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#felisberto hernandez
seventypercentvodka · 6 months
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My obsession with orv and having read so many post about the concept of 'the narrative' might be actually useful rn? I have to do a paper for my grade and you bet I'm using every single obsessive thought I have ever had for it. It just work so well for analizing the weird ass works of Felisberto Hernandez. It you are wondering every single one of his stories are in first person but also his is relating the story as in a conversation to other people. And everyone of his actions are determined by whatever someone else offers, he is so unbelievably passive it's insane. The real poor little meow meow
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cristianemagalhaes · 1 year
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Obra Incompleta – Felisberto Hernandéz
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Se você nunca leu nada desse autor, sugiro dar uma olhada!!! No site ciudad seva tem alguns deles - https://ciudadseva.com/autor/felisberto-hernandez/cuentos/
Sugiro começar lendo Muebles “El Canário”. É uma literatura fantástica em ambos os sentidos. Além de ideias do mundo fantástico são extremamente bem escritas. Esse livro foi comprado no Uruguai, e não sei se há muito dele em português além do conto As Hortências.
Vou colocar alguns trechos para dar uma ideia de como é a prosa dele:
“Además de ser nuestro jefe, también era dentista…Al principio, cuando yo recién me había sentado en el sillón, él hablaba de cualquier cosa; con preferencia se había preguntas y respuestas:.. Iba hacia una vitrina. Revolvía objetos ignorados por mí. La mayoría eran niquelados; tenían, sarcásticamente previstas, múltiples formas de agresividad, y su brillo y su inquietud eran como una sonrisa expectante hecha un momento antes de actuar. Mientras, él los iba tomando y dejando – com si tanteara el pan para saber si era fresco – ellos me iban alarmando y tranquilizando. De pronto tomada por segunda vez el mismo: yo ya no tenía escapatoria; pero el mismo instrumento era abandonado por segunda vez. Al caer en el vidrio o en la cubeta de donde lo había tomado, cada instrumento hacía un chasquido diferente; pero todos estos ruidos eran bruscos y hacían pensar en escapes de rabia de bichos salvajes al ver frustrado su deseo de participación. ….Después el vino hacia mí, me hizo abrir la boca, se puso los lentes en la frente, achicó los ojos y se puso a mirar como si quisiera reconocer desde un avión un pueblito en ruinas…”(Tierras de la memoria)
“…Yo podía mirar una cosa y hacerla mía teniéndola en mi luz un buen rato; pero era necesario estar despreocupado y saber que tenía derecho a mirarla. Me decidí a observar un pequeño rincón que tenía cerca de los ojos. Había un libro de misa con tapas de carey veteado como el azúcar quemada; pero en una de las esquinas tenía un calado sobre el que descansaba una flor aplastada. Al lado de él, enroscado como un reptil, yacía un rosario de piedras preciosas. Esos objetos estaban al pie de abanicos que parecían bailarinas abriendo sus anchas polleras;  mi luz perdió un poco de estabilidad al pasar sobre algunos que tenían lantejuelas; y por fin se detuvo en otro que tenía un chino con cara de nácar y traje de seda. Sólo aquel chino podía estar aislado em aquella intensidad; tenía una manera de estar fijo que hacía pensar em el misterio de la estupidez. Sin embargo, él fu el único que yo pude hacer mío aquella noche….”(El acomodador)
“Todos estos recuerdos vivían en algún lugar de mi persona como en un pueblito perdido: él se bastaba a sí mismo y no tenía comunicación con el resto del mundo. Desde había muchos años allí no había nacido ninguno ni se había muerto nadie. Los fundadores habían sido recuerdos de la niñez. Después, a los muchos años, vinieron unos forasteros: eran recuerdos de la Argentina. Esta tarde tuve la sensación de haber ido a descansar a ese pueblito como si la miseria me hubiera dado unas vacaciones”. (El corazón verde)
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relecturas · 4 years
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Se habían amado hasta llegar a la inocencia.
Nadie encendía las lámparas, Felisberto Hernández
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gawdheads · 4 years
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"Y en caso de que hubieran comprendido mi pasada vida futura ¿yo sabría explicar algo de mi siglo?" - Felisberto Hernández
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funnoticias · 4 years
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"Fue entonces que senti depresión. El cuerpo y yo estabamos decepcionados. Él me habia arrastrado a una aventura pobre, y además de estar tristes, teniamos la conciencia de haber hecho traición". De Felisberto Hernández, "Tierras de la memoria". #libros #Leer #Funnoticias #felisberto #hernandez #cuentos #uruguay #literatura #citasenespañol #felisbertohernandez #likeforlikes (en Uruguay) https://www.instagram.com/p/B8RHUVHFU9k/?igshid=18lsis9wnge0j
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pangeanews · 5 years
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Ci siamo costretti a vivere in un inferno: 45 anni fa Paolo Villaggio aveva capito tutto. In appendice, la Biblioteca del ragionier Fantozzi (tra Borges, Kafka e il fatale Felisberto Hernández)
Un nome e un concetto dicono tutto. E anche una osservazione, non proprio marginale.
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Il nome è Felisberto Hernández. Uruguaiano, pianista autodidatta che s’industriava ad accompagnare i film del cinema muto, è uno dei titanici scrittori sudamericani del Novecento. Me ne parlò Hebe Uhart, la scrittrice argentina morta lo scorso autunno, “legga Felisberto Hernández, il grande narratore uruguaiano, è il mio maestro”. Io non lo conoscevo. Lui invece sì. Paolo Villaggio, intendo.
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Felisberto Hernández è stato tradotto poco in Italia. Nel 1974 Einaudi esce con Nessuno accendeva le lampade. Poi più nulla, prima della recente riscoperta, dal 2012, da parte de La Nuova Frontiera. Beh: il 12 ottobre del 1975, davanti ai microfoni della Radiotelevisione svizzera, stimolato da Arturo Chiodi, appena reduce dal primo Fantozzi (regia di Luciano Salce), Paolo Villaggio cita Hernández tra i suoi scrittori preferiti (“una grande scoperta è stata per me un quasi sconosciuto pianista uruguaiano che si chiama Felisberto Hernández. Mentre suonava nei pianobar di Montevideo ha scritto in sessant’anni sette raccolte di racconti, che sono sette gioielli, il meglio della letteratura sudamericana”).
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Pazzesco, fantozziano. Che scelta particolare, da gourmet della letteratura. Dal dettaglio occorre risalire, a ritroso, all’osservazione. Paolo Villaggio era un grande lettore. Un maniaco del libro. Passata la “mania giovanile che è Hemingway”, si ciba di Borges e di Bulgakov, di Kafka e di Musil, dimostrando inesauribili raffinatezze nel gusto. Il dettaglio, appunto, rivela il dato di fatto, troppo spesso dimenticato: Villaggio, poi triturato dal successo clamoroso di Fantozzi, nasce come scrittore. Fantozzi, intendo, nasce, nel 1968, come soggetto letterario, su L’Europeo diretto da Tommaso Giglio – e su cui scriveva Oriana Fallaci – diventa libro nel 1971, per Rizzoli, poi torna in libreria nel 1974 (Il secondo tragico libro di Fantozzi, sempre Rizzoli), per poi, infine, tramutarsi in film. Di libri su Fantozzi, Villaggio ne scriverà ancora tanti, fino a Fantozzi totale (Einaudi, 2010) e a Fantozzi rag. Ugo. La tragica e definitiva trilogia (Rizzoli, 2013); di libri in generale, Villaggio, micidiale aforista, continuerà a scriverne sempre.
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Il Villaggio bibliofilo è una delle scoperte esaltanti in Kafka? Qui siamo all’apice della piramide nevrotica, libro d’arte (con copertina realizzata appositamente da Ugo Nespolo) edito da De Piante Editore. L’altra è la coerenza etica (diciamo anche ‘politica’) che fonda l’invenzione di Fantozzi. Ecco il concetto che vi ho promesso in cima. “L’uomo credeva di essere felice con le autostrade, le macchine, e gli intasamenti, mentre in realtà il mondo in cui è costretto a vivere è un inferno”. Rotondo, preciso, azzeccato, da indossare ogni giorno. 45 anni fa. Villaggio aveva capito tutto.
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In particolare, sentite cosa dice Villaggio. “Ora vanno di moda, rilanciati dal cinema americano, il tema della nostalgia e il catastrofico. A mio avviso la risposta italiana alla catastrofe hollywoodiana è appunto Fantozzi, cioè il piccolo impiegato, l’omino che per anni è vissuto nel boom consumistico e che ha ricevuto da tutti i mass-media uno stimolo preciso, quasi un ordine, a consumare, ad acquistare, a vivere secondo determinati schemi. E lo schema di questa filosofia era precisissimo: se compri e ti attrezzi in determinati modi, cioè secondo la chiave consumistica, potrai essere felice e vivere contento per mille anni”. In realtà, Villaggio lo sapeva ieri noi lo ribattiamo oggi, si consuma per frustrazione, il consumo non rende felici, più acquisti meno hai. Uomo, animale viziato dal tormento. Bisogna imbracciare questo Villaggio, allora, come manuale per scampare dalla palude della mefistofelica infelicità. (d.b.)
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Per gentile concessione di De Piante Editore si riproduce un brano da: Paolo Villaggio, “Kafka? Qui siamo all’apice della piramide nevrotica” (2019).
Ho avuto una mania giovanile che è Hemingway. Quando lo rileggo torno ogni volta a quel tipo di emozione provata quando lo lessi a sedici anni, cioè un’emozione molto viscerale, epidermica, fatta di commozioni rabbiose. L ’intento di Hemingway era un po’ quello in effetti. Era un segno dei tempi, un grande della letteratura, però lui era anche un grandissimo giornalista che aveva mitizzato la virilità e determinati modi di vivere. Ogni tanto rileggo Morte nel pomeriggio, che è un trattato di tauromachia che gli spagnoli contestano e di cui non vogliono sentir parlare. Poi in quel periodo mi è piaciuto molto il mondo di Zelda e di Fitzgerald. Poi ho scoperto improvvisamente, a trent’anni, un grandissimo sudamericano: Borges, un matematico che fa costruzioni quasi perfette. I racconti La biblioteca di Babele e La lotteria di Babilonia sono straordinari, così come Funes, o della memoria. Però Borges è un autore poco fertile che ha dedicato un’intera vita allo studio della cultura europea. Poi con Marquez e Cent’anni di solitudine, che naturalmente ho letto con grande entusiasmo, gli editori italiani hanno scoperto tutti gli altri autori sudamericani. Ma una grande scoperta è stata per me un quasi sconosciuto pianista uruguaiano che si chiama Felisberto Hernández. Mentre suonava nei pianobar di Montevideo ha scritto in sessant’anni sette raccolte di racconti, che sono sette gioielli, il meglio della letteratura sudamericana. C’è un po’ di tutto: il surrealismo di Marquez e il rigore matematico di Borges. Un altro grande è Bulgakov: la sua opera Il maestro e Margherita è la più poderosa, incredibile e straordinaria satira dello stalinismo. Credo che nulla di più sferzante sia stato mai scritto contro i regimi totalitari. Basta ricordare la rappresentazione in teatro di Woland con i suoi aiutanti: un pezzo memorabile. Dimenticavo un altro mio grande amore giovanile, forse il più grande: Kafka. Qui siamo all’apice della piramide nevrotica. Le nevrosi kafkiane sono di ogni tempo. Mentre l’umorismo invecchia, Kafka e i grandissimi – i classici – non invecchiano mai. Io per anni sono stato in libreria, poi da quando ho incominciato a fare questo lavoro non ho più letto. Per quattro anni non ho più letto niente. Ho fatto una fatica terribile…
Nella mia biblioteca, avevo un mattone grosso, bello, preciso, che avevo quasi deciso di non leggere prima di morire: L’uomo senza qualità di Musil, tre volumi, inquietanti ed enormi. A quarant’anni ho incominciato improvvisamente a leggerlo e sono entrato in una nuova stagione della mia vita. Questo matematico per trentadue anni, tutte le sere, ha scritto un enorme saggio autobiografico sulle mille variegature dell’animo umano. Vi consiglio di leggere Musil, ma leggetelo con attenzione perché c’è tutto. Se volete avere la chiave per risolvere i vostri problemi, per capire che cos’era l’Europa pre-Rivoluzione russa, pre-Prima guerra mondiale, che cos’è il nazismo e l’anti-ebraismo in Germania, per capire l’uomo del nostro secolo, in Musil la trovate, la trovate in questo signore di Klagenfurt che faceva il matematico. Quando sai che Fantozzi è stato scritto in tre settimane e che in genere un libro oggi viene forgiato, cucinato e poi messo alle stampe in due o tre mesi o in un anno, e vieni poi a sapere che Borges ha scritto le sue opere in una vita, che Felisberto Hernández ci ha messo sessant’anni, che Marquez ha vissuto dodici anni in una pensione di Parigi scrivendo Cent’anni di solitudine e che il grande Robert Musil ci ha messo trentadue anni per scrivere il suo capolavoro, allora ti rendi conto che forse loro meritano un’attenzione particolare.
Paolo Villaggio
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kurtbaumeister · 5 years
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UNDER THE INFLUENCE #4, REDISCOVERY
UNDER THE INFLUENCE #4, REDISCOVERY
written by Kurt Baumeister September 12, 2018 Published initially by Entropy Intro
Wherein you will learn of David Leo Rice’s ten mental locks, Marcy Dermansky’s ability to see romance in the confluence of pierogis and roaches, how Stephen Dunn’s poetry makes Kenzie Allen feel at home anywhere in the world, Kevin Catalano’s thoughts on semicolons and Faulkner, Pam Jones’s envy for Jeanette…
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athorino · 6 years
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Felisberto Hernandez Narrativa Completa by Athorino
https://twitter.com/ATHORiNo
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frederiksalle · 5 years
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Felisberto Hernandez
Nació a principios del siglo XX en el barrio Atahualpa. Fue el mayor de los cuatro hijos de Prudencio Hernández, natural de Tenerife, Islas Canarias, y Juana Silva, de la ciudad de Rocha.
A los nueve años comenzó sus estudios de piano que profundizaría más tarde con el profesor Clemente Colling, quien le enseñó composición y armonía. Debido a dificultades económicas, a los 16 años comenzó a dar clases particulares de piano y a ilustrar musicalmente películas, trabajando de pianista en varias salas de cine mudo. A los 20 años comenzó a dar recitales en los que interpretó también algunas obras de su creación. Tres años más tarde, tomó clases de piano con Guillermo Kolischer, convirtiéndose en un buen instrumentista.
En 1925 contrajo matrimonio con María Isabel Guerra, con quien tuvo su primera hija, Mabel. Se divorciaron en 1935 y dos años después se casó con la pintora Amalia Nieto, con quien tuvo a su hija Ana María al año siguiente.1​
Hasta 1942 fue pianista itinerante entre Uruguay y Argentina, alternando entre la orquesta del café La Giralda, en Montevideo, como pianista y director de una orquesta en el café-concierto de Mercedes, Teatro Albéniz de Montevideo y Teatro del Pueblo de Buenos Aires.
En 1943 se separó de Amalia y viajó a París, en su momento de mayor esplendor, donde conoció a María Luisa de las Heras (alias de África de las Heras),2​ española, veterana de la Guerra Civil y agente de la KGB a quien se le encomendó seducirlo. En 1949 se casaron e instalaron en Montevideo, donde ella trabajó como modista y comerciante de antigüedades, actividades que encubrían su red de espionaje.3​ Al año se divorciaron,4​ sin que él supiera el papel que había desempeñado.5​
Sobre sus complicadas relaciones con las mujeres (se casó cuatro veces), existen dos testimonios de interés: el libro Felisberto Hernández y yo6​ de Paulina Medeiros, con quien mantuvo una relación entre 1943 y 1947 tras la cual continuaron escribiéndose, y ¿Otro Felisberto?7​ de la pedagoga Reina Reyes con quien estuvo sentimentalmente vinculado de 1954 a 1958.8​
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authordalton · 5 years
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via Tumblr http://bit.ly/2ZoTia7 via Blogger http://bit.ly/2F15Igu
writersnoonereads: Recent and forthcoming books and reprints by...
Recent and forthcoming books and reprints by previously-covered authors:
Mynona (The Creator from Wakefield Press; also see translator Peter Wortsman’s anthology Tales of the German Imagination from the Brothers Grimm to Ingeborg Bachmann)
Mary Butts (The Complete Stories, with a preface by John Ashbery, from McPherson and Co.)
Alejandra Pizarnik (A Musical Hell and Extracting the Stone of Madness from New Directions; Diana’s Tree from Ugly Duckling)
Rosemary Tonks (Bedouin of the London Evening: Collected Poems from Bloodaxe)
Juan Jose Saer (La Grande from Open Letter Books, their third Saer book translated by Steve Dolph)
Paul Scheerbart (Glass! Love!! Perpetual Motion!!! from University of Chicago Press and Rakkóx the Billionaire and The Great Race from Wakefield)
Arkady and Boris Strugatsky (The Dead Mountaineer’s Inn forthcoming from Melville House)
Jules Renard (Poil de Carotte reprint from Godine)
Alfred Kubin (Dedalus finally reprinted Mike Mitchell’s translation of The Other Side)
Stanley Crawford (The Canyon: A Novel forthcoming from University of New Mexico Press)
Hob Broun (Open Road published ebooks of his work, apparently after reading David Winters’ guest post (!))
Gisèle Prassinos (The Arthritic Grasshopper and Other Tales from Wakefield and Surrealist Texts from Black Scat Books)
Tom Whalen (The Straw That Broke from Black Scat)
Cioran & Leo Perutz (Arcade/Skyhorse has reprinted many books by Cioran and Perutz)
Gherasim Luca (Self-Shadowing Prey from Contra Mundum Press)
Stefan Grabinski (Motion Demon and Passion; see StefanGrabinski.org)
Walter de la Mare (Told Again, with an intro by Philip Pullman, Princeton University Press)
Felisberto Hernandez (Piano Stories reprint from New Directions) Henri Michaux (Thousand Times Broken from City Lights; Life in the Folds forthcoming from Wakefield)
Robert Aickman (Will's spreadsheet to keep track of Aickman’s stories and the recent Faber reprints)
12/8 update: Jürgen von der Wense (A Shelter for Bells: From the Writings of Jürgen von der Wense, edited and translated by Kirston Lightowler and Herbert Pfostl, forthcoming in 2015 from Epidote Press; issue 2 of Reliquiae features excerpts)
12/10 update: Vincent O'Sullivan (in 2013, Solis Press reprinted The Good Girl (1912), a book admired by Robert Aickman and John Cowper Powys) 
12/22 update: Nicholas Moore (Shoestring Press recently published Moore’s Selected Poems)
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jihyunleetec-blog · 4 years
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Actividad Felisberto Hernandez
Describe el papel que juega la muñeca Hortensia en la relación entre Horacio y su mujer, María.
Como Hoacio y su esposa comenzaron a humanizar a la muñeca, la se convirtió en la seductora misma y causó el celo de la esposa y él hizo obsesionarse con la muñeca. En otras palabras, la muñeca llegó a tener un poder en la relación entre Horacio y su esposa.
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cooltivarte · 4 years
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COOLTIVARTE.COM es un portal digital colaborativo de actualización permanente dedicado a difundir el acontecer artístico y cultural, entrevista artistas, gestores y productores de las diferentes disciplinas del arte, y publicando artículos de reflexión de producción propia sobre los elementos culturales.
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hipertexto · 5 years
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un pensamiento confuso y como deshecho de tanto estrujarlo. Se empezó a hundir, lentamente y lo dejé reposar. De él nacieron reflexiones que mis miradas extrajeron del agua y me llenaron los ojos y el alma. Entonces supe, por primera vez, que hay que cultivar los recuerdos en el agua, que el agua elabora lo que en ella se refleja y que recibe el pensamiento. En caso de desesperación no hay que entregar el cuerpo al agua; hay que entregar a ella el pensamiento; ella lo penetra y él nos cambia el sentido de la vida» (...) «Esa agua corre como una esperanza desinteresada y nadie puede con ella. Si el agua que corre es poca, cualquier pozo puede prepararle una trampa y encerrarla: entonces ella se entristece, se llena de un silencio sucio, y ese pozo es como la cabeza de un loco. Yo debo tener esperanzas como de paso, vertiginoso, si es posible, y no pensar demasiado en que se cumplan; ese debe ser, también, el sentido del agua, su inclinación instintiva. Yo debo estar con mis pensamientos y mis recuerdos como en un agua que corre con gran caudal...» (...) «El agua es igual en todas partes y yo debo cultivar mis recuerdos en cualquier agua del mundo».(...)«Yo debo preferir, seguía pensando, el agua que esté detenida en la noche para que el silencio se eche lentamente sobre ella y todo se llene de sueño y de plantas enmarañadas. Eso es más parecido al agua que llevo en mí, si cierro los ojos siento como si las manos de una ciega tantearan la superficie de su propia agua y recordara borrosamente, un agua entre plantas que vio en la niñez, cuando aún le quedara un poco de vista»(...) Ella quería que el agua se confundiera con el silencio de sueños tranquilos, o de conversaciones bajas de familias felices (por eso le había dicho a María que estaba sorda y que sólo debía hablarle por teléfono). También quería andar sobre el agua con la lentitud de una nube y llevar en las manos libros, como aves inofensivas. Pero lo que más quería, era comprender el agua. Es posible, me decía, que ella no quiera otra cosa que correr y dejar sugerencias a su paso; pero yo me moriré con la idea de que el agua lleva adentro de sí algo que ha recogido en otro lado y no sé de qué manera me entregará pensamientos que no son los míos y que son para mí. De cualquier manera yo soy feliz con ella, trato de comprenderla y nadie podrá prohibir que conserve mis recuerdos en el agua.
Casa inundada, Felisberto Hernandez
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relecturas · 4 years
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Al silencio le gustaba escuchar la música; oía hasta la última resonancia y después se quedaba pensando en lo que había escuchado. Sus opiniones tardaban. Pero cuando el silencio ya era de confianza, intervenía en la música: pasaba entre los sonidos como un gato con su gran cola negra y los dejaba llenos de intenciones.
El balcón, Felisberto Hernández
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funnoticias · 4 years
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"Despues volvio a pensar en los ruidos. Desde hacia mucho tiempo, él creía que, tanto los ruidos como los sonidos, tenian vida propia y pertenecian a distintas familias" D Felisberto Hernandez, "Las hortensias" #Leer #literatura #felisberto #hernandez #libros #hortensias #Funnoticias #felisbertohernandez #uruguay #ruidos (en Uruguay) https://www.instagram.com/p/B8ba5BvF3Gh/?igshid=1us5nnc8zzmqu
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ice-cream-books · 7 years
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Two Crocodiles by Felisberto Hernandez and Fyodor Dostoevsky, Places of My Infancy by Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Morphine by Mikhail Bulgakov, and The Red Notebook by Paul Auster (from the New Directions Pearl series) with 12 North Star Original Ice Cream Sandwiches. Covers by the studio of Rodrigo Corral.
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