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#materia (terra)
mengonigallery · 3 months
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fabianaphotography · 11 months
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"Poi ti ricordi quando ti senti da solo, ti ricordi quando non c'era nessuno, solo una pazza musica..."
Marco Mengoni - Che Tempo Che Fa 28.05.2023 Per l'album completo andate su Facebook! Ps: vi aspetto anche su Instagram e Twitter :D
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frasinontroppocelebri · 8 months
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Dovrei telefonarti, dirti le cose che sento
Ma ho finito le scuse e non ho più difese
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wafflessquad · 6 months
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caraitalia · 4 months
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cientirinhas · 5 years
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L'ultima muta
Non si è che panni appesi senza corpo a motivare a muovere i gesti di sempre, negli armadi del tramonto immobile, l’ultima muta lasciata strusciando respiri su lapidi senza nome – eco ed ombra di giorni vissuti, di un presente ancora caldo – tessuti affezionati al mondo e alla storia spoglie archiviate dell’umano coprirsi emanano profumi di azioni terrene come luce residua di stelle morte, si…
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fatalquiiete · 5 months
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...ogni tanto è bene ripostarlo:
7 frasi da evitare per non sembrare un analfabeta funzionale, di Dario Bressanini
1) “A me una volta è successo che…”:
sulla terra siamo 7 miliardi di persone, quindi quello che è successo a te costituisce “un settemiliardesimo” delle ipotesi possibili. L’esperienza personale non è una legge universale.
2) “Ho letto su internet che…”:
su internet c’è tutto, il contrario di tutto e tutte le sfumature che ci stanno in mezzo; se non hai le competenze specifiche per distinguere ciò che è plausibile da ciò che è inverosimile, quello che hai letto tu non significa assolutamente nulla perché tanto su internet c’è sempre anche il suo esatto contrario.
3) “Non credo alla versione/teoria ufficiale, dimostrami tu che è valida”:
una versione/teoria ufficiale è tale proprio perché gode già del supporto probatorio necessario per essere considerata preferibile a tutte le altre. Pertanto, se non credi alla versione ufficiale spetta a te l’onere di provare perché questa sia errata, e anche perché la tua sia invece valida. Pretendere l’inversione dell’onere della prova è un atteggiamento profondamente illogico e antiscientifico.
Il fatto che tu non comprenda il contenuto di quelle prove non significa che quelle prove non esistano o non siano valide, significa solo che tu non hai gli strumenti e le conoscenze per comprenderle.
4) “Ci guadagnano sopra, quindi sicuramente c’è qualcosa sotto”: se escludete i volontari e gli stagisti, tutte le professioni del mondo sono a scopo di lucro, quindi tutti noi guadagniamo da quello che facciamo. Ciò non ci rende tutti automaticamente parte di un qualche complotto o sotterfugio.
5) “Quella volta è accaduto che…, quindi anche questa volta…”:
“quella volta” è diversa da “questa volta”. Se una cosa capita in una occasione non c’è nessuna legge che stabilisce automaticamente che accada sempre e a tutti. Se un medico vende organi sotto banco, non significa che tutti i medici lo facciano ogni giorno; se un ingegnere sbaglia i calcoli, non significa che tutti gli ingegneri siano cani e non sappiano fare il loro lavoro; se un avvocato prende una mazzetta, non significa che tutti gli avvocati siano corrotti o corruttibili. Serve una prova specifica per ogni singolo caso.
6) “Tu hai la tua opinione, io ho diritto ad avere la mia”:
questo è un principio sacrosanto quando si parla di preferire le bionde o le brune, il mare o la montagna, la Juve o il Milan. Ma quando si parla di argomenti scientifici, la tua opinione non conta assolutamente nulla se non hai competenze e ragioni tecniche che possano dimostrare la validità di quella opinione; o forse pretendi di avere un’opinione anche su come si calcola l’area del triangolo?
7) “Non mi fido della roba chimica, quindi…”:
La chimica spiega la composizione della materia in generale, di conseguenza tutto ciò che esiste nell’universo è chimico. L’acqua ad esempio è composta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, quindi è fatta di sostanze chimiche. E lo sei anche tu.
Se il vostro ragionamento si basa su uno o più di questi presupposti, sappiate che il vostro approccio è stupido, illogico e antiscientifico, quindi evitate di renderlo pubblico.
Ne va della vostra reputazione.
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belladecasa · 9 months
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Ieri me ne tornavo con un'ora e mezza di sonno e dieci ore di viaggio addosso. Vedevo ancora il mare dal treno e già pensavo a come sarei stata senza quell'unico elemento che mi fa scudo dall'angoscia. Pavese, che di dolore ne sapeva, diceva che la compagnia del mare gli bastava. Le persone depresse, io credo, trovano pace solo di fronte al mare e in mezzo alle piante. La solitudine depressiva, inscalfibile, irraggiungibile da qualsiasi essere umano, anche da quello che ti ama di più, di fronte al mare diventa malinconia carezzevole: per qualche ora avevo il privilegio di chiudere gli occhi senza che la mia anima martoriata venisse a grattarmi sotto le palpebre. Appoggiavo la testa sui ciottoli marini di quella terra sofferente e ascoltavo solo Fisiognomica di Battiato.
Quando chiedevano a Battiato perché non avesse mai avuto una compagna rispondeva tranquillamente: perché io non sono compatibile. Per me, quella risposta calma diventa un interrogativo ossessivo e spaventato: e se non fossi compatibile? Io, che so volere bene a chiunque, che so percepire i sentimenti degli altri fin sotto le unghie, che sono piena di comicità e di erotismo, io non posso essere incompatibile. Eppure, sono come la lava che è centro vitale, inscindibile dalla terra ma non è terra, sempre per natura legata alla crosta terrestre ma di una materia completamente diversa, dipendente ma incompatibile.
Battiato era incompatibile ma poteva attingere a sé stesso e attraverso sé stesso arrivare a Dio, attingere a Dio e parlare per lui come facevano gli aedi e i rapsodi per la cultura greca antica, che erano la bocca di Dio. Ma noi, piccoli e infimi depressi, siamo incompatibili con la terra e con Dio, siamo intrappolati nella nostra stessa materia lavica. Ma se ti senti male, Rivolgiti al Signore, dice. Ma noi ci rivolgiamo all'amore perché non possiamo parlare con Dio, cerchiamo di essere salvati da un altro perché siamo senza Dio. Dio è per Battiato e per pochi altri (non sto parlando dei cattolici ovviamente); noi ci possiamo gettare al massimo, goffi, sul corpo di un altro illusi di poter attingere da esso.
Mi ricordo che quando stavo ancora con Giorgio lui mi disse: guarda che E ti vengo a cercare è dedicata a Dio, non l'hai capito? Certo che no, io ho cercato solo l'amore sensuale per capire meglio la mia essenza e invece l'amore mi ha portata sempre più a fraintendermi, a dividermi, a essere pietra lavica irraggiungibile, da me e da chiunque.
Ma pure Battiato, che aveva Dio, si sentiva solo alla fine senza l'amore:
Passo ancora il mio tempo A osservare i tramonti E vederli cambiare In secondo imbrunire
E il cuore Quando si fa sera Muore d'amore Non ci vuole credere Che è meglio Stare soli
[...]
Passano gli anni E il tempo delle ragioni Se ne sta andando Per scoprire che non sono Ancora maturo Nel secondo imbrunire
E il cuore Quando si fa sera Muore d'amore Non si vuol convincere Che è bello Vivere da soli
#s
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terraxcloud · 22 days
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A Few Many Things...
There are 5 or more timelines, and it's not worth counting them anymore.
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Biggs dies in one (the middle) but Zack at the church immediately talks about him being alive (this is the Zack that meets Cloud in the final battle I believe). The first image is the last Aerith date and the Stamp bag is to the left. Johnny appears with a plushie of a dog to show it's a different timeline instead of using a bag.
The reason it's not worth counting them is due to what Sephiroth says:
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In this scene the FF9 Terra/Gaia "two planets becoming one" thing is shown again.
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They represent the timelines as worlds, but what they're showing is an FF9 thing involving actual planets. I'll look at DFFOO Act 4 Chapters 4 & 8 again to see what's up there. Of course, they wouldn't say it's planets because of the implications, but that's not to say these timelines aren't coming together...they just need a reason since most people just think the devs are changing things just to change them. Gilgamesh has already appeared in this game from his own rift anyway.
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After the Temple of the Ancients, Aerith and Tifa aren't able to stop Cloud from giving the Black Materia to Sephiroth. The date scenes between Aerith and Cloud are more than likely for Yuffie than Terra, especially since we have no idea of Terra other than the main theme lyrics.
The descriptions Cloud gives about what he prefers and how he acts matches what they show of Yuffie's interests (chocobos, getting paid for jobs or acting like a merc, smiling, seeing Red XIII as a dog, staring at Cloud, the poses for the photo with Aerith, being pissed off, etc.
This isn't saying that Terra is supposed to be like this. Yuffie was always a reflection of "real Cloud", however, both Terra and Yuffie are similar to him (the whole "siblings" dynamic). It could be that the Terra we got in other games isn't the same as the one when FF6 was being developed before the main character vanished (Kefka may have sucked her personality away).
The thing that makes Cloud "regain himself" is remembering the flower Aerith gave him in the beginning of Remake.
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I don't know if Aerith will find the "real Cloud" herself. Tifa represents that part, but it's clear they're changing things with her. Obviously, they're going to use the "dream" this time around, which is what Aerith represents (she already has a shared dream with Zack), not Tifa. They also put a small shooting star bit with Aerith instead of Tifa, but if Aerith's technically dead the only character that can do these things is Yuffie.
The dialog Yuffie gives immediately gives after Cloud wakes up before the Lost Capital is the hint. It couldn't be encapsulated in a small scene, so they just left Yuffie out of it. If she's not going to do anything, why would she say it immediately?
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Another hint was after the Demon Gate boss when Cloud starts banging his sword on the wall to break through. The two characters they show reacting to him are Barret and Yuffie, but the camera goes towards Yuffie in particular. Before this Yuffie was shadow boxing with Barret, which is what she does with Cloud at the end of her date scene (it also happens with Barret after leaving the Mansion at Nibelheim before the final Roche boss fight).
I believe Red XIII represents the change Cloud has personality-wise ("you don't always have to play the badass") while Barret represents the anger he feels at Sephiroth. Having Yuffie shadow box Barret for fun while Cloud is going crazy for the Black Materia shows that Yuffie will have a big role in preventing Cloud from doing this in the 3rd game.
The Corel sidequest with Cloud Jr. shows Barret's change to being "softer" as he explains that he was always hard on others and going after everything that ticked him off, making others suffer in the process. It makes sense why they show him and Yuffie reacting.
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The other sidequests that show this "anger" issue are the Chocobo Billy ones with Yuffie in Nibelheim and the last one at the Gold Saucer with Tifa. The Yuffie one is more about the anger issue while the Tifa one is more about learning what happened in the past.
If you think about it, the only thing Cloud doesn't "remember" is being a normal Shinra foot-soldier, the one with motion-sickness (maybe the memory of him defeating Sephiroth from Remake is gone due to the whispers? He does react to the tubes in the Shina Mansion a bit).
The dialog Yuffie has about Chocobos are also noteworthy (since if we go by the symbols, Yuffie is the Moogle and Cloud is the Chocobo).
Btw, these two scenes are kinda similar:
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Another "Yuffie represents the Moogle" hint is made at the Gold Saucer intro. Cait Sith summons a Cactuar, a Tonberry, and a Chocobo, but what about the Moogle? It's Yuffie since the moogle is on her pop star outfit. These four on the orphanage chalkboard in Remake. With the characters we've seen so far it may be like this:
Cactuar - Zack Tonberry - Sephiroth Chocobo - Cloud Moogle - Yuffie
The Tonberry King boss battle has MAI dialog that sounds similar to Sephiroth's dialog when he goes insane in the mansion basement. It's kinda fitting that this is a Yuffie sidequest and you need to steal his crown.
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The Cactuar thing is Zack due to the "pose" which Cloud, Yuffie, and Red XIII also do in the last proto-relic quest. People know that's something Zack has done.
Every sidequest has it's own meaning. The one similar to Cloud's Dissidia story is the Barret one in Gongaga with the weaponsmith.
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mengonigallery · 14 days
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Marco Mengoni live 2016 Amsterdam
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fabianaphotography · 1 year
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Che giri fanno Due Vite... 🎶 Marco Mengoni - Radio Deejay 13.02.2023 Vi aspetto anche su Instagram e Facebook! ❤️
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der-papero · 7 months
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Stamattina, leggendo l'ennesimo reblog chiarificatore di @kon-igi, perché avevano provato a ribattere con un velato Argumentum ad consequentiam, ho pensato di essere davvero fortunato, perché le scienze che io adoro e di cui parlo ogni tanto qui non hanno nemici sui social, per il semplice fatto che nel mondo della Matematica le persone scelgono di non capire, e quindi ne ignorano l'esistenza nella sua interezza e a priori. Magari c'è qualcuno che si lancia in un "chi lo dice che 2+2=4???" però è un post che non fa manco 10 metri e si esaurisce da solo, per il semplice fatto che ci sono argomenti ben più piccanti sui quali rompere le palle (è andata per un po' quella cagata dove sfruttano la divisione per zero per dimostrare la contraddizione di una relazione, ma pure quella non ha mai avuto troppi proseliti, perché non riesce a spremere più di qualche like).
Mi sono sempre lamentato su come le persone violentino una materia come l'informatica, ma considerato i guai che puntualmente passano chi studia medicina, fisica applicata alla Terra (lo studio dei fenomeni naturali), l'astrofisica (i religiosi ci sguazzano qui), e tutte quelle scienze minacciate dai laureati a UniStrada, rivaluterò le mie considerazioni, accontentandomi di non trovarmi mai (spero) nella condizione di dovermi fare il sangue amaro.
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falcemartello · 10 months
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Faccio notare che nessuno mai è stato licenziato per aver fatto "errori" relativi alla materia di propria competenza. Si tratta di censura ideologica di tipo nazista o sovietico. La terra ostile non va abitata. Ci stiano loro.
B.C.
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papesatan · 5 months
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schegge da un pomeriggio d'ordinaria follia
Romeo caracolla verso il banco, in tenuta da calcetto. Controllo il diario: compito di italiano: leggere pagina 6, trasformare il testo descrittivo soggettivo in oggettivo, per poi illustrarlo con un disegno. Guardo il testo: L’elefante. “L’elefante è uno degli esseri viventi più grandi al mondo. Possiede due zanne di 3 metri e una proboscide con cui attacca, se minacciato, e si procura cibo e acqua. Vive prevalentemente in Africa e Asia...” Il testo è già oggettivo. Cosa accidenti devo fare? Scrivo alla madre. Romeo mi guarda, sperso: “Intanto lascia una pagina e fai il disegno” dico “Sai disegnare un elefante?” “Sì, ma alle 4 e mezza me ne devo andare”.
Nel frattempo corro a segnare i compiti di Paolo, gentilmente offerti dal registro elettronico inviatogli da sua madre: compito di aritmetica: pag. 172, es. 160-163-165. Apriamo il libro a pag. 172: il nulla. Paolo gioisce entusiasta, “Forse è giusto così, non bisogna fare niente, mi sa”, cerco di tenermi calmo, la prof ha sbagliato chiaramente pagina. Scrivo alla madre. Indico il problema, chiedo ragguagli. Invito Paolo a svolgere la materia successiva. Jacopo mi chiama a gran voce: “Giuseppe, il bagno è allagato, qualcuno ha fatto pipì per terra!” Non ho tempo d'andare a controllare, perciò lo invito momentaneamente a scansarla. Si mette a ridere e continua: “Sai che somigli a Daniele? Siete fratelli!” Daniele per tutta risposta lo guarda e fa: “Magari Giuseppe fosse mio fratello!” poi fissa mio padre e aggiunge: “E Andrea è mio nonno”. Mio padre gongola felice e in un certo senso lo sono anch’io, se il mio lavoro ha il potere di compensarlo dei nipoti che non ha. “Qui siamo tutti fratelli” conclude Jacopo “e Giuseppe è nostro padre”. Prossimo alla commozione, li invito piuttosto a sbrigarsi. Controllo il telefono, la mamma di Romeo ha risposto: “Dicono che il testo è soggettivo e devono trasformarlo in oggettivo”, “Ma non è vero!” m’incazzo, “Faglielo fare come credi. Non so che dirti”. Getto via il telefono. Sono seriamente tentato di bruciare il libro. Che faccio? Romeo sta disegnando ancora l’elefante. È un elefante bello grosso, quindi ho ancora un po’ di tempo. Ma devo pensare a una soluzione, e in fretta. Nel frattempo entra Melissa, secondo superiore: “Domani ho il compito di letteratura sui Promessi Sposi” vorrei uccidermi “E tu ti ricordi il giorno prima? Sono due settimane che ti ripeto di cominciare a prepararti per il compito. Sai che dobbiamo studiare oltre 30  pagine, vero? Come pretendi di poter fare tutto in un giorno?” Mi guarda sconsolata “Comincia a fare le mappe, mo vengo e vediamo insieme”. Una voce fuori campo grida: “Giuseppe alle 5 meno un quarto me ne devo andare!”. Fingo di non sentire e corro da Paolo. La madre ha finalmente risposto: “È giusto così”. Ma come può essere giusto così? La chiamo. Ribadisco il problema, non capisce, “Ok, non farglielo fare”. Paolo gioisce al settimo cielo. Su tutte le furie, lo minaccio di dargli dei compiti extra se non la smette. Volo da Romeo, ha finito l’elefante, devo farmi venire un accidenti d’idea. Trasformarlo da oggettivo in soggettivo è impossibile, dovrebbe aggiungere delle considerazioni personali, farlo proprio, non voglio spingerlo a sbagliare, data la consegna, in più non c’è più tempo, così gli dico: “Ok, lo vuole oggettivo? Lo facciamo oggettivissimo”. Ricopiamo il testo, estromettendo avverbi e aggettivi, rendendolo così ancor più neutro e scientifico. “Giuseppe tra mezz’ora me ne devo andare!” Mi precipito da Melissa. La professoressa ha stabilito uno schema base per indicare i punti che vorrebbe veder analizzati nel commento del primo e del secondo capitolo dei Promessi Sposi il giorno dopo: biografia dell’autore, cenni storici, analisi del periodo, influenze e ispirazioni, commento al primo capitolo, commento al secondo capitolo. Melissa mi mostra le mappe: “Vanno bene così?” ha appena iniziato la biografia di Manzoni, sarà un lunghissimo pomeriggio. Giankarol intanto langue addormentato, “Giankarol studia scienze” “No” risponde “Non ho il libro”, “Usa quello della compagna”, “NO, non mi va” e si rimette a dormire, “Giankarol, guarda che chiamo tua madre! Studia scienze e non farmi arrabbiare!” “No” sussurra riaddormentandosi, mentre m’allontano. “Giuseppe tra dieci minuti me ne devo andare!”
Squilla il telefono, è la mamma di Paolo. “Giuseppe, avevi ragione, la professoressa ha sbagliato, era pagina 138, grazie”, Paolo smette di ridere e comincia a piangere disperato, dimenandosi matto sulla sedia. Chiedo ad una delle mie dipendenti di metter fine alle sue pene, mentre Giankarol persiste a dormire. “Giankarol, fai scienze”, “No”. Loris mi saluta zaino in spalle: “Giuseppe, ho finito, me ne devo andare” “Ma non ti ho ancora corretto!” “Mio padre mi sta aspettando, è già fuori!”. Bestemmiando, lo costringo a togliersi lo zaino e a farmi vedere i compiti. Lo spedisco fuori a calci e corro da Melissa, in lacrime: “È troppo… ho mal di testa, non ce la faccio”, mi siedo accanto a lei e sottolineo le informazioni essenziali al posto suo, la sprono a continuare. Ha finito la biografia, siamo alle influenze. Il romanzo storico, Walter Scott. So già come andrà a finire, ma non voglio dirlo. Bisogna fare le maledettissime mappe, dopodiché studiarle ed elaborarle infine in un discorso organico (cosa che in secondo superiore non è ancora in grado di fare), creando una bozza di commento, una simulazione di prova. La vedo nera. “Giuseppe alle 5 e mezza me ne devo andare!” Giankarol intanto sogna. All’ennesimo rifiuto, chiamo la madre. Sta arrivando, dice. Il doposcuola si svuota, m'accorgo che Melissa è allo stremo, sono già le sei, non ce la farà. M’avvicino a lei, ha smesso già da un po' di lavorare e, preso esempio da Giankarol, s’è lasciata andare sul banco, atrocemente afflitta. “Chiama mamma” le dico “le devo parlare”. Intanto arriva la mamma di Giankarol. Lo grida un po’, lo redarguisce, fanno teatro, lei lo prega, lui le sibila parole d’odio alle spalle, soddisfatta se ne va. Mentre assisto al bieco spettacolo, la mamma di Melissa chiede spiegazioni al telefono: “Allora domani non la mando a scuola…” Non so che dirle. Per me è un enorme fallimento. Mi siedo accanto a Melissa e le faccio un veemente discorso sul reagire e tramutare la rabbia e le emozioni negative in determinazione e voglia di rivalsa. Se ne va, guardandomi sconsolata. Il compito dovrà comunque farlo, se non quel giorno, un altro ancora. L’appuntamento con Manzoni è solo rimandato, ma almeno avremo tempo per prepararlo con più calma. Giankarol dorme ancora. Mi siedo con lui e lo prego di studiare. Cerco di convincerlo in ogni modo, ma non m’ascolta. Odia la prof di scienze e tutto ciò che ad essa è collegato. “Io non voglio fare lo scienziato” dice “non me ne frega niente”. Non so che fare. Lo supplico, come se ne andasse della mia stessa vita e mi domando se forse non dovrei essere io stesso a instillargli quella voglia che gli manca, inventarmi qualcosa, la differenza fra un bravo maestro ed uno mediocre. Finisce con lui sonnecchiante ed io a ripetergli asmr le varie tipologie di tessuto: epiteliale, connettivo, muscolare e nervoso, sperando entrino in lui per via inconscia. Buonanotte Giankarol, e fai bei sogni.   
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
I FERMENTI NASCOSTI DELLA RIFORMA
Ecco una delle opere del Botticelli "maturo", influenzato dallo spirito della Firenze di Savonarola, il riformatore "ante-litteram" che a differenza di Lutero subì con la scomunica una sorte tragica. Non è dato sapere quanto la conversione verso la materia della trascendenza, legata all'iconografia cristiana, fosse dovuta a un moto dell'animo oppure alla fine dei fasti medicei e con loro alla committenza del "Magnifico" e della sua cerchia. Tuttavia, lo stile rimane inconfondibile, ormai radicato in un'estetica che non smette mai la ricerca della bellezza e dell'armonia di forme e tratti espressivi. Semplicemente, è trasposta in un nuovo campo del racconto per immagini. Ma qui, a colpire è la separatezza tra il luogo dell'avvenimento celeste (l'incoronazione della Vergine) e la consapevolezza partecipe dell'assemblea dei Santi confinati al di sotto, sulla terra. Era già accaduto alcuni anni prima con la "Pala di San Marco" dello stesso autore. Questa struttura del tema evangelico si affermerà, da lì in avanti, come uno strappo tra la modernità e il modello medievale, rappresentato, per esempio, dalle opere del "Beato Angelico" sul medesimo soggetto: quasi a marcare una distanza impossibile da colmare perfino per le figure dei Santi. Come un fardello pesante, l'esistenza terrena può solo aspirare alla beatitudine dell'ultraterreno. La fede e le opere non rappresentano una misura sufficiente. Non vi è libertà e nessuna certezza della grazia, il destino rimane segnato dal mistero. Questa è forse la traccia pittorica di un sentimento religioso che altrove, nella secolare crisi di autorevolezza del papato, stava meditando la riforma. Che in Italia, l'ancoraggio alla Chiesa di Roma, ha sopito in un limbo cocente ma inespresso. Sorprendente Botticelli.
- Sandro Botticelli (1445 - 1510): "Incoronazione della Vergine e Santi", data incerta tra il 1498 e il 1508, Villa La Quiete, Firenze
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