, sabotarlo e minacciarlo.
Sono stata felice, da morire, follemente.
Sono stata triste, da morire, profondamente.
Nonostante mi sia chiaro che sei solo veleno nella mia vita e che una parte di te mi odia perchè non sono come tu mi vorresti, il pensiero di te mi resta addosso.
Ho spesso la tentazione di scriverti, non chiedermi perchè. Probabilmente hai lasciato un vuoto così immenso dentro di me che quando sono sola bussa alla porta e passano gli spifferi di aria gelida che a volte mi tolgono i respiro e, a volte, anche il sonno.
La doc dice che dovrei pensare a questo vuoto come uno spazio per qualcos'altro che prima o poi arriverà. Però è dura. Sono qui, da sola, mi manca casa e, allo stesso tempo, non ci vorrei tornare. Quando penso a casa nella mia mente vedo la tua faccia e ho i brividi. Il tuo sguardo freddo su di me ogni tanto ancora mi segue e mi tormenta.
Vorrei essere più sicura di me stessa e dirmi che devo essere fiera di me e di quello che sto facendo, ma a volte mi sento una fallita perchè non sono riuscita a farmi amare dalla persona a cui ho dato il mondo intero. Non è colpa mia, lo so. Nemmeno tua. Eppure lo percepisco come un fallimento.
Io spero davvero che non verrai a Londra settimana prossima per quella laurea. Non voglio. Sarebbe solo l'ennesima dimostrazione di quanto poco sia stata importante e rilevante nella tua vita. Tu a Londra avresti dovuto venirci per me. E saperti qui mi farebbe solo stare male. Non spero di vederti, non spero di incontrarti, stai là dove sei. Lontano da me e lontano dalla possibilità di farmi sentire nulla, lo schifo, come se non valessi niente.
Io valgo tantissimo e voglio vedere il mio valore specchiarsi negli occhi della gente che mi guarda. Tu non puoi più guardarmi. Ti ho stimato nonostante tutte le parole della gente e il tuo passato. Ho tifato per te ogni istante. Ho condiviso con te la vera me, nella sua forza e criticità. Eppure nella tua realtà non è stato sufficiente. Ma non è colpa mia.
Non guardarmi più. Non farai altro che ricordarmi come le persone possano essere vuote, prive di umanità e empatia. Io sono troppa luce per essere spenta nei tuoi occhi.
Stai dove sei. Non guardarmi più.
Io invece devo far diventare questo vuoto uno spazio da colmare, e far sì che non rimanga una stupida bolla d'aria che occupa spazio ma è piena di niente. Devo accettare che il buono che ho visto io era solo una parte e non il vero te e devo accettare che non importa quanto valga, quanta esperienza e quali scelte io prenda.
Ci sarà sempre gente, come te, che non lo saprà cogliere.
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idiosincrasiaa · 3 years
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20.11.21// balcone di casa mia
Devo allontanarmi, devo farcela
Devo smetterla di pensarti
Ti penso sempre cazzo
Anche quando non dovrei
Anche quando sono con qualcun altro
Anche se quella persona mi tratta non bene, di più
Anche se so che quella persona ci tiene da morire
Anche se so che con quella persona potrei fare piani e progetti duraturi
Anche se so che lui mi amerebbe per la vita e per come sono
Anche se so che farebbe di tutto per vedermi felice
Ti penso pure quando scopo porca puttana
E fa schifo
Mi odio
Vorrei tanto non amarti quanto ti amo
Perché non è vero che ami di più tu
Quanto cazzo fa schifo
E quanto cazzo fa male.
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« ti credevo migliore di così. »
H: « oculus patefàcis »
M: « Ma porco Merlino impastoiato mangiato dai Vermicoli » ... « Cosa Gramo sta succedendo? » ... « Chi l`ha affatturato? » indica Nico, perchè questo, almeno l`ha capito. Una sottile rabbia comincia a ribollire urlando per salire in superficie.
D: È ovvio chi l’abbia affatturato, perché c’è solo una persona con la bacchetta sguainata « Nessuno » risponderebbe a Merrow, senza alzare lo sguardo perché gli occhi bruciano il doppio. « Non è niente. » Insomma poteva andare peggio... Continua a tenere lo sguardo basso e a poggiarli sull`avambraccio, nonostante il tremore dei muscoli senza forze dopo il digiuno.
C: Le domande della Grifondoro sono legittime ma la mettono lo stesso in difficoltà, distoglie leggermente lo sguardo e prova a mormorare « Stavamo provando a risolvere uno degli indovinelli » ed è ovvio che non sia quello il punto ma lei ci prova lo stesso, sfoderando pure un mezzo sorriso.
H: « un Tassorosso! » esclama tutta convinta, con un inconfondibile sicurezza a trapelare dalle sue parole, quasi stesse dicendo la verità assoluta « sai quello che se ne va in giro a fare trollincantesimi su tutti? » questo Tassorosso esiste davvero, tra l’altro « che poi più che un sortilegio » non si esime neanche dal correggerla tant’è spavalda « ha castato un incantesimo del primo anno.. » quale lo Spalancaocchi, com’è evidente da quelli arrossati e lucidi di Dominic « io ho provato a fermarlo » direbbe sventolando la bacchetta davanti a sé; ecco la vera cavalleria Serpeverde « ma sono stata lenta » concludendo la sua performance nello stringersi nelle spalle, pronunciando quelle parole con un filo di voce come se fosse realmente dispiaciuta.
S: [...] « vero » è stato un Tassorosso « Heav ha cercato di aiutare Dominic » accennando a lui in modo distratto - senza guardarlo che chittese « però quello è scappato in bagno » eeeeh e che ci vuoi fare? Seguirlo? Nah. Lui fa un`alzatina di spalle e, già che ci siamo « è andata così, vero Nico? » ah ma sa pure il suo nome scusa? E lo guarda con un sorriso e un`occhiata un bel po` eloquente che a tratti potrebbe tradirlo - un bullo in tutto e per tutto, seh.
M: « Hazaar » comincia piano « Se c`è qualcosa che ho capito dei Serpeverde, è che non parlano mai, a meno che non abbiano qualcosa da guadagnarci. » sguardo penetrante a lei rivolto, prima che l`attenzione si sposti su Sebastian. Tace, e ciò non è affatto un bene, perchè l`espressione di pietra di quel volto affilato è quanto di più strano da vedere su una persona così tumultuosa:
guarda il Secondino che in quella pantomima le fa contrarre l`espressione in un disgusto puro e profondo « Ti credevo migliore di così. » glielo dice stretto, in un mormorio che è una lama
« Questa cosa che chi ha la bacchetta facile e se la prende con i più piccoli » occhiata ad Heaven, pungente « mi fa vomitare. » lo schifo che prova è ai massimi livelli, e non salva nessuno dei presenti « E tu » verso Gilmore adesso « Se li proteggi, sei peggiore di loro. Vi vantate d`essere Purosangue e poi non siete in grado di mantenere nemmeno un comportamento decente. Chi è superiore non ha bisogno di dimostrarlo con questi mezzucci. » capito, Miss Verde-Argento? « Fate quel ca**o che vi pare. » perché a lei sta tornando a ribollire la rabbia, ed è il caso che non esploda, ecco perchè punta le iridi sulla Harris, scuotendo il capo, in quella che è pura delusione. Per tutti, su tutti. Non aggiunge altro, che tanto sarà già un miracolo se anche solo uno di loro avrà capito quello che ha detto: acchiappa Ophelia in braccio e farebbe per aggirarli, senza nemmeno degnarli d`altre attenzioni, proseguendo.
S: Quell`espressione dura di lei se la incassa tutta, seppur lui risponda con una particolare indolenza che piano piano sta cominciando a tirare fuori.
Il tutto però crolla al dire di lei che beh, se da una parte accende qualcosa dall`altra il suo cuoricino va a stringersi sinceramente ferito « credi quel ca**o che vuoi Merrow » e l`espressione pare pure indurirsi, con gli occhi che mantengono lo sguardo andando ad assotigliarsi, la mascella si serra e le mani - ancora in quell`incrocio - ridotte a pugnetti.
C: Merrow sputa fuori quelle frasi con così tanto disgusto un groppo le si forma alla gola, così stretto che sembra quasi impedirle di respirare normalmente, lo sguardo viene abbassato e le braccia si stringono al petto in una chiara posizione di chiusura ma anche in questo caso non dice niente, nemmeno una sillaba. Anche se la mascella s’irrigidisce a quella menzione sull’essere Purosangue. [...] Un’occhiata ai Secondini « Andiamo? » che lì hanno già fatto fin troppi danni. L’umore non è dei migliori ma ha comunque voglia della loro compagnia.
H: L’arrivo di Merrow sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso se non fosse che lei il vaso l’ha direttamente rotto. Ascolta il suo rimprovero mordendosi il labbro inferiore con forza, come se stesse soffocando una risata sul nascere, visto che gli angoli della bocca sono rivolti verso l’alto, le sopracciglia invece sono sollevate a mostrare, oltre che la sua arroganza, anche in queste circostanze, pure il suo scetticisimo riguardo ogni singola parola pronunciata da Merrow « non capisco di cosa tu stia parlando » inarcando le sopracciglia tanto da far spuntare tre rughette circolari sulla fronte, visibilmente confusa [...]
S: La lascerebbe proseguire ma niente, non si sa cosa sia a farlo esplodere ma lui ad una certa non pare riuscire a trattenersi, sempre che ci abbia mai provato. Le braccia vanno a mollare l`incrocio « che ca**o ne sai, del perché l`ha fatto? » passando gli occhietti dall`alto al basso
« tu arrivi, *giudichi* e te ne vai » calcando il "giudici". Ora è lui quello con l`espressione del "mi fai vomitare" « ti credevo migliore di così. » ecco, ricambiamo quella stessa affermazione.
E glielo dice quanto più schietto si possa, sincero in quello sputargli tutto ciò che al momento sta pensando e un po` troppo influenzato da quelle mille emozioni, il tono alto e l`espressione delusa.
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dominicdarragh · 3 years
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“Non potevamo essere normali?”
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19.12.76, Porticato Interno
D: Gli ci vuole poco per rendersi conto della presenza di qualcuno, anche se non comprende subito di chi si tratta. È il profumo che gli arriva alle narici a fargli accendere una lampadina, lasciandolo con un solo e unico nome nella testa “Merrow”.
M: Le ci vogliono dunque parecchi istanti meditabondi prima di buttare un`occhiata in direzione del resto del porticato, cogliendo solo ora la figura di Nico che sembrava non aspettare altro che un suo sguardo: occhi che si fanno più accesi, sorriso storto che inclina verso il basso la punta della Merlino`s, ed un cenno del capo per incitarlo ad avvicinarsi. «Che hai fatto?» ciao Dom «Dove Gramo hai messo la faccia?» per essere più precisa, mentre smolla la sigaretta tra le labbra e la destra s`allungherebbe per cercare di portargli via un po` di quello sporco dal viso con il pollice delicato, lo sguardo completamente rapito dal proprio gesto.
D: «Che?» ciao anche a te Merrow. «Da nessuna parte» cosa vuoi donna? Lui non è proprio consapevole di avere quelle macchie bianche e blu sul viso, è convinto di averle tolte tutte. Ma poi la ragazza allunga la mano per portarla sul suo volto, lasciandolo un po’ sorpreso di quel gesto, come la prima volta, eppure non si scosta nemmeno di un millimetro, non come la prima volta. Solo nel ritirare l’arto noterebbe il colore rimasto a sporcare la pelle candida di Merrow, e subito la mano andrebbe a sfregare lo stesso punto su cui prima l’altra ha posato le dita, lo sguardo basso e forse anche un po’ imbarazzato. «Dannazione, pensavo di averlo levato tutto. Io e Liu ci siamo messi a colorare dei sassi che ha portato in sala comune, con dei colori commestibili e delle immagini di Natale. Poi c’è la griglia del tris, così potete giocare con i sassi a tris.» È una bella idea no? Notice me senpai. E lo sguardo laterale verrebbe anche ricambiato ad un certo punto, tramite una leggera inclinazione del capo verso di lei… «Tu vai a casa o rimani?» a giocare a tris. Mica a fare altro. 
M: Sta in silenzio, lo ascolta, aggrotta un secondo la fronte e poi mormora «Scusa, ma se sono sassi, che senso ha dipingerli con la roba commestibile? Cioè uno gioca a tris leccando la pietra?» perché no, non sembra essere in grado di capire il processo cognitivo che ha portato quei due Primini a prendere quella scelta. Torna ad inspirare, muove il capo e gli occhi verso il cortile «Non lo so ancora» sentenzia inspirando aria sta volta «Senti, ma a te farebbe piacere tornare a casa per le vacanze? O preferisci rimanere al castello?» occhiata in tralice e viso che resta immobile. 
D: «Ma che ne so io!» perché hanno fatto tutto con la vernice commestibile. «Li ha portati Liusaidh i colori! Però non credo che leccare le pedine fosse nel piano iniziale…» le sopracciglia vanno ad aggrottarsi un poco, pensierose, sulla questione. «Però se vuoi farlo… Tanto il disegno è commestibile.» Scuote anche le spalle socchiudendo gli occhi, restando però posizionato accanto a Merrow; con un’aria fin troppo tranquilla… La questione vacanze di Natale è sempre un po’ scottante per lui. E affrontarla due volte in un giorno ancora peggio. «Mhm… Mi avevano proposto una cosa…» tipo di andare da Brandon. «Però poi a picco. Quindi rimarrò al Castello.» Sia perché lo preferisce, sia perché non ci sarebbe nessuno ad aspettarlo a casa. Ma questo non lo specifica.
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M: Ascolta la cosa dei colori, almeno, questa è l`idea che si può fare Dominic, ma tanto lei continua ad alternare le labbra al filtrino in inspirate più o meno profonde, continuando ad alternare i colori della sigaretta da blu, ad indaco, ad argento, e poi di nuovo bluastro. Sembra esserci un pattern in quella ciclicità, come se fosse il giro d`un pensiero ossessivo: è un tormento, costante, non cosciente, ma che perpetrato a lungo prima o poi raggiunge il disastro sperato «Non è la risposta alla mia domanda. Bastava dire che sarebbe stato meglio qualunque posto, pur di non tornare lì.»
D: Lo sa anche lui che non è una vera e propria risposta, ma magari non voleva rispondere. Magari non voleva dare voce alla sua situazione particolare; la situazione a cui dà voce proprio la Loghain, nemmeno gli leggesse nella mente e nell’anima. «Anche se volessi tornare non sono il benvenuto.»
M: Le parole di Nico le arrivano, e lei ci mette ancora qualche istante prima di trovare la voglia di rispondere con un misero «Hm» gutturale, sbuffando via dell`argenteo fumo, dalle labbra «Volevo farti un regalo.» lo dice così «Ho vinto il premio di Casata del mese d`Ottobre. Cavalcare Abraxas sui Grampians.» dando per scontato che l`altro sappia delle creature magiche in questione «Ma per andarci non posso tornare al castello, ma dovrei tornare a casa a natale.» leggero disgusto sul viso, che dura veramente meno d`un battito di ciglia «Volevo dare a te il mio premio. Oppure portarti con me.» inspira dalla Merlino`s e tace qualche attimo, trattenendo il respiro e rilasciandolo rumorosamente assieme al profumo di mandorla amara «Ma entrambi non vogliamo tornarci, a casa, no?» e non è davvero una domanda, anche perché continua a non guardarlo, preferendo fissare il paesaggio innevato «Perché non sei il benvenuto?» chiede poi, a bruciapelo, in quella domanda che è davvero veloce come una frusta «Perché esisti?» e ridacchierebbe anche, amara, amarissima: fiele in un sorriso troppo giovane. 
D: E sta per rispondere a alla domanda retorica dell’altra, quando viene bloccato dall’ennesima, cruda espressione cinica dell’altra; e il capo va di nuovo a perdersi nel bianco paesaggio innevato, vacuo e assente ormai. «Lo sai perché non sono il benvenuto.» Glielo ha detto pure davanti al camino, tempo prima. E infatti l’altra da voce alla motivazione subito dopo. «Sì.» proprio perché esiste. Non trova davvero altre motivazioni. Ci ha provato, ma non le trova. «Abbiamo finito?» 
M: «No… Sì… No» ci ha ripensato, in un altalena d`umore che davvero sta cominciando ad infastidire anche lei «Io volevo portartici» ora sembra quasi irata, nonostante rimanga inquietantemente composta «ma facciamo così schifo che non possiamo nemmeno goderci le cose belle perché continuano ad essere contornate da una palude di me**a» sbuffa «Voglio diventare maggiorenne. Voglio andarmene. Mi sono rotta il ca**o di questa scuola, di queste persone, di questo ca**o di cognome.» oramai è un fiume in piena: magma lavico che fonde tutto ciò che trova «E tu.. e tu sei uguale» a lei, troppo simile «e la cosa mi urta terribilmente.» non spiega perché, ma solo adesso va a piantargli gli occhi addosso, con la mascella contratta e rigida «Non potevamo essere normali?» lo chiede ad un undicenne «Ma vaffa-» torna dritta, fa un mezzo giro su se stessa per voltarsi e comincia ad incamminarsi da dove è venuta.
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D: E poi. Merrow. Sbrocca. E lui la ascolta ugualmente, impassibile, andando a piantare gli occhi verdi su di lei; le sue parole che in parte lo colpiscono e rimbalzano via, in parte lo attraversano. Sono uguali? Davvero? Lo sguardo si fa un poco più duro, mentre la guarda senza paura, e anche quel pizzico di ammirazione sembra essere stato cacciato via chissà dove. Perché offeso con lei ancora non riesce ad esserlo. «Mi dispiace di urtarti terribilmente.» Atono. Non è davvero dispiaciuto. Ma nemmeno urtato o offeso. Sembra quasi un automa a ripetere quelle scuse. E poi l’altra fa quella domanda. E lo manda a quel paese. E fa anche per andarsene. Ma lui non ci sta zia. Infatti allungherebbe il braccio verso la ragazza… una ragazza di 15 anni, 20 centimetri più alta di lui, che potrebbe atterrarlo con la forza di uno sguardo. Ma lui ci prova comunque, allunga la mano e prova ad afferrarla per fermare la sua “fuga”. «No.» Che non potevano essere normali. E la voce va ad abbassarsi, facendosi profonda e poco normale per un ragazzino di 11 anni. «A quanto pare non potevamo. Ma tu non fai schifo.» A riferirsi alla parole dell’inizio del discorso di Merrow. 
M: Lo fissa con occhi sbarrati ed una frase molto simile al "non azzardarti a toccarmi" premuta tra le labbra e non espressa a voce: perché nonostante la sua furia, lo capisce che certe cose no, non può proprio dirle. Eppure è tutta un fascio di nervi, ed il suo "no" ulteriore non fa altro che farle scuotere il capo come un cavallo imbizzarrito «Fan***o» a lui? Alla situazione? A se stessa? «Cosa ne sai?! Cosa ne sai che non faccioschifo, come ca**o tipermetti di direchenonè così che nonsainiente! Dimedei miei, dicasadi qui del castello! Di quelliche se ne fo****odi quellichestraparlano. Che diconoche ci tengono e nonèvero, che diconochenoncitengono e non è vero nemmeno quello!» non alza la voce, anzi, è un sibilo pericoloso che le esce, in quella maledizione che prende corpo proprio nel momento peggiore, proprio mentre osserva il suo sguardo tradito «Perchètanto te ne andrai pure tu cometutti, che tantosei piccoloedio sono solo quella più grande e stranachenon si sa perchè aiuta i primini» schiocca la lingua al palato in un suono di disgusto «Ma checa**o ne sapete, ma chica**o telo fa fare di prenderti stasbatta. Ma cosa vuoi da me?! Cosa ti aspetti?Chenontifaccia male? Ti sbagliionefaccio sempre. A tutti, costantemente.» occhi di fuoco, con il respiro affannoso e la maledizione che finalmente cessa, lasciandola quasi con la testa che gira.
D: E non si fa problemi a toccarla. E si prende il “fanc**o” della ragazza come è abituato a prendersi tutti gli insulti e il male che la vita gli ha riservato, perché no, non è normale, come ha fatto notare la Loghain poco prima. E si becca quel Soliloquium in piena faccia, come uno schiaffo rovente, inaspettato e doloroso sì. Ma non può essere arrabbiato, non con lei, con nessuno. Perché tanto è colpa sua. Di tutto. Come al solito. E dalle sue parole si rende conto, più di prima, di cosa li accomuna veramente. E rimane lì. Fermo. Immobile. Con le braccia lungo il corpo e la testa alta, a guardarla esprimersi senza controllo, senza freni inibitori. Perché è quello che vuole; preferisce prendersi sulle spalle tutti i suoi problemi, così, piuttosto che vederla andare via senza spiegazioni. E quasi la ammira in quel fuoco che sembra avvolgerla nel suo sproloquio. Fino alla fine. Perdendo ogni traccia di astio o offesa che era prima presente nella sua espressione. «E l’hai capito tutto da sola?» cosa? Che vuole? «Che me ne andrò? Come tutti gli altri? Perché io non sono normale»…«Quando avrai capito. Che non voglio niente di più da te» niente di più di quello che lei non è già. «Sai dove sono.»
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gloriabourne · 3 years
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Vogliamo scommettere che eventuali reazioni negative al nuovo duetto metamoro arriverebbero da haters di Ermal che direbbero che la canzone, anche se in duetto con Fabrizio, farebbe comunque schifo perché stavolta l'idea della prima bozza è partita da Ermal, e non da Fabrizio e Febo come per NMAFN? 😂 Ho questo vago presentimento
Nel senso, mai sia stavolta fosse stato Ermal a dare l'input a un progetto insieme! per alcune Moropatiche tossiche sarebbe inconcepibile 😨 Le stesse che si ostinavano a non accettare che Ermal avesse detto tranquillamente che per NMAFN le strofe sono state scritte tutte da lui, e solo il ritornello era idea preesistente di Fabrizio. Persino Fabrizio ammise che ai tempi del loro duetto era privo di ispirazione, e che deve tanto a E. sotto quel punto di vista
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Sì, ma la cosa potrebbe anche essere al contrario.
Nel senso che non esclude eventuali reazioni negative dai moropatici tossici (anche perché purtroppo con alcuni di loro ho discusso personalmente nel corso di questi anni e hanno il cervello delle dimensioni di un'unghia, quindi non mi stupirei), anzi sono quasi certa che tu abbia ragione. Ma non dimentichiamoci anche di quanto sono tossici alcuni fan di Ermal.
Ci sono certi lupi e Lupe che sicuramente inizierebbero a dire che Ermal poteva duettare con qualcun altro, con qualcuno più bravo, oppure con qualcuno che sapesse scrivere meglio o chissà che altro.
Purtroppo i fan tossici ci sono da entrambe le parti, motivo per cui quando uscirà questo duetto mie clistero dai social per un po' perché al primo parere negativo che leggerò - parere infondato ovviamente, perché se la canzone fa cagare è anche giusto dirlo, ma intendevo pareri basati sul puro fatto di non volere una collaborazione tra due artisti specifici senza alcuna motivazione - probabilmente sbotterò malamente e di finire a discutere proprio non mi va.
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iltuopostofelice · 4 years
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E poi arriva la sera, arriva la sera e ti soffermi a pensare. Probabilmente non pensarci sarebbe meglio, ma forse no, forse ti aiuta. Arriva la sera e pensi che anche oggi hai fatto schifo, più di ieri. Pensi che sei inutile, che la tua presenza non cambia nulla nella vita degli altri, ma soprattutto nella tua. Forse è questa la cosa che più ti fa star male, odiare te stessa  più di chiunque altro. Tutto il giorno fai di tutto per non guardarti allo specchio, perché tanto lo sai, lo sai che hai fatto schifo, che stai continuando ad ingrassare e che guardarti ti farebbe stare solo peggio.
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chicacherrylola · 3 years
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Adesso rispondo da sola a tutte le domande della lista qui in basso, che tanto non me le fa nessuno ed io sono una stronza ossessionata da me stessa quindi here we go
1. C’è un ragazzo o una ragazza nella tua vita? Sì, ho un moroso, o qualcosa del genere (non ama le etichette ed è rimasto traumatizzato da una storia passata, lo so lo so: è un casino). Ho anche una cotta superplatonica, che però non credo sfocerà mai in una relazione vera e propria
2. Pensa all’ultima persona che ti ha ferito. La perdoneresti? Non mi veniva in mente nessuno in particolare, credo che l’ultima persona che mi abbia ferita veramente e con la quale non ho ancora risolto è una ragazza che mi ha accusata e criticata per una sua insoddisfazione personale, e che non ha nemmeno avuto il coraggio di parlarne direttamente con me. La perdonerei perché le voglio bene, dopotutto, però dovrebbe scusarsi con me e con le altre persone che ha attaccato.
3. Hai mai fatto l’amore? Sì, per la prima volta quest’anno
4. Cosa vorresti in questo momento? Tante cose, prima di tutto credo un po’ più di spensieratezza
5. Hai paura di innamorarti? No, affatto, anzi, credo sia una cosa bellissima
6. Ti piace il mare? Sì, ma ho molta paura delle meduse da quando sono stata punta abbastanza gravemente nel 2016, quindi faccio un po’ di fatica ad andare al largo, anche se sto cercando di superare questa paura
7. Hai mai dormito con qualcuno? Sì, con tante delle mie amiche, con mio fratello, con mia cugina, con i miei nonni e con i miei genitori
8. Che immagine hai come sfondo del telefono? Come blocco schermo ho una polaroid scannerizzata di me e 4 mie amiche, come sfondo della home ho un selfie con altre 3 mie amiche e come sfondo della chat di whatsapp ho Raja Gemini di RuPaul’s Drag Race SKSKSKSKSK
9. Hai qualche rimorso? Eh, a voja, ma niente di lifechanging, sono cose dovute soprattutto ad una mia mancanza di coraggio e anche ad un po’ di pigrizia
10. Ti piace la tua vita? Ho alti e bassi, ma quando ci rifletto bene mi rendo conto di essere molto fortunata e quindi, complessivamente, sì, mi piace
11. Le cose stanno andando come avevi previsto? Nonostante lo stress, le cose stanno andando anche meglio di quanto io abbia sempre pensato
12. Chi è stata l’ultima persona che hai aggiunto nella rubrica? Bella domanda!!! Il migliore amico del mio ragazzo
13. Preferiresti avere un Carlino o un Rottweiler? Un Carlino!!! I Rottweiler mi fanno un po’ paura
14. Fa più male il dolore fisico o quello causato dalle emozioni? Fisico: oggettivamente parlando, un braccio strappato fa molto più male di qualsiasi altra cosa (credo). Però sono due tipi di dolore diversi, quindi è una domanda abbastanza stupida
15. Preferiresti visitare un museo d’arte o uno zoo? Un museo d’arte, li adoro, e non ne vedo uno da un sacco!
16. Sei stanco/a? Un po’, ho dormito poco
17. Da quanto tempo conosci la prima persona nella tua rubrica? Oooof è una mia ex compagna di classe alle superiori, non le parlo da 3 anni buoni. Eravamo super amiche i primi due anni, poi abbiamo completamente cambiato giro di amicizie. La conosco da 8 anni circa.
18. Com’è il rapporto con i tuoi genitori? Buono, ma potrebbe anche essere migliore
19. Hai mai pensato di tornare insieme ad un/a tuo/a ex? Ho fatto un po’ di tira e molla con il mio primo amore, quindi sì. Poi si dice sempre “la pasta riscaldata non è buona” ma secondo me è una gran falsità: la pasta riscaldata è BUONISSIMA, a volte perfino più buona di quella fresca
20. Quando è stata l’ultima volta che hai parlato con un/a tuo/a ex? Il 19 settembre col mio primo amore/morosino
21. Racconta un tuo ricordo felice.
22. Vorresti baciare di nuovo l’ultima persona che hai baciato? Sì, molte altre volte
23. Quanti braccialetti indossi ora? Sul braccio sx ho due braccialetti della fortuna, uno che mi ha regalato il mio padrino per la comunione, oro con le ciliegine rosse, uno che ho comprato da un venditore ambulante a Firenze con le mie compagne di uni, uno nero di gomma con scritto sopra I’M TOO SEXY che era di mio fratello ed uno rosa il cui ricavato è andato alla ricerca per il tumore al seno, che mi hanno regalato le mie ex compagne di classe. Nel braccio dx ho un orologio Casio argento, che mi ha regalato mio fratello, uno spadarella nero con gli elefantini che mi hanno regalato le mie ex compagne di classe ed un braccialettino sminchione con le figure degli animali marini che mi ha regalato una mia cugina che vive a Portovenere e che ha un negozio di souvenir
24. C’è una citazione che ti ispira? “Non si può fare di tutta l’erba un fascio”, “Fai agli altri quello che vorresti che fosse fatto a te”, “I do me so you do you” e molte altre cose di questo genere
25. Che progetti hai per il futuro? Laurearmi, trovare lavoro come TRP, andare a vivere con la mia migliore amica, e un giorno mi piacerebbe anche mettere su famiglia, ma sono ancora molto piccola per queste cose (o per lo meno mi piace pensare di esserlo...)
26. Hai qualche tatuaggio? No, ma ce ne sono almeno 6 che vorrei farmi senza ombra di dubbio
27. Qual è il tuo colore preferito? Ne ho più di uno: rosso e le sue sfumature (soprattutto il rosso scuro, bordeux, anche tendente al burgundy), il blu e le sue sfumature, il rosa e il nero. Mi piace abbastanza anche il giallo ocra
28. Elenca i tuoi 3 blog preferiti. Non ne ho... però rebloggo molte cose da retro-mermaids, preservable e da melisica
29. A chi mandi messaggi? La mia schermata whatsapp è: gruppo famiglia, il mio ragazzo, l’Elly, il gruppo delle mie ex compagne di classe delle superiori, un altro gruppo di amiche, la Ceci, gruppo amiche dell’uni, Clio
30. Pensa all’ultima persona con cui hai litigato, ti manca? è mia mamma e no, non mi manca perché è esattamente di fronte a me skskskksks
31. Hai mai avuto quella sensazione quando sai che sta per succedere qualcosa di brutto e avevi ragione?
32. Hai una persona del sesso opposto con cui confidarti? Mio fratello, mio padre, per certe cose anche il mio ragazzo
33. Pensi che qualcuno sia innamorato di te? Forse il mio ragazzo
34. Qualcuno ti ha mai detto che hai dei bellissimi occhi? Sì, un paziente nella prima residenza in cui ho fatto tirocinio e al quale volevo molto bene. Solo perché me lo ha detto lui, il complimento vale doppio. 
35. Hai amicizie a distanza? Qualcuna, ma non so amicizie particolarmente importanti
36. Eri single quest’anno a San Valentino? No, e sono andata ad una serata di lettura di poesie organizzata dal mio ragazzo
37. Sei amico/a dell’ultima persona che hai baciato? Molto amica ;)
38. I tuoi amici ti chiamano per confidarsi con te? Alcuni sì, e la cosa mi fa molto piacere
39. Qualcuno ti ha deluso/fatto del male nell’ultima settimana? Mia mamma ma sciallo, niente di nuovo 
40. Hai mai pianto per un messaggio? Se sì, cosa c’era scritto? “Il nonno non c’è più”, mandato da mio padre, la mattina della vigilia di Natale del 2017
41. Come ti sei fatto/a male l’ultima volta? L’estate scorsa mi sono sbucciata il ginocchio mentre cercavo di fare la verticale muro, e la sbucciatura ora si è trasformata in una cicatrice. Poi ho sempre un sacco di lividi, che non so nemmeno come mi faccio. 
42. Dove abiti? A casa mia (ske, a Modena)
43. Quando è stata l’ultima volta che hai desiderato di andare via? Secondo twitter, il 13 luglio alle 17.27 avevo particolarmente voglia di andarmene a vivere per i cazzi miei
44. Chi è stata l’ultima persona che hai chiamato? Mio padre per chiedergli di accompagnarmi a fare il tampone per il tirocinio SKSKSK
45. Da quanto tempo conosci l’ultima persona della tua rubrica? E’ mia zia SKSKSKSKS da sempre quindi
46. Elenca i tuoi 3 libri preferiti “Ti prendo e ti porto via” di Niccolò Ammaniti, “D’amore si muore ma io no” di Guido Catalano e “Carrie” di Stephen King
47. Ti piace andare in discoteca? Abbastanza
48. Dai una mano in casa? Faccio più di quello che fanno i miei coetanei, ma secondo mia mamma non faccio un cazzo lo stesso
49. Hai uno specchio nella tua stanza? A casa di mia madre dentro l’armadio, da mio padre ho una sorta di specchiera che mi sono fatta da sola
50. Elenca i tuoi 3 siti preferiti
51. Ti piace fare shopping? Molto, ma mi stressa un po’
52. Il tuo gusto di gelato preferito? Cioccolato, non mi piace molto il gelato
53. E’ difficile dire addio per te? Abbastanza
54. Ti sei mai ubriacata/o? A voja
55. Come sono i tuoi capelli? Sono mossi ma li piastro sempre, arrivano un po’ sotto le spalle (devo tagliare le punte), sono biondo scuro al naturale ma da qualche anno mi faccio l’henné rosso, anche se da’ solo una specie di riflesso ramato
56. Cosa fai di solito la mattina appena ti alzi? Guardo l’ora sul cellulare
57. Pensi che una relazione possa durare in eterno? Non lo so, ma credo sia possibile, perché no
58. Pensa al 2007, eri felice? Di brutto
59. Il tuo film preferito? Pulp Fiction in assoluto, poi tantissimi altri
60. Quando è stata l’ultima volta che qualcuno ti ha abbracciato forte? Stamattina il mio ragazzo prima di andare via
61. Desideri essere da qualche altra parte in questo momento? Non mi farebbe schifo essere a Fanano con le mie amiche come avevamo organizzato
62. Ricevi molti messaggi? Nella media credo
63. Dove sarai fra 5 anni? Spero a vivere con la Vale
64. Cosa hai fatto questa estate? Ho studiato, sono stata una settimana a casa da sola (un sogno), sono andata tre giorni a Portovenere e due giorni a Firenze per ferragosto, e poi ho studiato ancora
65. Ricordi chi ti piaceva/amavi un anno fa? Mi piaceva il mio attuale ragazzo
66. C’è una persona nella tua vita che riesce sempre a farti sorridere? Sì, le mie quattro migliori amiche, Beatrice, Matilde, Elena e Valeria
67. Hai baciato o abbracciato qualcuno oggi? Il mio ragazzo, ma senza lingua perché ci eravamo appena svegliati
68. Qual è il tuo ultimo pensiero la notte? Cambia sempre
69. Hai mai fatto tutto il possibile e poi non è bastato? Sì, è successo, ma raramente e per cose non importanti o gravi
70. Quante finestre tieni aperte sul tuo computer? In questo momento 3, due di Tumblr e una di Twitter
71. Una frase che ti rappresenta? Oddio boh, probabilmente “small girl, big attitude” SKSKSKS I DON’T KNOW
72. Elenca le tue 3 canzoni preferite. Oddio, cambiano sempre, ma probabilmente “The Passenger” di Iggy Pop, “In Your Room” dei Depeche Mode e poi boh, forse “Mr. Brightside” dei Killers SKSKSKSK
73. Quanti anni hai? 21 sulla carta, 17 nel corpo e 11 nella mente
74. Hai un’animale domestico? Ho una gatta che si chiama Cocca
75. Parli ancora con la prima persona di cui eri innamorata/o? Sì, ogni tanto facciamo due gag
76. Hai tenuto per mano qualcuno negli ultimi 3 giorni? Nope
77. Sei ancora amico/a delle persone che consideravi amici due anni fa? Con chi più e con chi meno, ma nel complesso sì
78. Racconta un tuo ricordo di quando eri piccolo/a
79. Conosci qualche persona famosa? Il mio ora defunto prozio era un sindacalista molto importante alla CGIL, direi solo lui????
80. Ti sei mai addormentato/a nelle braccia di qualcuno? Di mia mamma, forse da piccola anche di mio padre e di mia nonna, e più o meno anche tra quelle della Clio
81. Quante persone hai conosciuto negli ultimi tre mesi? Non molte, nessuno degno di nota 
82. Qualcuno ti ha mai visto in intimo? Tutte le mie amiche, mia madre, mio padre, mio fratello e il mio ragazzo
83. Parlerai con la persona che ti piace stanotte? Ci manderemo gli auguri di buon anno
84. Sei ubriaco/a e stai urlando cose orribili ad una persona. Chi è questa persona? Non mi è mai successo, sono pacifica da ubriaca. Ho sclerato solo contro uno che ha detto “viva il duce” dopo che si era schiantato con la bici davanti a noi e che noi avevamo perfino aiutato a rialzarsi
85. Se il tuo/a ragazzo/a si drogasse, cosa faresti? Oddio, dipende da che tipo di droghe si tratta... ma comunque lo spronerei a chiedere aiuto
86. La canzone che condividi con qualcuno di caro? Troppe. Mi viene in mente “La differenza tra e me e te” di Tiziano Ferro con la Vale SKSKSK
87. Chi è stata l’ultima persona che ti ha chiamato? La tizia che mi ha prenotato il tampone per il tirocinio
88. Hai mai incontrati un amico a distanza? Nope
89. Hai qualche rimpianto? ho già risp
90. Ti sei mai fidato/a troppo di qualcuno? Sì, ma erano frivolezze, niente di importante
91. Dormi con la finestra aperta? Solo in estate e solo perché non ho l’aria condizionata in casa
92. Vai d’accordo con le ragazze? Sì!
93. Hai un segreto? Uno tutto per me no, la Vale sa tutto di me. Però certe cose le sappiamo solo io e lei
94. Hai mai pensato al suicidio? Sì, quando andavo in prima superiore, ma non l’avrei mai fatto davvero e infatti
95. Sei chiuso a chiave in una stanza con l’ultima persona con cui hai litigato. E’ un problema? Cosa potrebbe succedere? Sarebbe mia mamma, quindi scialla, magari smattiamo un po’ ma nulla di che
96. Hai mai baciato qualcuno con un piercing? Sulla lingua? No
97. Condividi la tua stanza o dormi da sola/o? Condividevo con mio fratello, ora sono da sola
98. Sei felice? Faccio alti e bassi, ma nel complesso lo sono abbastanza
99. Credi nell’amore a prima vista? A me non è mai successo, però chissà, perché no
100. Mantieni le tue promesse? Dipende, non sono molto brava
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fioreatestaingiu · 4 years
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Quante cose che non sai
Le persone, anche quelle che mi conoscono relativamente bene, credono che io non abbia peli sulla lingua. Tutti pensano che io dica tutto ciò che mi passa per la testa. Ebbene, ci credete davvero? Cioè, sul serio?! No perchè non è così! Però ho deciso di accontentarvi.
A te che pretendi che la tua vita cambi senza nemmeno il bisogno di schioccare le dita (perchè sì, c’è chi pretende di cambiare la propria vita solo schioccando le dita, ma tu sei un livello pro, tu non vuoi neanche fare questo sforzino), vorrei dire un sonoro “CRESCI! VACCAPUTTANA” allegato ad un soave vaffanculo. Perchè, ATTENZIONE SPOILER, nella vita devi farti il culo per ottenere qualcosa e spesso comunque non basta per gli obiettivi che hai deciso di porti. Mi spiace dirtelo, ma i capricci dopo i 10 anni non sono contemplati. C’est la vie.
A te che stai cambiando atteggiamento nei miei confronti, vorrei chiedere perchè; sono pazza o vuoi farti i cazzi tuoi? Entrambe le risposte vanno bene, ma almeno dammele, non tenermi sul filo del cazzo di rasoio.
A te che ci sei sempre e allo stesso tempo non ci sei mai, non so che dire. Ti voglio bene, ma non so mai che momento sia della tua vita. Parlare di più non ci farebbe male... forse.
A te che sei un pozzo di conoscenza per me, come cazzo fai a non capire che dopo un po’ hai rotto i coglioni? Cioè, parli, parli, parli... Parli di tutto e di niente, con altri, non con me. Abbiamo interessi diversi e lo accetto, ma deve farti ben schifo parlare di qualcosa che piaccia anche a me senza dovermi giudicare. Tu sei la perferzione. Hai ragione sempre e solo tu. Sei bravo sempre e solo tu. Eppure (perchè c’è un eppure) non ti accorgi che rompi il cazzo. Che parli di cose che interessano quasi solo a te, che mi interrompi quando parlo o che mi interrompi in maniera “più aggressiva” se, oltretutto, sto parlando e la mia idea risulta diversa dalla tua. Perchè non va bene. Come oso, io, piccola comune plebea, dar contro ad un’idea del Sommo rappresentante del giusto e della perfezione. Scherzi sempre su quanto il tuo ego sia grande e forse non ti rendi conto che lo è realmente. Per non parlare di quando accade un fatto e tu lo ingigantisci; da una briciola di pane sapresti costruire un grattacielo. Un vaffanculo, sonoro, di quelli gridati a pieni polmoni, lo meriteresti.
A te che mi parli alle spalle con le tue amiche, cosa dovrei dire? Fate cagare, vi parlate dietro pure tra voi (e, ripeto, vi considerate amiche, quindi di cosa stiamo parlando?!), non avete rispetto  e stima per voi stesse figurarsi per gli altri. A causa vostra ho scelto di andare in terapia, volevo capire se ero io il problema. ATTENZIONE SPOILER: non era così. Mi avete fatto carico delle vostre frustrazioni, ma non ero io il problema, non lo sono mai stata. Il fatto è che avete trovato qualcuno che vi teneva testa e non eravate preparate. Ma prego eh, continuate pure a farmi le facce di porcellana, a me sta bene. Tanto, voglio dire, prima o poi ci cadrete dallo scaffale, no?
A te che dovresti essere il mentore, la guida di tutti noi. MA LEVATI! Sei in una posizione di potere che non sai gestire. Non sai gestire le persone sotto di te, né le situazioni che esse ti presentano ogni giorno. Non fai altro che casini, crei tensioni, ci metti l’uno contro l’altro e quando potresti effettivamente risolvere un problema te ne lavi le mani. Passi il tempo a sgridarci su whatsapp, “chi ha fatto questo, chi ha fatto quello” poi quando ci vedi di persona sei tutto amicone. Hai una cinquantina d’anni, moglie e figlio e fai battutine a sfondo sessuale a delle poco meno che venticinquenni. Sei solo un vigliacco. E un coglione. Non c’è altro da dirti.
A te, a voi, che condividete il patrimonio genetico con me, eppure con me c’entrate pochissimo. Dite un sacco di cose, pretendete di sapere un sacco di cose, volete sapere cosa succede nella mia vita ma poi non vi informate e, se lo fate, non ascoltate. Andate d’accordo con la prima persona che ho citato. Pretendete botte piena e moglie ubriaca. Non funziona così e sarebbe il momento di rendersene conto.
E, infine, a me. A me che tutte queste cose non le dico. Un po’ perchè penso di essere esagerata, un po’ perchè magari per voi sono periodacci, un po’ perchè al vostro posto non vorrei sentirmi dire queste cose da una persona a cui voglio bene, un po’ perchè non posso dirle se non voglio rimanere a spasso. Così mi tengo le mie frustrazioni, i miei rancori (perchè ormai lo sapete, io non dimentico quando mi fate del male) e non vi dico un cazzo. Però vi meritereste di sentire tutto ciò che non vi dico. Così mi considerate “tossica”, se vi dicessi tutto questo probabilmente mi allontanereste e io non voglio perchè, almeno ad alcuni di voi, voglio bene. Bella merda, eh?
Quindi ve lo dico qui: ANDATEVENE A FANCULO e non serve che io vi dica per cosa. In cuor vostro, se vi dico di andare a fanculo, sapete perchè.
Però un vaffanculo, proprio per tutto questo, me lo merito anche io.
QUINDI VAFFANCULO!
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Tumblr media
‘Accetti quello che pensi di meritare.’ Be’, c’ha pure ragione. Forse son troppo diversi, loro due. Non s’è mai dovuto preoccupare di mantenere una media alta, lui. Tanto ci sono mamma e papà che pagano, no?
Forse è troppo stupido per una persona del genere, lui che si fa andar bene qualsiasi voto pur di andare avanti. Perché più di quel 21 non saprebbe ottenere. Perché impegnarsi molto di più per poi non ottenere il massimo lo farebbe stare davvero uno schifo e no grazie, non ha bisogno di dare altro materiale alla sua testa per convincersi di valere poco o niente.
“E tu, tu com’è che hai scelto Lingue?” Oh, oltre che intelligente è anche perspicace e si è accorto di aver detto qualcosa che ha scosso Niccolò. Cavoli… però… però magari è uno di quelli. Sì,è possibile. Sono dappertutto, e lui stesso ne ha incontrati parecchi - specie al Virgilio - quindi… c’è ancora speranza.
“Be’, è cominciato tutto durante la mia infanzia…. Devi sapere che in realtà io non sono di qui, ma credo che già l’avessi intuito dal cappuccino alle quattro… Ma non divaghiamo. Eravamo io e la mia abuela Marisol, nella pampa argentina…” All'inizio il suo racconto è verosimile, quasi credibile. Studiare una lingua per riappropriarsi delle proprie radici, che c’è di strano? Pian piano, inserisce dettagli sempre più assurdi e chiunque con un minimo di buon senso e conoscenza del mondo oltre il suo limitatissimo interesse settoriale capirebbe che sta sparando cazzate stratosferiche.
Non Martino, tenerissimo nella sua ingenuità. Sì, è decisamente uno di quelli.
Bravissimi a scuola, specie nelle materie che gli piacciono, ma poi capaci di dirti che il presidente della Nord Corea è King-Kong-Là e che c’ha creati una scimmia.
“... e quindi eccomi qui, con tutti i miei segreti che non ti posso svelare perché ne va della sicurezza nazionale. Mi chiamerò davvero Niccolò? Avrò davvero 22 anni? Lo scopriremo solo vivendo, mio caro Martino.” E ci cascherebbe sul serio con tutte le scarpe, quell'adorabile idiota, se non fosse che Niccolò scoppia a ridergli in faccia.
“Ma… Ma mi stai a prendere per il culo?” Allarme rosso!! Qui qualcuno è ancora più carino quando se la prende così, mascherando l'imbarazzo dietro all'indignazione. “E non cercare di mordermi il dito! Che c’hai, cinque anni?”
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giulia-liddell · 4 years
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Risveglio
Parole: 1763
No beta, we die like men
Fandom: Sanremo RPF
Ship: Borgan
Avvertimenti: angst, menzione di alcol, velata menzioni di uso di droghe
Note autore: Questa fic fa riferimento a questo (x) background che ho scritto, ma dovrebbe essere comprensibile anche senza averlo letto. Non rispondo di eventuali danni psicologici che possono essere causati dalle mie fic su questa ship (ma se proprio ne avete bisogno vi posso risarcire)
Marco sente la luce del mattino arrivargli dritta sulla faccia e non può evitare di aprire gli occhi. Dopo qualche secondo di disorientamento si rende conto di non essere nella sua camera. Grugnendo riesce a rigirarsi verso l’interno del letto appoggiando il suo peso su un braccio. Non ha bisogno di vedere il volto della figura sdraiata di spalle davanti a lui per sapere che è Cristian. Segue con lo sguardo la curva della schiena scoperta trattenendosi dal tracciare il percorso delle vertebre appena visibili con le dita. Sa che la sua pelle è calda, come lo era la notte prima, come lo era la sera prima, come lo era ogni altra volta che si sono trovati in questa situazione. Man mano che si sveglia Marco riesce a sentire il mal di testa che preme contro le sue tempie. Improvvisamente riesce a sentire il sapore dell’alcol in bocca come se avesse bevuto fino a pochi secondi fa e gli fa venire voglia di vomitare. Non tanto perché gli dia fastidio, beve talmente tanto che non potrebbe mai dargli fastidio, ma perché si fa schifo da solo. Non riesce nemmeno a richiamare alla memoria i ricordi completi della nottata appena passata. Anche se sa benissimo come è andata. È sempre la stessa storia con lui e Cristian.
Morgan chiude gli occhi mentre cerca di pensare a cosa è successo questa volta. Era uscito con i suoi amici, forse aveva preso qualcosa prima di raggiungerli al locale, anzi sicuramente perché i suoi ricordi sono leggermente distorti, sbagliati, non al posto giusto. Cristian era lì. Ovviamente Cristian era lì. E che cosa poteva fare lui se non bere e mormorare qualche insulto sottovoce, quando era abbastanza vicino a lui da poter essere sentito. A fine della serata, quando i loro amici se n’erano andati ognuno in una direzione diversa Cristian lo aveva trovato nel vicolo accanto al locale e lo aveva trascinato verso il suo appartamento. Puzzava di alcol ed aveva lo sguardo stravolto e chiaramente non capiva che cosa stava combinando perché non ha mai portato Morgan nel suo nuovo appartamento: sono sempre andati nel lor- nell’appartamento di Marco.
Morgan è sicuro che Cristian lo abbia coperto di graffi e di morsi fino a renderlo insensibile, perché è quello che fa sempre. Un breve sguardo al proprio petto gli conferma che ha ragione. Traccia con un dito i contorni dei segni che riesce a vedere sulla sua pelle e pensa all’immagine di Cristian nel momento in cui glieli ha lasciati. Può immaginarlo, ma non riesce veramente a ricordarlo. Sa che può aggrapparsi solo a quei ricordi perché una volta sveglio Cristian non gli darà alcun tipo di attenzione, non gli parlerà, non lo stringerà, non lo bacerà. E detesta non riuscire a tenersi stretti quei momenti nella memoria perché sa che sono gli unici momenti di intimità e di vicinanza che ha con lui, quando Cristian è troppo sbronzo o troppo distratto dalla frustrazione per un’altra relazione finita per curarsi veramente di quello di cui ha bisogno Marco o anche solo per accorgersi della sua esistenza probabilmente. E la cosa che fa più male è che Morgan farebbe esattamente lo stesso se fosse al posto di Cristian. Sa benissimo che essere trattato come un semplice oggetto è quello che si merita, ma allo stesso tempo non può fare a meno di desiderare che Cristian voglia di più. La verità è che a Cristian manca solo il contatto, non lui.
Cristian inizia a muoversi leggermente ed in quel momento Morgan realizza che questa volta è a lui che tocca andarsene, che questa volta si trova in casa di Cristian e dovrà trovare la forza di uscire dalla porta. Lo sente mugugnare mentre scaccia a forza il sonno e si mette a sedere sul letto continuando a dargli le spalle. Cristian butta lo sguardo oltre la sua spalla senza guardarlo negli occhi e mormora un “sei ancora qui?”. Morgan vorrebbe replicare che “Sì, ovviamente sono ancora qui e voglio restare qui, con te. Voglio restare qui per sempre. Perché ho sbagliato. Perché sono uno stronzo. Perché avevi ragione tu. Perché senza te io non ci so stare. Perché mi manchi da morire. Perché la nostra fede ce l’ho tatuata sul dito e questo vuol dire che non ci potremo separare mai perché non è un anello che si può buttare via. Perché voglio solo ricominciare. Perché tu mi rendi migliore ed io voglio essere migliore per te.”, ma no, non dice niente di tutto ciò. Finge una mezza risata mentre si mette i pantaloni e poi si accende una sigaretta «Dopo tutte queste volte pensavo di iniziare a chiederti dei soldi.» commenta facendo ballare la sigaretta tra le sue labbra e subito si odia per quello che ha detto. Ma è la sua reazione naturale a tutto quello che dice. Cristian si volta raccogliendo le gambe di lato, con le lenzuola che cadono ed ormai non coprono quasi più il suo corpo. Morgan si sforza di non farci caso, di non pensare a quanto una cosa del genere fosse normale quando erano ancora sposati, ma allo stesso tempo non può fare a meno di fissare l’immagine nella sua testa. Peccato che l’espressione di quello che non può che essere odio di Cristian rovini la visione.
«Non ti preoccupare non ci saranno altre occasioni. E spegni quello schifo non voglio odore di erba in casa mia.» replica Cristian con la voce carica di veleno, e subito si rivolta dall’altra parte e comincia a vestirsi. Marco non ha notato se anche il suo sguardo ha vagato lungo il suo corpo, ma non crede che sia successo. «Questa?» dice sollevando la sigaretta anche se Cristian gli sta dando le spalle «L’ho rollata io, ma è tabacco te lo assicuro. Non rischierei mai di contrariarti più di tanto, altrimenti non avresti più nessuno da scopare quando ti spezzano il cuore.» risponde cercando di suonare altrettanto carico d’odio e intanto si rimette la maglia che è stata buttata in angolo della stanza. Cristian gli lancia la sua giacca mentre esce dalla stanza «Come ho detto, non ci saranno altre volte. Levati dalle palle, in fretta.» gli dice senza incrociare il suo sguardo. Marco si accorge che anche sulla sua pelle ci sono tracce della notte precedente. Non si ricorda di aver cercato di marchiarlo, ma riesce ad immaginare di averlo desiderato e se lo ha desiderato, nella foga del momento e senza i suoi freni inibitori deve averlo anche fatto.
Dopo essersi assicurato di aver raccolto tutte le sue cose dal pavimento Morgan esce dalla camera da letto e trova Cristian in piedi vicino alla tavola della cucina. Vorrebbe scusarsi con lui. Per qualsiasi cosa. Anche per quello che non è colpa sua. Vorrebbe scusarsi perfino per l’esistenza dell’universo perché si sente in colpa come se lo avesse trascinato in un mondo in cui lui non vuole stare. Ironico. Si rende conto di essere lui stesso quello sempre in fuga dal mondo. Ma invece che scusarsi fa una battuta, perché non riesce a trattenersi «Come non mi offri nemmeno un caffè?» dice mentre si infila la giacca e si aspetta che Cristian risponda in maniera simile a prima, che faccia un commento, una battuta o che lo insulti in un qualche modo. Invece no, Cristian deglutisce e risponde in un sussurro, forse pensando di non poter essere sentito «Eri tu che mi preparavi il caffè.». Marco si blocca. Ha sentito. Non sa se gli conviene fare finta di non averlo fatto però. Perché questo è fuori dalla loro solita routine. Nella loro routine di solito neanche si parlano perché Cristian scappa prima che lui si possa svegliare. Si caccia le mani in tasca ed inizia a scorrere con l’unghia del pollice su ogni polpastrello per tenersi ancorato alla realtà. Non lo ha immaginato. È abbastanza certo di essere sveglio e sobrio in questo momento. Potrebbe anche non esserlo però. Potrebbe non essere neanche uscito la sera prima ed essere buttato da qualche parte sul pavimento di camera sua perché ha trovato una foto di Cristian di cui pensava di essersi liberato.
«Ci vediamo la prossima volta che qualcuno ti lascia.» dice Marco mentre si dirige verso la porta per uscire. Se davvero se lo sta solo immaginando non ha senso dire quello che pensa davvero perché non sarebbe reale… E se non se lo sta immaginando, non ha senso comunque perché non aggiusterebbe le cose o forse perché non avrebbe mai il coraggio di parlare. Cristian sta continuando a provare ad andare avanti e lui è solo una distrazione temporanea tra un tentativo e l’altro. «Incredibile.» inizia a dire Cristian e si sposta per appoggiare la testa contro il muro accanto alla porta «Posso ripeterti anche cento volte che non ci sarà una prossima volta, ma tu continui ad insistere che tornerò da te… Quando? Dai fai qualche stima.» nella sua voce non c’è rabbia né disprezzo, suona più che altro sconfitto. «Quando la tua prossima relazione fallirà di nuovo.» dice di riflesso Morgan, perché è quello che pensa, ma mentre si ritrova a fissare ancora una volta la schiena di Cristian adesso riesce a notare qualche graffio che deve avergli lasciato la notte scorsa. «Quando non riuscirai più a sentirmi sulla pelle.» si corregge allora Morgan, ma quasi non crede alle proprie parole. Cristian sospira «Sei uno stronzo, Morgan.» dice prima di voltarsi di scatto, afferrarlo e spingerlo contro il muro dove prima si era appoggiato lui. Marco ha appena il tempo di registrare quello che è successo prima che Cristian lo baci. Si arrende subito al bacio perché come potrebbe non farlo? Lascia che le labbra di Cristian scivolino sulle sue con una voglia che non sembra appartenergli e poi lascia che morda le sue labbra con una delicatezza che si trasforma presto in un desiderio furioso. Questo momento più di qualsiasi altro sembra frutto della sua immaginazione ed allo stesso tempo la cosa più vera che sia accaduta negli ultimi giorni, negli ultimi mesi, negli ultimi anni.
In un attimo Cristian lo lascia andare, come se si fosse improvvisamente bruciato e quasi lo spinge fuori dalla porta. Morgan ha giusto una frazione di secondo per osservare ancora la sua faccia nello spiraglio della porta prima che si chiuda. Nota un paio di lacrime che scendono lungo le sue guance e le sue labbra che si muovono per dire qualcosa che Morgan non capisce. Il suono della porta che si chiude di colpo lo fa quasi sussultare. Si chiede che cosa abbia detto Cristian. Probabilmente non saprà mai la risposta.
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